Il Cartel: un dispositivo per lavorare il sapere

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1 Il Cartel: un dispositivo per lavorare il sapere Associazione Italiana Formatori Roma 26 febbraio 2013 Carmela Emilia Cancellaro La formazione dello psicoanalista è una questione delicata ed annosa, fin dalle prime pratiche di trasmissione di questo particolare tipo di sapere e con un riverbero fino ai nostri giorni; basti pensare alle recenti polemiche del ritorno della giovane facoltà di Psicologia alla facoltà di Medicina. Chi poteva diventare psicoanalista? La diatriba vedeva, su due posizioni opposte, da una parte i sostenitori della funzione degli analisti non medici con una formazione umanistica e sociale, dall'altra chi invece riteneva che gli analisti dovevano essere medici specializzati in psichiatria. Freud scrisse già nel 1926 un articolo su questa questione, Il problema dell analisi condotta da non medici, per opporsi ad un progetto di legge che, in Austria, voleva riservare l esercizio della psicanalisi ai soli medici. L'articolo difende l'analisi laica e descrive i talenti che un analista deve possedere, talenti che poco hanno a che fare con gli studi di medicina. Ciò che occorre per diventare analisti è un'adeguata preparazione al di là di qualsivoglia titolo legale. Anche Lacan, come Freud, riconferma che la psicoanalisi deve essere laica, e cioè che può avere soltanto statuto soggettivo; la formazione e poi l'attività dell'analista dipendono da un tempo soggettivo, non cronologico o legato a un certo numero di moduli didattici. La psicoanalisi è, come molti sanno, la tecnica di svelamento dell'inconscio attraverso la parola, che ha inventato Sigmund Freud. Il metodo delle associazioni libere (cioè il dire qualsiasi cosa venga in mente anche se sembra banale o inconsistente), il transfert (la ripetizione di prototipi infantili vissuti con forte senso di attualità), l'interpretazione dei sogni e dei lapsus, ne sono i mezzi. Riprenderemo il concetto di transfert più avanti per spiegarlo nel caso del lavoro nei piccoli gruppi. Come trasmettere agli allievi il sapere psicoanalitico? Freud, come Lacan, pensava che un futuro analista dovesse possedere un sapere eclettico, conoscere non solo le discipline relative al campo psicologico, ma potersi librare anche fra gli altri saperi umanistici e non. L'aspirante psicoanalista si forma innanzitutto attraverso la propria analisi personale condotta da uno psicoanalista e, successivamente o in concomitanza con la fine della sua analisi, con la supervisione della propria pratica clinica presso altri psicoanalisti. Per la formazione dello psicanalista è importante anche l'attività svolta dentro le associazioni psicanalitiche, comunità di riferimento per ciascuno che permette un confronto continuo con i colleghi ed esclude il pericolo di un lavoro in solitudine. La Scuola psicoanalitica ha le sue origini negli "incontri del mercoledì sera", che si tenevano nella sala di attesa dello studio di Freud. Si costituì nel 1907 la prima Società psicoanalitica ufficiale a Vienna, di cui Freud stesso fu presidente. In pochi anni la Società psicoanalitica ha preso dimensioni internazionali e una struttura gerarchica per coordinare le attività delle varie Associazioni psicoanalitiche che si andavano costituendo.

2 Parlo di questo perchè costituisce la premessa alla storia di Jacques Lacan, alla sua scuola e quindi del Cartel oggetto di questo articolo. Infatti, prima di parlare del Cartel, è fondamentale contestualizzarne le origini. Jacques Lacan era dal 1934 membro della Società psicoanalitica di Parigi. Nel 1963 la sua pratica clinica viene contestata, perchè eversiva; viene perciò espulso dall'ipa (Associazione Psicoanalitica Internazionale) con la cosiddetta direttiva di Stoccolma, non può più insegnare la psicoanalisi agli allievi e non può più condurre analisi didattiche. La psicoanalisi ufficiale contestava la sua pratica della cura, trasgressiva rispetto alle regole del setting analitico codificate dagli insegnamenti di Freud; in particolare si trattava della durata variabile della seduta, poichè invece la seduta tradizionale dell'insegnamento di Freud prevede una durata fissa di circa un'ora. Lacan decide allora di fondare la Scuola Francese di Psicanalisi, che però non viene riconosciuta dall'ipa, e nel 1964 fonda la propria scuola di formazione degli analisti: la Scuola Freudiana di Parigi. La data del settembre dello stesso anno, il Congresso di Roma dal titolo Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi segna l'inizio del suo insegnamento, un momento importante segnato dalla necessità di un ritorno a Freud, ritenendo Lacan che i postfreudiani avessero snaturato il suo insegnamento. Con le sue parole: Questo titolo (Scuola Freudiana di Parigi) rappresenta nelle mie intenzioni l'organismo dove deve svolgersi un lavoro che nel campo aperto da Freud restauri il vomere affilato della verità che riconduca la prassi originale da lui istituita con il nome di psicoanalisi a quel che al mondo le spetta che con una critica assidua vi denunci le deviazioni e i compromessi che smorzano il suo progresso degradando il suo impiego. Questo obiettivo di lavoro è indissociabile da una formazione che deve essere impartita in questo movimento di riconquista. Nell'Atto di Fondazione si evincono due esigenze fondamentali per Lacan: la prima era riprendere e diffondere l'insegnamento originale di Freud contro quella che lui stesso definì una stagnazione del pensiero psicoanalitico ; in secondo luogo, opporsi alla gerarchia irrigidita di una grande Associazione. Per questo secondo aspetto aveva introdotto un metodo di lavoro nell'ambito della sua scuola che prevedesse non una gerarchia, ma la circolarità del sapere. E' in questo stesso Atto di fondazione della Scuola Freudiana di Parigi che Lacan introduce il metodo di lavoro in piccoli gruppi, quale è il Cartel: Per lo svolgimento del lavoro, adotteremo il principio di una elaborazione sostenuta in un piccolo gruppo. Ciascun gruppo (abbiamo un nome per designare questi gruppi) sarà composto da un minimo di tre persone, da un massimo di cinque, quattro e la misura giusta. Più una incaricata della selezione, della discussione e dell'esito da riservare al lavoro di ciascuno. Dopo un certo tempo di attività, gli elementi di un gruppo si vedranno proporre di cambiare in un altro. Il Cartel è il nome che Lacan dà ai piccoli gruppi di lavoro che intende creare come strumento per l'attuazione del lavoro della sua Scuola. Il fatto che gli dia un nome è proprio per sancire la nascita di un particolare tipo di gruppo di lavoro; avrebbe potuto chiamarli semplicemente gruppi di lavoro.

3 Lacan fa delle importanti riflessioni sul lavoro possibile in un gruppo in seguito alla sua visita, nel 1945, ai colleghi psicoanalisti e psichiatri Bion e Rickman per le esperienze che stavano conducendo, per la rieducazione dei soldati inglesi attraverso un ritrovato spirito di gruppo, in particolare la prova cosidetta del gruppo senza capo in cui vengono costituite delle équipe di una decina di soggetti nessuno dei quali investito di autorità sugli altri e viene loro proposto un compito che devono svolgere collaborando 1. C'è un'altra influenza legata al contesto politico-sociale degli anni '60 parigini; infatti a quell'epoca, alla Sorbona, gli studenti di lettere e il loro sindacato si ribellavano al corso magistrale con un movimento anti-autoritario, organizzandosi in gruppi di lavoro universitari in cui gli studenti lavoravano e studiavano insieme su una base egalitaria senza i professori 2. Il Cartel è un piccolo gruppo di lavoro costituito da 5 elementi, Quattro si scelgono spontaneamente e insieme scelgono il più uno, che non sarà necessariamente un anziano o qualcuno che ne sa di più ma è chiamato a un particolare tipo di competenza: il più uno non è un leader, non è un capo, non è un docente; è colui che provoca al lavoro, provoca l'elaborazione singolare di ciascuno. È a suo carico vegliare sugli effetti interni all impresa e provocarne l elaborazione 3. Il più-uno, oltre a impegnarsi nel proprio lavoro singolare, svolge una funzione logica anti-colla ; evita cioè che i partecipanti del gruppo, per effetto delle identificazioni, stiano così bene (incollati) da rimanere sempre gli stessi; mantiene aperto l insieme, sostenendo il lavoro di ciascuno. In francese è possibile a tal proposito un gioco di parole: colla (colle), incollarsi (se coller), scollarsi (se de-coller), quando ci si s-colla (on se de-colle) si può fare scuola (d'école). Il Più uno, il quinto che si aggiunge, ricorda al gruppo che non sono un tutto, che qualcosa manca. A proposito del numero dei partecipanti al Cartel, Lacan fa l'esempio dello sgabello riportato nel seminario III Le psicosi, in cui dice: Non tutti gli sgabelli hanno quattro piedi. Ce ne sono che stanno in piedi con tre. Ma in questo caso non deve venirne meno nemmeno uno, altrimenti le cose si mettono male 4. Secondo prescrizioni di Lacan, la durata di un Cartel non deve superare i due anni per permettere la permutazione; i partecipanti, detti Cartellanti o Cartellizzanti, possono scegliere di far parte di altri Cartel. Questo permette di evitare l'inerzia che si viene a creare nei gruppi di lavoro a lungo termine, che ostacolerebbe la creazione di un sapere nuovo per il soggetto. Se i membri di un gruppo rimangono molto legati gli uni agli altri, la naturale conseguenza è che si contrapporranno a un altro gruppo, perdendo di vista il motivo della loro originaria riunione, distraendosi dagli obiettivi di lavoro, che nel caso della scuola in cui è stato inserito il Cartel come dispositivo di elaborazione del sapere sarebbe il progresso della psicanalisi. Al Cartel possono aderire sia coloro che svolgono attività di psicoanalisti sia coloro che vogliono avvicinarsi alla materia e studiarla in un gruppo; ciascuno vi partecipa a partire dal proprio interrogativo, nella sua singolarità ma non in solitudine, in quanto il prodotto del lavoro di ciascuno nel Cartel è rivolto alla Scuola. 1 J. Lacan, La psichiatria inglese e la guerra, in La psicoanalisi n 4, Astrolabio, Roma J.A. Miller, Il Cartello nel mondo, Seminario dell 11 marzo 1980, D écolage. 4 J. Lacan, Il seminario libro III, Le psicosi, Einaudi, Torino, 2010, p. 232

4 Alla costituzione del Cartel ciascuno sceglie un argomento di lavoro di ricerca individuale che può essere affrontato attraverso la lettura di un testo, l'elaborazione di un caso, l'interesse del legame della psicoanalisi con altri campi, e così via. All'argomento scelto da ogni partecipante si aggiunge un tema comune che diventa il titolo del Cartel, il tema di lavoro sotto cui il Cartel potrà dichiararsi alla Scuola. Per questa operazione c'è un documento ( Modulo di Dichiarazione di Cartel ) in cui vengono inseriti i nomi dei Cartellanti e gli argomenti scelti da ognuno, con una breve spiegazione e il tema comune, che viene inviato alla Scuola. I Cartel aperti di tutto il mondo sono riportati in un catalogo dei Cartel tenuto dall'internazionale dei Forum, Scuola di psicoanalisi dei Forum del Campo Lacaniano. Gli incontri del gruppo Cartel si tengono secondo un calendario deciso tra i membri. L'elaborazione di ognuno del lavoro nel gruppo può essere uno scritto, anche solo una traccia, che è ciò che il Cartel offre alla Scuola. In giornate di incontro, dette di Intercartel, vengono presentate le elaborazioni di ciascun partecipante, che si lascia interrogare dall'uditorio. L'interpunzione segnata dagli Intercartel è anche un'occasione perchè ci si chieda a che punto si è con il desiderio di Scuola. Nella Scuola di Lacan riveste una particolare importanza un certo tipo di Cartel: alla fine dell'analisi Lacan ha previsto un dispositivo originale di verifica della posizione soggettiva dell analizzato e di trasmissione alla Scuola di quanto egli ha appreso come sapere inconscio; questo dispositivo, che non è obbligatorio, si chiama passe ed è costituito in un Cartel, il Cartel della passe. In quest'ultimo un analizzante, chiamato passant, parla della propria esperienza analitica ad altri due colleghi, chiamati passeurs, scelti per mezzo del sorteggio in un elenco preparato dalla segreteria della passe. I passeurs riferiscono della passe del passant a un Cartel composto da una commissione specifica, nominata per permutazione tra analisti e altri passeurs, la quale stabilisce l esito della verifica richiesta. Se l'esito è favorevole, il passant viene nominato AE (analyste de l Ecole) per tre anni, lasso di tempo in cui si occuperà di trasmettere alla Scuola gli insegnamenti sul sapere prodotto a partire dalla propria analisi personale. 5 La passe è la modalità della Scuola per mettere a disposizione degli altri il nucleo più profondo dell elaborazione di una analisi personale, e il nuovo sapere elaborato da un lavoro così esclusivo contribuisce al bene comune. Questo è uno dei modi di intendere il transfert di lavoro. Cos'è il transfert di lavoro, che è la chiave della costituzione di un Cartel e del fare Scuola? Transfert è una nozione chiave per la psicoanalisi, e nella teorizzazione di Lacan ha dell'affascinante poiché lo considera enigmatico come l'amore. Freud stesso definiva il transfert analitico come amore di transfert. Basta pensare al rapporto medico-paziente del caso dell'isterica che ha fondato la psicoanalisi: il dott. Breuer dovette farsi sostituire dal giovane Freud nella conduzione della cura della sua paziente con una diagnosi di isteria, Anna O., per non aver riconosciuto un effetto di transfert amoroso (che solo in seguito Freud teorizzò). L'ottavo seminario di Lacan, Le Transfert, è un seminario sull'amore come presupposto all'avvio di un rapporto analitico. La questione è non fermarsi sul piano puramente fenomenologico dell'esperienza amorosa in atto nel transfert, ma di indagarne la natura, la logica che lo struttura. Lacan si rifà a un testo classico per tentare di spiegare la natura del transfert analitico: il testo a cui si riferisce è "Il Simposio" di Platone, considerando i vari discorsi che si susseguono nel testo come 5 A. Di Ciaccia, La formazione psicoanalitica nella Scuola di Lacan, Rivista di Psicologia Clinica, n

5 una serie di sedute analitiche, fino all'irruzione di Alcibiade il cui discorso verte sul suo amore per Socrate. Socrate, nel dialogo platonico, viene ricondotto da Lacan alla funzione dell'analista. Egli è per Alcibiade l'oggetto che causa il desiderio, non in quanto persona reale ma in quanto supposta incarnazione dell'oggetto prezioso di Alcibiade, colui che contiene l'agalma (oggetto enigmatico del desiderio). E' sulla scia di questo desiderio di qualcosa che manca che si inserisce il transfert di lavoro che dà vita a un Cartel. La Scuola non è un elenco asettico di iscritti, si fa domanda di scuola perché vi è sotto un desiderio, fino a produrre un transfert di lavoro: da una richiesta di appartenenza a una domanda di trasformazione con un sapere. La Scuola di Lacan con i suoi strumenti di lavoro, il Cartel e il Cartel della passe, caratterizzano un passaggio per l'allievo che sceglie di essere attivo nella Scuola con il suo desiderio di sapere, rispetto alla passività che può comportare un sapere dispensato come quello universitario. Nel 1980, per volere dello stesso Lacan, la Scuola freudiana di Parigi viene dissolta. Si trattava di una crisi della Scuola, che non produceva più l'effetto per cui era stata fondata: in essa venivano posti ostacoli allo sviluppo della psicoanalisi. Nel gennaio dell'anno successivo (1981) viene fondata da allievi di Lacan, e da lui riconosciuta, la Scuola della Causa Freudiana.

6 BIBLIOGRAFIA - J. Adam, L'operazione Cartello, Rivista Intersezioni del Campo lacaniano n 4 FCL in Italia, Roma 11/ A. Barbui Un Cartello in - A. Di Ciaccia, La formazione psicoanalitica nella Scuola di Lacan, Rivista di Psicologia Clinica, n S. freud, Psicologia delle masse e analisi dell'io, Biblioteca Bollati Boringhieri, S. Freud Il problema dell analisi condotta da non medici, 1926 in Opere,vol. 10, Bollati Boringhieri, (1978), Torino - J.A. Miller, Il Cartello nel mondo, in omapublicacion=7&intarticulo=293&intidiomaarticulo=7 - J Lacan, Il seminario libro III, Le psicosi, Einaudi, Torino, J. Lacan, Il seminario libro VIII, Le Transfert, Einaudi, Torino, J. Lacan Atto di fondazione della Scuola Freudiana di Parigi 1964 pubblicato in Autres écrits (Éditions du Seuil, Paris 2001) - J. Lacan, La psichiatria inglese e la guerra, in La psicoanalisi n 4, Astrolabio, Roma J. Lacan, D Écolage, 11 marzo S. Aparicio Nota sul Cartello Rivista Intersezioni del Campo lacaniano n 6 -FCL in Italia, 05/2012

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