ROMA 2^ SEZIONE LAVORO

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1 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE DI ROMA 2^ SEZIONE LAVORO in composizione monocratica ed in persona del dott. funzione di Giudice del lavoro, ha emesso la seguente SENTENZA nella causa in primo grado iscritta al n. j~a del Ruolo di Affari contenziosi civili vertente TRA, in ~, rappresentato e difeso dall'avv. C. Andreozzi, giusta procura in atti, ed elettivamente domiciliato presso il suo studio in Roma, Viale delle Milizie 76; E ricorrente MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA SCIENTIFICA - UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO - in persona del legale rappresentante pro-tempore, rappresentato e difeso ex art. 417 bis c.p.c. dai propri dipendenti ed elettivamente domiciliato in Roma Via L. Pianciani 32; OGGETTO: pubblico impiego. CONCLUSIONI: come da verbale di udienza. resistente.

2 Svolgimento Del processo Con ricorso depositato il ritualmente e tempestivamente notificato conveniva in giudizio MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA SCIENTIFICA - UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO dinanzi all'intestato Tribunale in funzione di Giudice del lavoro, e premesso di essere stato dipendente di Ente locale e di essere transitato nei ruoli del convenuto ai sensi della L. n ; esponeva di essere stato illegittimamente inquadrato con una anzianità diversa da quella reale effettivamente maturata al in violazione dell'art cit.. Chiedeva pertanto che gli fossero riconosciuti i maggiori importi sia sulla retribuzione che sulla indennità integrativa speciale, evidenziando che in relazione a quest'ultima l'amministrazione non aveva ancora provveduto a corrispondere la somma dovuta sebbene avesse esplicitamente riconosciuto il relativo diritto. Si costituiva tempestivamente in giudizio il Ministero convenuto, deducendo che l'inquadramento del ricorrente nei propri ruoli era avvenuto del tutto correttamente ai sensi dell'art. 3, comma 2 dell'accordo collettivo del , recepito con D.M. n , con cui l'aran e le OO.SS. maggiormente rappresentative, dando attuazione al precitato disposto legislativo, hanno previsto che la posizione stipendiale del personale ATA proveniente dagli Enti locali fosse di importo pari o immediatamente inferiore al trattamento annuo in godimento al , senza disporre che l'anzianità di servizio acquisita nella vecchia carriera si conservi integralmente nei nuovi ruoli dell'amministrazíone statale. Diversamente opinando l'intera operazione non

3 sarebbe avvenuta "a costo zero" come previsto dalla legge n , evidenziando inoltre che l'accordo in questione trova legittimazione nell'art. 4 della legge medesima, che rinvia a fonti integrative scaturenti da accordi collettivi. Esaurita la fase istruttoria, concretatasi nell'acquisizione di documenti, all'odierna udienza la causa veniva decisa dandosi lettura del dispositivo in udienza. Motivi della decisione Il ricorso è fondato e deve pertanto essere accolto. La vicenda in disamina è stato oggetto di diverse interpretazioni da parte dei giudici di merito, tanto che le parti hanno versato in atti numerosi precedenti giurisprudenziali tra loro configgenti. Soltanto con sentenza n del la Corte di Cassazione ha esaminato la fattispecie in scrutinio, concludendo per la fondatezza della tesi del personale ATA transitato dagli Enti locali al Ministero convenuto con motivazioni che senz'altro convincono questo giudice. Va preliminarmente considerato che l'art. 8, secondo comma, L. n prevede che al personale in questione, per quanto qui rileva, "vengono riconosciuti ai fini giuridici ed economici l'anzianità maturata presso l'ente locale di provenienza". Trattasi di norma dal contenuto più che esplicito, che trova un diretto addentellato nell'art c.c. - applicabile al pubblico impiego ex art. 34 d. lgs. n ed il cui tenore testuale non lascerebbe molto spazio ad opinioni di segno diverso, poiché si prevede che l'anzianità maturata presso l'ente locale di

4 provenienza deve essere considerata sia ai fini giuridici che a quelli economici, di talché l'inquadramento operato del Ministero convenuto appare violare il dettato normativo de quo. In realtà la difesa di parte resistente si incentra sull'art. 4 della L. n che farebbe salvo il potere di introdurre fonti integrative della normativa in questione a mezzo di accordi collettivi, nella specie intervenuto tra l'aran e le OO.SS. maggiormente rappresentative in data , e recepito con D.M. n Nondimeno, e si dice cosa ovvia, una fonte integrativa non può mai modificare il portato di una norma di legge, avendo soltanto il compito di fornire normativa di dettaglio al fine di garantire la concreta attuazione della legge nel silenzio della stessa, tanto più che tale potere è stato conferito per determinare tempi e modalità del graduale trasferimento del personale, la cui cornice giuridica non può certo essere stravolta da normative di carattere secondario dirette a realizzare ben altri scopi. Invece l'accordo in questione, per come interpretato dal Ministero convenuto, consentirebbe di porre nel nulla il chiaro disposto dell'art cit., il tutto a danno dei dipendenti che lamentano il mancato riconoscimento della anzianità di servizio maturata negli Enti locali di provenienza ai fini del proprio inquadramento economico. Né l'accordo medesimo costituisce norma pattizia direttamente applicabile al caso di specie ai sensi dell'art d. lgs. n che prevede la possibilità di derogare a disposizioni speciali di legge tramite contratti collettivi. Tale accordo è stato infatti recepito con decreto ministeriale, e la circostanza sta chiaramente ad indicare che lo stesso non poteva essere immediatamente efficace

5 poiché non è stato adottato secondo le procedure tipiche degli accordi derogatori appena indicati e pertanto non può avere natura normativa generale. Anche l'argomentazione a contrario utilizzata dal Ministero convenuto, secondo cui l'operazione in disamina sarebbe dovuta avvenire - pena l'incostituzionalità - senza oneri per lo Stato, appare ben poco convincente. Trattasi in verità di argomentazione che da un lato prova troppo, perché sarebbe applicabile in ogni caso in citi l'amministrazione datrice di lavoro viene chiamata a corrispondere differenze retributive che non intende riconoscere per omessa copertura di bilancio da parte di leggi regolatrici d e l dall'altro non è neppure chiaramente esplicitata, non essendo forniti puntuali riferimenti, anche normativi, da cui poter desumere che i maggiori esborsi non abbiano trovato esplicita copertura in sede di approvazione della legge n Non essendo contestata l'anzianìtà di servizio maturata presso l'ente locale di _ ` { - T t l Ministero convenuto deve pertanto essere condannato a corrispondere le differenze sulla retribuzione e sulla indennità integrativa speciale maturate dal calcolate in base alla anzianità di servizio su indicata, oltre interessi come per legge. Spese secondo soccombenza, e liquidate come da dispositivo. provenienza - P. P. Q. M. 11 Tribunale di Roma, 2" Sezione Lavoro, definitivamente pronunciando, disattesa ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione così decide:

6 ' t ì ; a t 3 1V r / C ) 1) accerta il diritto di al riconoscimento a fini giuridici ed economici dell'anzianità di servizio maturata presso l'ente locale di provenienza dal al ; 2) per l'effetto condanna ii MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA SCIENTIFICA - UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO a corrispondere in favore del dipendente le differenze sulla retribuzione e sulla indennità integrativa speciale maturate dal calcolate in base alla anzianità di servizio su indicata, oltre interessi dal dovuto al saldo; 3) condanna il resistente al pagamento delle spese processuali in favore della controparte, che liquida in 1.500, oltre Iva e Cpa., da distrarsi. Roma, IL CANCELLIERE Il Giudice D e p o s i t a t o t o i n C a n c e l l e r i a. 13 LU R o m a, l i C A N C E L L I ere E IL CA IL CANCELLIERE B 3