Verso la comprensione iniziatica dell esperienza in prossimità di morte: una prospettiva transpersonale

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1 Verso la comprensione iniziatica dell esperienza in prossimità di morte: una prospettiva transpersonale Intervista a Laura Boggio Gilot 1) Qual è lo stato dell arte degli studi sulle esperienze in prossimità di morte? Negli ultimi decenni, nell ambito della psicologia transpersonale si è assistito ad un particolare interesse nel portare ordine concettuale in un insieme di disparate esperienze di tipo paranormale o mistico, tra cui si annoverano le esperienze in prossimità di morte. Gli studiosi più attenti delle esperienze in prossimità di morte, tra cui Ring, Kübler-Ross, Sabon e Moody negli Stati Uniti, Paola Giovetti in Italia, hanno raccolto una grande varietà di testimonianze vissute da persone di età, ambiente sociale ed estrazione culturale diversi, la cui caratteristica è quella di presentare una pressoché identica struttura di base. Il tema si è sviluppato al punto di essere oggetto di una rivista scientifica, pubblicata dalla International Association for Near-Death Studies, di una rassegna su un Annuario della Enciclopedia Britannica e persino di un sondaggio Gallup, che oltre venti anni fa stimava che addirittura 13 milioni di americani avessero avuto simili esperienze. Tuttavia, mentre il modello fenomenico delle esperienze in prossimità di morte evidenzia un quadro percettivo assai simile, appare assai diverso il grado di significato attribuito all esperienza, il contesto interpretativo e l uso successivo che l individuo ne fa nella propria esistenza. Direi che l uso dell esperienza in prossimità di morte varia a seconda dell estrazione culturale e la cornice concettuale di cui il soggetto dispone come sfondo per definire i termini del proprio vissuto. In altre parole l integrazione dell esperienza e gli effetti nell esistenza individuale, appaiono variare, secondo il grado di evoluzione coscienziale del soggetto. 2) Cosa può aggiungere a queste ricerche come studiosa nel campo della psicologia transpersonale? Da persona che ha vissuto questo straordinario passaggio di morte e rinascita, vorrei dare il mio contributo allo studio di queste ormai divulgate esperienze, sottolineando gli aspetti cognitivi e spirituali implicati nel processo di trasformazione, che in molte persone, tra cui me stessa, questa esperienza ha attivato e determinato. Come ho delineato in precedenza, il prototipo delle esperienze in prossimità di morte contiene una quasi comune base strutturale ed un quasi comune modello archetipico, costituito dai seguenti elementi: Pagina 1 di 5

2 1. la separazione dal corpo fisico e la coscienza di esistere al di fuori di esso, con la facoltà di percepirlo come un guscio vuoto; 2. l esperienza della sincronicità emozionale che vede assommato l intero corpo delle vicende emotive della vita in un presente che le contiene tutte; 3. il vissuto di un passaggio attraverso uno spazio immateriale definibile come tunnel, tronco di cono, ecc.; 4. le immagini di suoni e colori iper-percepiti con una colorazione di intensa pace e di benessere; 5. la fusione estatica con una realtà universale onninclusiva che non comporta più senso di separazione, e di cui l individualità si sente parte integrante; 6. la partecipazione non dualistica ad una realtà di perfezione che appare del tutto reale e ancor più coerente del mondo sperimentato empiricamente; 7. il sentimento di un incondizionato amore e di una perfezione cosmica e trascendente, essenziata di bontà e di bellezza; 8. l incontro con esseri di luce, o entità archetipiche e spirituali, dalle quali si riceve sovente un messaggio telepatico che riguarda il senso ed il compito della propria vita; 9. il rientro nel corpo, sperimentato spesso come dolore, per la consapevolezza dell angustia, legata alla dimensione della vita corporea; 10. a questi elementi, in larga misura comuni, aggiungerei, sulla base della mia personale esperienza, la profonda trasformazione della personalità, successiva all evento, che ne stabilisce la natura exosomatica di esperienza percettiva al di là della materia, piuttosto che un fatto immaginale. 3) È possibile dare una spiegazione o chiarificazione scientifica di queste bellissime esperienze da lei provate e qui descritte? Queste descrizioni fenomeniche sono per lo più una sintesi volgarmente approssimata di percezioni non ordinarie, la cui natura è ineffabile, e viene gravemente ridotta dal riferimento verbale. Tuttavia, volendo dedurne una chiarificazione concettuale ad uso di ricerca scientifica dei poteri della mente e della coscienza, direi che l intero insieme di esperienze in prossimità di morte appare comprendere una duplice categoria di stati di coscienza che sono definibili transpersonali, ovvero oltre i confini del senso dell io incapsulato nel corpo, ed oltre i limiti delle componenti sensoriali e concettuali della mente concreta: Pagina 2 di 5

3 1) la prima categoria riguarda esperienze di trascendenza dalle barriere del corpo che, tuttavia, sono ancora nell ambito della realtà oggettiva. Queste esperienze avvengono in una condizione dualistica di percezione, ove il soggetto sperimenta, seppure in maniera straordinaria, degli oggetti che sono fuori di sé. Ad esempio, nelle esperienze di uscita dal corpo, di passaggio nel tunnel, di suoni e colori, di incontro con entità archetipiche, il soggetto ha accesso ad una realtà non percepibile sensorialmente, ove le ordinarie assunzioni del tempo e dello spazio sono trascese e così i principi della causalità, ma dove ancora esiste una distinzione tra un soggetto che sperimenta ed una realtà sperimentata fuori di lui; 2) la seconda categoria riguarda invece l esperienza di trascendenza dalle barriere della materia, che si estende fuori dall ambito della realtà oggettiva. Questa avviene in una condizione di coscienza ove il senso dell identità soggettiva si estende sino ad includere l intera esistenza. È questa l esperienza di unità e di profonda beatitudine in cui ci si riconosce essenza e parte indivisibile di una inesprimibile bontà e felicità. 4) Mentre è possibile immaginare la prima categoria di esperienze, come descrivere le esperienze della seconda? In queste ultime esperienze che definisco di fusione estatica con una realtà onninclusiva, le barriere che dividono l individuo e le realtà comuni vengono superate, ed avviene una identificazione con l intero essere universale, ove ogni forma e qualità è assente. Riflettendo su questa esperienza, posso certamente assimilarla allo stato di identità con l Assoluto, testimoniato nelle tradizioni sapienziali, o allo stato in cui si è fusi con la coscienza divina così come è descritto nelle religioni. Mentre i fenomeni dell esperienza dualistica in prossimità di morte evidenziano dimensioni che, pur trascendendo i confini della materia, rimangono nell ambito di una realtà fenomenica, l esperienza della non dualità è molto al di là di una dimensione fenomenica, e rivela una Essenza indivisibile che è senza forma e qualità. 5) Cosa si può escludere che tutte queste esperienze siano semplici alterazioni percettive di tipo allucinatorio? Dall analisi dell insieme degli studi condotti e dalle esperienze descritte si è giunti ad escludere che possa trattarsi di stati allucinatori, la cui natura è peraltro confusa e ben diversa dagli stati di chiarezza percettiva e serenità inevitabilmente associati a tali esperienze, connotate, per di più, da un elevato senso di realtà. A questo va aggiunta, come fortemente confermato dalla mia personale esperienza, la profonda trasformazione che interviene nella personalità a seguito dell evento. Pagina 3 di 5

4 6) Cosa succede concretamente alle persone dopo aver provato queste esperienze? Dopo questa esperienza la credenza in un mondo di oggetti separati appare illusoria e la distinzione tra sé stessi e il tutto appare arbitraria. Dopo l esperienza di passaggio dalla vita alla morte appare una indiscutibile verità quell interconnessione e unità della vita descritta nella sapienza di tutti i tempi. Va da sé la comprensione che anche l esperienza di inscindibile unità del nostro essere individuale con il contesto universale e trascendente, non può che trasformare il senso della propria esistenza e il proprio rapporto con la vita. La rivelazione di esistere oltre i confini della materia e di partecipare a una realtà che non è limitata da confini di tempo e di spazio, e la cui essenza è assoluta beatitudine, libera dalla paura della morte, e amplia i confini del proprio vissuto esistenziale, producendo conseguenze di tipo affettivo, cognitivo, esistenziale e spirituale. Questo, che potremmo definire un viaggio nello spazio trascendente, fa sviluppare i valori della conoscenza e dell amore e, naturalmente, fa cadere attaccamenti, passioni e vanità. Tentando una sintesi riduttiva alla luce della mia esperienza, descriverei la conseguenza della scoperta della unità della vita a seguito dell esperienza di morte come un riorientamento del mio senso dell identità e del mio essere nel mondo, da una dimensione interpersonale e antropocentrica ad una transpersonale e cosmocentrica. Il senso della vita dopo un esperienza di unità non può più essere separato e diviso dal bisogno degli altri: mete e compiti non possono più essere concepiti avulsi dal destino dei propri fratelli nel mondo. La comprensione dell interconnessione dei reami dell esistenza non può che sviluppare sensibilità ecologica e solidarietà, compassione e umana comprensione. 7) Qual è, a suo modo di vedere, il significato spirituale di queste esperienze? Valutando questi aspetti spirituali vorrei aggiungere che in uno dei numeri di Revision, una delle più interessanti riviste americane di scienza della coscienza, l esperienza in prossimità della morte è stata paragonata da K. Ring ad un viaggio sciamanico di iniziazione. Tradizionalmente gli sciamani sono soliti lasciare i loro corpi e viaggiare nel reame trascendente al fine di acquisire informazioni e conoscenze trascendenti onde aiutare la loro gente. Se l uscita dai confini della materia ha significato iniziatico, nuove e suggestive ipotesi si possono fare sul significato spirituale ed evolutivo dell esperienza in prossimità della morte, le cui implicazioni potrebbero includere possibilità trasformative non solo per l individuo singolo, ma anche per l umanità e la salute planetaria. Oso supporre che se l esperienza in prossimità di morte ha come senso quello di svelare l unità della vita e l amore che la essenzia, essa potrebbe rivelarsi non casuale, ma addirittura rivelatoria. In questo contesto l incontro con la morte potrebbe rappresentare una modalità straordinaria che permette all anima di esplorare lo spirito del mondo e riconoscere il suo posto ed il suo compito nello schema della realtà. Avanzando una ipotesi audace si potrebbe dire che l esperienza di morte-rinascita sia uno dei modi in cui il trascendente rivela sé stesso alla intorpidita coscienza dell'uomo. Pagina 4 di 5

5 E la testimonianza di trasformazione coscienziale di chi l ha sperimentata potrebbe essere un aiuto per gli scettici che sono sordi alla volontà trascendente e increduli che essa possa essere percepita dall anima individuale. Se così fosse, il valore iniziatico dell esperienza in prossimità della morte non riguarderebbe solo la storia della singola individualità, ma la investirebbe di un compito che è quello di portare luce nelle identificazioni razionalistiche delle coscienze cosiddette normali. Su questo interrogativo credo che la parapsicologia, la scienza, la fede e la sapienza farebbero bene a incontrarsi per una più ampia valutazione di quell esperienza transpersonale che non è la morte, ma il mistero del viaggio oltre i confini dell io nello spazio illimitato della Realtà. 8) Come si inseriscono tali esperienze nel quadro di ciò che insegnano le dottrine tradizionali sul post-mortem e il destino dell anima? L'esperienza predetta è una testimonianza diretta di una realtà meta-corporea della coscienza umana e della possibilità di quest'ultima di accedere a reami diversi e superiori rispetto a quelli materiali. Tali esperienze si inseriscono in maniera coerente con le dottrine tradizionali sul post-mortem e sulle concezioni religiose di un'anima che trascende la vita fisica e in quest'ultima vive solo una transitoria e trasformatoria prova evolutiva e universalmente significante. Pagina 5 di 5

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