Osservatorio Cerved Group sui Bilanci 2009

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1 Agosto 2010 Numero 2 Osservatorio Cerved Group sui Bilanci Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

2 Crisi diffusa in tutta Italia, ma l impatto è maggiore sulle imprese del Nord che operano nell industria La mappa della crisi Uno sguardo d insieme Il segno della crisi sui bilanci appena chiusi dalle imprese italiane è evidente in tutte le aree del Paese, anche se gli effetti più pesanti si sono abbattuti sulle aziende settentrionali. I risultati di un analisi su circa 185 mila bilanci 2009 già depositati dalle società italiane (una copertura del 21% rispetto al 2008), che aggiornano quelli presentati lo scorso 16 Luglio sui primi 70 mila documenti contabili, confermano quanto emerso nella prima rilevazione e permettono di disegnare una geografia dell impatto della crisi sul nostro tessuto produttivo. La recessione si è manifestata sulla nostra economia attraverso una forte caduta della domanda internazionale, che ha colpito soprattutto i settori e le aree più esposti alle esportazioni e quelli che producono beni di investimento, per poi trasferirsi al Bilanci d'esercizio 2009 analizzati per area geografica tra parentesi copertura rispetto ai bilanci (27%) (23%) (19%) (12%) Nord Est Nord Centro Sud Isole Ovest Andamento del fatturato tassi di crescita rispetto all'anno precedente, valori mediani 2008/ /2008 1,9% 1,9% 1,6% 3,3% resto dell economia estendendosi anche alle imprese meno aperte al commercio con l estero. Dopo un anno in cui le vendite avevano tenuto (+1,9% tra 2008 e -5,1% -4,0% 2007), nel 2009 i ricavi si sono contratti del 7%, con perdite più pesanti per le aziende del Nord (-8,6% per quelle del Nord Ovest e -8% per quelle del Nord Est), rispetto a quelle del Centro (-5,1%) e del Mezzogiorno e delle Isole (-4%). A sperimentare un crollo delle vendite (di almeno il 10% rispetto all anno precedente), è quasi la metà delle aziende settentrionali (il 47% di quelle del Nord Est e il 48% di quelle del Nord Ovest), contro una quota del 41% nel Centro e del 40% nel Sud e nelle Isole, tutte -8,0% Nord Est -8,6% Nord Ovest Centro Sud Isole Imprese che hanno subito una brusca caduta dei ricavi % im prese che hanno ridotto i ricav i più del 1 0% tra 2009 e ,6% 64,7 % 46,7 % 47,7 % industria totale 55,5% 49,4% 41,0% 39,7 % percentuali ampiamente superiori a quelle registrate l anno precedente (intorno al 25%). La crisi è stata più intensa e diffusa soprattutto nelle regioni a maggiore specializzazione manifatturiera come la Lombardia, il Nord Est Nord Ovest Centro Sud Isole Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

3 Piemonte, il Veneto, il Friuli, l Emilia Romagna, le Marche e la Toscana. Anche nell ambito della stessa industria, sono le imprese del Nord a pagare il conto più salato alla crisi: le imprese manifatturiere interessate da una brusca caduta dei ricavi toccano il 65% nel Nord Ovest e il 63% nel Nord Est, contro il 56% del Centro e il 49% del Sud. Grazie al contenimento dei costi esterni (materie prime e spese generali), non tutta la perdita del fatturato si è riflessa sul valore aggiunto, che è comunque caduto del 4% rispetto al Il valore aggiunto si è ridotto in tutte le aree (-5,3% nel Nord Ovest, -5,2% nel Nord Est, -2,1% nel Centro) ad eccezione del Mezzogiorno, in cui è rimasto sui livelli del 2008 (+0,1%). La migliore performance è attribuibile soprattutto ai risultati delle microimprese meridionali (fatturato inferiore a 2 milioni di euro), le uniche a chiudere l anno con un segno positivo (+1% contro il -3,7% di quelle del Nord Ovest, il -3,9% del Nord Est, il -1,1% del Centro). Più difficile per le imprese analizzate tagliare i costi del personale che, complessivamente, sono rimasti sui livelli del 2008 (+0,3%). In generale, sono riuscite a comprimere questa voce di spesa le aziende con un fatturato superiore a 2 milioni di euro, mentre le microimprese hanno registrato un lieve aumento (+1,1%). Dal punto di vista geografico, mentre le imprese settentrionali hanno ridotto questo capitolo di spesa (-0,1% nel Nord Ovest e -0,3% nel Nord Est), le aziende del Centro e del Mezzogiorno sono solo riuscite a moderarne la crescita (rispettivamente, +1,1% e +2,1%). Gli effetti sulla produttività e sui margini lordi sono pesanti soprattutto per le imprese settentrionali: la capacità di creare valore aggiunto ogni 100 euro di costi sostenuti per il personale cade di 10 punti per le società del Nord, di 5 punti per quelle del Centro e di 3 per quelle del Mezzogiorno. I margini lordi evidenziano ovunque una caduta peggiore di quella Andamento del valore aggiunto Tassi di crescita rispetto all'anno precedente, valori mediani 2008/ /2008 3,1% 3,2% 3,5% -5,2% -5,3% Nord Est Nord Ovest -2,1% Centro 5,1% 0,1% Sud Isole Andamento dei costi del personale Tassi di crescita rispetto all'anno precedente, valori mediani 6,3% 6,3% -0,3% Nord Est 7,3% 6,4% 2008/ /2008 0,0% Nord Ovest 6,6% 1,1% Centro L'incidenza dei margini lordi sul fatturato rapporto tra Mol e fatturato, % 7,9% 7,4% 7,0% 7,1% 7,0% 2,1% Sud Isole 6,8% 6,8% Nord Est Nord Ovest Centro Sud Isole Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

4 del fatturato (il rapporto tra Mol e ricavi passa dal 7,9% al 7% nel Nord Ovest, dal 7,3% al 6,4% nel Nord Est, dal 7,4% al 7,1% nel Centro), ad eccezione del Sud e delle Isole, in cui l incidenza del Mol sul fatturato si mantiene sui livelli del 2008 (6,8%). La caduta dei margini lordi ha avuto un impatto sugli indici di redditività che sono comunque rimasti positivi. Il ROI, il risultato operativo della gestione caratteristica sul complesso delle attività investite, è caduto di più di un punto e mezzo tra le aziende settentrionali (dal 5,5% del 2008 al 3,8% del 2009 nel Nord Ovest e dal 5% al 3,4% nel Nord Est), di circa un punto tra quelle del Centro (dal 5,3% al 4,2%) e di circa mezzo nel Sud (dal 4,1% al 3,5%). Anche sulla redditività netta, l impatto della crisi è meno accentuato al Sud (il ROE, rapporto tra risultato d esercizio e patrimonio netto passa dal 5,5% del 2008 al 4,7% del 2009) e al Centro (dal 5% al 4,4%), di quanto evidenziato dal Nord Ovest (dal 6,5% al 3,5%) e dal Nord Est (dal 5,7% al 3,2%). Tra il 2008 e il 2009, si è ridotta dal 71% al 65% la percentuale di imprese in grado di chiudere l esercizio in utile, con una riduzione più marcata nel Nord (dal 72% al 64% nel Nord Ovest e dal 70% al 64% nel Nord Est), di quanto osservato nel Centro (dal 70% al 67%) e soprattutto nel Sud, in cui la percentuale è diminuita di meno di un punto (dal 70,4% al 69,6%). Gli indici che sintetizzano la struttura patrimoniale e gli equilibri finanziari delle imprese analizzate evidenziano un deterioramento nella gestione corrente, con livelli critici tra le imprese di minore dimensione. La percentuale di società per cui l attivo corrente copre meno del 50% del passivo corrente è in crescita in tutto il Paese e ha toccato una punta del 7,7% nel Centro, contro il 7,1% nel Nord e il 6,7% del Mezzogiorno, con livelli particolarmente elevati in Trentino Alto Adige (il 10,3%), in Sardegna (il 9,6%), 70,0% Le imprese in utile % rispetto al totale dell'area geografica 71,7% 64,3% 64,2% Nord Est 5,0% 3,4% Nord Est 5,7% 3,2% Nord Ovest 70,1% 70,4% 69,6% 67,4% Centro La redditività caratteristica ROI, v alori m ediani 5,5% 3,8% Nord Ovest 5,3% 4,2% Centro La redditività netta ROE, v alori m ediani 6,5% 3,5% 5,9% 4,4% Sud Isole 4,1% 3,5% Sud Isole 5,5% 4,7 % Nord Est Nord Ovest Centro Sud Isole Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

5 in Valle d Aosta (l 8,6%, ma in miglioramento) e nel Lazio (8,2%). La riduzione del costo del denaro ha dato una boccata d ossigeno alle imprese, per cui è calata la pressione degli oneri finanziari rispetto al fatturato: dall 8,3% al 7,2% per le imprese del Nord Ovest, dall 8,4% al 6,9% per quelle del Nord Est, dal 6,8% al 5,5% per quelle del Centro e dal 6,8% al 5,6% per quelle meridionali. I debiti finanziari sono stabili ma, per effetto della caduta dei ricavi, aumenta in tutto il Paese la percentuale di aziende per cui i debiti accumulati superano il fatturato: dal 15,5% al 17,1% nel Nord Ovest, dal 14,8% al 16,4% nel Nord Est, dal 14,6% al 16% del Centro e dal 14,3% al 15,8% nel Sud e nelle Isole. Viceversa, è stabile al 41% la quota di imprese per cui il rapporto tra debiti finanziari e capitale netto è in zona di rischio (debiti oltre il doppio del capitale netto), con percentuali particolarmente elevate e in crescite nelle Marche (dal 45% del 2008 al 46% del 2009) e in Abruzzo (dal 44% al 46%). Oltre alle regole di Basilea 2, che hanno spinto le imprese a una maggiore patrimonializzazione, sull assestamento di questo indice in un contesto di mercato così difficile pesa il minore ricorso al credito bancario: da un lato, le aziende hanno rimandato i piani di investimento riducendo il proprio fabbisogno finanziario e, dall altro, le banche hanno irrigidito i criteri di offerta di credito per l impatto della crisi sulle loro condizioni patrimoniali e sulla rischiosità delle controparti. Squilibri rilevanti di parte corrente % im prese per cui l'attiv o corrente copre m eno del 50% del passov o corrente 7,1% 7,1% 6,6% 6,7 % 7,7% 7,4% 6,4% 6,7 % Nord Est Nord Ovest Centro Sud Isole 14,8% Imprese per cui i debiti finanziari superano i ricavi % rispetto al totale dell'area 16,4% 15,5% 17,1% Imprese per cui il rapporto debt/equity è in zona di rischio D/E>2, % rispetto al totale dell'area 41,1% 40,7 % 40,7 % 40,4% 14,6% 16,0% 42,2% 41,9% 14,3% 15,8% Nord Est Nord Ovest Centro Sud Isole 39,0% 38,7 % Nord Est Nord Ovest Centro Sud Isole Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

6 Il Nord Ovest I conti economici delle imprese del Nord Ovest sono quelli che maggiormente hanno risentito della crisi: la recessione si è fatta sentire di più in quest area in termini di caduta del fatturato, di contrazione dei margini lordi, di calo degli indici di redditività. A farne le spese sono state soprattutto le imprese lombarde e piemontesi, mentre quelle liguri hanno contenuto i danni e quelle valdostane hanno mostrato, in alcuni indicatori, andamenti in controtendenza rispetto alle dinamiche generali. Nel Nord Ovest i ricavi si sono ridotti dell 8,6% tra 2008 e 2009, con una caduta che ha raggiunto tassi vicini al 15% tra le imprese con un giro d affari superiore a 10 milioni di euro. La caduta del fatturato è stata particolarmente intensa in Lombardia (-9,2%) e in Piemonte (-6,2%), rispetto a Liguria (-2,5%) e alla Val d Aosta (-1,2%), regioni in cui l industria pesa meno. Lombardia e Piemonte sono anche le due regioni in cui la caduta delle vendite è stata più diffusa: quasi la metà della aziende lombarde e oltre il 40% di quelle piemontesi hanno visto i propri fatturati ridursi di più del 10% tra 2009 e La quota di società ad aver sperimentato una caduta dei ricavi con tassi a due cifre raggiunge livelli particolarmente elevati nell industria lombarda (quasi due imprese su tre) e in quella piemontese (più di sei su dieci), a conferma della gravità della crisi nel comparto manifatturiero. Grazie a un azione di contenimento dei costi esterni, non tutta la contrazione del fatturato si è riflessa sul valore aggiunto, che comunque si è ridotto del 5% tra 2009 e La Valle d Aosta riesce a realizzare un tasso positivo (+1,2%), mentre la Liguria si attesta sui livelli del 2008; viceversa Lombardia e Piemonte riducono il valore aggiunto, rispettivamente a un tasso -5,3%-5,7 % Andamento del fatturato per classe dimensionale tassi di crescita 2009/2008, valori mediani Italia Nord Ov est -12,6% -12,0% -13,7 % -13,4% -14,8% -14,5% < 2 mil 2-10 mil mil > 50 mil 43,7 % Imprese che hanno subito una brusca caduta dei ricavi % im prese che hanno ridotto i ricav i più del 1 0% tra 2009 e ,9% 65,6% 48,7 % 61,3% 43,9% 25,4% 27,5% Liguria Lombardia Piemonte Val d'aosta 0,0% industria Andamento del valore aggiunto e del costo del personale tassi di crescita /2 008, v alori m ediani valore aggiunto 2,3% -5,9% -0,2% -3,6% 0,3% 1,2% totale costo personale 3,0% Liguria Lombardia Piemonte Val d'aosta Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

7 del 5,9% e del 3,6% rispetto a quanto realizzato nell anno precedente. Il calo delle vendite ha spinto le imprese del Nord Ovest a intervenire sui costi del personale, che hanno nettamente rallentato tra le aziende minori (+0,4% tra 2009 e 2008, contro il +6,7% dell anno precedente) e si sono ridotti tra le imprese con un giro d affari superiore a 2 milioni di euro. A intervenire con più decisione su questa voce di spesa sono state le aziende lombarde (-0,2%), seguite da quelle piemontesi (+0,3%); viceversa, rimangono positivi i tassi di crescita per le imprese liguri e per quelle valdostane (rispettivamente +2,3% e +3%). In tutto il Nord Ovest, i tagli dei costi del personale non hanno comunque tenuto il passo della contrazione del valore aggiunto (o comunque il costo del personale è cresciuto più del valore aggiunto): ne è seguita una brusca caduta della produttività e dei margini lordi. La produttività, misurata come valore aggiunto prodotto ogni 100 euro di costi sostenuti per il personale, cala di 11 punti in Lombardia (dal 157% al 146%, con una caduta di addirittura 18 punti tra le società maggiori), di 8 punti in Piemonte (dal 160% al 152%), di 5 punti in Liguria (dal 153% al 148%) e di 2 punti in Val d Aosta (dal 156% al 154%). I margini operativi lordi cadono più velocemente rispetto ai ricavi: il rapporto tra Mol e fatturato passa dal 7,9% del 2009 al 7% del Per effetto della crisi si è ridotto il numero di imprese in grado di realizzare utili (dal 72% del 2008 al 64% del 2009), ma il fenomeno non è comune a tutte le regioni: si riduce la percentuale in Lombardia (dal 72% al 64%) e in Piemonte (dal 72% al 67%), mentre rimane stabile al 70% in Liguria e in Valle d Aosta. Anche la caduta degli indici di redditività è più pesante in Lombardia (il ROI passa dal 5,5% al 3,7% e il ROE dal 6,6% al 3,4%) e in Piemonte (ROI dal 5% al 3,9% e ROE dal 5,5% al 3,7%), rispetto a quanto 5,8% 5,1% La redditività caratteristica ROI, v alori m ediani 5,5% 5,0% 5,1% 3,7 % 3,9% 4,0% Liguria Lombardia Piemonte Val d'aosta 6,8% 5,7% Le imprese in utile % rispetto al totale dell'area geografica 71,8% 71,9% 70,5% 69,8% 69,7 % 69,6% La redditività netta ROE, v alori m ediani 6,6% 64,2% 3,4% 5,5% 67,4% Liguria Lombardia Piemonte Val d'aosta 3,7 % 6,1% 6,2% Liguria Lombardia Piemonte Val d'aosta Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

8 osservato in Liguria (ROI dal 5,8% al 5,1% e ROE dal 6,8% al 5,7%); la Val d Aosta invece, pur evidenziando una caduta del ROI (dal 5,1% al 4%), riesce ad accrescere il ROE (dal 6,1% al 6,2%). Riflettendo un fenomeno che ha percorso tutto il Paese, anche nel Nord Ovest la restrizione del credito a breve e le difficoltà a ottenere i pagamenti hanno comportato problemi di liquidità: la percentuale di società con squilibri rilevanti di parte corrente (l attivo copre meno della metà del passivo corrente) passa dal 6,7% al 7,1%. L indicatore migliora in Liguria (dal 7% al 6,7%) e in Val d Aosta (dall 8,8% all 8,6%) che però evidenzia il livello maggiore di società in situazione critica osservato nell area. I debiti finanziari accumulati dalle imprese del Nord Ovest sono stabili (anche se, per effetto della caduta dei ricavi, cresce dal 15,5% al 17,1% la percentuale di società per cui i debiti hanno superato i ricavi). La quota di aziende per cui il rapporto debt/equity è in zona di rischio (debiti oltre il doppio del capitale netto) rimane ai livelli del 2008, pari al 39% delle società analizzate. Squilibri rilevanti di parte corrente % im prese per cui l'attiv o corrente copre m eno del 5 0% del passiv o corrente 7,0% 6,7 % 38,3% 37,5% 7,1% 6,7 % 6,7 % 7,0% Imprese per cui il rapporto debt/equity è in zona di rischio D/E>2, % rispetto al totale dell'area 40,9% 40,6% 39,6% 39,2% 8,8% 8,6% Liguria Lombardia Piemonte Val d'aosta 40,2% 42,6% Liguria Lombardia Piemonte Val d'aosta Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

9 Il Nord Est La crisi si è fatta sentire sui bilanci delle imprese del Nord Est, che hanno subito forti riduzioni dei fatturati, dei margini lordi e dei margini netti. Gli effetti della recessione, concentrati soprattutto tra le aziende che operano in Emilia Romagna, Veneto e Friuli, sono stati meno pesanti nel Trentino (per il minor peso dell industria), regione che però denota valori più preoccupanti negli indici che sintetizzano la struttura patrimoniale e finanziaria. La brusca caduta della domanda ha comportato una perdita di 8 punti percentuali tra le aziende del Nord Est, di oltre il 10% tra quelle con un fatturato di almeno 2 milioni di euro. La caduta dei ricavi è stata particolarmente intensa per le aziende venete (-9,3%) e friulane (-9,1%), in linea con il valore dell area per l Emilia Romagna (-8,2%) e di solo l 1% in Trentino Alto Adige (grazie alla performance delle microimprese, che sono riuscite ad accrescere i ricavi tra 2009 e 2008). La crisi ha colpito un ampia platea di aziende: a sperimentare una caduta delle vendite con tassi a due cifre è quasi la metà delle aziende del Nord Est (il 47%) e addirittura il 63% di quelle che operano nell industria. Fa eccezione il Trentino, in cui sono meno di un terzo delle imprese analizzate (il 32%) e il 44% di quelle industriali ad aver subito una riduzione del giro d affari superiore al 10%. In Veneto, Friuli ed Emilia Romagna le difficoltà sul fronte delle vendite si sono tradotte in una contrazione del valore aggiunto di circa il 6%, mentre le aziende trentine hanno accresciuto il valore aggiunto di poco più di un punto percentuale rispetto all anno precedente. La caduta del valore aggiunto ha costretto le imprese del Nord Est a tagliare i costi per il personale (-0,3%), per tentare di limitare le perdite sui margini lordi. La riduzione dei costi del lavoro (dello 0,7% in Veneto, dello 0,5% in Emilia Romagna e dello 0,4% in Friuli) Andamento del fatturato tassi di crescita rispetto all'anno precedente, valori mediani 2,1% 1,8% 2008/ /2008 3,4% -1,0% 1,3% -8,2% -9,1% -9,3% E.Romagna Friuli TrentinoA.A. Veneto Imprese che hanno subito una brusca caduta dei ricavi % im prese che hanno ridotto i ricav i più del 1 0% tra 2009 e 2008 industria totale 63,6% 62,5% 63,5% 47,0% 48,2% 44,1% 32,1% 48,9% E.Romagna Friuli TrentinoA.A. Veneto -6,2% Andamento del valore aggiunto e del costo del personale tassi di crescita /2 008, v alori m ediani valore aggiunto -0,5% -0,4% -5,7 % 1,2% costo personale 2,5% -5,6% -0,7 % E.Romagna Friuli TrentinoA.A. Veneto Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

10 non ha però riguardato il Trentino, che invece ha accresciuto questa voce a un tasso del 2,5%. La forte caduta del valore aggiunto non compensata da una riduzione altrettanto forte dei costi per il personale (nel caso del Trentino la crescita più rapida dei costi del personale rispetto al valore aggiunto) ha comportato una netta riduzione della produttività (il rapporto tra valore aggiunto e costo del lavoro è passato dal 156% del 2009 al 146% del 2008) e dei margini lordi, che si sono contratti anche più del fatturato (l incidenza tra margini e ricavi è passata dal 7,3% al 6,4%). Tra il 2008 e il 2009 è aumentato il numero di imprese che hanno chiuso il bilancio in rosso ed è diminuita dal 70% al 64% quella di aziende in grado di realizzare utili; il fenomeno è comune a tutte le regioni del Nord Est ad eccezione del Trentino che evidenzia una percentuale in leggero aumento delle imprese in utile (dal 68,7% al 69,3%). Gli indici di redditività, pur rimanendo positivi, sono diminuiti, toccando i livelli minimi rispetto a quelli fatti registrare nelle altre aree del Paese. Il risultato operativo sul complesso delle attività investite (il ROI) cala in tutte le regioni e in media dal 5% (2008) al 3,4% (2009); il risultato d esercizio sul patrimonio netto passa dal 5,7% del 2008 al 3,2% del Le difficoltà sul fronte dei pagamenti hanno comportato problemi di liquidità in linea con quelli osservati a livello nazionale: il numero di società per cui l attivo corrente copre meno della metà del passivo corrente è in crescita in tutte le regioni (passa dal 6,6% al 7,1% nel Nord Est) e assume un valore particolarmente alto in Trentino (il 10,3%). Il debito delle imprese è in netta crescita se rapportato ai ricavi, ma piuttosto stabile se rapportato al patrimonio netto: cresce in tutta l area (dal 14,8% al 16,4%) la percentuale di imprese per cui i debiti finanziari superano il fatturato (più di un impresa su cinque nel 70,6% 63,3% Le imprese in utile % rispetto al totale dell'area geografica 69,3% 68,7 % 68,7 % 62,7 % 69,9% 64,8% E.Romagna Friuli TrentinoA.A. Veneto 5,2% 3,5% La redditività caratteristica ROI, v alori m ediani 4,6% 3,0% 4,0% 3,2% 5,0% 3,5% E.Romagna Friuli TrentinoA.A. Veneto Squilibri rilevanti di parte corrente % im prese per cui l'attiv o corrente copre m eno del 5 0% del passiv o corrente 7,6% 6,9% 7,0% 6,1% 10,1% 10,3% 5,7% 5,9% E.Romagna Friuli TrentinoA.A. Veneto Trentino), mentre è in leggera diminuzione quella di società per cui il debito è oltre il doppio rispetto al capitale netto Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

11 Il Centro Anche se con effetti più contenuti rispetto a quelli osservati nel Nord Est e nel Nord Ovest, la crisi si è manifestata con una certa virulenza anche tra le imprese che operano nel Centro, in particolar modo nelle regioni che hanno una maggiore propensione industriale. Viceversa, le società del Lazio che ha una struttura produttiva con una maggiore presenza di imprese che operano nel terziario e nel settore delle costruzioni hanno risentito meno della caduta della domanda. La contrazione del fatturato ha interessato le piccole, le medie e le grandi imprese, con un intensità minore rispetto a quella osservata a livello nazionale. La caduta è stata particolarmente pesante nelle Marche (-7,9%), di circa un punto superiore rispetto a quanto fatto registrare da Toscana (-6,9%) e Umbria (-6,7%) e più del doppio del Lazio (-2,7%). Oltre a essere intensa, la crisi è stata diffusa: il 41% delle società analizzate ha ridotto il fatturato con tassi a due cifre (nel Lazio però la percentuale è solo del 37%); nell industria, la quota passa al 56% con valori molto elevati nelle Marche (il 60%) e in Toscana (il 59%). Nonostante lo sforzo di contenere i costi esterni (materie prime e spese generali), la flessione nei ricavi si è trasferita sul valore aggiunto che si è ridotto in tutte le classi di fatturato (del 2% tra 2008 e 2009 nel complesso delle imprese), con effetti particolarmente pesanti per le imprese maggiori (-6% per quelle con fatturato oltre 50 milioni). Solo le imprese laziali sono riuscite ad incrementare il valore aggiunto (anche se a ritmi prossimi allo 0%), mentre i tassi sono negativi per le aziende toscane (-4,2%), per quelle marchigiane (-3,8%) e per le umbre (-2,2%). La contrazione del valore aggiunto è stata aggravata da un aumento (lento) dei costi per il personale, che tra 2008 e 2009 sono cresciuti dell 1,1%, con effetti -3,5% -5,3% 45,8% 0,3% Andamento del fatturato per classe dimensionale tassi di crescita 2009/2008, valori mediani Imprese che hanno subito una brusca caduta dei ricavi % im prese che hanno ridotto i ricav i più del 1 0% tra 2009 e ,6% industria 60,3% 58,7% totale 45,7 % 44,5% 53,6% 41,8% Lazio Marche Toscana Umbria Andamento del valore aggiunto e del costo del personale tassi di crescita /2 008, v alori m ediani 2,3% Italia -12,6% valore aggiunto -3,8% -8,7 % -0,6% -4,2% Centro -10,1% -12,0% -11,7% -13,4% < 2 mil 2-10 mil mil > 50 mil costo personale 0,3% -2,2% 1,3% Lazio Marche Toscana Umbria Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

12 negativi sulla produttività delle imprese e sui margini lordi. Misurata come valore aggiunto prodotto ogni 100 euro di costi per il personale, la produttività è caduta di circa 5 punti nel complesso delle società del Centro Italia (dal 155% al 150%), facendo registrare una perdita di addirittura 14 punti tra le società maggiori (dal 182% al 168% per quelle con un giro d affari superiore a 50 milioni di euro). I margini lordi sono diminuiti più del fatturato in tutte le regioni del Centro: il rapporto tra Mol e ricavi è passato dal 7,4% al 6,7% in Umbria, dal 7,2% al 6,8% in Toscana, dal 7,4% al 6,8% in Umbria e dal 7,6% al 7,4% nel Lazio. Gli indici di redditività rimangono positivi, ma sono in diminuzione per tutte le fasce di fatturato considerate dall Osservatorio: il risultato operativo della gestione caratteristica sul complesso delle attività investite (il ROI) è in calo di circa un punto (dal 5,3% al 4,2%) e il risultati d esercizio sul patrimonio netto (il ROE) di un punto e mezzo (dal 5,9% al 4,4%). Il Lazio, oltre a caratterizzarsi come la regione dell area con gli indici migliori (ROI pari al 4,7% e ROE pari al 6,3%), è anche la regione in cui è maggiore la presenza di imprese in grado di chiudere l esercizio in utile (più del 70%, contro una percentuale del 67% tra le imprese dell area). Il Centro è l area del Paese con una maggiore concentrazione di imprese in una situazione di squilibrio rilevante di parte corrente (per il 7,7% delle imprese analizzate l attivo corrente copre meno della metà del passivo corrente, contro una percentuale pari al 7,2% se calcolata su tutto il territorio nazionale) e che quindi denota una scarsa capacità di far fronte ai propri impegni a breve attraverso risorse liquide o rapidamente realizzabili. La percentuale è in aumento in tutte le regioni del Centro, anche se valori maggiori della media nazionale si riscontrano solo nel Lazio (8,2%) e in Toscana (7,6%). Viceversa, è stabile al 42% la quota di imprese che hanno accumulato debiti 5,4% 4,7 % La redditività caratteristica ROI, v alori m ediani 4,9% 3,5% 5,3% 4,1% 4,4% 3,3% Lazio Marche Toscana Umbria 71,3% 70,2% Le imprese in utile % rispetto al totale dell'area geografica 65,7 % 60,8% 70,1% 66,5% 73,0% 68,0% Lazio Marche Toscana Umbria Squilibri rilevanti di parte corrente % im prese per cui l'attiv o corrente copre m eno del 5 0% del passiv o corrente 8,0% 8,2% 7,0% 6,7 % 7,0% 7,6% 6,6% 5,6% Lazio Marche Toscana Umbria Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

13 finanziari per più del doppio rispetto al capitale netto; la percentuale è particolarmente alta tra le aziende marchigiane, anche se in calo (dal 46% al 45%), e tra quelle umbre, in cui invece è in crescita (dal 43,6% al 44,4%). Imprese per cui il rapporto debt/equity è in zona di rischio D/E>2, % rispetto al totale dell'area 46,1% 45,0% 44,4% 43,6% 41,5% 41,4% 41,4% 41,2% Lazio Marche Toscana Umbria Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

14 Il Sud e le Isole La crisi si è fatta sentire tra le imprese del Mezzogiorno, anche se l impatto è stato meno violento rispetto a quanto registrato nelle altre aree del Paese. La struttura produttiva meridionale e la stessa specializzazione manifatturiera, meno concentrata su industrie legate alle esportazioni a favore di comparti anticiclici (come l alimentare), ha certamente attenuato l effetto della recessione sulle imprese del territorio. Nel 2009, il fatturato è caduto del 4%, con tassi negativi per tutte le fasce di fatturato e tutte le regioni analizzate: la caduta dei ricavi è stata più pesante in Molise e Abruzzo (due tra le regioni meridionali in cui è maggiore il peso dell industria), con una riduzione del 6% rispetto all anno precedente, la Sicilia ha fatto registrare una caduta del 5%, mentre Puglia, Basilicata, Campania e Sardegna hanno ridotto il fatturato a tassi del 3/4%; più contenuta la caduta in Calabria (-0,5%, grazie soprattutto all elevato peso delle microimprese nella regione). Anche all interno dell industria, la diffusione della crisi è stata meno intensa di quanto registrato altrove: in nessuna delle regioni meridionali la percentuale di imprese che ha subito una caduta dei ricavi con tassi a due cifre ha superato la media nazionale (del 61%). Il valore aggiunto è rimasto sui livelli dell anno precedente (+0,1%), grazie alla tenuta delle microimprese (che lo hanno accresciuto dell 1%, mentre le imprese con ricavi superiori a 2 milioni di euro hanno evidenziato tassi di crescita negativi). Le aziende meridionali non sono riuscite a tagliare i costi del personale che, pur in rallentamento, hanno fatto registrare un aumento del 2% tra 2009 e 2008 (+7% tra 2007 e 2008). La crescita dei costi del lavoro è un fenomeno che ha toccato tutte le regioni, con una dinamica più moderata solo in Abruzzo e in Basilicata. Imprese che hanno subito una brusca caduta dei ricavi % im prese che hanno ridotto i ricav i più del 1 0% tra 2009 e 2008 industria 56,8% 58,3% 43,4% 39,0% totale 42,1% 34,3% 48,2% 40,0% Abruzzo Basilicata Calabria Campania Imprese che hanno subito una brusca caduta dei ricavi % im prese che hanno ridotto i ricav i più del 1 0% tra 2009 e 2008 industria 57,6% 48,6% 42,0% 40,9% totale 43,3% 45,9% 40,4% 35,1% Molise Puglia Sardegna Sicilia 1,0% L'andamento del valore aggiunto tassi di crescita 2009/2008, v alori mediani -0,7 % -1,8% -2,3% -3,3% -4,7 % -6,2% -7,2% < 2 mil 2-10 mil mil > 50 mil 6,9% Sud e Isole Italia Andamento dei costi del personale Tassi di crescita rispetto all'anno precedente, valori mediani 2008/ /2008 6,4% 6,4% 0,5% 0,2% 7,9% 2,5% 2,6% Abruzzo Basilicata Calabria Campania Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

15 Ne hanno risentito i margini lordi, che si sono ridotti in termini assoluti (ma è rimasta costante al 6,8% la loro incidenza sul fatturato) e la produttività, che è caduta di circa 3 punti rispetto all anno precedente (una riduzione comunque inferiore rispetto a quella di 8,5 punti fatta registrare dal complesso delle imprese italiane analizzate). La caduta dei margini lordi si è riflessa sugli indici di redditività, che però sono rimasti positivi: il ROI (il risultato operativo della gestione caratteristica sul complesso delle attività investite) è passato dal 4,1% al 3,5% mentre il ROE (il risultato d esercizio sul patrimonio netto) dal 5,5% al 4,7%. Gli utili si sono ridotti, ma in pochi casi si sono azzerati: è infatti rimasta quasi invariata la percentuale di imprese in grado di chiudere l esercizio con il segno positivo (è passata dal 70,4% al 69,6%). Il calo degli indici di redditività ha riguardato tutte le regioni, tra le quali la Campania spicca come quella con i valori più alti (e la Sardegna come quella con gli indici minori). Gli indici che sintetizzano la struttura patrimoniale e finanziaria delle imprese meridionali riflettono le dinamiche nazionali: l allungamento dei tempi di pagamento è stato accompagnato da un leggero aumento del numero di società per cui il rapporto tra attivo e passivo corrente denota uno squilibrio rilevante (rapporto inferiore al 50%), anche se la quota di imprese è inferiore alla media nazionale (6,7% contro 7,2%). I dati regionali indicano che la quota di imprese con uno squilibrio rilevante è particolarmente elevata in Sardegna (9,6% nel 2009, in crescita rispetto al 9,2% del 2008), mentre la Basilicata si caratterizza per una caduta di questo indicatore di quasi due punti percentuali. Grazie al concorso di più fattori - tra cui la caduta del costo del denaro e una minore pressione degli oneri finanziari, il minor fabbisogno finanziario legato alla riduzione dei piani di investimento, criteri più rigidi 6,5% Andamento dei costi del personale Tassi di crescita rispetto all'anno precedente, valori mediani 2,4% 2008/ /2008 7,8% 1,3% 5,8% 6,3% 2,4% 2,8% Molise Puglia Sardegna Sicilia Gli indici di redditività valori mediani, 2009 ROI 5,2% ROE 4,1% 3,5% 3,3% 3,4% 5,7% 3,9% 6,0% Abruzzo Basilicata Calabria Campania Gli indici di redditività valori mediani, 2009 ROI 3,3% 3,4% 3,3% 3,0% ROE 3,1% 2,9% 3,7 % 3,3% Molise Puglia Sardegna Sicilia Squilibri rilevanti di parte corrente % imprese per cui l'attiv o corrente copre m eno del 5 0% del passov o corrente 7,3% 7,3% 6,7 % 4,8% 5,3% 5,5% 5,8% 5,2% Abruzzo Basilicata Calabria Campania Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

16 da parte delle banche nella concessione del credito il debito è rimasto sui livelli dell anno precedente e la percentuale di società per cui i debiti accumulati sono più del doppio rispetto al capitale netto (in zona di rischio ) è rimasta ai livelli del 2008 (al 39%). Tra le regioni meridionali, questo indicatore è in miglioramento in Abruzzo (dal 45,9% al 44%), in Calabria (dal 39,4%al 37,6%), in Puglia (dal 42,2% al 41,8%), in Sardegna (dal 42,8% al 41,5%), mentre è in lieve peggioramento in Basilicata (dal 42,3% al 42,4%), in Campania (da 34,6% a 34,8%), in Sicilia (dal 36,4% al 37,6%). Squilibri rilevanti di parte corrente % im prese per cui l'attiv o corrente copre m en o del 5 0% del pa ssov o cor r en te 5,6% 6,0% 5,9% 5,8% 9,2% 9,6% 7,4% 7,4% Molise Puglia Sardegna Sicilia Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

17 - Principali risultati di bilancio per area geografica e regione % imprese per cui il rapporto debt/equity è in zona di rischio (maggiore di 2) ROI ROE % imprese con un rilvenate squilibrio corrente (l'attivo copre meno del 50% del passivo corrente) % imprese che hanno realizzato utili rapporto tra Mol e fatturato tasso di crescita dei costi del personale tasso di crescita dei ricavi tasso di crescita del valore aggiunto 2008/ / / / / /2008 NORD EST 1,9% 8,0% 3,1% 5,2% 6,3% 0,3% 7,3% 6,4% 70,0% 64,3% 5,0% 3,4% 5,7% 3,2% 6,6% 7,1% 40,7% 41,1% EMILIA ROMAGNA 2,1% 8,2% 3,4% 6,2% 6,3% 0,5% 7,6% 6,6% 70,6% 63,3% 5,2% 3,5% 5,9% 3,1% 6,9% 7,6% 41,8% 41,6% FRIULI 1,8% 9,1% 3,7% 5,7% 6,6% 0,4% 6,7% 5,8% 68,7% 62,7% 4,6% 3,0% 5,1% 2,5% 6,1% 7,0% 38,5% 39,2% TRENTINO A.A. 3,4% 1,0% 3,5% 1,2% 5,5% 2,5% 7,1% 6,6% 68,7% 69,3% 4,0% 3,2% 5,4% 5,0% 10,1% 10,3% 38,6% 39,9% VENETO 1,3% 9,3% 2,4% 5,6% 6,4% 0,7% 7,2% 6,4% 69,9% 64,8% 5,0% 3,5% 5,6% 3,4% 5,7% 5,9% 40,5% 41,3% NORD OVEST 1,9% 8,6% 3,2% 5,3% 6,3% 0,0% 7,9% 7,0% 71,7% 64,2% 5,5% 3,8% 6,5% 3,5% 6,7% 7,1% 40,7% 40,4% LIGURIA 2,4% 2,5% 4,6% 0,0% 6,9% 2,3% 7,8% 7,4% 69,8% 69,7% 5,8% 5,1% 6,8% 5,7% 7,0% 6,7% 38,3% 37,5% LOMBARDIA 1,8% 9,2% 3,1% 5,9% 6,3% 0,2% 7,9% 6,9% 71,8% 63,7% 5,5% 3,7% 6,6% 3,4% 6,7% 7,1% 40,9% 40,6% PIEMONTE 2,9% 6,2% 4,0% 3,6% 6,3% 0,3% 7,9% 7,4% 71,9% 66,5% 5,0% 3,9% 5,5% 3,7% 6,7% 7,0% 39,2% 39,6% VALLE D'AOSTA 3,6% 1,2% 3,2% 1,2% 6,3% 3,0% 9,0% 8,7% 70,5% 70,0% 5,1% 4,0% 6,1% 6,2% 8,8% 8,6% 40,2% 42,6% CENTRO 1,6% 5,1% 3,5% 2,1% 6,6% 1,1% 7,4% 7,1% 70,1% 67,4% 5,3% 4,2% 5,9% 4,4% 7,4% 7,7% 41,9% 42,2% LAZIO 2,6% 2,7% 5,5% 0,3% 8,1% 2,3% 7,6% 7,4% 71,3% 70,2% 5,4% 4,7% 7,4% 6,3% 8,0% 8,2% 41,4% 41,5% MARCHE 1,6% 7,9% 2,2% 3,8% 6,1% 0,6% 7,4% 6,8% 65,7% 60,8% 4,9% 3,5% 4,6% 3,1% 6,7% 7,0% 45,0% 46,1% TOSCANA 0,4% 6,9% 2,1% 4,2% 5,5% 0,3% 7,2% 6,8% 70,1% 66,5% 5,3% 4,1% 4,9% 3,3% 7,0% 7,6% 41,2% 41,4% UMBRIA 1,7% 6,7% 4,1% 2,2% 7,2% 1,3% 7,4% 6,7% 73,0% 68,0% 4,4% 3,3% 4,6% 3,0% 5,6% 6,6% 44,4% 43,6% SUD ISOLE 3,3% 4,0% 5,1% 0,1% 7,0% 2,1% 6,8% 6,8% 70,4% 69,6% 4,1% 3,5% 5,5% 4,7% 6,4% 6,7% 38,7% 39,0% ABRUZZO 3,3% 5,6% 4,9% 1,3% 6,9% 0,5% 7,5% 7,1% 67,2% 66,2% 4,5% 3,5% 5,1% 4,1% 7,3% 7,3% 44,0% 45,9% BASILICATA 4,4% 4,1% 9,2% 0,2% 6,4% 0,2% 8,0% 8,2% 69,5% 71,4% 3,6% 3,3% 4,5% 5,2% 6,7% 4,8% 42,4% 42,3% CALABRIA 5,1% 0,5% 7,3% 0,3% 6,4% 2,5% 7,1% 7,0% 73,8% 72,8% 3,8% 3,4% 7,2% 5,7% 5,3% 5,5% 37,6% 39,4% CAMPANIA 3,0% 3,8% 5,5% 0,8% 7,9% 2,6% 6,9% 7,0% 74,4% 73,9% 4,4% 3,9% 7,0% 6,0% 5,2% 5,8% 34,8% 34,6% MOLISE 3,5% 6,2% 8,7% 0,9% 6,5% 2,4% 7,0% 7,5% 66,4% 69,6% 3,5% 3,0% 3,4% 3,3% 5,6% 6,0% 45,1% 44,7% PUGLIA 3,9% 4,2% 5,4% 1,0% 7,8% 1,3% 5,9% 5,6% 66,8% 65,1% 4,0% 3,4% 4,3% 3,3% 5,9% 5,8% 41,8% 42,2% SARDEGNA 3,4% 3,2% 3,4% 1,1% 5,8% 2,4% 6,6% 6,5% 65,0% 64,2% 3,5% 2,9% 3,8% 3,1% 9,2% 9,6% 41,5% 42,8% SICILIA 2,4% 4,9% 3,6% 0,1% 6,3% 2,8% 6,3% 6,4% 70,4% 69,1% 3,9% 3,3% 5,1% 3,7% 7,4% 7,4% 37,6% 36,4% ITALIA 1,9% 7,2% 3,4% 4,1% 6,4% 0,3% 7,5% 6,8% 70,8% 65,4% 5,2% 3,7% 6,1% 3,7% 6,8% 7,2% 40,7% 40,8% Fonte: Cerved Group Nota: i tassi di crescita e gli indici di bilancio presentati sono calcolati come mediane Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

18 Nota metodologica I risultati presentati si riferiscono a bilanci d esercizio 2009 che Cerved Group ha riclassificato fino ai primi giorni di luglio Il complesso di questi bilanci rappresenta 21% dei bilanci d esercizio depositati da società italiane per il 2008 e presenti negli archivi di Cerved Group. Di questi bilanci, circa 48 mila (il 23% rispetto ai bilanci 2008) sono stati depositati da imprese con sede legale nel Nord Est, 78 mila da società del Nord Ovest (27%), 40 mila da aziende del Centro (19%) e 19 mila da imprese del Sud e delle Isole (12%). Per il calcolo degli indici, l Osservatorio esclude i bilanci di imprese con fatturato inferiore a 100 mila euro, che presentano squadramenti o anomalie che non ne consentano la confrontabilità, che si riferiscono a un periodo inferiore o uguale a 9 mesi. I risultati di bilancio 2009 sono confrontati con quelli realizzati dallo stesso gruppo di imprese negli anni precedenti. Le classi di fatturato sono calcolate con riferimento al primo anno per cui l impresa presenta un bilancio valido (2007, o 2008 nel caso in cui la società non abbia presentato un bilancio utile per il calcolo degli indici nel 2007) Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

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