RIFORMA DEL TERZO SETTORE BREVE EXCURSUS DEI CONTENUTI E DEGLI OBIETTIVI
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1 RIFORMA DEL TERZO SETTORE BREVE EXCURSUS DEI CONTENUTI E DEGLI OBIETTIVI
2 IL TERZO SETTORE NELL ATTUALE CONTESTO NORMATVO La disciplina dei soggetti del Terzo Settore è principalmente contenuta nel libro I, Titolo II del Codice civile agli art. 14 e ss.: Artt. 14 e ss. associazioni e fondazioni dotate di personalità giuridica Artt. 36 e ss. associazioni non riconosciute e comitati
3 - Discipline specifiche per talune tipologie di associazioni: ONG legge n. 49/1987 ODV legge n. 266/1991 Cooperative sociali legge n. 381/1991 ONLUS D.Lgs n. 460/1997 APS legge n. 383/2000 Imprese sociali D.Lgs n. 155/2006
4 - Regolamentazione dei rapporti tra Terzo Settore e amministrazioni pubbliche: Legge 328/2000 o legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali Legge costituzionale n. 3/2001 di modifica dell Art. 118 della Costituzione o principio di sussidiarietà
5 INIZIATIVA DEL GOVERNO PER LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE 12 aprile 2014 Renzi annuncia proposta di riforma del Terzo Settore 12 maggio 2014 Il Consiglio dei Ministri rende pubbliche le Linee Guida Il Governo intende intervenire con l adozione di un DISEGNO DI LEGGE DELEGA
6 LA LEGGE DELEGA Atto che conferisce al Governo la potestà di adottare decreti aventi valore di legge in cui vengono esposti sommariamente i principi attraverso i quali successivamente il Governo emanerà tutta una serie di provvedimenti per regolare una determinata materia (Decreti Legislativi) Il testo viene esaminato e approvato dalle due Camere che espressamente conferisce al Governo la delega e definisce la durata e l ambito materiale della potestà delegata
7 - DECRETO LEGISLATIVO (O LEGGE DELEGATA) Atto successivo e collegato con cui il Governo, esercitando tale potere predefinito, assolve il proprio compito, che assume appunto la forma del suo tipico strumento operativo: il decreto emanato dal Presidente della Repubblica in seguito ad una delibera del Consiglio dei Ministri E dotato della stessa efficacia della legge del Parlamento
8 ITER NORMATIVO 12 maggio 2014 avviata la consultazione pubblica della durata di un mese 13 giugno 2014 scadono i termini della consultazione pubblica 10 luglio 2014 il Consiglio dei Ministri approva il Disegno di Legge 22 agosto 2014 il testo viene presentato alla Camera (A.C. 2617) 1 ottobre 2014 inizia il dibattito comprendente un ciclo di audizioni 15 gennaio 2015 avviato l esame e la discussione in Commissione XII Affari Sociali della Camera o Il DDL subisce diverse correzioni, tanto da dare origine ad un nuovo testo che viene reinviato alle altre Commissioni della Camera per il loro parere ed eventuali ulteriori correzioni, giungendo infine al testo approvato dalla Commissione (A.C A)
9 1 aprile 2015 il testo viene presentato all Assemblea della Camera o presentati gli emendamenti dell'assemblea, si avvia il loro esame e discussione. Anche in questa sede vengono approvati emendamenti che modificano il testo proposto dalla Commissione 9 aprile 2015 approvazione da parte della Camera del testo finale del DDL, che viene trasmesso al Senato (A.S. 1870) 20 aprile 2015 il DDL A.S viene assegnato alla Commissione I Affari Costituzionali Attualmente il testo è ancora in discussione in Senato Successivamente all approvazione del Senato, il testo tornerà alla Camera per l approvazione definitiva, con successiva entrata in vigore e attuazione
10 IL TESTO DEL DISEGNO DI LEGGE IN DISCUSSIONE AL SENATO Art. 1 (finalità e oggetto) Delega al Governo ad adottare entro 12 mesi dall entrata in vigore della presente legge, decreti legislativi in materia di disciplina del Terzo Settore
11 Definizione di Terzo Settore: <<Per Terzo Settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività d interesse generale anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale nonché attraverso forme di mutualità. Non fanno parte del Terzo settore le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati e le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche>>
12 Principi e criteri direttivi cui devono conformarsi i decreti legislativi: revisione del titolo II del libro primo del codice civile in tema di associazioni, fondazioni e altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro, riconosciute come persone giuridiche e non riconosciute riordino e revisione organica leggi, sostanziali e tributarie sul Terzo Settore, e redazione di un Codice del Terzo Settore revisione della disciplina in materia di impresa sociale revisione in materia di servizio civile nazionale
13 Art. 2 (Princìpi e criteri direttivi generali) Riconoscere, garantire, favorire l associazionismo e l imprenditorialità degli enti del terzo settore, assicurare la loro autonomia statutaria, semplificare la normativa vigente, garantendone coerenza giuridica, logica e sistematica
14 Art. 3 (Revisione del titolo II del libro primo del codice civile) rivedere e semplificare il procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica prevedere obblighi di trasparenza, informazione, anche attraverso forme di pubblicità dei bilanci e degli atti fondamentali degli enti disciplinare il regime di responsabilità limitata degli enti e degli amministratori assicurare il rispetto dei diritti degli associati e delle prerogative dell assemblea, limitando l utilizzo delle deleghe estendere ad associazioni e fondazioni che esercitano stabilmente e prevalentemente attività d impresa l applicabilità delle norme previste dai Titoli V e VI del Libro quinto del codice civile in materia di impresa, in quanto compatibili
15 Art. 4 (Riordino e revisione della disciplina del Terzo Settore e codice del Terzo Settore) Il Codice del Terzo Settore da adottarsi con i successivi decreti legislativi dovrà attenersi ai seguenti principi e criteri direttivi: stabilire disposizioni generali e comuni nel rispetto della specialità degli enti individuare le attività solidaristiche e di interesse generale definire le forme di Governance secondo principi di democrazia, eguaglianza, pari opportunità, partecipazione, efficacia, efficienza, trasparenza, correttezza, economicità, tenendo conto delle differenze e peculiarità dei vari enti
16 prevedere il divieto assoluto di distribuzione, diretta ed indiretta, di utili (salvo quanto previsto per l impresa sociale) definire i criteri e vincoli di strumentalità dell attività di impresa eventualmente esercitata, prevedendo un regime di contabilità separata disciplinare obblighi di controllo interno, rendicontazione, trasparenza, informazione, differenziati a seconda della dimensione economica dell attività svolta e dell impiego di risorse pubbliche individuare modalità e criteri di verifica periodica dell attività svolta e delle finalità perseguite semplificare il sistema di registrazione prevedendo un registro unico degli enti del Terzo Settore, obbligatorio per chi si avvale di finanziamenti, fondi, convenzioni
17 valorizzare il ruolo degli enti nella programmazione, a livello territoriale, relativa al sistema integrato di intervento e servizi socio-assistenziali, nonchè di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale favorire la loro aggregazione anche per finalità rappresentative presso i soggetti istituzionali
18 Art. 5 (Attività di volontariato, di promozione sociale e mutuo soccorso) Il riordino e la revisione della disciplina vigente in materia di attività di volontariato, di promozione sociale e di mutuo soccorso avverrà con i successivi decreti legislativi nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: armonizzazione e coordinamento delle discipline in materia di volontariato e di promozione sociale, valorizzando il principio di gratuità, democraticità e partecipazione e riconoscendo le specificità e le tutele dello status di volontario all interno degli enti del Terzo Settore
19 promuovere la cultura del volontariato, in particolare tra i giovani, anche attraverso iniziative da svolgere nella scuola valorizzare le esperienze di volontariato, coinvolgendo le ODV in attività di promozione e sensibilizzazione, nonchè riconoscendo le competenze acquisite dai volontari in ambito scolastico e lavorativo riconoscere e valorizzare (e controllare) reti associative di secondo livello, intese quale associazioni tra enti del Terzo Settore revisionare il sistema dei CSV revisionare il sistema degli Osservatori nazionali prevedere un regime transitorio per le società di mutuo soccorso che intendano trasformarsi in associazioni senza fini di lucro
20 - I CSV nel progetto di riforma (Art. 5, comma 1, lett. e) Per la revisione dei CSV si prevede che: siano promossi dalle ODV per fornire servizi a tutti gli enti del Terzo Settore e sostegno di iniziative territoriali solidali si costituiscano in una delle forme previste per gli enti del Terzo Settore, acquisendo la personalità giuridica siano stabilmente finanziati con programmazione triennale attraverso le risorse ex art. 15, L. 266/91 (più eventuali altre risorse con contabilità separata) siano soggetti al controllo delle attività e della gestione da parte di organismi regionali e nazionali (con costi non a carico fondi ex art. 15)
21 Art. 6 (Impresa sociale) La revisione della disciplina in materia di impresa sociale avverrà con i successivi decreti legislativi nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: qualificazione come impresa privata con finalità di interesse generale, con obiettivo primario la realizzazione di impatti sociali positivi ampliamento dei settori di attività (commercio equo solidale, inserimento lavoratori svantaggiati, housing sociale, microcredito, ecc.)
22 acquisizione di diritto della qualifica di imprese sociali da parte delle cooperative sociali e dei loro consorzi limiti alla distribuzione di utili per remunerazione capitale sociale limiti alla remunerazione di amministratori e dipendenti ridefinizione della categoria lavoratori svantaggiati possibilità per imprese private e PA di assumere cariche sociali coordinamento della disciplina dell impresa sociale con il regime delle attività d impresa svolte dalle Onlus controlli interni
23 Art. 7 (vigilanza, monitoraggio e controllo) Funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo sugli enti del Terzo Settore affidate al Ministero lavoro Previsione di forme di autocontrollo (anche in convezione con i CSV) Predisposizione di Linee guida sulla redazione del bilancio sociale e dei sistemi di valutazione dell impatto sociale
24 Art. 8 (Servizio civile universale) La revisione della disciplina in materia di servizio civile nazionale avverrà con i successivi decreti legislativi nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: istituzione servizio civile nazionale programmazione triennale del contingente definizione dello status giuridico del giovane ammesso al servizio civile nazionale ed instaurazione di un rapporto con lo Stato (non assimilabile al rapporto di lavoro) non soggetto ad imposizione tributaria coinvolgimento degli enti territoriale e degli enti pubblici e privati senza scopo di lucro nella programmazione e organizzazione
25 previsione di criteri e modalità di accreditamento degli enti previsione di criteri e modalità di semplificazione e trasparenza nelle procedure di gestione e valutazione delle attività svolte dagli enti limite di durata (non inferiore a 8 mesi e non superiore ad un anno) riconoscimento e valorizzazione delle esperienze acquisite nei percorsi di istruzione ed in ambito lavorativo
26 Art. 9 (Misure fiscali e di sostegno economico) Con i decreti legislativi i provvederà a disciplinare le misure agevolative e di sostegno economico per gli enti del terzo settore anche mediante il riordino della disciplina tributaria e fiscale secondo i seguenti principi e criteri direttivi: definizione di ente non commerciale ai fini fiscali con introduzione di un regime tributario di vantaggio razionalizzazione e semplificazione del regime di deducibilità e detraibilità delle erogazioni liberali riforma strutturale dell istituto del 5x1000 obblighi di pubblicità per gli enti beneficiari del 5x1000
27 razionalizzazione del regime fiscale per gli enti del Terzo Settore per le imprese sociali possibilità di accedere a forme di raccolta di capitali di rischio tramite portali telematici e introduzione di misure agevolative per favorire gli investimenti di capitale istituzione di un fondo destinato a finanziare gli investimenti degli enti del Terzo Settore a condizioni agevolate meccanismi volti alla diffusione di titoli di solidarietà promozione dell assegnazione in favore degli enti del Terzo Settore, anche associati tra loro, degli immobili pubblici inutilizzati o confiscati agevolazioni per il trasferimento di beni patrimoniali agli enti del Terzo Settore revisione della disciplina delle Onlus, meglio definendo le attività istituzionali
28 Art. 10 (Disposizioni finanziarie e finali) Individuazione delle risorse Art. 11 (Relazione alle Camere) Relazione annuale da parte del Ministero del Lavoro alle Camere sugli esiti delle attività di vigilanza, monitoraggio e controllo
29 CONCLUSIONI Il testo attuale della delega è molto ampio, più o meno una delega in bianco Quindi risulterà decisivo il successivo intervento del Governo nell adozione dei decreti legislativi Tuttavia è importante prestare attenzione ai princìpi ed ai criteri direttivi che saranno contenuti nella legge delega in fase di adozione da parte del Parlamento e che dovranno poi essere rispettati nell attuazione della delega Infatti, ciò che sarà scritto nel DDL costituirà riferimento obbligato
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