ABRUZZO Abruzzo da: I NUMERI pensati della Giustizia Minorile - Dicembre 2008

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1 ABRUZZO Abruzzo

2 1 RAPPORTO SULLA DEVIANZA MINORILE IN ITALIA 226

3 4. SCENARI REGIONALI ABRUZZO 227

4 1 RAPPORTO SULLA DEVIANZA MINORILE IN ITALIA 228

5 4. SCENARI REGIONALI ABRUZZO 229

6 1 RAPPORTO SULLA DEVIANZA MINORILE IN ITALIA Centro per la giustizia minorile per l Abruzzo, le Marche e il Molise Regione ABRUZZO Analisi della devianza minorile: incidenza nei territori, caratteristiche dei minorenni, tipologia dei reati L analisi degli aspetti quantitativi e qualitativi dell utenza che accede ai Servizi Minorili dell Abruzzo conferma che l andamento del fenomeno della devianza minorile negli ultimi anni si è modificato sia in termini d incidenza, sia rispetto alla tipologia dei reati. Precedentemente, infatti, in questo territorio gli episodi di devianza minorile costituivano un fenomeno marginale e perlopiù limitato alle zone costiere e, in particolare, alla popolazione Rom, stanziale in quei territori. La lettura attuale dei dati a disposizione, invece, indica un significativo cambiamento rispetto alla provenienza dei minori, che non è più concentrata nelle zone costiere, ma risulta distribuita più omogeneamente nel territorio regionale. Questa analisi è confermata anche dai dati sui minorenni denunciati alle Procure nel 2006 (distribuzione provinciale) e dal quoziente di criminalità minorile calcolato nelle province abruzzesi nello stesso anno, rispetto al quale si evidenzia il dato relativo alla Provincia di L Aquila che risulta tra i primi territori interessati dal fenomeno. Si può affermare, inoltre, che il fenomeno della devianza minorile sta assumendo caratteristiche allarmanti sia per le componenti di aggressività ricorrenti nelle varie tipologie di reato, sia per l aumento dei reati contro la persona (violenza sessuale, tentato omicidio, pedofilia, lesioni personali gravi), connessi alle dinamiche negative nell ambito del gruppo dei pari e riconducibili, spesso, al fenomeno del bullismo. Si conferma anche per il 2007 la trasversalità sociale della devianza minorile rilevata negli ultimi anni ed un aumento significativo dell incidenza di forme di disagio psicologico e, in alcuni casi, di disturbo psichico, nonché di assunzione di sostanze stupefacenti. E importante sottolineare che tali problematiche cominciano ad essere riferibili anche a minori rom e/o stranieri. Rispetto all utenza, un ulteriore emergenza è rappresentata dall incremento dei minorenni stranieri non accompagnati, per i quali sarebbe necessario implementare la rete territoriale dei Servizi con un maggiore impegno da parte degli Enti Locali per una presa in carico più globale delle problematiche complesse di cui sono portatori questi minorenni. In riferimento all utenza straniera si evidenzia: una prevalenza di minori provenienti dall area geografica dell ex Jugoslavia e della Romania; una maggiore complessità degli interventi dei Servizi a causa della difficoltà di accesso alle risorse disponibili a causa della mancata identificazione e/o regolarizzazione dei minori. I ragazzi di cultura Rom costituiscono una percentuale sempre significa- 230

7 4. SCENARI REGIONALI ABRUZZO tiva della devianza minorile abruzzese. Essi appartengono a famiglie stanziali da alcune generazioni e risiedono in tutte le province abruzzesi, con una concentrazione maggiore nella città di Pescara, nel territorio vastese per quanto riguarda la provincia di Chieti, nei paesi della costa teramana e, per quanto riguarda la provincia di L Aquila una concentrazione significativa è presente nella zona di Avezzano. Gli elementi fin qui evidenziati richiedono una rimodulazione degli interventi a tutti i livelli e rendono necessario l implementazione delle risorse, con particolare riferimento alla ricerca di ulteriori e più fattive sinergie con gli Enti Locali e coi i servizi specialistici del territorio, per rendere tempestiva e più efficace la presa in carico dei minorenni con particolari problematicità, quali sono quelle connesse all assunzione di sostanze stupefacenti, ai disturbi psicologici e di salute mentale. Le risposte ai bisogni dei minori stranieri attuate dai Servizi, consistono prevalentemente nell attivazione d interventi da parte dell Ente Locale o da parte di Associazioni operanti nei territori (On The Road, Caritas, Save the Children ecc.) sia per quanto concerne la loro regolarizzazione, sia per l attivazione del ricovero in comunità (quando non hanno riferimenti parentali). Sul piano della tutela dei diritti si può affermare che all interno delle strutture limitative della libertà (CPA ed IPM) siano sempre garantiti sotto il profilo religioso ed alimentare, mentre l USSM si attiva prevalentemente per la garanzia del diritto allo studio e per gli inserimenti lavorativi. In proposito occorre precisare che è proprio la scuola, media inferiore e superiore, l istituzione che garantisce sempre l accoglienza dei minori stranieri, anche quando si tratta di clandestini o irregolari. L Ente Locale, invece, si fa carico dei minori non accompagnati, garantendo loro, su segnalazione dei Servizi Minorili, il ricovero in comunità sino alla maggiore età. In merito alle problematiche di cui sono portatori i minori stranieri irrinunciabile appare il servizio di mediazione culturale, in modo particolare all interno dell I.P.M., ma anche per gli altri Servizi. Si sta cercando, pertanto, d implementare tale tipo d intervento. Tutti i Servizi Minorili, inoltre, hanno avviato una serie di azioni propositive tese alla formalizzazione di protocolli operativi con gli Ambiti Territoriali, per una presa in carico congiunta dei minori stranieri, con i seguenti obiettivi: realizzare interventi unitari rispetto alle problematiche civili e penali dei minori stranieri; sperimentare ed individuare buone prassi operative tenendo conto della peculiarità del target e delle particolari esigenze che lo caratterizzano; attivare le risorse esistenti e disponibili anche in favore dei minori stranieri dell area penale, con particolare riferimento agli interventi di mediazione culturale. Tra gli interventi in favore dell utenza, il C.G.M. nell anno 2007 ha avviato la realizzazione di un progetto, finanziato dalla Regione Abruzzo 231

8 1 RAPPORTO SULLA DEVIANZA MINORILE IN ITALIA Assessorato alle politiche sociali finalizzato alla sperimentazione di borse lavoro per favorire l inserimento lavorativo dei minori che entrano nel circuito penale e all erogazione di sussidi ed incentivi con particolare riferimento ai minorenni/giovani adulti stranieri. Attraverso la sperimentazione delle borse lavoro, inoltre, s intende promuovere la realizzazione di un circuito stabile per l inserimento dei minori dell area penale nel mondo del lavoro, in collaborazione con l Amministrazione Regionale. Si riportano in forma sintetica i dati e le analisi sull utenza differenziati per Servizio. Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni L Aquila e sezioni staccate di Pescara e Teramo Dai dati statistici si evince che il maggior numero di interventi richiesti dall A.G. è quello relativo all inchiesta sociale, mentre, seppure significativi nell ambito dell operatività dell USSM, risultano numericamente inferiori gli interventi per l applicazione di misure penali e le messe alla prova. Rispetto alla tipologia dei minori italiani si rileva che la maggior parte di essi entra nel circuito penale per un unico fatto-reato, o per episodi di devianza riconducibili ad un periodo circoscritto. Meno frequenti i casi dei minori che permangono nel sistema penale e che intraprendono carriere devianti. Si tratta, in questi casi, di minori che manifestano particolari situazioni di disagio sia personale (tossicodipenzenza e/o problemi psicologici o psichiatrici) che familiare (devianza familiare, problemi economici). Un altro elemento importante per la lettura della devianza minorile nel contesto di riferimento è dato dal livello di scolarizzazione dei minori. Dall analisi del Servizio, infatti, risulta che la maggior parte di essi è in possesso della licenza media inferiore, mentre minoritario risulta il numero dei minori che frequenta una scuola d istruzione superiore. Il maggior numero di soggetti che prosegue gli studi, inoltre, frequenta istituti tecnici e spesso presenta una carriera scolastica caratterizzata dagli insuccessi (circa il 90% dei casi). Riguardo all utenza straniera, si evidenzia che la maggior parte di essa è costituita dai minorenni non accompagnati. Tale condizione rende particolarmente difficoltosa la costruzione d interventi progettuali da parte del Servizio a causa: della difficoltà d identificazione del minore e, conseguentemente, della difficoltà nell individuazione di un percorso d inserimento sociale e/o d inserimento lavorativo; della mancanza di riferimenti familiari e/o di persone significative; difficoltà tra i tempi del progetto d intervento e i tempi di regolarizzazione dei minori, che spesso divengono maggiorenni. Tra i minorenni stranieri, inoltre, si riscontra una maggiore difficoltà d intervento in favore dei Rom stranieri (provenienti perlopiù dall Europa dell est), per i quali la forte appartenenza alla cultura di origine risulta ostativa ad una concreta possibilità d inserimento nel tessuto sociale. Rispetto a questi mino- 232

9 4. SCENARI REGIONALI ABRUZZO renni, inoltre, è difficoltosa anche la raccolta d informazioni, a causa dell irreperibilità (spesso) dei nuclei familiari. Per le ragazze Rom straniere (ma anche per le Rom abruzzesi) si evidenzia anche la difficoltà a sottrarsi alle imposizioni familiari che riguardano importanti scelte di vita. Esse infatti, spesso sono sposate (secondo il rito Rom) e madri fin da giovanissime. Nei loro confronti viene esercitato un maggiore controllo culturale da parte delle famiglie, a partire dall istruzione scolastica, cui non sono ammesse o che è loro consentita limitatamente al ciclo della scuola elementare. Rispetto all utenza segnalata al Servizio si rileva, inoltre, che l età media si attesta intorno ai 16 anni, con una discreta percentuale di diciassettenni. Ciò implica il compimento della maggiore età nel corso del procedimento penale (dall eventuale arresto all udienza preliminare e/o dibattimentale). Gli interventi del Servizio si articolano su due livelli: attraverso la presa in carico diretta dell utenza e attraverso l attivazione di strategie d intervento in collaborazione con tutte le istituzioni pubbliche e private operanti sul territorio. Il Servizio, inoltre, è particolarmente attivo per quanto riguarda gli interventi di promozione della legalità, realizzati in diversi istituti scolastici superiori, che in talune realtà hanno coinvolto anche i genitori dei minorenni. Istituto Penale per i Minorenni Ferrari L Aquila Al 31 dicembre 2007 si registrano n. 56 ingressi. Si tratta prevalentemente di minori e giovani adulti provenienti da altri Istituti e, perlopiù stranieri (il 70%). Rispetto all intervento trattamentale, la provenienza da altri distretti rende necessario il raccordo continuo con gli altri Servizi Minorili della Giustizia del territorio nazionale, al fine di garantire la continuità degli interventi in termini progettuali e di ricostruire la storia personale e familiare dei minori. I minori presenti nella struttura sono, perlopiù, sottoposti a misura cautelare e non residenti o domiciliati nel territorio regionale, pertanto, la loro permanenza è relativamente breve e non favorisce la realizzazione d interventi finalizzati al reinserimento territoriale. Tale difficoltà è ampliata dal fatto che la maggior parte dell utenza straniera che fa ingresso in IPM, risulta sprovvista di documenti o in condizione di clandestinità. Dall analisi dei dati statistici e dei singoli casi dei minori entrati in Istituto si conferma la tendenza già rilevata negli scorsi anni, che può essere sintetizzata come segue: conferma di un aumento temporale delle permanenze dei minori in regime di custodia cautelare; conferma dell ingresso di un significativo numero di giovani stranieri. Si rileva, altresì, un cambiamento rispetto: al significativo aumento dei giovani provenienti dall Europa dell Est; alla diminuzione dei giovani in regime di esecuzione pena; alla diminuzione degli ingressi dei giovani rom abruzzesi; 233

10 1 RAPPORTO SULLA DEVIANZA MINORILE IN ITALIA all aumento dei minori provenienti dal territorio distrettuale. Caratteristiche dell utenza: spesso si tratta di minori stranieri non accompagnati e quindi senza riferimenti parentali o significativi sul nostro territorio; i minori stranieri sono perlopiù privi di documenti di riconoscimento che ne rendono difficoltosa non solo l identificazione, ma anche la costruzione di progetti d intervento; presenza di numerosi minori e/o giovani adulti con situazioni penali gravi. Per quanto riguarda l analisi dei reati commessi, sembra confermarsi la tendenza al raggruppamento intorno a tre fattispecie, cioè: i furti, le rapine e la detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Le denunce relative alle rapine ed alle rapine aggravate (16) e le 7 denunce per violenza sessuale, un caso di tentato omicidio, fanno pensare ad un aumento della violenza nella commissione dei reati. In particolare, i reati previsti dagli artt. 73 e 74 del DPR 309/90 coinvolgono maggiormente gli stranieri, in alcuni casi con un evidente salto di qualità delinquenziale, che li vede coinvolti in organizzazioni criminali di grosso spessore, sia pure con compiti marginali e basse posizioni gerarchiche. Si rileva, inoltre, un aumento della presenza di minori con problemi di natura psicologica e/o psichiatrica, che hanno reso necessario il ricorso ai servizi di Neuropsichiatria Infantile e di salute Mentale della ASL. In netto aumento anche i minori assuntori di sostanze stupefacenti, per i quali è stato necessario il ricorso al Ser.T. Centro di Prima Accoglienza L Aquila Nel corso dell anno 2007 si sono registrati n. 36 ingressi, di cui n. 25 di minori italiani (1 femmina) e 11 stranieri (1 femmina). Tra i minori italiani solo uno è di cultura Rom. Gli ingressi si sono distribuiti più o meno regolarmente nel corso dei mesi, fatta eccezione per il mese di luglio, durante il quale non è entrato alcun minore. Dei 36 minori n. 34 sono in stato di arresto e n. 2 in stato di fermo. Anche nel 2007 si è verificato un maggiore afflusso di minori italiani che conferma la tendenza degli ultimi tre anni ed una sensibile diminuzione della presenza di minori Rom stranieri senza fissa dimora. Si riconferma, inoltre, anche il dato relativo alla provenienza territoriale dei minori, che, come in passato, provengono quasi tutti dalla zona costiera abruzzese. Per quanto riguarda la tipologia dei reati per i quali i minori sono transitati nella struttura, si riconferma la tendenza degli anni precedenti, con un elevato numero di ingressi di minori italiani implicati nello spaccio di sostanze stupefacenti (14 su un totale di 18 minori). Nel 2007, contrariamente agli anni precedenti, risulta molto basso il ricorso alla custodia cautelare, mentre si è ampiamente elevato il ricorso alle misure cautelari della permanenza in casa e del collocamento in comunità. La permanenza media dei minori all interno della struttura è in media di circa tre giorni. Va sottolineato, comunque, che è stato necessario trattenere alcuni 234

11 4. SCENARI REGIONALI ABRUZZO minori con trattamento metadonico nel CPA dopo l udienza di convalida, al fine dell individuazione di idonee strutture comunitarie. Dall analisi dei singoli casi è possibile osservare brevemente, a completamento dei dati e degli aspetti già illustrati, a margine delle tabelle statistiche, quanto segue: La quasi totalità dei ragazzi italiani che hanno fatto ingresso nel CPA nel 2007, risulta iscritta alla scuola media superiore, mentre solo un minorenne risulta in possesso della sola licenza elementare; I ragazzi che svolgono regolare attività lavorativa sono n. 4, mentre gli altri sono perlopiù in attesa di prima occupazione; n. 20 minori si sono dichiarati consumatori di sostanze stupefacenti: n.14 di hashish, n. 1 di alcol, n.2 di eroina, n.2 poliassuntori di sostanze; per n. 4 minori consumatori di sostanze stupefacenti è stato necessario richiedere l intervento del Ser.T, in quanto presentavano segni di crisi di astinenza da cocaina e da eroina; L uso delle sostanze stupefacenti è legato al reato di detenzione a fini di spaccio per n.11 italiani e n. 4 stranieri, mentre n. 5 minori che hanno dichiarato l uso di sostanze sono indagati per reati diversi dallo spaccio. E stato rilevato anche l uso frequente di sostanze alcoliche, che spesso è emerso nel corso dei colloqui, come un comportamento che rientra nella normalità. Per quanto riguardo l età in cui ha inizio l assunzione di droghe leggere, i ragazzi riferiscono mediamente attestarsi intorno ai 14 anni, in concomitanza con l ingresso nella scuola media superiore, con la tendenza ad aumentarne il consumo nel corso del tempo. La configurazione familiare dei minori sembra prevalentemente nella norma così come i vissuti familiari che solo in alcuni casi hanno fatto emergere situazioni dolorose di lutti o separazioni. L utenza straniera nel periodo di riferimento rappresenta il 31% degli ingressi totali. Si rileva una variazione rispetto agli anni precedenti, con un calo di presenze di minori rumeni e con un lieve incremento di minori provenienti dalla ex Iugoslavia. Si conferma, invece, il dato relativo all età, con una prevalenza di ultrasedicenni, mentre per quanto riguarda la tipologia dei reati prevalgono decisamente quelli contro il patrimonio. Comunità L emergenza nel corso del 2007 relativamente ai collocamenti in comunità è rappresentata dalla necessità di reperire strutture terapeutiche per i minori assuntori di sostanze stupefacenti e/o portatori di disturbi psichici. Le comunità utilizzate risultano essere prevalentemente a carattere educativo. Si evidenzia la carenza, nel territorio regionale, di comunità a carattere terapeutico anche per i minori con doppia diagnosi, così come risultano poche le strutture di accoglienza per l utenza femminile. Al fine di un miglioramento generale rispetto ai collocamenti in comunità si è ritenuto importante individuare una linea operativa unitaria, una prassi 235

12 1 RAPPORTO SULLA DEVIANZA MINORILE IN ITALIA condivisa tra tutti i Servizi. In questo senso è stato costituito un primo gruppo di lavoro interservizi sulle comunità formato da operatori del servizio tecnico ed operatori dei Servizi Minorili dell Abruzzo, con l obiettivo della ricerca di una buona prassi per gli inserimenti nelle comunità, coniugando le necessità educative dei/delle minorenni con quelle dei diversi attori che a vario titolo intervengono nel procedimento. 236

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