La rete di opportunità per il lavoro
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- Marta Carletti
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1 POR Asse II OCCUPABILITÀ Linea di Intervento 1 Progetto La rete di opportunità per il lavoro sportelli donna
2 Progetto Rafforzamento dei servizi per il lavoro (DGR 1023 del 06/05/08) La Rete delle Opportunità per il lavoro - Sportello Donna Relazione Finale maggio 2010 PARTE 1. DATI QUANTITATIVI e VARIABILI SOCIO ANAGRAFICHE 1. NUMERO ACCESSI ATTIVITA DI SPORTELLO Da fine settembre 2009 apertura Sportelli per n. 4 ore settimanali: CPI Ente N. Colloqui ind. (su appuntamento) 1 Sessioni di gruppo (6 ore) relative a: Tecniche di ricerca attiva e conciliazione Legnago Cosp 108 su 45 utenti sessione ricerca attiva x 6 utenti sessione conciliazione x 6 utenti Bovolone Cosp 80 su 39 utenti sessione ricerca attiva x 6 utenti sessione conciliazione x 6 utenti Affi Mag 66 su 63 utenti sessione ricerca attiva x 6 utenti Villafranca Mag 91 su 88 utenti sessione ricerca attiva x 6 utenti sessione conciliazione x 4 utenti S.Bonifacio Mag 72 su 70 utenti sessione ricerca attiva x 6 utenti sessione conciliazione x 6 utenti Verona Mag 53 su 52 utenti non sono state realizzate sessioni lo sportello è stato attivato a gennaio 2010 Totale colloqui di orientamento effettuati al = PROVENIENZA DELLE BENEFICIARIE CPI Italia Paesi dell est Africa America Latina Legnago Bovolone Affi Villafranca S.Bonifacio Verona Alcune utenti hanno realizzato più di un colloquio 1
3 3.ETA DELLE BENEFICIARIE CPI Over 45 Legnago Bovolone Affi Villafranca S.Bonifacio Verona STATO CIVILE DELLE BENEFICIARIE CPI Coniugata Nubile Separata Vedova Legnago Bovolone Affi Villafranca S.Bonifacio Verona TITOLO DI STUDIO DELLE BENEFICIARIE CPI Scuola Elementare Licenza Media Diploma Laurea Legnago Bovolone Affi Villafranca S.Bonifacio Verona CARICHI DI FAMIGLIA DELLE BENEFICIARIE CPI No figli 1 figlio 2 figli + di 2 figli Legnago Bovolone
4 Affi Villafranca S.Bonifacio Verona FABBISOGNO ESPRESSO dalle BENEFICIARIE CPI Ricerca Lavoro Formazione Stage Altro Legnago Bovolone Affi Villafranca S.Bonifacio Verona PARTE 2. ANALISI QUALITATIVA FABBISOGNI EMERSI 8. SERVIZI EROGATI A FRONTE DI FABBISOGNI RILEVATI Informazione personalizzata Corsi di alfabetizzazione linguistica e informatica Individuazione e rinvio a percorsi formativi ad hoc Supporto nell accesso a voucher di formazione individuale Strumenti e normativa di conciliazione e pari opportunità Figure professionali e bacini d impiego Sostegno mirato alla ricerca attiva Supporto nell accesso a J4U per l individuazione di offerte Strumenti aggiornati e canali di self marketing Attivazione di network professionali e contatti imprese locali Sostegno piani di sviluppo professionale Definizione/ridefinizione obiettivi professionali Analisi e valorizzazione competenze Sostegno avvio microimpresa Accompagnamento e sviluppo cultura auto impiego Opportunità del microcredito e microimpresa Sostegno empowerment personale Setting di ascolto, rimotivazione, ricerca di sinergie di rete Sviluppo capitale sociale: percorsi di cittadinanza attiva, corsi di comunicazione, autostima, gestione tempo ecc 3
5 9. RETI INTERNE ED ESTERNE ATTIVATE Rete Figure e snodi attivati Buona Pratica Interna Cpi Operatore Accoglienza Orientatore Operatore Incrocio dom/offerta Condivisione procedure rinvio sportello donna Equipe integrata che incrementa l apprezzabilità dei servizi offerti dai Cpi Comuni Assistenti Sociali Assessori Servizi Sociali Assessori Pari Opportunità Servizi Informagiovani/Lavoro Sportelli Badanti Promozione Servizio Presa in carico condivisa fasce deboli Rinvio di utenti dal territorio allo Sportello Attivazione/Stimolo servizi per la cura Condivisione informazioni opportunità locali Organismi di Parità Commissioni P.O. di Bovolone Commissione P.O. di Legnago Le referenti delle commissioni P.O. dei comuni di Legnago e Bovolone hanno partecipato alle Consigliera di Parità Provincia sessioni conciliazione illustrando reti Consulte Ass. Femminili formali/informali e servizi a supporto della cura Sistema impresa Cooperative locali Agenzie per il Lavoro locali Rinvio a seguito di contatto diretto Mediazione e sostegno candidatura Imprese Progetti in atto F.S.E. Linea 1 (conciliazioni) Rinvio mirato dell utente al progetto F.S.E. Linea 2 F.S.E. Inclusione Sociale Reti orientamento adulti All.A rispondente ai bisogni rilevati. Ottimizzazione risorse e opportunità territorio. Coordinamento con il lavoro di sensibilizzazione aziende operato dal gruppo conciliazioni. Agenzie Formative Enti di formazione locali Centri territoriali permanenti Condivisione informazioni opportunità Implementazione area informativa front office Cpi 11. IL DOPPIO SI Si riportano di seguito alcuni elementi emersi dai colloqui e da un intervista qualitativa (Guida Doppio Sì - Pdf FTP) quale strumento di ricerca intervento per la rilevazione dei fabbisogni di genere di un cui un Servizio per il Lavoro dovrebbe tener conto pena l esclusione femminile dalle opportunità di riqualificazione e occupazione. 4
6 Nei confronti delle donne - nei 6 Centri per l Impiego Mag e Cosp hanno articolato colloqui per lo più caratterizzati: 1) dall ascolto dello specifico bisogno di lavoro, che veniva comunicato quasi sempre, non scisso dal contesto di vita e di cui era fondamentale recuperare elementi ( lavoro fuori casa sì- ma anche spazi per la cura); 2) dalla rinominazione compartecipata che - al presente - c è una realtà generale di crisi del lavoro, delle imprese, dell economia, anche globale, che determina disoccupazione ed inoccupazione (decostruzione del senso di colpa soggettivo rispetto alla capacità di trovare lavoro); 3) dall alimentazione della fiducia che - pur nella crisi - si può non rinunciare al desiderio di lavorare fuori casa, validando la propria storia lavorativa, la propria soggettività (possibilità di cogliere le differenti opportunità di formazione anche attraverso nuove competenze a volte coerenti con progettualità di lungo periodo o imprese desiderate); 4) dal condividere che il lavoro fuori casa è ancora troppo forgiato sul modello del maschio adulto quanto ad orari e struttura del lavorare (registrazione dalla necessità di forme di part time e di flessibilità possibili; ma anche dal perdurare di ostacoli culturali delega dei carichi di cura/stereotipi - prima che imprenditoriali); 5) dal validare la cura delle relazioni per allargare l orizzonte conoscitivo della realtà; per intraprendere iniziative incoraggiate da figure autorevoli anche per ri-costruire reti solidali e di mutuo-aiuto nei territori (distinzione interiore - da maturare - tra relazioni strumentali-clientelari e relazioni magistrali che favoriscono un più evoluto orientamento soggettivo e professionale). Oltre ai colloqui individuali abbiamo tenuto in alcuni CPI laboratori di gruppo di 3 incontri ciascuno su: La Ricerca attiva del lavoro e Strumenti di conciliazione lavoro-famiglia. Nei laboratori di gruppo le donne hanno scelto di narrare e così di rispecchiarsi l una nell altra quanto a difficoltà, tentativi, insuccessi e possibilità nella ricerca del lavoro. 5
7 Nei laboratori si sono offerte informazioni con strumenti pensati secondo una prospettiva di genere - su come scrivere il curriculum vitae e lettera di presentazione; come affrontare in modo adeguato il colloquio di lavoro; sono state distribuite informazioni su i principali canali e strumenti di ricerca attiva del lavoro; formati con analisi dell'attuale mercato del lavoro e dei contratti più richiesti (con il contributo di operatori del CPI); strumenti ed informazioni per gestire positivamente il doppio ruolo (conciliazione tra impegni famigliari e professionali); analisi delle proprie competenze e della gestione del tempo per conciliare in maniera efficace impegno familiare e professionale; racconto e scambio di esperienze e soluzioni positive di conciliazione di vita familiare e professionale (con un contributo di testimoni, referenti di amministrazioni locali e organismi di parità). Dai questionari personali somministrati alla fine dei laboratori molto soddisfacente è risultata l esperienza di gruppo per tutte le donne. La maggior parte ha apprezzato l ascolto e l attenzione ricevuta, come servizio del Cpi, quale risorsa importante per mantenere il vissuto di dignità pur mancando, nell immediato, alcune soluzioni concrete al bisogno di lavoro e di reddito. In altri casi le partecipanti sono state collegate ad effettive opportunità di formazione e lavoro. La Mag nei colloqui con le donne ha sollecitato anche l emergere di un desiderio/ predisposizione all autoimprenditività sociale. Non poche donne sia italiane che migranti hanno comunicato di aver avuto delle fantasie, di aver fatto dei ragionamenti per un possibile lavoro autonomo. Con queste donne abbiamo cercato di capire quale era il livello di motivazione, di consapevolezza e di attrezzatura. Nel far emergere i desideri di autoimpiego e/o di auto imprenditorialità abbiamo considerato che, il permettersi di immaginare un lavoro in prima persona e magari di descriverlo in un testo, di mostrarlo a persone di fiducia, poteva essere un momento di significativa autoformazione per l effetto di irrobustimento della soggettività e dell autostima. Contemporaneamente, per favorire l attivazione di risorse territoriali, Cosp Verona ha valorizzato reti di promozione della partecipazione attiva femminile già costruite nei territori (rete provinciale pari opportunità) che sfoceranno nel periodo maggio giugno 2010 in una serie di tavole rotonde con il coinvolgimento diretto di Imprenditrici (Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Verona), Imprese Sociali e amministratrici locali anche con l obiettivo di promuovere Patti Territoriali in favore dell Occupazione Femminile. 6
8 SERVE UN APPROCCIO DI GENERE NEI SERVIZI PER IL LAVORO? L esperienza degli Sportelli Donna presso i Cpi della provincia di Verona ha evidenziato (e confermato) le seguenti condizioni direttamente implicate nella possibilità di ricollocazione femminile: 1) La mancanza di opportunità di riqualificazione professionale (soprattutto nel territorio provinciale) di facile accesso per le cittadine sia da un punto di vista organizzativo (sedi distanti, orari incompatibili con le esigenze di cura, mancanza di servizi di supporto) che di contenuto; 2) La carenza di servizi integrativi per l infanzia nella fascia pomeridiana e per l assistenza domiciliare degli anziani; 3) La carenza di servizi di collegamento e di trasporto pubblico in favore della mobilità (soprattutto nei territori più periferici); 4) La difficoltà a conciliare il ruolo familiare e inserimento lavorativo e, per tali motivi, l oggettiva impossibilità a rispondere alle richieste del mondo produttivo (si evidenzia, come sottolineato dalla Consigliera di Parità, che nel periodo 2007/2008 n. 100 donne hanno dato dimissioni volontarie. Di queste 2/3 lo hanno fatto per difficoltà di conciliazione, perché prive delle conoscenze relative a possibili strumenti di mediazione e anche delle conseguenze in termini di possibilità di reinserimento). 5) Una crescente domanda di supporto per la costruzione di strade alternative alla forme tradizionali del lavoro subordinato nella direzione di una maggior conciliazione); 6) Il persistere di discriminazioni indirette nell accesso alle opportunità lavorative: le offerte di lavoro presentate dagli operatori incrocio domanda offerta di lavoro sono talvolta compatibili con il profilo professionale delle utenti ma incompatibili dal punto di vista degli orari, delle sedi e delle condizioni richieste; 7) L esigenza di un setting e di strumenti adeguati per esercitare una puntuale rilevazione /risposta possibile a quei vincoli oggettivi e soggettivi che specificatamente caratterizzano il rapporto femminile con il lavoro. I processi culturali che stanno investendo l identità femminile e maschile in rapporto ai temi del lavoro e della cura sono in trasformazione. Tuttavia le asimmetrie ancora presenti, l assenza di supporti adeguati e le specificità dei bisogni rilevati richiamano ancora ad un attenzione specifica alla questione del lavoro femminile che richiede diverse opzioni di intervento. 7
9 L esperienza realizzata conferma che, l aumento dell occupabilità e occupazione femminile non può darsi senza i seguenti elementi che lo SPORTELLO DONNA dovrebbe/potrebbe presidiare: 1) una continuativa formazione e sensibilizazione degli operatori (con particolare riferimento alle funzione di orientamento, ido e marketing aziende) finalizzata a: - leggere bisogni specifici e differenti che riguardano tipicamente le chances occupazionali femminili per proporre strategie e non replicare le forme di discriminazione indiretta presenti nell organizzazione del lavoro; - proseguire nella promozione di sessioni informative di gruppo in favore delle utenti per incrementare competenze di autogestione e cultura dell autoimpiego (ricerca attiva del lavoro, supporto alla creazione di microimpresa in cui possano convogliare diverse competenze, gestione tempo, pianificazione e delega dei carichi di cura, conoscenza delle opportunità); - acquisire e promuovere le necessarie misure di sostegno senza le quali ogni politica attiva promossa per l utenza femminile potrebbe perdere di efficacia (collegamento con servizi degli enti locali e del privato sociale per l attivazione di servizi di cura, trasporto, promozione di microimprese supportate da rete locali e apposite convenzioni); - disporre di un kit di strumenti conoscitivi per sensibilizzare con adeguata preparazione e argomentazioni il sistema imprenditoriale locale sia in una logica preventiva (mantenimento dell occupazione femminile) che propositiva; - garantire un osservatorio sui fabbisogni e buone politiche per l occupazione femminile attraverso modalità coordinate di intervento tra tutti i CPI. 2)un serio investimento in bacini di riqualificazione e impiego che possono oggi rappresentare la base per la costruzione di un sistema innovativo di servizi per le famiglie anche attraverso le forme della microimpresa: nidi famiglia, tagesmutter, assistenti familiari, trasporto, mediazione familiare (trasferendo nelle varie realtà locali modelli già esistenti e sperimentati). Lo sviluppo di tale offerta formativa produrrebbe occupazione e contemporaneamente servizi alle famiglie; 8
10 3) il mantenimento di una rete pubblico/pubblico (enti locali, ussl) e pubblico/privato (agenzie formative, privato sociale, associazionismo ecc.) con il coinvolgimento di organismi di parità (sempre più diffusi e presenti) per unire sinergie di risposta. Tale aspetto è fondamentale in quanto ad oggi la normativa sulla conciliazione propone misure destinate a donne e uomini che già lavorano, non esistono dunque strumenti in favore del supporto a chi deve reinserirsi. La rete è inoltre fondamentale per creare sostegno e continuità intorno a possibili microimprese. MODELLO SPORTELLO DONNA PRESSO I CPI Incrocio D/O Cpi Accoglienza Cpi Orientamento Cpi Cerco lavoro ma non lo trovo perché. Ho più di 30 anni e diverse esperienze ma non trovo occasioni per via della possibile maternità.. Sono sola e non saprei a chi affidare la cura dei miei figli, genitori; vorrei un part time ma non ce ne sono Non trovo un corso di formazione, mi offrono solo lavori senza garanzie, non scorgo opportunità di carriera, non ci sono opportunità per me... Appuntamento SPORTELLO DONNA (Colloquio e setting di ascolto, rilevazione fabbisogni, ridefinizione piste di progetto) + attivazione misure di sostegno SESSIONI INFORMATIVE Ricerca attiva Conciliazione Autoimpresa Aziende Marketing + sensibilizzazione conciliazione Organismi di Parità RETE STRUMENTI Enti Locali + privato sociale SERVIZI DI CURA Agenzie Formative Formazione AD HOC Creazione di microimprese OCCUPAZIO NE/REDDITO COORDINAMENTO SPORTELLI DONNA + VALUTAZIONE IMPATTO POLITICHE DI GENERE (+ donne occupate + crescita + figli) A cura di Cosp Verona (Deborah Biazzi, Maria Francesca) e Mag Verona (Giulia Pravato, Loredana Aldegheri, Maria Teresa Giacomazzi). Con la collaborazione dei referenti dei Centri per l Impiego e della Consigliera di Parità della Provincia di Verona. 9
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