Rassegna stampa. A cura dell Ufficio Stampa FIDAS Nazionale. Mercoledì 13 gennaio Rassegna associativa. Rassegna Sangue e emoderivati

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1 Rassegna stampa A cura dell Ufficio Stampa FIDAS Nazionale Mercoledì 13 gennaio 2016 Rassegna associativa Rassegna Sangue e emoderivati 2 Rassegna sanitaria, medico-scientifica e Terzo settore 5 Prima pagina 12

2 Rassegna sangue e emoderivati

3 DOTTORNEWS.IT Cordone ombelicale: in Italia la maggior parte nei rifiuti La Dott.ssa Eliane Gluckman a capo del Dipartimento Trapianto midollo osseo dell Ospedale Saint Louise di Parigi ha dichiarato che nel mondo complessivamente, fino ad oggi, sono circa 30mila i trapianti effettuati da cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale. La tecnica rende possibile ad oggi la cura di oltre 80 patologie. La situazione in Italia non sembra stare al passo con i tempi dato che quasi il 95% dei cordoni viene gettato perchè classificato come rifiuto speciale. In Italia sembra ancora sconosciuta la donazione di sangue placentare. Si tratta della raccolta di pochi millimetri di sangue che, una volta raccolti dal cordone al momento del parto, sono in grado di trattare pazienti colpiti da gravi malattie come la leucemia, il linfoma o l anemia falciforme. Il sangue placentare è la terza fonte di cellule staminali ematopoietiche con midollo osseo e sangue periferico. Esso copre attualmente il 17% degli innesti, o di 250 per anno in media in Francia. La ricerca è in pieno sviluppo, ventitré anni dopo il primo francese trapianto di sangue placentare eseguito da Eliane Gluckman, al St. Louis Hospital. Queste famose cellule staminali che sono note per trasformarsi in diversi tipi di altre cellule, come il fegato, il cuore, il cervello, aprendo la strada per la terapia cellulare, la famosa medicina rigenerativa. La ricerca si propone di usarle per riparare un cuore indossato, fegati alterati, o per il trattamento di una malattia degenerativa del cervello come l Alzheimer o il Parkinson. Pochi sanno ancora in cosa consiste la tecnica e come approcciarsi. La futura madre viene informata su questa possibilità intorno al quarto mese di gravidanza e deve dare un consenso scritto al prelievo. I medici a quel punto faranno le dovute analisi cercando eventuali e possibili controindicazioni basandosi sulla storia medica della paziente. Il prelievo è assolutamente indolore e privo di rischi, viene eseguito immediatamente dopo la nascita al momento del taglio del cordone ombelicale. Solo il 30% delle donazioni viene però trattenuto. Il sangue deve infatti risultare particolarmente ricco di cellule staminali ematopoietiche. Entro 24 ore poi viene congelato e conservato. Un semplice gesto quindi può dare la possibilità a chi è malato di guarire senza rischi; un gesto di solidarietà a cui il nostro Paese deve cercare di adeguarsi.

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5 Rassegna Politica sanitaria, Medico-scientifica e Terzo Settore

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10 VITA.IT Impresa sociale, qual è la direzione giusta? Gran Bretagna, Francia e Belgio. Tre modelli per l'italia di Roberto Randazzo Con la ripresa dei lavori parlamentari riparte il dibattito in Senato. Quale direzione deve prendere il nostro Legislatore? L'avvocato Roberto Randazzo presenta tre strade possibili Con la ripresa dei lavori parlamentari nelle prossime settimane si riaprirà il dibattito sul percorso di riforma del Terzo Settore, in questo ambito, una parte rilevante sarà legata ai ragionamenti relativi al rinnovamento delle forme di imprenditoria sociale. Come noto, l'italia ha precorso i tempi approvando, nel 2006, la norma sull'impresa sociale che, tuttavia, ha avuto una scarsa e del tutto marginale efficacia nel nostro sistema. Senza più perdere tempo prezioso, e accantonando qualsiasi riflessione e commento riguardo al passato, oggi preme volgere lo sguardo al futuro e, anziché chiudersi in un approccio autarchico alle nuove forme di imprenditoria sociale, bisogna trarre ispirazione dai modelli adottati in altre giurisdizioni europee e dalle dinamiche poste in essere dall'unione Europea allo scopo di sviluppare il sistema dell'imprenditoria sociale. La Commissione Europea, nell'ambito del piano strategico Europa 2020, ha lanciato nel 2011 la Social Business Initiative (SBI) considerando l'imprenditoria sociale come uno degli elementi centrali per la trasformazione economica e sociale del continente. L'ex presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, "padre" della Social Business Initiative L'allora Presidente della Commissione, José Manuel Barroso, annunciando la SBI, fece espresso riferimento al "ruolo centrale dell'imprenditoria sociale per la crescita ed il cambiamento, in grado di dimostrare che é possibile agire in maniera più responsabile pur operando positivamente e con successo sul mercato. Diventando un concreto motore di crescita per l'ue". Dunque, mercato e innovazione sociale non sono considerati come antitetici, al contrario l'affermazione e la diffusione dell'economia sociale sul mercato è stata incentivata dall'ue attraverso interventi specifici in materia di Public Procurement e con il sostegno agli investimenti nell'imprenditoria sociale, sia mediante il suo inserimento fra le aree prioritarie dei Fondi Strutturali sia promuovendo gli investimenti privati nel social business con l'istituzione del Fondo Europeo per l'impresa Sociale ed il sostegno a forme di venture capital.

11 In questo ambito, il legislatore avrà anche la possibilità di trarre ispirazione dall'analisi di forme giuridiche adottate in altre giurisdizioni europee che già hanno stabilito di coniugare esigenze di utilità sociale con lo svolgimento di attività imprenditoriale in un'ottica di mercato. La giurisdizione che ha precorso i tempi è quella del Regno Unito che già nel 2005 introduceva la Community Interest Company (CIC), caratterizzata da scopi benefici prevalenti e da una distribuzione degli utili limitata ad una percentuale che possa garantire il perseguimento di tali scopi come finalità prevalente. Attualmente la somma complessiva dei dividendi non può superare il 35% dei profitti distribuibili della CIC. La misurazione del beneficio comune ottenuto dalla CIC viene effettuata annualmente mediante la presentazione, da parte di quest ultima, di un rapporto specifico al CIC Regulator che ne valuta la rispondenza con il community interest statement depositato in sede di costituzione della CIC. Anche il Belgio ha introdotto nel proprio ordinamento una disciplina che si muove in questa direzione prevedendo che, sia le società di capitali che le cooperative potessero acquisire lo status di Société à Finalité Sociale. Nella fattispecie, la normativa vigente prevede la possibilità per tali anti di distribuire tra i soci una quota di dividendi che non ecceda il 6% del capitale versato. Questo vale anche nel caso in cui tra i soci figurino uno o più investitori (es. un fondo sociale d investimento). Più recentemente, con la legge 856 del 31 luglio 2014, la Francia ha introdotto la disciplina della Entreprise Solidaire d'utilité Sociale (ESUS), uno status che può essere concesso ad enti senza scopo di lucro, cooperative e società di capitali nel caso in cui questi rispondano a determinati requisiti. In particolare la normativa richiede che le ESUS perseguano principalmente scopi di utilità sociale e che questi ultimi abbiano un sensibile impatto sul business dell ente. Almeno il 66% delle voci di costo deve essere dedicato al perseguimento delle finalità sociali, in alternativa, nel corso degli ultimi tre esercizi, il rapporto tra la somma dei dividendi e della remunerazione degli strumenti finanziari non bancari (es. obbligazioni), da una parte, e la somma dei capitali propri e dei contributi finanziari non bancari, dall altra, deve essere inferiore al tasso medio di rendimento delle obbligazioni di società private, aumentato del 5 %. Qualsiasi dovesse essere la scelta del nostro legislatore in merito all'imprenditoria sociale, essa non potrà non tenere conto della direzione in cui si sta muovendo l'unione Europea, né fare a meno di trarre ispirazione dalle scelte effettuate, recentemente, da altre giurisdizioni europee. Di certo, non si potrà fare a meno di valutare con attenzione quali siano le più recenti tendenze di questo mercato e le intersezioni dell'impact investing con il mondo dell'imprenditoria sociale. Una riforma, perché sia efficace, sistemica e longeva non deve limitarsi ad interventi di semplice maquillage, ma deve essere in grado di tracciare la strada di una vera innovazione, che permetta di guardare ben oltre l'orizzonte.

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