Anno III - Numero Venerdì 16 maggio 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40

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1 Anno III - Numero Venerdì 16 maggio 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Parlamento Decreto lavoro, adesso è legge a pag. 2 Economia Serrande abbassate: è l Italia dei fallimenti Musumeci a pag. 3 Esteri In Ucraina parlano ancora le armi Ceccarelli a pag. 5 LA VICENDA DEI CORSI DI FORMAZIONE TRUCCATI Il Pd sacrifica la sua pedina La Camera dice sì all arresto di Francantonio Genovese Una corsa a chi è il più giustizialista. E una parte del Pd che non accetta la gara tra Beppe Grillo e Matteo Renzi. Ma la sostanza non cambia: chi di voto palese ferisce, di voto palese perisce. I democratici abbandonano Francantonio Genovese come una pedina da sacrificare sullo scacchiere delle elezioni del 25 maggio. L aula della Camera ha detto sì alla richiesta di arresto del deputato Pd, finito coinvolto in una losca vicenda su corsi di formazione in provincia di Messina, il suo feudo elettorale, la città di cui è stato anche sindaco. I voti a favore sono stati 371, i contrari 39. E ci sono state anche tredici astensioni. Ma alla fine il sostanzioso via libera è arrivato: a firmarlo innanzitutto i gruppi parlamentari del Pd e del Movimento Cinque Stelle, ma anche Sel e Scelta Civica. Sono invece rimasti contrari Forza Italia e Nuovo Centro Destra, mentre i Popolari per l Italia hanno lasciato libertà di coscienza ai propri deputati. Il Pd non è stato però granitico. D altronde succede spesso, figuriamoci in questo caso. Un caso nel quale ha dovuto però pagare pure il contrappasso della scelta di confinare Berlusconi fuori dal Parlamento per via giudiziaria. Sei voti i deputati che hanno votato contro: Amato, Fioroni, Ginoble, Gero Grassi, Greco, Gullo. Troppo tardi. Ora che il vento giustizialista soffia forte sul Bel Paese, non possono mettersi in alcun modo al riparo dalla tempesta. Una tempesta in mezzo alla quale soffia Beppe Grillo: Li mandiamo a casa uno a uno!, promette, mentre la corrente maggioritaria del Pd rivendica la scelta del voto palese, insieme a Sel. E Renzi dice: Applichiamo la legge anche ai nostri. A maggior ragione, ci sarebbe da dirgli, viste le accuse che pendono su Genovese, nel giorno in cui la Camera ha detto sì a un decreto lavoro che nella formazione, a ben guardare, investe ulteriormente. Perché, al di là delle mosse e delle strategie elettorali, lucrare voti sulla speranza di giovani italiani di avere un posto vale quanto lucrare soldi. Robert Vignola NEL CENTRO-DESTRA NON SI SPEGNE LO SDEGNO PER IL COMPLOTTO DISEGNATO NEL LIBRO DI GEITHNER L inchiesta che manca Chiesta una commissione parlamentare sui fatti del 2011 di Bruno Rossi Domiciliari o San Vittore. Ieri l altro aveva spiegato ai suoi simpatizzanti che lo acclamavano a Roma, e in videoconferenza a Napoli, che queste sono le prospettive per lui qualora arrivassero da parte sua nuove critiche all operato di Napolitano, oltre che della magistratura. E allora occorre immaginarselo, Silvio Berlusconi, mentre raccoglie ogni freno inibitore a sua disposizione e scandisce le parole: Le mie dimissioni sono state responsabili ma non libere. Ci sono state molte pressioni. Una smentita che ha cercato di rendere il più possibile indiretta delle parole del Capo dello Stato, che dopo lunghe ore di silenzio si era trincerato dietro il lungo comunicato di mercoledì sera, nel quale l uomo del Colle ha cercato di smontare la tesi del complotto. Le parole dell ex segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, restano però lì, ad aspettare reazioni, commenti, anche smentite sdegnose. Perché solo sdegnosa può essere una smentita a quanto affermato dall uomo di Obama nel libro Stress test su quelle convulse settimane del Macché: balbettano i vertici politici di Francia e Germania (mentre qualcosa sui giornali di queste nazioni emerge), balbetta la scena politica nazionale, anche se qualche coraggioso commentatore, anche da sinistra, si chiede se il tentativo di colonizzare l Italia messo in atto, quelle pressioni, non debbano essere in qualche misura respinte. Forse, allora, ci sarà qualcuno che potrà riflettere sulle parole che lo stesso Silvio Berlusconi ha rilasciato durante l intervista a Telecamere, quando ha detto che se fosse successo a un premier di sinistra, con un capo di Stato di destra, sarebbe stata la rivoluzione. Potrà spegnersi, la miccia sul complotto? Potrà il terzo indizio, aggiunto da Geithner a quelli di Zapatero e di Friedman, non costituire una prova? Chissà. Potrebbe anche dipendere dall esito della richiesta che Forza Italia è pronta ad avanzare: È un episodio molto grave che tocca la nostra indipendenza, democrazia e sovranità nazionale. Abbiamo chiesto l istituzione di una commissione di inchiesta, speriamo che Parlamento ce la conceda. Voglio che sia fatta luce, ha avvertito Berlusconi, Chi sono gli officials nominati dal ministro Usa Timothy Geithner? Sono gli alti livelli dell eurocrazia di Bruxelles, è possibile che sia anche il presidente di Ecofin, stimolati dagli Stati che stanno dietro. E magari anche qualche italianissimo cavallo di trojka di Francesco Storace RIFLESSIONI SUGLI INCREDIBILI COMPORTAMENTI DEI DETRATTORI DEL LEADER DI FORZA ITALIA Ormai è diventato un soggetto politico. Se ci penso e lo trovo sulla scheda elettorale lo voto pure. È il destino di tutti quelli che girano attorno a Berlusconi. Del Labrador di D Alema è fregato ben poco a nessuno. Ma Dudù è invece persino al centro delle polemiche più cretine. Se decidi di schierarti al fianco di Berlusconi il minimo che ti possa capitare è sentirti augurare un destino di accompagnatore di Dudù a fare la pipì. Eppure ci porto - ahimé mi capita di rado - il mio bassotto Millo e non mi sembra una gravissima onta. Del resto, persino Pippo Baudo si è intrattenuto sul tema. Pur di restare sulla scena si è messo anche lui a concionare sul barboncino più famoso d Italia e fuori. Per costoro, Berlusconi non dovrebbe avere nessuno accanto. Appunto, nemmeno un cane. Chi abbaia su due zampe dovrebbe invece riflettere prima di dare fiato alla bocca. E magari pensare che se grazie a un animale si propongono sconti e meno Iva per chi ne ha in casa, e cure veterinarie gratuite, si aiutano milioni di famiglie a vivere meglio. Siccome lo dice Berlusconi, bisogna reagire, sbeffeggiare, denigrare. Voto Dudù Il cane di Berlusconi è ormai un soggetto politico. Ora sono gli avversari ad abbaiare Chi usa questi argomenti, lo fa perché odia Berlusconi non essendo mai riuscito a starci a corte e non si capacita che si possa stare con lui senza pretendere un centesimo di euro o chissà quali posti al sole. C è stato quel tempo, e altri e altre ne trassero benefici enormi. Ora se ne sono scordati e scordate. Hanno dimenticato persino i voti parlamentari di cui ora professano vergogna; vuol dire che allora tacevano perché la seggiola conta più di una solidarietà sincera. Se lo fa invece solo perché odia Dudù e gli animali, è qualcosa di indicibile, patetico, inumano. Non serve stare appresso a gente così. Perché si tratta di personaggi che non possono apprezzare la qualità più grande che ha un cane, la fedeltà. Conosco l obiezione: Mica vogliamo un padrone. Vero, adesso quel padrone che fino a ieri vi stava bene oggi non può più darvi croccantini. E quindi tentate di morderlo, ringhiando inutilmente. Vuoi o non vuoi, qualunque sia il motivo per cui si attribuisce un ruolo ad un cane, questo è solo indice di deformazione da invidia pesantissima. Roba da curarsi. Magari prima o poi il Cavaliere se li ritroverà tra i piedi a Cesano Boscone, come ricoverati da assistere perché rimasti senza memoria. Quasi quasi telefono a Silvio e mi faccio prestare Dudù. Gli faccio fare una bella vacanza romana e lo porto ad innaffiare il portone di Montecitorio. In fondo, dicono che porta fortuna. O no? L ISTAT: È STAGNAZIONE Pil giù e la Borsa lo segue Il Pil scende e si porta dietro la borsa. E la luce in fondo al tunnel? Spenta, al pari dell economia italiana, depressa come non mai dopo tre governi non eletti dai cittadini. Il meno 0,1% fatto registrato dall Istat sul primo trimestre del 2014 la dice lunga. Ancora più lunga la dice il dato fuori dai nostri confini: il Pil è salito anche nel primo trimestre di quest anno, dello 0,2% in Eurozona e dello 0,3% in Ue a 28 paesi. Con la Germania sopra le aspettative. L Istat è costretta quindi a parlare apertamente di stagnazione economica e la Borsa fa il suo: ieri piazza Affari è crollata con un - 3,6%, mandando in fumo 17 miliardi. E lo spread ha ripreso quota, decollando verso i 180 punti. Il ministro Padoan assicura: Teniamo alta la guardia: testa alla crescita, occhio sui conti. È proprio quell occhio a preoccupare, ancora di più, gli italiani Valter Brogino

2 2 Attualità NESSUN SUSSULTO ALLA CAMERA, PASSA IL PROVVEDIMENTO SU PRECARIATO E DINTORNI Decreto lavoro: tante proroghe, poco arrosto Alla fine è retromarcia: i datori che non rispettano il tetto del 20% di personale con contratto a tempo determinato non saranno più costretti ad assumere, ma se la caveranno con una multa di Valter Brogino Nessun sussulto e il decreto legge sul lavoro ha avuto, ieri, il via libero definitivo della Camera. Il pacchetto racchiude le nuove norme in materia di apprendistato, contratti di solidarietà e formazione ed ha subito due giri di modifiche in Parlamento. Sostanziali novità? Presto detto. Il decreto mantiene l'impostazione originaria data dal presidente del Consiglio e dal ministro del Lavoro, che aveva l'intento di rendere più facile il ricorso ai contratti a termine e all'apprendistato con l'obiettivo, sostiene l'esecutivo, di "rilanciare l'occupazione". Tesi contestata dalle opposizioni che ritengono le misure un'ulteriore spinta alla precarietà. Il testo iniziale è stato confermato nella parte in cui innalza da 12 a 36 mesi la durata dei contratti a termine senza il requisito della causalità; ma le proroghe possibili nei 36 mesi scendono da otto a cinque. Retromarcia invece sull'obbligo di assunzione per chi non rispetta il tetto del 20% di contratti a termine sull'organico a tempo indeterminato dell'azienda: se sforano la soglia i datori di lavoro dovranno pagare una multa tra il 20% e il 50% della retribuzione del lavoratore. Ovviamente ciò comporterà da subito qualche problema. Ad esempio, ai datori di lavoro che alla data di entrata in vigore del decreto-legge occupano lavoratori a termine oltre la soglia del 20%: per loro l immancabile proroga, con obbligo di adeguamento a partire dal Per le piccole imprese, fino a 5 lavoratori, è possibile stipulare un contratto a tempo determinato. Inoltre, il limite del 20% non si applica al settore della ricerca e, per i contratti che riguardano la ricerca scientifica, la durata può superare i 36 mesi. Altra proroga, quella di un anno dei contratti a tempo determinato del personale educativo e scolastico, che lavorano negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia degli enti comunali. Lo scorso anno era stata data la possibilità di prorogare e rinnovare i contratti fino al 31 luglio 2014; con la proposta di modifica approvata da Montecitorio il termine viene fatto slittare al 31 luglio Da un punto di vista invece strettamente politico, i numeri della votazione di ieri confermano il quadro dei precedenti voti di fiducia, oscillazione più oscillazione meno: il Decreto lavoro è stato approvato in via definitiva dall'aula della Camera con 279 voti a favore e 143 voti contrari. TANGENTI, L INCHIESTA SI ALLARGA E I MAGISTRATI CONTABILI IPOTIZZANO DANNI ERARIALI Il caso Expo va alla Corte dei Conti Le accuse senza alcuna prova di Repubblica contro Berlusconi, che si difende: Mai incontrato Frigerio Si allarga a macchia d olio l inchiesta rossa su Expo Uno scandalo in piena regola che sbarca davanti alla Procura della Corte dei Conti per la Lombardia, che ha avviato un indagine per accertare possibili profili di danno erariale. Un inchiesta che si affianca a quella già in corso e relativa alla presunta truffa ai danni della Regione tramite Infrastrutture lombarde per alcune illegalità nell attività contrattuale, e ai numerosi fascicoli aperti sugli appalti negli ospedali lombardi. Per le indagini è stato costituito un apposito pool di magistrati contabili, capeggiato dal procuratore Antonio Caruso. Nel frattempo continuano gli interrogatori di garanzia. I verbali sono secretati, ma solo sulla carta. Con Repubblica che non ha perso tempo e in piena campagna elettorale così come era prevedibile fa spuntare fuori il nome di Silvio Berlusconi. Accusandolo di essere il referente di Frigerio, l ex capogruppo dell Udc ligure. Questo, il titolo vergognoso. Il quotidiano diretto da Ezio Mauro, invece di preoccuparsi dei legami tra il tesserato Pd Greganti (sospeso dopo l arresto) e esponenti di spicco del centrosinistra, si scaglia contro il leader di Forza Italia. Prendendo spunto dall audizione di Maltauro che, peraltro, ha ammesso di non aver mai incontrato il Cav. Testimonianza confermata immediatamente dall ex premier che ieri mattina, intervenendo a Coffe Break su La 7, ha risposto alle insinuazioni lanciate dal quotidiano romano: Il signor Frigerio è un vecchio democristiano, mi fa la cortesia di mandarmi suoi pensieri sulla situazione economica mondiale ed italiana. Appunti che ho ritrovato, conservato e che il mio avvocato girerà oggi (ieri, ndr) alla Procura di Milano. Queste riflessioni erano staccate dalla realtà e a loro aggiungeva una nota con alcune frasi famose che prendeva dalle sue letture. Ma io non ho mai incontrato nessuno. Testimonianze indiretta (o de relato), quella di Frigerio, nulla se priva di elementi di riscontro. Elementi che ad oggi non esistono, ma che la Repubblica di De Benedetti, in vista anche dei sondaggi che danno Forza Italia in grande rimonta, non può fare a meno di tirar fuori. Ma come si dice: l importante è che se ne parli. Marcello Calvo MARCELLO FIORI PRESENTA SOCCORSO AZZURRO Forza Italia lancia il tribunale ombra Combatteremo l ondata giustizialista e illiberale C è chi aspetta trent anni per avere giustizia. C è chi della giustizia ne è vittima, vedendosi incolpare di reati che non ha mai compiuto. Perciò Forza Italia si pone in prima linea per denunciare i casi di malagiustizia. Il Tribunale Dreyfus, che prende spunto dal j accuse di Emile Zola, tutelerà infatti tutte le vittime di una cattiva giustizia, mentre Soccorso azzurro offrirà gratuitamente assistenza legale a chi ne avrà bisogno. Un iniziativa per andare incontro a chi, purtroppo sempre di più, ha subìto un ingiustizia e non può permettersi un avvocato. Marcello Fiori, responsabile nazionale dei Club Forza Silvio, annuncia che ci sarà almeno uno sportello in ogni provincia a sostegno dei cittadini, che avranno bisogno di una consulenza gratuita da professionisti nel campo civile, penale, amministrativo e fiscale. Si tratta - ha spiegato l esponente azzurro in una conferenza stampa in presenza del presidente dei deputati forzisti, Renato Brunetta e di Arturo Diaconale - di un intervento pro bono contro la giustizia negata. L iniziativa nasce nell ambito degli oltre 12mila club sorti su tutto il territorio nazionale. Berlusconi ora non può neanche lamentarsi di essere il moderno Dreyfus, ma lo facciamo noi al suo posto, anche a rischio di finire pure noi nel mirino ha dichiarato Brunetta. Il Tribunale - precisa una nota - assume la forma di un Alta Corte e il suo compito è di svolgere di fatto la funzione di Tribunale Ombra del sistema giudiziario italiano per suscitare la massima attenzione dell opinione pubblica, dei media, dei magistrati della Corte europea e del Parlamento Ue sui casi più clamorosi di violazione dei diritti individuali che si verificano nei tribunali e nelle carceri del nostro Paese. Giuseppe Giuffrida LA DESTRA SCHIERATA PER LE ELEZIONI REGIONALI Giuliante, scelta giusta per l Abruzzo Appuntamento elettorale particolarmente importante in Abruzzo dove, insieme alle Europee (come in Piemonte) si vota anche per il rinnovo del consiglio regionale e l elezione del presidente. Anche qui La Destra è mobilitata per sbarrare il passo al centro-sinistra e ieri si è tenuta una conferenza stampa a L'Aquila con il leader Francesco Storace, l assessore regionale Gianfranco Giuliante e l'assessore provinciale Luigi D'Eramo. Nel corso della conferenza Storace ha spiegato le tante ragioni per votare Forza Italia e in particolare per sostenere la candidatura di Giuliante. V.B. LA BRUZZONE TESTIMONIAL CONTRO LA VIOLENZA SUI MINORI La Caramella Buona torna in Rai con l affare più sporco del mondo Dal 16 al 24 maggio La Caramella Buona Onlus sarà presente in Rai con L affare più sporco del mondo, video spot di promozione sociale che vede protagonista la nota criminologa Roberta Bruzzone, nonché vice presidente dell Associazione, da anni in prima linea contro la violenza sui minori. Ci avviciniamo ai 18 anni di instancabile attività dichiara Roberto Mirabile fondatore e presidente de La Caramella Buona con lo stesso entusiasmo e la stessa determinazione di sempre. Siamo gli unici a fornire assistenza psicologica e legale accompagnando fisicamente le piccole vittime e le loro famiglie durante tutto il percorso giudiziario: ma nei tribunali non tutti possono vedere quanto di concreto riusciamo a fare, ecco il perché di questo spot. Desideriamo che, alle tante persone che già ci conoscono, se ne aggiungano delle altre, consapevoli della nostra presenza e della nostra assistenza. Una persona abusata conclude Mirabile non può e non deve sentirsi da sola. Contro la pedofilia, contro ogni forma di violenza La Caramella Buona c è e tu?. Al via dunque la campagna di adesione a La Caramella Buona, per far sì che nessuno più possa voltare le spalle all affare più sporco del mondo. Lo spot, realizzato da Oliviero Corsetti e Stefano Blasi, sarà in onda su Raiuno, Raidue e Raitre negli orari di punta e sarà poi presente on line nei principali canali di comunicazione, debutterà venerdì 16 alle ore durante la trasmissione "La prova del cuoco". Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 Attualità RECORD NEGATIVI OVUNQUE: PIL GIÙ DEL 0,1%. STALLO PER COMPARTO DEI SERVIZI E INDUSTRIA Macché ripresa: Italia ancora nel baratro In tre mesi quasi quattromila fallimenti e pressione fiscale alle stelle. Roma risulta la peggiore con un carico del 74,4% di Giorgio Musumeci Quando, nel 2011, fecero cadere il Governo Berlusconi -l ultimo eletto dal popolo-, tentarono in ogni modo di imboccarci la favoletta dello spread, sostenendo la tesi che la colpa della grave crisi economica nella quale versava il nostro Paese era da attribuire esclusivamente al leader di Forza Italia, allora Capo del Governo. Da quelle drammatiche settimane sono trascorsi 3 anni e 3 Governi, eppure, di fatto, non è cambiato è cambiato. Per la felicità di economisti e opinionisti televisivi, lo spread è sceso a quota 150, ma famiglie e aziende continuano a navigare a vista. L ultima doccia fredda sulla nostra economia arriva dall Istat, che rivela come il Prodotto Interno Lordo continua ad avere il segno meno, scendendo dello 0,1% rispetto al primo trimestre del Su base annua, fanno sapere dall Istituto di statistiche, il Pil è diminuito dello 0,5%, fotografando una fase di stagnazione dell economia italiana. Stando alle previsioni, dunque, alla fine del 2014 il Pil italiano si attesterà a -0,2%, condizionato da una variazione nulla del comparto dei servizi e da un andamento negativo nell industria, che comprende anche costruzioni ed energia oltre alla produzione in senso stretto. Come non bastasse, un altro dato sconcertante viene rilevato Cerved, che evidenzia come, soltanto nel primo trimestre del 2014, i fallimenti aziendali sono stati 3.811, ben il 4,6% in più rispetto allo stesso periodo del Nel primo trimestre 2014 si contano in tutto 23mila chiusure aziendali - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato del Cerved, primo gruppo in Italia nel credit information - il 3,5% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questo miglioramento è attribuibile alla diminuzione delle liquidazioni volontarie, che hanno fatto registrare un calo del 5%, e delle procedure non fallimentari (-1,4%), che hanno compensato il continuo aumento dei fallimenti. Per quel che riguarda i soli fallimenti, questi crescono in tutto il territorio ad eccezione del Nord-Est, in cui si registra un calo dell'1,8% e dove però nei quattro trimestri precedenti si è registrato un boom con tassi molto più elevati rispetto al resto della penisola. La crescita dei default è continuata nel Nord-Ovest (+3,7%), nel Mezzogiorno e nelle Isole (+5,7%), ma soprattutto nel Centro con un incremento del 10,3%. Secondo De Bernardis, a soffrire maggiormente è il settore dei servizi (+7,3%) e quello delle costruzioni (+6,3%). Ancora in leggero rialzo la manifattura (+0,8%), anche se segna una decisa frenata rispetto ai dati dell'ultimo trimestre La chiusa per questo vero e proprio bollettino di guerra arriva dal Centro Studi Cna, che ha diffuso i risultati del primo Osservatorio permanente sulla tassazione di artigiani e piccole e medie imprese in 112 Comuni d'italia. Dagli studi effettuati, emerge un nuovo record legato alla pressione fiscale sulle piccole e medie imprese artigiane, che nel 2014 sfiora il 63,1%. Un mostro fiscale a tre teste (nazionale, regionale e comunale) fanno sapere dal Cnache opera incessantemente su artigiani e Pmi. La maglia nera va a Roma, che se nel 2011 registrava una pressione del 65,7%, adesso segna il 74,4%. Un balzo dell 8,7%. A ruota, di pochissimo, a pari merito, ben due città: Bologna con il 74,2% (nel 2011 era il 64,6%) e Reggio Calabria, sempre con il 74,2% (nel 2011 era il 62,4%). Ruolo di damigella d'onore, Firenze con il 74,1% (nel 2011 era il 63,9%). OGGI LA PROTESTA I fast food si fermano per sciopero Sciopero del settore turismo, pubblici esercizi e dei lavoratori dei fast food nella giornata di oggi. Gli addetti di questi settori scenderanno nelle piazze delle principali città italiane per protestare contro il comportamento della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, che ha comunicato la disdetta dal contratto nazionale a partire dal primo gennaio Presenti le sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Con i lavoratori del turismo, come detto, saranno in piazza anche quelli dei fast food, i quali hanno così deciso di posticipare di un giorno la giornata di lotta globale denominata #FastFoodGlobal, celebrata in tutto il resto del mondo ieri, giovedì 15 maggio. Alla protesta di oggi parteciperanno anche i lavoratori degli alberghi e dei tour operator di Confindustria, delle agenzie di viaggio di Fiavet e quelli di Confesercenti. A Milano in particolare, sempre nella giornata di oggi, è previsto un corteo per le vie del centro cittadino con partenza dalla sede di Confcommercio, in corso Venezia 47, con concentramento alle 9,30, e flash mob in piazza della Scala intorno alle 11,15. Per il camerata Bandecchi a Livorno non c è posto Gli ultras comunisti rifiutano un offerta da 15 milioni di euro. Perché quei soldi sono neri La curva nord del Livorno, la più rossa d Italia accesa sempre dalla falce e martello, è riuscita a dettare la sua legge. La trattativa per la cessione del club tra il presidente Aldo Spinelli e Stefano Bandecchi, con un passato da missino duro e puro, è saltata. Il fondatore e amministratore delegato dell Università degli Studi Nicolò Cusano di Roma è stato costretto ad arrendersi. Sembrava tutto fatto, chiuso, definito. Ma visto che a Livorno soffia ancora il vento, non s è potuto fare più nulla. Perché nella cittadina toscana non è importante avere qualità manageriali, idee, prospettive future, progetti. La prerogativa fondamentale è essere comunisti, fortemente comunisti. Avere avuto un passato di politica attiva nelle fila del Msi prima e nei partiti guidati da Silvio Berlusconi poi, è considerato reato. Perché il popolo livornese sta più a sinistra di chiunque. Ha avuto in Lucarelli LA CURVA PIÙ ROSSA D ITALIA FA SALTARE UNA TRATTATIVA GIÀ CHIUSA. I MISSINI NON LI VOGLIAMO il capitano e simbolo, vorrebbe Che Guevara nello stemma del club, festeggia a pugno chiuso ogni gol anche se quest anno ne sono stati segnati veramente pochi degli amaranto e intona Bella ciao. Ripudia i soldi neri, perché il colore deve essere rosso. E basta. Se la proposta è tricolore sono gli ultras come successo in questo caso a decidere se la trattativa deve andare o no in porto. Rifiutando la bellezza di 15 milioni di euro serviti su un piatto d argento. Un offerta allettante, condita da un progetto ambizioso. Ma Bandecchi è un ostacolo, un ex parà di destra, una bestemmia per una piazza come Livorno. E dire che il nome dello stadio, oggi Armando Picchi e già Ardenza, in principio era Edda Ciano Mussolini. Il passato si dimentica, ma non si cancella. E così grazie al regime comunista imposto dalla curva nord, il Livorno calcio continuerà a soffrire ancora dell effetto yo-yo. Con continui saliscendi tra serie A e B, feste promozioni e dure contestazioni. Dovrà accontentarsi di un patron come Spinelli, che ha avuto sì il merito di riportare gli amaranto nella massima serie dopo anni passati a mangiare la polvere in cadetteria, ma che non potrà mai garantire al club un futuro roseo. Al momento non esistono altri compratori alla porta e pensare di superare lo stupido intoppo ideologico appare come un impresa titanica. Soprattutto perché il Bandecchi oltre ad essere un ex camerata è amico di Moggi. Proprio lui, Lucianone, l ex direttore generale della Juventus accusato di muovere i fili del calcio italiano grazie alla rete fittissima di amicizie con dirigenti di società medio-piccole, giornalisti compiacenti e arbitri venduti. Con il quale l ex presidente del Genoa ha condotto peraltro - la trattativa del passaggio di Mutu dal Chelsea ai bianconeri attraverso il Livorno (perché extracomunitario). Sommando i fattori, dunque, l offerta è considerata a dir poco profana. Per il camerata Bandecchi a Livorno non c è posto. Sullo sfondo ci vorrebbe uno all Amadeo Bordiga. Federico Colosimo IL SONETTO Sport e politica Era na bella domenica a matina, me so fermato dietro de na rete appiccicat'addoss'a la parete press'a la chiesa de Santa Martina. Se staven'ammazza dietro na palla certi regazzi co na maja verde pe vede gnimodo da nun perde contro de quelli co la maja gialla. Daveno certe bott'a quer pallone che me sembrò quasi n delitto corpillo co tant'aggitazzione. Sta gente gioca forte si ce penzi e ho vist'er pallone c'era scritto n color ner "chiappe de Renzi" GRM

4 4 Attualità PARLA IL CANDIDATO DI FORZA ITALIA: I FONDI COMUNITARI NON ARRIVANO, GLI IMMIGRATI SÌ Pogliese, un cuore siciliano in Europa di Igor Traboni In Europa, un cuore siciliano. E lo slogan che sta accompagnando questa densa campagna elettorale di Salvo Pogliese, candidato con Forza Italia nella circoscrizione Isole. In politica da giovanissimo, con gli esordi nel Fronte della gioventù, deputato regionale e vice presidente dell Ars, Il Giornale d Italia ha raggiunto Pogliese nella sua Catania, prima di muovere per un altra giornata di incontri in tutta la Sicilia. Allora Pogliese, come procede questa campagna elettorale? L entusiasmo è notevole e ritrovato, tenuto conto della disaffezione della gente nei confronti della politica, di un certo distacco. Anche se poi bisogna anche tener conto dell astensionismo che inevitabilmente ci sarà, in particolare qui in Sicilia. Perché soprattutto in Sicilia? Perché stiamo attraversando una crisi economica senza precedenti e gli ultimi dati di Bankitalia dicono che qui il 55% dei giovani non ha un lavoro. Perché abbiamo questo governo regionale di Crocetta che si sta rivelando il peggior governo di sempre. Le Europee rappresenteranno anche una sorta di referendum sull operato di Crocetta? Sì. E noi di Forza Italia siamo gli unici a poterlo fare. Tenuto conto che alcuni nostri ex compagni di viaggio stanno facendo determinate scelte, con il Nuovo centrodestra pronto al ribaltone. Ed è di pochi giorni fa, inoltre, un intervista del segretario regionale dell Ucd, Giovanni Pistorio, che si augura un cambiamento. Insomma, sono pronti a passare con Crocetta. Basti pensare che in queste settimane sono state fatte anche alcune nomine alle aziende sanitarie e un paio sono già finite a uomini vicini al Nuovo centrodestra. Noi restiamo l unica opposizione, ad iniziare da quella intransigente di Nello Musumeci, che sarebbe stato l unico presidente in grado di governare questa regione, dall alto della sua dignità e coerenza. Intanto si vota per l Europa, un entità assolutamente distante dalla gente. Immaginiamo che anche in Sicilia non si avverta l Europa come un amica, o no? Certo. Non siamo assolutamente innamorati di quest Europa delle banche, del fiscal compact. Ma con una determinata Europa bisogna pur sempre far di conto, visto che il 75% delle nostre normative arriva da lì. A cosa si riferisce quando parla di un cuore siciliano per l Europa? Alla necessità di tutelare i nostri interessi, di utilizzare con più responsabilità i fondi comunitari. Certo, scontiamo anche la nostra inefficienza, però così vanno in fumo centinaia di milioni di euro. E invece bisogna far tesoro degli errori del passato. Con il Por , i soldi arrivarono, ma con un eccessiva parcellizzazione, con tanti interventi a pioggia che sono serviti a poco o a niente. Con il Por è stato fatto l errore opposto e i soldi non sono neppure arrivati. E così ci sono ancora tanti soldi da spendere. Pogliese parlamentare europeo, come intende farlo? Con iniziative qualificanti, soprattutto per le infrastrutture di questa terra. Non abbiamo ancora una cintura autostradale in Sicilia, per non parlare delle ferrovie e delle 4 ore di tempo necessarie per andare da Catania a Palermo. Il gap infrastrutturale va assolutamente colmato. Intanto però l Europa si sta dimostrando matrigna nei confronti della Sicilia anche per quanto riguarda la questione immigrati Quello che sta accadendo è semplicemente vergognoso. L Europa ha lasciato sole la Sicilia e l Italia, con la nostra Marina ridotta al ruolo di traghettatrice e spese ingenti per l operazione Mare Nostrum. Attenzione, però: noi siciliani la solidarietà ce l abbiamo nel cuore e lo abbiamo dimostrato in mille occasioni, però è anche vero che va tutelata la nostra sicurezza, la salute. C è chi promette di dare 80 euro in più a pochi italiani e poi questi immigrati costano anche 900 euro al giorno. Non facciamo del qualunquismo, ma oggettivamente questa situazione va affrontata. La strada alternativa è quella di accordi bilaterali, perché il problema va affrontato a monte, non a valle. Lei viene da un esperienza fortemente identitaria, di destra. Crede ci sia ancora spazio per queste radici? Assolutamente sì. Ci siamo trovati tutti orfani, grazie a Fini. Io però credo nella possibilità di un percorso comune dentro questa Forza Italia, che è diversa da quella del 94, una realtà di centro-destra autentica, oggi anche più di destra che di centro. Può rappresentare la nostra casa, dentro la quale conservare comunque, in assoluta libertà, sfumature e sensibilità diverse. E questo spetta a noi farlo, al nostro mondo di destra. A DIECI GIORNI DALLE EUROPEE IL GOVERNO DI CROCETTA PRESENTA UNA RICONVERSIONE DEL POLO DA 350 MILIONI Le false promesse su Termini Imerese Nulla di concreto su tempi di realizzazione e sostegno da Roma. E i cassintegrati aspettano Che il governo della Regione Siciliana presieduto da Rosario Crocetta fosse in crisi fin dal suo insediamento, era già sotto gli occhi di tutti da tempo. Non una riforma che possa dirsi tale, non una lotta agli sprechi, non un cambio di rotta con i precedenti Governi, niente. In Sicilia, ancora una volta, si tira a campare. Tuttavia, la tentazione di alcuni personaggi di utilizzare temi caldi, quale il rilancio dell ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, è sempre in agguato. Ecco che guarda caso a dieci giorni dal voto per le europee europee- a promettere la svolta del polo industriale abbandonato da Fiat, ci pensa l assessore alle Attività produttive Linda Vancheri. Dopo due anni di sostanziale silenzio, durante i quali nulla è mai emerso sul suo operato in materia, la fedelissima di Crocetta se ne esce infatti con un piano di riconversione dell intera area industriale nel quale sarebbero stati investiti ben 350 milioni di euro. Dei 250 milioni finanziati da noi ha spiegato entusiasta la Vancheri-, 150 sono destinati alla realizzazione di opere infrastrutturali primarie e secondarie, fibra ottica, banda larga e soprattutto il porto di Termini Imerese, per il quale siamo già arrivati all avvio della gara e alla composizione della commissione che si occuperà della conferenza dei servizi. Per quanto riguarda la riconversione dell area, invece, abbiamo previsto due elementi di differenziazione: da una parte la meccanica, l elettronica, la componentistica e l automotive, dall altra un offerta delocalizzativa in cui abbiamo concentrato gli incentivi per investimenti, brevetti, contratti di sviluppo, centri di ricerca, incubatori di imprese come il consorzio Arca e Pmi, oltre alla defiscalizzazione derivante dall istituzione della Zona franca urbana di Termini Imerese. Tra fibra ottica, banda larga, meccanica ed elettronica, quello presentato dalla Vancheri sembrerebbe il progetto del secolo, con tanto di contatti segretissimi tra la Regione e multinazionali interessate all operazione. Si vocifera di un ritorno della nuova Fiat (Fca) per la realizzazione della Lancia Ypsilon ibrida, ma anche di un concreto interesse delle asiatiche Mitsubishi e Nissan. Insomma, roba seria bolle in pentola. Tutte ipotesi che potrebbero rappresentare una speranza per quei tanti lavoratori rimasti in mezzo alla strada dopo la chiusura dello stabilimento voluta dall amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne. Tuttavia, al momento sono solo promesse. Dei 100 milioni di euro che dovrebbe sborsare il Governo nazionale, infatti, ancora nulla è dato per certo. Ad oggi, stando alle parole dell assessore Vancheri, la Regione Siciliana ha soltanto presentato il progetto al Ministero competente che quindi dovrebbe, non è chiaro entro quali tempi, approvare il tutto e finanziarlo. Insomma, campa cavallo che l erba cresce. Non molleremo la presa ha promesso il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. Sarà. Intanto, per il sì o per il no, la promessa è servita. Buone elezioni europee! Giuseppe Giuffrida NEI PROGETTI DEGLI EMIRATINI CINQUE ANNI PER IL RILANCIO. IN 3 UTILI OLTRE I 100 MILIONI E 17 NUOVE ROTTE L Alitalia secondo Etihad Il tempo delle risposte penso sia ormai scaduto, poi ognuno si prende le sue responsabilità. Scalpita il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, perché i soci dell ex compagnia di bandiera inviino il prima possibile una risposta alla emiratina Etihad. Inutile dire che, vista la situazione, soci, creditori e Governo sono decisi ad accogliere tutte le richieste pervenute dall Oriente. Intanto, dalle pagine de Il messaggero emergono alcuni particolari sul progetto di rilancio della compagnia aerea nostrana. Si tratterebbe di un piano in cinque anni per trasformare Alitalia, puntando su qualità e servizi. Un passaggio che, tuttavia, non sarebbe indolore, visto che la strada del ritorno alla redditività pare lastricata di sacrifici. In primis da parte dei dipendenti, visto che per la società acquirente servirebbe un numero di esuberi non inferiore alle unità. Ulteriore sforzo dovrebbe coinvolgere i creditori, ai quali si chiede di spazzar via mezzo miliardo di debito, mentre per 140 milioni di debito senior è previsto un allungamento al Analizzando i particolari del programma di rilancio, Etihad prevede un utile a 108 milioni nel 2017 e ricavi a 3,7 miliardi tra tre anni. Per il margine operativo lordo è previsto un balzo dai 237 milioni del 2015 ai 694 del Verranno potenziate, inoltre, anche le rotte internazionali da Fiumicino e Linate: 7 nuove rotte dallo scalo romano in meno di tre anni e l ottimizzazione degli slot da Linate per la connessione con le capitali europee. In tutto saranno 7 le nuove destinazioni e 16 le nuove rotte. Il piano strategico punta anche su Expo e sul recupero di posizioni a danno di Lufthansa nel mercato del Nord Italia. Giorgio Musumeci

5 5 Esteri RESTA ALTA LA TENSIONE NELLE REGIONI ORIENTALI ANCHE DOPO IL REFERENDUM SEPARATISTA In Ucraina si combatte ancora: 7 morti di Francesca Ceccarelli Ancora spargimento di sangue in Ucraina: è salito a 7 il numero dei soldati di Kiev morti in un'imboscata di una trentina di miliziani filorussi nei pressi di Kramatorsk, nell'ucraina orientale. A renderlo noto i servizi di sicurezza ucraini (Sbu) anche se, secondo fonti degli insorti, nello scontro di Kramatorsk le vittime sarebbero addirittura una ventina. Alcuni aggressori non identificati hanno sparato contro l'auto sulla quale viaggiava il leader separatista Valery Bolotov della regione di Luhansk, nell'est dell'ucraina: l'uomo è rimasto ferito ma non è in pericolo di vita. Nel frattempo Mosca avverte che se il governo di Kiev ritirerà le proprie truppe dal sud-est del Paese, nel rispetto della road map stilata dall'osce, anche "i leader delle 'forze di autodifesa'" di Donetsk e di Lugansk dovranno "reagire in modo adeguato". Domani è previsto il tavolo unità nazionale dove non saranno invitati i filorussi: l inizio per le (le in Italia): all'incontro parteciperanno - tra gli altri - ministri, candidati alle presidenziali e presidenti di amministrazioni regionali e consigli regionali. Non è stato invitato l'ex presidente ucraino Viktor Iushenko. Intanto le autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, nell'est dell'ucraina, che nel controverso referendum di domenica hanno scelto l'indipendenza da Kiev, hanno avviato colloqui per la loro unione. La nuova entità statale, secondo alcuni, potrebbe chiamarsi Novorossia, il termine storico con cui durante l'impero zarista ci si riferiva all'attuale sud-est ucraino e a cui ha fatto di recente riferimento anche Vladimir Putin. Il governatore di Donetsk chiede referendum 15 giugno per maggior autonomia alle regioni: una proposta che cerca di porre fine al braccio di ferro tra il governo ucraino e le regioni dell'est. Intanto Gazprom presenta a Kiev il conto anticipato per fornitura gas di giugno: si tratta di 1,66 miliardi di dollari, considerando il nuovo prezzo di 485 dollari per mille metri cubi. Se l'ucraina non pagherà il conto in anticipo, ovvero entro il 2 giugno - considerato che 1 è domenica - il 3 giugno il flusso verrà interrotto. "Il debito complessivo dell'ucraina ha raggiunto i 3,505 miliardi di dollari e nessuno può mettere in dubbio che questa sia una ragione oggettiva per chiedere il pagamento anticipato" ha aggiunto Kuprianov precisando che il conto di giugno si basa su un volume di 114 milioni di metri cubi al giorno previsto dal contratto. L Ue ha messo a disposizione per Kiev può utilizzare aiuti per pagare gas russo: un pacchetto di assistenza macrofinanziaria da un miliardo di euro. TURCHIA: BILANCIO DI 282 MORTI Erdogan ancora contestato Dopo la strage in miniera Èsalito a 282 morti il bilancio dell'esplosione nella miniera turca di Soma (Ovest): queste le cifre dichiarate dal ministro dell'energia, Taner Yildiz. Come la stampa di Ankara tiene a sottolineare si tratta del peggiore disastro industriale nella storia moderna del paese. Il numero dei morti con ogni probabilità continuerà ad aumentare: decine sono i minatori che restano intrappolati nelle gallerie bloccate dall'esplosione di due giorni fa e le speranze che ci possano essere ancora dei sopravvissuti sono ridotte quasi a zero. Fino ad oggi il peggiore disastro in Turchia era stato quello della miniera di carbone di Zonguldak, nella regione del Mar Nero, dove nel 1992 una esplosione aveva fatto 263 morti. Il governo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. E nel paese si accende la protesta con manifestazioni a Ankara e Istanbul, ma anche a Soma dove i parenti delle vittime hanno duramente contestato il premier Recep Tayyip Erdogan. Il sito Hurriyet online dichiara che le autorita' turche non hanno accettato le offerte di aiuto venute da diversi paesi stranieri: la direzione disastri Afad sembra infatti aver respinto le offerte di assistenza straniere ritenendo di non avere bisogno di aiuto. Diversi paesi, fra cui Israele, Usa, Grecia, Germania, Francia, Italia, Polonia, Iran, come pure l'ue, hanno offerto assistenza alla Turchia.

6 6 Storia SINDACO DI ROMA, GOVERNATORE, SENATORE DEL REGNO, PRESIDENTE DELL ISTITUTO NAZIONALE LUCE E DELLA CROCE ROSSA ITALIANA Filippo Cremonesi, l eredità valoriale di un uomo Ancora oggi una Fondazione, da lui voluta e intitolata al suo nome, si occupa dei ragazzi bisognosi di Emma Moriconi Ci sono personaggi che, sfogliando i libri di storia, sembra non siano mai esistiti. E che sono, molto spesso, invece, pietre miliari del nostro recente passato: un caso tra i tanti è Filippo Cremonesi, banchiere, politico, senatore. Cremonesi, dopo una giovinezza trascorsa in Cile, rientra in Italia ed è consigliere di vari istituti di credito e della Camera di Commercio di Roma. Nel 1914 è eletto consigliere comunale nella Capitale, poi assessore per l Annona, le Tasse, i Beni patrimoniali, la Polizia urbana e le Finanze. Dal 1920 al 1922 è capo della maggioranza in Consiglio comunale, tra il giugno del 1922 e il marzo del 1923 è sindaco di Roma, subito dopo e fino all ottobre del 1925 è commissario straordinario della Capitale e, ancora, a partire dal 1923, senatore del regno. Dall ottobre 1925 alla fine del 1926 è Governatore di Roma. Da amministratore pone l accento sulla necessità di industrializzare la Capitale, al fine di stimolarne la produttività, le sue energie sono rivolte in maniera particolare alla risoluzione dei problemi finanziari della città, nell intento di pareggiare il bilancio: obbiettivo che raggiunge in parte con operazioni a breve scadenza. Nel corso del suo mandato potenzia i servizi dell Azienda comunale, completa la rete fognante, migliora l illuminazione, costruisce il Poligrafico dello Stato e il Sanatorio Cesare Battisti della Croce Rossa, apre il ponte di ferro di san Paolo. Molte le opere edilizie che vengono erette durante il periodo del suo incarico, prima da sindaco e poi da Governatore: tra esse spiccano indubbiamente quelle caratteristiche dell era fascista e relative alla trasformazione della città nell Urbe, ma anche la costruzione delle borgate come Acilia, destinate ad accogliere gli abitanti delle zone destinate a cambiare volto, a divenire esempio di civiltà romana. L attenzione di Cremonesi è diretta anche al patrimonio artistico della regione, ricchissimo in ogni senso. È anche membro dell Accademia di San Luca e accademico dei Virtuosi al Pantheon. Dal 1927 Filippo Cremonesi è Presidente dell Istituto Nazionale Luce e dal 1928 fino al 1940 Presidente generale della Croce Rossa Italiana. Quella di Cavaliere dell Ordine della Corona d Italia è solo la prima di una lunga serie di onorificenze. Oggi esiste un organismo a lui dedicato, la Fondazione Istituto Filippo Cremonesi, nata per sua volontà: nel suo testamento, redatto pochi giorni prima della sua morte, nel 1942, dispone che i suoi beni siano destinati alla creazione di un istituto per l assistenza ai ragazzi bisognosi. Primo presidente dell Istituto è don Agostino Zanoni, che segue la linea indicata da Cremonesi nell organizzazione della Fondazione. Viene acquistata la tenuta di Farfa, circa 200 ettari che hanno lo scopo di realizzare un azienda in grado di produrre sia beni a sostegno dell Istituto, sia di costituire una possibilità di impiego professionale per i ragazzi. Un attività insomma di carattere prettamente sociale, dedicata a quei giovani bisognosi che Cremonesi tanto teneva a cuore. Anche la Croce Rossa interviene con un protocollo atto a strutturare i controlli medici per i ragazzi. Nel 1993 l Istituto diventa una Fondazione di diritto privato, continuando a mantenere fini di assistenza e beneficenza, così come indicato da Cremonesi. Negli ultimi anni la Fondazione ha effettuato numerosi interventi, ristrutturando la Sala Polivalente, usata spesso per convegni, riunioni, mostre, ma anche destinata ad eventi come compleanni e feste, eventi musicali e artistici: ciò che Cremonesi avrebbe voluto, un luogo di incontro e di scambio di idee, oltre che di svago e di cultura insieme. All interno del borgo, poi, la Fondazione ha destinato una vasta area a parco pubblico: si chiama Parco Cremonesi, in memoria dell uomo che aveva scelto di affidare i suoi beni al sostegno dei ragazzi bisognosi. Non solo: l Istituto adempie ai suoi fini istituzionali anche devolvendo gli utili della sua gestione immobiliare del Borgo di Farfa ai bambini bisognosi della sua parrocchia e di quelle limitrofe. Ecco cosa resta, oggi, di quest uomo: un eredità non solo fisica ma anche e soprattutto valoriale, di solidarietà sociale, di civiltà. emoriconi@ilgiornaleditalia.org

7 7 Da Roma e dal Lazio NEL 2014, I COMMERCIANTI DELLA CITTÀ ETERNA DOVRANNO FARE I CONTI CON IL 74,4% DI PRESSIONE FISCALE Di tasse si muore, Roma maglia nera LA VITTIMA COSTRETTA AD AVERE UN FIGLIO Orrore ad Anagni, violenta per 12 anni una ragazza Abusa della figlia della convivente, arrestato il padrino-orco La Cna becca Marino e la sua maggioranza: Questi dati non possono tener conto dei rincari contenuti nella bozza di bilancio della giunta di Giuseppe Sarra Tartassati. Sono i piccoli e medi imprenditori della capitale costretti a subire una tassazione che si sta rivelando davvero asfissiante. Dopo mesi di annunci e di proclami dal Campidoglio, gli artigiani e i commercianti romani sono ancora in cima alla classifica del carico fiscale. Nel 2014 pagheranno addirittura il 74,4% di tasse, oltre dieci punti percentuali in più della media nazionale ferma a quota 63,3%. Un salasso senza precedenti. Lo si evince dalla classifica della Confederazione nazionale dell artigianato, elaborata dalla Cna di Roma. Ma la pressione fiscale certamente continuerà a salire. Nessuna inversione di rotta, quindi. Almeno per molti anni. Saranno tempi bui per i cittadini capitolini. Molto. Le pessime condizioni finanziarie di Roma Capitale, infatti, obbligano il sindaco Ignazio Marino e la sua maggioranza a ritoccare ulteriormente le aliquote dei tributi, di per sé alte. Una linea politica già prevista nel Salva Roma stilato ad hoc dal governo Renzi, altrimenti sarà dissesto finanziario. La maggioranza di centrosinistra, entro e non oltre il 30 giugno, termine ultimo della proroga dell Associazione nazionale comuni italiani (Anci) sui bilanci degli enti locali, presenterà in Aula Giulio Cesare il piano di rientro, ricco di tagli ai servizi con il rispettivo aumento delle tasse. Una manovra necessaria ma soprattutto inevitabile: la più grande palla al piede dei romani si chiama deficit, che ammonterebbe a circa 9 miliardi di euro di debito certificato. Dallo studio della Cna emerge comunque che a determinare una differenza così marcata tra le diversa realtà del Paese sono i tributi locali, che pesano ovviamente sulle imprese per il 42,9% rispetto al 31,44% del 2011 contro il 26% di tasse e tributi nazionali. In confronto al 2011, mentre la tassazione dello Stato è rimasta invariata, quella comunale è aumentata dell 11,33%, a dispetto di quella regionale che è diminuita del 2,7%. A influenzare di più la tassazione comunale sono stati i tributi sulla casa (Imu) e sui rifiuti (tares), entrambi introdotti dal governo Monti. Dal 2011 l aumento è stato, rispettivamente, del 174% e del 14,2%. Un laboratorio artigiano, ad esempio, prima pagava di Ici euro nel 2011, oggi invece paga euro di Imu. Per rifiuti, lo stesso artigiano, tre anni fa sborsava 5.690, quest anno. Come si fa a correre con una palla al piede così pesante? - si chiede il presidente Cna di Roma, Erino Colombi -. Le piccole e medie imprese vogliono resistere, continuare a lavorare, a produrre ricchezza per il territorio. Ma così non è più possibile. Lo Stato e gli enti locali continuano a far cassa sulla pelle delle imprese, per far quadrare i bilanci, ignorando i bilanci di migliaia di pmi. Le classifiche della Cna nazionale sono allarmanti e ribadiscono quanto denunciamo da tempo: è il fisco locale quello che pesa di più. La Cna annuncia che la manovra di bilancio elaborata dalla giunta capitolina peggiorerà la situazione: Questi dati per giunta non possono tener conto dei rincari contenuti nella bozza di bilancio della giunta di Roma Capitale. È il momento che le amministrazioni locali considerino con attenzione questi dati. Colombi si augura comunque che si avvii un confronto per avviare già da quest anno un processo di riallineamento di Roma con le altre realtà locali. Nelle prossime settimane vedremo se anche l appello della Cna finirà nel dimenticatoio. di Giorgio Musumeci Èuna storia raccapricciante quella accaduta vicino Anagni, in Ciociaria. Per 12 anni, un uomo ha abusato sessualmente della figlia della convivente, oggi 20enne, facendole fare addirittura un figlio. A denunciare le atroci violenze è stato il fidanzato della vittima, che ha anche riferito ai militari dell arma come il figlio della coppia, oggi di quattro anni, è in realtà il frutto dei ripetuti abusi subiti dalla sua giovane compagna. Immediatamente dopo la denuncia sono scattate le indagini dei Carabinieri guidati dal capitano Giovanni Camillo, grazie alle quali, attraverso un lavoro meticoloso e discreto, si è potuti arrivare all arresto dell uomo, avvenuto ieri mattina. Adesso l orco, attualmente rinchiuso nel carcere di Frosinone, dovrà rispondere di violenza sessuale continuata e aggravata, atti sessuali con minorenne nonché maltrattamenti in famiglia. Il provvedimento di arresto è stato firmato dal Gip di Frosinone Francesco Mancini su richiesta del pm Barbara Trotta. Weekend di mobilitazione nella capitale. Per le vie di Roma sabato, giorno in cui ci sarà il voto decisivo del decreto Lupi, sfileranno diverse realtà per un nuovo corteo nazionale per i beni comuni, contro le privatizzazioni e l attacco ai diritti sociali. In piazza scenderanno i comitati per l acqua pubblica, le organizzazioni impegnate nelle lotte ambientali, gli attivisti dei teatri occupati, gli studenti, i centri sociali e i movimenti per il diritto all abitare. Quest ultimi, che già da due giorni protestano in città contro il piano casa proposto dal governo Renzi, manifesteranno ad oltranza fino a dopodomani, dove poi alle 14 e 30 si ritroveranno in piazza della Repubblica, con arrivo a piazza del Popolo, con le altre sigle. CONTESTAZIONI Sabato di nuovo in piazza, Roma a ferro e fuoco? Polemiche sul percorso del corteo: i promotori non potranno sfilare sotto la Cassa depositi e prestiti e il ministero delle Finanze La tensione è alta. A preoccupare gli 007, le possibili incursioni dei black block, dei No Tav o di qualche frangia violenta di tifosi visto quanto accaduto nella finale di Coppa Italia. Ci sono state anche polemiche negli ultimi giorni sul percorso del corteo: i promotori avevano richiesto di poter sfilare sotto la Cassa depositi e prestiti e il ministero delle Finanze, ritenuti simboli delle privatizzazioni e della svendita dei beni comuni. La Prefettura, però, ha respinto la richiesta, nonostante le rassicurazioni degli organizzatori sulla pacificità della manifestazione. In queste ore, comunque, i servizi stanno monitorando i blog e i siti delle realtà antagoniste per tentare di prevenire le loro intenzioni. Marco Compagnoni VIGILI URBANI SUL PIEDE DI GUERRA Pizzardoni contro il Campidoglio, chiesta messa in mora L Ospol ha già indetto un nuovo sciopero dei caschi bianchi per il 20 giugno Ipizzardoni non mollano la presa. L Ospol, il sindacato autonomo e più rappresentativo fra i vigili urbani, ha chiesto la messa in mora del Campidoglio e indetto un nuovo sciopero per il 20 giugno. Ieri, durante le assemblee nei dieci comandi municipali, i caschi bianchi hanno manifestato il loro malcontento di fronte alle mancate promesse del sindaco di Roma, Ignazio Marino, e della sua maggioranza. Ad allarmare gli agenti, inoltre, l alta incidenza di mortalità, per tumori e malattie cardiocircolatorie, tutte da condurre al servizio prestato negli anni in strada, notoriamente inquinata. I vigili della capitale sono stufi delle promesse fatte dall attuale amministrazione comunale e dal sindaco Marino, sono stufi di essere presi per i fondelli da politici-amministratori che non mantengono fede né alla parola data, né ai protocolli sottoscritti con la parte sociale. E il monito dell Ospol. I vigili di Roma aggiunge il sindacato - tornano a scioperare il 20 Giugno per inchiodare alle sue responsabilità il sindaco di Roma e l intera Giunta che, ad oggi, hanno disatteso l accordo sottoscritto il 06 Marzo 2014, con l Ospol-CSA, che prevedeva: polizza assicurativa contro le aggressioni oltre a quella per il porto dell arma (propria abitazione H24); strumenti di autodifesa (sfollagente, keydefender, giubbotti antitaglio); medicina preventiva - attivazione Istituto Epidemiologico Regione Lazio; riconoscimento come luogo di lavoro la strada. Ai 5 punti proseguono i vigili - si aggiunge la pantomima delle indennità di disagio (da 5 anni già percepite) messe in forse dall amministrazione comunale e quindi l Ospol dice basta a queste nefandezze e darà battaglia sia sul fronte sindacale sia sul fronte giudiziario attivando tutti i meccanismi per mettere in mora il Campidoglio per mancata ottemperanza degli accordi stipulati con la parte sociale. Antonio Testa IL CASO Notte dei musei: Colosseo aperto, ma a metà Alla fine ce l hanno fatta. Il Colosseo resterà aperto per la Notte europea dei musei, prevista per dopodomani. Il bicchiere resta comunque mezzo pieno: uno degli anfiteatri più belli del pianeta, simbolo dell'antica Roma e dell Italia, avrà un numero di visitatori limitato. Soltanto tremila persone. E così, dopo giorni di sfoghi e accuse, col rischio di farci ridere dietro da tutto il mondo, si è trovata la quadra. Ma gli animi non si placano. E la stessa Cgil a gettare il sassolino nello stagno: Colosseo aperto la #NotteDei- Musei grazie ai lavotori e Cgil, Cisl e Uil. Per il futuro della cultura servono più personale e meno appelli. Chiaro il messaggio nei confronti del ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, e del sindaco di Roma, Ignazio Marino. Figuraccia a metà. G.S

8 8 Dall Italia LA PARADOSSALE VICENDA AL CANTIERE DI PALERMO Operai fermi, ma pagati dal comune Novanta dipendenti costretti a casa da quattro mesi perché nessuno ha nominato il nuovo dirigente, colui che dovrebbe far svolgere le visite mediche e i corsi di formazione del personale Novanta dipendenti pagati da quattro mesi per non lavorare. Avviene e Palermo al Cantiere municipale del Comune di via Tiro a Segno, dove da fine gennaio è vacante la carica di datore di lavoro del cantiere, necessaria per sottoporre alle visite mediche e ai corsi di formazione coloro che sono chiamati a svolgere mansioni pericolose. Risultato: lavori fermi e operai con le braccia incrociate. Il Cantiere municipale ha in forza circa duecento lavoratori, la metà dei quali si trova quindi nella condizione di non poter lavorare (l altra metà con mansioni non pericolose come autisti, portieri e amministrativi) proprio per la mancanza di qualcuno autorizzato a mettere una firma. Come riporta livesicilia, il problema nasce a fine gennaio quando Sergio Pollicita ha lasciato l incarico di datore di lavoro. Nel mese di aprile il settore è stato unito al Coime, la struttura comunale responsabile di diversi lavori e servizi per la città, tra cui le manutenzioni. Peccato che il dirigente Francesco Teriaca non ha mai ricevuto la nomina ufficiale. Il risultato è che Teriaca non ha il potere di organizzare, per i dipendenti, le visite mediche e i corsi di formazione che la legge ritiene indispensabili. A spiegare i contorni della vicenda è proprio il dirigente Teriaca, il quale sottolinea che nonostante l incarico da egli stesso ricevuto, manchi la firma sulla determinazione sindacale che lo autorizzi, come previsto in questi casi, a svolgere tali funzioni. Secondo alcune voci, tutto si sarebbe arenato per un conflitto interno all amministrazione legato proprio a cifre e competenze. Teriaca ha nel frattempo scritto a mezzo Comune per segnalare la vicenda e ha persino preparato le risposte ad alcune interrogazioni, ma come dirigente da nominare. Il problema è che, mentre a Palazzo delle Aquile si tenta di venire a capo della questione, scuole ed edifici comunali devono aspettare. Tutto fermo insomma. Tranne gli stipendi a elettricisti, addetti ai traslochi, idraulici, meccanici, carpentieri, operai per la manutenzione scolastica e altre figure addette a mansioni pericolose, che dall inizio dell anno non svolgono alcun servizio. Una situazione di cui si è accorto anche il gruppo di Forza Italia a Palazzo delle Aquile che da mesi ha chiesto di sostituire il cilindro di una porta e di far spostare due scrivanie da una stanza all altra. Lavoretti di poco conto che però, trattandosi di edifici pubblici, devono svolgere gli addetti del cantiere municipale. Ma dopo mesi di silenzio, ecco arrivare la risposta: gli interventi non si possono eseguire perché il Cantiere è fermo. È uno spaccato che effettivamente non si era mai verificato al comune di Palermo - dice il capogruppo dei forzisti Giulio Tantillo - dobbiamo approfondire i motivi che hanno portato decine di lavoratori a essere costretti a non lavorare perché qualcuno non ha indicato il datore di lavoro. Approfondiremo la questione, ma la vicenda va risolta: il sindaco prenda posizione immediatamente e permetta ai lavoratori di tornare a svolgere quei servizi che risultano fermi da mesi. Non è la prima volta che il Comune guidato dal sindaco Leoluca Orlando si trova a pagare gli operai per non lavorare : nel novembre del 2013, infatti, tutte le attività furono bloccate e proprio Teriaca fu multato perché, come rilevato dall Ispettorato del lavoro, le visite mediche e i corsi di formazione per i dipendenti del Coime non furono organizzati. E il municipio fu costretto ad affidare a ditte esterne i lavori di manutenzione nelle scuole cittadine, con un esborso economico non indifferente. Malagestione o guazzabuglio burocratico-amministrativo poco importa. Di certo il Comune si trova in un bel pasticcio, continua a pagare operai per servizi non svolti. E in tempi di crisi in cui anche le amministrazioni pubbliche dovrebbero tirare la cinghia, notizie come questa non vengono di certo ben viste dai cittadini. Barbara Fruch NAPOLI Clan Polverino, maxi sequestro per 10 milioni Nell operazione ad ottobre erano state arrestate tre persone per speculazioni edilizie Maxi sequestro effettuato dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e dai finanzieri di Giugliano in Campania cha hanno eseguito un provvedimento cautelativo preventivo emesso dal tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea attraverso l apposizione di sigilli a imprese edili, terreni immobili e rapporti bancari. Il totale del valore dei beni sequestrati è di 10 milioni di euro. Stando a quanto riferiscono gli inquirenti i beni sarebbero riconducibili a tre persone ritenute affiliate al clan di camorra dei "Polverino", che opera nell'area a nord di Napoli e al quale - sempre secondo gli investigatori - erano destinati gli utili di questo patrimonio. Il sequestro è il risultato di una precedente attività investigativa ma che appartiene allo stesso filone di indagini di quello dello scorso ottobre dove i carabinieri avevano scoperto speculazioni edilizie del clan Polverino e sottoposto a sequestro beni mobili e immobili per un valore di 28 milioni di euro. In quella occasione i tre erano stati arrestati per associazione di tipo mafioso, esecuzione di opere edili senza autorizzazione o in maniera difforme da quanto autorizzato e, in concorso con pubblico ufficiale, di falsità materiale e ideologica in atti pubblici aggravati da finalità mafiose. Chantal Capasso FERRARA SITUAZIONI SURREALI Mio figlio è morto : la scusa di una 50enne per non lavorare La donna, che ha inventato tutto per intascarsi euro recuperati da alcuni clienti, è stata condannata dal giudice a 8 mesi di reclusione e 400 euro di multa Mio figlio è morto. Una tragedia che non si augurerebbe nessun genitore e che una madre è riuscita ad utilizzare come scusa per non andare al lavoro. Con una freddezza e un cinismo incredibili, una 50enne aveva finto il decesso del figlio di 7 anni ma, scoperta e sbugiardata, è stata denunciata e condannata, ora, a 8 mesi di reclusione e 400 euro di multa. Teatro della squallida vicenda è Ferrara. Nel febbraio di 3 anni fa la donna (di cui nono sono state rese le generalità per non identificare il minorenne) viene assunta con un contratto a tempo determinato da un impresa che si occupa di sistemi di allarme. Il suo compito è quello di trovare nuovi clienti. All inizio tutto procede bene, poi a maggio i titolari le fanno presente la necessità di avere euro da due clienti, che ancora non avevano pagato. Ci penso domani, non preoccupatevi è la rassicurazione della dipendente. Il giorno successivo, però, non si presenta al lavoro e quando il responsabile tecnico la chiama al telefono lei risponde: Scusate, mio figlio è caduto in piscina ieri sera. Ha battuto la testa ed è ricoverato in gravi condizioni a Bologna. L azienda si mostra comprensiva, ma il giorno dopo arriva un terribile sms: Mio figlio purtroppo non ce l ha fatta. È morto durante la notte. I titolari esprimono il loro rammarico, e ribadiscono alla donna di prendersi tutto il tempo di cui ha bisogno per sbrigare le pratiche e riprendersi da un tale dolore. Trascorre una settimana e manda un altro messaggio: Abbiamo fatto il funerale. Non vedo l ora di tornare al lavoro per lasciarmi questa tragedia alle spalle. Passano le settimane, i mesi, e di lei nessuna notizia. Poi l avvocato della ditta fa qualche verifica: nessun giornale ha mai parlato di quanto accaduto, e all anagrafe non risulta nessun bambino morto. Di lì la scoperta: la 50enne, si era inventata tutto; suo figlio di 7 anni, fortunatamente, era vivo e vegeto. Il raggiro serviva solo per intascare quei euro che doveva recuperare da due clienti. Inevitabile la denuncia. Mercoledì la condanna, per appropriazione indebita aggravata dal rapporto di lavoro, truffa e recidiva semplice. Per lei otto mesi di carcere e una multa da 400 euro. Una storia che ha dell incredibile: come può una madre giustificare un assenza utilizzando il figlio? Un caso che purtroppo mette in luce come vi siano persone disoneste pronte a inventarsi qualsiasi cosa pur di truffare i datori di lavoro. Carlotta Bravo

9 9 VENEZIA LA CRISI UCCIDE ANCORA Dall Italia Problemi economici: si suicida imprenditore Il 67enne, titolare della catena di scarpe Galuchat, si è impiccato nella sua abitazione. Dietro la tragedia i problemi di liquidità dell azienda e l avvio di un procedimento di pignoramento di Barbara Fruch La crisi economica e un procedimento di vendita all asta della casa familiare. Non ce l ha fatta un imprenditore del settore calzaturiero, Lorenzo Meggetto, 67 anni, di Zelarino (Venezia): si è ucciso mercoledì in casa impiccandosi. È l ennesima vittima di una depressione sociale senza precedenti. L uomo era titolare della catena di negozi di scarpe Galuchat. Secondo quanto riferito dai familiari, il 67enneo soffriva per i forti problemi economici della società, che gestisce sei negozi di calzature tra Mestre, Forlì e Pordenone. Lorenzo era fratello di Mario Meggetto, pioniere del gruppo di calzature omonimo, il cui marchio è tra i più noti del Nordest: quel marchio lui lo aveva visto nascete e poi crescere. Lorenzo aveva deciso di prendere una strada diversa, separata dal fratello, aprendo una catena con un proprio marchio che gli aveva dato soddisfazione fino al momento della crisi. Depressione economica che lo aveva gettato nello sconforto più totale. Mercoledì mattina, quindi, il 67enne è entrato nel magazzino della sua abitazione sulla Castellana, proprio adiacente a un negozio gestito da un nipote, e l ha fatta finita. Ha stretto la corda attorno al collo e si è impiccato. A trovare il corpo è stata la moglie, che ha immediatamente chiamato i soccorsi. Ma già da subito è stato chiaro che ormai non c era più nulla da fare. Lorenzo Meggetto era già morto. L imprenditore non avrebbe lasciato biglietti o messaggi per spiegare i motivi della decisione. Pare comunque che non ci siano molti dubbi: alla base della tragedia ci sarebbero motivazioni economiche. Secondo quanto si è appreso, l uomo non avrebbe trovato appoggio dal sistema creditizio per superare questo momento di difficoltà e le cartelle di Equitalia avrebbero aggravato la situazione. Pare che fosse già stata avviata la procedura di pignoramento della sua casa. Era una persona per bene commenta uno dei familiari ha sempre pagato tutte le tasse. Quando si è trovato in difficoltà, ha trovato le porte chiuse da chi fino a poco prima sembrava un valletto nel farlo accomodare nel proprio istituto. Aveva una grande dignità ed è stato questo che l ha portato a compiere l estremo gesto dopo che si è visto pignorare la casa. Lorenzo Meggetto lascia la moglie Diana e quattro figli: Silvia, Davide, Elena e Carlotta. Sconvolti non solo i familiari ma anche i dirigenti delle associazioni di categoria del commercio. La notizia ci addolora - dichiara il presidente di Confcommercio Veneto e Venezia Massimo Zanon - è una perdita per l imprenditoria del nostro territorio che, a prescindere dalle cause della sua scomparsa, lascia un vuoto anche nel mondo associativo. Lorenzo Meggetto è l ennesima vittima di una crisi che sta colpendo duramente l Italia ed in particolare il Veneto, regione ricca di insediamenti produttivi messi a dura prova in questi anni. L INTESA SIGLATA CON IL PREMIER RENZI, I MINISTRI, I GOVERNATORI, I SINDACATI E GLI ENTI LOCALI L Electroloux è salva: firmato l accordo a Roma Nessuno stabilimento verrà chiuso, nessun lavoratore sarà licenziato e non ci saranno tagli ai salari Possono tirare un sospiro di sollievo, almeno per ora, i lavoratori della Elettrolux. Nessuno stabilimento verrà chiuso, nessun lavoratore sarà licenziato e non ci saranno tagli ai salari. Dopo sette mesi di negoziati il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha siglato ieri a palazzo Chigi l accordo raggiunto sulla vertenza. All incontro erano presenti, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il ministro per lo sviluppo economico Federica Guidi, i governatori delle Regioni in cui sono presenti gli impianti del colosso svedese, cioè Luca Zaia per il Veneto, Debora Serracchiani per il Friuli Venezia Giulia e Roberto Maroni per la Lombardia, i vertici di Electrolux e le rappresentanze sindacali. Tra settembre e ottobre Electrolux indicava lavoratori in più, quasi una chiusura per Porcia - ha detto il ministro Guidi - Siamo arrivati a un accordo significativo e importante e, grazie a un nuovo approccio delle relazioni industriali moderno, si preservano tutti i posti lavoro: nessun licenziamento e nessun esubero. Ringrazio le parti sociali per il lavoro svolto, una dimostrazione di grandissimo senso di responsabilità in una trattativa che ha avuto momenti drammatici. Si è dimostrato che con senso di responsabilità si può fare occupazione, nuovi prodotti e innovazione e mantenere produzioni competitive. Un accordo che ha visto collaborare tutti i ministeri. La vicenda Electrolux può essere presa come la smentita dell idea piuttosto diffusa che ogni ministero tende a occuparsi dei fatti suoi - ha detto il ministro Poletti - Nel caso specifico credo di poter dire che la presidenza del Consiglio, il ministero dello Sviluppo e quello del Lavoro hanno agito in piena armonia e condivisione dei tempi e dei modi, per cui il risultato finale è merito di tutti quelli che hanno contribuito. Credo che contratti di solidarietà siano una buona via ha aggiunto perché ridistribuiscono il lavoro tra i lavoratori e quindi non c è la previsione di qualcuno che rimane a casa, ma la condivisione di un sacrificio. Nel decreto lavoro è contenuta una norma sulla decontribuzione dei contratti di solidarietà: abbiamo introdotto la copertura finanziaria dello strumento e abbiamo innalzato la copertura dal 25% al 35%. Un risultato evidenziato anche da Delrio. Siamo felici di questo risultato. Siamo molto impegnati a difendere i presidi industriali dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio Il governo vuole continuare a difendere i lavoratori e creare le condizioni perché le imprese investano in Italia. Soddisfatto anche il Presidente del Veneto. C'erano i presupposti per chiudere un buon accordo spero venga ratificato dai comitati di fabbrica ha spiegato Luca Zaia C'è stata una grande condotta da parte dei lavoratori e di loro rappresentanti, va ricordato che per molti mesi non è arrivata nemmeno una parola dal Governo. C'erano i presupposti per lavorare, abbiamo perso tre mesi e mezzo quando c'era ancora il governo Letta. È stato aperto oggi, non ne conosco le regioni. I quattro governatori hanno fatto fronte comune e non ci sono state guerre tra poveri. Una vicenda quella della Elettrolux che era passata agli onori delle cronache da diversi mesi. Il gruppo svedese ha 55mila dipendenti in tutto il mondo, di cui circa in Italia, dove ha quattro stabilimenti: quello di Porcia, che produce lavatrici; Susegana, per i frigoriferi; Solaro, in cui si realizzano lavastoviglie; e Forlì, per i forni. Il 27 gennaio i rappresentanti dell azienda e i sindacati si erano incontrati a Mestre per discutere del futuro di queste fabbriche, che rischiavano di essere ridimensionate, riconvertite o chiuse a causa della delocalizzazione. In gioco c erano migliaia di posti di lavoro, ma la questione coinvolgeva anche altri settori manifatturieri radicati nel territorio e più in generale l intero patrimonio industriale italiano. A fine ottobre del 2013 la Elettrolux aveva avviato un inchiesta sulla competitività dei suoi siti italiani, dichiarando che concentrerà i suoi investimenti futuri sui prodotti con maggiori possibilità di crescita e con più ampie prospettive di profittabilità. Il progetto prevedeva, tra le altre cose, un taglio del costo del lavoro fino al 20 per cento per gli stabilimenti di Solaro, Forlì e Susegana, così da uniformarlo a quello dei suoi stabilimenti in Polonia e Ungheria. E non forniva nessun piano per lo stabilimento di Porcia, perché anche con nuove misure e integrazioni secondo l azienda non sarebbe stato comunque competitivo. Una scelta quella aziendale che aveva scatenato l ira dei sindacati e reso necessario l interessamento delle istituzioni locali, le quali avevano chiesto un immediato intervento del governo. Ora Palazzo Chigi si è espresso in favore dei lavoratori, dipendenti che possono tirare un sospiro di sollievo in un periodo storico in cui la perdita del lavoro viene vissuta come un dramma. Carlotta Bravo

10 10 Dall Italia PISTOIA Spara all ex marito e si pente Accecata dalla gelosia minaccia di uccidere anche la compagna dell uomo, ma si costituisce Una donna nel pistoiese ha tentato di uccidere il suo ex-marito ferendolo con una pistola, per poi fuggire con i suoi figli al seguito, minacciando che lo stesso destino sarebbe toccato all attuale compagna dell uomo e che quindi avrebbe sparato anche a lei. Dopo tanto trambusto la questione si è risolta nel breve termine, la donna in preda da una gelosia omicida dopo solo due ore si è consegnata ai carabinieri, mentre gli agenti della polizia avevano raggiunto la rivale per metterla al sicuro, mentre i bambini sono stati affidati al nonno materno. La donna 37enne, la cui gelosia l avrebbe spinta all insano gesto, risiede a Ponte Buggianese, (Pistoia). L ex moglie avrebbe sparato all uomo 42enne, dipendente di un supermercato locale, mentre quest ultimo si trovava in un fondo agricolo di sua proprietà a Ponte di Serravalle, nel Pistoiese, insieme ai figli di 8 e 5 anni. La vicenda è accaduta intorno alle di ieri. L'uomo, ferito alla schiena, è riuscito a scavalcare una recinzione e a rifugiarsi nel campo del vicino, che ha dato l'allarme. Subito dopo la donna è fuggita con i figli a bordo dell'auto dell'ex coniuge, una Multipla nera, portando con sé la pistola con cui aveva fatto fuoco contro l'ex coniuge. Sul luogo sono subito accorsi i carabinieri di Pistoia, coordinati dal comandante provinciale, colonnello Eugenio Cacciuttolo, che oltre ad occuparsi delle attività investigative per la ricostruzione di quanto accaduto, hanno subito avviato le ricerche della donna. Prima di mettere in atto il folle gesto pare che la donna abbia riferito a qualcuno che sarebbe andata ad uccidere la compagna dell'ex marito: per questo motivo la polizia di Firenze, allertata dai carabinieri di Pistoia, si è subito recata sul posto dove lavora quest'ultima, nella zona di Novoli, alla periferia nord del capoluogo toscano, portandola in un posto sicuro, lontano dalle ire della ex moglie del suo compagno. Ma la questione si è risolta nel breve termine, poco prima delle quando la donna, accompagnata dal suo avvocato, si è costituita ai carabinieri di Pescia (Pistoia), e i figli sono stati affidati al nonno materno. Ch.C. TREVISO L ENNESIMO ATTACCO ALLA FAMIGLIA MASCHERATO SOTTO EDUCAZIONE SENTIMENTALE Film gay tra i banchi di scuola: i genitori protestano La pellicola sulla storia di un padre che lascia la moglie e va a vivere con un altro. Forte disappunto: I nostri figli non sono pronti di Chantal Capasso Discutibile la scelta compiuta da una scuola media di Treviso che ha proiettato un film in cui si racconta la storia di un padre che lascia la famiglia per un altro uomo, la cui visione, ovviamente è dedicata alla scolaresca con un età media di anni. Ha destato non poche polemiche fra i genitori dei piccoli che in massa hanno manifestato il loro disappunto davanti al primo cittadino trevigiano, Giovanni Manildo. Uno dei genitori ha chiarito: Non siamo persone omofobe ma pretendiamo di essere almeno messi al corrente in anticipo di certi contenuti. Avremmo voluto ci fosse stata una discussione preventiva, sarebbe stato necessario un filtro. Il filmato diffuso rispetterebbe il programma di educazione sentimentale dell Asl 9 per le scuole secondarie inferiori. Tra l altro come precisato dal quotidiano locale la Tribuna di Treviso, è stato proiettato, durante le lezioni, per le terze medie. Ossia bambini di 13 anni. Incomprensibile come la scuola voglia arrogarsi di un diritto che non le appartiene. Compito istituzionale della scuola è quella di istruire i piccoli alle nozioni dettate dalle materie approvate dai programmi didattici ministeriali. Sicuramente non rientra il voler educare all omosessualità. La sessualità è materia complessa che di per sé confonde perché sconosciuta, soprattutto, ai più piccoli. I dettami nozionistici devono essere rispettosi di quelli che sono i canoni medi e naturali della famiglia: uomo, donna. Solo da tale connubio sia amoroso che fisico può nascere una nuova vita ed una famiglia. Non dimentichiamo il dettato costituzionale. Le variazioni al tema possono attendere e venir comprese (forse) in età adulta e non possono essere insegnati a bimbi così piccoli. E qualora lo si volesse fare spetta ai genitori la scelta. Altra considerazione da non sottovalutare è il messaggio che può mandare la proiezione di un film del genere: tutelare l omosessualità a discapito del concetto di famiglia. Nel video viene raccontato che un uomo lascia la propria moglie per un altro.come può essere intrepretato dai bambini. Il voler essere a tutti costi democratici comporta dei danni, se l omosessualità non è una colpa ancor meno lo è essere eterosessuali. Logica la reazione dei genitori: i propri figli non sono del tutto pronti per affrontare simili tematiche.

11 11 UNICO FILM ITALIANO IN CONCORSO PER LA PALMA D ORO A CANNES Spettacoli Le meraviglie di Alice Rohrwacher La storia di quattro sorelle alle prese con l amena vita della campagna toscana di Luciana Caprara Arrivata sul red carpet come la sorella di Alba, Alice Rohrwacher si e' immediatamente imposta come voce e sguardo di un cinema capace di svincolarsi da falsi clichè raggiungendo un successo di critica notevole, già con Corpo celeste opera prima presentata a Cannes nel Così la regista fiorentina torna dietro la macchina da presa con una pellicola che affronta le contraddizioni legate all'abbandono della vita in campagna. Ambientato in Toscana, il nuovo film di Alice Rohrwacher racconta l'estate di quattro sorelle tra cui la protagonista Gelsomina, primogenita che tenta di proteggere la sua famiglia dal mondo "che sta per finire". Stile inconfondibile, quasi documentaristico, che riprende spaccati inquietanti della nostra modernita', pur ripresa in una realta' minore quale quella del Sud Italia. Un microcosmo nel quale i rapporti della comunita' passano ancora attraverso la religione e attraverso certe forme liturgiche popolari più che ecclesiastiche. "Che gioia essere in concorso al festival di Cannes. Speravo in una selezione, mi era stato detto che c'erano buone possibilità ma pensavo al Certain Regard o alla Quinzaine, mai alla gara principale, ne sono felice - ha commentato la regista, che racconta di esser scoppiata in lacrime per la gioia - Non riuscivo a smettere. Credevo che i giochi fossero fatti, Poi la chiamata. La sorpresa, la gioia, il senso di responsabilità " Una sorpresa ma anche un meritatissimo riconoscimento verso un film che presenta la possibilità di una riscoperta riguardo una cinematografia che si riflette in un registro narrativo quasi sperimentale. C'è una casa - quella in cui si svolge la storia - da esplorare stanza per stanza. Clip realizzate per il web, ispirazioni, making of, bozzetti, pensieri del cast durante le riprese, stralci dal diario di Gelsomina consentono entrare nel mondo de Le meraviglie anche grazie alla forma di comunicazione che si sta diffondendo parallelamente on line. Il film della Rohrwacher è l'unico, in lizza per la Palma d'oro, a rappresentare il cinema italiano a questa prossima 67esima edizione del Festival, ad affermare non solo la propria presenza nazionale, ma anche quella femminile. Così l intera storia segue la vicenda di quattro sorelle, ancorate ad una realtà straniata, fatta di natura, bellezza e animali, lontana dalla corruzione cittadina, dalle sregolatezza e dalle piccole manie che insidiano le persone. Al riparo da un mondo esterno e "volgare", le quattro sorelle si stringono tra le mura e i campi della loro dimensione privata, forti dell'affetto nutrito nei loro confronti e nei riguardi della figura paterna, un ulteriore baluardo protettivo. Il delicato equilibrio di questo piccolo cerchio sarà messo a dura prova dall'arrivo di una figura maschile. Insomma, anche quest anno l Italia potrà essere presente sulla Croisette grazie alla pellicola, prodotta ancora una volta da Tempesta Film del produttore Carlo Cresto- Dina con Rai Cinema e il sostegno della Cineteca del Comune di Bologna, che vede nel cast Alba Rohrwacher, sorella della regista, al fianco di Monica Bellucci, Maria Alexandra Lungu, Sam Louwyck, Sabine Timoteo, Agnese Graziani. DAVIDE MARENGO PORTA IN SALA LA COMMEDIA LATINA, REMAKE DI UN NOVIO PARA MI MUJER AAA cercasi Un fidanzato per mia moglie Geppi Cucciari, Luca e Paolo per raccontare l amore dei tempi moderni Davide Marengo giovane regista porta in sala il remake di un film argentino che racconta l amore ai tempi moderni tra visualizzazioni senza risposta su Whatsapp, conversazioni con amanti su Facebook, foto ambigue su Instagram, status incomprensibilmente tragici su Twitter. Insomma, un amore da social net costantemente oppresso dalla fobia del venire facilmente a conoscenza di cose non gradite per incolparsi ad oltranza vicendevolmente. Questo è il motivo portante della trama de Un fidanzato per mia moglie che si propone proprio di parlare dei più recenti e disastrosi valori legati alla coppia moderna. Così, in un racconto a ritroso, due coniugi appena trasferiti a Milano dalle lontane terre sarde, non più particolarmente a loro agio in una terra così diversa, vive tra continue lamentele paventando addirittura un finto e farraginoso tradimento. Ma come per tutte le commedia dell assurdo nulla va come previsto. Insomma Marengo maneggia un copione di origini Latine, Remake di Un novio para mi mujer, pellicola dell argentino Juan Taratuto, destreggiandosi al limite tra la commedia della risata spensierata e quella della risata amara. Alla base degli imprevisti, una serie di situazioni dal sapore tragico e realista, ottenuto mescolando le abitudini della società odierna e la loro vita quotidiana. Nonostante l attualità del tema, però, in questo film, la crisi dei valori coniugali viene trattata in maniera alquanto superficiale ed approssimativa, senza troppa creatività. Marengo, infatti, sembra voler maggiormente sfruttare con abilità la comicità degli attori e la loro bravura, trascurando un po troppo il suo impegno registico. Così il film sembra svolgersi solo attraverso una trama blanda e sostenuta dalla personale bravura di Geppi Cucciari, Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri. Precedentemente apprezzato per Notturno bus e le regie televisive de Il commissario Manara e Boris 3 Marengo, questa volta, resta sospeso tra la riproposizione del remake, che nulla aggiunge al più consumato panorama della commedia nostrana attraverso l accenno di una regia flebile e stentata. Insomma un film piacevole nel complesso ma che stenta ad imporsi in una stagione già ricca di successi. L.C.

12 12 Sport BASKET: ALBERANI TRACCIA IL BILANCIO SULLA VIRTUS Stagione positiva, abbiamo dato continuità al nostro lavoro Il general manager: Meritiamo un 7 in pagella. PalaEur? In semifinale, ma dipende dall avversario di Fabrizio Cicciarelli Dopo la fine della regular season, culminata con il sesto posto che porterà l Acea Virtus Roma a sfidare Cantù nei quarti di finale, il general manager della squadra virtussina Nicola Alberani ha incontrato i giornalisti in una conferenza nella quale ha tracciato un primo bilancio della stagione, introducendo l imminente playoff. «Siamo contenti, con la C maiuscola di quanto fatto finora, abbiamo lavorato bene, se dovessi dare un voto alla stagione sarebbe un 7 pieno. Facendo un passo indietro in questi due anni abbiamo dato continuità a quelle che sono le linee guida del presidente raggiungendo per due volte di fila le Final Eight di Coppa Italia e i playoff. Se guardiamo i nomi delle squadre che sono riuscite a fare altrettanto possiamo essere davvero orgogliosi». L analisi del dirigente virtussino entra poi nello specifico:«in questa stagione abbiamo avuto un ottima partenza, abbiamo addirittura girato la boa come primi in classifica, poi nel girone di ritorno purtroppo le cose sono andate meno bene. I momenti di crisi sono stati principalmente due: uno a cavallo della partita di Eurocup contro Mons, in quel caso sono stati bravi l allenatore, lo staff e i giocatori a rimanere uniti. In questo senso l Eurocup ha giocato un ruolo importante per gli equilibri della squadra, perché, per quanto impegnativa, ha contribuito ad accelerare il processo di coesione e di crescita del gruppo. L altro momento difficile è stato nel girone di ritorno, quando abbiamo perso 4 gare di fila, ma dobbiamo ricordare che le avversarie erano tutte squadre di livello, che si sono qualificati ai playoff e che abbiamo dovuto far fronte una serie importante di infortuni, fra cui l assenza di Mbakwe per 3 gare e di Jones per 4. Considerando anche il periodo senza il play americano, durato 5 settimane, in queste gare abbiamo vinto solo una volta su nove, che ad essere onesti con un po di fortuna in più poteva diventare almeno tre su nove, cosa che ci avrebbe fatto pareggiare il rendimento del girone di andata». Alberani si sposta poi sui tifosi, in aumento ma sempre meno rispetto alle altre squadre: «Un altro motivo di gioia è legato al pubblico, che ha dimostrato il suo legame con la squadra confermando un andamento crescente in termini di presenze e incassi, nonostante la prima gara casalinga giocata in campo neutro e il posticipo al lunedì di una partita molto sentita come quella contro Milano. Di contro ci confermiamo, con rammarico, agli ultimi posti del campionato a livello di spettatori, dato che fa male al presidente e di cui dobbiamo tenere conto in alcune dinamiche». I playoff potrebbero vedere la Virtus tornare a giocare sul parquet del PalaEur: Il Pala- Lottomatica? Di sicuro disputeremo i quarti di finale al Palazzetto, poi speriamo di doverci porre questo problema. Dipende tutto dall eventuale avversaria, se fosse Siena andremo nell impianto dell Eur, se fosse Reggio forse dovremo rimanere qui perché in alcune date il PalaLottomatica non è disponibile. C è poi spazio per la questione dell elezione del presidente di Lega: «Leggiamo una girandola di nomi, veri o falsi che siano, ma il problema è il metodo di scelta. Noi chiediamo un incontro ufficiale in Lega in cui le società possano delineare insieme un profilo del candidato ideale, per poi stilare una rosa di nomi dalla quale scegliere il più adatto. Crediamo invece che partire da un nome non sia un processo corretto, perché non rispecchia le necessità della Lega e il bene comune. È il metodo che è sbagliato. Il finale però è tutto per la Virtus: «Come sta la squadra in vista dei playoff? Tutti hanno dato risposte positive, anche chi ha giocato meno si è fatto trovare pronto, come D Ercole a Venezia o Moraschini contro Varese. Si respira un buon clima, a Cantù sarà difficile ma nessuno ha la pancia piena. E poi, ad essere onesti, sono i nostri avversari ad avere la pressione addosso, noi andremo al Pianella più leggeri». Si chiude con una vittoria il Crazy Shoot di Sisal Matchpoint, co-sponsor dell'acea Virtus Roma, che vede il tifoso Pino aggiudicarsi il "mega" assegno di 500?. Il gioco a premi, organizzato da Sisal Matchpoint durante l'intervallo delle partite dell'acea Virtus Roma, ha visto 14 concorrenti sfidarsi per accaparrarsi il jackpot. Due i vincitori, ma anche gli altri partecipanti hanno potuto consolarsi con una maglia della Virtus autografata dal capitano Phil Goss Crazy shoot: colpo assegno

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