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1 INCA CGIL NAZIONALE a cura dell Area Tutela Danno alla Persona INCA CGIL nazionale Scheda 1 professionali I dati relativi alle domande di riconoscimento presentate nell'ultimo quinquennio all'inail dimostrano un radicale cambiamento nelle tipologia e nella frequenza delle malattie professionali. Sono dati coerenti con quanto viene registrato negli altri Paesi dell'europa dei 15, nei quali però l'ammissione alla tutela assicurativa delle patologie muscoloscheletriche complessivamente intese (ernia discale lombare, tunnel carpale, ecc..) ha determinato un significativo aumento delle malattie professionali riconosciute dagli istituti Assicuratori. In Francia nel 2007 sono state riconosciuti ben casi di patologie muscoloscheletriche (patologie del rachide da mmc e vibrazioni, tunnel carpale ed altre patologie del sistema mano-braccia da movimenti ripetuti o vibrazioni). La maggiore attenzione verso le malattie emergenti è intervenuta solo in maniera minima a modificare i numeri delle malattie professionali e dunque continuiamo ad essere in presenza di una grave sottostima di queste patologie, è certamente vero che trattandosi di malattie a genesi plurifattoriale non è sempre facile evidenziare la quota di esse dovute all'esposizione lavorativa.

2 I dati 2007 confermano la diminuzione delle malattie tabellate a fronte dell aumento di quelle non tabellate che in quell'anno hanno rappresentato oltre l 84% di tutte le denunce. L'altro dato di conferma generale sottostima su cui appare importante concentrare l'attenzione, è che poco più di una decina di malattie professionali rappresentano circa l 80% dei casi denunciati all INAIL e che siano quasi scomparse le malattie legate all'esposizione a sostanze chimiche. A fronte di questi come Patronato in costante sinergia con la CGIL ci siamo impegnati affinché si pervenisse all aggiornamento delle tabelle di legge e, poi, dopo l avvenuta firma ad opera dei ministri Turco e Damiano affinché venisse emanato lo specifico decreto, che ricordiamolo ha previsto l'inserimento nelle tabelle delle malattie professionali, in particolare di: patologia del rachide da movimentazione da carichi o da vibrazioni whole-body anche se limitate alla sola previsione tabellare dell ernia discale e non alla patologia degenerativa quale la spondilodiscopatia (peraltro prevista dalla lista 1 dell elenco ex articolo 139 del T.U.). Rispetto a questa patologia giudichiamo limitato l elenco delle lavorazioni dell industria che espongono a vibrazioni a tutto il corpo; patologie da sovraccarico biomeccanico dell arto superiore da movimenti ripetuti e posture incongrue, da azioni di presa o appoggio prolungato con la declinazione dettagliata delle diverse patologie correlate; malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanici del ginocchio, per appoggio prolungato e per movimenti di flesso-estensione. In agricoltura sono state introdotte sia le vibrazioni al sistema mano-braccio che le vibrazioni whole-body nella guida dei trattori e di altri mezzi meccanici ma anche la movimentazione manuale di carichi oltre alle malattie muscolo-scheletriche da sollecitazione biomeccanica dell arto superiore per le attività di potatura e mungitura. Questo impegno è stato motivato dalla convinzione che l inserimento tabellare riveste particolare importanza in quanto nell assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali la causalità giuridica assume diverse connotazioni a seconda che la malattia sia o non sia inclusa nella tabella di legge. Ma soprattutto perché l esperienza degli altri Paesi europei dimostra come l inserimento tabellare abbia determinato un netto aumento dei riconoscimenti delle patologie con conseguenti benefici anche in termine loro prevenzione. L impegno dell INCA nell evidenziazione delle malattie da lavoro è costante ed in questo ultimo periodo ha visto l'avvio di interessanti progetti di ricerca con alcune categorie sindacali in raccordo con il Dipartimento

3 salute e sicurezza CGIL nazionale, anche perché si basa su una convinzione che è certamente importante il diritto all indennizzo del lavoratore che ha perso il bene salute perché ha lavorato, ma che ancora di più è importante che si parta dall evidenziazione malattia da lavoro per risolvere il problema e, quindi, far si che vi siano sempre meno lavoratori che possano ammalarsi. Le 5 malattie più frequenti nel 2006 nei Paesi Vecchia Europa Paese N 1 N 2 N 3 N 4 N 5 Germania Austria Asbestosi placche pleuriche e Mesoteliomi 903 Asme bronchiali allergiche 109 Silicosi 870 (prodotti chimici) 81 Cancro polmone/ laringe (amianto) Belgio (2005) osteoarticolari 338 Paralisi dei nervi da compressione amianto 170 da Danimarca (2005) Cancri professionali 135 Spagna Francia amianto da 578 Lombalgie Asme 172 Lesioni Eczematiformi 443 Italia Lussemburgo Cancri 767 Asbestosi Tunnel carpale Affezioni peri articolari 465 Portogallo Altre Svezia Svizzera Patologie psicosociali digestive 221 Affezioni dell apparato locomotore

4 Fare prevenzione Scheda 2 La sotto-dichiarazione delle malattie professionali è un fenomeno che nel nostro Paese interessa l insieme delle patologie da lavoro come evidenziato nella scheda specifica. E un fenomeno che rischia di diventare sempre più significativo, a fronte delle modificazioni del mercato del lavoro, che con la sua progressiva terziarizzazione, fa emergere nuove patologie in rapporto al carico mentale del lavoro e allo stress, ma anche patologie già note in settori che fino ad ora ne erano immuni. Come Patronato e come CGIL abbiamo da sempre interpretato la sotto-dichiarazione delle malattie professionali non solo come il banale confronto fra numero di malattie denunciate o segnalate ed il numero di malattie correlate al lavoro, attese alla luce delle diverse ipotesi sulla frazione di rischio attribuibile, ma anche e soprattutto come emersione delle malattie nuove o emergenti, essendo consapevoli che i dati sulle malattie lavoro-correlate servono anche e soprattutto a fare prevenzione. Le ricerche condotte con le diverse categorie e sotto l'egida del Dipartimento salute e sicurezza CGIL nazionale basandosi su un questionario autosomministrato avevano come obiettivo di: valutare lo stato di salute dei lavoratori con particolare attenzione alla prevalenza localizzazione dei disturbi; studiare i possibili fattori legati all attività lavorativa: mansione e attività; studiare i fattori extralavorativi; evidenziare le patologie correlate all esposizione lavorativa, così come definita dal D.Lgs 81. Mentre la prima parte del questionario ha permesso di indagare le caratteristiche socio-professionali ed individuali, ma anche la storia lavorativa in azienda ed in altre precedenti esperienze lavorative, la seconda parte era costituita da schede utili alla rilevazione del rischio specifico. Quest ultima parte è stata concepita in modo da permettere alla lavoratrice/lavoratore di indicare i segmenti corporei/organi, che negli ultimi 12 mesi sono stati sedi di disturbi/dolori. Per facilitare la raccolta del dato è stato utilizzato uno schema corporeo costruito sul modello del Standardized Nordic questionnaire for analysis of muscoloskeletal symptoms. Particolare attenzione nel questionario è stata posta al tema sorveglianza sanitaria (visite periodiche ad opera del medico competente) ed ai giudizi di idoneità con lo scopo di valutare l efficacia del sistema di tutela salute dei lavoratori. Per queste ricerche ci siamo avvalsi di questionari per gruppi omogenei e questo ci ha permesso di limitare il numero delle domande in particolare sulle modalità di lavoro, concentrandoci sui problemi di salute anche per rendere più facile e rapida la compilazione del questionario stesso. Mentre gli obiettivi ricerca e il questionario sono stati presentati e discussi nelle assemblee con i/le delegati/te, il questionario è stato testato e discusso con quanti materialmente avevano il compito di somministrarlo nelle diverse realtà operative (Rls e Rsu e delegati sindacali). I risultati sono andati ben oltre le aspettative, abbiamo infatti ottenuto una restituzione di questionari compilati superiore a quello normalmente previsto in indagini di questa tipologia.

5 Trasporto pubblico locale Progetto 1 Nelle nuove tabelle delle malattie professionali è stata prevista la patologia discale da vibrazioni trasmesse al corpo intero per alcune attività lavorative fra le quali, non siamo riusciti a far inserire la conduzione di autobus, in quanto gli studi e le indagini disponibili nel nostro Paese, non evidenziano un rischio significativo per questa categoria di lavoratori. L'indagine (che è stata condotta in quattro diverse realtà del trasporto pubblico quali: Napoli, Bari, Roma e l'umbria, con situazioni lavorative diverse tra loro, ma esemplificative realtà italiana, dal solo trasporto urbano a quello solo extraurbano a quello misto); aveva come primo scopo alla luce delle conoscenze dei posti di lavoro, sia di contestare i dati disponibili ma anche di concentrare l'interesse su patologie che non sono oggetto di attenzione da parte del mondo ricerca e da parte dell'istituto Assicuratore (INAIL), malgrado le indicazioni che provengono dalle Fondazioni europee (Bilbao e Dublino). Ad oggi sono stati elaborati nella loro interezza solo i dati dell'indagine svolta in Umbria. Una rilevazione molto significativa in quanto rivolta ad una popolazione giovane sia di età che di anzianità lavorativa (la gran parte degli autisti sono stati assunti alla fine degli anni '80 o agli inizi degli anni '90). Una percentuale significativa di autisti ha segnalato di soffrire di disturbi a carico del rachide cervicale, senza che tale patologia sia in correlazione significativa con l'età di servizio, in quanto il disturbo viene lamentato anche dai lavoratori con 3-4 anni di anzianità nella mansione suddetta; al contrario è certa la correlazione con la posizione di guida a schiena piegata in avanti e dunque con una inadeguata ergonomia del posto di guida. Fra l'altro la stragrande maggioranza dei lavoratori ha segnalato che effettua correttamente la regolazione del sedile di guida all'inizio del turno di lavoro. La stragrande maggioranza degli autisti ha poi segnalato di soffrire di disturbi a carico del rachide lombare ed una significativa quota di essi ha indicato di soffrire di una patologia conclamata a carico colonna lombare (ernia del disco, lombalgie acute ecc) con una incidenza nettamente superiore a quella attesa. Questo dato è molto importante, stante la giovane età del campione, ma sopratutto è significativo il fatto che essi hanno cominciato la loro attività lavorativa utilizzando mezzi di più recente immatricolazione e dunque a minore emissione di vibrazioni, inoltre l eccesso di disturbi e patologie riguarda sia gli autisti che effettuano le tratte extraurbane sia quelli rete urbana. Fra i problemi dell ambiente di lavoro molti lavoratori hanno segnalato gli alti livelli di rumorosità, mentre nessuno indica disturbi o problemi a carico dell udito. Affrontando le possibili cause di disagio durante il lavoro abbiamo rilevato una diffusa segnalazione di problemi stress correlati: richiesta eccessiva di attenzione durante l'attività di guida, traffico, problemi di rapporto con l'utenza, microclima. In questa popolazione di autisti abbiamo registrato una discreta gestione delle pause fra le corse. Se è infatti vero che nessuno ha risposto di essere sempre in grado di rispettarle, è anche vero che solo una piccola minoranza ha indicato di non riuscire mai a rispettarle e, dunque, sarà interessante confrontare questi dati con quelli di realtà urbane più grandi per indagare il giusto ruolo delle pause nella prevenzione dello stress lavoro-correlato. I dati ci permettono anche di rilevare una diffusa confusione fra visite di idoneità alla guida e sorveglianza sanitaria e cioè fra un attività medica finalizzata a evidenziare il possesso dei requisiti fisici previsti dalle legge, ed un attività finalizzata ad evidenziare problemi di salute che possono subire aggravamento dalla prosecuzione dell'attività lavorativa. Questa confusione è responsabile certamente diffusa sottostima delle conseguenze sulla salute, che si rafforza nel momento in cui il lavoratore, al termine di una visita medica, si vede formulare un giudizio di idoneità che non fa riferimento al suo stato di salute, ma solo al possesso di requisiti determinati, tanto che nessuno dei lavoratori con patologia discale erniaria conclamata si è visto modificare la mansione. Andrà analizzato, dunque, il fenomeno mancata denuncia delle malattie professionali da parte dei lavoratori, ma anche e sopratutto del non rispetto dell'obbligo di segnalazione da parte dei medici aziendali. A completamento dei dati segnaliamo che a Napoli dove è ancora in corso l'elaborazione di tutte le informazioni raccolte, abbiamo già provveduto alla denuncia di malattie professionali da vibrazioni a fronte di situazioni lavorative anche remote suggestive di un rischio estremamente marcato. (.omissis )

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