FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI E CAMBIAMENTI CLIMATICI

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1 FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI E CAMBIAMENTI CLIMATICI 1. Contesto energetico a livello comunitario La crescente attenzione verso le fonti rinnovabili è rilevabile nei provvedimenti e nelle azioni della Commissione Europea, come anche del Governo italiano, dall emanazione delle leggi quadro del 1991 alla predisposizione di un Libro Bianco Nazionale sulle Fonti Rinnovabili di Energia che sarà disponibile entro novembre Nel "Libro Verde" della Commissione Europea, pubblicato nel 1996, si definivano gli obiettivi e le linee di azione per aumentare il contributo delle fonti rinnovabili al soddisfacimento di energia primaria dell U.E. entro il 2010, con l obiettivo di raddoppiare il livello attuale di uso di fonti rinnovabili (dal 6% al 12%). Questi obiettivi sono stati successivamente confermati e sostenuti all interno degli Stati membri da provvedimenti legislativi. Dopo un ampia consultazione con le diverse istituzione degli Stati Membri, la Commissione Europea ha adottato nel 1997 il "Libro Bianco per una strategia e un piano d azione della Comunità" - Com (97) def. del 26/11/97 - che ribadisce le necessità del raddoppio entro il 2010 del contributo delle fonti rinnovabili (da 74,3 Mtep a 182 Mtep) e definisce un nuovo piano di azioni per favorire l utilizzazione delle energie pulite. Una strategia "globale", quella prevista nel documento programmatico, che non prevede una nuova linea di bilancio, bensì l utilizzo al meglio di risorse economiche e strumenti contenuti in programmi già esistenti come il Thermie e il Joule o ancora i piani di sviluppo regionali e i fondi strutturali. La spesa prevista di 95 miliardi di ECU, per realizzare la strategia ed il Piano di azione, dovrà essere sostenuta in gran parte da operatori pubblici e privati, mentre l impegno finanziario dell Unione Europea sarà ridotto alla fase di decollo dell iniziativa. La campagna di avvio e penetrazione delle energie rinnovabili si riferisce ad alcuni progetti speciali, quali l installazione di di sistemi fotovoltaici, la creazione di parchi eolici per complessivi MW, la realizzazione di sistemi integrati per utenze locali, ecc. 2. Dibattito nazionale sullo sviluppo delle fonti rinnovabili In Italia il dibattito sulla penetrazione e l incremento delle fonti rinnovabili si è concretizzato recentemente in alcune azioni di rilevo nazionale finalizzate all individuazione di strategie di intervento in attuazione alle determinazioni assunte alla Conferenza di Kyoto. Al Convegno nazionale sulle fonti rinnovabili, che si è tenuto a Napoli il 4 e 5 giugno 1998, che ha visto il confronto tra operatori istituzionali, sociali e del mercato, il Governo e le Regioni hanno indicato gli indirizzi di fondo per il perseguimento di una politica razionale delle fonti energetiche pulite. Successivamente, il 15 luglio 1998, è uscito il "Libro Verde" sulle fonti rinnovabili di energia, realizzato da ENEA, Ministero dell Industria, del Commercio e dell Artigianato, Ministero dell Ambiente, Ministero dell Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, che si presenta come un documento istruttorio al Libro Bianco nazionale finalizzato a rispondere alle raccomandazioni dell Unione Europea nel settore e a delineare alcune prime proposte, che riguardano sia il medio (2010) che il lungo periodo (il dopo 2010). In particolare il Libro Verde propone: l istituzione, su iniziativa del Governo, di una sede per il coordinamento e confronto permanente tra operatori pubblici e organismi preposti alla ricerca, alla diffusione e alla promozione dell industria nazionale, che favorisca la costituzione di un efficace ed integrato sistema nazionale di settore; l organizzazione di strutture tecniche di supporto ai diversi livelli pubblici di competenza (Stato, Regioni, Enti Locali) in modo da rendere efficace ed efficiente l espletamento delle competenze previste dalla L.59/97 e dal decreto legislativo 112/98, e concretizzare il principio di sussidiarietà; il potenziamento ed il coordinamento del ruolo delle Agenzie per l energia, a livello regionale e di Enti Locali, quali soggetti promotori della diffusione delle fonti rinnovabili, anche attraverso attività di aggregazione della domanda e organizzazione dell offerta; la promozione di iniziative per la creazione di una cultura delle fonti rinnovabili e, in generale, di una più equilibrata coscienza energetico-ambientale, a livello politico e di Amministrazioni locali e cittadini; la razionalizzazione ed il potenziamento degli sforzi di ricerca, in particolare per il fotovoltaico e le biomasse, anche mediante l inserimento di specifici progetti strategici sulle fonti rinnovabili nel Programma Nazione per la Ricerca; il potenziamento del ruolo dell ENEA e l integrazione con le competenze disponibili presso il CNR, le Università, gli istituti di ricerca, ecc.;

2 il lancio di alcuni progetti strategici mirati alla diffusione della cultura delle fonti rinnovabili e, soprattutto, all organizzazione e razionalizzazione di ampi progetti di ricerca e sviluppo tecnologico; la predisposizione di provvedimenti sostitutivi del CIP 6/92 essenzialmente basati sulle conclusioni della Commissione Carpi, per l incentivazione della produzione di elettricità da rinnovabili; l elaborazione di una posizione nazionale presso l Unione Europea, soprattutto ai fini dell inclusione di tutte le colture non alimentari nella PAC e della valorizzazione energetica degli scarti agricoli; il coinvolgimento organico delle strutture nazionali operanti sulla certificazione e la redazione di norme tecniche; l attivazione di programmi ed iniziative per sostenere la fase di avvio del processo di penetrazione sul mercato, e tra essi, gli accordi volontari per creare condizioni affinchè le norme giuridiche siano più adeguatamente osservate o sopperire ad eventuali carenze delle norme stesse. Il "Libro Bianco Nazionale sulle Fonti Rinnovabili di Energia" assumerà il 2010 come orizzonte temporale per la definizione degli impegni nazionali, sulla base di quanto indicato del Libro Bianco comunitario e degli impegni sottoscritti a Kyoto. In termini energetici, l obiettivo delle strategie e delle azioni che saranno definite nel Libro Bianco è di conseguire, appunto al 2010, il raddoppio del contributo delle fonti rinnovabili al soddisfacimento del fabbisogno nazionale, tenuto conto del potenziale sfruttabile e del sufficiente livello di maturità acquisito da diverse delle tecnologie di conversione. Infine nel novembre 98 si è tenuta a Roma la "Conferenza Nazionale Energia e Ambiente" organizzata dall ENEA, su incarico del Ministero dell Industria, del Commercio e dell Artigianato, di concerto con il Ministero dell Ambiente e il Ministero dell Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, con lo scopo di elaborare elementi di valutazione e di indirizzo sulle politiche energetiche, da sottoporre al Governo centrale, ai Governi locali e alle forze sociali ed economiche. Gli obiettivi della Conferenza sono: definire un "patto volontario" tra Governo, forze produttive e parti sociali, come per il patto sull occupazione, che riconosca l importanza della disponibilità di energia per lo sviluppo nel massimo rispetto per i valori ambientali e ispirato al principio della sostenibilità; mettere in risalto il significato dei cambiamenti intervenuti, le loro ripercussioni sugli strumenti di politica energetica ed ambientale, e le mutate priorità che ne derivano nell azione di governo; dare voce ad una molteplicità di attori in campo energetico ed ambientale, molti dei quali stanno emergendo oggi, ed ai consumatori finali; fornire al Governo centrale, ai governi locali e agli imprenditori elementi di valutazione e di indirizzo, anche attraverso la produzione di un rapporto su energia e ambiente in Italia destinato ad essere aggiornato periodicamente; stimolare nuove iniziative pubbliche e private, ed intrecciare nuovi accordi tra tutti i protagonisti della conferenza. L idea della Conferenza è stata, pertanto, quella di un prima anello di un processo di confronto tra i soggetti istituzionali e non, chiamati a confrontarsi sui temi dell energia, dell ambiente e delle nuove tecnologie. Durante la Conferenza è stato firmato il "Patto per l Energia e l Ambiente", sottoscritto dalle istituzioni, dalle forze economiche e sociali, dall associazionismo ambientalista e dei consumatori, con l obiettivo di raggiungere gli obiettivi in materia di politica energetica e di riduzione delle emissioni di CO2 ed equivalenti, coerentemente con gli impegno sottoscritti nel protocollo di Kyoto. Per quanto riguarda l aggiornamento del provvedimento legislativo Cip/92, è stato istituto il 20 marzo 1998, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, un Gruppo di Lavoro interministeriale per l attuazione del Protocollo di Kyoto, che ha redatto il documento "Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra". Sulla base di questo documento, il CIPE ha in corso di elaborazione una proposta di delibera con la quale individua in dettaglio gli obiettivi di riduzione delle emissioni, di seguito indicati: anno \6 MTCO2 equ. (-0.3\0.4%) anno \25 MTCO2 equ. (-1.2\1.6%) anno \62 MTCO2 equ. (-3.2\3.5%) anno 2008/12 100\105 MTCO2 equ. (-6.4\6.7%) La proposta di delibera prevede, da parte delle Amministrazioni competenti, alcune azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi sopraesposti: programma per l informazione sui cambiamenti climatici; programma per la ricerca sul clima; programma per la valorizzazione delle biomasse agricole e forestali; programma per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili;

3 norme relative alla regolamentazione delle emissioni derivanti dalla combustione delle biomasse a fini energetici, all impiego obbligatorio del biodiesel, in miscela al 20% con gasolio, negli autoveicoli destinati al trasporto pubblico, all impiego del biodiesel, da miscelare obbligatoriamente al 5% nel gasolio distribuito in Italia, all impiego di bioetanolo, ai fini della produzione di ETBE da miscelare obbligatoriamente al 10% nelle benzine distribuite in Italia, all impiego obbligatorio del biodiesel, in miscela al 20% con Gasolio, per i carburanti per la nautica da diporto; individuazione delle centrali termoelettriche da sostituire con impianti più efficienti a ciclo combinato a gas naturale e relative procedure semplificate di autorizzazione; standards e linee guida per l uso di dispositivi energetici più efficienti e dei consumi per il riscaldamento ed il condizionamento, nel settore dell edilizia civile, sia pubblica che privata; standards e linee guida per la riduzione di consumi energetici nei settori industriali; norme relative alle riduzione di emissioni di anidride carbonica nel settore dei trasporti; norme relative alle riduzioni di emissioni nei settori non energetici; progetti da sviluppare nell ambito dei programmi e dei meccanismi previsti dal Protocollo di Kyoto "Joint Implementation" e " Clean Development Mechanism"; programma per il commercio dei permessi di emissione nell ambito del meccanismo "Emissions Trading" adottato dal Protocollo di Kyoto. La proposta di delibera prevede, inoltre, l istituzione di un "Fondo nazionale per le energie rinnovabili e la protezione del clima", dotato di 800 miliardi di lire per l anno 1999 e miliardi di lire per il 2000 e 2001, finanziato preferibilmente con le entrate derivanti dall applicazione di misure fiscali gravanti sulle fonti di emissione di gas serra. 3. Stato di attuazione Le azioni legislative promosse negli ultimi anni dal Governo italiano, dalle leggi 9/91 e 10/91 al provvedimento Cip 6/92, fino alla "Seconda Comunicazione Nazionale alla Convenzione sui Cambiamenti Climatici" che è stata formalizzata nella delibera del CIPE del 3 dicembre 1997 di approvazione delle linee generali di tale comunicazione, indicano una crescente attenzione alle fonti rinnovabili che però non ha trovato un riscontro di rilievo nelle politiche attive di intervento sul territorio. Di particolare importanza è l Accordo di programma per la realizzazione delle iniziative sulle fonti rinnovabili incluse nelle prime sei graduatorie del provvedimento Cip/92, che prevede la spesa di circa miliardi di lire, da qui al 2001, per la realizzazione di MW di energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili e di altri MW ottenuti da fonti assimilabili. La sigla nel 98 del primo Accordo sul "Pacchetto Eolico" riguarda specificatamente l installazione di 80 centrali eoliche, soprattutto nel Mezzogiorno, e prevede l impegno di occupati in fase di cantiere e almeno posti di lavoro stabile quando saranno a regime i nuovi impianti. In realtà, con la sospensione del Cip 6 del 1992 (che resta in vigore solo per le prime sei graduatorie) il provvedimento di incentivazione finanziaria alla produzione di energia dalle fonti rinnovabili ed assimilate, torna in campo con forza il dibattito sul ruolo da assegnare alle energie pulite nel prossimo futuro, che avverrà a breve con l aggiornamento del provvedimento legislativo del 92 sopracitato, e sulla disincentivazione dei processi\prodotti energivori ed inquinanti. In questo quadro si colloca la proposta di inserire nella Finanziaria del 99 una "carbon tax" che colpisca i processi produttivi particolarmente inquinanti ed incentivi per la rottamazione di frigoriferi ed elettrodomestici finalizzati a diffondere prodotti con un più alto tasso di risparmio energetico. Allo stato attuale la carenza legislativa, con la sospensione del Cip 6/92 e la mancata attuazione delle leggi quadro, non ha incentivato le Amministrazioni locali ad emanare provvedimenti di loro competenza in materia di normative tecniche e giuridiche atte a favorire l uso delle fonti rinnovabili. Inoltre mancano i Piani regionali energetici che dovrebbero definire le aree di sviluppo e i possibili incentivi previsti a livello locale, mancano i piani comunali, i regolamenti e in genere tutto quanto a livello decentrato dovrebbe essere fatto per una maggiore diffusione delle energie pulite. Anche le aziende energetiche municipali finora non hanno dato alcuna particolare attenzione al problema dell uso più esteso delle fonti energetiche rinnovabili, che rimangono così legate solo agli incentivi finora regolamentati con il provvedimento Cip 6/92. Con l attuazione del decentramento amministrativo avviato dalla Bassanini (L.59/97 e D.Leg.112/98) si sta procedendo una "redistribuzione" delle competenze tra Stato, Regioni ed Enti Locali, in applicazione del principio di sussidiarietà. Peraltro, lo stesso decreto legislativo 112/98 delega anche numerosi adempimenti della legge 10/91 alle Regioni, che assumeranno sempre più funzioni di programmazione e controllo delle politiche energetiche nel

4 territorio regionale (una sorta una "cabina di regia"), mentre le Province e gli altri Enti Locali provvederanno alla gestione e alle fasi più strettamente attuative, e all Amministrazione centrale rimarranno solo le funzioni strategiche di carattere nazionale. 4. Sviluppo e potenzialità delle fonti rinnovabili L Italia è caratterizzata da una forte dipendenza energetica dall estero (superiore all 80%). Adottando le convenzioni nazionali, nel 1996 si è registrato un consumo interno lordo pari a 172,8 Mtep, ed il contributo delle fonti rinnovabili nello stesso anno è stato pari al 7,37%, dovuto essenzialmente all idroelettrico, alla produzione di elettricità da geotermia e all uso convenzionale di biomasse, mentre è stato estremamente modesto l apporto delle altre fonti energetiche. Allo stato attuale il potenziale ancora non utilizzato sembra considerevole: seppure non sia disponibile una stima precisa per ciascuna fonte, si valuta che il potenziale energetico sfruttabile dell eolico sia di qualche Mtep e quello delle biomasse qualche decina di Mtep, mentre per l energia solare il giacimento è considerato ancora più significativo. Interessanti sembrano essere anche gli ulteriori margini di sfruttamento di energia idroelettrica, geotermia per applicazioni termiche e impiego del contenuto energetico dei rifiuti. In realtà manca in Italia un accurato studio delle "riserve" di energia rinnovabile, che consenta di definire via via, in relazione allo stato dell arte delle tecnologie, le riserve effettivamente sfruttabili. Attualmente sono in corso o in programma un significativo numero di iniziative per la realizzazione di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili (vedi tabella), attivate grazie alle sei graduatorie del provvedimento CIP 6/92 per le quali saranno a breve resi disponibili circa MW di fonti rinnovabili, di cui circa dell ENEL e di terzi produttori. Tabella Iniziative per la realizzazione di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili (CIP 6/92) TIPOLOGIA IMPIANTI IN MW DI CUI ULTIMATI AL 31/12/97 Eolico 740 MW 80 MW Idroelettrico MW 644 MW Geotermia 548 MW 300 MW Rifiuti 668 MW 43 MW Biomasse 509 MW 75 MW TOTALE MW MW Fonte: Enea, luglio 1998 Complessivamente si ritiene possibile un contributo aggiuntivo delle fonti rinnovabili, rispetto al 1996, di 11,4 Mtep, passando quindi da 12,73 Mtep attuali a 23,97 Mtep nel Gli incrementi più significativi deriveranno dalle biomasse, sia per la produzione di elettricità e calore, sia dai biocombustibili. Rilevanti potranno essere anche i maggiori apporti di geotermia, eolica, piccola idraulica e rifiuti, mentre ancora modesti potranno essere i contributi del solare termico e del fotovoltaico, sui quali conviene comunque puntare per il loro significato industriale e strategico. In particolare si prevede che: l idroelettrico >10 MW passi da 7,3 Mtep a 7,6 Mtep;

5 l idroelettrico <10 MW passi da 1,95 Mtep a 2,98 Mtep; la geotermia elettr. passi da 0,83 Mtep a 1,62 Mtep; l eolico passi da 0,007 Mtep a 1,32 Mtep; il fotovoltaico passi da 0,003 Mtep a 0,06 Mtep; la biomassa e biog. elettr. passi da 0,08 Mtep a 3,3 Mtep; il rifiuto elettr. passi da 0,053 Mtep a 0,99 Mtep; la geotermia termica passi da 0,213 Mtep a 0,40 Mtep; il solare termico passi da 0,007 Mtep a 0,2 Mtep; la biomassa termica passi da 2,15 Mtep a 3,5 Mtep; il biocombustibile passi da 0,045 Mtep a 2,0 Mtep. La sostituzione di fonti fossili con fonti rinnovabili, nella misura sopra riportata, potrebbe contribuire per circa il 15% al conseguimento della riduzione delle emissioni di gas serra previste per l Italia nell ambito del Protocollo di Kyoto. 5. Nodi problematici L incertezza legislativa sul futuro delle fonti rinnovabili, come già sottolineato, a seguito della sospensione del provvedimento Cip 6/92, resa ancora più acuta dalla mancata applicazione delle leggi 9 e 10 del 1991 che erano rivolte di incentivare l uso razionale dell energia, si è riflessa sull avvio di un effettiva penetrazione delle fonti rinnovabili, che rappresentano tuttora un segmento marginale della produzione elettrica nel nostro Paese. Si può brevemente analizzare i principali motivi che non hanno permesso alle fonti rinnovabili in questi ultimi anni di decollare nel mercato italiano: la variante economica, anche se alcune energie rinnovabili stanno diventando più competitive e la curva dei costi sta rapidamente calando. E evidente che i costi di capitale siano sensibilmente più elevati rispetto a quelli dei cicli di combustibile fossile (specialmente in questi ultimi anni con il ribasso in termini reali del prezzo del petrolio), che peraltro non tengono conto dei costi esterni ambientali e quelli relativi alla salute a carico della collettività. la variante tecnologica, nonostante i progressi ottenuti a livello tecnico per alcune fonti rinnovabili, per le quali vi sono ancora ampi margini di miglioramento dell efficienza e dell affidabilità. Un aspetto centrale è rappresentato dall intermittenza della generazione (eolico, solare termico e fotovoltaico) e dal miglioramento delle tecnologie dei sistemi di accumulo di energia. la variante ambientale, seppure non paragonabile ai cicli esistenti di combustibile fossile, in quanto le fonti rinnovabili non hanno praticamente emissioni nocive di CO2 nell atmosfera, ma necessitano in alcuni casi di gradi estensioni di territorio per la produzione di una quantità significativa di energia (fotovoltaico). A questo si aggiunga l inquinamento acustico provocato dagli impianti eolici e l impatto delle centrali idroelettriche, che a livello locale hanno spesso trovato resistenze nelle comunità residenti. Si deve rilevare, inoltre, che è mancata una campagna informativa sul potenziale di sviluppo di alcune delle fonti rinnovabili più diffuse (ad esempio biomasse e rifiuti) e sul modo di trasformarle in prodotti energetici puliti e "decentrati" con buone opportunità di posti di lavoro. Anche lo scarso apporto della formazione, che riguarda figure professionali a livello di progettisti, installatori, manutentori, ecc., che non ha trovato un valido supporto nelle strutture universitarie e nelle associazioni imprenditoriali, che hanno trascurato l organizzazione di corsi di formazione ed addestramento per avviare i giovani in questo settore. Manca, peraltro, un importante anello di collegamento tra le imprese che producono energia diffusa e le società di distribuzione dei servizi energetici (presenti negli altri paesi europei, ma poco diffuse in Italia) che dovrebbero essere in grado di aiutare il processo di diffusione delle energie rinnovabili in modo capillare nel territorio. Si deve rilevare, infine, che la liberalizzazione in atto del mercato elettrico e la trasformazione dell ENEL in società per azioni provocano, tra l altro, un progressivo disimpegno dell ente elettrico dalle attività di qualificazione degli impianti, creando un vuoto che è opportuno colmare. 6. Osservazioni conclusive Gli obiettivi del Protocollo di Kyoto comporteranno per l Italia un evoluzione dell attuale sistema energetico e delle strategie che saranno indirizzate alla preservazione dell ambiente locale e globale, alla capacità di utilizzare le risorse in modo sostenibile (dal punto di vista ambientale e sociale) e all utilizzo di tecnologie capaci di valorizzare le fonti rinnovabili.

6 L attuazione di una politica energetica sostenibile si innesta in un contesto legislativo ed istituzionale di riferimento in evoluzione (liberalizzazione e globalizzazione del mercato dell energia, processo di decentramento avviato dalla L.59/97 e dai decreti attuativi della Bassanini) ed è rafforzata da un più diffusa ed accresciuta sensibilità di istituzioni, rappresentanze ed operatori nel settore verso politiche di concertazione ed accordi volontari, che in questa fase politica particolarmente delicata, caratterizzata tra l altro dalla necessità di mettere in atto rapidamente un programma di azioni per il raggiungimento degli impegni assunti a Kyoto, può contribuire ad avviare concretamente un programma condiviso di sviluppo delle fonti rinnovabili e di miglioramento in termini di efficienza, qualità e competitività dell attuale sistema produttivo. Le azioni nazionali di riduzione delle emissioni (aumento dell efficienza del parco termoelettrico, riduzione dei consumi energetici nel settore dei trasporti e industriale\abotativo\terziario, produzione di energia da fonti rinnovabili, assorbimento delle emissioni di CO2 dalle foreste, ecc.), contenute peraltro nella proposta di delibera del CIPE, richiedono lo sviluppo di procedure di concertazione adeguate e l avvio di un percorso di informazione e comunicazione presso imprese, cittadini e consumatori. In particolare si ritiene che l utilizzo di accordi volontari possa consentire di trasformare gli obiettivi e le norme per la riduzione delle emissioni in comportamenti diffusi e condivisi. Le opportunità che si potranno cogliere da questo nuovo indirizzo di politica energetica nazionale sono riferite non solo a benefici diretti per l ambiente (diminuzione di emissioni inquinanti, minore consumo di risorse non illimitate, ecc.), ma anche allo sviluppo delle competitività e dell efficienza del sistema imprenditoriale, alla crescita di occupazione qualificata ed infine al miglioramento dei servizi e dei prodotti per l utente finale. Gli impegni assunti a Kyoto e nell ambito delle linee guida definite dall Unione Europea potranno contribuire, inoltre, alla modernizzazione del "sistema Italia", secondo criteri di efficienza energetica ed ambientale, e ad un più proficuo sviluppo della cooperazione internazionale con i Paesi in via di sviluppo e ad economie di transizione.

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