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1 2.5. Meteorologia e climatologia La diversità di quota e di esposizione rendono il clima delle aree montane e pedemontane assai variabile da luogo a luogo. L effetto barriera delle Alpi per le correnti nord-occidentali influenza le condizioni atmosferiche generali, alterando il carattere delle masse d aria e delle perturbazioni. Un altro elemento decisivo che influisce particolarmente sui climi locali delle vallate è la maggiore o minore insolazione in primavera. Vi sono versanti quasi costantemente in ombra sui quali può accadere che il manto nevoso si conservi ancora intatto quando sui versanti soleggiati la neve si è già sciolta fino a metri. L omogeneità dell orografia caratterizza invece la pianura padana come una regione dove i tratti salienti del clima si presentano abbastanza caratterizzanti e indicativi per vaste porzioni geografiche; questo comporta la possibilità di discutere le caratteristiche climatiche della zona pianeggiante della Provincia nel contesto più generale del clima padano. La pianura padana è caratterizzata da un clima prettamente continentale: tuttavia i caratteri più accentuati di tale clima vengono talvolta attenuati per l influenza del mare Adriatico, specie nelle Province di Brescia e di Mantova, mentre la catena alpina la ripara dalle correnti fredde provenienti dall Europa settentrionale. Di seguito è riportata la mappa pluviometrica riferita al 50 percentile (anno medio) della quantità di pioggia caduta, elaborata dall ERSAL mediante l elaborazione geostatistica 1 eseguita su dati di stazioni meteorologiche lombarde e delle aree al contorno, relativamente a un periodo di tempo di circa un quarantennio ( ). 1 L elaborazione è eseguita in modo da ottenere valori riferiti a celle quadrate di 5x5 km. 1

2 Figura percentile della quantità di pioggia caduta in un anno (anno medio) Fonte: ERSAL Si può osservare come il territorio della Provincia di Bergamo sia interessato da precipitazioni progressivamente crescenti, passando dalle zone di bassa pianura (valori compresi tra i 600 e gli 800 mm/anno) fino alle zone montuose in corrispondenza dello spartiacque, dove si registrano precipitazioni superiori ai mm all anno. È possibile entrare in maggiore dettaglio nell analisi delle caratteristiche climatologiche della Provincia e analizzare le cosiddette normali climatiche, elaborazioni statistica su base trentennale per le variabili meteorologiche monitorate dalle stazioni al suolo. 2 Tali elaborazioni sono riportate per quantità di precipitazione cumulata mensile e per la temperatura massima e minima, con riferimento alla stazione meteorologica di Bergamo Orio al Serio, che permette di estendere le considerazioni svolte sulla relativa omogeneità del clima della pianura bergamasca alla fascia di territorio più interessata dalle sorgenti di emissione e più sensibile ai fenomeni di inquinamento atmosferico a causa dell elevata concentrazione della popolazione. Nella 2.Il range temporale standard di riferimento è stato scelto dall Organizzazione Meteorologica Mondiale. I dati disponibili presso il Servizio Meteorologico dell Aeronautica Militare sono riferiti al trentennio

3 figura viene riportata la distribuzione mensile della quantità di precipitazione cumulata minima, media e massima. Figura Distribuzione mensile della quantità di precipitazione minima, media e massima 400 Quantità di precipitazione cumulata mensile (mm) gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre Media Minima Massima Fonte: Servizio Meteorologico dell Aeronautica Militare Osservando i valori medi, non emergono variazioni particolari tra i diversi mesi: la quantità di precipitazione non scende mai al di sotto dei 50 mm e non supera mai i 130 mm. I mesi più piovosi risultano essere maggio e agosto, quello più asciutto dicembre. Si riporta di seguito la mappa termica media riferita alla temperatura misurata al suolo, prodotta dall ERSAL e ottenuta analizzando un periodo di tempo di circa un quarantennio ( ). 3

4 Figura Temperature medie annue in C Fonte: ERSAL Si può notare una notevole variabilità delle temperature medie sul territorio provinciale, con un andamento decrescente procedendo dalle zone pianeggianti verso le valli. Analogamente a quanto riportato in figura 2.5.2, nella successiva figura si possono osservare le normali climatiche per i parametri temperatura minima e massima. 4

5 Figura Distribuzione mensile della temperatura minima e massima Media della temperatura mensile ( C) gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre Massima Minima Fonte: Servizio Meteorologico dell Aeronautica Militare Si osserva, in particolare, il valore inferiore a 0 C della temperatura minima nei mesi di dicembre e gennaio e il valore di poco superiore a 0 C del mese di febbraio. L umidità relativa media annua (79-80%) in Lombardia è caratterizzata da variazioni stagionali meno ampie che nella restante Valle Padana. Fino alla quota di m le escursioni diurne sono abbastanza marcate specialmente nel periodo da maggio a settembre (15-30%). Al di sopra dei m, l escursione diurna diviene debole poiché l effetto di riscaldamento diurno risulta ridottissimo a causa della più intensa circolazione. Con correnti di foehn da nord, si possono verificare talvolta umidità relative eccezionalmente basse (inferiori al 10%). In generale si può osservare una netta prevalenza di condizioni di umidità relativa elevata, con valori medi superiori al 70% che si manifestano in più della metà dei mesi. Anche nei mesi relativamente più secchi l umidità relativa media si attesta su valori comunque superiori al 65%. In genere la circolazione dei venti è molto debole; le calme di vento (comprendenti velocità inferiori a 0,5 m/s), rappresentano nell anno il 50-60% delle osservazioni, con punte del 70% durante la stagione invernale. 5

6 Poiché la velocità media è responsabile del trasporto degli agenti aeriformi inquinanti al momento della loro emissione nell atmosfera, si può dedurne a priori una scarsa dispersione atmosferica degli effluenti gassosi. Si tenga inoltre presente che una forte velocità del vento implica anche un elevato strato di rimescolamento: in questi rari casi il volume di aria in cui si diluiscono gli inquinanti dovrebbe garantirne una concentrazione al suolo molto bassa rispetto alle concentrazioni emesse in aria alla bocca del camino. Nella figura che segue è riportata la sintesi annuale delle frequenze relative delle direzioni di provenienza e del vento, osservate nella stazione di Bergamo Orio al Serio. Figura Rosa dei venti - Bergamo Orio al Serio N NO NE O E SO SE S Fonte: Regione Lombardia - Piano Regionale di Risanamento della Qualità dell Aria La nebbia nelle vallate si verifica con maggiore frequenza nel periodo novembre-febbraio, in media circa 3-5 giorni al mese. I casi di visibilità orizzontale ridotta (1-4 km) per foschia sono anche abbastanza frequenti (circa 1-3 volte al mese) specie quando il territorio è interessato da un alta pressione. È importante tenere presente che la presenza di nebbia risulta, nella maggior parte dei casi, associata a condizioni di scarsa circolazione atmosferica e costituisce quindi un elemento sfavorevole per la diffusione e il trasporto degli inquinanti. 6

7 2.6 Quadro sanitario di riferimento Principali evidenze epidemiologiche L ASL della Provincia di Bergamo, in questi ultimi anni, ha riservato particolare attenzione, nell ambito delle proprie attività istituzionali, all esplorazione conoscitiva, metodologicamente aggiornata, dello stato di salute dei cittadini. L analisi epidemiologica dei bisogni rappresenta infatti un modello in grado di descrivere compiutamente le relazioni esistenti tra prevalenza delle malattie, volume dei servizi sanitari consumati per trattarle e, infine, risorse umane e finanziarie usate per la produzione di tali servizi. I risultati degli studi epidemiologici ora citati hanno posto in luce una serie di evidenze, alcune più generali, altre relative a peculiarità e specificità locali. Mortalità per patologie respiratorie L analisi di alcune patologie respiratorie considerate nel loro insieme (bronchite cronica, enfisema e asma) relativamente agli anni (dati ISTAT elaborati in proprio), presenta un eccesso di mortalità rispetto alla media regionale ma solo nel genere maschile (+9%) e non in quello femminile. La figura è relativa alla distribuzione a livello comunale delle patologie respiratorie prima elencate (dati archivio di mortalità ASL provincia di Bergamo anni ) Figura Dati di mortalità: patologie respiratorie croniche (bronchiti, enfisema, asma) tasso standardizzato di mortalità su base comunale. (quintili IDW) Anni Fonte: A.S.L. di Bergamo 7

8 Patologie respiratorie: Ricoveri Si è voluto indagare anche i ricoveri nell ambito delle patologie respiratorie croniche (bronchiti, enfisema e asma), evidenziando i tassi a livello comunale (figura e 2.6.3). I dati riguardano i ricoveri ordinari negli anni Figura Tasso di ricovero per patologie respiratorie croniche su base comunale, maschi (quintili IDW) anni Fonte: A.S.L. di Bergamo Figura Tasso di ricovero per patologie respiratorie croniche su base comunale, femmine (quintili IDW) anni Fonte: A.S.L. di Bergamo 8

9 Le analisi effettuate sulle patologie respiratorie croniche richiedono ulteriori approfondimenti ma aprono un capitolo di ricerca proficuo che permetterà di analizzare problematiche del rapporto salute-ambiente, evidenziato anche dallo studio MISA (Meta-analysis of the italian studies on short-term effects on air pollution). Mortalità Tumori La principale priorità è relativa al problema tumori in generale. Tra i tumori, particolare rilevanza assumono, per il loro peso, sia come mortalità che come indotto assistenziale, le seguenti forme: fegato (maschi + femmine) stomaco (maschi + femmine) pancreas (maschi + femmine) polmone (maschi) laringe (maschi) esofago (femmine) In particolare, si segnalano gli eccessi rispetto alla media regionale per le seguenti patologie oncologiche distinte per sesso relativamente agli anni (dati ISTAT elaborati in proprio): a) Maschi: tutti i tumori (+8%), epatocarcinoma (+46%), stomaco (+22%), pancreas (+27%), polmone (+7%), laringe (+19%); b) Femmine: tutti i tumori (+6%), epatocarcinoma (+36%), stomaco (+27%), pancreas (+19%), esofago (+31%). Le figure e mostrano la distribuzione delle patologie tumorali nel territorio relativamente agli anni (archivio di mortalità ASL provincia di Bergamo). La mappa è rappresentata mediante interpolatori IDW (inverse distance weigthting) costruiti sui tassi standardizzati di mortalità a livello comunale. 9

10 Figura Dati di mortalità: tutti i tumori maschi tasso standardizzato di mortalità su base comunale (quintili IDW) Anni Fonte: A.S.L. di Bergamo Figura Dati di mortalità: tutti i tumori femmine tasso standardizzato di mortalità su base comunale (quintili IDW) anni Fonte: A.S.L. di Bergamo 10

11 Ricoveri ospedalieri Gli studi sui dati di ricovero confermano i risultati delle indagini sulla mortalità per tumori evidenziando ulteriori criticità locali più specifiche (Figura e figura 2.6.7). I dati riguardano i ricoveri per qualunque patologia tumorale negli anni Figura Tasso di ricovero per tutti i tumori maschi su base comunale(quintili IDW) anni Fonte A.S.L. di Bergamo Figura Tasso di ricovero per tutti i tumori femmine su base comunale(quintili IDW) anni Fonte A.S.L. di Bergamo 11

12 Tumori di origine ambientale I tumori di origine ambientale, tenendo conto di tutte le matrici, possono essere stimati complessivamente in una percentuale bassa rispetto al totale, all incirca 1 5 % (in media 2%). Gli inquinanti atmosferici si stima siano sono responsabile dell 1 2% dei tumori polmonari, a cui si aggiunge il RADON, gas naturale proveniente da sottosuolo, per una quota che si stima intorno al 5 9 %. L Amianto ambientale è invece responsabile dei mesoteliomi, tumore delle pleure, per circa il 43% di tutti i mesoteliomi (i restanti mesoteliomi sono dovuti per la maggior parte dei casi ad esposizione pregressa in ambiente di lavoro, per ragioni professionali). Il tasso bergamasco di mesotelioma pleurico è del 3,4%. Il progetto Registro Tumori della provincia di Bergamo ha preso avvio, ma bisognerà aspettare ancora qualche tempo per avere i primi risultati per la grossa mole di lavoro che comporta soprattutto la fase iniziale. Tale progetto comunque, una volta a regime, permetterà un notevole salto di qualità nel monitoraggio dell andamento delle patologie oncologiche non solo rispetto a mortalità, incidenza, sopravvivenza e prevalenza, ma anche su outcome relativi ai profili di assistenza e alla relativa valutazione. Appaiono argomenti prioritari di sviluppo nel settore della ricerca epidemiologica per l A.S.L. di Bergamo: ulteriori approfondimenti su singole patologie e/o situazioni di particolare rischio locale, mediante gli strumenti dell'epidemiologia analitica classica e di quella spaziale; l approfondimento della conoscenza dei fattori di rischio locali; lo sviluppo di analisi di epidemiologia genetica e molecolare, con studi mirati su sottopopolazioni particolari; l intervento, a diversi livelli, per prevenire l insorgenza o comunque limitare gli effetti di queste forme patologiche; ciò implica necessariamente scelte organizzative da effettuare, per sviluppare sia una efficace prevenzione dei rischi, sia un ottimale allocazione delle risorse da dedicare alle attività di screening, di diagnosi e di cura individuale. Conclusioni e prospettive di sviluppo L analisi dei dati epidemiologici disponibili sullo stato di salute dei bergamaschi evidenzia che i tumori costituiscono uno dei problemi più critici, se non il più critico da diversi anni. Abbiamo infatti una mortalità per tumore (sia per i maschi che per le femmine) superiore alle medie regionali, in particolare per alcuni tipi di tumore (stomaco, fegato, pancreas, pleura) e polmone nei maschi. 12

13 E evidente che un quadro epidemiologico di questo tipo indica che l intervento sui tumori deve costituire una priorità per tutto il Servizio Sanitario Bergamasco. Non a caso è stato istituito il Dipartimento Oncologico Provinciale cui partecipano oltre all ASL le principali Strutture di ricovero e cura della provincia. L ASL ha in atto, per fare fronte a questo grave problema di salute, iniziative su diversi fronti: I) Approfondimento epidemiologico (Servizio epidemiologico) Per migliorare la conoscenza di questo fenomeno l Osservatorio Epidemiologico ha eseguito ricerche pubblicate in alcuni volumi: la Mortalità Oncologica in Provincia di Bergamo (2000); Atlante dei ricoveri in Provincia di Bergamo (2002); dai Bisogni di Salute al Consumo di Risorse Sanitari in Provincia di Bergamo: Profilo degli Indicatori di Bisogno, Domanda, Offerta (2003); Vecchi e Grandi vecchi: bisogni domanda offerta (2004). Inoltre sono in fase di svolgimento due progetti molto impegnativi: lo studio ISOLINFA, riguardante lo studio dell eziologia di leucemie, linfomi e mielomi nell Isola Bergamasca; e soprattutto il Registro Provinciale Tumori, che ha lo scopo di raccogliere tutte le informazioni relative alle patologie tumorali in modo da arrivare a calcolare e monitorare i dati di incidenza e prevalenza della provincia bergamasca. Progetto ISOLINFA Dal confronto geografico con i dati degli altri distretti, emerge invece come il territorio dell Isola Bergamasca si ponga costantemente sui livelli provinciali più elevati per le principali malattie dell apparato linfoematoproliferativo (leucemie, linfomi, mielomi). È dunque parso opportuno elaborare un progetto di studio epidemiologico finalizzato ad identificare la consistenza scientifica delle possibili cause di questo fenomeno, ai fini di pianificare interventi di prevenzione, programmare l assistenza ai malati, monitorare i progressi portati nel tempo dagli interventi sanitari effettuati. II) Prevenzione primaria In ambito di Prevenzione primaria le principali attività e progetti si possono così riassumere: promozione di stili di vita corretti : - lotta al fumo di tabacco (30% di tutti i tumori) (Dipartimento Prevenzione Medica) - lotta all eccesso di consumo di alcool (3% di tutti i tumori) (Dipartimento delle dipendenze e DPM) 13

14 - corretta alimentazione (30% di tutti i tumori) (DPM) controlli su inquinanti degli alimenti (1% di tutti i tumori) (DPM, DPV) prevenzione dei rischi occupazionali (4% di tutti i tumori) (SPSAL - progetto finanziato da R.L.) studio dell impatto sulla salute degli inquinanti ambientali (2%) (DPM) vedi Rapporto salute ambiente anno 2003 (DPM) fattori geofisici (radon) (3% di tutti i tumori) (DPM) III) Istituzione Tavoli Tecnici per l elaborazione di raccomandazioni clinico scientifiche di prevenzione oncologica da applicare sul territorio in provincia di Bergamo. In data 24 dicembre 2003, con deliberazione del Direttore Generale dell ASL, sono stati e istituiti 5 Tavoli Tecnici coordinati da altrettanti Medici Specialisti di Strutture Pubbliche e Private, con il mandato di elaborare raccomandazioni clinico scientifiche di prevenzione oncologica nell ambito di: epatocarcinoma colo-retto prostata cervice uterina mammella I cinque documenti sono stati prodotti e formalmente acquisiti con deliberazione ASL n. 795 del 15 dicembre IV) Diagnosi precoce (Direzione Generale- Direzione Sanitaria- DPM) 1) Lo screening mammografico è iniziato nell aprile del 2000 e ha coinvolto praticamente tutta la provincia numero donne sottoposte a screening 1^ - 2^ passaggio numero di carcinomi in situ identificati 106 numero di carcinomi invasivi <= 10 mm identificati 220 2) Lo screening del tumore colon retto è partito nel Distretto di Dalmine, proseguirà nel Distretto di Seriate e nell arco dei prossimi due anni coinvolgerà tutta la provincia; gli inviti vengono spediti dal 14

15 SMPC, e la ricerca del sangue occulto nelle feci è eseguita dal Laboratorio di Sanità Pubblica (DPM) : Obiettivo: sottoporre a screening almeno il 40 % della popolazione fascia d età numero di cancri colon-retto potenzialmente rilevabili 239 3) Lo screening del tumore del collo utero I pap test sono eseguiti dalle ostetriche nelle sedi consultoriali dei distretti. L attività è quasi totalmente ad accesso spontaneo delle donne, che ne fruiscono sia in regime di esenzione, sia pagando il ticket. L esame si realizza con chiamata attiva esclusivamente nel Distretto Valle Brembana, e nel Distretto Valle Cavallina dove la chiamata delle donne e l esecuzione del pap test è affidata alla Lega Tumori con apposita convenzione. I pap test su chiamata sono il 10% circa del totale. La lettura dei pap test è affidata a tre Aziende Ospedaliere (Bolognini Seriate Ospedali Riuniti di Bergamo Azienda Ospedaliera Treviglio). La rilevazione dell attività svolta dalle ostetriche viene effettuata dal Dipartimento Assi (V. Tabella) Tab Numero di Pap Test eseguiti nel 2004 suddivisi per classe d'età delle donne che lo hanno effettuato <= 19 anni >= 51 anni Totale Totale ) Progetto ASTROGEO Lotta alla mortalità oncologica in bergamasca: identificazione e riduzione del rischio oncologico geneticamente determinato nella popolazione bergamasca. Nell ambito di una convenzione siglata con l Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo e recepita con deliberazione del Direttore Generale n.235 del 9 giugno 2003, è stato approvato il progetto ASTROGEO Analisi Territoriale del Rischio Oncologico Genetico Ereditario Orobico. ASTROGEO si propone di attivare, sulla popolazione residente sul territorio provinciale, un programma clinico e di ricerca volto alla identificazione, allo studio e alla gestione del rischio oncologico geneticamente determinato per tumori ad alta incidenza ove esiste evidenza di eredofamiliarità, quali tumori della mammella/ovaio e tumori del colon. 15

16 V) Centrale Operativa Cure Palliative e Domiciliarità Tenuto conto che la terminalità per patologia oncologica rappresenta il 90% della terminalità complessiva, si ritiene che annualmente, in Provincia di Bergamo, i pazienti da assistere con cure palliative siano circa L ASL della Provincia di Bergamo, con la collaborazione dell A.O. Ospedali Riuniti di Bergamo, dell Associazione Cure Palliative e della Lega Italiana contro i Tumori di Bergamo ha predisposto il progetto Centrale Operativa Cure Palliative e Domiciliarità per migliorare l attuale livello di prestazioni di assistenza nei confronti dei malati terminali Il progetto Centrale Operativa Cure Palliative e Domiciliarità è iniziato il 1 settembre 2005: È stata attivata la reperibilità del personale infermieristico dei soggetti accreditati (12/24) 7 giorni su 7 È attivo un infermiere professionale ASL (Senior Professional) per ogni area territoriale, con formazione specifica per la predisposizione dei Piani Assistenziali per i pazienti terminali e per la compilazione della cartella clinica (a disposizione del personale qualificato, medici e infermieri, presso il domicilio) La Centrale Operativa Cure Palliative e Domiciliarità, assicura 24 ore su 24 consulenza specialistica di un medico palliatore al personale qualificato che assiste i pazienti terminali (Medico di Medicina Generale, Pediatra di Libera Scelta, Medico di Continuità Assistenziale e Infermieri). Come si vede le iniziative dell ASL in atto o di imminente attivazione sono molteplici. Si tratta ora di progettare uno strumento organizzativo (funzionale) idoneo per ricondurre ad un unico disegno strategico tutte le iniziative, documentare e rendere più visibili i risultati raggiunti, con l obiettivo di formulare entro la fine del 2005 una proposta forte da presentare alle Istituzioni sanitarie (D.G. sanità della Regione Lombardia, Dipartimento Oncologico Provinciale) alle Associazioni (Lega Tumori..) agli EELL (Comuni, Provincia). 16

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