COMUNE DI VILLAFRANCA IN LUNIGIANA VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO PIANO ATTUATIVO RAPPORTO AMBIENTALE DEL PROCEDIMENTO COORDINATO DI VAS

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1 COMUNE DI VILLAFRANCA IN LUNIGIANA PROVINCIA DI MASSA CARRARA VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO RELATIVA ALL UTOE 4 E 2 PIANO ATTUATIVO PER LA REALIZZAZIONE DI UN CAMPO DA GOLF 18 BUCHE RTA INSEDIAMENTI RESIDENZIALI INFRASTRUTTURE SERVIZI RAPPORTO AMBIENTALE DEL PROCEDIMENTO COORDINATO DI VAS SECONDO QUANTO PREVISTO DALLA L.R. 10/2010 NORME IN MATERIA DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS), DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (VIA) E DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA COME MODIFICATA DALLA L.R. 6/2012 DISPOSIZIONI IN MATERIA DI VALUTAZIONI AMBIENTALI. MODIFICHE ALLA L.R. 10/2010, ALLA L.R. 49/1999, ALLA L.R. 56/2000, ALLA L.R. 61/2003 E ALLA L.R. 1/2005 GIUGNO 2013

2 Rapporto a cura di: Simone Pagni Ingegnere per l ambiente ed il territorio Marco Grondacci Giurista ambientale 2

3 INDICE PREMESSA... 6 SINTESI DEI CONTRIBUTI PERVENUTI E MODALITÀ CON CUI SE NE È TENUTO CONTO NEL RAPPORTO AMBIENTALE CONTENUTI DELL INTERVENTO E RAPPORTO CON ALTRI PIANI E PROGRAMMI La previsione golfistica all interno della strumentazione urbanistica comunale Obiettivi e finalità dell intervento Analisi di coerenza ANALISI DEL CONTESTO ED AREE DI RILEVANZA AMBIENTALE Analisi di contesto Caratterizzazione dei principali elementi di valore dal punto di vista storico-culturale e paesaggistico Caratterizzazione ecologica, agronomica e forestale Caratterizzazione geologica, geomorfologia, idrogeologica Censimento dei pozzi per l emungimento di acqua Stato delle reti di acquedotto, fognatura e depurazione Altre infrastrutture ed ambiti significativi presenti nell area Caratterizzazione delle aree di particolare rilevanza ambientale DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE DI RIFERIMENTO

4 4. VALUTAZIONE DEI POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI Valutazione complessiva Valutazione specifica Fattori di interferenza e/o perturbazione Rumore Produzione di rifiuti Consumi energetici Inquinamento elettromagnetico Impatti sulle componenti ambientali Consumo di suolo Inquinamento atmosferico Consumo di risorse idriche Smaltimento acque reflue Utilizzo di nitrati, fertilizzanti e sostanze chimiche Pericolosità idraulica e geomorfologica Movimentazioni terre Assetto vegetazionale Interferenza con la fauna Assetto paesaggistico Aspetti socio-economici MISURE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EFFETTI AMBIENTALI NEGATIVI Misure generali riguardanti la fase di esercizio Indirizzi costruttivi specifici finalizzati a garantire una gestione efficiente del campo da golf Misure riguardanti la fase di cantiere Misure compensative e perequative

5 6. ANALISI DELLE POSSIBILI ALTERNATIVE DESCRIZIONE DELLE MISURE DI MONITORAGGIO ALLEGATI Scheda Norma U.T.O.E. n.4 Cà Madonna del PS Estratti cartografici dal PS del Comune di Villafranca in Lunigiana Scheda Invariante strutturale n.10 Paesaggio agrario della Piana di Villafranca Estratti cartografici dal RU del Comune di Villafranca in Lunigiana Estratti dal Rapporto ambientale del RU

6 Premessa La L.R. 10/2010 e s.m.i. Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza (di recepimento del D.lgs. 152/2006 e s.m.i. che a sua volta recepisce la Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente) persegue l obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e della salute e di contribuire all integrazione di considerazioni ambientali nell elaborazione, adozione ed approvazione di piani, programmi e progetti, sulla base del principio di sviluppo sostenibile e degli altri principi comunitari che devono guidare l azione pubblica in materia ambientale quali la precauzione, l azione preventiva, la correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all ambiente, nonché del principio chi inquina paga. La Variante al RU ed il Piano attuativo oggetto della presente valutazione, riguardano la realizzazione di un campo da golf regolamentare con annessi interventi edilizi a carattere turistico ricettivo e residenziale, ricadente nell ambito della U.T.O.E. n.4 Ca Madonna in base a quanto previsto dal Piano Strutturale del Comune di Villafranca. La Variante, è assoggettabile a procedura di VAS ai sensi dell articolo 5bis della Legge Regionale 10/2010 e s.m.i. che individua anche le Varianti agli strumenti della pianificazione territoriale e agli atti di governo del territorio quali strumenti a cui deve essere applicata la VAS. Inoltre, in base alla L.R. 10/2010 e come ribadito ed esplicitamente richiamato all articolo 8 della L.R. 6/2012 Disposizioni in materia di valutazioni ambientali. Modifiche alla L.R. 10/2010, alla L.R. 49/1999, alla L.R. 56/2000, alla L.R. 61/2003 e alla L.R. 1/2005, sono obbligatoriamente soggetti a VAS i piani e i programmi [ ] della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli e che definiscono il quadro di riferimento per l approvazione, l autorizzazione, l area di localizzazione o, comunque, la realizzazione di progetti sottoposti a VIA o a verifica di assoggettabilità a VIA [ ]. Anche il Piano attuativo è stato soggetto a VAS in quanto comprende al suo interno un progetto di campo golf a 18 buche sottoponibile a procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) di progetti ed opere di competenza della Regione ai sensi della lettera u) allegato B1 alla Legge Regionale 10/2010 e s.m.i. In relazione all intervento, la procedura di VAS è stata quindi attivata con l avvio di una fase preliminare relativamente alla Variante al RU in cui è stato prodotto un documento contenente, in base all articolo 23 della L.R. 10/2010 e s.m.i.: le indicazioni necessarie inerenti lo specifico piano, relativamente ai possibili effetti ambientali significativi della sua attuazione; i criteri per l impostazione del Rapporto ambientale; le autorità ambientali interessate da consultare; le indicazioni sul monitoraggio del piano o programma. In data 11 maggio 2013, il documento preliminare è stato inviato ai soggetti competenti in materia ambientale ed agli enti territoriali interessati ai fini delle consultazioni (art. 18, 19 e 20 della L.R. 10/2010 6

7 e s.m.i.), pubblicato sul sito web del Comune e messo a disposizione a chiunque ne avesse fatto richiesta, secondo le modalità richiamate nel documento preliminare stesso, nel quale veniva esplicitato l iter procedurale relativo all intero procedimento di VAS. Le consultazioni relative al documento preliminare si sono concluse dopo 30 giorni dall invio e dalla pubblicazione sul sito web del documento medesimo. E utile precisare che tale termine, concordato tra autorità procedente e autorità competente, è stato inferiore rispetto alla durata dei 90 giorni che generalmente è indicata per le consultazioni relative alla fase preliminare; ma tutto questo è ammissibile secondo quanto previsto dalla stessa L.R. 10/2010 e s.m.i. (art.23 comma 2). Inoltre, in un ottica di semplificazione e non duplicazione dei procedimenti, esigenza richiamata all art. 8 della stessa L.R. 10/2010, si è tenuto conto anche del fatto che era già stata conclusa la fase preliminare di VAS relativamente al Piano complesso di intervento per la realizzazione di un campo da golf regolamentare ed annessi interventi edilizi in località Ca Madonna 1. In particolare, il documento preliminare di VAS relativo a tale intervento, era stato trasmesso in data alle Autorità ambientali e pubblicato sul sito web comunale, ai fini delle consultazioni da esperire entro il termine di 90 giorni. In data si era poi riunito il Nucleo Tecnico di Valutazione, nominato con Deliberazione C. C. n. 97 del quale Autorità Competente ex L.R. 10/2010 e s.m.i. individuata per le fasi di espletamento VAS di competenza Comunale, elaborando uno specifico documento istruttorio relativo a tale fase preliminare. Tale contributo, disponibile sul sito del Comune, oltre a fornire indicazioni per l implementazione del Rapporto ambientale, aveva fatto propri e ribadito le criticità e le prescrizioni contenute nei contributi pervenuti durante tale fase di consultazione. In data 23 maggio 2013 è stata avviata anche la procedura di verifica di assoggettabilità a VAS del Piano attuativo, poiché comprendente al suo interno la previsione di un progetto di campo golf a 18 buche sottoponibile a procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) di progetti ed opere di competenza della Regione ai sensi della lettera u) allegato B1 alla Legge Regionale 10/2010 e ss.mm.ii. In tal caso è, dunque, applicabile la clausola di cui alla lettera a) comma 2 articolo 5 della Legge Regionale 10/2010 e ss.mm.ii., secondo la quale sono sottoposti a VAS i piani della destinazione dei suoli che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti sottoponibili sia a procedura ordinaria di VIA che a procedura di verifica di assoggettabilità a VIA. Il documento relativo alla verifica di assoggettabilità è stato inviato ai soggetti competenti in materia ambientale ed agli enti territoriali interessati ai fini delle consultazioni (art. 18, 19 e 20 della L.R. 10/2010 e s.m.i.), pubblicato sul sito web del Comune e messo a disposizione a chiunque ne avesse fatto richiesta. Le consultazioni relative alla verifica si sono concluse dopo 30 giorni dall invio secondo quanto previsto dall art.22 della L.R. 10/ Un richiamo alle motivazioni che hanno portato ad elaborare una Variante al RU al fine di abbandonare la redazione di un Piano complesso di intervento, introducendo l obbligatorietà di un Piano attuativo unitario in forma convenzionata per l intera zona della trasformazione è contenuto al paragrafo 1.1 della presente relazione a cui si rimanda. 7

8 In data si è riunito nuovamente il Nucleo Tecnico di Valutazione quale Autorità Competente per le fasi di espletamento VAS di competenza Comunale, che ha elaborato due specifici documenti istruttori relativi alla fase preliminare relativa alla Variante al RU ed alla verifica di assoggettabilità del Piano attuativo. Tali documenti, disponibili sul sito del Comune, oltre a fornire indicazioni per l implementazione di un Rapporto ambientale coordinato del procedimento di VAS della Variante e del Piano attuativo, hanno fatto propri e ribadito le criticità e le prescrizioni contenute nei diversi contributi pervenuti. Il dettaglio dei contributi pervenuti durante tutte le suddette fasi di consultazione ed una sintesi degli esiti istruttori dell Autorità competente per la VAS di competenza comunale, sono riportati nel successivo capitolo. Il presente documento costituisce quindi il Rapporto ambientale del procedimento coordinato di VAS della Variante al RU e del Piano attuativo finalizzati alla realizzazione di un campo da golf e strutture accessorie, elaborato secondo quanto previsto dall articolo 24 e dall Allegato 2 della L.R. 10/2010 e s.m.i.; il presente documento: - individua, descrive e valuta gli impatti significativi sull ambiente, sul patrimonio culturale e paesaggistico e sulla salute derivanti dall attuazione dell intervento; - concorre alla definizione degli obiettivi e delle strategie dell intervento; - individua e descrive le ragionevoli alternative, alla luce degli obiettivi e dell ambito territoriale di riferimento; - indica i criteri di compatibilità ambientale, le misure previste per impedire, ridurre e compensare gli eventuali impatti negativi sull ambiente, gli indicatori ambientali di riferimento e le modalità per il monitoraggio; - dà atto di quanto emerso dalle consultazioni di cui all articolo 23 della L.R. 10/2010 e s.m.i. relative alle precedenti fasi valutative (fase preliminare relativa al Piano complesso di intervento ed alla Variante al RU; verifica di assoggettabilità a VAS del piano attuativo) ed evidenzia come sono stati presi in considerazione i contributi pervenuti. In base all articolo 23 della L.R. 10/2010 e s.m.i., anche il Rapporto ambientale ed una sua Sintesi non tecnica vengono messi a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale e degli enti territoriali interessati ai fini delle consultazioni (art. 18, 19 e 20 della L.R. 10/2010 e s.m.i.), pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana (BURT), pubblicati sul sito web del Comune e messi a disposizione a chiunque ne faccia richiesta. Le consultazioni relative al Rapporto ambientale si concludono dopo 60 giorni dalla pubblicazione del documento medesimo. 8

9 Sintesi dei contributi pervenuti e modalità con cui se ne è tenuto conto nel Rapporto ambientale Di seguito si riporta una sintesi dei contributi pervenuti in merito ai processi valutativi che sono stati avviati in relazione all intervento golfistico, ovvero la fase preliminare VAS del Piano complesso di intervento, la fase preliminare VAS della Variante al RU e la verifica di assoggettabilità a VAS del Piano attuativo. In data (protocollo 5416) la Società Villafranca Holding s.r.l. ha presentato in qualità di proponente ex L. R. 10/2010 e s. m. i. e nell ambito di un Piano Complesso di Intervento (di seguito PCI) per la realizzazione di un campo da golf regolamentare ed annessi interventi edilizi in località Cà Madonna la documentazione inerente la proposta di Piano ed il Documento preliminare ai sensi dell art. 23 della L. R. 10/2010 e s. m. i., anticipando contenuti e metodologia di redazione del Rapporto ambientale ai fini della VAS. Come già anticipato in premessa, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio più adeguato delle informazioni da includere nel Rapporto ambientale, la documentazione suddetta è stata quindi trasmessa in data alle Autorità ambientali e pubblicata sul sito web comunale, ai fini delle consultazioni da esperire entro il termine di 90 giorni. Al termine del previsto periodo di acquisizione dei pareri sopra indicato, sono pervenuti i contributi dai seguenti soggetti: 1. Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Magra (27/10/2012 prot. 8509); 2. Regione Toscana (09/11/2012 prot. 8872); 3. ARPAT Dipartimento di Massa Carrara (27/11/2012 prot. 9380); 4. U.S.L. 1 Massa Carrara Igiene e Sanità Pubblica (27/12/2012 prot ); 5. GAIA S.p.A (23/01/2013 prot. 685); 6. Autorità Idrica Toscana (20/02/2013 prot. 1605). Nelle pagine seguenti sono riportati integralmente tali contributi. 9

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18 In data si è riunito il Nucleo Tecnico di Valutazione, nominato con Deliberazione C. C. n. 97 del quale Autorità Competente ex L. R. 10/2010 e s. m. i. individuata per le fasi di espletamento VAS di competenza Comunale. Tale contributo, disponibile sul sito del Comune, oltre a fornire indicazioni per l implementazione del Rapporto ambientale, fa propri e ribadisce le criticità e le prescrizioni contenute nei contributi pervenuti e rileva la necessità di procedere, come del resto già previsto nel documento preliminare di VAS, ad una fase di consultazione del pubblico attraverso il coinvolgimento della cittadinanza singola ed organizzata a vario titolo. In data , è inoltre pervenuto un contributo da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per le province di Lucca e Massa-Carrara, riportato di seguito. 18

19 Sempre ai fini delle consultazioni VAS, sono stati anche organizzati 2 incontri pubblici in data 8 aprile 2013 e 6 maggio 2013, rivolti specificatamente ai soggetti con competenze ambientali (il primo) ed alle associazioni ambientaliste e culturali operanti sul territorio (il secondo). In relazione a tali incontri, è stato possibile acquisire il contributo riportato di seguito da parte dell Associazione Manfredo Giuliani. 19

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21 Per completezza, si segnala che durante l incontro del 6 maggio la sezione locale di Legambiente ha manifestato la propria contrarietà all intervento nel suo complesso, seppur non abbia inoltrato nessun contributo e non abbia sollevato questioni specifiche. In data 11 maggio 2013, l Amministrazione comunale ha poi trasmesso ai soggetti competenti in materia ambientale ed agli enti territoriali interessati il documento preliminare relativo alla Variante al RU, pubblicato sul sito web del Comune e messo a disposizione a chiunque ne avesse fatto richiesta. Le consultazioni relative al documento preliminare si sono concluse dopo 30 giorni dall invio e dalla pubblicazione sul sito web del documento medesimo. Al termine del previsto periodo di acquisizione dei pareri sopra indicato, sono pervenuti i contributi dai seguenti soggetti: 1. ARPAT Dipartimento di Massa Carrara (06/06/2013 via PEC); 2. Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per le province di Lucca e Massa-Carrara (20/06/2016 protocollo n. 4966); 3. Autorità Idrica Toscana (24/06/2013 via PEC); Nelle pagine seguenti sono riportati integralmente tali contributi. 21

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25 In data 23 maggio 2013, l Amministrazione comunale ha poi trasmesso ai soggetti competenti in materia ambientale ed agli enti territoriali interessati il documento di verifica di assoggettabilità a VAS relativo al Piano attuativo dell intervento golfistico, pubblicato sul sito web del Comune e messo a disposizione a chiunque ne avesse fatto richiesta. Anche le consultazioni relative a tale documento si sono concluse dopo 30 giorni dall invio e dalla pubblicazione sul sito web del documento medesimo. Al termine del previsto periodo di acquisizione dei pareri sopra indicato, il contributo di ARPAT Dipartimento di Massa Carrara (19/06/2013 via PEC) riportato di seguito. 25

26 In data si è poi riunito il Nucleo Tecnico di Valutazione comunale (Autorità Competente) al fine di formulare i propri contributi in merito ai due procedimenti di VAS relativi alla Variante al RU ed al Piano attuativo. Tali contributi, disponibili sul sito del Comune, oltre a far propri e ribadire le criticità e le prescrizioni contenute nei contributi pervenuti, hanno espresso l opportunità di procedere alla redazione di un unico Rapporto ambientale coordinato per i procedimenti di VAS della Variante e del Piano attuativo. In particolare, con riferimento quindi al procedimento di VAS che interessa la Variante al RU ed a quello che interessa il Piano Attuativo, atteso che si tratta di procedimenti distinti che riguardano comunque lo stesso ambito territoriale e ne analizzano gli aspetti ambientali (seppur a diverso livello di approfondimento), l Autorità competente comunale, nell ottica di evitare una duplicazione dei procedimenti (esigenza richiamata, come già detto precedentemente, all art. 8 della L.R. 10/2010 e s.m.i.) e semplificare per i cittadini la comprensione degli atti a beneficio di un efficace partecipazione, ha ritenuto che si dovesse procedere alla redazione di un unico Rapporto ambientale coordinato tra il proponente della Variante ed il proponente del Piano Attuativo. Il presente documento è stato quindi impostato ed ha assunto tutti i contributi e gli indirizzi di cui sopra, sia in relazione all analisi di contesto (capitolo 3) sia con riferimento alla valutazione degli effetti ed alla conseguente introduzione di misure di mitigazione e compensazione (capitoli 4 e 5). 26

27 1. Contenuti dell intervento e rapporto con altri piani e programmi 1.1 La previsione golfistica all interno della strumentazione urbanistica comunale Il campo da golf e le strutture connesse previste in località Cà Madonna sono previsioni esplicitamente inserite da diversi anni all interno nella strumentazione urbanistica comunale. Come esplicitato nella Relazione generale del vigente Piano Strutturale, tale previsione nacque con la volontà di valorizzare e conservare una ampia zona di territorio agricolo alle porte del capoluogo di Villafranca, la quale attualmente non riveste particolare interesse di carattere produttivo e, seppur caratterizzata da elementi di interesse dal punto di vista agricolo, storico-culturale e paesaggistico, si presenta in stato di parziale abbandono e/o con elementi di degrado. In particolare, tale previsione venne introdotta con Deliberazione di C.C. n.65 del 4 ottobre 2004 relativa all avvio del provvedimento di Variante al Piano Strutturale allora vigente. L Amministrazione Comunale intese procedere a stralciare ed anticipare rispetto alla Variante al Piano Strutturale, quanto già previsto al capo 1 del documento generale di avvio allegato alla predetta Deliberazione di Consiglio Comunale, ovvero il capitolo Villafranca Città internazionale del Golf, dando mandato all ufficio competente di attivare le procedure di Variante al PS ed al Regolamento Urbanistico dell impianto golfistico. Tale volontà è stata poi espressa con Deliberazione di G.C. n 57 del Approvazione documento per procedimento di variante al RU, ai fini della realizzazione di un impianto golfistico, con la quale è stato deliberato altresì di procedere ai sensi degli artt. 21, 22 e 23 della L.R. 1/05 (accordo di pianificazione) così come individuato dal Responsabile del procedimento. Successivamente, a seguito del ricorso alla Conferenza tra le Strutture tecniche del Comune di Villafranca in Lunigiana, della Provincia di Massa Carrara e della Regione Toscana svoltasi in data 18 luglio 2006, la Variante al PS venne adottata con Deliberazione di C.C. n 31 del e contestualmente venne adottata anche la Variante al Regolamento Urbanistico con Deliberazione di CC n 32 del Tali Varianti vennero poi approvate con Deliberazione di CC n 56 24/11/2006 e con Deliberazione di C.C. n 67 28/12/2006. L iter di pianificazione conseguente ha poi portato all attuale articolazione del Piano Strutturale, approvato con Deliberazione di C.C. n 57 del come da prescrizioni di cui al verbale della Conferenza tra le Strutture tecniche del Comune di Villafranca in Lunigiana, della Provincia di Massa Carrara e della Regione Toscana del 15 maggio 2008, in cui è esplicitamente prevista la previsione di un impianto golfistico. L attuale Regolamento Urbanistico, approvato con Deliberazione di C.C. n. 4 dell'11 febbraio 2010, ha ribadito e complessivamente riconfermato in pieno tale previsione del Piano Strutturale, tramite l individuazione di un Ambito di trasformazione rilevante TR RIL1 e prevedendone l attuazione attraverso la redazione di un Piano Complesso di Intervento. Tale previsione viene riconfermata come strategica rispetto allo sviluppo del territorio comunale, sotto il profilo sia della realizzazione di nuove 27

28 strutture sportive e ricreative e di urbanizzazione, sia degli effetti economici, finanziari e sociali dei nuovi insediamenti. Come già evidenziato in precedenza, in data la Società Villafranca Holding s.r.l. ha poi presentato, in qualità di proponente, tale Piano complesso di intervento ed il Documento preliminare ai sensi dell art. 23 della L.R. 10/2010 e s.m.i., anticipando contenuti e metodologia di redazione del Rapporto ambientale ai fini della VAS. La documentazione suddetta è stata quindi trasmessa in data alle Autorità ambientali e pubblicata sul sito web comunale, ai fini delle consultazioni da esperire entro il termine di 90 giorni. A seguito della Deliberazione di C.C. n 8 del 22/01/2013 è stato poi deliberato di avviare le procedure di pubblicazione dell'invito Pubblico alla presentazione, da parte degli aventi titolo, di una o più proposte di formazione del Piano Complesso di Intervento. L invito è stato pubblicato sul sito del Comune ed inviato a tutti i proprietari ed i soggetti aventi titolo in data Il PS, all Art. 34 delle NTA, nella parte in cui tratta degli obiettivi generali per il paesaggio e per la biodiversità, demanda al RU il compito di eseguire degli approfondimenti e analisi per definire al meglio gli interventi che possono determinare effetti di disturbo fisico, visuale, storico culturale e naturalistico sulle caratteristiche del paesaggio e quali azioni di mitigazione/compensazione prevedere nelle aree oggetto di possibile trasformazione. Il PS assegna inoltre al RU il compito di definire nel dettaglio gli elementi territoriali costituenti le invarianti strutturali, allo scopo di articolare con prescrizioni di maggiore efficacia e cogenza la disciplina contenuta nell allegato A delle NTA del PS. Questi indirizzi sono stati assolti attraverso la redazione di specifici studi specialistici (urbanistici, agronomici, ambientali, idraulici e geologici) che si sono conclusi con l indicazione di linee guida da recepire nella disciplina di piano. Rispetto ai risultati che sono emersi dalle indagini di settore e al recepimento delle linee guida, si è posto il problema della coerenza tra l attuale disciplina del vigente RU e gli attuali contenuti del Piano complesso di intervento il quale prevede una diversa articolazione dello zoning urbanistico. In particolare, è stata prevista: - una diversa perimetrazione dell area a bosco che è più estesa rispetto a quella prevista nel RU (Ambiti e aree boscate e di rispetto ambientale -B-); - una diversa classificazione e localizzazione delle aree per standards urbanistici che, sulla base dello stato dei luoghi, delle funzioni in atto e delle esigenze sociali espresse dal Comune, prevedono: -- l inserimento all interno del perimetro della trasformazione TR RIL 1 dell area utilizzata a campo pratica. Tale area (di circa mq. 42 mila) pur essendo una attrezzatura correlata all attività del golf è compresa nella disciplina per le Attrezzature sportive esistenti -SPe- (e, quindi, esclusa dal progetto complessivo del campo da golf come invece prescrive il PS); -- l inserimento nella cartografia del quadro progettuale e normativo del RU di alcuni elementi territoriali che costituiscono invariante strutturale (quali il tracciato della Via Franchigena, della Strada Comunale e del bosco mesofilo planiziale rilevato all interno della zona di trasformazione); -- la limitata rettifica del perimetro dell UTOE allo scopo di adeguandolo allo stato dei luoghi e alla divisione catastale dei lotti, con conseguente adeguamento normativo della aree 28

29 interessate (in genere si è trattato di restringere o di ampliare le aree della TR RIL 1 e la disciplina degli Ambiti di conservazione aree agricole periurbane -AP- ; -- la previsione di nuove aree a standards in una zona esterna all UTOE 4 (già destinata dal RU ad Attrezzature e Servizi di Interesse Generale -AS) allo scopo di prevedere una nuova area per parcheggio e per attrezzature sportive di quartiere. Questa nuova previsione nasce della esigenza pubblica di prevedere un nuovo campo di calcio di livello amatoriale con le relative attrezzature di servizio che entrerà a far parte delle misure perequative; -- la previsione di una rotatoria stradale nell intersezione tra la Via Francigena, la Via dei Menhir e la Strada Comunale di S. Genesio; -- la ridefinizione della normativa dell Art. 25 delle NTA del RU dell Ambito di Trasformazione Rilevante - TR RIL1, che dovrà contenere: le modalità attuative della trasformazione e le regole della trasformazione. In particolare, come previsto dal PS nella disciplina dell UTOE 4, l individuazione delle zone e sottozone funzionali e il relativo dimensionamento per funzioni; la disciplina degli insediamenti; la disciplina paesaggistica e ambientale di dettaglio volta alla valorizzazione e recupero delle emergenze e dei beni storico-culturali; la disciplina dell uso delle risorse non riproducibili (in particolare l acqua); le regole per la definizione della disciplina perequativa e l elenco dei principali elementi che dovranno concorrere alla definizione delle misure compensative/perequative; i principali contenuti della convenzione urbanistica. Queste sono state le ragioni per cui è stata elaborata una Variante al RU (di cui, come già evidenziato precedentemente, si sono avviate le consultazioni in relazione alla fase preliminare di VAS in data 11 maggio 2013) al fine di eliminare l attuale obbligatorietà di redazione di un Piano complesso di intervento, introducendo invece l obbligatorietà di un Piano attuativo unitario in forma convenzionata per l intera zona della trasformazione (di cui si sono avviate le consultazioni per la verifica di assoggettabilità a VAS in data 23 Maggio 2013). La coerenza della procedura proposta trova riscontro nello spirito della L.R. 1/2005 e s.m.i. che prevede il piano complesso di intervento quando c è una specifica prescrizione del PS o (facoltativamente) quando la trasformazione richiede una esecuzione programmata e contestuale di interventi pubblici e privati. Nel caso della trasformazione per il campo da golf, non si trova nel PS comunale uno specifico obbligo della formazione del piano complesso (tale obbligo è stato introdotto solo nell attuale RU); né siamo in presenza di un complesso intervento in cui sia prevista una esecuzione programmata di interventi pubblici e privati. Infine, si è tenuto conto del fatto che il Comune non si trova nella condizione di dover decidere tra una pluralità di soggetti o di proposte in quanto la trasformazione dell area presuppone la presenza di un unico interlocutore rappresentato dal consorzio costituito dai/l proprietari/o ricompresi nel piano attuativo ai sensi dell Art. 66 della LR 1/2005. La procedura ordinaria attraverso una cogente disciplina di RU e l attuazione per mezzo di un piano attuativo, è stata ritenuta in grado di garantire allo stesso modo del piano complesso l interesse pubblico che sarà assicurato dalla disciplina perequativa e da una specifica convenzione attraverso la quale il soggetto attuatore dovrà esplicitare gli obblighi e le garanzie da assumere nei confronti del Comune. 29

30 1.2 Obiettivi e finalità dell intervento Attraverso l intervento in oggetto il Comune intende costruire un polo di interesse comprensoriale sportivo e turistico con l obiettivo di realizzare un volano per l economia locale, con ricadute positive di tipo occupazionale e nel settore delle imprese che graviteranno attorno alla costruzione e alla manutenzione dell impianto. La capacità potenziale del golf di intercettare importanti segmenti della domanda turistica, interna e internazionale, comporta la possibilità che il campo golf di Villafranca possa contribuire alla qualificazione e alla differenziazione dell offerta turistica locale, ma anche alla valorizzazione dell offerta territoriale complessiva della Lunigiana, grazie alla funzione potenziale di porta aperta sul territorio che la struttura golfistica può svolgere nei confronti dei suoi frequentatori. Nello specifico, l intervento ha come finalità principale la realizzazione di un campo da golf regolamentare con annessi interventi a carattere turistico ricettivo, a scopo sportivo/ricreativo e residenziale. La perimetrazione all interno della quale opera l intervento ricade all interno del perimetro individuato dal Piano Strutturale del Comune di Villafranca relativamente alla possibilità di realizzazione di una struttura golfistica concepita come una proposta turistico-sportiva integrata che dovrà comunque garantire la tutela delle componenti territoriali, insediative e tipologiche presenti. L ambito della trasformazione interessa un area agricola sottoutilizzata ed in stato di sostanziale abbandono 2 ubicata all interno dell U.T.O.E. 4 Il piano Cà Madonna che comprende l area centrale della Piana di Villafranca, collocata tra la statale della Cisa e le due strade provinciali diramantisi da questa verso Filetto e Mocrone. All interno di un area di circa 68 ettari, l intervento ha come priorità la realizzazione del campo da golf regolamentare a 18 buche, accompagnato inizialmente dalla contemporanea realizzazione delle attività funzionalmente connesse (turistico-ricettive, direzionali e di servizio) ritenute essenziali per l esercizio dell attività golfistica stessa. Con un ottica di gestione unitaria, sono previsti i seguenti interventi: dimensionamento massimo previsto (entro i limiti del dimensionamento del PS): - Sul max edificabile per destinazione turistico ricettiva = mq ; - Sul max edificabile per destinazione direzionale = mq. 350; - Sul max per attrezzature di servizio quali: ricovero attrezzi e mezzi meccanici, deposito ecc. = mq , di cui mq. 650 derivanti dal recupero di un fabbricato di rilievo (Cà Madonna), facente parte del patrimonio edilizio esistente. Inoltre, l intervento individua sei unità minime di intervento (UMI) nelle quali concentrare l edificazione privata, ognuna soggetta a progetto edilizio unitario ai fini del rilascio del relativo titolo abilitativo da parte del Comune per ogni unità edilizia prevista. La somma complessiva della Sul edificabile prevista nelle UMI, anch essa entro i limiti del dimensionamento del PS, è < = a mq La composizione fondiaria dell area si caratterizza per una forte frammentazione della proprietà che è una delle cause che hanno sicuramente contribuito all abbandono delle attività agricole originariamente esercitate nella zona. A conferma di questo basta mettere in evidenza il dato relativo al numero e alla dimensione media del lotto fondiario che, all interno del perimetro della zona di trasformazione TR RIL1 del RU, pari a circa 80,40 ettari, sono, rispettivamente di n. 247 e mq

31 L area individuata per tale edificazione, pari a circa 8 ettari, si colloca lungo l asse viario della Via Provinciale di Mocrone, nella logica del completamento della forma urbana di tale frazione. Tale area è stata scelta con la logica di evitare la dispersione insediativa, di ottimizzare le urbanizzazioni e tenendo conto dello sviluppo degli insediamenti esistenti ( a tale proposito sarà anche utilizzato un basso indice di edificabilità in analogia ai tipi edilizi già presenti). Infine, sono individuate alcune aree interne alla trasformazione che saranno oggetto di compensazione urbanistica, pari a circa mq. 50 mila da destinare a verde, parcheggi e viabilità pubblica. La Variante ed il Piano attuativo configurano l attuazione degli interventi in due o più fasi di attuazione. La prima fase prevede la realizzazione dell intero sub ambito funzionale del golf e servizi/attrezzature connesse unitamente alle UMI 1 e 2. L avvio della prima fase di attuazione del Piano attuativo prevede la stipula della convenzione con il Comune per la realizzazione di tutti gli interventi compensativi e perequativi nonché delle opere di urbanizzazione che si renderanno necessarie (in particolare, adeguamento della viabilità minore di uso pubblico esistente e di quella interna di distribuzione; impianti tecnologici quali approvvigionamento idropotabile, impianto di irrigazione, rete drenaggio, smaltimento reflui, rete elettrica, impianti termici). Le restanti fasi prevedono la realizzazione in sequenza delle restanti UMI residenziali, sulla base della effettiva domanda. In linea di massima, si prevede che la messa a regime del campo possa essere effettuata nell'arco di almeno 5 anni: i primi tre anni riguarderebbero l attuazione della prima fase, mentre almeno i restanti due anni sarebbero relativi all avvio delle fasi successive. Questa previsione potrebbe comunque essere rimodulata fino ad una durata di dieci anni (periodo di durata della convenzione che sarà stipulata), a seguito della effettiva risposta del mercato. Sulla base del dimensionamento dell intervento ( mq max di SUL residenziale e mq max di SUL turistico-ricettiva), una volta a regime, è possibile ipotizzare una presenza di circa 500 abitanti residenziali, mentre per quanto riguarda la componente turistica, considerando un tasso di occupazione medio annuo dell hotel di oltre il 60% con punte nei mesi estivi di quasi il 90% in analogia con altre strutture ricettive golfistiche a livello nazionale ed europeo, è possibile considerare una presenza turistica media pari a circa 150 unità. Dal punto di vista dell occupazione generata, si stima che saranno necessarie circa 200 nuove unità lavorative specializzate e non specializzate, di cui circa 60 a servizio per l hotel e le restanti che si avvicenderanno in relazione alle attività golfistiche ed alle costanti necessità manutentive dell intero complesso. Di seguito si riportano alcune tavole di sintesi estratte dalle relazioni generali riguardanti la Variante al RU ed il Piano attuativo, a cui si rimanda per specifici approfondimenti progettuali. 31

32 Stato attuale dell area di intervento come previsto dal vigente RU Stato modificato dell area di intervento come previsto dalla Variante al RU 32

33 Vincoli e zone funzionali definiti dal Piano attuativo Schema dei principali interventi previsti dal Piano attuativo 33

34 Le principali scelte progettuali Di seguito vengono riportati sinteticamente alcuni aspetti progettuali che hanno caratterizzato l intervento. Al fine di evitare inutili duplicazioni, per ulteriori approfondimenti relativi alle caratteristiche progettuali dell intervento, si rimanda comunque alla relazione tecnica dell intervento. 1. Concezione del percorso di gioco e modellamento morfologico. Il percorso di gioco, stanti l area disponibile e le sue caratteristiche morfologiche, ha cercato di combinare le esigenze tecniche del golf con la necessità di prefigurare trasformazioni coerenti con i caratteri ambientali e paesaggistiche del contesto. Sono state così considerate, in via prioritaria, le componenti fisiche e naturali che costituiscono la matrice di base degli attuali assetti ambientali e paesaggistici; in particolare: - il sistema morfologico, minimizzando i movimenti di terra e proponendo un rilievo simile a quello esistente in quanto a forme, quote e pendenze; a tale fine le buche sono state concepite ora parallele, ora trasversali alle pendenze dei versanti, limitando le discontinuità introdotte alle strette opportunità dettate dalle esigenze tecniche del gioco; - il sistema idrografico, evitando di alterare gli attuali bacini idrografici e le principali linee drenanti superficiali; - il sistema vegetazionale, recuperando parte della vegetazione esistente e potenziandola lungo le linee drenanti e lungo la viabilità di attraversamento con specie similari e ricreando alcune strutture caratteristiche quali i filari campestri ed i muretti a secco. A partire da questi requisiti sono stati definiti il percorso di gioco e la dislocazione delle buche, che hanno cercato di soddisfare i seguenti criteri funzionali: - centralità dei servizi e del campo pratica, con accessibilità immediata dall esterno; - disposizione a ventaglio delle buche rispetto ai servizi e al campo pratica, con partenza e arrivo in prossimità della club house; - ottimizzazione della successione e dell orientamento delle buche rispetto al movimento del sole e al suo angolo di incidenza nelle diverse stagioni; - varietà delle condizioni di gioco, alternanza nella lunghezze delle buche, nelle traiettorie, negli assi di rotazione e nei dislivelli. 2. Assetto vegetazionale. Il progetto della vegetazione persegue il duplice obiettivo di garantire continuità alle componenti arboree che definiscono la struttura paesaggistica e qualità al percorso di gioco. Il primo obiettivo è stato perseguito attraverso l individuazione delle fasce di vegetazione lineare e puntuale (arborea e arbustiva) che percorrono la zona, lungo le linee drenanti e lungo la viabilità minore e mantenendo/ricostituendo il più possibile filari campestri e muretti a secco. Il potenziamento di queste fasce è stato poi accompagnato dal potenziamento delle colture arboree a bassa manutenzione presenti all intorno e, in parte, all interno dell area di intervento. La qualità del percorso di gioco è stata 34

35 invece perseguita utilizzando le diverse tipologie di vegetazione per creare barriere, ostacoli, ostruzioni e orientare visuali. 3. Residenza, strutture di servizio e infrastrutture. Il progetto sceglie di lasciare sostanzialmente inalterata la rete della viabilità minore che già interessa l area di intervento. Le strutture di servizio sono collocate in prossimità dei principali punti di accesso all area e discoste tra loro per evitare commistioni tra frequentatori e personale di servizio, tra luoghi di relax e luoghi e di lavoro. Le strutture residenziali si pongono a completamento dell abitato di Mocrone. I caratteri tipologici e costruttivi sono indotti dalla morfologia del terreno, dal percorso di gioco e dalla esigenza di adottare soluzioni di bioarchitettura finalizzate soprattutto al risparmio energetico. Per gli scarichi relativi alla club house ed all hotel, è inoltre ipotizzato l utilizzo della fitodepurazione. 5. Campo da golf. Il campo da golf di Villafranca è stato concepito per un percorso golf championship, da fare omologare dalla Federazione Italiana Golf (FIG) e sarà capace di accogliere competizioni nazionali e internazionali. Il masterplan di progetto è stato curato dalla Faldo Design ( guidata da Sir Nick Faldo - il giocatore di maggior successo nella storia europea e mondiale del golf. La società ha curato la progettazione architettonica di numerosi campi da golf regolamentari in paesi del mondo geograficamente e climaticamente molto diversi quali l Inghilterra, la Cina, Cipro, la Danimarca, l Egitto, l Australia, il Vietnam e la Repubblica Dominicana. Il campo da gioco è suddivisibile nelle seguenti tipologie di aree, ognuna con specifiche caratteristiche e modalità di gestione: - Fairways mq - Greens mq - Tees mq - Semi Rough mq - Bunkers mq - Totale mq Una superficie pari a quasi mq, riguarderà aree non di gioco naturali o rinaturalizzate. 6. Invasi artificiali. Nell area di intervento è prevista la creazione di piccoli invasi artificiali per la raccolta delle acque da utilizzare ai fini irrigui. In particolare, tali invasi saranno funzionali alla raccolta e all immagazzinamento delle acque di pioggia e delle acque eventualmente pompate attraverso i pozzi dislocati all interno dell area di intervento. 35

36 1.3 Analisi di coerenza Ai sensi della Direttiva 2001/42/CE come recepita anche all interno della Legge Regionale 10/2010 e s.m.i., tra le informazioni da fornire nell ambito del Rapporto ambientale è inclusa: illustrazione [ ] del rapporto con altri pertinenti piani e programmi. La valutazione della relazione con gli altri pertinenti piani e programmi, generalmente denominata analisi di coerenza esterna, rappresenta la verifica della compatibilità, integrazione e raccordo degli obiettivi dell intervento rispetto alle linee generali della pianificazione sovra-ordinata e di settore. In tal senso, i piani e programmi che sono stati presi in considerazione per la valutazione di coerenza esterna, effettuata con l utilizzo delle matrici di coerenza, sono rappresentati da: - Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Regione Toscana compresa la sua integrazione paesaggistica (DCR n.32 del 16/06/2009); - Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) della Provincia di Massa Carrara; - Piano Strutturale del Comune di Villafranca in Lunigiana; - Regolamento Urbanistico del Comune di Villafranca in Lunigiana; - Piano Stralcio Assetto Idrogeologico - PAI del bacino del Fiume Magra e del Torrente Parmignola; - Piano di gestione ATO delle risorse idriche; - Piano interprovinciale dei rifiuti dell ATO Toscana Centro. La simbologia definita per l analisi di coerenza esterna di cui ai successivi paragrafi è la seguente: coerenza diretta: gli obiettivi dell intervento sono sostanzialmente analoghi o comunque presentano chiari elementi di integrazione, sinergia e/o compatibilità con la disciplina del piano/programma preso in considerazione < > coerenza condizionata: la fase attuativa dell intervento dovrà soddisfare a specifici requisiti di compatibilità derivanti dal piano/programma preso in considerazione - non c è una correlazione significativa tra gli obiettivi dell intervento ed il piano/programma preso in considerazione Incoerenza: gli obiettivi dell intervento sono incompatibili con la disciplina del piano/programma preso in considerazione 36

37 Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) Verifica di coerenza esterna con i metaobiettivi, le invarianti strutturali ed i sistemi funzionali del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valutazione di coerenza 1 metaobiettivo - Integrare e qualificare la Toscana come città policentrica potenziare l accoglienza della città toscana offrire accoglienza organizzata e di qualità per l alta formazione e la ricerca - L intervento, dando attuazione alla pianificazione comunale, prefigura l introduzione di una attività a carattere sportivo che appare capace di introdurre innovazione economica e sociale, grazie al richiamo nei confronti di frequentatori esterni ed al contributo per il potenziamento e la diversificazione dell offerta territoriale. Il rapporto interattivo con le eccellenze locali possono contribuire alla valorizzazione del patrimonio territoriale. sviluppare la mobilità intra e interregionale - sostenere la qualità della e nella città toscana - attivare la città come modalità di governance integrata a scala regionale 2 metaobiettivo - Sviluppare e consolidare la presenza industriale meta obiettivo - Conservare il valore del patrimonio territoriale della Toscana tutelare il valore del patrimonio collinare della Toscana < > L intervento comporta il recupero di un area che nel complesso versa in stato di semi-abbandono, pure modificandone gli usi. A tale proposito, dovranno quindi essere adottate tutte le soluzioni progettuali possibili finalizzate alla salvaguardia degli elementi di valore del patrimonio collinare locale. 37

38 Verifica di coerenza esterna con i metaobiettivi, le invarianti strutturali ed i sistemi funzionali del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valutazione di coerenza tutelare il valore del patrimonio costiero della Toscana - la città policentrica toscana < > Il turismo del golf può divenire parte integrante della rete delle eccellenze territoriali e, come tale, partecipare al progetto integrato di territorio e all offerta turistica che questo esprime. I golfisti, dopo il gioco, si muovono attraverso la rete ed entrano in contatto con i nodi di eccellenza (arte, cultura, artigianato, enogastronomia, ecc.). la presenza industriale in Toscana - Invarianti strutturali il patrimonio collinare della Toscana < > La previsione del golf, pur modificando l organizzazione spaziale complessiva dell area di intervento, non dovrà ridurre in modo significativo la qualità di tale patrimonio, introducendo misure compensative nel disegno della tessitura agraria (conservazione e/o ricostruzione dei muretti a secco e dei filari arbustivi) ed attraverso l impianto di vegetazione arborea e arbustiva coerente con il contesto. il patrimonio costiero, insulare e marino della Toscana - le infrastrutture di interesse unitario regionale - i paesaggi ed i beni paesaggistici della Toscana < > La previsione del golf dovrà provvedere a tutelare gli elementi del patrimonio storico-culturale (via Francigena), non alterare ma valorizzare il sistema insediativo esistente oggetto di recupero e apporre misure compensative nel disegno della tessitura agraria e del verde. 38

39 Verifica di coerenza esterna con i metaobiettivi, le invarianti strutturali ed i sistemi funzionali del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valutazione di coerenza Sistemi funzionali la Toscana della nuova qualità e della conoscenza - la Toscana delle reti - la Toscana della coesione sociale e territoriale - la Toscana dell'attrattività e dell'accoglienza Il campo da golf accresce l attrattività del territorio concorrendo, in particolare, alla polifunzionalità del territorio rurale. Esso può rivestire un ruolo importante per il sistema economico e soprattutto per il turismo e per i settori di attività che nei golfisti possono trovare interlocutori interessati e probabili clienti. Il Piano di Indirizzo Territoriale definisce i suoi obiettivi considerando il territorio regionale da quattro punti di vista: la Toscana dell attrattività e dell accoglienza; la Toscana delle reti; la Toscana della qualità e della conoscenza; la Toscana della coesione sociale e territoriale. Questi aspetti definiscono l orizzonte strategico nel quale il governo del territorio toscano, nell insieme delle sue strumentazioni e nell interazione dei suoi livelli di governo, intende promuovere, presidiare e valutare la messa in opera del Piano. A partire da tale orizzonte strategico, il Documento del PIT è articolato in tre metaobiettivi: 1 metaobiettivo - Integrare e qualificare la Toscana come città policentrica ; 2 metaobiettivo - Sviluppare e consolidare la presenza industriale in Toscana; 3 metaobiettivo - Conservare il valore del patrimonio territoriale della Toscana. Il PIT definisce, inoltre, gli obiettivi e le azioni strategiche del governo del territorio, come gli obiettivi generali ed operativi ed i sistemi funzionali in riferimento a diverse tipologie di risorse: le città e gli insediamenti urbani, il territorio rurale (che comprende le risorse naturali), il paesaggio e gli insediamenti rurali, la rete delle infrastrutture. All interno dello statuto del territorio facente parte della Disciplina del PIT, vengono poi individuate le componenti del sistema territoriale che connotano e rappresentano la struttura del territorio toscano. Le invarianti strutturali (art. 3 comma 2) correlate al suddetto sistema territoriale sono identificate secondo la seguente formulazione sintetica: a) la città policentrica toscana ; b) la presenza industriale in Toscana; c) il patrimonio collinare della Toscana; 39

40 d) il patrimonio costiero, insulare e marino della Toscana; e) le infrastrutture di interesse unitario regionale; f) i paesaggi ed i beni paesaggistici della Toscana. Infine, il PIT identifica i sistemi funzionali del territorio toscano (art. 3 comma 3), con quelle sue capacità funzionali riassunte nei seguenti termini: a) la Toscana della nuova qualità e della conoscenza ; b) la Toscana delle reti ; c) la Toscana della coesione sociale e territoriale ; d) la Toscana dell'attrattività e dell'accoglienza. Con riferimento al 1 metaobiettivo, integrare e qualificare la Toscana come città policentrica, che costituisce anche invariante strutturale dello statuto, il PIT introduce una visione della Toscana come città policentrica e dinamicamente reticolare ma permanente nella riconoscibilità dei centri e dei nodi urbani che la costituiscono. E in coerenza con tale concezione del territorio regionale, osservato come un tessuto urbano e periurbano integrato, ove borghi e città sono fonti reciproche di identità e funzionalità, di risorse e limitazioni, di oneri e opportunità, di innovazioni e dinamismi, di esternalità che ostacolano e di esternalità che aiutano che si parla della città toscana. Per queste ragioni l idea della Toscana come una città policentrica non è solo il risultato di una pacifica constatazione ma è anche un idea-forza del PIT. La convinzione di una nuova configurazione dell insieme del territorio regionale, ove la storia del suo policentrismo è anche la chiave della sua contemporaneità e del suo futuro. Il sistema policentrico degli insediamenti della Toscana e la loro integrazione in un contesto territoriale unitario costituisce dunque un fattore fondamentale dell identità regionale e come tale un valore tutelato dello statuto del PIT. Ai fini del perseguimento di tali finalità, il PIT sostiene e tutela la riconoscibilità paesaggistica della città toscana mediante le azioni di mantenimento e rafforzamento delle reti e dei corridoi ecologici che connotano e penetrano gli insediamenti urbani, e salvaguardando le discontinuità ed i paesaggi che li separano nella molteplice scansione delle forme del territorio toscano. La città toscana deve inoltre stimolare la ricerca di una qualità che investa la totalità delle sue componenti territoriali e insediative. Da tale punto di vista, l intervento relativo alla realizzazione del campo da golf, dovrà garantire la tutela delle componenti territoriali, insediative e tipologiche della città policentrica toscana, facendo ricorso a modalità e stili edificatori, manutentivi, abitativi, infrastrutturali ed a forme di mobilità e accessibilità che privilegino la sostenibilità sociale e ambientale dell intervento sotto i profili energetico, idrico, di trattamento dei rifiuti (art. 4 comma 4). Con riferimento al 1 meta obiettivo inoltre, la Regione, in accordo con gli Enti locali, persegue e promuove una serie di obiettivi specifici quali: - Potenziare l accoglienza della città toscana mediante moderne e dinamiche modalità dell offerta di residenza urbana. 40

41 - Dotare la città toscana della capacità di offrire accoglienza organizzata e di qualità per l alta formazione e la ricerca. - Sviluppare la mobilità intra e inter-regionale. - Sostenere la qualità della e nella città toscana. Con particolare riferimento a quest ultimo obiettivo specifico, il PIT introduce le seguenti direttive relativamente agli strumenti della pianificazione territoriale (art.10): - tutelare e valorizzare i corsi d acqua, gli specchi lacustri e gli ambiti territoriali che ad essi si correlano, gli spazi verdi pubblici e privati, nonché ogni altra risorsa naturale presente sul territorio, e ne promuovono l incremento quanto a dotazione e disponibilità; - favorire l attuazione del consolidamento, del ripristino e dell incremento dei beni e delle funzioni che caratterizzano e identificano il loro patrimonio di spazi pubblici come luoghi di cittadinanza e di integrazione civile; - garantire il permanere di funzioni socialmente e culturalmente pubbliche negli edifici, nei complessi architettonici e urbani, nelle aree di rilevanza storico-architettonica e nel patrimonio immobiliare che hanno storicamente coinciso con una titolarità o funzionalità pubblica; - promuove strategie culturali che tutelino il valore del patrimonio storico, artistico e ambientale e la memoria di cui esso è depositario senza accondiscendere alla banalizzazione della sua fruibilità, favorendone, anche, la connessione con le sperimentazioni della cultura e dei saperi della contemporaneità e delle sue propensioni a nuove espressioni d arte, di ricerca e d imprenditoria manifatturiera, rurale e commerciale oltre che nei servizi alle attività di welfare e all impresa. Infine, con particolare riferimento al turismo, il PIT prescrive che gli strumenti della pianificazione territoriale valutino, con particolare riferimento alle aree urbane (e soprattutto in relazione alle città d arte), i carichi indotti dal turismo e dalla concentrazione di attività terziarie ad esso connesse in modo diretto e indiretto. Per quanto riguarda il 2 metaobiettivo, sviluppare e consolidare la presenza industriale in Toscana, il PIT guarda al futuro e al successo del suo sistema produttivo fatto di industrie e fabbriche propriamente dette, ma soprattutto di ricerca pura e applicata, di evoluzione e innovazioni tecnologiche, di servizi evoluti a sostegno degli attori, dei processi e delle filiere produttive e distributive. La presenza produttiva e la sua permanenza come patrimonio territoriale toscano, è un obiettivo verso cui protendere a livello regionale e locale, con una pluralità di politiche e di azioni specifiche. L intervento in oggetto non presenta tuttavia relazioni dirette o indirette con tale metaobiettivo. Per quanto riguarda il 3 metaobiettivo, conservare il valore del patrimonio territoriale della Toscana, il PIT promuove la valorizzazione del territorio come patrimonio ambientale, paesaggistico, economico e culturale della società toscana. Il territorio - nelle sue componenti fisiche così come in quelle culturali e funzionali - è patrimonio pubblico e in quanto tale deve essere custodito, manutenuto e tutelato nei fattori di qualità e riconoscibilità che racchiude e negli elementi e nei significati di lunga durata che 41

42 contrassegnano la sua forma e la sua riconoscibilità storica e culturale. Piani e strategie dell azione pubblica, da un lato, e l intervento del progetto privato, dall altro, devono trovare nella conservazione attiva del patrimonio territoriale, il principio e il limite regolativo della loro mutua interazione. In particolare, l art. 20 della disciplina del PIT, definisce il patrimonio collinare ogni ambito o contesto territoriale - quale che ne sia la specifica struttura e articolazione orografica (collinare, montana, di pianura prospiciente alla collina ovvero di valle) - con una configurazione paesaggistica, rurale o naturale o a vario grado di antropizzazione o con testimonianze storiche o artistiche o con insediamenti che ne rendono riconoscibile il valore identitario per la comunità regionale nella sua evoluzione sociale o anche per il valore culturale che esso assume per la nazione e per la comunità internazionale. Il patrimonio collinare, quale invariante del PIT, costituisce un fattore essenziale della qualità del territorio toscano e del suo paesaggio, che integra in sé e presuppone la promozione dei valori, delle attività e delle potenzialità del lavoro e dell impresa rurale ed individua nelle attività economiche della produzione agro-forestale e in quelle che ad essa si correlano, una risorsa essenziale per lo sviluppo sociale e per la qualificazione culturale e paesistica del territorio toscano. Verifica di coerenza esterna la Disciplina del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valutazione di coerenza Art. 21 Direttive per la conservazione del valore del patrimonio collinare Gli strumenti della pianificazione territoriale prevedono il recupero e la riqualificazione di beni costituenti il patrimonio collinare o interventi di nuova edificazione ad esso attinenti, alle seguenti condizioni: - funzionalità strategica sotto il profilo paesistico, ambientale, culturale, economico e sociale; - efficacia di lungo periodo; - congruità rispetto ai meta obiettivi del PIT; - coerenza rispetto ai sistemi funzionali del PIT; - congruità ai fini della promozioneconsolidamento di attività innovative rispetto alle opportunità imprenditoriali, lavorative, conoscitive che la Toscana può offrire; - rispondenza alle esigenze/opportunità di integrare/razionalizzare/adeguare produzioni di beni e servizi o modernizzare filiere o reti imprenditoriali di area vasta. Gli strumenti di pianificazione territoriale devono disincentivare le iniziative di valorizzazione - Anche se le disposizioni del PIT si riferiscono esplicitamente agli strumenti della pianificazione territoriale, è possibile rilevare che il campo da golf: - comporta il recupero di un area che nel complesso versa in stato di semiabbandono, pure modificandone gli usi; - rappresenta un opera strategica sotto il profilo turistico, economico e sociale per tutta la Lunigiana e capace di permanere nel tempo; - si mostra coerente con i meta obiettivi e i sistemi funzionali del PIT; - costituisce una struttura potenzialmente capace di integrarsi con parti importanti della società e dell economia locale (sport, cultura, enogastronomia). 42

43 Verifica di coerenza esterna la Disciplina del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valutazione di coerenza finanziaria del mercato immobiliare dei beni del patrimonio collinare. La tutela e la persistenza della qualità del patrimonio paesaggistico deve costituire criterio sostanziale della progettazione e postulato dei canoni funzionali ed estetici della stessa Nella progettazione si devono considerare tecnologie realizzative/impiantistiche/gestionali avanzate e affidabili ai fini della difesa della qualità dell ambiente. < > Il patrimonio paesaggistico è rappresentato, soprattutto, dagli elementi residuali di quella trama agraria di origine storica (una tessitura di campi) che si è fortemente semplificata a partire dagli anni 60, trasformandosi spesso da sistema di campi chiusi in sistema di campi aperti, da campi a maglia fitta in campi a maglia rada. Si tratta dunque di un patrimonio di origine antropica in stato di sostanziale abbandono, che, per quanto riguarda la componente insediativa ha valore come sistema diffuso, senza particolari elementi emergenti, con l eccezione del complesso di Cà Madonna. Nell area di intervento e nel territorio limitrofo sono presenti alcuni elementi di interesse naturalistico: anche qui è apprezzabile il valore di insieme, che riveste un ruolo di connessione ecologica secondaria. L intervento del golf, pur modificando l organizzazione spaziale, non dovrà ridurre ulteriormente in modo significativo la qualità di tale patrimonio, provvedendo ad assicurare nuove modalità di drenaggio e di difesa del suolo, valorizzando il sistema insediativo esistente ed apponendo consistenti misure compensative nel disegno della vegetazione arborea e arbustiva. Tutte le previsioni insediative previste dall intervento prefigurano l adozione di soluzioni tecniche e gestionali finalizzate all uso efficiente delle risorse ed al risparmio energetico. 43

44 Verifica di coerenza esterna la Disciplina del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valutazione di coerenza Sono da evitare tipologie insediative tipo lottizzazioni residenziali urbane. < > Al campo da golf è associata una struttura di servizio (Club House ed hotel), che si configura come edificio specialistico isolato poco distante dalla viabilità esistente di accesso a Sud ed alcuni immobili a carattere residenziale che saranno dislocati lungo il versante Nord a completamento dell abitato di Mocrone. Art. 22 Direttive per la conservazione attiva delle risorse agro ambientali, paesaggistiche, sociali ed economiche Gli enti contribuiscono a: - tutelare e valorizzare i territori rurali nella loro specifica caratterizzazione agraria e paesaggistica; - contenere e prevenire l erosione del territorio; - garantire adeguati livelli di irrigazione tramite modalità alternative al prelievo idrico sotterraneo; - mantenere alto il livello di biodiversità; - favorire una corretta regimazione delle acque; - favorire l uso e la produzione di energie rinnovabili. < > - La realizzazione del campo da golf comporta inevitabilmente trasformazioni nelle caratteristiche del territorio, che vedono, solitamente, l insediamento di attività ludico-sportive al posto delle attività agricole. E da notare, tuttavia, che il golf di Villafranca è ubicato in un area da tempo in stato di abbandono e priva di colture agrarie, prevalentemente dismesse. Nel recuperare l area per finalità sportive all aperto, l intervento dovrà mostrare specifiche attenzioni per creare una struttura paesaggistica coerente con l intorno, attraverso l utilizzo di vegetazione arborea e arbustiva (lineare e a massa), ottenuta tramite recupero dell esistente o nuovi impianti, a corredo della rete viaria e idrografica e a margine dei campi. - L erosione del suolo sarà inibita, oltre che dalla vegetazione arborea e arbustiva, dalla totale copertura erbacea dei terreni aperti di versante e dalla sistemazione idraulica del Fosso del Piano. - La regimazione delle acque di pioggia potrà contare su: modellamento morfologico dell area, che ne favorisce il convogliamento nelle linee di impluvio e, da qui, nei fossi esistenti; drenaggi artificiali, con recapito nei fossi e negli invasi realizzati all interno del campo golf. L irrigazione si alimenterà dell acqua raccolta negli invasi artificiali, ma farà ricorso anche all emungimento delle acque di falda attraverso pozzi 44

45 Verifica di coerenza esterna la Disciplina del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valutazione di coerenza previsti all interno del campo golf. - Il mantenimento e/o la ricostituzione della vegetazione lungo le linee di impluvio, lungo la viabilità minore interna e lungo alcuni dei filari campestri, combinata con la previsione di nuovi impianti di vegetazione lineare e di macchie di bosco, consentirà di aumentare l eterogeneità ambientale. La presenza consistente, seppur fortemente frammentata, di aree allo stato semi naturale a corredo del percorso di gioco consentirà di mantenere ambienti idonei soprattutto per la flora spontanea e per gli invertebrati. - Le strutture di servizio del golf (Club House, hotel e strutture residenziali) risponderanno ai requisiti di legge per l efficienza energetica e la produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili, in particolare per l acqua calda e l energia elettrica. Per gli strumenti di pianificazione territoriale il territorio rurale è elemento imprescindibile di connessione ambientale e paesaggistica pertanto le trasformazioni urbanistiche non devono sminuirne la rilevanza e la funzionalità sistemica. < > Le trasformazioni previste con la realizzazione del campo da golf, anche in virtù delle attenzioni progettuali e delle compensazioni relative agli assetti vegetazionali, interferiscono, ma non sembra possano compromettere in maniera rilevante la funzione complessiva che l ampio sistema della Piana di Villafranca riveste quale elemento di connessione ambientale e paesaggistica tra la pianura e la collina. 45

46 Verifica di coerenza esterna la Disciplina del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valutazione di coerenza Gli strumenti di pianificazione territoriale dettano prescrizioni per gli interventi urbanistico edilizi e infrastrutturali nel territorio rurale nel rispetto dei principi insediativi in esso consolidati, delle caratteristiche storiche della maglia agraria e in funzione delle esigenze delle attività agricole. - Art.23 Prescrizioni correlate Gli strumenti di pianificazione territoriale comunali possono prevedere nuovi impegni di suolo a destinazione d uso commerciale, turistica o per il tempo libero, e per servizi a condizione che dette attività siano connesse e funzionali a quella agricolo forestale e alle seguenti condizioni: a) sia stata preventivamente verificata la compatibilità con il paesaggio in cui si inseriscono; b) sia stata definita negli atti di governo del territorio la relativa disciplina paesaggistica; c) siano osservate le disposizioni dei piani di bacino. < > Nell ambito della strumentazione urbanistica comunale, la previsione golfistica, per la tipica modellazione del terreno (rilievo morbido e ondulato), per gli assetti vegetazionali (alternanza di ampi spazi aperti a prato, di macchie di bosco e di vegetazione arbustiva), per gli assetti insediativi (recupero degli immobili esistenti, due nuove costruzioni isolate prossime alla strada e nuclei residenziali a completamento dell abitato di Mocrone, viabilità minore esistente conservata con poche modifiche, riqualificazione del tracciato della Francigena) può risultare compatibile con il paesaggio locale. L intervento non risulta in contrasto con le disposizioni del Piano di assetto idrogeologico Bacino del Fiume Magra e Torrente Parmignola. Art.24 Altre direttive Interventi concernenti il turismo, gli impianti sportivi e per il tempo libero nei territori rurali e che prevedano nuove strutture ricettive rurali sono ammissibili qualora si soddisfino contestualmente le seguenti condizioni: a) non sussistano possibilità di recupero del patrimonio edilizio esistente; b) siano interventi finalizzati al recupero, alla riqualificazione e alla valorizzazione paesaggistica di < > Nell area di intervento saranno recuperati tutti gli edifici esistenti e saranno riqualificati e/o ricreati gli elementi caratteristici del contesto rurale (muretti a secco, filari campestri, nuclei arborei ed arbustivi). Per gli edifici di servizio, l hotel e le strutture residenziali saranno utilizzate tecniche di edilizia sostenibile. 46

47 Verifica di coerenza esterna la Disciplina del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana specifici ambiti territoriali e che comunque non alterino la struttura del paesaggio; c) siano utilizzate tecniche edilizie sostenibili ai sensi dell articolo 145 della l.r. 1/2005. Valutazione di coerenza La realizzazione degli impianti sportivi e per il tempo libero e degli immobili collegati al loro esercizio (comprese eventuali strutture turistico ricettive) è da consentire solo qualora sia prescritta la gestione unitaria di tali complessi. L intervento è costruito a partire dal presupposto della gestione unitaria di tutti gli impianti e delle strutture. Le amministrazioni comunali prevedano rigorose limitazioni alle possibilità di mutamento delle destinazioni d uso degli immobili realizzati con finalità turistico - ricettive in funzione di impianti sportivi. - Art.25 Prescrizioni correlate La localizzazione di nuovi impianti, insediamenti e funzioni specialistiche di tipo sportivo e per il tempo libero è subordinata alla salvaguardia delle risorse essenziali del territorio e alla condizione che non si alteri il valore dei paesaggi e si promuova la riqualificazione di quelli degradati, recuperando un idoneo assetto agrario e idrogeologico del territorio. < > L intervento trasforma un area oggi in stato di semi-abbandono, riproponendo, tuttavia, molti elementi strutturanti del paesaggio rurale (morfologia dolce, invasi corredati da vegetazione ripariale, macchie di bosco, muretti a secco, viabilità minore, rapporti tra spazi aperti e spazi costruiti). Contribuirà, inoltre, a garantire gli assetti idrogeologici, grazie alla copertura del suolo assicurata dai prati e dalle masse arboree/arbustive e al sistema drenante (naturale e artificiale). La valutazione riportata ai capitoli seguenti non individua impatti tali da compromettere in modo irreversibile le risorse essenziali del territorio, anche grazie l introduzione di specifiche misure di mitigazione e compensazione dell intervento. 47

48 Verifica di coerenza esterna la Disciplina del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valutazione di coerenza Art.35 Direttive generali Gli interventi di trasformazione urbanistica sono subordinati alla verifica dell esistenza delle infrastrutture e dei servizi idrici necessari per soddisfare la domanda di approvvigionamento, distribuzione e depurazione. < > La struttura sarà allacciata alle rete acquedottistica esistente; per quanto il gestore del servizio idrico integrato stia eseguendo opere di estensione e potenziamento delle condotte, una adeguata fornitura alla struttura dovrà essere garantita solo a seguito di un ulteriore completamento/potenziamento della rete locale di adduzione. I tempi di realizzazione dell intervento dovranno quindi risultare conseguenti e quindi vincolati all adeguamento delle infrastrutture idriche in accordo con il gestore del servizio idrico. Per la gestione dei reflui sono previsti due impianti autonomi di depurazione (impianto a fanghi attivi e fitodepurazione). Tra le direttive introdotte dal PIT relativamente al patrimonio collinare (art. 21), dovranno costituire un riferimento specifico anche per l intervento i seguenti aspetti: - la verifica pregiudiziale della funzionalità strategica degli interventi sotto i profili paesistico, ambientale, culturale, economico e sociale; - la verifica dell efficacia di lungo periodo degli interventi proposti sia per gli effetti innovativi e conservativi che con essi si intendono produrre e armonizzare e sia per gli effetti che si intendono evitare in conseguenza o in relazione all attivazione dei medesimi interventi; - la verifica della congruità degli interventi ai fini della promozione o del consolidamento di attività economicamente, socialmente e culturalmente innovative rispetto all insieme di opportunità imprenditoriali, lavorative che l economia e la società toscane possono offrire, con particolare riferimento allo sviluppo della ricerca scientifica e delle applicazioni tecnologiche nelle attività agrosilvo-pastorali; - la tutela e la persistenza della qualità del patrimonio paesaggistico, considerata nella consistenza materiale e formale e nella integrità e fruibilità delle sue risorse storiche, culturali e ambientali, è in ogni caso assunta come criterio costitutivo della progettazione e come postulato dei canoni funzionali ed estetici della stessa. La soddisfazione di tale criterio progettuale deve contestualmente contemplare tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura 48

49 geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle sue risorse, così come a tutela della salubrità dell aria e della salute umana, e a sostegno della rinnovabilità e dell uso più parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee e della loro preesistente disponibilità quantitativa e qualitativa nei singoli ambiti territoriali interessati. L art. 22 specifica inoltre che la tutela del patrimonio collinare presuppone che, nell ambito degli strumenti di pianificazione, sia limitato al massimo il fenomeno della sottrazione di suolo agroforestale per altre finalità. In sintesi, l intervento relativo alla realizzazione del campo da golf è chiamato a considerare il territorio rurale, nella dinamica evolutiva delle sue componenti colturali e naturalistiche, elemento imprescindibile di connessione ambientale e paesaggistica e, come tale, non suscettibile di trasformazioni urbanistiche che ne sminuiscano la rilevanza e la funzionalità sistemica. Come sarà evidenziato nei paragrafi successivi, l intervento è già inserito all interno degli strumenti di pianificazione territoriale e degli atti di governo del territorio del Comune di Villafranca, ma in ogni caso l art. 23 comma 5 del PIT prescrive comunque che i nuovi impegni di suolo per usi diversi da quelli agricolo-forestali [ ] debbono comunque concorrere alla tutela ed alla riqualificazione degli insediamenti esistenti. L articolo 24 del PIT, riguardante gli interventi concernenti il turismo, gli impianti sportivi e per il tempo libero nei territori rurali e che prevedano nuove strutture ricettive rurali, sottolinea come tali interventi risultano ammissibili qualora si soddisfino contestualmente le seguenti condizioni: - non sussistano possibilità di recupero del patrimonio edilizio esistente; - siano interventi finalizzati al recupero, alla riqualificazione e alla valorizzazione paesaggistica di specifici ambiti territoriali e che comunque non alterino la struttura del paesaggio; - siano utilizzate tecniche edilizie sostenibili ai sensi dell articolo 145 della L.R. 1/2005. La realizzazione degli impianti sportivi e per il tempo libero e degli immobili collegati al loro esercizio, ivi comprese eventuali strutture turistico ricettive, è consentita secondo la disciplina del PIT solo qualora sia prescritta la gestione unitaria di tali complessi. La localizzazione di nuovi impianti, insediamenti e funzioni specialistiche di tipo sportivo e per il tempo libero è subordinata alla salvaguardia delle risorse essenziali del territorio di cui alla L.R. 1/2005 e alla condizione che non si alteri il valore dei paesaggi e si promuova la riqualificazione di quelli degradati, recuperando un idoneo assetto agrario e idrogeologico del territorio. Relativamente alla creazione di strutture turistico ricettive, il Documento di Piano definisce inoltre gli obiettivi da perseguire per l attrattività e l accoglienza. La Toscana dell attrattività e dell accoglienza è il primo dei sistemi funzionali del PIT: l attrazione è inquadrata non solo come una politica di rilievo economico, sia che si riferisca ai turisti o agli investitori stranieri, ai compratori di prodotti e servizi locali 49

50 o agli studenti e ricercatori delle università e dei centri di eccellenza, ai lavoratori e alle famiglie straniere, ma è una politica globale che punta a fare della Toscana un luogo di eccellenza, di qualità e di vivibilità. Il territorio è un elemento importante e in qualche caso risolutivo della capacità di attrazione regionale. Non solo in quanto risorsa di qualità che, in quanto tale, dà alla regione un alto livello di riconoscibilità con i simboli del proprio passato (le città, l arte e i beni culturali) e con le acquisizioni del proprio presente (il paesaggio, la cultura e il saper fare, la civiltà delle comunità locali, etc.), ma anche in quanto capacità di governo che punta a tenere insieme, in maniera equilibrata, la modernità e la vivibilità individuale e collettiva di chi vive e lavora in Toscana. All interno di questo sistema funzionale assume una significativa importanza considerare il capitale naturale legato al territorio, alle aree naturali, al paesaggio rurale. Si tratta di una fattore specifico di attrattività e di accoglienza della Toscana, dove assume un ruolo fondamentale la politica agricola, la manutenzione diffusa del territorio, il recupero e la manutenzione del paesaggio, anche in aree meno note per i valori paesaggistici, il sistema ambientale nel suo complesso, le strutture dedicate alla mobilità sostenibile ed a soddisfare bisogni e stili di vita che siano improntati alla leggerezza dell impronta e non ad impatti e pressioni sempre maggiori o difficilmente reversibili. A tale proposito, lo statuto del territorio del PIT sottolinea (art. 35) come la pianificazione degli interventi di trasformazione urbanistica debba essere sempre subordinata alla verifica dell esistenza delle infrastrutture e dei servizi idrici necessari per soddisfare la domanda di approvvigionamento, distribuzione e depurazione. L eventuale esigenza di potenziamento delle infrastrutture e servizi idrici già esistenti deve essere soddisfatta compatibilmente con l uso sostenibile della risorsa e mediante il coordinamento con le politiche settoriali, con la pianificazione di bacino e con la pianificazione d ambito del servizio idrico integrato e attraverso la valutazione della coerenza con gli altri piani di settore a livello regionale. Tali valutazioni costituiscono aspetti specifici di analisi nell ambito del Rapporto ambientale ai fini della VAS dell intervento. L articolo 34 ter del PIT riguardante prescrizioni a tutela del paesaggio in relazione agli itinerari storicoculturali ad elevato attrattività turistica, tutela e promuove gli itinerari storici quali testimonianze materiali dell identità territoriale della regione capaci di mettere in rete un patrimonio culturale diffuso e di qualificare e valorizzare i territori attraversati. Tra gli itinerari prioritari di interesse anche l intervento viene evidenziata la via Francigena e le sue diramazioni: gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio devono valorizzare tali itinerari formulando specifiche discipline in coerenza con gli obiettivi di qualità e delle relative azioni definiti nelle schede dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità introdotte a seguito della integrazione paesaggistica del PIT (DCR n.32 del 16/06/2009). In merito a tale aspetto specifico di coerenza e, più in generale, in relazione alla coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica del PIT, si rimanda al paragrafo 2.3 del presente documento, all interno 50

51 del quale è stato condotto uno specifico approfondimento riguardante la scheda di paesaggio del PIT relativa all AMBITO 1 - LUNIGIANA di riferimento per il Comune di Villafranca. Ai fini dell analisi di coerenza esterna, sono stati dunque trattati separatamente i contenuti più generali del PIT, quali la strategia, che si prefigge di perseguire sull intero territorio regionale, individuata e sintetizzata nei metaobiettivi, negli obiettivi conseguenti e nei sistemi funzionali (trattati nel presente paragrafo) e gli aspetti più prettamente paesaggistici contenuti nella scheda di AMBITO 1 che saranno trattati al paragrafo

52 Piano di Coordinamento Territoriale (PTC) della Provincia di Massa Carrara Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi ed i sistemi territoriali e funzionali del Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Massa Carrara Valutazione di coerenza Obiettivi generali Salvaguardia e tutela del territorio provinciale nei suoi aspetti fisici, idrogeologici, ambientali attraverso azioni di indirizzo e controllo delle trasformazione del territorio (vincolo idrogeologico, D.C.R. 230/94), azioni per la promozione di interventi di valorizzazione ambientale (L.R. 49/95), di recupero di aree con propensione al dissesto, azioni per l incentivazione del presidio umano nel territorio aperto. < > Sebbene l intervento non sia specificamente finalizzato alla tutela e conservazione del patrimonio ambientale, esso dovrà garantire la riduzione dell incremento degli impatti perseguendo: la razionalizzazione dei consumi idrici (sistema di drenaggio per il recupero e lo stoccaggio delle acque meteoriche e delle acque di irrigazione sulla superficie da gioco; modellamento morfologico atto a favorisce il convogliamento delle restanti acque meteoriche nelle linee di impluvio e nei fossi esistenti; recupero e riutilizzo delle acque reflue e meteoriche degli edifici); la previsione di interventi compensativi con impianti di vegetazione naturale; la previsione di adeguate misure energetiche nei nuovi edifici (impianti per la produzione di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili e adozione di soluzioni per l'efficientamento energetico). Valorizzazione delle risorse essenziali che caratterizzano il territorio provinciale con particolare riferimento agli ambiti montani, agli ambiti costieri, alle risorse con forte valenza economica nel quadro dell economia provinciale quali il marmo, le acque oligominerali, i documenti materiali della cultura, il mare, l ambiente naturale. < > L intervento prevede il recupero del patrimonio edilizio esistente all interno dell area di riferimento; tale recupero dovrà essere effettuato attraverso lo sviluppo di progetti idonei a conservare le tipologie e le forme edilizie tradizionali. L intervento dovrà inoltre concorrere alla valorizzazione culturale e ambientale del percorso della via Francigena presente all interno dell area di intervento. Alla struttura degli antichi percorsi, ed in particolare alla via Francigena, è attribuita dal PTC la funzione di collegamento paesistico (rete culturale): a tal fine si dovrà garantire l integrità tipologica e la riconoscibilità del tracciato presente. 52

53 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi ed i sistemi territoriali e funzionali del Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Massa Carrara Valutazione di coerenza Sviluppo economico integrato delle specifiche realtà territoriali (Lunigiana e zona Costiera), cercando di favorire: - la riqualificazione degli insediamenti; - l individuazione all interno di ciascun ambito territoriale degli elementi qualificanti (insediamenti storici, ambiente naturale, aree agro-forestali, aree rurali, insediamenti produttivi) che possono costituire motore per lo sviluppo sostenibile del territorio; - l individuazione delle azioni per il superamento dei conflitti che possono limitare lo sviluppo sostenibile, la riorganizzazione sul territorio delle funzioni e dei servizi; - l assunzione di obiettivi ambientali condivisi per la riqualificazione degli organismi urbani; - la verifica dei tradizionali parametri per il dimensionamento di nuovi insediamenti, in relazione a parametri di tipo ambientale quali la consistenza delle risorse e il loro grado di vulnerabilità. < > L intervento, per la tipica modellazione del terreno che potrà comportare (rilievo morbido e ondulato), per gli assetti vegetazionali (alternanza di spazi aperti a prato, di macchie di bosco e di vegetazione lineare) e per gli assetti insediativi (due nuove costruzioni isolate prossime alla strada, viabilità minore esistente conservata con poche modifiche, potrà risultare sufficientemente coerente con il contesto locale. Inoltre, il recupero e la riqualificazione degli insediamenti, che dovrà avvenire attraverso lo sviluppo di progetti idonei a conservare le tipologie e le forme edilizie tradizionali, perseguirà anche la localizzazione di attività che utilizzano risorse tipiche locali e l introduzione di funzioni diversificate in grado di contribuire ad una maggiore attrattività del sistema della Lunigiana nel suo complesso. 53

54 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi ed i sistemi territoriali e funzionali del Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Massa Carrara Valutazione di coerenza Il territorio provinciale dell Appennino, connotato dai territori prevalentemente collinari e montani della Provincia appartenenti ai complessi orografici dell Appennino tosco-ligure e toscoemiliano e dal bacino idrografico del Fiume Magra. < > Le trasformazioni previste con la realizzazione del campo da golf, anche in virtù delle attenzioni progettuali e delle compensazioni che dovranno essere introdotte relativamente agli assetti vegetazionali, interferiscono, ma non incidono in maniera rilevante sulla funzione che l ampio sistema delle colline pede-montane della Lunigiana riveste quale elemento di connessione ambientale e paesaggistica. Sistemi territoriali il territorio provinciale della Costa, costituito dai territori dei comuni costieri di Massa, Carrara e Montignoso, con il loro retroterra collinare e montano. - Il sistema locale della Lunigiana (i sistemi territoriali locali rappresentano una lettura del territorio in funzione delle relazioni di interdipendenza tra strutture urbane, uso delle risorse, mercati locali del lavoro, rete infrastrutturale) L intervento può rappresentare un opera strategica sotto il profilo turistico, economico e sociale e capace di integrarsi con parti importanti della società e dell economia locale (cultura, arte, enogastronomia). Il sistema locale di Massa- Carrara. - 54

55 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi ed i sistemi territoriali e funzionali del Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Massa Carrara Valutazione di coerenza Sistemi funzionali Il sistema funzionale per l ambiente: obiettivo generale per tale sistema funzionale è il consolidamento e il rafforzamento dei processi di valorizzazione delle risorse naturali, delle aree protette, del paesaggio e degli insediamenti rurali, nell ottica dello sviluppo sostenibile delle varie realtà locali. Gli Obiettivi specifici sono: a) favorire, il sostegno delle capacità e delle qualità produttive delle attività agro-silvo-pastorali; b) recuperare le situazioni di degrado ambientale e le criticità esistenti nel sistema funzionale attraverso la mitigazione e attenuazione delle interferenze prodotte dalle attività antropiche sul sistema naturale; c) consolidare e valorizzare il complesso delle aree di protezione naturale al fine di garantire, preservare e riqualificare l ambiente, il paesaggio ed il patrimonio storico-culturale e naturalistico, anche attraverso la promozione di funzioni compatibili con il sistema, eventualmente relazionate a specifici ambiti territoriali di intervento, con particolare attenzione per lo sviluppo e la qualificazione delle attività sportive, ricreative e per il tempo libero; d) rafforzare la difesa del suolo e la sicurezza degli insediamenti, delle infrastrutture e delle altre risorse territoriali, attraverso la prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico e dei fenomeni alluvionali. 55 < > La realizzazione dell intervento comporta inevitabilmente trasformazioni nelle caratteristiche del territorio, che vedono, solitamente, l insediamento di attività ludico-sportive al posto di attività agricole. E da notare, tuttavia, che l intervento è ubicato in un area da tempo abbandonata e priva di colture agrarie. Nel recuperare l area per finalità sportive all aperto, l intervento dovrà mostrare specifiche attenzioni per creare una struttura paesaggistica coerente con l intorno, attraverso l utilizzo di vegetazione arborea e arbustiva (lineare e a massa), ottenuta tramite recupero dell esistente o nuovi impianti, a corredo della rete viaria e idrografica e a margine dei campi.

56 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi ed i sistemi territoriali e funzionali del Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Massa Carrara Valutazione di coerenza Il sistema funzionale del patrimonio ad elevato valore economico-sociale (Il sistema funzionale del patrimonio ad elevato valore economico e sociale deriva dal riconoscimento del valore storico, sociale, economico, identitario di alcune delle risorse essenziali del territorio provinciale, ed in particolare: le risorse agroambientali; il mare; il marmo). - Il Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Massa Carrara individua i seguenti obiettivi generali: - salvaguardia del territorio provinciale, nei suoi aspetti fisici, idrogeologici, ambientali attraverso azioni di indirizzo e controllo delle trasformazione del territorio, azioni per la promozione di interventi di valorizzazione ambientale e recupero di aree con propensione al dissesto; - valorizzazione delle risorse essenziali che caratterizzano il territorio provinciale, con particolare riferimento agli ambiti montani (crinali appenninici, Alpi Apuane), a quelli costieri e alle risorse con forte valenza economica nel quadro dell economia provinciale quali: marmo, acque oligominerali, documenti materiali della cultura, mare e ambiente naturale. - sviluppo economico integrato delle specifiche realtà locali in particolare della Lunigiana e della zona Costiera, cercando di favorire: la riqualificazione degli insediamenti; l individuazione all interno di ciascun ambito territoriale degli elementi qualificanti (insediamenti storici, ambiente naturale, aree agro-forestali, aree rurali, insediamenti produttivi) che possono costituire motore per lo sviluppo sostenibile del territorio; l individuazione dei punti di forza e di debolezza dell insieme delle risorse; l individuazione delle azioni per il superamento dei conflitti che possono limitare lo sviluppo sostenibile, la riorganizzazione sul territorio delle funzioni e dei servizi; l assunzione di obiettivi ambientali condivisi per la riqualificazione degli organismi urbani; la verifica dei tradizionali parametri per il dimensionamento di nuovi insediamenti, in relazione a parametri di tipo ambientale quali la consistenza delle risorse e il loro grado di vulnerabilità. In particolare, è perseguito l obiettivo della limitazione del ricorso a nuovi impegni di suolo a fini insediativi ai soli casi in cui non 56

57 sussistano alternative al riuso e comunque nel rispetto delle risorse territoriali e del loro grado di vulnerabilità. Il PTC identifica, inoltre, i sistemi territoriali di programma ed i sistemi territoriali locali: - Il territorio provinciale dell Appennino. E connotato dai territori prevalentemente collinari e montani della Provincia appartenenti ai complessi orografici dell appennino tosco-ligure e tosco-emiliano e dal bacino idrografico del Fiume Magra. - Il territorio provinciale della Costa. E costituito dai territori dei comuni costieri di Massa, Carrara e Montignoso, con il loro retroterra collinare e montano. - Il sistema locale della Lunigiana a cui appartengono i comuni di Pontremoli, Zeri, Mulazzo, Filattiera, Bagnone, Licciana Nardi, Tresana, Comano, Fivizzano, Podenzana, Aulla, Casola, Fosdinovo, Villafranca. - Il sistema locale di Massa-Carrara a cui appartengono i comuni di Massa, Carrara, Montignoso. Infine, il PTC individua come sistemi funzionali della provincia di Massa-Carrara: - il sistema funzionale per l ambiente, che assume come obiettivo generale il consolidamento e il rafforzamento dei processi di valorizzazione delle risorse naturali, delle aree protette, del paesaggio e degli insediamenti rurali, nell ottica dello sviluppo sostenibile delle varie realtà locali; - il sistema funzionale del patrimonio ad elevato valore economico-sociale, derivante dal riconoscimento del valore storico, sociale, economico, identitario di alcune delle risorse essenziali del territorio provinciale, quali le risorse agro-ambientali, il mare, il marmo. Il Comune di Villafranca ricade all interno del sistema territoriale locale della Lunigiana; per tale sistema l art. 9 del PTC individua gli obiettivi strategici per la città e gli insediamenti, per il territorio rurale e per le infrastrutture. Per quanto riguarda la città e gli insediamenti, l intervento dovrà assumere i seguenti obiettivi strategici del PTC (art. 9 lett. a): - la qualificazione insediativa e ambientale del territorio attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente a carattere diffuso e il miglioramento e il potenziamento delle attività e delle attrezzature; - il recupero e la riqualificazione degli insediamenti attraverso lo sviluppo di progetti e programmi attuativi idonei a conservare le tipologie e le forme edilizie tradizionali e l incentivo alla localizzazione di attività che utilizzano risorse tipiche dei luoghi e funzioni diversificate (commerciali, turistico-ricettive, terziario, residenza) che garantiscano vitalità ai centri. Per quanto riguarda il territorio rurale (art. 9 lettera b), il PTC individua come obiettivi che il Piano dovrà prendere a riferimento anche: - la valorizzazione e la tutelare delle aree di pregio ambientale e naturalistico; - la promozione e l incentivazione di azioni finalizzate allo sviluppo di sinergie tra risorse naturali, patrimonio storico-culturale e risorse produttive; - la valorizzazione, il potenziamento e la qualificazione delle attività turistiche, dei servizi, delle attrezzature e delle attività produttive tradizionali (artigianato tipico, produzione agricola montana, 57

58 trasformazione e conservazione dei prodotti e loro commercializzazione), in coerenza e in sinergia con il sistema funzionale del patrimonio ad elevato valore economico-sociale, incentivando il turismo rurale e l agriturismo nonché il turismo ecologico e naturalistico, il turismo giovanile e scolastico, il turismo escursionistico estivo ed invernale; - il consolidamento e la difesa del territorio sotto l aspetto idrogeologico attraverso opere di risanamento di situazioni instabili, di eliminazione del rischio idraulico e di prevenzione dei fenomeni franosi, nonché la salvaguardia ambientale; - lo sviluppo economico integrato tra attività agricole e forestali, attività produttive industriali ed artigianali compatibili con il sistema, attività turistiche connesse con la fruizione dell ambiente naturale, dell ambiente rurale e di beni di carattere storico-culturale, con particolare attenzione per la valorizzazione delle produzioni tipiche locali e le risorse ad esse collegate, anche in sinergia e relazione con il sistema funzionale del patrimonio ad elevato valore economico-sociale; - la salvaguardia e la valorizzazione delle aree di pertinenza fluviale con valenza naturalistica e ambientale nei tratti del corso d acqua che attraversano il territorio non urbanizzato e con funzione di riequilibrio e recupero del rapporto tra corso d acqua e insediamenti, ma anche come importante connessione ambientale tra territorio rurale ed aree ad elevata naturalità. Inoltre, in relazione alle infrastrutture (art. 9 lettera c), l intervento dovrà concorrere alla valorizzazione culturale e ambientale dei tracciati e dei percorsi della via Francigena. Alla struttura degli antichi percorsi, ed in particolare alla via Francigena, è infatti attribuita dal PTC la funzione di collegamento paesistico (rete culturale), attraverso il prioritario sviluppo di percorsi ed itinerari connessi con il sistema funzionale delle patrimonio ad elevato valore economico-sociale. A tal fine deve essere garantita l integrità tipologica delle infrastrutture e la riconoscibilità, anche attraverso l individuazione di azioni volte al recupero e al ripristino delle tratte degradate e/o con funzioni non compatibili, nonché quelle volte alla integrazione, in termini di modalità, con la rete infrastrutturale di supporto ai sistemi locali. Con riferimento al sistema funzionale per l ambiente (art. 12 del PTC) devono essere sostenute le capacità e le qualità produttive delle attività agro-silvo-pastorali, riconoscendo e promuovendo il ruolo di presidio ambientale che esse svolgono per la salvaguardia degli ecosistemi, la manutenzione, la tutela e la valorizzazione delle prestazioni paesaggistiche e di difesa idrogeologica, con particolare riferimento al territorio rurale, alle zone di maggior pregio ambientale e di più basso livello di produttività e privilegiando le funzioni e le tipologie produttive tradizionalmente significative e tipiche del territorio provinciale. Ciò anche in relazione alla valorizzazione in termini di promozione turistica delle risorse agro-ambientali e dei relativi itinerari (sistema funzionale del patrimonio ad elevato valore economico e sociale). Un ulteriore obiettivo relativo a tale sistema funzionale, riguarda la necessità di recuperare le situazioni di degrado ambientale e le criticità esistenti attraverso la mitigazione e attenuazione delle interferenze prodotte dalle attività antropiche sul sistema naturale. In particolare, il PTC indirizza verso la promozione e sperimentazione di nuove attività compatibili, attraverso l adozione di misure di 58

59 mitigazione, compensazione e monitoraggio da definire sulla base di progetti e relative valutazioni delle trasformazioni. Da tale punto di vista, l intervento risulta quindi pienamente coerente con tali indirizzi. In relazione al sistema funzionale per l ambiente, l area oggetto di intervento può inoltre essere definita come un area di particolare valore naturalistico ed ambientale (art. 12 comma 6), in quanto contesto ad elevata coesione paesistica, significativa naturalità e caratterizzato dalla presenza di elementi della rete culturale del territorio rurale tradizionale (aree coltivate e pascolative, percorsi di origine storica, insediamenti rurali) di cui l intervento dovrà tenere adeguatamente conto. Il PTC definisce anche una disciplina per la sostenibilità dello sviluppo: al fine di garantire la sostenibilità dello sviluppo, di migliorare la qualità delle risorse e di favorirne i processi di rigenerazione, negli articoli 16, 17, 18, 19, 20 e 21 vengono stabilite direttive e prescrizioni generali volte a perseguire la tutela dell integrità delle risorse territoriali rispetto alle condizioni di vulnerabilità emerse dal quadro conoscitivo. Tali direttive sono un riferimento specifico per gli strumenti urbanistici comunali, per cui la loro verifica in relazione all intervento sarà effettuata direttamente nell ambito della valutazione di coerenza con il Piano Strutturale ed il Regolamento Urbanistico del Comune di Villafranca. Analoghe considerazioni valgono in relazione alla Disciplina d uso delle risorse di cui al Titolo III del PTC. Il PTC, al fine di individuare gli specifici caratteri del paesaggio provinciale, articola il territorio in ambiti territoriali di paesaggio (art. 22), i quali dettagliano i sistemi territoriali locali e rappresentano una specifica lettura geografica del territorio aperto, a prevalente caratterizzazione rurale. Essi rappresentano, per le proprie intrinseche caratteristiche, una molteplicità di elementi areali, con caratteri ambientali e territoriali che, all interno di uno stesso contesto, possono risultare variamente configurati in relazione alle forme fisiche, alla natura dei suoli, all esposizione, alla varietà degli ecosistemi, alla struttura antropica, ai caratteri degli insediamenti. In particolare, l area oggetto di intervento ricade all interno dell ambito territoriale di paesaggio della pianura SP1.3 del PTC denominato Piana di Villafranca. Una caratterizzazione specifica di tale ambito in relazione all intervento è stata fornita al paragrafo 2.3 del presente documento, a cui si rimanda per specifici approfondimenti. 59

60 Piano Strutturale del Comune di Villafranca in Lunigiana Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi generali, i sistemi territoriali ed i sistemi funzionali del Piano Strutturale (PS) del Comune di Villafranca in Lunigiana Valutazione di coerenza sviluppo sostenibile del territorio < > La previsione del campo da golf dà attuazione ad uno degli obiettivi strategici del PS, ma la sua attuazione è condizionata dalla esigenza di garantire il perseguimento degli obiettivi generali di sostenibilità nell uso delle risorse non riproducibili, per il paesaggio e per la biodiversità, nonché quelli, più specifici, stabiliti per il sub sistema territoriale della piana di Villafranca e dalla disciplina delle invarianti strutturali. Obiettivi generali Villafranca città internazionale del golf L art. 4 riconosce Villafranca come Città internazionale del Golf dove alla nuova infrastruttura golfistica viene assegnato il ruolo di polo integratore delle numerose risorse storiche, sportive e documentarie presenti nel territorio e che, una volta realizzato, offrirà nuove opportunità turistiche e di attrazione, con una forte ricaduta economica sul territorio lunigianese. recupero dei centri storici e ricucitura del tessuto urbano - nuove aree per insediamenti residenziali - rivisitazione delle attuali aree produttive - potenziamento delle aree sportive e ricreative Fruizione area della Selva di Filetto - L intervento costituisce l opportunità per una integrazione e qualificazione complessiva del polo sportivo di Villafranca. nuovo casello autostradale e viabilità - messa in sicurezza degli abitanti e del territorio - 60

61 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi generali, i sistemi territoriali ed i sistemi funzionali del Piano Strutturale (PS) del Comune di Villafranca in Lunigiana Valutazione di coerenza rafforzamento delle attività economiche esistenti e promozione di quelle turistico-ricettive L intervento rappresenta un opera potenzialmente strategica sotto il profilo turistico, economico e sociale per tutta la Lunigiana. Invarianti strutturali bio-architettura e risparmio di energia < > Invariante Strutturale n 1: Fiume Magra - Invariante Strutturale n 2: Torrente Bagnone - Invariante Strutturale n 3: Paesaggio agrario di Irola - Invariante Strutturale n 4: Paesaggio storico/agricolo di Mocrone-Malgrate - Invariante Strutturale n 5: Complesso storico-culturale di Filetto La Selva - Invariante Strutturale n 6: Centro storico di Villafranca - Invariante Strutturale n 7: Centro storico di Virgoletta - Invariante Strutturale n 8: Paesaggio agrario di Merizzo - Invariante Strutturale n 9: Paesaggio agrario di Fornoli - L intervento dovrà prevedere l applicazione dei principi della bioarchitettura e del risparmio di energia e di risorse agli interventi sugli edifici, compatibilmente con il valore storicoarchitettonico degli edifici esistenti. 61

62 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi generali, i sistemi territoriali ed i sistemi funzionali del Piano Strutturale (PS) del Comune di Villafranca in Lunigiana Valutazione di coerenza Invariante Strutturale n 10: Paesaggio agrario della Piana di Villafranca < > Invariante Strutturale n 11: Paesaggio della Piana di Virgoletta - Il Paesaggio Agrario della Piana di Villafranca costituisce invariante strutturale e, tra le prestazioni non negoziabili, viene indicato anche il campo da golf, per il quale è prevista l attuazione secondo i principi che il PS stabilisce per gli interventi che sono oggetto di valorizzazione. I beni storico-culturali schedati all interno dell area interessata dall intervento del campo da golf che costituiscono gli elementi dell invariante strutturale sono: Cà Massai, il Monte, Cà Madonna. Il PS demanda agli atti di governo del territorio il compito di definire con maggiore dettaglio gli elementi territoriali che costituiscono l invariante strutturale e di articolare con prescrizioni di maggiore efficacia e cogenza la loro disciplina. L art. 72 individua il geotopo del Monte (per quanto non rientrante nell area interessata dall intervento) tra gli elementi significativi e qualificanti il sub sistema territoriale della piana di Villafranca e, come tale, lo inserisce tra le invarianti strutturali. 62

63 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi generali, i sistemi territoriali ed i sistemi funzionali del Piano Strutturale (PS) del Comune di Villafranca in Lunigiana Valutazione di coerenza Sistemi territoriali Sistema Territoriale di Fondovalle (costituito dai sub-sistemi riportati di seguito) < > Villafranca Area urbana (A1) - Filetto La Selva (A2) - Virgoletta San Rocco (A3) - Mocrone Malgrate (A4) - L art. 67 del PS pone, tra i propri obiettivi generali, la realizzazione del campo da golf e strutture connesse, finalizzata alla creazione di un polo turistico/sportivo/turistico ricettivo, il quale concorrerà alla differenziazione/potenziamento dell attuale offerta sportiva, al recupero di fabbricati di pregio, alla realizzazione di strutture ricettive, alla creazione di nuovi posti di lavoro, alla definizione di sinergie rivolte alla fruizione del territorio comunale dagli utenti del golf. In relazione agli obiettivi generali del sistema territoriale di fondovalle, tale articolo prevede la valorizzazione degli elementi continui del paesaggio quali i muri a secco, la protezione degli alberi monumentali, delle alberate e degli altri filari, delle siepi, delle altre sistemazioni agrarie di pianura, la conservazione attiva e la riqualificazione delle aree di piana caratterizzate da copertura arborea naturale quali quelle planiziarie e riparie. 63

64 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi generali, i sistemi territoriali ed i sistemi funzionali del Piano Strutturale (PS) del Comune di Villafranca in Lunigiana Valutazione di coerenza Piana di Villafranca (A5) < > L art. 72 del PS dedica l intero comma sesto alla definizione degli indirizzi ai fini della realizzazione del campo da golf con specifiche prescrizioni in ordine a: - modalità attuative (piano particolareggiato unitario esteso all intera area destinata a golf che dovrà definire e precisare: funzioni e quantità; localizzazione; criteri di compatibilità ambientale; l assetto insediativo determinato dai nuovi volumi previsti; standards urbanistici; sistemazioni ambientali e opere di urbanizzazione); - la convenzione impegnativa e vincolate per il soggetto attuatore; - le caratteristiche funzionali del campo da golf; - le caratteristiche tipologiche e architettoniche delle nuove costruzioni residenziali; - le misure da adottare per la tutela paesaggistica e ambientale (protezione dei corsi d acqua, protezione degli alberi monumentali, dei filari, delle siepi, i ciglioni e muri a secco, ecc.) e per gli interventi di rinaturalizzazione finalizzati alla compensazione e mitigazione degli impatti determinati dalla realizzazione del golf; - le misure da adottare a difesa della risorsa idrica. Torrente Bagnone e area agricola (A6) - Fiume Magra e area contigua (A7) - Sistema Territoriale Collinare, suddiviso nel Sistema Territoriale Collinare Nord (B1) e Sistema Territoriale Collinare Sud (B2): Irola (B1.1) - Collinare Nord (B1.2) - Fornoli (B2.1) - 64

65 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi generali, i sistemi territoriali ed i sistemi funzionali del Piano Strutturale (PS) del Comune di Villafranca in Lunigiana Merizzo (B2.2) - Fiume Magra e area contigua (B2.3) - Collinare Sud (B.2.4) - Sistema Funzionale per la Valorizzazione e fruizione del paesaggio, costituito dai sub-sistemi: a.1) Parco Fluviale del Bagnone - a.2) Parco fluviale della Magra - Valutazione di coerenza Sistemi funzionali a.3) Reti e connessioni ecologiche < > Il PS stabilisce gli obiettivi generali per la tutela paesaggistica e la biodiversità (art. 34) e, in tal senso, stabilisce una serie di regole prestazionali a cui l intervento (in relazione ai possibili effetti causati dalla trasformazione dell area agricola interessata) dovrà attenersi. In particolare, è previsto che venga eseguita una preventiva ricognizione sullo stato delle risorse ai fini di definire i criteri per una trasformazione sostenibile. L art. 67 del PS fa riferimento ad un obiettivo generale di individuazione di corridoi ecologici e di valorizzazione delle siepi e filari. L art. 72 prevede che gli interventi di sistemazione a verde siano definiti previa analisi puntuale dell assetto vegetale (compositivo e fisiognomico) del sito e delle aree contermini, garantendo che gli stessi non alterino il paesaggio vegetale storicamente strutturatosi e non lo banalizzino. L art. 72 prevede l individuazione e la tutela di corridoi ecologici funzionali lungo la rete idrica superficiale; inoltre, stabilisce che vengano individuate misure di dettaglio per la protezione dei corsi d acqua, degli impluvi e della vegetazione ripariale 65

66 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi generali, i sistemi territoriali ed i sistemi funzionali del Piano Strutturale (PS) del Comune di Villafranca in Lunigiana Valutazione di coerenza Sistema Funzionale per la Crescita sociale e culturale della città (costituito dai sub-sistemi riportati di seguito) b.1) Memoria storica < > b.2) Servizi al cittadino - b.3) Istruzione e formazione - Sistema Funzionale per l Efficienza del territorio, costituito dai seguenti sub-sistemi: c.1) Mobilità - c.2) Impianti e reti tecnologiche - Sistema Funzionale degli Insediamenti, costituito dai seguenti sub-sistemi: d.1) Centri e nuclei storici - d.2) Sistema urbanizzato della Piana di Villafranca - anche con l esecuzione di interventi di ingegneria idraulica, naturalistica e di recupero ambientale, con particolare attenzione per le conversioni e le trasformazioni vegetazionali volte a migliorare la stabilità biologica e all assetto delle sponde non più naturali, dei terreni nudi degradati o in abbandono. L art. 72 del PS, in relazione agli elementi significativi e qualificanti il sub sistema territoriale della piana di Villafranca, fa riferimento all obiettivo della tutela e conservazione dei percorsi locali che ricalcano i vecchi tracciati delineati in epoca romana o medioevale. In relazione alla presenza del tracciato della Francigena, dovrà quindi essere previsto uno specifico progetto di recupero conservativo. 66

67 Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi generali, i sistemi territoriali ed i sistemi funzionali del Piano Strutturale (PS) del Comune di Villafranca in Lunigiana Valutazione di coerenza d.3) Insediamenti sparsi < > L art. 72, l Allegato A e la tav. 1 del PS vincolano i beni storici rappresentati da Cà Massi e Cà Madonna. L Allegato A elenca, tra gli elementi territoriali dell invariante di origine rurale, anche Cà il Piano e La Concordia. Per tali beni dovranno essere previsti interventi di recupero conservativo volti ad assicurare la permanenza stabile e duratura dei caratteri che contraddistinguono tali manufatti. d.4) Insediamenti sviluppati lungo assi viari - Gli obiettivi posti a fondamento del Piano Strutturale di Villafranca sono: - Favorire lo sviluppo sostenibile, garantire la salvaguardia e il mantenimento dei beni comuni e l uguaglianza di diritti all uso e al godimento dei beni comuni, nel rispetto delle esigenze legate alla migliore qualità della vita delle generazioni presenti e future (art. 1, comma 1, L.R. 1/2005). Concretamente l obiettivo persegue azioni mirate a soddisfare e garantire le aspettative dei cittadini in termini di servizi ambientali, sociali ed economici nonché garantire la vitalità permanente dei sistemi naturali, sociali e culturali dai quali dipendono tali servizi. - Villafranca Città internazionale del Golf, attraverso questa infrastruttura, concepita come una proposta turistico-sportiva integrata, verranno valorizzate ed integrate, in un unico processo di valorizzazione territoriale, le numerose risorse presenti (centri storici di Filetto e Malgrate, centri sportivi di Villafranca e le varie emergenze presenti); - Recupero e riqualificazione dei centri storici e dei numerosi i borghi di particolare pregio storicoarchitettonico (Irola, Mocrone, Malgrate, Filetto, Villafranca, Virgoletta, Fornoli e Merizzo) caratterizzati attualmente da fenomeni di degrado, anche attraverso la tutela e la riscoperta dei valori culturali, la rivitalizzazione e la crescita dei borghi. - Ricucitura del tessuto urbano in particolare degli ambiti urbani caratterizzati da insufficiente dotazione di servizi e standards mediante interventi volti ad offrire idonee ed adeguate attrezzature integrate con il contesto; - Nuove aree per insediamenti prevalentemente residenziali con la costruzione di alloggi di edilizia sovvenzionata/agevolata, di qualità e realizzati mediante ricuciture dei vari insediamenti ed utilizzo della bioarchitettura; 67

68 - Rivisitazione delle attuali aree produttive ed individuazioni di funzioni idonee e compatibili con le attuali esigenze di mercato, con particolare riguardo per le aree caratterizzate da attività produttive ora dimesse (Panda, Trada), per le quali si prevedono interventi volti alla eliminazione delle situazioni comportanti degrado per il territorio mediante incentivi alla trasformazione dei volumi esistenti; - Riqualificazione e potenziamento delle aree sportive e ricreative, valorizzazione e riqualificazione degli impianti sportivi/ricreativi dell area posta attorno al complesso Villasport e la contestuale realizzazione di un centro direzionale/commerciale/residenziale; - Nuovo casello autostradale e viabilità, il P.S. individua l area all interno della quale dovrebbe essere realizzata tale nuova infrastruttura, demandando agli atti di governo del territorio comunali l accoglimento del progetto definitivo e l attuazione dello stesso. - Presidio sanitario di primo soccorso all interno del Palazzo Baracchini, dove verrà ubicata la sede direzionale ASL; - Messa in sicurezza di abitanti e territorio attraverso interventi volti a prevenire rischi idro-geo-litomorfologici; - Rafforzamento delle attività economiche esistenti e promozione, in particolare, di quelle turisticoricettive e della vocazione del territorio alla residenza stabile e temporanea di qualità, legate in modo particolare alla presenza delle testimonianze della storia locale e alle qualità ambientali. A tal fine il PS prevede la possibilità, attraverso interventi sulle strutture esistenti e mediante la costruzione di nuovi manufatti, di realizzare un adeguata rete di strutture turistico-ricettive, necessarie anche alle richieste generate dall indotto relativo alle nuove previsioni urbanistiche (Campo da golf, nuove strutture ludico-sportive, eventi culturali, etc.). Quest ultime dovrebbero comportare anche una ricaduta positiva diretta, in termini occupazionali e indiretta in termini di rafforzamento delle attività economiche esistenti; - L applicazione dei principi della bio-architettura e del risparmio di energia e risorse, attraverso la definizione di norme vincolanti affinché gli interventi sugli edifici, sia esistenti che nuovi, vengano realizzati seguendo le disposizioni vigenti sulla qualità energetica ed ambientale degli edifici, compatibilmente con il valore storico-architettonico degli edifici esistenti. Il campo da golf e le strutture connesse previste in Loc. Cà Madonna sono previsioni esplicitamente inserite nel PS comunale; in particolare, come esplicitato nella Relazione generale del PS e nel documento di valutazione integrata, tale previsione nasce con la volontà di valorizzare e conservare una ampia zona di territorio agricolo alle porte del capoluogo di Villafranca, la quale attualmente non riveste particolare interesse di carattere produttivo ed infatti si presenta in stato di semi abbandono. Il processo di valorizzazione del tessuto agricolo, lo sviluppo di una proposta turistica di settore, offrono la concreta possibilità di dar vita ad un processo di valorizzazione territoriale integrata, che interessa emergenze storiche di importante valore storico e architettonico esistenti sul sito, coinvolgendo indirettamente anche le realtà circostanti come i borghi di Filetto, di Malgrate e di Mocrone, nonché le 68

69 componenti ambientali e paesaggistiche dei luoghi e le funzioni produttive e ricreative. Il progetto del golf nasce con un preciso intento di conservare e valorizzare i caratteri paesaggistici dominanti, inserendosi ed adattandosi nell'ambito delle preesistenze di significativo interesse, proponendosi in continuità con i siti di pregio al fine di divenirne il volano attuativo dei processi di conservazione e recupero, unitamente alla volontà di creare importanti opportunità occupazionali per il territorio anche per l indotto generato da questa infrastruttura. Dagli elaborati del PS si evince, inoltre, come la ricomposizione morfologica delle aree agricole coltivate, l'utilizzazione delle superfici incolte con prati idonei ad integrarsi nell'assetto paesaggistico del territorio locale, la definizione di percorsi e zone di sosta, il recupero di manufatti abbandonati, la rinaturalizzazione di alcune aree, costituiscono i principali interventi proposti per la realizzazione del comparto golfistico. I volumi relativi alle attività ricettive previsti dal PS ammontano ad una volumetria complessiva pari a ,00 mc. Considerando che allo stato di definizione del PS erano stati realizzati soltanto 730,00 mc, il PS vigente considera un residuo pari a ,00 mc. Ciò premesso, il PS prevede per l U.T.O.E. 4 Cà Madonna principalmente la realizzazione delle seguenti volumetrie: - le realizzazione di n. 100 posti letto, pari ad una SUL di 7.000,00 mq connessi alle previsioni del campo da golf e strutture connesse, le quali potranno essere destinate ad alberghi e/o ad residenza turistico-alberghiera: - la realizzazione di n. 100 alloggi residenziali, pari ad una SUL di ,00 mq, di cui la metà solo a seguito all'entrata in esercizio (rilascio di agibilità) delle attività golfistiche e funzioni correlate previste. Nell U.T.O.E. 4 è poi rilevante anche la previsione di verde attrezzato facente parte dell attrezzatura golfistica la quale, sia pure privata, dovrà essere convenzionata con il Comune ed utilizzata in determinati periodi dai cittadini e dalle scolaresche gratuitamente. Ulteriori norme e dati di dimensionamento relativi a tale U.T.O.E. sono contenuti nella relativa scheda del PS riportata in allegato al presente documento ed a cui si rimanda per specifici approfondimenti. L area oggetto di intervento rientra all interno dell Invariante strutturale n.10 Paesaggio agrario della Piana di Villafranca del PS (la scheda è riportata integralmente in allegato alla presente relazione). Gli obiettivi prestazionali indicati dal PS per tale contesto riguardano la realizzazione dei progetti e l attuazione delle previsioni tese a garantire la permanenza di attività agricole, siano le stesse attività orientate al mercato, che attività part-time od hobbistiche, al fine di mantenere la matrice rurale ed il presidio territoriale. Altro obiettivo prioritario risiede nella realizzazione del campo da golf e attrezzature connesse volto a creare un polo di attrazione turistico-sportiva, da realizzare secondo criteri ecocompatibili. Il PS sottolinea inoltre la necessità di garantire la permanenza dell equilibrio quali-quantitativo attuale tra aree insediate e spazi rurali e boschivi, prioritariamente con il mantenimento ed i recupero delle strutture insediative, delle strutture ed infrastrutture fondiarie e delle attività colturali e comunque con il 69

70 rispetto del paesaggio storico consolidatosi. Deve essere garantito, in particolare, il permanere di aree rurali quali corridoi ecologici entro le aree insediate. Le principali indicazioni di tutela rilevabili per tale Invariante dal PS, specificate nel dettaglio al Titolo I della Parte II delle Norme Tecniche di Attuazione del PS riguardano: - per gli insediamenti di origine rurale sparsi, i manufatti rurali realizzati secondo i canoni tradizionali, le aree agricole (seminativi, ortive e colture arboree e prati-pascoli) a destinazione produttiva o in via di abbandono, le opere di sistemazione fondiaria, di presidio del territorio e di regimazione idrica connesse alle attività agricole, le aree a castagneto da frutto e marginali, le aree boscate con vegetazione autoctona ed in particolare le aree con vegetazione planiziaria, la vegetazione perifluviale e le formazioni arboree planiziarie, il reticolo idrografico principale e secondario con le relative opere di regimazione: recupero; - per l assetto morfologico ed insediativo della piana di Villafranca con organizzazione del territorio in poderi e le morfologie emergenti (quali i terrazzamenti fluviali e la collina presso Cà il Piano): conservazione; - per la realizzazione di Campo da golf e strutture connesse ed i percorsi di carattere storico di valore ambientale ed i percorsi interpoderali: valorizzazione; - per le attrezzature pubbliche e di uso pubblico, i servizi e gli impianti esistenti: valorizzazionepotenziamento. L art. 6 del PS specifica come segue le caratteristiche dei criteri di intervento sopra richiamati: - conservazione: azioni volte prioritariamente alla salvaguardia delle risorse e ad assicurare la permanenza stabile e duratura dei caratteri che contraddistinguono l elemento territoriale, da conseguirsi esclusivamente con idonei interventi mirati alla tutela, all attività manutentiva ed all eventuale fruizione ove sia strettamente connessa con finalità conservative. Sono ammessi interventi migliorativi volti esclusivamente ad eliminare o mitigare eventuali fattori di degrado e criticità in modo da elevare la qualità paesistica dell invariante strutturale o quelli necessari ad assicurare il monitoraggio delle risorse e la messa in sicurezza di persone, beni e immobili; - recupero: azioni volte prioritariamente alla restituzione e al ripristino dell equilibrio delle condizioni di stato delle risorse e ad assicurare la stabilità paesistico-ambientale dell elemento territoriale da conseguirsi prevalentemente con interventi di manutenzione attiva, restauro ambientale, filologico o tipologico, recupero strutturale e funzionale, con modificazioni fisiche marginali tali comunque da non pregiudicare le situazioni di valore e di favorire lo sviluppo durevole attraverso uno spontaneo e armonico processo evolutivo delle componenti paesistiche dell invariante strutturale anche con attività mirate al consolidamento dei fattori socio- economici; - valorizzazione: azioni volte prioritariamente al miglioramento delle condizioni esistenti e alla valorizzazione delle risorse e ad assicurare l aumento del valore e della funzionalità dell elemento territoriale, da conseguirsi prevalentemente con interventi di riqualificazione e innovazione tali da orientare e organizzare il processo evolutivo senza aumentare i carichi ambientali e urbanistici. Sono inoltre ammessi interventi di trasformazione qualora siano esclusivamente necessari a ridurre 70

71 o eliminare conflitti o usi impropri delle risorse e degli elementi territoriali e che siano in grado di migliorare complessivamente la qualità paesistica dell invariante strutturale anche attraverso l introduzione di attività mirate al potenziamento dei fattori socio-economici. Ulteriori elementi descrittivi e di tutela relativi a tale Invariante sono contenuti nella relativa scheda del PS riportata in allegato al presente documento ed a cui si rimanda per specifici approfondimenti. L area oggetto di intervento rientra poi all interno del Sub-sistema Territoriale Piana di Villafranca. Le Norme del PS (art.72) individuano il sub-sistema territoriale sulla base del quadro conoscitivo in coerenza con l articolazione della struttura territoriale lunigianese in ambienti e paesaggi locali. Il subsistema si sviluppa nella piana posta tra le provinciali n. 29 e 30 che dalla strada statale della Cisa si diramano verso Bagnone. Sono individuati come elementi significanti e qualificanti il sub-sistema: la struttura agraria, il torrente del Piano, il geotopo de Il Monte, i manufatti di pregio storico-testimoniale, la viabilità storica interna all area. Secondo il PS, sono obiettivi specifici di sub-sistema: - realizzazione di un campo da golf ed attrezzature connesse; - la prevenzione e l'eliminazione del degrado ambientale e dell'abbandono del territorio, con particolare riferimento al mantenimento del paesaggio rurale storicamente strutturatosi; - la tutela e la valorizzazione delle testimonianze della storia e della cultura e del loro estrinsecarsi nel paesaggio rurale; - la fruizione turistica e per il tempo libero del territorio; - realizzazione di nuove strutture turistico-ricettive integrate con il verde e l attività sportiva; - realizzazione di aree per insediamenti residenziali di qualità per rispondere efficacemente alle richieste pervenute da parte della popolazione; - lo sviluppo della bioedilizia e il perseguimento del risparmio energetico; - salvaguardia e protezione delle risorse idriche superficiali e sotterranee dall inquinamento, attraverso misure idonee ad evitare interferenze tra le risorse e le trasformazioni urbanistico/edilizie; - l individuazione e la tutela di corridoi ecologici funzionali lungo la rete idrica superficiale, le zone agricole, le aree marginali e di frangia valorizzando elementi continui del paesaggio quali muri a secco, vecchi tracciati filari e siepi e elementi discontinui che abbiano la funzione di stepping stones (macchie arcorate o cespugliate isolate, pozze d acqua temporanee o permanenti ), in coerenza con il subsistema funzionale delle reti e connessioni ecologiche ; - la valorizzazione e sviluppo delle aree urbane esistenti, mediante l individuazione di strumenti di programmazione urbanistica capaci di rafforzare e talvolta ricostruire un tessuto socioeconomico a cui devono concorrere come principali fattori il settore commerciale, l animazione culturale, i servizi direzionali e le attività artigianali tipiche; - la tutela e conservazione della complessa trama di viabilità e percorsi locali che ricalcano i vecchi tracciati delineati in epoca romana o medievale, talvolta di valenza storico-ambientale, corredati da filari alberati, chiusi da siepi e da muri di pietra, in relazione allo sviluppo di una rete comunale di percorsi ciclabili e pedonali. 71

72 In particolare, per quanto riguarda la realizzazione di un impianto golfistico e le attrezzature ad esso correlate, questi interventi sono subordinati alla definizione di un progetto complessivo che dovrà precisare e localizzare le funzioni e le relative quantità previste, le modalità e i criteri di compatibilità con l ambiente e il sistema insediativo e che dovrà indicare il nuovo assetto insediativo e i nuovi volumi edilizi, le sistemazioni esterne ed a verde, la viabilità veicolare e pedonale-ciclabile, le aree di sosta e di parcheggio, le sistemazioni ambientali e le opere di urbanizzazione. Specificamente l impianto golfistico potrà essere caratterizzato dalle seguenti parti funzionali: - spazi per attività golfistiche (campi pratica, percorsi di golf, aree di putting greens, aree di pitching greens); - servizi di supporto all attività sportiva (club house, spogliatoi ed annessi, pronto soccorso, depositi macchinari ed attrezzi, uffici amministrativi, parcheggi e relativi percorsi); - impianti tecnici (idrosanitario, riscaldamento, refrigerazione, ventilazione, illuminazione, emergenza, segnalazione, irrigazione, depurazione, ecc.); - servizi a supporto del mantenimento degli spazi verdi (ricovero macchine ed attrezzature, deposito prodotti di impiego e derivati, etc.) - spazi per il pubblico (posti spettatori, servizi igienici, posto di pronto soccorso, parcheggi e relativi percorsi), approntati solo occasionalmente. Gli interventi sugli degli edifici esistenti e le nuove costruzioni ammessi, saranno consentiti alle seguenti condizioni: - che si proceda prioritariamente al recupero degli edifici esistenti, o di loro parti, ivi compresi gli interventi di ristrutturazione urbanistica ammessi finalizzati al riordino del sistema insediativo esistente; - che gli interventi sugli edifici, sia su quelli esistenti che su quelli da realizzare ex novo, vengano realizzati seguendo obbligatoriamente le disposizioni regionali di edilizia sostenibile; - che le nuove costruzioni o gli incrementi volumetrici concorrano alla riqualificazione funzionale, architettonica ed ambientale del sistema ambientale ed insediativo esistente; - che le nuove costruzioni residenziali oltre a quanto già precisato - debbano essere realizzate secondo i dettami dell architettura vernacolare lunigianese, limitando al massimo la tipologia edilizia della villa monofamiliare per ridurre il consumo del suolo e non pregiudicare gli aspetti paesaggistici locali; - che sia garantita la sicurezza dai rischi di frana o esondazione o incendio e siano garantiti, ove necessari, l'approvvigionamento idrico e la depurazione, lo smaltimento dei rifiuti solidi, la disponibilità energetica e l'accessibilità veicolare; - che gli interventi di sistemazione a verde, sia di contorno all edificato presente e di progetto, che riferibili agli spazi per l attività sportiva, siano definiti previa analisi puntuale dell assetto vegetale (compositivo e fisionomico) del sito e delle aree contermini, garantendo che gli stessi non alterino il paesaggio vegetale storicamente strutturatosi e non lo banalizzino; 72

73 - che ogni intervento contribuisca all eliminazione del degrado ambientale e alla tutela e salvaguardia di ambiente, paesaggio e caratteri morfologici dei siti, non potendo in particolare modificare in maniera significativa questi ultimi; - che ogni intervento, per quanto riguarda specificamente le risorse idriche, venga realizzato garantendo: 1) che la quantità d acqua necessaria per l irrigazione sia commisurata in relazione all effettiva necessità dell impianto; 2) il mantenimento dell equilibrio del bilancio idrico della falda sotterranea e del normale deflusso delle acque piovane; 3) che sia escluso l emungimento dagli acquedotti pubblici; 4) che il recupero dell acqua sia in esubero nell irrigazione; 5) che non siano alterati significativamente il reticolo idrico/sistema di regimazioni e la circolazione idrica superficiale e profonda; - che sia minimizzato l impatto generato dai nuovi interventi attraverso l utilizzo di adeguate misure di mitigazione; - che ogni intervento, ove possibile, sia compatibile con la viabilità veicolare esistente. Il relazione al sub-sistema Funzionale delle Reti e connessioni ecologiche (art.87), il PS individua nell area di intervento alcuni punti critici nelle connessioni ecologiche, ovvero situazioni e localizzazioni di notevole rilevanza e criticità e da tutelare per garantire una corretta permeabilità del territorio alle componenti naturali. Il relazione a tale sub-sistema il PS, oltre a richiedere l individuazione di azioni per attenuare la frammentazione degli ambienti naturali per cause antropiche ed a favorire la tutela delle aree costituenti varchi e connessioni ambientali (tra i sistemi collinari e quelli di fondovalle, lungo i corsi d acqua e gli impluvi e nell area della Piana di Villafranca), sottolinea la necessità di salvaguardare i gangli primari e secondari della rete ecologica, riconoscendo nel territorio di pianura maggiormente antropizzato ed in particolare nella Piana di Villafranca ed in quella di Virgoletta, quegli elementi di connessione capaci anche di favorire gli spostamenti biotici lungo corridoi (quali corsi d acqua, varchi tra insediamenti, fasce arboree e fasce di margine tra agricoltura e siti urbanizzati) che, nonostante le modeste estensioni e il contesto urbano o periurbano, costituiscono importanti linee di permeabilità. In relazione al sub-sistema funzionale delle Memoria storica (art. 94), il PS ribadisce la necessità di promuovere i principali percorsi di origine antica che storicamente hanno caratterizzato il territorio di Villafranca, con particolare riguardo per la centuriazione romana e alla Via Francigena. Con riferimento al sottosistema urbanizzato della Piana di Villafranca ed al sottosistema dell Insediamento sparso (art. 42 e 44) che rappresentano anche sistemi funzionali degli insediamenti, il P ribadisce i seguenti obiettivi: - favorire la conservazione del patrimonio edilizio di valore storico-architettonico attraverso il recupero degli edifici; - tutelare e riqualificare il patrimonio edilizio rurale con attenzione al rapporto con il contesto ed agli insediamenti di qualità; 73

74 - favorire il mantenimento delle attività agricole, compatibilmente con le esigenze dei sistemi e sottosistemi idi paesaggio in cui si inseriscono; - recuperare gli edifici storici non utilizzati a fini agricoli, per destinarli a funzioni residenziali, mantenendone o ripristinandone le caratteristiche tipologiche originarie; - incentivare l eliminazione di elementi precari o incongrui; - assicurare agli interventi di nuova edificazione e ai restauri un livello di qualità coerente con il contesto in cui vengono realizzati, promuovendo l uso di tecnologie e di criteri progettuali finalizzati al risparmio energetico e all utilizzo della bioarchitettura. Per quanto riguarda gli aspetti di pericolosità geomorfologica, idraulica e sismica, l area di intervento ricade: - nella classe di pericolosità media per l area prospiciente il torrente del Piano, a cui è poi sovrapposta la classe di fattibilità 3, dovuta; alla presenza di una situazione di pericolosità idraulica dovuta alla presenza del corso d acqua non classificato ma a cui è comunque attribuita una fascia di rispetto fluviale (art.25); ad una situazione di rischio sismico locale elevato; - nella classe di pericolosità bassa per la restante porzione di territorio, dovuta ad una condizione di rischio sismico locale elevato. In riferimento agli aspetti idrogeologici che riguardano la pertinenza del torrente del Piano, l area è ricompresa tra le aree di fondovalle in cui i livelli di piena della falda si pongono entro i primi due metri dal piano di campagna. Nel caso specifico, in fase di progettazione esecutiva, dovranno dunque essere eseguite apposite indagini idrauliche e geognostiche sul terreno (prove penetrometriche o geofisiche, pozzetti esplorativi, etc.) i cui risultati dovranno permettere: una valutazione più approfondita degli aspetti di rischio e compatibilità dal punto di vista idraulico; una valutazione delle caratteristiche geologico-tecniche e idrogeologiche dei suoli interessati da interventi, con particolare riferimento a possibili interferenze con l andamento dei livelli freatici sotterranei. Al fine di evitare che le trasformazioni urbanistiche previste possano incrementare una situazione di squilibrio in atto della risorsa idrica o generare situazioni di criticità, le norme del PS vietano la realizzazione di fondi interrati e seminterrati. Adeguati approfondimenti d indagine in fase di progettazione degli interventi dovranno infine valutare con attenzione quelle situazioni che possono comportare fenomeni amplificativi locali e definire conseguentemente la categoria sismica del suolo di fondazione. 74

75 Regolamento Urbanistico del Comune di Villafranca in Lunigiana Sebbene l intervento oggetto della presente valutazione sia rappresentato da una Variante a carattere puntuale al RU con relativo Piano attuativo, appare utile riportare alcuni elementi di coerenza generale che tale Variante dovrà comunque garantire rispetto ai contenuti delle NTA dell attuale RU che non subiranno modifiche. L art. 13 del RU inserisce l area interessata dall intervento tra gli ambiti di trasformazione rilevante. Si tratta di ambiti di trasformazione previsti dal PS che al momento della redazione del RU non presentavano sufficiente grado di approfondimento e chiarezza per essere inseriti e sviluppati. Per questi ambiti il RU conferma quanto previsto nel PS evidenziando la necessità che il loro sviluppo progettuale sia sottoposto ad un pianificazione unitaria di intervento. Come già evidenziato per il PS, l ambito di trasformazione rilevante relativo al campo da golf (con classificazione TR RIL 1 in base all art. 25 del RU) è ubicato all interno dell U.T.O.E. 4 Il Piano Cà Madonna che comprende l area centrale della Piana di Villafranca, collocata tra la statale della Cisa e le due strade provinciali che si diramano da questa verso Filetto e Mocrone. L ambito è riconfermato quale area idonea alla realizzazione di un campo da golf e attrezzature connesse, comprendente alloggi residenziali e attività turistico-ricettive secondo quanto già indicato dal PS. Considerando le previsioni del Piano Strutturale di indubbia rilevanza sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, il RU sottolinea come l intervento debba porre particolare attenzione: alla tutela del ciclo delle acque, alla capacità di erogazione nell area dell acqua per usi civili, alla capacità attuale ed al possibile potenziamento del sistema fognario-depurativo e, in generale, alla fattibilità ambientale e tecnico-economica dell intervento. All interno o limitatamente all area di intervento ricadono inoltre alcuni elementi di conservazione (Capo I - Ambiti della conservazione del RU); si tratta di alcuni edifici classificati in categoria 1 - Edifici di rilevante pregio storico architettonico, che assumono carattere di invariante. In particolare, si tratta di: - Cà Madonna e Cà Massai, per cui è possibile: manutenzione ordinaria e straordinaria; restauro e risanamento conservativo; ristrutturazione edilizia; - Il Monte, per cui è possibile il recupero e la valorizzazione dell attuale sistema agricolo. Il RU individua le aree occupate dalle linee aeree esistenti (art. 53) all interno dell area di intervento, delimitando i perimetri delle fasce di rispetto. All'interno delle fasce di rispetto delle linee elettriche, che non costituiscono parametro per la determinazione della SUL, è fatto divieto assoluto di nuova edificazione con destinazione residenziale. Il RU individua anche le aree occupate dall oleodotto esistente (art.54) all interno dell area di intervento, delimitando i perimetri delle fasce di rispetto. All'interno delle fasce di rispetto di oleodotti, che non costituiscono parametro per la determinazione della SUL, laddove nuove costruzioni interessino la fascia di rispetto (ml.6,00 per lato dall'asse dell'infrastruttura) e fermo restando il minimo inderogabile di 75

76 mt. 3,00 dall'asse dell'infrastruttura per qualsiasi tipo di opera, è necessario il parere dell'ente proprietario della rete. Particolarmente rilevanti all interno delle Norme del RU risultano, infine, gli indirizzi di sostenibilità ambientale (Capo II) che, tra l altro, rimandano esplicitamente alle misure previste per impedire, ridurre e compensare gli effetti ambientali negativi del RU contenute nel Rapporto ambientale ai fini della Valutazione Ambientale Strategica e della Valutazione Integrata del RU. Tali misure, riguardano in modo specifico anche l intervento di realizzazione del campo da golf. Nella realizzazione dell intervento in oggetto, il Rapporto ambientale sottolinea come dovrà essere perseguita una riduzione nell uso di fertilizzanti, fitofarmaci ed acqua nelle fasi di manutenzione ed una speciale attenzione dovrà essere riposta, ai fini di una riduzione della intensità manutentiva, alla selezione delle essenze da tappeto erboso, alla scelta adeguata delle essenze arboree e arbustive da insediare, alla corretta modellazione del piano naturale di campagna, ed infine all idonea progettazione dell impianto di irrigazione. L intervento dovrà essere realizzato in modo da non alterare significativamente il valore del paesaggio, ammettendo solo minime trasformazioni morfologiche. Inoltre, dovrà creare configurazioni coerenti con le caratteristiche del luogo e visivamente armoniose, nel rispetto dei valori estetici del territorio circostante, delle tipologie, delle forme, dei colori e delle tessiture, attraverso: - caratteri architettonici compatibili e coerenti con le regole compositive proprie del contesto; - caratteristiche spaziali planovolumetriche coerenti con la tipologia degli edifici tradizionali circostanti e con le forme del paesaggio naturale; - tutela dei caratteri, dei materiali e delle tecnologie costruttive locali; - colori appropriati che si fondano con l ambiente circostante; - adeguati spazi di vegetazione naturale, privi o con ridotta manutenzione. Il dettaglio delle misure previste dal Rapporto ambientale del RU in relazione all intervento di realizzazione del campo da golf è riportato in allegato alla presente relazione a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti. 76

77 Piano di assetto idrogeologico Bacino del Fiume Magra e Torrente Parmignola Il PAI persegue le finalità della difesa idrogeologica e della rete idrografica, del miglioramento delle condizioni di stabilità del suolo, del recupero delle aree interessate da particolari fenomeni di degrado e dissesto, nonché della salvaguardia e valorizzazione degli assetti naturali. Gli obiettivi del Piano, e di conseguenza le sue modalità di attuazione, si differenziano in relazione a due categorie principali di aree (pericolose a livelli di rischio diversi) caratterizzate dallo stesso assetto idrogeologico, ma da livelli di rischio diversificati. Per le aree pericolose (in dissesto o inondabili) che non comportano livelli di rischio, il PAI individua i seguenti obiettivi: - salvaguardia da nuovi insediamenti; - miglioramento dell efficienza idrogeologica; - produzione controllata di sedimenti; - riqualificazione ambientale. Per le aree pericolose (in dissesto o inondabili) che comportano livelli di rischio elevato e molto elevato il PAI individua come obiettivo la mitigazione dei livelli di rischio accertati e la messa in sicurezza. Nell ambito del territorio del bacino del F. Magra e del T. Parmignola valgono i seguenti indirizzi generali vincolanti: - su tutto il territorio, comunque classificato in ordine al grado di pericolosità, è considerato prioritario lo sviluppo di azioni diffuse e di comportamenti atti a prevenire e a non aggravare lo stato di dissesto dei versanti, nonché ad aumentare l efficienza idrogeologica del suolo e della copertura vegetale; - sono considerate prioritarie anche le opere specifiche e puntuali destinate alla rimozione o alla mitigazione del rischio di esondazione, o del rischio di frana, purché coerenti con le indicazioni generali e specifiche contenute nel Piano; - sono ammessi tutti gli interventi che siano finalizzati al miglioramento dell assetto idrogeologico attuale; - la trasformazione del bosco riveste carattere di eccezionalità ed è consentita nei casi e modi previsti dalla normativa di settore vigente in funzione della riqualificazione idrogeologica dei versanti; - le superfici interessate da fenomeni degradativi, denudate o con vegetazione diradata, qualora comportino rischio, devono essere sottoposte a rivegetazione, mediante inerbimento, rimboschimento, etc.; - nelle aree percorse da incendi boschivi devono essere approntate misure di contenimento dell erosione del suolo, anche mediante l utilizzo del materiale legnoso a terra e di quello ricavato dal taglio dei fusti in piedi; 77

78 - nei territori boscati in abbandono e nelle aree cespugliate e prative un tempo coltivate, sono favoriti interventi di recupero qualitativo dell ambiente mediante l introduzione di specie arboree ed arbustive autoctone; - le nuove opere stradali minori devono essere realizzate in modo tale da non interferire con la stabilità dei versanti e di favorire l aumento del tempo di corrivazione delle acque meteoriche; - deve essere promosso il recupero colturale di aree boscate e agricole in abbandono purché tale recupero sia effettuato con modalità che concorrono alla prevenzione dei dissesti ed al miglioramento dell efficienza idrogeologica del suolo e del sovrasuolo. Gli interventi vietati sui corsi d acqua sono: - coperture e tombature dei corsi d acqua di ogni grandezza e portata, non inquadrabili fra i ponti e gli attraversamenti; - opere di regimazione idraulica che comportino il restringimento della sezione dell alveo; - guadi sommergibili, anche temporanei se per periodi superiori a 12 mesi, salvo motivate proroghe, che modifichino il profilo dell alveo; - nuove inalveazioni e rettificazioni dell alveo dei corsi d acqua di origine naturale; - pavimentazioni cementizie o, comunque, impermeabilizzazioni sostanzialmente continue del fondo degli alvei. Al fine di favorire lo sviluppo della vegetazione autoctona, la formazione di corridoi ecologici continui e stabili nel tempo e nello spazio, l incremento dell ampiezza delle fasce tampone (filtrazione dei sedimenti, rimozione dei nutrienti e degli inquinanti d origine diffusa) e la stabilizzazione delle sponde, il PAI individua le seguenti norme generali vincolanti: - deve essere promossa e/o mantenuta, sia in sinistra che in destra idrografica, una fascia di vegetazione riparia comprendente specie arboree, arbustive ed erbacee; - il taglio a raso della vegetazione è vietato, ad eccezione dei tratti di alveo che attraversano centri urbani o che siano interessati da attraversamenti e nei quali tale attività si renda indispensabile per garantire la pubblica e privata incolumità; - il taglio della vegetazione posta in alveo deve essere limitato ad interventi selettivi di ringiovanimento, finalizzati ad assicurare la funzionalità idraulica e la tutela della pubblica e privata incolumità. All interno dell area oggetto di intervento è presente il Torrente il Piano, classificato dal Piano Assetto Idrogeologico dell Autorità di bacino del F. Magra, in parte quale reticolo secondario non studiato e in parte come reticolo idrografico minuto non significativo. A tale proposito, si rimanda alla carta della pericolosità idraulica del PAI, facente parte del quadro conoscitivo del PS, di cui è riportato un estratto in allegato al presente documento. Relativamente a tale corso d acqua non sussistono studi finalizzati all individuazione delle aree inondabili e non è quindi disponibile la zonazione in classi di pericolosità; tuttavia nelle Norme di attuazione del PAI sono indicate le aree soggette a vincolo, limitrofe ai corsi d acqua. 78

79 Per il tratto di torrente classificato come reticolo secondario non studiato è stabilita una fascia di rispetto pari a 20 m misurata dal limite più esterno fra le sponde e il limite demaniale o dal piede arginale esterno, mentre per il tratto considerato parte del reticolo idrografico minuto non significativo viene stabilita una fascia di rispetto pari a 10 m, misurata dal limite più esterno fra le sponde e il limite demaniale, nella quale non è consentito il rilascio o l adozione di atti relativi a nuove edificazioni o trasformazioni morfologiche in quanto zona di assoluta protezione del corso d acqua. 79

80 Piano di gestione ATO delle risorse idriche (ATO 1 Toscana Nord) L'ambito territoriale ottimale n. 1, denominato Toscana Nord è definito dalla Regione Toscana attraverso un processo di perimetrazione di aree sulla base di considerazioni idrografiche e socioeconomiche. Tale ambito, che ricopre la zona più settentrionale della Toscana, si estende dal confine con la Liguria e l'emilia Romagna fino a comprendere la piana di Lucca ed includere il Comune di Villafranca in Lunigiana. Il Piano d Ambito promuove i seguenti obiettivi di carattere generale: - garantire il soddisfacimento qualitativo e quantitativo dell utenza attraverso la conservazione delle reti e delle fonti di approvvigionamento idrico; - garantire la funzionalità e il raggiungimento di adeguati standard del servizio di fognatura e depurazione. L area di intervento appartiene al sistemi geografico Lunigiana, interessata dal bacino toscano del Fiume Magra. Il sistema Lunigiana, considerando la complessa morfologia del territorio di riferimento, è caratterizzato da una discreta copertura di acquedotto e da un insufficiente copertura della rete fognaria e di depurazione. Le fonti di approvvigionamento dell area della Lunigiana sono costituite da 273 sorgenti, 22 pozzi e da 5 captazioni superficiali caratterizzate da una portata minima complessiva pari a 284 l/s e che consentono mediamente nell anno un approvvigionamento idrico pari a circa a 13 milioni di metri cubi. Circa il 20% delle opere di presa delle fonti di approvvigionamento risultano in stato di conservazione e funzionalità insufficiente e richiedono interventi di manutenzione straordinaria sulle opere civili e sugli impianti meccanici. La rete di adduzione si estende per una lunghezza pari a 522 Km, di cui il 34% necessita di sostituzione in quanto ha raggiunto il limite di servizio. La rete di distribuzione acquedottistica che si estende per 369 Km, di cui il 44% risulta vetusta, necessita di interventi mirati alla riduzione delle perdite. I collettori dei comuni della Lunigiana si estendono per una lunghezza pari a 187 Km, di cui circa il 39%, ossia 73 Km, risulta messo in opera prima del Il Piano, al fine di garantire la funzionalità e il raggiungimento di adeguati standard del servizio di fognatura e depurazione, prevede interventi di manutenzione straordinaria, di potenziamento delle infrastrutture esistenti e di realizzazione di nuove opere tese a risolvere le criticità esistenti (ambientali, di servizio o gestionali). In particolare, per il Comune di Villafranca il Piano d Ambito evidenzia la necessità di potenziare la capacità di stoccaggio delle infrastrutture presenti poiché risulta carente di un volume di serbatoi pari a 60 mc. In relazione alle criticità di cui sopra, nell intervento per la realizzazione di un campo da golf, dovrà essere verificata la potenzialità delle reti fognarie esistenti e non si dovrà compromettere la capacità depurativa degli impianti. 80

81 Inoltre, dovrà essere valutata l'adeguatezza della rete di approvvigionamento a soddisfare il fabbisogno idrico dell impianto irriguo del tappeto erboso. L intervento, dovrà inoltre tener conto delle problematiche legate alla tutela della risorsa idrica in termini qualitativi e quantitativi conseguenti al fabbisogno aggiuntivo derivante dalle attività residenziali, direzionali e turistiche, nonché relativi all utilizzo irriguo dell impianto da golf (tappeto erboso). Si dovrà tendere pertanto alla gestione efficace delle risorse idriche per salvaguardare le risorse esistenti e per ridurre i consumi. 81

82 Piano Interprovinciale dei rifiuti dell ATO Toscana Centro Obiettivi Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi del Piano Interprovinciale dei Rifiuti dell ATO Toscana Centro Valutazione di coerenza autosuffcienza nella raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi - integrazione e coerenza dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti urbani ed assimilati sistema gerarchico di gestione dei rifiuti (prevenzione; preparazione per il riutilizzo; riciclaggio; recupero di energia; smaltimento) misure di prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti e della loro pericolosità - < > < > obiettivi di raccolta differenziata < > tecnologie di recupero (di materia e di energia) anche dalla frazione residua - riduzione contenuto frazione biodegradabile destinato a discarica principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali - obiettivi di minimizzazione impatti ambientali, efficienza economica e solidarietà sociale < > < > Il Piano Interprovinciale dei rifiuti urbani dell ATO Toscana Centro in corso di definizione, promuove il raggiungimento dei seguenti obiettivi: 1. la completa autosufficenza, a livello di ATO Toscana Centro, nella raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi; 2. l integrazione e la coerenza dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti urbani ed assimilati secondo i criteri della fattibilità e affidabilità tecnica, delle prestazioni ambientali e della economicità dei servizi; 3. la definizione del sistema di gestione dei rifiuti secondo la gerarchia definita dall art. 4 della Direttiva 2008/98 dell Unione Europea: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo esempio il recupero di energia; e) smaltimento ; 4. l attuazione delle misure idonee, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, per conseguire obiettivi di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti e della loro pericolosità; 5. il raggiungimento degli obiettivi posti dalla vigente pianificazione regionale e dalla normativa nazionale ed europea in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e di preparazione al riutilizzo 82

83 e al riciclo e recupero dei materiali raccolti e dotandosi dei necessari impianti di valorizzazione e trattamento, in particolare per la frazione organica; 6. lo sviluppo delle tecnologie di recupero anche dalla frazione residua dei rifiuti, sia per il recupero di materia che per il recupero e la valorizzazione energetica del rifiuto residuo o di sue frazioni semplificate, sia in impianti dedicati che in co-combustione; 7. la riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili e comunque la minimizzazione del flusso di rifiuti destinato a discarica, nel rispetto anche delle normative nazionali e regionali in merito ai trattamenti preliminari dei flussi esitati a discarica; 8. la declinazione, in forma adeguata, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali anche pericolosi, prodotti nei territori delle quattro province; 9. il raggiungimento, anche attraverso la pianificazione della gestione dei rifiuti, degli obiettivi generali di minimizzazione degli impatti ambientali con particolare attenzione alla riduzione dei consumi di energia da fonti fossili, alla riduzione delle emissioni climalteranti e inquinanti, alla salvaguardia degli ambienti naturali e del paesaggio e di efficienza economica e solidarietà sociale. Coerentemente con la strategia delineata dal Piano Interprovinciale, nella definizione dell intervento relativo alla realizzazione del campo da golf, dovrà essere garantita un ottimale gestione dei rifiuti prodotti attraverso l attuazione di idonee strategie e modalità gestionali, da verificarsi con l ente gestore del servizio, finalizzate alla riduzione della produzione dei rifiuti ed all incentivazione della raccolta differenziata. Con particolare riferimento alla frazione organica, come puntualizzato dall obiettivo n.5 del Piano Interprovinciale dei Rifiuti ATO Toscana Centro, dovrà essere previsto un sistema di raccolta, stoccaggio e smaltimento dei residui verdi delle potature e del taglio dell erba. Infatti, il Piano sottolinea come per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata sia necessario un recupero efficace della frazione organica. Potrebbe essere pertanto valutata l opportunità di compostare gli scarti derivanti dal taglio del manto erboso e della vegetazione arborea ed arbustiva, ed utilizzare il compost ottenuto sulle zone non interessate dal gioco all'interno del percorso o nei terreni circostanti. In linea con gli obiettivi di attuazione di misure idonee per conseguire obiettivi di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti e della loro pericolosità e di raggiungimento degli obiettivi in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, si dovranno indicare le modalità per la differenziazione dei rifiuti che possono essere avviati a riciclaggio (carta, lattine, bottiglie, plastica,metalli ecc..). Dovranno essere quindi previsti appositi cassonetti in tutte le strutture gestite dal circolo golf e gli edifici ad esso connessi compreso alloggi residenziali e attività turistico-ricettive. Ovviamente qualora, come previsto negli obiettivi del Piano, anche se in tempi non immediati, verranno adottati, a livello di ATO, metodi di raccolta domiciliari, il centro e le atre strutture sportive, turisticoricettive e residenziali dovranno adeguarsi al nuovo sistema ed adottare tutti gli accorgimenti necessari per fare in modo che la raccolta di rifiuti avvenga in modo corretto ed efficace. 83

84 Piano Locale di Sviluppo Rurale ( ) Verifica di coerenza esterna con gli obiettivi del Piano Locale di Sviluppo Rurale Obiettivi generali Valutazione di coerenza ASSE 1 - Consolidamento e sviluppo delle aziende sul territorio e sui mercati Promozione dell ammodernamento e dell innovazione nelle imprese e - dell integrazione delle filiere Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale - Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e forestale e sostegno del ricambio - generazionale ASSE 2 - Consolidamento allo sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione dei sistemi agroforestali ad alto < > valore naturale Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse < > idriche superficiali e profonde Riduzione dei gas serra < > Tutela del territorio < > ASSE 3 - Mantenimento e creazione di nuove opportunità occupazionali e di reddito in aree rurali Migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e incoraggiare la diversificazione dell economia rurale Il Piano locale di sviluppo rurale, all interno del quadro propositivo, prevede diverse misure prioritarie attivate dalla Provincia di Massa Carrara: Relativamente all Asse 1 Consolidamento e sviluppo delle aziende sul territorio e sui mercati, la prima misura prevista è finalizzata all ammodernamento delle aziende agricole allo scopo di migliorare la competitività e il rendimento globale in termini di miglioramento del rendimento economico, della qualità delle produzioni, della sostenibilità ambientale e della situazione aziendale in termini di sicurezza sul lavoro e di igiene e benessere degli animali. Un altra misura intende accrescere il valore economico delle foreste consentendo il potenziamento organizzativo, infrastrutturale, strutturale e tecnologico di quest ultime. Infine con la terza misura il piano si propone di migliorare e potenziare le infrastrutture a servizio delle unità produttive agricole, consentendo di conseguenza il miglioramento delle condizioni generali del territorio. 84

85 Relativamente all Asse 2 Consolidamento allo sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale, si intende incentivare la partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità sostenendone i maggiori oneri. L obiettivo specifico di promozione dell occupazione e del ricambio generazionale è correlato a misure che migliorano la disponibilità finanziaria dei giovani imprenditori e favoriscono il prepensionamento degli operatori agricoli. La misura che favorisce l utilizzo di servizi di consulenza permette il raggiungimento dell obiettivo specifico diffusione delle informazioni e delle conoscenze e rafforzamento delle competenze professionali. Agli obiettivi specifici relativi all Asse 2 come conservazione della biodiversità e tutela delle specie selvatiche e di quelle coltivate o allevate, promozione del risparmio idrico e riduzione dell inquinamento dei corpi idrici, promozione del risparmio energetico e contenimento delle emissioni gassose, conservazione e miglioramento del paesaggio agro-forestale e riduzione dell erosione del suolo, sono correlate misure volte a sostenere tutti quegli interventi tutela delle risorse naturali, protezione dei boschi, riduzione delle colture irrigue, favorire la biodiversità in aree forestali. Relativamente all Asse 3 Mantenimento e creazione di nuove opportunità occupazionali e di reddito in aree rurali il Piano prevede come misura correlata il sostegno per l avvio e il consolidamento di attività economiche collaterali a quella agricola. La specificità del territorio rurale caratterizzante il territorio di Villafranca oggetto di intervento rende indispensabile perseguire tali obiettivi di ambito rurale, in particolare relativamente a quelli afferenti all Asse 2 e all Asse 3. L intervento di realizzazione di un campo da golf è in linea con l obiettivo di diversificazione dell attività non agricola promosso dall Asse 3 del Piano. Tuttavia, l intervento relativo alla realizzazione del campo da golf dovrà contenere prescrizioni che garantiscano la tutela dell ambiente, del territorio e della biodiversità. Dovranno quindi essere previste misure per la corretta gestione del tappeto erboso in un ottica di risparmio di risorse idriche e di minimizzazione di fitofarmaci e prodotti chimici impiega. Sarà poi opportuno minimizzare il consumo di energia elettrica, di carburante e di combustibile, nell ottica di promuovere il risparmio energetico e contenere le emissioni gassose come indicato dal Piano di sviluppo locale, con interventi relativi ai consumi di attrezzature e macchinari, nonché degli impianti di riscaldamento, di illuminazione e di condizionamento dell'aria. Dovranno infine essere mantenute le zone boscate presenti e i lembi di vegetazione arborea ed arbustiva che caratterizzano il mosaico vegetazionale dell area. 85

86 2. Analisi del contesto ed aree di rilevanza ambientale 2.1 Analisi di contesto Caratterizzazione dei principali elementi di valore dal punto di vista storico-culturale e paesaggistico La morfologia che caratterizza il territorio interessato dall intervento e facente parte della Piana di Villafranca, risulta sostanzialmente pianeggiante con alcune discontinuità rappresentate da terrazzamenti fluviali (soprattutto nell area Sud), da alcune incisioni date dal reticolo idrografico minore (Canale) e da permanenze di morfologie emergenti (collinetta presso Cà il Piano). In tali aree predomina nettamente una destinazione rurale, con netta prevalenza di seminativi e pratipascoli e secondariamente colture legnose e ortive. Lembi forestali sono localizzati in prossimità dei corsi d acqua, sulle morfologie emergenti ed in particolare nell area Sud sono rappresentati da alcuni nuclei con ancora fisionomia di formazioni planiziarie. Complessivamente, l ambito territoriale in cui si inserisce la Piana di Villafranca si caratterizza per una sostanziale integrità complessiva dei valori del paesaggio montano cui si contrappongono fattori di compromissione e di alterazione delle relazioni tra sistemi infrastrutturali ed insediativi e risorse naturali e ambientali, in corrispondenza del fondovalle del Magra. L ambito, nella sua componente appenninica, presenta una stretta relazione tra morfologia del territorio ed organizzazione del sistema insediativo storico collocato in posizione di rilievo e assetti agrari dei versanti sottostanti, organizzati in funzione della massima produttività agricola. I livelli di integrità del paesaggio rurale sono stati garantiti fino ad oggi dalla sostanziale tenuta delle relazioni funzionali, socio-economiche e ambientali che legano la rete diffusa degli insediamenti rurali al complesso delle risorse agro ambientali rappresentate principalmente dai castagneti, dai pascoli e dalle aree agricole terrazzate. 86

87 Veduta aerea da cui si possono osservare il complesso mosaico di incolti e formazioni verdi lineari in contiguità con i boschi pedemontani Veduta aerea del complesso mosaico agricolo forestale che esprime una diffusa valenza ecologica 87

88 Nuclei boscati con specie miste autoctone e impianto artificiale di conifere Foto aerea con evidenziato il viale alberato di accesso al podere di Cà Madonna (asse centrale) ed il campo pratica da golf esistente 88

89 In particolare, l area risulta di valore storico-paesaggistico per la compenetrazione tra testimonianze storiche dell insediamento umano e spazio rurale, la coerenza e continuità della matrice agricola ancora impostata secondo l organizzazione tradizionale del territorio, la caratterizzazione del contesto di fondovalle, anche in rapporto alle emergenze collinari ed ai borghi qui arroccati. E rilevabile la presenza di alcuni insediamenti rurali storici, rappresentati in genere da singoli o pochi edifici a carattere sparso (alcuni di questi costituiscono invariante strutturale); gli edifici più recenti sono invece raccolti lungo la viabilità posta al margine dell area (strade provinciali verso Filetto e Mocrone). Oltre agli insediamenti di origine rurale sparsi (nell area Nord: La Concordia, Cà Madonna, Cà Massai, Cà il Piano, La Montata ed altri; nell area Sud: Cravarino, La Prada, Ara Razzoli, Cà del Bagnone, Molino di Filetto ed altri) di valore storico-paesaggistico, sono identificati come invarianti strutturali anche: i manufatti rurali realizzati secondo i canoni tradizionali; l assetto morfologico ed insediativo della Piana di Villafranca con organizzazione del territorio in poderi; le morfologie emergenti (quali i terrazzamenti fluviali e la Collina presso Cà il Piano); le aree agricole (seminativi, ortive, colture arboree e prati-pascoli) a destinazione produttiva o in via di abbandono; le opere di sistemazione fondiaria, di presidio del territorio e di regimazione idrica connesse alle attività agricole; le aree a castagneto da frutto e marginali; le aree boscate con vegetazione autoctona ed in particolare le aree con vegetazione planiziaria; la vegetazione perifluviale e le formazioni arboree planiziarie; i percorsi di carattere storico di valore ambientale (es. Via Francigena) ed i percorsi interpoderali; il reticolo idrografico principale e secondario con le relative opere di regimazione; l insediamento recente sparso con distribuzione lineare lungo la viabilità; l impianto irriguo Bagnone Villafranca con tutta la sua articolazione. Ulteriori approfondimenti relativi all assetto paesaggistico dell area sono contenuti nello Studio di approfondimento agronomico, forestale ed ambientale a cui si rimanda per specifici approfondimenti, redatto a supporto della VAS per la definizione e caratterizzazione degli elementi agronomici, forestali, ecologici ed ambientali dell ambito territoriale interessato dall intervento. A B A) Segnaletica della Via Francigena in uno dei tratti del tracciato presenti all interno dell area e coincidente con il viale alberato d accesso al podere di Cà Madonna B) Tratto della Via Francigena presente all interno dell area, in cui sono evidenziati il selciato e i muretti a secco laterali in pietrame locale 89

90 C D C) Percorso caratteristico presente all interno dell area con presenza di muretti a secco laterali e colonne di ingresso ad un vecchio podere D) Dettaglio del vialetto di ingresso ad un vecchio podere Per contro, nell area di intervento sono rilevabili ampie aree una volta coltivate che presentano uno stato di semi abbandono; inoltre, sono rinvenibili una serie di elementi di degrado, costituiti dalla presenza di manufatti, impianti ed altre strutture improprie di servizio (annessi agricoli, capanne) in stato di abbandono ed incuria. In allegato al Documento preliminare ai fini della VAS (scaricabile dal sito del Comune) era stata riportata una specifica schedatura degli elementi di degrado/disturbo presenti nell area di intervento, a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti. 90

91 2.1.2 Caratterizzazione ecologica, agronomica e forestale La presente sezione contiene una sintesi dei contenuti dello Studio di approfondimento agronomico, forestale ed ambientale a cui si rimanda per specifici approfondimenti. Scopo di tale approfondimento è stato la predisposizione di un supporto tecnico-cognitivo in relazione al procedimento di VAS non soltanto per operare scelte programmatiche sostenibili ma anche per garantire una corretta interpretazione delle interferenze tra le azioni previste dall intervento e le componenti della matrice ambientale consentendo di determinare la coerenza delle previsioni con piani e programmi pertinenti e con gli obiettivi di protezione ambientale di riferimento. Per il conseguimento dei suddetti obiettivi di validità generale, sono stati definiti obiettivi specifici inerenti l approfondimento delle tematiche agro forestali, ecologiche ed ambientali in modo tale da caratterizzare in termini di valori e criticità ciascuna componente esaminata. In particolare, l approfondimento è stato realizzato sviluppando i seguenti obiettivi specifici: - individuazione, definizione e caratterizzazione di unità ecosistemiche omogenee; - individuazione e caratterizzazione di valenze botaniche con particolare riferimento ad esemplari arborei di pregio; - individuazione, definizione e caratterizzazione di elementi caratteristici dell agroecosistema tradizionale. Unità ecosistemiche Per Unità Ecosistemica (U.E.) s intende un area omogenea caratterizzata da specifici ecosistemi per i quali si prefigura una gestione unitaria, con particolare riferimento alle particolarità di stato e valore degli elementi in esse presenti, delle dinamiche e delle relazioni funzionali in atto, delle criticità e delle alterazioni cui sono soggette. La Piana di Villafranca, come più volte evidenziato, è fortemente caratterizzata dalla presenza dell agroecosistema tradizionale ancora ben leggibile sul territorio, le cui principali U.E. sono riportate nella tabella che segue. CLASSIFICAZIONE DELLE UNITÀ ECOSISTEMICHE SUPERFICI AGRICOLE BOSCHI ED AMBIENTI SEMI-NATURALI Prateria Seminativo Vigneto Frutteto e frutti minori Sistemi colturali e particellari complessi Siepi e filari campestri Vegetazione arbustiva ed arborea in evoluzione Bosco misto a prevalenza di latifoglie mesofile e mesotermofile Bosco misto a prevalenza di castagno 91

92 CLASSIFICAZIONE DELLE UNITÀ ECOSISTEMICHE VERDE ARTIFICIALE Bosco di conifere e latifoglie Cenosi ripariali Aree ricreative e sportive Verde ornamentale ALBERI MONUMENTALI - Se le praterie ancora oggi funzionali al mantenimento delle attività zootecniche costituiscono ormai un tassello residuale dell agroecosistema, la superficie agricola più estesa è senza dubbio l incolto che origina dal progressivo abbandono delle attività agro-silvo-pastorali. Marginali in termini di estensione superficiale risultano poi seminativi, vigneti e frutteti che oggi ricoprono una porzione non rilevante dell area ma che occupano un posto di rilevo soprattutto come testimonianza della tradizione rurale della Piana. Dal punto di vista ecologico la formazione agricola più interessante è costituita da siepi e filari campestri il cui principale motivo d interesse è il ruolo fondamentale nella conservazione della diversità biologica e paesaggistica. Caratterizzati da tessitura botanica, strutturale e morfologica variegate, dotati di un livello di diversità e complessità biologica più elevato rispetto alla matrice agricola in cui sono inseriti, costituiscono una rete di corridoi ecologici attraverso i quali numerose specie vegetali ed animali possono migrare tra ecosistemi altrimenti isolati, favorendo così lo scambio genetico tra le singole biocenosi e, in generale, il mantenimento e l arricchimento della biodiversità sull intero territorio. I popolamenti di siepi e filari campestri rilevati all interno dell areale d intervento non presentano specie dotate di particolare interesse botanico o naturalistico e dal punto di vista fitosanitario la massiccia competizione esercitata soprattutto dalle specie infestanti arboree ed arbustive compromette in modo sostanziale l accrescimento e lo sviluppo delle biocenosi che spesso presentano uno stato di degrado più o meno avanzato. In linea generale, gli esemplari arborei di farnia che un tempo costituivano i filari sono dotati di sviluppo vegetativo discreto, mentre le specie arbustive sono per lo più ricoperte dalla vegetazione infestante con conseguente sostituzione delle specie tipiche di questa U.E., impoverimento specifico e banalizzazione ecologico - paesaggistica. 92

93 Siepi e filari campestri nell areale d intervento Il progressivo abbandono delle attività agricole ha visto la graduale colonizzazione delle praterie (oggi incolti) da parte di cenosi pioniere costituite da vegetazione arbustiva ed arborea in evoluzione naturale. Questa U.E. è per lo più costituita da specie infestanti ubiquitarie (robinia e ailanto sul piano arboreo e rovi su quello arbustivo) alternate a qualche raro e giovane esemplare disseminato dalle cenosi localizzate in prossimità (i.e. novellame di farnia) generalmente destinato al deperimento. Dal punto di vista ecologico e paesaggistico la diffusione dell U.E. comporterebbe una banalizzazione in termini ecologici e paesaggistici dell agroecosistema il quale perderebbe ben presto i suoi principali connotati. L U.E. bosco misto a prevalenza di latifoglie mesofile e mesotermofile è presente soltanto in un lembo residuale in evoluzione naturale localizzato nella porzione centrale dell area oggetto di studio. L U.E. comprende anche comunità di specie vegetali relativamente esigenti in umidità del suolo rappresentate prevalentemente dal pioppo nero. Un tempo il bosco mesofilo planiziale dominava gran parte delle pianure del territorio caratterizzandolo fortemente dal punto di vista ecologico e paesaggistico. Nonostante si trovi in condizioni fitosanitarie e selvicolturali estremamente critiche, infatti, questo lembo residuale di bosco mesofilo planiziale presenta un livello di diversità e complessità biologica superiore 93

94 rispetto alla matrice agricola in cui è inserito poiché contiene numerose specie botaniche appartenenti a fitoconsociazioni tipiche del bosco di pianura e costituisce habitat elettivo per l insediamento di popolazioni faunistiche che prediligono ambienti maggiormente riparati rispetto alle radure agricole. Nel complesso la fitocenosi non presenta specie dotate di valore naturalistico o caratterizzate da uno sviluppo vegetativo qualitativamente interessante e lo stato fitosanitario complessivo risulta fortemente compromesso a causa soprattutto della competizione inter ed intraspecifica esercitata dalle specie infestanti che colonizzano il sottobosco e gli stessi esemplari. Bosco misto a prevalenza di latifoglie mesofile e mesotermofile L U.E. bosco misto a prevalenza di castagno è presente soltanto nell area del geotopo Il Monte, rilievo ubicato nella porzione orientale dell U.T.O.E. n. 4 Cà Madonna che vede la presenza di un castagneto secolare un tempo da frutto ed oggi in evoluzione naturale. Nonostante lo stato fitosanitario dell U.E. presenti condizioni critiche, questo lembo residuale di castagneto da frutto costituisce una valenza per il territorio soprattutto dal punto di vista storicotestimoniale. Lo stesso Piano Strutturale afferma che l intera area risulta di eccezionale valore storicopaesaggistico per la forte compenetrazione tra l insediamento storico ben conservato del borgo di 94

95 Filetto e l area rurale planiziale che vede la presenza di castagneti da frutto tra gli ultimi sopravvissuti nella piana, tra i quali spiccano esemplari notevoli e monumentali. La valenza di questo lembo residuale di castagneto è ulteriormente avvalorata dalla sua localizzazione sul geotopo Il Monte, elemento in gran parte cintato dalla presenza di muretti a secco di valore storico testimoniale definito come significante e qualificante il Sub-sistema territoriale della Piana di Villafranca in cui ricade. Oltre ai castagni di grandi dimensioni, nel castagneto si osserva la presenza della farnia la quale sta progressivamente sostituendo i castagni in stato di deperimento. Dal punto di vista fitosanitario si osserva come i castagni siano in stato di deperimento soprattutto a causa degli attacchi di cinipide ma anche dei fenomeni di competizione inter ed intraspecifica per disponibilità di suolo e luce. Dal punto di vista forestale il bosco non presenta specie dotate di particolare valore naturalistico né fitoconsociazioni oggetto di specifica tutela; si deve rilevare, tuttavia, l importanza geobotanica dei castagni caratterizzati da un accrescimento dendrometrico qualitativamente interessante, sebbene in condizioni fitosanitarie compromesse. Geotopo Il Monte Bosco misto a prevalenza di castagno 95

96 Le cenosi ripariali, normalmente dotate di un importante ruolo ecologico come bacino di biodiversità e come corridoio ecologico, nell areale d intervento presentano un numero esiguo di specie tipiche degli habitat umidi (ontano nero, pioppi, cariofillata dei rivi), mentre gran parte delle essenze del piano arboreo ed arbustivo sono tipiche del bosco mesofilo planiziale o, addirittura, dell U.E. siepi e filari campestri. Questo è causato innanzi tutto dalla sezione antropica dell alveo (ossia con argini verticali per lo più costituiti da muretti a secco) ed alla sua relativa profondità che non consentono l insediamento di habitat umidi di transizione; in secondo luogo, la presenza di portate relativamente ridotte per gran parte dell anno non consente l insediamento di cenosi ripariali strutturate e dotate del caratteristico bacino di biodiversità. Lo stato fitosanitario complessivo dell U.E., pur vedendo variazioni consistenti tra un area di saggio e l altra, si presenta complessivamente compromesso e le fitoconsociazioni rilevate non presentano specie dotate di valore naturalistico o caratterizzate da uno sviluppo vegetativo qualitativamente interessante. Biocenosi ripariali 96

97 Esemplari arborei di pregio La Piana di Villafranca è caratterizzata dalla presenza di numerosi esemplari arborei d interesse botanico, paesaggistico e storico testimoniale. Si tratta di esemplari di particolare valore per dimensione, forma e portamento, valore paesaggistico, pregio in termini di architettura vegetale e legame con il territorio. In particolare, lo studio di approfondimento agro-forestale ha rilevato la presenza di almeno 20 esemplari arborei d interesse botanico e storico-testimoniale: ad eccezione di un pioppo nero (Populus nigra), gli esemplari arborei di pregio rilevati nell area d intervento sono tutti costituiti da farnie (Quercus robur). Essi sono localizzati per lo più nella porzione centrale dell area oggetto del Piano complesso d intervento. Questo è probabilmente legato alla presenza in questa zona di condizioni ecologiche di maggior equilibrio e tranquillità rispetto alle zone marginali in cui la pressione ed il disturbo legati alla presenza di infrastrutture ed attività antropiche favoriscono lo sviluppo di vegetazione sinantropica infestante causa del deperimento degli esemplari arborei. Ad eccezione di un solo individuo, tutti gli esemplari arborei rilevati appartengono ai filari campestri tradizionalmente presenti nell area. Essi, infatti, si trovano spesso in prossimità di muretti a secco che delimitavano le proprietà agricole e, oltre a rivestire interesse botanico, si configurano come importante elemento di caratterizzazione dell agroecomosaico tradizionale con particolare riferimento alla conservazione della memoria storica della campitura agricola. Agroecosistema L agroecosistema della Piana di Villafranca è dotato di un apprezzabile livello di integrità ecologica e paesaggistica presentando caratteri tradizionali ancora leggibili sul territorio ed un elevato grado di coerenza con le qualità ambientali e paesaggistiche. Oltre a costituire l ossatura della piana alluvionale del Fiume Magra, l agroecosistema ha un importante ruolo simbolico nella conservazione della memoria storica della campitura agraria e, più in generale, dell assetto agricolo di un tempo. L agroecomosaico planiziale tradizionale è ancora oggi leggibile soprattutto per il fitto sistema di elementi tipici che lo costituiscono (siepi e filari campestri, rete delle opere di sistemazione fondiaria, rete irrigua, ecc.). Dal punto di vista paesaggistico l intrecciato reticolo delle siepi e filari campestri costituisce un elemento di caratterizzazione dell agroecosistema tradizionale, in particolare ricalcando la campitura delle aree planiziali e conservandone quindi la memoria storica. Inoltre, nell ambito di aree planiziali dominate dalle prospettive orizzontali dell agroecosistema, le siepi campestri, i filari agricoli e gli esemplari arborei costituiscono un importante elemento di verticalità che scandisce significativamente la tessitura complessiva del paesaggio. 97

98 Agroecosistema 98

99 2.1.3 Caratterizzazione geologica, geomorfologia, idrogeologica La presente sezione contiene una sintesi delle indagini geologico-tecniche (a cui si rimanda per specifici approfondimenti) effettuate a supporto dell intervento, effettuate in conformità al D.P.G.R. del 25 ottobre 2011, n. 53/R (che stabilisce le direttive tecniche inerenti le indagini atte a verificare la pericolosità del territorio sotto il profilo geologico-idraulico) ed in attuazione a quanto contenuto nel PIT, nel PTC provinciale e nel PAI dell Autorità di bacino interregionale del F. Magra, al fine di aggiornare le informazioni disponibili a livello locale e di valutare la fattibilità geologica - geomorfologica - idraulica e sismica delle trasformazioni progettuali previste. Vincoli urbanistici-territoriali L area del Piano ricade interamente su un a porzione di territorio non soggetta a Vincolo Idrogeologico (L.R.T. 39/2000). Nelle carte di supporto al Piano Strutturale comunale l area è classificata in parte come zona a pericolosità geologica geomorfologica Bassa (IP2) e in parte come zona a pericolosità Media (IP3). Nelle Carta delle Zone a Maggiore Pericolosità Sismica Locale (ZMPSL) l area è ricompresa in Pericolosità Sismica elevata (S3). L area non è interessata da situazioni di Pericolosità geomorfologica (PG2, PG3, PG4) e/o idraulica (PI2, PI3, PI4) così come definite dal Piano Assetto Idrogeologico (PAI) dell Autorità di bacino interregionale del F. Magra. Assetto geologico-geomorfologico Tutta l area ricade su depositi alluvionali terrazzati che degradano dolcemente da Est verso Ovest, dando forma ad una estesa conoide di origine fluviale. La conoide ha la tipica forma in pianta a ventaglio, con l apice rivolto verso monte, poco sopra il paese di Bagnone, e si irradia sottopendio fino al F. Magra; è delimitata a Nord dai rilievi collinari di Mocrone Malgrate, a Sud dai rilievi della Collina di Virgoletta e ad Ovest dal F. Magra. L area del golf si sviluppa prevalentemente nel settore marginale di tale conoide. L origine di questo corpo alluvionale è da riferire a fasi climatiche caratterizzate da elevata piovosità (Pleistocene medio/sup.) durante le quali il T. Bagnone era in grado di trasportare a valle imponenti quantità di sedimenti ciottolosi; allo sbocco sul fondovalle la brusca diminuzione della pendenza causava una riduzione della capacità di trasporto e pertanto il corso d acqua scaricava il materiale più grossolano. In fasi successive il corso d acqua, a causa dell abbassamento eustatico del livello del mare e forse di sollevamenti tettonici tardivi, ha reinciso e terrazzato i depositi precedentemente deposti, così che attualmente i depositi alluvionali si elevano di parecchi metri sull alveo attivo del T. Bagnone. I depositi alluvionali terrazzati (bn) sono composti da ghiaie eterometriche e ciottoli di arenaria Macigno, immersi in una matrice sabbiosa e sabbiosa limosa. La netta prevalenza dei termini arenacei all interno del ciottolame alluvionale è da mettere in relazione al fatto che le rocce calcaree, argillitiche e marnose, 99

100 pur affioranti nel bacino idrografico del T. Bagnone, sono meno predisposte a fornire ciottoli in quanto più facilmente sfaldabili. I depositi fluviali di età quaternaria (Pleistocene medio - Olocene) poggiano su depositi di età pliocenico-pleistocenica, noti con il termine di successione fluviolacustre. Questa sequenza di depositi villafranchiani è costituita da sedimenti di ambiente di transizione formati da argille lacustri in alternanza a depositi costituiti da sabbia e ghiaia di origine fluviale. Il complesso di depositi che costituiscono la copertura quaternaria (bn e arg/cg) poggiano su un substrato roccioso di età pre-pliocenica costituito da prevalenti marne, calcari marnosi e calcari (flysch di Ottone) che affiorano a nord in corrispondenza dei rilievi collinari di Malgrate - Mocrone e localmente lungo l alveo del T. Bagnone. Assetto idrogeologico generale In base alle conoscenze geologiche e idrogeologiche dell area (per ricostruire l assetto stratigrafico del sottosuolo sono stati esaminati i risultati di precedenti analisi (sondaggi VEL della Regione Toscana) e di nuove indagini geognostiche eseguite appositamente nell area di intervento (n 1 sondaggio stratigrafico e n 1 prova sismica a onde P e SH), è stato possibile identificare nel sottosuolo tre principali complessi idrogeologici (dal più recente al più antico), corrispondenti ai tre livelli stratigrafici precedentemente descritti: - il Complesso ghiaioso sabbioso (Depositi alluvionali terrazzati), - il Complesso delle alternanze fini-grossolane (Depositi fluviolacustri), - Il Complesso calcareo-marnoso (Flysch di Ottone). Complesso ghiaioso-sabbioso Costituisce il complesso di età più recente (dal Pleistocene medio - Olocene) e si estende con una certa continuità su tutta l area di conoide con potenza compresa tra 5 e 10 m. È caratterizzato da sedimenti piuttosto grossolani (ghiaie sabbiose, ghiaie sabbioso-limose e conglomerati), immersi in una matrice sabbiosa e/o limosa, debolmente argillosa. Il Complesso ghiaioso-sabbioso costituisce l acquifero superficiale ed è sede della falda superficiale di tipo libero. La possibile presenza, a diverse profondità, di orizzonti argilloso-limosi di spessore decimetrico, raramente metrico, intercalati ai materiali più grossolani, non è in grado di determinare un effetto di confinamento della falda. Il grado di permeabilità dell acquifero, connesso al grado di porosità del terreno, è di tipo medio-alto, con valori del coefficiente K che, almeno nei livelli più grossolani, possono essere stimati compresi tra Tali caratteristiche idrogeologiche consentono la rapida infiltrazione delle acque meteoriche in profondità che, unitamente alle acque che filtrano dai corsi d acqua superficiali, vanno ad alimentare il sistema idrogeologico sotterraneo. I livelli freatici sono notoriamente molto superficiali. Recenti misurazioni della falda superficiale, eseguite su piezometri e pozzi ad uso domestico o irriguo, hanno evidenziato che, nei periodi di maggiore ricarica dell acquifero (ottobre-novembre e marzo-aprile), la superficie freatica si attesta stabilmente a quote comprese entro i primi 5 m. Il moto della falda, pur essendo condizionato dall andamento della superficie di appoggio basale dei depositi ghiaioso-sabbiosi e dalla presenza di corsi d acqua che incidono il settore di conoide considerato, segue il generale andamento della 100

101 superficie topografica, con un flusso prevalente verso ovest-sudovest in direzione dell asta fluviale del F. Magra, che costituisce il livello di base dell acquifero. Il gradiente medio della falda è pari a circa il 3. L alimentazione dell acquifero superficiale avviene prevalentemente per infiltrazione efficace delle precipitazioni, in misura minore per fenomeni di alimentazione da parte dei corsi d acqua e subordinatamente per fenomeni di alimentazione laterale da complessi idrogeologici che si trovano localmente in relazione di giustapposizione con l acquifero stesso. Nella carta delle isofreatiche allegata al Piano Strutturale è riportato l andamento del campo di moto della falda superficiale nel tratto di pianura considerato. Il carotaggio in loco ha verificato che, a partire dalla profondità di circa -7.0 m, è presente un orizzonte costituito da alternanze di livelli di argilla, argilla limosa e di limo argilloso sabbioso, avente spessore di circa 3,5 m. Tale orizzonte, se sufficientemente continuo, può costituire il livello di confinamento basale dell acquifero superficiale. Complesso argilloso-ghiaioso Riconducibile ai depositi della successione villafranchiana (Pliocene superiore- Pleistocene inferiore), si estende al di sotto della copertura alluvionale quaternaria ed è presente a partire da profondità di 5-10 m, fino a circa 165 m dal p.c. nella zona di Filetto (ove è stato effettuato l unica perforazione che ha raggiunto il substrato). Questo complesso è costituito da prevalenti argille lacustri con orizzonti ghiaiosi o ghiaioso-sabbiosi di origine fluviale. Il grado di permeabilità degli orizzonti ghiaioso-sabbiosi è in genere medio e medio-alto, quello della argille è molto basso. Gli orizzonti ghiaiosi e sabbiosi della sequenza Villafranchiana possono dare origine nel loro insieme, in ragione delle diverse condizioni di permeabilità, ad acquiferi confinanti multi-falda, alimentati prevalentemente dall apporto per fenomeni di drenanza verticale dall acquifero superficiale o, nei settori in corrispondenza ai rilievi collinari, per apporti da acquiferi laterali. Complesso calcareo-marnoso Corrisponde all unità stratigrafico-strutturale più antica, formata da marne, calcari marnosi e marne della formazione rocciosa del flysch d Ottone. Affiorante nella struttura collinare, nel settore di pianura risulta ricoperta dalla coltre di depositi pliocenico - quaternari. La permeabilità secondaria di queste rocce è molto variabile, sia per la natura eterogenea delle rocce che sono composte da un alternanza di litotipi differenti (calcari, marnee e argilliti), sia per il diverso grado di fatturazione locale; nei livelli calcarei più fratturati, in corrispondenza dei quali si può sviluppare un fitto reticolo di fessure in continuità tra loro, il grado di permeabilità può essere alto. Facendo riferimento a quanto riportato nella Carta delle isofreatiche del Comune di Villafranca (dicembre 2001) la falda freatica superficiale, nell area in esame, è caratterizzata da una soggiacenza minima compresa tra 0.00 e 2.00 m nell area più settentrionale e di 2.00 / 3.00 nel settore meridionale. Tale valore va considerato come rappresentativo delle condizione di massima ricarica 101

102 dell acquifero e non tiene conto della presenza di effetti locali, come per esempio la vicinanza di canali irrigui o di situazioni geologiche particolari. Per una disamina completa delle caratteristiche della falda freatica, bisogna considerare le oscillazioni che la falda subisce prevalentemente di tipo stagionale e legate alle condizioni metereologiche: nel periodo compreso tra ottobre e dicembre e tra aprile e maggio la falda tende a salire, mentre negli altri periodi tende ad approfondirsi con massimi nel periodo agosto-settembre. L oscillazione media della superficie freatica può essere valutata dell ordine di uno-due metri rispetto alla soggiacenza media. Assetto idrografico Il reticolo idrografico superficiale dell area d interesse è costituito da piccoli corsi d acqua appartenenti agli ordini di Strahler 1, 2 e 3. Il principale corso d acqua è il Fosso del Piano, che approssimativamente rappresenta il confine settentrionale dell area del golf. Nelle carte del PAI tale corso d acqua è classificato come reticolo idrografico secondario non studiato mentre appartengono al reticolo idrografico minuto due piccoli fossi irrigui in sponda sinistra, che confluiscono nel Fosso del Piano all altezza di una stretta ansa. Per quanto riguarda la caratterizzazione idraulica dei corsi d acqua, ad oggi non sussistono, né per il Fosso del Piano né per i piccoli canali del reticolo minuto, studi finalizzati all individuazione delle aree inondabili e pertanto non è disponibile la zonazione in classi di pericolosità idraulica (tempi di ritorno 30, 200 e 500 anni). In questo caso il PAI prevede che per le aree limitrofe sia stabilita una fascia di rispetto, misurata dal limite più esterno fra le sponde ed il limite demaniale, o dal piede arginale esterno, pari a: - 10 metri se ricadenti nel reticolo idrografico secondario non studiato; - 20 metri se ricadenti nel reticolo idrografico minuto. Assetto idrogeologico In riferimento agli aspetti idrogeologici, l area è caratterizzata da livelli della falda freatica che si pongono a quote superficiali, in condizioni di piena comprese entro i primi 5 metri dal piano di campagna (vedi stralcio della Carta idrogeologica di PS); misurazioni recenti eseguite su pozzi esistenti hanno confermato, nell insieme, tali valori della soggiacenza. Al fine di evitare che le trasformazioni urbanistiche previste possano incrementare una situazione di squilibrio in atto della risorsa idrica o generare situazioni di criticità, il Regolamento Urbanistico comunale non permette la realizzazione di fondi interrati e seminterrati entro le aree in cui la falda freatica si pone entro i 3.00 m dal p.c.. Nella Carta della Pericolosità del Piano Strutturale le aree in cui i livelli freatici si pongono entro i primi due metri dal piano di campagna corrispondono ad una condizione di Pericolosità media (colore giallo) mentre quelle con profondità maggiore (colore verde) ad una condizione di Pericolosità bassa. Per gli aspetti inerenti la tutela dell acquifero tutta l area di intervento può dunque essere ricompresa in una classe di vulnerabilità elevata. 102

103 Pericolosità sismica Dall'analisi del quadro conoscitivo esistente, ed in particolare dalla carta prodotta a corredo del Piano Strutturale comunale denominata Carta delle Zone a Maggiore Pericolosità Sismica Locale (ZMPSL), risulta che tutta l area del Piano è caratterizzata da una condizione di pericolosità sismica locale elevata (PS3 - zone stabili suscettibili di amplificazioni locali caratterizzati da un alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri). Questa valutazione preliminare degli effetti locali o di sito è connessa ai possibili fenomeni di amplificazione stratigrafica tra il substrato roccioso rigido ed i terreni di copertura quaternaria, in assottigliamento progressivo in direzione del bordo della conoide. 103

104 2.1.4 Censimento dei pozzi per l emungimento di acqua In base al censimento pozzi che è stato realizzato in occasione della redazione del PS e riportato all interno della carta idrogeologica, nell area di intervento risultano presenti quattro pozzi, nessuno dei quali autorizzato dalla Provincia di Massa-Carrara, aventi le caratteristiche riportate di seguito. - Pozzo n.6 Cà Madonna: Quota s.l.m.: 156,0 m, Diametro: 130 cm, Profondità: 11,0 m; - Pozzo n. 27 Cà Madonna: Quota s.l.m.: 156,0 m, Profondità: 30 m; - Pozzo n. 17 Al Monte: Quota s.l.m.: 172,0 m, Diametro: 85 cm, Profondità: 7,5 m; - Pozzo n. 39 Il Piano: Quota s.l.m.: 180,0 m. Le verifiche sul campo hanno evidenziato che 2 pozzi sono riempiti con inerti, un pozzo è da ritenersi poco produttivo perché realizzato con tecniche antiquate (pozzo storici di tipo romano) e un quarto pozzo, di più recente costruzione, caratterizzato da una portata stimata di circa 3 l/s. Attualmente sono in corso le pratiche per la autorizzazione da parte della Provincia di Massa-Carrara della ricerca e concessione di derivazione delle acque sotterranee. La realizzazione di pozzi e, in particolare, il rilascio della concessione di derivazione da acque e sotterranee (diverse dall uso domestico) richiede la presentazione di specifica domanda corredata da appositi elaborati tecnici e marche da bollo (parte IV art.70 e 76, allegati 4-5 del Regolamento della Provincia di Massa-Carrara) nonché l osservanza al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Attualmente risulta esistente anche un canale irriguo gestito dall Unione dei Comuni (ex Comunità Montana della Lunigiana) che si sviluppa per una notevole lunghezza all interno della proprietà; il suo utilizzo, tuttavia è fortemente condizionato dalle portate alquanto limitate, a causa delle modeste quantità in ingresso e delle importanti perdite lungo il percorso, oltre che per la presenza di numerosi utenti privati la cui richiesta è per lo più concentrata nel periodo estivo, per l utilizzo dell acqua nell irrigazione di campi agricoli e orti che e per l alimentazione di piscine e vasche in genere. Per quanto riguarda la qualità delle acque sotterranee si segnala che i risultati delle uniche indagini chimiche-microbiologiche attualmente disponibili nell area di Filetto (pozzi al servizio della struttura sportiva Villasport) attestano valori di Cadmio e Manganese fuori dai limiti fissati per legge. Nell ambito della realizzazione delle opere di emungimento si renderà, pertanto, necessaria una caratterizzazione preliminare della qualità delle acque sotterranee mediante prelievo di campioni di acque da pozzi limitrofi o di nuova realizzazione. 104

105 2.1.5 Stato delle reti di acquedotto, fognatura e depurazione Per quanto riguarda la rete acquedottistica e fognaria, l area di intervento non risulta dotata di un adeguata infrastrutturazione primaria di tali servizi. Acquedotto Sono presenti brevi tratti della rete di distribuzione acquedottistica a servizio dell abitato di Mocrone e dei due complessi La Concordia e Cà Massai. La posa delle tubazioni risale agli anni e lo stato di conservazione indicato dal Piano d Ambito risulta tra discreto e buono, tranne che per il tratto a servizio dell abitato di Mocrone, considerato addirittura di qualità scadente. Vi è infine un ulteriore tratto di rete acquedottistica che lambisce l area lungo il confine orientale, costruita più recentemente negli anni 90, in PEAD. La rete acquedottistica pubblica del comune di Villafranca è suddivisibile in quattro sotto-reti principali: - sottorete zona Irola; - sottorete zona capoluogo e frazioni vicine; - sottorete frazioni di Virgoletta Merizzo; - sottorete zona di Fornoli. In particolare, la sottorete denominata Zona di Irola costituisce un piccolo acquedotto indipendente ed alimentato da n 3 sorgenti, denominate I Manzi e Falgara. Le opere di captazione - situate tra i 400 e 500 mt di quota - alimentano (dopo piccolo serbatoio) direttamente la breve rete di distribuzione al servizio della frazione collinare di Irola (di Sopra e di Sotto). La sottorete sicuramente più sviluppata e più soggetta a futuro sviluppo è quella che serve gran parte del capoluogo, oltre alle frazioni di Filetto, Malgrate e zone limitrofe. L alimentazione è unica e proviene dall opera di presa di acque superficiali in comune di Bagnone (precisamente nel Torrente Acquetta ai piedi della dorsale appenninica tosco-emiliana). L adduzione conduce a due serbatoi sopra le due frazioni di Malgrate e Mocrone, in zona subcollinare. Da qui parte la rete di distribuzione che serve le due frazioni succitate. Ma soprattutto, percorrendo l asse viario principale Villafranca Bagnone, la popolosa frazione di Filetto ed il capoluogo (zona sponda destra torrente Bagnone). Data la comune origine con la sottorete n 3, è anche presente un attraversamento del torrente Bagnone a nord-est dell abitato di Virgoletta, che si collega alla sottorete sopra menzionata. La sottorete denominata Zona Virgoletta Merizzo viene ad essere secondaria al precedente, soprattutto per ciò che concerne la piccola frazione di Merizzo. La parte più consistente della sottorete è costituita dalle opere di alimentazione della frazione di Virgoletta, che alimentate sempre dalle stesse opere di presa della sottorete precedente (torrente Acquetta nel Comune di Bagnone ) discendono poi in direzione Ovest giungendo ad asservire buona parte delle zone urbane del capoluogo sulla sponda sinistra del torrente Bagnone. L ultima sottorete da considerare è quella a cui è asservita la frazione di Fornoli e zone limitrofe. Tale porzione acquedottistica risulta indipendente dai precedenti e la captazione viene ad essere presso un unica sorgente, denominata Pancera. La rete di distribuzione raggiunge poi l abitato di Fornoli. 105

106 Fognatura La rete fognaria è concentrata nella zona Nord dell area di intervento, lungo il tratto abitato di Via Piano in Mocrone, lungo la Via Provinciale per Mocrone fino all altezza del depuratore. Al depuratore confluisce anche un altro tratto di fognatura che, parte dalla zona abitata a Est di Via Piano di Mocrone e che segue nell ultimo tratto il corso del torrente del Piano. La rete fognaria di tipo misto, è stata costruita negli anni in materiale PVC e cemento e si presenta attualmente in un discreto stato di conservazione. Depurazione L abitato di Mocrone è servito da un impianto di depurazione a fanghi attivi regolarmente autorizzato dalla Provincia di Massa-Carrara per lo scarico nel torrente del Piano. L impianto ha una capacità depurativa pari a 700 abitanti equivalenti che attualmente risulta sufficiente per la gestione dei carichi di acque reflue che vengono recapitate a tale impianto. In base alla programmazione dell Ente gestore, non sono previsti interventi a breve di ristrutturazione e/o potenziamento dell impianto. 106

107 2.1.6 Altre infrastrutture ed ambiti significativi presenti nell area Come evidenziato nella Carta dei vincoli del PS, l area di intervento risulta interessata dalle seguenti infrastrutture con le relative fasce di rispetto: - Fascia di rispetto linea elettrica (elettrodotto 130 kv); - Fascia di rispetto oleodotto; - Fascia di rispetto funzionale Sottostazione ENEL; - Fascia di rispetto stradale; - Aree ex L. 431/85 lett. g (boschi); - Aree ex DCRT n. 230/94 (ambiti A e AB). 107

108 2.2 Caratterizzazione delle aree di particolare rilevanza ambientale Costituiscono aree di particolare rilevanza ambientale per la VAS della Variante: - l Ambito n.1 Lunigiana - disciplina paesaggistica del PIT, adottato con Delibera del Consiglio regionale del 16 giungo 2009 ed attualmente in corso di aggiornamento; - Ambito territoriale di paesaggio del PTC denominato Piana di Villafranca. Nel presente paragrafo, oltre ad una descrizione sintetica delle principali caratteristiche relative a tali aree, è stata effettuata anche una analisi di coerenza dell intervento rispetto all Ambito della Lunigiana, in analogia con quanto fatto nell analisi di coerenza di cui al capitolo 1 del presente documento. Ciò si è reso necessario in considerazione del fatto che all interno degli ambiti di paesaggio del PIT sono presenti obiettivi di qualità specifici a differenza dell ambito paesaggistico delineato dal PTC che assume una valenza maggiormente descrittiva. La simbologia utilizzata per l analisi di coerenza, analoga a quella utilizzata per l analisi di coerenza del Piano complesso rispetto ai piani e programmi sovra-ordinati e di settore, è riportata di seguito: coerenza diretta: gli obiettivi dell intervento presentano chiari elementi di integrazione, sinergia e/o compatibilità con la disciplina dell area di rilevanza ambientale presa in considerazione < > coerenza condizionata: la fase attuativa dell intervento dovrà soddisfare a specifici requisiti di compatibilità derivanti dalla disciplina dell area di rilevanza ambientale presa in considerazione - non c è una correlazione significativa tra gli obiettivi dell intervento la disciplina dell area di rilevanza ambientale presa in considerazione Incoerenza: gli obiettivi dell intervento sono incompatibili con la disciplina del la disciplina dell area di rilevanza ambientale presa in considerazione 108

109 Ambito n.1 Lunigiana - disciplina paesaggistica del PIT Il PIT, nella sua integrazione paesaggistica, assume come finalità generale l effettiva ed efficace tutela del paesaggio, la salvaguardia e il recupero dei valori culturali da esso espressi, la valorizzazione, la conoscenza, la fruizione e riqualificazione del paesaggio stesso 3. Gli obiettivi generali dell integrazione paesaggistica del PIT sono: - Tutela dei paesaggi regionali. In attuazione del Codice dei beni Cultuali e del Paesaggio, il Piano persegue l obiettivo della tutela dei paesaggi regionali, finalizzato a riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, recuperare i valori culturali in esso espressi, a conservare i suoi aspetti e caratteri peculiari nonché a tutelare i valori estetici espressivi della bellezza dei luoghi. - Valorizzazione dei paesaggi regionali. La valorizzazione culturale dei paesaggi regionali, da attuarsi nel rispetto delle esigenze della tutela, discende da una pluralità di attività di conoscenza, informazione e formazione, nonché da attività di riqualificazione e fruizione del patrimonio territoriale. Progetti di carattere paesaggistico a livello regionale e locale, esito di interazione con le popolazioni, concorrono alla tutela e valorizzazione del paesaggio e alla sua riproduzione. - Riqualificazione di situazioni di degrado e contenimento dei fenomeni di criticità territoriali e ambientali. Il piano è finalizzato ad esprimere una disciplina indirizzata al recupero, alla riqualificazione e al ripristino dei valori paesaggistici e delle aree compromesse o degradate, al conferimento di qualità architettonico-paesaggistica alla città contemporanea, alla sua trasformazione fisico-funzionale in funzione della loro compatibilità con i diversi valori paesaggistici riconosciuti e tutelati. - Integrazione e coordinamento tra politiche settoriali incidenti sul paesaggio e pianificazione paesaggistica: Il Piano integra la tutela, la valorizzazione e la riqualificazione del paesaggio nelle politiche che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio. L'obiettivo di integrazione e coordinamento con le politiche settoriali comporta la individuazione e verifica di azioni coerenti tra il PIT e i vari livelli di pianificazione che hanno effetti sul paesaggio. Come già evidenziato, per l area oggetto di intervento, è di riferimento la scheda di paesaggio del PIT relativa all AMBITO 1 - LUNIGIANA. Di seguito è riportata una sintesi descrittiva degli aspetti più rilevanti per l area di intervento desumibili da tale scheda. 3 Successivamente all adozione della disciplina paesaggistica del PIT nel 2009, la Regione ha attivato un percorso di revisione e completamento del Piano Paesaggistico vigente per dare piena efficacia ai disposti del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e completare il percorso istituzionale avviato con il Ministero nel In preparazione delle attività di revisione del Piano, la Regione si è avvalsa del contributo conoscitivo della comunità scientifica toscana attraverso un ciclo di seminari di approfondimento per il perfezionamento dello strumento stesso. Il Rapporto finale di tali attività è stato un utile riferimento per l analisi di coerenza relativamente agli aspetti paesaggistici dell intervento. Tale Rapporto è stato pubblicato sul sito della Regione Toscana RT/Contenuti/sezioni/territorio/paesaggio/rubriche/piani_progetti/visualizza_asset.html_ html)m. Ad aprile 2011 è stato sottoscritto l'atto di integrazione e modifica del disciplinare del 24 luglio 2007, che attua gli accordi del Protocollo di intesa sottoscritto tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Toscana il 23 gennaio Il disciplinare contiene i riferimenti tecnici, procedurali e le modalità operative per l'attuazione dell'intesa stessa. Detta integrazione è stata oggetto di apposita Deliberazione di Giunta regionale (n. 255 del ). La sottoscrizione del Disciplinare è stata seguita dalla stesura dell'informativa trasmessa direttamente al Consiglio Regionale come previsto dall'art. 74 dello Statuto della Regione Toscana e dalla definizione del Documento di Avvio per l'integrazione paesaggistica del Piano di Indirizzo Territoriale approvato dalla Giunta con deliberazione n. 538 del 27 giugno

110 Verifica di coerenza esterna con la scheda di Ambito n.1 Lunigiana con il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valori Obiettivi di qualità Valutazione di coerenza Elementi costitutivi naturali Valori naturalistici Valorizzazione, tutela e conservazione: - degli habitat di interesse prioritario (nardeti sommatali, ambiti boschivi, praterie secondarie, torbiere, vegetazione riparia); - delle emergenze ecosistemiche fluviali (bacini idrografici, qualità complessiva del corso d acqua); - appenniniche e apuane (habitat alto montani, circhi glaciali, complessi carsici, ecosistemi lacustri) presenti anche all interno dei SIR, e degli eccezionali valori paesaggistici che esprimono. Difesa del suolo sotto il profilo idrogeologico e recupero e/o riequilibrio dei dissesti idrogeologici. < > La definizione dell intervento è partita individuando gli ambiti areali e gli elementi lineari e puntuali connotati da significativi valori di naturalità. L intervento non dovrà comportare un decremento irreversibile di tali elementi, prevedendone la tutela e/o la ricostituzione anche attraverso opportune sistemazioni che ne consentano la tutela e la gestione nell ambito dell attività golfistica. Dovranno essere previsti interventi di manutenzione del sistema idraulico, prevedendo congrue fasce di rispetto finalizzate al mantenimento degli equilibri idraulici ed idrogeologici, individuando eventuali situazioni alterate del sistema idrico superficiale per assicurarne il ripristino. Tutela degli elementi legati alla presenza dei fenomeni carsici superficiali, quali doline, ed ipogei (grotte) presenti anche all interno dei SIR. Conservazione degli elevati livelli di naturalità e di scarso disturbo antropico, con particolare riferimento al circo glaciale del Monte La Nuda. - Valori storicoculturali Tutela e conservazione dell ecosistema dell alveo del fiume Magra e della sua rete tributaria, quale elemento naturale generatore del paesaggio di fondovalle e fondamentale riserva di biodiversità, oltre che corridoio ecologico di valenza sovracomunale

111 Verifica di coerenza esterna con la scheda di Ambito n.1 Lunigiana con il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valori Obiettivi di qualità Valutazione di coerenza Conservazione, recupero, riqualificazione degli assetti naturali poco modificati, quali testimonianza delle antiche attività silvo-pastorali nella montagna appenninica, oggi in abbandono (quali nardeti, torbiere, praterie, castagneti da frutto). Tutela, recupero e valorizzazione degli alpeggi. - Valori esteticopercettivi Tutela dell integrità dello sfondo scenografico, delle visuali e coni ottici fruibili da e verso i rilievi apuani ed appenninici e del loro valore nella percezione dei caratteri del paesaggio, anche in connessione con i piani di gestione dei parchi e delle aree protette. Rafforzamento delle connessioni naturali. Mantenimento degli elevati livelli di naturalità degli ambiti forestali e dei corsi d'acqua percepibili da e verso i rilievi apuani ed appenninici e salvaguardia delle formazioni di maggior valore naturalistico e degli habitat prioritari (nardeti, torbiere, complessi carsici, praterie, ecosistemi fluviali). < > L intervento non dovrà compromettere od alterare in maniera irreversibile lo scenario caratteristico fruibile dai rilievi appenninici circostanti la piana di Villafranca, incentivando azioni di tutela, mitigazione o ricostruzione degli elementi naturali presenti secondo criteri coerenti al contesto e prevedendo la definizione di una puntuale disciplina del recupero dei manufatti edilizi esistenti che tenga conto della tipologia rurale ricorrente e dei materiali. Tutela e valorizzazione della percezione dei siti e delle emergenze, anche in connessione con i piani di gestione dei parchi e delle aree protette. Tutela dell integrità delle visuali e coni ottici fruibili da e verso i geositi e del loro valore nella percezione dei caratteri del paesaggio. - Elementi costitutivi antropici 111

112 Verifica di coerenza esterna con la scheda di Ambito n.1 Lunigiana con il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valori Obiettivi di qualità Valutazione di coerenza Valori naturalistici Valori storico culturali Valori estetico percettivi Conservazione, manutenzione e recupero del mosaico agrario a margine degli insediamenti storici e riqualificazione della diversità colturale su fondi parcellizzati, sia nel caso di colture tradizionali (castagneti da frutto) che di formazioni naturali, al fine di non alterare il rapporto di continuità funzionale e paesistica con il sistema insediativo di matrice rurale del quale costituisce componente strutturale, garantendo condizioni di equilibrio ecosistemico e di diversità biologica. Tutela della continuità ecologica tra i territori rurali e forestali. Difesa del suolo, sotto il profilo idrogeologico e recupero e/o riequilibrio dei dissesti idrogeologici. Mantenimento e valorizzazione, anche in chiave produttiva, di autoconsumo e per le attività del tempo libero, degli assetti agrari consolidati che caratterizzano le aree marginali degli insediamenti storici. Mantenimento e recupero delle sistemazioni agrarie tradizionali, dei beni puntuali, dei percorsi, dei manufatti e delle opere d arte che connotano con specifiche forme, materiali ed usi le stesse aree agricole o che risultano testimonianza di specifiche attività e tradizioni storicoculturali. Tutela dell integrità percettiva degli scenari e dei contesti del paesaggio agrario percepiti e fruibili nel fondovalle principale (quali Filattiera, Pontremoli), in valli secondarie (quali Fivizzano) e nei versanti insediati maggiormente esposti ed emergenti (quali Bagnone, Casola, Zeri, Tresana). Mantenimento e valorizzazione degli elementi strutturanti il paesaggio agrario. Tutela della continuità ecologica tra i territori rurali e forestali. < > < > < > L intervento dovrà dettare specifici indirizzi finalizzati a: - la conservazione degli elementi storico-testimoniali e culturali in relazione sia agli aspetti legati alla percezione visiva, sia alla tutela delle diverse componenti naturali allo scopo di limitare le azioni di disturbo esercitate dai nuovi interventi e per incentivare le azioni di mitigazione o ricostruzione secondo criteri consoni al contesto; - una non compromissione dei livelli di tutela della biodiversità, evitando situazioni di interferenza (frammentazione, disturbo) con la rete ecologica locale; - la tutela delle aree ad elevata naturalità (boschi) e degli esemplari arborei di pregio; - la previsione di interventi di manutenzione del tracciato esistente della Francigena, con recupero delle pavimentazioni in pietra esistenti e dei muri a secco che lo delimitano utilizzando identici materiali e con disposizione secondo tecniche costruttive originarie; - la previsione di specifiche misure di compensazione paesaggistica ed ambientale. 112

113 Verifica di coerenza esterna con la scheda di Ambito n.1 Lunigiana con il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valori Obiettivi di qualità Valutazione di coerenza Insediamenti ed infrastrutture Valori naturalistici Tutela degli spazi aperti contermini agli insediamenti montani e collinari, con particolare attenzione per quelli ad alta panoramicità e dotati di particolari visuali paesaggistiche, anche attraverso l individuazione di specifiche modalità d uso e valorizzazione. < > L intervento dovrà garantire la tutela dei modelli insediativi ereditati dal passato; il riconoscimento di tali caratteri dovrà essere utilizzato come termine di riferimento anche per governare la crescita insediativa di completamento dell abitato di Mocrone, che dovrà essere controllata sulla base di specifiche valutazioni paesaggistiche in relazione agli effetti sia sulle immediate vicinanze che nelle vedute d insieme. Valori storico culturali Valorizzazione, tutela e recupero del patrimonio storico-culturale ed architettonico rappresentato dal sistema degli insediamenti fortificati di crinale a controllo delle valli (quali castelli, bastioni, borghi, ruderi) e dei borghi fortificati. Salvaguardia dei caratteri morfologici, storico-architettonici e culturali dei valori suddetti

114 Verifica di coerenza esterna con la scheda di Ambito n.1 Lunigiana con il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valori Obiettivi di qualità Valutazione di coerenza Tutela e valorizzazione della permanenza della testimonianza storica, tutelando l integrità della matrice storica degli insediamenti: - sorti per lo sfruttamento delle risorse naturali o lungo le antiche vie di comunicazione; - che conservano tracce di centuriazione romana (Aulla, Fivizzano), - d interesse storico-archeologico (Filetto). < > L intervento dovrà garantire il controllo e la valorizzazione degli spazi aperti contermini agli insediamenti esistenti e delle specifiche testimonianze storico-culturali (via Francigena), con particolare attenzione per il recupero e la riqualificazione di quelli connotate da fenomeni di criticità. Tutto ciò potrà essere perseguito nell ambito del recupero e della valorizzazione turistica e ricreativa del patrimonio edilizio e di manufatti (es. muretti a secco, filari interpoderali) aventi stretta relazione funzionale, culturale, tipo-morfologica con la specifica testimonianza storica costituita dal tracciato della Francigena. Tutela, valorizzazione e riqualificazione del patrimonio storico-documentale rappresentato dal sistema degli insediamenti di altura, delle fortificazioni e dei castelli e delle necropoli poste su rilievi naturali spianati e terrazzati. Riqualificazione e valorizzazione paesaggistica delle zone di escavazione dismesse, con particolare attenzione per i distretti caratterizzati da coesione paesistica, territoriale e funzionale. Conservazione e valorizzazione dei documenti e testimonianze materiali collegati alla storia delle attività estrattive del territorio delle Alpi Apuane, sia riguardo ai lapidei ornamentali, sia all attività mineraria. Valorizzazione e riqualificazione degli antichi insediamenti in ambiti termali, quali elementi di forte caratterizzazione territoriale paesaggistica

115 Verifica di coerenza esterna con la scheda di Ambito n.1 Lunigiana con il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Toscana Valori Obiettivi di qualità Valutazione di coerenza Valori estetico percettivi Tutela dell integrità visiva degli scenari paesaggistici percepiti dai valichi appenninici (quali Cerreto, Lagastrello, Due Santi, Brattello, Cisa, Argegna) e dai tracciati viari riconosciuti come panoramici, nonché di ampie tratte viarie di avvicinamento ai vertici montani. Mantenimento degli elevati livelli di naturalità degli ambiti forestali e dei corsi d'acqua percepibili dai valichi appenninici e tratte viarie, e salvaguardia delle formazioni di maggior valore naturalistico e degli habitat prioritari (nardeti, torbiere, castagneti da frutto, praterie, ecosistemi fluviali). Tutela dell integrità visiva degli scenari paesaggistici e dei possibili punti di intervisibilità del sistema di fortificazioni e dei siti ad essi relazionati, per la loro collocazione in posizione dominante, dai quali è possibile percepire scenari paesaggistici di grande suggestione. Conservazione, tutela e valorizzazione del sistema delle grotte e ripari naturali che assumono valore esteticopercettivo. Tutela degli elementi di naturalità che connotano il sistema delle grotte e dei ripari naturali presenti sui rilievi apuani e gestione sostenibile di tali risorse ai fini scientifici e didattici Il territorio di Villafranca di riferimento per questo ambito, si caratterizza ancora per una certa integrità dei valori del paesaggio montano cui si contrappongono fattori di compromissione e di alterazione delle relazioni tra sistemi infrastrutturali ed insediativi e risorse naturali e ambientali, soprattutto in corrispondenza del fondovalle. L ambito, nella sua componente appenninica, presenta una stretta relazione tra morfologia del territorio ed organizzazione del sistema insediativo storico collocato in posizione di rilievo e assetti agrari dei versanti sottostanti, organizzati in funzione della massima produttività agricola. Uno dei caratteri peculiari del paesaggio dei versanti appenninici è rappresentato dal sistema dei castelli e delle fortificazioni diffusi nel territorio aperto, in posizione emergente, lungo i tratti dell antica 115

116 viabilità di crinale. Proprio in base a queste caratteristiche il sistema si configura come connotato percettivo di grande valore paesaggistico oltre a costituire una rilevante risorsa di valore storicodocumentale. I livelli di integrità del paesaggio rurale sono stati garantiti fino ad oggi dalla sostanziale tenuta delle relazioni funzionali, socio-economiche e ambientali che legano la rete diffusa degli insediamenti rurali al complesso delle risorse agro-ambientali rappresentate principalmente dai castagneti, dai pascoli e dalle aree agricole terrazzate. La diversificazione dell assetto agrario (cui sono associate condizioni significative di equilibrio ecosistemico e di diversità biologica) che ne discende è in molti casi minacciata dalle dinamiche di spopolamento della popolazione con conseguente abbandono delle pratiche agricole e rinaturalizzazione degli spazi aperti. La matrice insediativa, ancora leggibile, si è strutturata sul rapporto funzionale tra fondovalle e aree montane ed è costituita da un sistema diffuso di centri storici di basso versante connesso al fondovalle e da una rete di borghi e nuclei isolati e casali alle quote più elevate strettamente connessi alle attività agro-forestali. Mentre in quota si registrano forti tendenze all abbandono degli alpeggi con inevitabile de dei tipici casali, attorno ai principali centri storici le nuove espansioni residenziali rischiano di compromettere i valori storici e percettivi dei nuclei per la loro collocazione nel contesto e per la scarsa architettonica. Di conseguenza, sui terrazzi alluvionali e nel fondovalle il paesaggio agrario è ancora leggibile nel suo disegno geometrico originato dalla diversificazione colturale su fondi parcellizzati, anche se tale assetto risulta talvolta minacciato dalla diffusione insediativa. La pressione insediativa, accentuata nel fondovalle, ha indotto talvolta una progressiva alterazione della relazione originaria tra localizzazione degli insediamenti, sistema infrastrutturale e corsi d acqua. Questo fattore ha alimentato una tendenza alla concentrazione funzionale e alla dispersione insediativa con conseguente aumento dei rischi idrogeologici e compromissione di equilibri ecologici. In relazione a tale contesto, gli obiettivi di qualità individuati dalla scheda di paesaggio del PIT e di interesse per l intervento, possono essere sintetizzate nei seguenti punti: Valori estetico-percettivi - Tutela dell integrità dello sfondo scenografico, delle visuali e coni ottici fruibili da e verso i rilievi apuani ed appenninici e del loro valore nella percezione dei caratteri del paesaggio. - Tutela dell integrità percettiva degli scenari e dei contesti del paesaggio agrario percepiti e fruibili nel fondovalle principale, in valli secondarie e nei versanti insediati maggiormente esposti ed emergenti. - Tutela dell integrità delle visuali e coni ottici fruibili da e verso i geositi e del loro valore nella percezione dei caratteri del paesaggio. - Mantenimento e valorizzazione degli elementi strutturanti il paesaggio agrario. 116

117 Valori naturalistici - Conservazione, manutenzione e recupero del mosaico agrario a margine degli insediamenti storici e riqualificazione della diversità colturale su fondi parcellizzati, sia nel caso di colture tradizionali (castagneti da frutto) che di formazioni naturali, al fine di non alterare il rapporto di continuità funzionale e paesistica con il sistema insediativo di matrice rurale del quale costituisce componente strutturale, garantendo condizioni di equilibrio eco sistemico e di diversità biologica. - Tutela della continuità ecologica tra i territori rurali e forestali. - Difesa del suolo, sotto il profilo idrogeologico e recupero e/o riequilibrio dei dissesti idrogeologici. Valori storico-culturali - Tutela e valorizzazione della permanenza della testimonianza storica, tutelando l integrità della matrice storica degli insediamenti. - Mantenimento e valorizzazione, anche in chiave produttiva, di autoconsumo e per le attività del tempo libero, degli assetti agrari consolidati che caratterizzano le aree marginali degli insediamenti storici. - Mantenimento e recupero delle sistemazioni agrarie tradizionali, dei beni puntuali, dei percorsi, dei manufatti che connotano con specifiche forme, materiali ed usi le stesse aree agricole o che risultano testimonianza di specifiche attività e tradizioni storico-culturali. 117

118 Ambito territoriale di paesaggio del PTC denominato Piana di Villafranca Il PTC della Provincia di Massa-Carrara, al fine di individuare gli specifici caratteri del paesaggio provinciale, articola il territorio in ambiti territoriali di paesaggio (art. 22), i quali dettagliano i sistemi territoriali locali e rappresentano una specifica lettura geografica del territorio aperto, a prevalente caratterizzazione rurale. Essi rappresentano, per le proprie intrinseche caratteristiche, una molteplicità di elementi areali, con caratteri ambientali e territoriali che, all interno di uno stesso contesto, possono risultare variamente configurati in relazione alle forme fisiche, alla natura dei suoli, all esposizione, alla varietà degli ecosistemi, alla struttura antropica, ai caratteri degli insediamenti. Gli ambiti territoriali di paesaggio, la cui perimetrazione tiene conto dei dati e delle informazioni nel quadro conoscitivo del PTC, costituiscono elementi fondamentali per la conservazione e/o ricostituzione dell identità e specificità dei luoghi del territorio provinciale. Ad essi è attribuita funzione di riequilibrio territoriale in rapporto agli insediamenti ed alle infrastrutture, funzione produttiva connessa con gli usi del suolo a fini agricoli e forestali, funzione di orientamento per la definizione delle connessioni ecologiche e dei collegamenti paesistici, funzione ricreativa in relazione alla valorizzazione degli ambiti a fini turistici e della didattica ambientale (promuovere a livello scolastico la conoscenza dei luoghi di appartenenza per apprezzarne i valori, per mantenere le radici culturali e per sensibilizzare le nuove generazione ai temi della valorizzazione e della tutela delle risorse). In particolare, l area oggetto di intervento ricade all interno dell ambito territoriale di paesaggio della pianura SP1.3 del PTC denominato Piana di Villafranca, di cui viene fornita una caratterizzazione di seguito. Morfologia L ambito è costituito dalla piana alluvionale del fiume Magra che va da Talavorno - Ghiaia fin sotto il centro abitato di Villafranca. Si estende in riva sinistra del Magra incuneandosi fin sotto le colline di Bagnone e rappresenta la parte più ampia di pianura di tutto il corso del Magra nel territorio della Lunigiana e si chiude ad imbuto in prossimità di Villafranca. Geomorfologia Questo tratto della piana rappresenta la principale cassa d'espansione del Magra ed è anche la zona dove maggiormente sono stati eseguiti lavori di arginatura e risagomatura incontrollati ed indiscriminati, spesso di dubbio effetto come l'arginatura presente alla confluenza del Torrente Bagnone col Magra a Villafranca. Sono presenti anche specchi d'acqua derivati dall'escavazione non autorizzata di ghiaia che possono rappresentare vie preferenziali d'inquinamento della falda acquifera. 118

119 Vegetazioni e colture La vegetazione arborea è un elemento episodico nell'ambito, ma ha una forte connotazione storico paesaggistica là dove è presente (selva di Filetto). L'uso del suolo è per oltre il 60% agricolo, con prevalenza di seminativo semplice. Da rilevare, nelle aree fluviali, la presenza di formazioni riparie. Insediamenti L ambito, che si sviluppa in riva sinistra del F. Magra, è interessato da insediamenti residenziali e produttivi di un certo peso urbanistico. Il centro di Villafranca, che si articola intorno alla SS 62, ha subito nel recente passato forti espansioni residenziali e produttive, che unitamente alle infrastrutture che attraversano l'ambito (linea ferroviaria, A15, SS 62) hanno portato a situazioni insediative congestionate, dove appare difficile la individuazione dei ruoli e delle specificità d'uso del territorio. In sintesi, l ambito di paesaggio della Piana di Villafranca, nonostante la presenza di insediamenti che necessiterebbero di una riqualificazione funzionale e l'attraversamento longitudinale delle grandi infrastrutture viarie e ferroviarie (esistenti o di progetto) che hanno un forte impatto ambientale, mantiene interessanti caratteristiche paesaggistico ambientali, legate all'aspetto percettivo di insieme che dalla piana si ha sul paesaggio appenninico. Inoltre, la piana alluvionale del Magra, là dove non si ha la presenza di insediamenti, con i suoi terrazzamenti antichi o recenti frutto delle bonifiche attuate nel tempo, mantiene interessanti caratteristiche del paesaggio agricolo. In considerazione di tale contesto, il PTC indirizza verso la definizione di una normativa finalizzata al mantenimento ed alla qualificazione del paesaggio agrario ed alla definizione di specifiche norme riguardanti gli insediamenti residenziali e produttivi di nuova previsione, nonché alla regolamentazione per il recupero di situazioni di degrado presenti negli insediamenti esistenti. 119

120 3. Definizione degli obiettivi di protezione ambientale di riferimento Nel presente paragrafo sono richiamati i principali documenti di riferimento strategico vigenti in ambito europeo, nazionale e regionale, dai quali è stato possibile identificare un quadro di obiettivi di protezione ambientale di riferimento per la valutazione degli effetti ambientali dell intervento. Il contesto europeo La dimensione ambientale della strategia europea è ancora definita dal VI Programma di Azione Ambientale dell Unione Europea approvato dalla Commissione Europea quasi contestualmente al vertice di Johannesburg del 2002 e che recepisce un lungo cammino della Comunità inteso a rendere effettivo l art. 6 del Trattato istitutivo che richiede di realizzare condizioni di sostenibilità dello sviluppo, a livello comunitario come a livello regionale. A Johannesburg la comunità mondiale ha affermato che l eliminazione della povertà, il cambiamento degli stili di produzione e consumo, e la protezione e la gestione delle risorse naturali fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico sono gli obiettivi e i presupposti essenziali per lo sviluppo sostenibile e ha individuato proprio le comunità locali come fulcro di questo processo favorendo un approccio locale a un problema globale e ribadendo che gli organismi subnazionali devono svolgere la funzione fondamentale di inserire nel processo decisionale, attraverso le loro politiche, le necessarie prassi per introdurre dal basso i principi e le forme della sostenibilità. E anche sulla base di tali presupposti che il VI Programma ha individuato i principali obiettivi e azioni in relazione a quattro aree prioritarie: - Cambiamenti climatici: ridurre le emissioni inquinanti in linea con gli andamenti concordati in sede europea in un quadro di misure che tenga conto delle specificità nazionali e della complessiva competitività del sistema economico; - Natura e biodiversità: tutelare, conservare, ripristinare e sviluppare il funzionamento dei sistemi naturali, degli habitat naturali e della flora e fauna selvatiche; - Ambiente, salute e qualità della vita: migliorare il livello di qualità della vita e di benessere sociale riducendo i livelli d'inquinamento, garantire la sicurezza alimentare e rendere sicure le attività produttive con particolare riguardo alla produzione e l'utilizzo delle sostanze chimiche; - Gestione delle risorse naturali e rifiuti: garantire una migliore efficienza delle risorse e una migliore gestione dei rifiuti e determinare il passaggio a modelli di produzione e di consumo più sostenibili. Questi macro-temi sono il risultato della volontà di eliminare la vecchia impostazione dell ambiente inteso come matrici e settori distinti per abbracciare invece l ottica di un ambiente come panorama complesso e articolato privo di confini in cui ogni componente ambientale interagisce con l altra senza soluzione di continuità; poiché, come affermato nelle conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo di Goteborg del 2001, è necessario affrontare le politiche economiche, sociali e ambientali in modo sinergico secondo una strategia che introduca nuove modalità di interazione con il mercato e 120

121 coinvolga i cittadini, le imprese e altri ambienti interessati, per indurre i necessari cambiamenti dei modelli di produzione e di consumo pubblico e privato che incidono negativamente sullo stato dell ambiente e sulle tendenze in atto. Partendo da questa impostazione il VI Programma richiama la necessità di definire sette Strategie tematiche relative a inquinamento atmosferico, uso sostenibile delle risorse naturali, prevenzione e riciclaggio dei rifiuti, politiche sull ambiente marino, ambiente urbano, uso sostenibile dei pesticidi, protezione del suolo (sono state tutte approvate tra il 2005 e il 2006, tranne la strategia sulla protezione del suolo in fase di approvazione), alle quali è chiesto di rispondere a un obiettivo di razionalizzazione e di modernizzazione secondo il quale invece di tanti singoli atti legislativi si preferirebbero quadri giuridici e strategici più flessibili ritenendo che in particolari aree soltanto un pacchetto di misure coordinate possa dare i suoi frutti. Un elemento di novità all interno delle politiche di sostenibilità a livello internazionale è stato poi rappresentato anche dai nuovi impegni della Carta di Aalborg, i cosiddetti Aalborg Commitments +10, che segnano un importante passo in avanti, da una fase programmatica a una pragmatica e strategica per tutte quelle amministrazioni locali che intendano volontariamente assumere impegni precisi per un orientamento sostenibile dello sviluppo. Dal summit di Rio nel 1992 e dall adozione nel 1994 dei principi di sostenibilità incorporati nella Carta di Aalborg (Charter of European Cities & Towns Towards Sustainability) la visione si è evoluta attraverso il piano di azione di Lisbona del 1996 From Charter to Action, la Hannover Call of European Municipal Leaders at the Turn of the 21st Century del 2000 e la Johannesburg Call del Nel 2004 sono stati così approvati tali impegni, che suddividono l azione di sostenibilità in 10 aree di azione (governance, gestione locale della sostenibilità, risorse naturali comuni, consumo responsabile e stili di vita, pianificazione e progettazione urbana, migliore mobilità e meno traffico, azione locale per la salute, economia locale sostenibile, equità e giustizia sociale, da locale a globale). Ulteriori e più recenti riferimenti programmatici comunitari sono dati dalla Strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva Europa 2020 (COM(2010) 2020) e dalla Strategia della UE in materia di sviluppo sostenibile. Entrambi i documenti esplicitano la necessità di creare un Europa efficiente sotto il profilo delle risorse per incentivare e rafforzare il processo di decoupling tra crescita economica e impatto ambientale. In particolare la Strategia della UE in materia di sviluppo sostenibile del 2006 si condensa sull accordo di Lisbona per la crescita e l'occupazione, cercando di favorire una proficua complementarità delle singole azioni. L'obiettivo generale della strategia per lo sviluppo sostenibile della UE è quindi quello di individuare e sviluppare le azioni che permetteranno di migliorare costantemente la qualità della vita delle generazioni attuali e future. E all interno di questo contesto che Europa 2020 promuove il passaggio a un economia a basse emissioni di carbonio, incrementa l uso di fonti energetiche rinnovabili, riforma il settore dei trasporti e promuove l efficienza energetica. La Commissione Europea ha inoltre adottato una tabella di marcia verso un economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050 (COM(2011) 112), un Libro bianco sui trasporti (COM(2011) 144) nonché le comunicazioni Energia 2020 (COM(2010) 639) e Piano di efficienza energetica 2011 (COM(2011) 109). Risulta dunque evidente la volontà di continuare a programmare le politiche 121

122 ambientali all interno di un azione sostenibile che consenta di migliorare la qualità della vita senza recare danno all ambiente e alle generazioni future. Allo stato attuale, la politica ambientale dell UE può dunque dirsi definita in relazione alle seguenti tematiche strategiche: - Biodiversità. L'UE ha elaborato una strategia per proteggere le specie minacciate di estinzione. Il pilastro della strategia dell'ue per fermare entro il 2020 il declino delle specie e degli habitat minacciati è Natura 2000, una rete di aree naturali protette che rappresentano quasi il 20% del territorio dell'unione. Non si tratta di riserve naturali, ma di siti in cui possono svolgersi attività umane sostenibili senza minacciare le specie e gli habitat rari e vulnerabili. - Uso efficiente delle risorse. Se vogliamo evitare una crisi dovuta alle limitate risorse naturali ed energetiche, dobbiamo cambiare radicamente la nostra economia. Oltre a elaborare la legislazione, l'ue contribuisce a formare l'opinione pubblica, finanziare la ricerca ed erogare i fondi pubblici indispensabili per realizzare questo obiettivo. La risposta dell'ue è un insieme di progetti a lungo termine e cambiamenti progressivi, come ad esempio la promozione di prodotti ecocompatibili e l'uso di etichette per indicare l'efficienza energetica degli elettrodomestici, per esempio le lavatrici. - Acqua. Per proteggere con efficacia le risorse idriche e gli ecosistemi comuni dell'europa da inquinamento, cambiamenti climatici e rifiuti marini, occorre un'azione concertata a livello europeo. La politica dell'ue nel settore dell'acqua intende: fornire a tutti gli europei l'accesso ad acqua di buona qualità e in quantità sufficiente; assicurare che tutti i corsi d'acqua in Europa rispettino determinati standard minimi di qualità; conservare gli ambienti acquatici vulnerabili. - Aria. L'UE si è impegnata a fondo per migliorare la qualità dell'aria: per esempio, ha fissato una serie di standard e obiettivi ambiziosi e accettabili dal punto di vista dei costi per determinate sostanze inquinanti, fra cui anidride solforosa, biossido di azoto, ossidi di azoto, particelle sottili e piombo. Anche se complessivamente le tendenze in fatto di qualità dell'aria nell'ue sono incoraggianti, occorre rinnovare gli sforzi compiuti. - Rifiuti. Se cominciamo col ridurre la quantità di rifiuti prodotti, smaltirli diventerà automaticamente più semplice. L'UE intende realizzare questo obiettivo: presentando nuove iniziative per la prevenzione dei rifiuti; favorendo un uso più efficiente delle risorse; incentivando consumi più sostenibili. Quando non è possibile evitare di produrre rifiuti, si devono recuperare i materiali, preferibilmente riciclandoli. Per questo motivo l'ue chiede di migliorare i metodi di produzione e invita i consumatori a domandare prodotti più ecologici e riciclati con meno imballaggi. Il contesto nazionale Da un punto di vista nazionale l Italia ha recepito, con delibera CIPE del 30 Ottobre 2002, molti dei principi e degli obiettivi del VI Programma richiamando sia le 4 aree di azione prioritaria sia il principio di integrazione, sottolineando come la protezione ambientale non vada considerata come una politica settoriale, ma come un denominatore comune per tutte le politiche. E quanto il Consiglio di Goteborg 122

123 già affermava nel 2001, aggiungendo agli obiettivi comunitari definiti a Lisbona nel 2000 quello della sostenibilità ambientale come elemento trasversale a tutte le politiche dell Unione in una prospettiva di de-coupling, ovvero disaccoppiamento tra crescita economica e impatti sull ambiente, con particolare riferimento al consumo di risorse. I principi ispiratori della Strategia di Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia sono fondamentalmente: 1. l integrazione dell ambiente nelle altre politiche; 2. la preferenza per stili di vita consapevoli e parsimoniosi; 3. l aumento nell efficienza globale dell uso delle risorse; 4. il rigetto della logica d intervento a fine ciclo e l orientamento verso politiche di prevenzione; 5. la riduzione degli sprechi; 6. l allungamento della vita utile dei beni; 7. la chiusura dei cicli materiali di produzione-consumo; 8. lo sviluppo dei mercati locali e delle produzioni in loco; 9. la valorizzazione dei prodotti tipici e delle culture della tradizione; 10. la partecipazione di tutti gli attori sociali alla determinazione degli obiettivi e degli impegni e alla corrispondente condivisione delle responsabilità. La Strategia Nazionale d Azione Ambientale nazionale, per quanto ormai relativamente datata, è dunque volta a garantire la continuità con l azione dell Unione Europea, in particolare con il Sesto Piano di Azione Ambientale e con gli obiettivi fissati a Lisbona e poi a Goteborg dal Consiglio Europeo in materia di piena occupazione, di coesione sociale e di tutela ambientale. La Strategia vuole inoltre garantire, in coerenza con le indicazioni del Consiglio Europeo di Barcellona (2002), la predisposizione della strumentazione necessaria per la concertazione, la partecipazione, la condivisione delle responsabilità a livello nazionale e il reporting. Il contesto regionale Prendendo a riferimento l azione della Regione espressa nel Programma di governo, è possibile mettere in evidenza l attenzione verso la conservazione, valutazione e governo delle risorse ambientali e territoriali delle Toscana, promuovendo, al contempo, la valorizzazione delle potenzialità locali dello sviluppo e la massima integrazione fra i diversi territori della regione, nell ambito di un sistema delle città equilibrato e policentrico, di uno sviluppo delle potenzialità della montagna, della fascia costiera e delle aree rurali, nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale e territoriale a esse peculiari. Nell ambito di tale contesto, il Programma Regionale di Sviluppo contiene l indicazione delle linee strategiche per la programmazione settoriale pluriennale, tra cui quelle relative alle politiche ambientali, configurandosi come un atto di vera e propria programmazione di legislatura, e non più un mero atto di indirizzo. Tali indirizzi ambientali, che sono il riferimento strategico anche per il Piano di Indirizzo Ambientale ed Energetico Regionale - PAER - e per i restanti piani ambientali regionali di settore (Piano regionale di 123

124 gestione dei Rifiuti e Bonifica dei siti inquinati - PRB -, Piano Regionale per la Qualità dell Aria ambiente - PRQA -) attualmente in corso di definizione, possono essere riassunti nei seguenti punti: - razionalizzare e ridurre i consumi energetici, migliorare l efficienza energetica degli edifici, a partire dagli edifici pubblici, e dei processi produttivi, sviluppare le energie rinnovabili per raggiungere gli obiettivi comunitari al 2020, compreso l obiettivo di riduzione delle emissioni di gas climalteranti; - produrre un corretto equilibrio fra tutela e sviluppo, consolidando e arricchendo il sistema regionale dei Parchi e delle Aree protette, anche marine, valorizzandone, insieme alle aree rurali, le potenzialità di sviluppo (con particolare riferimento al settore turismo), conservando la biodiversità terrestre e marina, promuovendo una specifica strategia d azione regionale per la biodiversità che sarà trasversale alle altre politiche di settore. In questo contesto assumono particolare rilievo le azioni volte ad attuare politiche integrate nelle isole ricomprese nel Parco dell'arcipelago; - mettere in sicurezza il territorio e ridurre il rischio idrogeologico e sismico, puntando sulla prevenzione quale approccio prioritario nei confronti di eventi alluvionali e calamità naturali. Particolare attenzione sarà data agli interventi di difesa del suolo dal dissesto idrogeologico, fondamentali per garantire la sicurezza della popolazione, un adeguato sviluppo territoriale, nonché importante elemento in grado di attivare risorse e produrre occupazione e sviluppo in un ottica di green economy; - favorire l integrazione tra ambiente e salute attraverso politiche di prevenzione del rischio ambientale e di riduzione degli inquinamenti, con particolare attenzione all inquinamento atmosferico, anche attraverso un approccio integrato con le politiche per la mobilità; - tutelare la qualità delle acque interne e costiere, promuovere un uso sostenibile della risorsa idrica e perseguire una visione integrata della fascia costiera e del mare che ne valorizzi, anche mediante la ricerca, le risorse ambientali, naturalistiche e, allo stesso tempo, le potenzialità economiche e sociali; - raggiungere una gestione sostenibile dei rifiuti, sia urbani che speciali, attraverso un approccio integrato nella definizione di obiettivi e interventi, che da una parte tuteli l ambiente e dall altra produca effetti positivi di sviluppo economico. Si sottolinea, infine, come la considerazione degli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o dagli stati membri fa riferimento anche alla componente paesaggistica e al patrimonio culturale, sulla base dell applicazione della Convenzione Europea sul Paesaggio e dei relativi Protocolli di Intesa Stato-Regione sottoscritti in materia di beni paesaggistici. In particolare, con la Convenzione europea del paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000 e ratificata dal Governo italiano con Legge 9 gennaio 2006, n. 14, è stata affermata la unitarietà del rapporto fra paesaggio e territorio superando in tal modo ogni ambiguità in merito al tema paesaggio inteso esclusivamente come bellezza da tutelare o come vista e panorama da mantenere. La 124

125 Convenzione Europea ha fornito una più chiara definizione del concetto di paesaggio: Il paesaggio designa una parte di territorio, per come è percepito dalle popolazioni, le cui caratteristiche sono il risultato delle azioni e delle interazioni dei fattori naturali e/o umani, ovvero ogni lembo di territorio è definibile attraverso il suo particolare e specifico paesaggio. Si ha una convergenza sulla stessa area delle azioni di pianificazione urbanistica e paesistica che non possono essere disgiunte in quanto le politiche del paesaggio si identificano con la formulazione, da parte delle autorità politiche competenti, di principi generali, di strategie e di orientamenti che consentono di adottare misure particolari mirate alla protezione, alla gestione e alla pianificazione del paesaggio, relativamente al perseguimento dei cosiddetti obiettivi di qualità ovvero alla definizione di ambienti in grado di rispondere alle aspirazioni delle popolazioni che risiedono in quei territori. In questi ambiti vanno perseguite azioni che tendano sia alla conservazione dei luoghi di pregio come alla modifica dei paesaggi degradati e quindi rivolte alla valorizzazione di ogni luogo in relazione alla sua storia e alle sue caratteristiche peculiari. Paesaggio e popolazione, paesaggio e trasformazioni, paesaggio e storia, ma soprattutto paesaggio e patrimonio culturale come è stato sancito dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004 e successive modificazioni) in cui si dichiara che il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e da quelli paesaggistici. Nella III Parte del Codice, inoltre, interamente dedicata ai beni paesaggistici, si evidenzia un chiaro allineamento ai principi della Convenzione Europea; contenuto e contenitore diventano un concetto unitario che esprime l identità dei luoghi e si esplicitano in quei caratteri che derivano loro dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interazioni. 125

126 Quadro sinottico degli obiettivi di protezione ambientale L analisi dei principali documenti di riferimento per le politiche ambientali in ambito regionale, nazionale e internazionale consente di definire il quadro di riferimento degli obiettivi generali di protezione ambientale da prendere in considerazione per la valutazione degli effetti dell intervento. Il quadro sintetico di riferimento ambientale strategico per la VAS riportato di seguito, prende inoltre in considerazione quanto contenuto nell allegato F - Linee guida per la valutazione degli effetti attesi di piani e programmi regionali (procedure, modelli ed indicatori) di cui al Modello analitico per l elaborazione, il monitoraggio e la valutazione dei piani e programmi regionali, approvato con Decisione della Giunta Regionale n.2 del 27 giugno 2011 e pubblicato sul BURT del 13 luglio In particolare, gli aspetti di protezione ambientale derivanti dalla ricognizione delle politiche europee, nazionali e regionali di cui al paragrafo precedente, sono stati integrati anche con aspetti di natura paesaggistica, territoriale, economica, sociale e di salute. Quadro sinottico delle componenti ambientali generali e specifiche di riferimento per la VAS Componenti ambientali dell allegato 2 alla L.R. 10/2010 e ss.mm.ii. Componenti ambientali specifiche Fattori climatici efficienza energetica ed emissioni di anidride carbonica energia prodotta da fonti rinnovabili Aria emissioni atmosferiche Rumore inquinamento acustico Rifiuti gestione dei rifiuti Acqua gestione dei reflui utilizzo risorsa idrica Biodiversità, flora e fauna specie, habitat e fitocenosi Suolo consumo di suolo rischio idrogeologico 126

127 Quadro sinottico delle componenti ambientali generali e specifiche di riferimento per la VAS rischio sismico inquinamento elettromagnetico Salute radiazioni ionizzanti prodotti fitosanitari permanenza popolazione residente sistema economico Popolazione occupazione servizi esclusione sociale accessibilità degli spazi di vita risorse storico-culturali risorse paesaggistiche Patrimonio culturale, paesaggio, beni materiali sistemi urbani e insediamenti reti infrastrutturali e tecnologiche specializzazioni funzionali e attrattività del territorio territorio agricolo 127

128 4. Valutazione dei possibili effetti significativi 4.1 Valutazione complessiva Lo schema logico di applicazione della valutazione ha inizio dall individuazione degli obiettivi e degli interventi previsti dall intervento, a partire dalle quali si definiscono le relazioni causa-effetto delle varie azioni, individuando gli effetti significativi, ovvero gli effetti da valutare. Una volta selezionati gli effetti, si procede alla valutazione: in generale, gli effetti significativi devono essere valutati su una scala territoriale e confrontati con opportune soglie di rilevanza definite da un preciso set di criteri basati su standard di tolleranza dei sistemi ambientali (capacità di carico, impatti su specie minacciate, ecc ) o standard di capacità dei servizi (in termini di disponibilità idriche, capacità di smaltimento dei rifiuti, ecc ). Il processo di valutazione si traduce poi in requisiti di compatibilità o compensazione ambientale che arricchiscono ulteriormente l ambito di azione del piano, garantendo la sostenibilità degli interventi di trasformazione urbanistica. Avendo, infatti, a che fare con un processo valutativo ex-ante, i requisiti di compatibilità ambientale costituiscono una serie di ulteriori indicazioni utili per il progressivo riallineamento degli interventi rispetto alle variabili ambientali stabilite (azioni correttive di feedback). E evidente come, nella fase di definizione e valutazione degli effetti, entri in gioco un certo margine discrezionale: se è vero, infatti, che può talvolta essere complessa una esaustiva ed univoca individuazione degli effetti ambientali perlopiù indiretti legati ad un determinato intervento, è altrettanto vero che per molte tipologie progettuali sono ormai disponibili riferimenti di metodo abbastanza condivisi e consolidati. L allegato 1 della L.R. 10/2010 e s.m.i., riprendendo l allegato II della Direttiva Europea 2001/42/CE sulla valutazione ambientale di determinati piani e programmi, definisce alcuni criteri di valutazione della significatività degli effetti, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti, - carattere cumulativo degli effetti, - rischi per la salute umana o per l'ambiente (ad es. in caso di incidenti), - entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate), - valore e vulnerabilità dell'area che potrebbe essere interessata a causa: delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale, del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite, dell'utilizzo intensivo del suolo; - effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale. Sulla base dei criteri appena definiti e tenendo conto del quadro degli obiettivi di protezione ambientale di cui al capitolo precedente, è possibile costruire una matrice di potenziale significatività degli effetti attesi da cui è possibile avere una visione d insieme rispetto alla necessità di introdurre eventuali misure di mitigazione e compensazione: vista la natura integrata della valutazione, tale matrice prende in considerazioni effetti legati a varie dimensioni di analisi. 128

129 Legenda + + effetto potenzialmente molto positivo + effetto potenzialmente positivo o effetto potenzialmente negativo ma con incidenza poco significativa sulle risorse effetto potenzialmente negativo con incidenza significativa sulle risorse effetto con esito incerto effetto non significativo Matrice di valutazione sintetica dei potenziali effetti dell intervento Fattori climatici efficienza energetica ed emissioni di anidride carbonica energia prodotta da fonti rinnovabili Entità effetto potenziale atteso o Aria emissioni atmosferiche Rumore inquinamento acustico o Rifiuti gestione dei rifiuti o Acqua gestione dei reflui utilizzo risorsa idrica - - o Biodiversità, flora e fauna specie, habitat e fitocenosi o consumo di suolo - Suolo rischio idrogeologico o rischio sismico o Salute inquinamento elettromagnetico radiazioni ionizzanti o 129

130 Matrice di valutazione sintetica dei potenziali effetti dell intervento Entità effetto potenziale atteso prodotti fitosanitari o permanenza della popolazione residente sistema economico + Popolazione occupazione + servizi + esclusione sociale accessibilità degli spazi di vita risorse storico-culturali o o risorse paesaggistiche - Patrimonio culturale, paesaggio, beni materiali sistemi urbani e insediamenti reti infrastrutturali e tecnologiche o specializzazioni funzionali e attrattività del territorio territorio agricolo - Nel seguito della trattazione, gli effetti rilevati all interno della matrice di valutazione sono oggetto di specifico approfondimento nei paragrafi successivi. 130

131 4.2 Valutazione specifica Fattori di interferenza e/o perturbazione Rumore Il sito presenta una rumorosità ridotta, grazie all assenza di sorgenti rumorose significative. Al margine e in parte internamente all'area sono presenti alcune abitazioni e attività agricole che possono produrre emissioni sonore tendenzialmente non rilevanti. Non si rileva la presenza di ricettori sensibili. Non disponendo di valutazioni del clima acustico e dell'impatto acustico, sia per la fase costruttiva che di conduzione, la valutazione è sviluppata a livello qualitativo. Dal punto di vista dell'impatto acustico, si possono individuare i seguenti fattori di impatto: a. fruitori del campo e della club house, b. attività di manutenzione, c. rumore da traffico di fruitori e fornitori, d. impatti in fase di cantiere, in particolare: rumori e vibrazioni per le lavorazioni interne al cantiere; rumori per il transito mezzi da e per il cantiere. I principali ricettori sono le abitazioni poste al margine dell'area oltre, ovviamente, al resort. Per quanto riguarda la fruizione dell'attività, il golf si caratterizza per i bassi livelli di rumore ad esso connesso e, quindi, l'impatto è scarsamente significativo. Gli spostamenti avverranno a piedi o con golf car elettriche. Lievemente più significativo potrà essere l'impatto legato alla club house, in quanto in tale area possono essere svolti incontri, cerimonie, etc. che possono determinare una certa rumorosità seppur a carattere transitorio. Considerando, però, la posizione della club house rispetto ai potenziali ricettori, l'impatto si ritiene risulti significativo eventualmente nei confronti del resort, meno degli altri ricettori. L'attività di manutenzione avrà un livello di rumorosità contenuto, in quanto eseguita verosimilmente a mano o con macchine di dimensione modesta e con attività non continuativa. Anche per questa componente, considerando la tipologia di attività, può essere valutata complessivamente poco significativa. Il traffico rappresenta una componente che incrementa in misura significativa rispetto agli attuali flussi quasi nulli lungo la viabilità minore. In termini assoluti, comunque si tratta di numeri che al massimo possono raggiungere poche centinaia di accessi l'anno nei giorni di massimo afflusso. Ai fini dell'impatto sulla componente acustica tale incremento risulta significativo, anche se comunque di lieve entità, solo per le abitazioni lungo la viabilità perimetrale l area di intervento. L'impatto in fase di cantiere presenta potenzialmente l'impatto maggiore per quanto riguarda la tematica acustica. Non disponendo in questa fase di dati specifici circa le emissioni sonore, si ritiene, comunque, possibile ipotizzare che soprattutto nelle zone più prossime alle abitazioni l'alterazione del clima acustico possa essere, almeno per alcuni periodi, rilevante. In definitiva, per quanto riguarda il rumore, l'impatto prevalente è valutato di lieve entità, reversibile a breve termine (ovvero soprattutto legato alla fase di cantierizzazione) e mitigabile. 131

132 Produzione di rifiuti La tipologia di rifiuti prodotta da un campo da golf è di diverso tipo, principalmente: - rifiuti di tipo civile indifferenziato e differenziato da parte delle presenze residenziali, dei fruitori e degli addetti del golf; - rifiuti vegetali dalla gestione del verde, sia nel campo da golf, sia dalle aree verdi di pertinenza della club house e delle altre aree di proprietà; - contenitori e residui di prodotti fitosanitari, fertilizzanti, insetticidi; - rifiuti indifferenziati di vario tipo, vetro, carta plastica e metalli, principalmente da contenitori cibo e bevande e relativi imballaggi, rifiuti organici e olii esausti dagli avanzi di cucina e dei pasti; - forniture usa e getta camere, carta per le attività business e di ufficio, imballaggi ecc. La stima della produzione di rifiuti legata alle presenze residenziali, può essere effettuata considerando il valore pro capite medio di produzione di rifiuti registrato nel Comune di Villafranca. Il dato certificato da parte dell Agenzia Regionale per il Recupero Risorse (ARRR) relativo al 2011, ultimo anno al momento disponibile, evidenzia un quantitativo di rifiuti prodotti a scala comunale pari a 1.150,48 t (tale valore di produzione di rifiuti risulta in crescita, seppure contenuta, negli ultimi anni). Considerando che la popolazione censita in tale anno a livello comunale era pari a abitanti, è possibile calcolare una produzione media pro capite di rifiuti pari a circa 237 kg/ab. Applicando tale valore si ottiene quindi una produzione di rifiuti annua relativa ai 500 residenti previsti pari a 118,5 t/a, corrispondente ad un aumento di circa il 10% della produzione totale di rifiuti annua su scala comunale. A tale calcolo va comunque aggiunta anche la produzione di rifiuti legata alla struttura golfistica ed all attività ricettiva. La stima della produzione rifiuti per i campi da golf e le strutture ricettive annesse presenta difficoltà intrinseche in quanto è fortemente collegata alla conduzione della struttura ed all'effettivo andamento delle presenze, alla tipologia di struttura, ecc.. I dati di produzione pro capite disponibili in letteratura derivano da valutazioni medie che, comunque, possono avere forte variabilità tra struttura e struttura e tra zona e zona. La stima che segue è, quindi, da ritenersi di larga massima e indicativa dell'ordine di grandezza della problematica. Per quanto riguarda la stima della produzione rifiuti dell attività golfistica, non si dispongono di dati relativi a realtà italiane analoghe; si può, quindi, far riferimento a dati derivati dalla letteratura internazionale. In particolare, il database Calrecycle della California in 0,227 kg/giocatore/giorno la produzione di rifiuti di campi da golf. Un ulteriore riferimento può essere desunto dalle analisi del Silo Ridge Resort Community at Amenia (New York, Stati Uniti), nel documento State Environmental Quality Review Documents Master Development Plan Documents and Special Use Permit Information (SEQRA) ( che individua in 34 t/anno la quantità di rifiuti solidi urbani prodotti da circa giocatori l'anno. 132

133 Il Green economy report, Tourism, investing in energy and resources efficiency, 2011, redatto da UNEP e UNWTO ( riporta in 1 kg/giorno la produzione rifiuti legata alle presenze turistiche. Gli standard dell'ecolabelling Nordic Swan ( per la classe più bassa prevedono 1,35 kg/occupante/notte. Considerando che l hotel sarà aperto tutto l anno caratterizzandosi per un tasso di occupazione medio annuo di oltre il 60%, con punte nei mesi estivi di quasi il 90% ed una presenza turistica media mensile stimabile a circa 150 unità ed applicando il parametro cautelativo di 1,5 kg/ospite-giocatore/giorno, si ottiene un valore indicativo di produzione di rifiuti di 225 kg/giorno, pari a circa 82 t/anno. Sommando la quota di rifiuti relativa alla parte residenziale con quella legata alle presente turistiche riguardanti il golf, è quindi possibile stimare una produzione annua di rifiuti pari a circa 200 t, corrispondente ad un incremento di circa il 17% della produzione totale di rifiuti annua su scala comunale. Ai suddetti rifiuti devono infine essere aggiunti anche i rifiuti derivanti dalla gestione della vegetazione e quelli speciali ed eventualmente pericolosi che derivano dall'area manutenzione. Per quest ultima tipologia di rifiuti non si dispone di stime sulla produzione anche se comunque risultano poco rilevanti da un punto di vista quantitativo (anche se necessitano di modalità specifiche di smaltimento). Invece, per quanto riguarda i tagli del prato relativo all area da gioco (circa mq), supponendo di ritornare gli sfalci al tappeto erboso, ad esclusione delle aree di gioco, stimando che i tagli ammontino a 7 t/ha di sfalci (con un contenuto di umidità dell'80%) 4, si ottiene un valore di circa 28 t/anno di sfalci prodotti. Gli sfalci potranno essere smaltiti in parte o completamente attraverso l allestimento di un area di compostaggio. Complessivamente l impatto legato alla produzione di rifiuti è comunque valutabile di media rilevanza a lungo termine reversibile. La natura dell impatto è comunque strettamente legata alle modalità di gestione e smaltimento delle diverse tipologie di rifiuti prodotti che saranno adottate in fase di esercizio. 4 Il valore della quantità di sfalci prodotta annualmente è stimato in analogia ai dati per colture da sfalcio quali quelli reperibili in Kadziuliene Z., White clover-grass pasture yield and its quality variation during the first four using years, ( Gutauskas Jonas, The influence of intensive grazing and minimal nitrogen fertilizer on long -term productivity of white lover ( Sheldrick R. D., Lavender R. H., Martyn T. M., Dry matter yield and response to nitrogen of an Agrostis stolonifera-dominant sward. Per quanto riguarda il contenuto di umidità valori intorno all' 80% sono riportati in diversi studi quali Ruby E. S., Forage Production of North Platte River Islands ( Fudholi A. et al., Investigation of Medical Herbs Moisture in solar drying ( e Costa J. L., Gomide J.A., Drying rates of tropical grasses ( 133

134 Consumi energetici I consumi energetici riguardano la produzione di acqua calda sanitaria, la climatizzazione (invernale ed estiva) e i consumi elettrici della club house. Inoltre, devono essere considerati i consumi energetici delle golf carts e per il sistema di irrigazione (pozzi e distribuzione). Nella presente valutazione, si riporta una stima di larga massima basata su dati di letteratura applicati ai parametri disponibili. Tale valutazione ha valore puramente indicativo ed è finalizzata alla sola caratterizzazione degli impatti, mentre non ha alcuna finalità di dimensionamento o calcolo del reale andamento dei consumi. I consumi di acqua calda sanitaria sono stimati pari ad 1/3 dei fabbisogni idrici ad uso potabile stimati nel paragrafo relativo al fabbisogno idrico ad uso potabile, ovvero pari a circa mc/anno. Il valore dei consumi energetici è calcolato come: EACS = 0, * VACS * T dove EACS sono i consumi energetici in kwh/anno, VACS sono i consumi idrici di acqua calda sanitaria in l/anno e T è la differenza di temperatura tra l'acqua fredda in ingresso e quella riscaldata, assunta pari a 40 C. Il valore ottenibile nel caso in oggetto è quindi pari a: kvh/anno. In termini di potenza elettrica in fornitura, il calcolo della stima teorica può essere basato sui seguenti parametri: 1) Residenze: 3 kw per ogni utenza media residenziale (circa 100 utenze); 2) Ricettivo: 3 kw ogni 2,5 posti letto (circa 200 posti letto). Nel caso in esame, tale stima porterebbe ad un valore della potenza elettrica pari a circa 540 kw. Tale calcolo non è tuttavia complessivo anche dei consumi relativi alla club house, a cui comunque potrebbe essere associata una potenza elettrica di almeno 100 kw. I consumi per riscaldamento possono essere stimati in larga massima basandosi sul fatto che l intervento prevede il raggiungimento della classe energetica A per la club house e per l hotel. A tale classe si può assegnare un consumo intorno ai 30 kwh/mq/anno. Per il residenziale ed i locali di servizio si assume, invece, un valore di 50 kwh/anno (in linea con i valori che si ottengono per la classe energetica B). Sulla base delle superfici delle strutture, i consumi per climatizzazione risultano pari a kwh/anno per la club house e l hotel e circa kwh/anno per il residenziale ed i locali di servizio. L obiettivo del raggiungimento della classe energetica A è dichiarato, ma non sono stati proposti calcoli all'attuale livello progettuale. Il raggiungimento di tale classe energetica per gli edifici sarà quindi 134

135 riportato come misura di mitigazione. In ogni modo, saranno fornite indicazioni tali da prefigurare la possibilità di raggiungere livelli bassi di consumi attesi, potenzialmente in linea a quelli della classe energetica indicata. I consumi di elettricità per il sistema di irrigazione sono di più difficile calcolo, in quanto dipendono dalla modalità di distribuzione, dalla rete, dalle portate, ecc. Si può comunque procedere ad una stima semplificata considerando che il sistema è realizzato in modo da avere alcuni laghi nelle zone a maggior quota dell'area, così da poter distribuire per quanto possibile a gravità. A partire da questa considerazione si può ipotizzare che la distribuzione a gravità consenta di compensare le perdite di carico e di distribuzione, mentre l'energia che si deve fornire corrisponde a quella di pressurizzazione dell'impianto. Considerando che la pressione dell'impianto debba essere di circa 5 bar, si ipotizza di dover fornire una prevalenza media di circa 60 m alla portata irrigua di mc/anno circa (si veda la stima effettuata nel paragrafo relativo al fabbisogno idrico ad uso irriguo). Assumendo un'efficienza media del 70%, si ottiene un consumo di circa kwh. A tali consumi si dovrebbero aggiungere quelli legati all eventuale pompaggio di acqua da pozzi. I consumi legati alle golf carts sono calcolati sulla base dei dati di consumi orari ricavabili dallo studio Evaluation of Solar-Assisted, Electric and Gas Golf Carts ( GC_Factsheet_Sept20_final.pdf). Si considerano un utilizzo di circa 1 golf cart ogni due giocatori, un valore di 3,5 kwh per ora di utilizzo e un tempo di utilizzo di 1 h/round. Complessivamente si ottengono circa ore di utilizzo all'anno e circa kwh di consumi. Complessivamente, gli effetti su tale tematica sono stimati di bassa significatività a lungo termine reversibili. 135

136 Inquinamento elettromagnetico Come già evidenziato, l area di intervento è interessata dalla presenza di una linea elettrica ad alta tensione (130 kv). Un concetto importante per la prevenzione dell esposizione della popolazione all induzione magnetica è quello della fascia di rispetto per gli elettrodotti: all interno di una porzione di territorio intorno alla linea, caratterizzata da valori di induzione magnetica superiori rispetto all obiettivo di qualità, non è consentita alcuna destinazione di edifici ad uso residenziale, scolastico, sanitario, cioè ad uso che comporti una permanenza non inferiore a quattro ore 5. Tale concetto si applica sia ai nuovi edifici rispetto alle linee esistenti, sia ai nuovi elettrodotti rispetto alle strutture esistenti (vedi D.M ). La presenza di un elettrodotto, quindi, comporta un vincolo al territorio. Non c è un divieto assoluto a costruire, ma è discriminante la destinazione d uso dell immobile in progetto. Sono compatibili ad esempio con la fascia di rispetto di un elettrodotto: parcheggi, magazzini, depositi, locali tecnici, la maggior parte delle attività agricole ecc. Il D.P.C.M stabilisce che è compito del gestore dell elettrodotto comunicare l estensione della fascia di rispetto e, nel successivo D.M , non solo viene descritta la metodologia da seguire per il calcolo della fascia, ma vengono anche esplicitati i due livelli di approfondimento: la distanza di prima approssimazione (Dpa) e il calcolo esatto della fascia di rispetto 6 : - La Dpa dovrà essere utilizzata dal Comune per la pianificazione urbanistica e, quindi, per regolamentare la futura edificazione in prossimità della linea elettrica. Su richiesta dei cittadini interessati o del Comune il gestore dovrà comunicare la Dpa in formato numerico o cartografico. - Il calcolo esatto della fascia di rispetto, invece, potrà essere utilizzato dal Comune esclusivamente nei casi in cui un edificio in progetto venga a trovarsi, sul piano orizzontale, a distanza inferiore rispetto alla Dpa comunicata dal gestore. In tali specifiche situazioni il Comune, durante la fase di rilascio della singola autorizzazione a costruire, richiede al gestore della linea il calcolo esatto della fascia di rispetto su una o più sezioni verticali passanti per l edificio in progetto. 5 Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003 Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti, a titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine eventualmente connessi con l'esposizione ai campi magnetici generati alla frequenza di rete (50 Hz), nelle aree gioco per l'infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, assume per l'induzione magnetica il valore di attenzione di 10 microtesla, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio. 6 La Dpa e la fascia di rispetto sono così definite: - Distanza di prima approssimazione (Dpa): per le linee è la distanza, in pianta sul livello del suolo, dalla proiezione del centro linea che garantisce che ogni punto la cui proiezione al suolo disti dalla proiezione del centro linea più di Dpa si trovi all esterno delle fasce di rispetto. Per le cabine è la distanza, in pianta sul livello del suolo, da tutte le pareti della cabina stessa che garantisce i requisiti di cui sopra; - Fascia di rispetto: spazio circostante un elettrodotto che comprende tutti i punti, al di sopra e al di sotto del livello del suolo, caratterizzati da una induzione magnetica di intensità maggiore o uguale all obbiettivo di qualità (3 mt). In pratica, per la gestione territoriale e per il calcolo delle fasce, il decreto prevede una procedura con il calcolo della proiezione al suolo della fascia di rispetto calcolata combinando la configurazione dei conduttori, geometrica e di fase, e la portata in corrente in servizio normale che forniscono il risultato più cautelativo sull intero tronco. 136

137 4.2.2 Impatti sulle componenti ambientali Consumo di suolo Per quanto riguarda gli interventi insediativi, il layout di progetto si struttura attorno a tre funzioni: il campo da golf con relativi servizi (golf house e fabbricati accessori), il complesso alberghiero e la residenza. Dal momento che la maggior parte dell area di intervento deve essere destinata al percorso golfistico, i nuclei edilizi sono stati concentrati ai margini del percorso stesso, oltre che lungo le strade di accesso al comparto 7. Allo scopo di evitare la realizzazione di nuove opere infrastrutturali e di contenere il consumo di suolo, i nuovi insediamenti sono stati collocati lungo o nelle immediate vicinanze della viabilità esistente. Più nello specifico, a seguito dell analisi di numerose ipotesi progettuali, il layout attuale dell intervento ha ritenuto opportuna la concentrazione delle funzioni più bisognose di accessibilità (e quindi di parcheggi) in un unico polo, comprendente la club house e l albergo, collocato nella porzione più meridionale del comparto, e la concentrazione dell edificazione residenziale privata a Nord tale da assume carattere di un completamento edilizio dell edificato esistente della frazione di Mocrone che sarà sviluppato per unità minime di intervento in base alle effettive esigenze. Sebbene gli accorgimenti progettuali adottati risultino sicuramente positivi, l intervento insediativo andrà comunque ad interferire con il predominante assetto rurale dell area, con prevalenza di seminativi e incolti e secondariamente colture ortive, che comunque presenta elementi di degrado e segni di evidente abbandono. Complessivamente, gli effetti su tale tematica sono stimati di alta significatività. 7 Una prima alternativa progettuale aveva prefigurato una dislocazione tipo case sparse all interno di tutta l area di intervento. Tuttavia, questa prima ipotesi è stata velocemente abbandonata in quanto avrebbe implicato la realizzazione di ulteriore viabilità ed aree accessorie interne e quindi inutile consumo di suolo, con un eccessivo pregiudizio per il patrimonio paesistico. 137

138 Rapporto ambientale del procedimento coordinato VAS di Variante al RU e di Piano attuativo per la realizzazione campo da golf Schema di assetto urbanistico-edilizio dell area residenziale a completamento dell abitato di Mocrone 138

139 Inquinamento atmosferico In fase di conduzione le emissioni atmosferiche sono legate principalmente alle attività manutentive e al traffico di veicoli dei fruitori dell'area. L'attività manutentiva potrebbe prevedere l'uso di circa 10,000 l di carburante (si veda, per esempio, Carbon footprinting and energy efficiency audit del Conwy Golf Club, corrispondente ad alcune decina di migliaia di km/anno. Le caratteristiche del sito favoriscono la dispersione degli inquinanti e si ritiene che i quantitativi prodotti in fase di gestione risultino modesti, sia rispetto alla scala locale che a quella comunale e sovracomunale, e sensibilmente inferiori a quelli prodotti dalle infrastrutture di trasporto a breve e media distanza dal sito. La problematica delle emissioni diventa più significativa considerando gli accessi dei fruitori ed, in particolare, considerando la scala globale in quanto si prevede un bacino di utenze nazionale e internazionale che, quindi, giunge al sito con percorrenze medie in auto di centinaia di chilometri e, nel caso delle utenze internazionali, con percorrenze aeree di migliaia di chilometri. Si deve precisare, comunque, che a scala globale queste presenze, qualora non si dirigessero nell'area di Villafranca, potrebbero comunque dirigersi verso altri centri turistici e, quindi, valutare in tal senso a scala globale l'effetto dell'intervento rispetto ad una sua mancata realizzazione risulta non significativo. Ciò nonostante tale fatto rende l'idea di come, per quanto riguarda le emissioni atmosferiche, le modalità di accesso al sito rappresentino un aspetto cruciale e l'area di intervento risulta, in tal senso, svantaggiata in quanto l'accesso è quasi esclusivamente a mezzo di veicoli privati con distanze di percorrenza medio-alte. Inoltre, gli effetti a scala globale o, comunque, sovra-comunali tendono ad essere più significativi di quelli locali. In fase di cantiere le emissioni atmosferiche saranno dovute alla fase di lavori e ai trasporti. Nella fase di lavori, oltre alle emissioni veicolari si deve considerare la produzione di polveri, che il progetto dovrà ovviare mediante l adozione di adeguate misure di mitigazione. Per quanto riguarda i flussi di traffico, in assenza di dati per una stima numerica, valgono considerazioni analoghe a quanto riportato per la fase di conduzione dell'impianto. In generale, il giudizio sulle emissioni atmosferiche in fase di conduzione e di cantiere è negativo di lieve entità reversibile e, rispettivamente a lungo e breve termine. 139

140 Consumo di risorse idriche Fabbisogno idrico relativo all irrigazione del campo dal golf Per una stima dei consumi idrici legati al campo da golf, appaiono anzitutto utili alcune considerazioni introduttive. 1. Come già evidenziato nei paragrafi precedenti, nel complesso l area destinata a percorso di golf è di circa mq, di cui mq di aree di gioco e la restante parte di aree naturali o oggetto di rinaturalizzazione. La Federazione Italiana Golf (FIG) ha fornito un modello standard di suddivisione delle superfici finalizzato ad individuare un percorso di golf limitando le superfici di gioco rispetto alla superficie complessiva. Ciò al fine di destinare la maggiore superficie possibile alle operazioni di rinaturalizzazione (ove necessario) o al mantenimento della vegetazione pre-esistente, nell ottica di minimizzare le necessità manutentive. Mettendo a confronto la suddivisione delle superfici di un percorso di golf secondo gli standard della FIG sotto il profilo dell equilibrio ambientale con quanto previsto dall intervento (tabella seguente), si può notare che la situazione di progetto sia stata definita al fine di realizzare un percorso di golf in grado di limitare le proprie esigenze manutentive. In particolare, risulta significativa la presenza di oltre il 55% di superficie del percorso di golf destinata alla ripristino di un contesto naturale o rinaturalizzato. Confronto tra la ripartizione delle superfici del campo da golf di Villafranca con la ripartizione standard proposta dalla FIG Tipo di superficie da gioco Intensità manutentiva Ripartizione percentuale delle tipologie di superfici secondo il progetto Ripartizione percentuale delle tipologie di superfici secondo gli standard della FIG Fairways Medio alta 21% 23% Greens Molto alta 2% 3% Tees Alta 2% 2% Semi Rough Medio bassa 17% 17% Bunkers Bassa 2% 15% Aree naturali o rinaturalizzate Nessuna 56% 40% La valutazione dell intensità manutentiva riportata nella tabella, fa riferimento ad una serie di operazioni colturali indispensabili per permettere la disputa di gare nazionali ed internazionali di un certo livello. Tale intensità è in stretta correlazione principalmente con: 140

141 1. Condizioni climatiche (temperatura, precipitazioni atmosferiche, umidità relativa, esposizione, ventosità) e pedologiche (tessitura e componenti chimiche del suolo); 2. Qualità costruttiva del percorso di golf (substrati su greens e tees, drenaggi, impianto di irrigazione, ecc.); 3. Tipo di essenza da tappeto erboso insediata in quella determinata superficie (macro o microterma, altezze e frequenze di taglio fabbisogno nutrizionale, idrico, resistenza a stress biotici e abiotici, ecc.). In particolare, la classificazione dell intensità manutentiva in relazione all attività manutentiva correlata che è stata utilizzata nella tabella è la seguente: - Molto alta: basse h di taglio (fino a 3 mm), alta frequenza di taglio (anche 6/7), numerosi interventi di fertilizzazione (7/8 l anno), verticuttings, topdressings, rullature, groomings, elevati livelli idrici, - Alta: basse h di taglio (fino a 12 mm), alta frequenza di taglio (anche 4/7), numerosi interventi di fertilizzazione (7/8 l anno), verticuttings, topdressings, elevati livelli idrici, - Medio alta: basse h di taglio (fino a 12 mm), media frequenza di taglio (3/7), numerosi interventi di fertilizzazione (7/8 l anno), verticuttings, topdressings, medi livelli idrici, - Medio bassa: medio alte h di taglio (fino a 35 mm), ridotta frequenza di taglio (2/7), meno numerosi interventi di fertilizzazione (4/5 l anno), medi livelli idrici, - Bassa: elevata h di taglio (fino a 100 mm), bassa frequenza di taglio (1/14), nessun intervento di fertilizzazione e di irrigazione - Nessuna: nessuna attività manutentiva. 2. Allo scopo di valutare l impatto dell intervento sulla risorsa idrica, occorre poi premettere che l attività golfistica non implica necessariamente un consumo di acqua o l impiego di fertilizzanti/pesticidi in misura superiore all uso agricolo. In proposito, può essere citato uno studio del CNR, Istituto di Biometereologia, Sezione di Bologna, Valutazione degli impatti ambientali dell attività golfistica rispetto a quella agricola, a cura di Paolo Caggiati e Guido Maria Bazzani, Bologna, 30 maggio 2008, richiamato spesso in relazione alla valutazione di progetti di campi da golf localizzati nelle regioni dell Italia centrale. Nella tabella riportata di seguito viene messa in luce la quantità dei consumi in termini di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci di 16 percorsi di golf aventi almeno 18 buche (con superficie media di 77,27 ha) e localizzati in Pianura Padana. Di questi percorsi due sono a 36 buche, due a 27 buche e 12 a 18 buche. Ne deriva che su una superficie media di poco più di 77 ha i percorsi di golf manifestano consumi medi (registrati negli anni 2004/2006) pari a: mc di acqua, kg di Azoto, 487 kg di Anidride Fosforica, kg di Ossido di Potassio, 115,3 kg di erbicidi, 282,8 kg di fungicidi, 156,7 kg di insetticidi. 141

142 Consumi totali di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci di 16 percorsi di golf in Pianura Padana (media 2004/2006). Fonte: P.Croce, A. De Luca, M. Mocioni Golf courses and traditional crops: a comparison of inputs Atti della European Turfgrass Society Conference. Pisa 2008 Inoltre, lo studio, raffrontando tale campione di 16 campi da golf con i dati relativi all attività agricola nel Nord Italia, evidenzia i seguenti consumi medi, quasi tutti a favore del golf: impiego di azoto 26% circa rispetto all agricoltura; impiego di fosforo 14% circa rispetto all agricoltura; impiego di potassio 39% circa rispetto all agricoltura; impiego di erbicidi 42% circa rispetto all agricoltura; impiego di fungicidi 58% circa rispetto all agricoltura; impiego di insetticidi 117% circa rispetto all agricoltura; consumo di acqua 50% circa rispetto all agricoltura). 3. Il quadro pedo-climatico relativo all area prefigura una selezione mista delle essenze per il tappeto erboso, facendo comunque riferimento preferenziale alle specie microterme (meglio adattate a climi freddo-umidi). Il gruppo delle specie da tappeto erboso definibili con la qualifica di microterme è sostanzialmente racchiuso all interno della sottofamiglia delle Festucoideae ed in massima parte rappresentato dalle tribù Festucèae, Hordèae e Agrostidèae. Si tratta di specie che si sono particolarmente adattate a crescere in climi a carattere prevalentemente freddo umido. Sono però anche diffuse in regioni fredde sub umide e fredde semi aride, così come nella zona di transizione. In linea di massima presentano un intervallo di temperature ottimali comprese fra i 10 e i 18 C per quanto concerne l'attività radicale e fra i 142

143 15 e i 24 C per la parte vegetativa aerea. Le specie che hanno un qualche interesse dal punto di vista del tappeto erboso sono più di una ventina e la maggior parte di esse sono di origine eurasiatica. Le specie microterme di maggiore impiego nel settore dei tappeti erbosi sono essenzialmente rappresentate dai generi Agrostis, Festuca, Lolium e Poa. Esse sono diffuse in tutto il mondo ed attualmente i centri di selezione varietale sono in massima parte concentrati nella Europa del centronord e in Nord America. La tassonomia delle principali essenze da tappeto erboso microterme. Fonte: Tappeti Erbosi Edizioni Calderini / Il Sole 24 Bologna 2006 Da un punto di vista morfologico e fisiologico esse presentano rispetto alle specie macroterme: - crescita tendenzialmente più eretta, - minore tolleranza ad un taglio basso, - apparato radicale più superficiale, - una maggiore resistenza al freddo, 143

144 - minor resistenza alle alte temperature, - minor resistenza alla siccità, - minor resistenza al logorio (danni meccanici esercitati sul tappeto erboso a segui del suo utilizzo e della sua manutenzione), - minor resistenza ad attacchi di crittogame, - maggior tolleranza ad attacchi di insetti, - propagazione principalmente per seme. 4. Secondo la FIG, per un campo da Golf in Italia, date le condizioni climatiche del nostro paese, il consumo d acqua è di metri cubi annui per un impianto medio di superficie ettari, con un ettaro di green un ettaro di tee, ettari a fairwways e circa 9-10 ettari per il campo-pratica e prerough e considerando un consumo idrico incentrato soprattutto nei mesi estivi (luglio e agosto dove si calcolano metri cubi di acqua consumata per ciascun mese). In Italia, due Regioni hanno affrontato il tema sotto il profilo dell impatto ambientale e documenti prodotti in Liguria 8 e dalla Regione Puglia 9 permettono di fare alcune considerazioni sul tema dei consumi idrici. In particolare, tra gli indicatori scelti nello studio ligure compare il consumo specifico di acqua per l irrigazione. Il riferimento è, in primo luogo, al dato fornito dalla Federazione Italiana Golf che indica nell intervallo tra e mc per ettaro per anno la quantità necessaria per l irrigazione della superficie unitaria di un campo da golf, senza tuttavia precisare le condizioni climatiche di riferimento. Uno studio dell Università di Bologna 10 attesta il dato in mc/ha/anno; un ulteriore contributo viene dai Golf Club della Liguria, che fanno ascendere il consumo idrico a oltre mc/ha/anno. Nello studio dell Autorità Ambientale della Regione Puglia, sempre con riferimento a condizioni medie nazionali, si cita il dato di mc/ha/anno per un campo della superficie di 60/70 ha, con incrementi del 50-60% per la stagione estiva relativamente alle condizioni dell Italia meridionale. Sulla base delle considerazioni di cui ai punti precedenti, l'apporto idrico calcolato per i mesi tradizionalmente considerati irrigui per il tappeto erboso (aprile-ottobre) in funzione delle superfici da irrigare (considerando l intera superficie di 70 ettari) e delle essenze impiantate ammonta a circa mc annui come riportato nella tabelle sottostante nella quale sono stati stimati gli apporti necessari mese per mese in quanto variabili in funzione delle condizioni climatiche locali. 8 Servizi Industriali Genova (SIGE), 2004, Indicatori di impatto ambientale e valutazione della loro applicabilità nei campi da golf, LIFE 04 ENV/IT P.H.A.R.O.S. 9 Regione Puglia, Assessorato all Ambiente, Autorità Ambientale Regionale, 2003, Golf e Ambiente. Impatti Ambientale e indicatori per la sostenibilità. POR UNIBO, Dipartimento di Ingegneria Agraria ed Economia,

145 Ipotesi di stima dei fabbisogni idrici del campo da golf Mesi Fabbisogno idrico (mc/mese) Aprile e Ottobre Maggio Giugno e Settembre Luglio e Agosto Novembre, Dicembre, Gennaio, Febbraio e Marzo Totale mc/anno In relazione a tali fabbisogni, gli elementi che comporranno il sistema di gestione delle acque sono costituiti da: 1. impianto di irrigazione approvvigionato dai laghetti; 2. invasi artificiali a servizio dell impianto di irrigazione; 3. impianto costituito da una rete di irrigatori gestibili singolarmente o a settori; 4. gestione ottimizzata ed informatizzata dell impianto con procedure di controllo giornaliere; 5. sistema di drenaggio e recupero delle acque; 6. prelievo da pozzi. Il sistema è quindi concepito in maniera tale da ottimizzare i consumi e con un sistema di recupero delle acque: si può affermare che l acqua emunta nel comparto viene restituita al comparto stesso. I quantitativi riportati in tabella (quantitativi irrigui) in assenza di precipitazione saranno quindi forniti dal sistema di irrigazione che attinge direttamente ai laghetti. I laghetti saranno tutti connessi tra di loro e quindi, ai fini del bilancio, sono da considerare come un solo volume di attingimento, visto che una gestione oculata può mantenere percentuali di riempimento circa uguali su tutti i laghetti. I bacini verranno riempiti prioritariamente tramite le acque meteoriche e via via rimpinguati con le piogge grazie ai previsti sistemi di drenaggio e canalizzazione lungo tutti i percorsi golfistici ed alla fitodepurazione di parte dei reflui. In forma residuale ed in situazioni particolarmente siccitose, potrà poi essere utilizzato il prelievo da pozzo. Con l obiettivo di stabilire la volumetria di risorsa idrica da accumulare nei laghetti, è stata svolta un analisi statistica delle piogge che interessano tale zona. L individuazione dei volumi di risorsa integrabili dalle sole piogge consente infatti, conoscendo la richiesta idrica delle specie erbacee che andranno a costituire il manto erboso, di fare un bilancio complessivo per l intera area ed ottenere, per differenza, il volume di stoccaggio dei laghetti. Per l analisi è stata presa come riferimento la stazione pluviometrica di Villafranca in Lunigiana, stazione pertanto ottimale per l intervento in esame. I dati sono stati estratti dagli annali idrologici del Servizio Idrologico Regionale (SIR) disponibili sul sito In particolare, tali dati fanno 145

146 riferimento alla quantità di precipitazione caduta nelle 24 ore comprese fra le ore 9 del giorno precedente e le ore 9 del giorno di cui si tratta. Appurato in pre-analisi che il trend annuale dei volumi di acqua piovana da inizio secolo ad oggi è comunque in diminuzione (fattore che impone l adozione di coefficienti di sicurezza che garantiscano la correttezza dei dimensionamenti per tutta vita utile della struttura in progetto), lo studio è stato svolto in modo accurato sull ultimo quinquennio di dati disponibili, compreso tra il 2007 ed il 2012, ritenendo tale periodo significativo per l accuratezza necessaria al dimensionamento dei laghetti. Per il suddetto periodo temporale è stato calcolato il valor medio ed il valore minimo mensile in mm di pioggia. I grafici seguenti riportano gli andamenti annuali i cui valori estratti dagli annali per ciascun mese dell anno sono stati utilizzati per il calcolo del valore medio mensile. 146

147 147

148 148

149 Con i valor medi mensili delle altezze di poggia è stato ricostruito un appropriato trend annuale caratteristico dell area di interesse. Il mese maggiormente piovoso risulta essere dicembre, mentre quello in cui gli eventi meteorologici scarseggiano è il mese di agosto. Dall analisi dei dati è stato comunque possibile notare una sufficiente omogeneità stagionale che consente di definire con buona accuratezza le necessità idriche del sistema. 149

150 Dalla analisi dei dati si è ottenuto un apporto idrico medio delle precipitazioni in un anno pari a mm di pioggia, corrispondete ad una media di circa 92 giorni piovosi all anno ed un apporto idrico minimo delle precipitazioni in un anno pari a mm. Inoltre, confrontando i valori del fabbisogno stimato con quelli relativi alle precipitazioni medie e minime sulla superficie irrigua su base mensile, si nota come rispetto al valore medio sarebbero necessarie compensazioni idriche (circa mc) relative ai mesi di luglio ed agosto. Per contro, dalle stime condotte si rileva un potenziale deficit idrico per oltre mc nelle condizioni peggiori di precipitazioni minime relativamente a tutto il periodo di irrigazione. In entrambi i casi tuttavia, la ricarica ottenibile durante i mesi invernali (oltre mc nel caso delle portate medie e mc nel caso di portate minime) risulterebbe molto al di sopra dei volumi di compenso necessari durante il periodo di irrigazione Si deve anche tenere conto che l apporto idrico delle precipitazioni nel periodo di irrigazione per il manto erboso (somma dei valori medi e minimi delle precipitazioni mensili nel periodo aprile-ottobre) è direttamente utili ai fini irrigui in una percentuale inferiore al totale poiché il valore effettivo di irrigazione deriva: a) dal valore dell infiltrazione influenzato sia dalle caratteristiche di permeabilità dei terreni sia dal tipo di vegetazione; b) dal valore del deflusso superficiale influenzato dalla morfologia del terreno, dall uso del suolo e dalle condizioni climatiche; c) dall evento meteorico in relazione alla sua intensità, durata, periodo in cui avviene e condizioni climatiche. I restanti apporti idrici piovuti nel periodo invernale, possono essere invece immagazzinati negli invasi per il successivo riuso a fini irrigui nei periodi di deficit idrico. Anche questi volumi saranno raccoglibili in una percentuale inferiore al totale poiché il loro sfruttamento è sempre influenzato in maniera complementare dai parametri anzidetti: valore dell infiltrazione; valore del deflusso superficiale; tipologia dell evento meteorico. 150

151 Mesi Stima della necessità di compensazione idrica relativa al periodo di irrigazione Fabbisogno idrico della superficie irrigua (mc) Precipitazioni atmosferiche medie sulla superficie irrigua (mc) Precipitazioni atmosferiche minime sulla superficie irrigua (mc) Necessità di compensazione teorica rispetto alle precipitazioni medie (mc) Necessità di compensazione teorica rispetto alle precipitazioni minime (mc) Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Totale periodo Aprile - Ottobre Totale periodo Novembre-Marzo Nota: il calcolo è stato effettuato considerando che 10 mm di pioggia corrispondono a 10 l di acqua su una superficie di 1 mq In prima approssimazione tale deficit risulterebbe quindi compensabile dai volumi di acqua accumulabili: considerando una ipotesi di accumulo all incirca intermedia rispetto alle ipotesi di compensazione con precipitazioni medie e minime, gli invasi da prevedere dall intervento potrebbero presentare una volumetria complessiva di invaso di circa mc (comunque dimensionata per supportate l esigenza idrica legata ai mesi più critici di luglio ed agosto) 12. Considerando una profondità massima degli invasi di circa 2 m, sarebbe quindi possibile stimare una superficie potenziale massima occupabile dagli invasi pari a mq, corrispondenti a circa il 3% del totale della superficie interessata dall intervento. La consistenza di tali possibilità di accumulo, sembra evidenziare che le necessità irrigue del campo da golf potrebbero essere soddisfatte in larga parte effettuando solo un limitato emungimento dalla falda. Considerando la significativa necessità di invaso, tale situazione rappresenta comunque una soluzione teorica di riferimento: nell applicazione progettuale, come verrà esplicitato nel seguito della presente trattazione, sarà comunque presa in considerazione anche la disponibilità idrica derivante dalla presenza di alcuni pozzi nonché dal recupero delle acque reflue opportunamente depurate. A conclusione della trattazione, svengono fornite anche alcune indicazioni relative al ciclo di prelievo irriguo. Nel periodo di riferimento (aprile-ottobre), l'irrigazione prevede cicli con frequenza giornaliera o 12 Si tenga presente che la progettazione dei bacini idrici deve rispettare le norme previste dalla Legge Regionale n 64 del 5 novembre Sono esclusi dalla disciplina di tale normativa i bacini di accumulo ricavati mediante semplice escavazione del piano di campagna e che risultano sprovvisti di rilevato o di altra struttura di ritenuta, ad eccezione dei casi in cui tali impianti sono situati in prossimità di pendii, scarpate, ovvero di particolari conformazioni del terreno che determinano la formazione di un corpo terroso assimilabile ad una struttura di ritenuta e i manufatti di altezza non superiore a due metri che determinano un accumulo di acqua di volume non superiore a metri cubi. 151

152 superiore. Nella tabella seguente è indicato il numero di giorni in cui si prevede di irrigare il campo, suddivisi per ogni mese. Indicazione dei giorni di irrigazione su base mensile Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre In caso di assenza di precipitazioni, quindi, una volta ogni n giorni, viene fornito un volume di acqua pari alla quantità di irrigazione su scala mensile diviso per il numero di cicli che intendono adottare. Nel caso che la media delle precipitazione negli n giorni precedenti ecceda il fabbisogno irriguo, l'irrigazione risulta nulla. Qualora la media delle precipitazioni non ecceda il fabbisogno, viene fornito il volume che, sommato a quello della precipitazione, porta al raggiungimento del fabbisogno sull'area. Nei primi mesi i laghi si mantengono pieni, in quanto in tale periodo il fabbisogno irriguo è inferiore della portata disponibile negli invasi. In questo periodo, quindi, anche se nel periodo invernale i laghi non si fossero riempiti sarebbe comunque possibile portarli eventualmente a riempimento attraverso l emungimento da pozzo. In relazione alla situazione dei pozzi presenti nell area di riferimento (e descritta nel relativo paragrafo), non è stato attualmente possibile reperire dati certi sull effettiva efficienza, portata di esercizio o sulle caratteristiche idrodinamiche degli acquiferi presenti. In fase di progettazione preliminare, sarà quindi necessario effettuare almeno una prova di portata realizzata all interno dell unico pozzo attualmente attivo (per cui è attualmente ipotizzata una portata di circa 3 l/s), assieme ad una campagna di misure freatimetriche eseguite all interno dell area, da effettuare attraverso piezometri a tubo aperto. Ai fini della presente relazione, si stima dunque plausibile valutare cautelativamente una capacità di esercizio minima necessaria pari a circa 10 l/sec, che si ritiene ottenibile anche tramite idoneo adeguamento delle caratteristiche costruttive del pozzo presente 13. Tutto questo premesso, anche se gli acquiferi profondi che verranno intercettati potranno essere di limitato spessore e potranno non avere un elevata continuità laterale, si può comunque cautelativamente asserire che le riserve disponibili di acqua presenti al di sotto dei terreni interni all area di progetto, non saranno compromesse significativamente dalle quantità eventualmente richieste in 13 In particolare, l efficienza del sistema pozzo-acquifero potrà comunque essere massimizzata tramite degli accorgimenti di adeguamento costruttivo che possono essere di seguito riassunti: - I pozzi dovranno essere di grande diametro ( mm) e realizzati con metodologia a circolazione inversa di fanghi o percussione, il tubo d esercizio sarà al minimo di 200 mm, dotato di filtri a spirale continua tipo Johnson o micro-fessurati, posizionati all altezza degli acquiferi da sfruttare. Il dreno sarà costituito da ghiaietto siliceo calibrato del Ticino, da posizionare in corrispondenza del tratto di tubo filtrato. Il filtro ed il dreno dovranno essere idoneamente dimensionati in relazione alla granulometria degli acquiferi attraversati. La porzione superficiale dovrà essere cementata ed idonei tamponi dovranno essere inseriti per isolare l acquifero da sfruttare. - Al termine dei lavori e dopo lo sviluppo e lo spurgo dei pozzi, dovranno essere realizzate idonee prove di portata per determinare la portata di esercizio e prove di portata a lunga durata per definire le caratteristiche idrodinamiche dell acquifero ed il raggio d influenza dell opera stessa. - La pompa dovrà essere posizionata alla quota ritenuta più opportuna ed idoneamente dimensionata in relazione alla portata di esercizio ed al livello piezometrico. 152

153 situazioni di emergenza necessarie per soddisfare il bilancio idrico degli invasi. Tenendo comunque presente che le stime fin qui effettuate presentano comunque un certo grado di incertezza. In ragione di quanto sopra esposto, sarà comunque previsto un idoneo sistema di monitoraggio del pozzo come sarà descritto nel capitolo del presente rapporto dedicato al monitoraggio dell intervento. Tra maggio e giugno, in funzione delle precipitazioni eventualmente presenti in questo periodo, il fabbisogno irriguo viene compensato da parte dei volumi dei laghi, che di conseguenza cominciano a diminuire fino a settembre quando il minore fabbisogno e le maggiori precipitazione invertono il trend e i volumi cominciano a risalire. Altro aspetto da sottolineare è la possibilità di migliorare la strategia di gestione accettando un livello dei laghi inferiore in primavera e in inverno, prevedendo la possibilità di attingere in misura maggiore per brevi periodi dell'anno durante eventuali periodi di siccità e crisi idriche e/o accettando di ridurre il quantitativo da fornire, anche solo in alcune zone del campo da gioco, considerando di utilizzare un manto erboso in grado di sopportare fenomeni di stress termico e idrico. E quindi possibile evidenziare che: - nei mesi di marzo e aprile è accettabile mantenere i laghi ad un livello al di sotto di quello massimo, in modo da poter immagazzinare eventi piovosi di una certa entità che, se fossero pieni gli invasi, andrebbero persi; - nel mese di ottobre e, nel caso di annate non particolarmente siccitose, in settembre (almeno verso fine mese), anche in funzione di quanto espresso al punto precedente, potrà essere possibile limitare il prelievo dagli invasi in considerazione della elevata piovosità media di tali mesi e in quelli successivi, nonché del fatto che in tale periodo di riposo o minor crescita vegetativa, la stima di assenza di deflusso dalle aree non irrigate, risulta probabilmente troppo cautelativa (in altre parole il deflusso da precipitazioni meteoriche risulta probabilmente maggiore). Le indicazioni di gestione descritte ai punti precedenti potrebbero tradursi in risparmi di diverse migliaia di metri cubi. 153

154 Fabbisogno idrico ad uso potabile L approvvigionamento di acqua potabile avverrà tramite acquedotto e non graverà pertanto sulle falde presenti nell area di intervento. Il fabbisogno giornaliero complessivo di acqua potabile, considerando un fabbisogno giornaliero standard di 180 l/ab/giorno sia per i 500 abitanti residenziali che per le 150 presenze turistiche ed un fabbisogno giornaliero di 75 l/ab/giorno (dotazione standard per gli uffici) per i circa 200 addetti, è quantificabile in 135 mc/giorno 14 (oltre mc/anno). Dal momento che tutte le strutture di progetto saranno dotate di circuiti duali, l acqua da attingere dal pubblico acquedotto potrà essere utilizzata solamente per gli usi alimentari, le docce, i lavandini ed i bidet, e non invece per le cacciate dei wc e per gli usi non alimentari per i quali sarà utilizzata l acqua di recupero delle acque meteoriche direttamente dalle coperture immagazzinandola previo trattamento di filtrazione in serbatoi opportunamente dimensionati. Di conseguenza, si può ipotizzare una riduzione del 50% del fabbisogno di cui sopra. Al fine di mitigare l'impatto potenziale legato a questo prelievo, con l Ente gestore sono in corso di definizione misure di mitigazione riguardanti il completamento/adeguamento della rete acquedottistica prima della realizzazione del golf, ovvero al rinvenimento di un'altra fonte adeguata a coprire i consumi stimati e di realizzare serbatoi in grado di consentire la continuità dell'approvvigionamento per almeno 3 giorni consecutivi (es. realizzare un pozzo di soccorso che potrà sopperire, nei periodi di punta - mese di agosto - alle possibili esigenze o far fronte a guasti e fermi di un qualsiasi altro pozzo esistente che alimenta l acquedotto, per garantire a tutti il servizio pubblico). Inoltre, la soluzione proposta potrà prevedere, come comunemente si fa per le altre attività similari, di attingere l acqua dall acquedotto nelle ore notturne con valvole temporizzate tali da garantire all ente gestore opportuni tempi di presa, non conflittuali con le altre attività residenziali, immagazzinando l acqua in depositi da ridistribuire mediante autoclavi con una rete interna. Complessivamente, l impatto sulla risorsa idrica può ritenersi molto significativo ed a carattere permanente. 14 Il valore in oggetto è in linea al dato ISTAT pubblicato per il triennio ( ), secondo cui il consumo medio è di 152 mc anno per abitante equivalente, pari ad una necessità di 152 mc complessivi giorno. Ne consegue che il valore stimato per l intervento collima con quanto risultante dalle rilevazioni statistiche. 154

155 Smaltimento acque reflue Gli scarichi di acque reflue legate all intervento sono associate essenzialmente alla quota di presenze residenziali ed a quelle turistiche più specificatamente legate all attività golfistica. L'immissione nel reticolo idrico superficiale di scarichi, seppure preventivamente trattati, provenienti dagli insediamenti previsti comporterebbe effetti ambientali significativi, in quanto il reticolo idrico presente è costituito da portate esigue nel periodo di scarsa o nulla piovosità, periodo che in prevalenza coinciderebbe con la stagione di punta del carico d'utenza, pur essendo le portate scaricate di modesta entità. Per questo motivo si ritiene importante evitare lo scarico dell'effluente direttamente nei ricettori finali. Le utenze di tipo domestico, pari a 500 abitanti equivalenti, si prevede che siano allacciate alla fognatura pubblica che andrà ad interessare il depuratore di Mocrone. I flussi (l/s) di acque nere provenienti dalle nuove realizzazioni che andranno ad interessare gli scarichi fognari possono essere calcolati con la formula seguente: (ab.eq. x 150 l/giorno x 0,8) / x 2,25 = 1,56 l/s Come già evidenziato nell analisi di contesto, sia lo stato della rete fognaria che la capacità depurativa del depuratore non appaiono in grado di sostenere i nuovi carichi a regime; per tale motivo, con l Ente gestore sono in corso di definizione misure di mitigazione riguardanti il completamento/adeguamento della rete fognaria preliminarmente alla realizzazione dell intervento residenziale e il potenziamento dell attuale depuratore rispetto al quale è allo studio anche una soluzione che potrebbe richiederne uno spostamento ad una posizione più distante rispetto al versante del Torrente il Piano ma comunque ancora prospiciente all attuale stazione elettrica. Le utenze turistiche (150 ab.eq.) ed il personale (40 ab.eq. considerando 1 ab.eq. ogni 5 unità di personale), pari ad un totale di 190 ab.eq., saranno invece allacciate ad un sistema di fitodepurazione. La fitodepurazione delle utenze domestiche e di quelle assimilabili alle utenze domestiche (alberghi, residenze turistico alberghiere, campeggi, villaggi turistici, residence, case per ferie, ostelli della gioventù, aree di sosta camper con un carico minore o uguale ai 200 ab.eq.) rientra tra i trattamenti appropriati stabiliti dalla normativa regionale ai sensi del DPGR n. 76/R del 17 dicembre Le aree umide artificiali possono offrire un buon grado di controllo, permettendo una precisa valutazione della loro efficacia sulla base della conoscenza della natura del substrato, delle tipologie vegetali e dei percorsi idraulici. Oltre a ciò le zone umide artificiali offrono vantaggi la flessibilità nel dimensionamento e nelle geometrie e, più importante di tutto, il controllo dei flussi idraulici e dei tempi di ritenzione. Inoltre, in linea con i criteri generali per gli impianti di nuova realizzazione del DPGR n. 76/R, la fitodepurazione è un trattamento impiantistico che: - riduce le risorse energetiche necessarie al funzionamento dell impianto; - presenta il minor impatto paesaggistico; - offre prestazioni depurative utili ad un eventuale riuso delle acque. 155

156 L attuale ipotesi progettuale è stata dunque mirata al risparmio, al recupero e al riutilizzo della risorsa idrica, in un ottica di gestione sostenibile del ciclo delle acque. A questo fine, in linea generale è stato previsto: - il trattamento ed il recupero delle acque di scarico meno inquinate (tutte le acque grigie, ad esclusione delle cucine) tramite un sistema di fitodepurazione a flusso sommerso orizzontale e sviluppato su due vasche in parallelo in modo da migliorare la ripartizione dei flussi e agevolare eventuali operazioni di manutenzione senza interrompere totalmente l impianto; - la depurazione delle acque nere e delle grigie rimanenti tramite un sistema di fitodepurazione; l effluente verrà poi smaltito in corpo idrico recettore. La scelta di separare i trattamenti di acque grigie e nere deriva dal fatto che le acque grigie si depurano molto più velocemente delle acque nere 15. Le acque grigie contengono solo 1/10 dell azoto totale (oltretutto essendo per il 50% azoto organico, può quindi essere facilmente fissato ed utilizzato da piante), meno della metà del carico organico rispetto alle acque nere, mentre la presenza di patogeni è molto più ridotta. Le acque grigie costituiscono il 70-80% delle acque reflue scaricate e possono quindi fornire ulteriori volumi disponibili per irrigazione, lavaggio strade ed altri usi compatibili, oltre a coprire i consumi delle cassette dei WC previa disinfezione con filtri UV. Viceversa trattare le acque reflue congiuntamente con l obiettivo del riutilizzo richiederebbe superfici maggiori e una maggiore complicazione impiantistica, dovendo generalmente ricorrere a sistemi di fitodepurazione ibridi che combinano sistemi a flusso sommerso verticale (maggiormente efficaci per i processi di nitrificazione spinta del refluo) ed orizzontale. Il sistema può essere schematizzato nella figura seguente: 15 Le acque nere contengono infatti sostanze organiche che hanno subito uno dei processi degradativi più efficienti in natura, quello del tratto gastro-intestinale umano. E quindi facilmente comprensibile che i residui di tale processo non si possano decomporre velocemente una volta inseriti in acqua, ambiente non consono alla popolazione batterica in essi contenuta. Ad esempio, in cinque giorni di processo biologico degradativo della sostanza organica, solo il 40% della sostanza organica presente nelle acque nere subisce una completa mineralizzazione, mentre nel caso delle acque grigie si raggiunge nello stesso periodo una rimozione del 90%. Questo rapido decadimento della sostanza organica presente nelle acque grigie può essere spiegato con l abbondanza di zuccheri, proteine e grassi, facilmente disponibili alla flora batterica, caratteristica di questa tipologia di reflui. 156

157 Il trattamento primario consentirà la sedimentazione del materiale grossolano trasportato dallo scarico oppure la separazione di materiale che tende ad affiorare: grasso, olio, sapone, ecc. In pratica il trattamento primario produrrà una chiarificazione del liquame riducendone il carico inquinante. Saranno adottate due vasche Imhoff in parallelo e, per quanto riguarda le acque grigie, saranno previsti degrassatori statici a piè d utenza. Fitodepurazione a flusso sub-superficiale orizzontale SFS-h Il trattamento previsto è di tipo biologico, e sfrutta letti di terreno saturo (ghiaia e sabbia) contenuto in vasche o vassoi assorbenti in cui si sviluppano piante acquatiche. L alimentazione è continua ed il livello del liquido in vasca è stabilito da un sistema di regolazione contenuto nel pozzetto d uscita. La depurazione avviene per: - azione diretta delle piante, le cui radici favoriscono la biodiversità delle colonie batteriche, trasferiscono ossigeno agli strati interni del materiale di riempimento creando un alternanza di zone aerobiche ed anaerobiche, mantengono nel tempo la conducibilità idraulica del sistema; - azione dei batteri biodegradatori, risultato della formazione di una pellicola biologica attorno ai grani di riempimento tipica dei sistemi a biomassa adesa; - fenomeni di filtrazione, adsorbimento e precipitazione chimica tipici dei sistemi di filtrazione I sistemi HF o SFS-h (flusso sommerso orizzontale) sono costituiti da vasche contenenti materiale inerte con granulometria prescelta al fine di assicurare una adeguata conducibilità idraulica (i mezzi di riempimento comunemente usati sono ghiaia e pietrisco); tali materiali inerti costituiscono il supporto su cui si sviluppano le radici delle piante elofite (ad esempio, è comunemente utilizzata la Phragmites australis). Le vasche devono essere opportunamente isolate dall ambiente circostante mediante un sistema di impermeabilizzazione (membrane sintetiche, argilla, etc.). Il flusso idraulico dei liquami rimane costantemente al di sotto della superficie e scorre in senso orizzontale grazie ad una leggera pendenza del fondo del letto; in tal modo non si ha nessun problema di diffusione di cattivi odori o proliferazione di insetti. Sistema a flusso sommerso orizzontale Sulla superficie verranno sistemate le piante: macrofite radicate emergenti (elofite). Si veda in proposito la tabella riportata a seguire. La pendenza del fondo del letto sarà pari circa all 1%. 157

158 Parametri di progetto per i sistemi SFS-H: 158

159 Messa in esercizio La tenuta del bacino sarà tale da assicurare la protezione della falda freatica da un possibile inquinamento ma anche dalle acque meteoriche. Dovrà essere disposto inoltre un pozzetto di ispezione a valle della fossa Imhoff (o settica) per poter controllare il buono scorrimento del liquido e la sua ripartizione nel vassoio assorbente. Un pozzetto d ispezione posizionato a valle dello stesso letto assorbente per poter prelevare campioni dei liquami. Accorgimenti Dovrà essere effettuata la periodica manutenzione della vegetazione (corrispondente ad un taglio annuale da effettuarsi prima della ripresa della stagione vegetativa). Sarà prevista inoltre una accurata gestione del sistema di trattamento primario con periodico allontanamento dei fanghi di risulta. In particolare, come sarà evidenziato nel capitolo relativo al monitoraggio, ai sensi del DPGR n. 76/R del 17 dicembre 2012 dovrà essere attivato un piano di manutenzione ed autocontrollo, in modo che i parametri delle acque in uscita dal trattamento risultino conformi a quanto dalla vigente legislazione in materia. Allo scopo di verificare gli abbattimenti previsti, il progetto esecutivo dell intervento dovrà essere comunque predisposto coerentemente con le linee guida ARPAT 2008, nonché con la L.R. 50/2011 e assoggettato all ASL competente in sede di permesso di costruire. 159

160 Utilizzo di nitrati, fertilizzanti e sostanze chimiche Risulta evidente che l elemento più importante per il tappeto erboso è l azoto. Il fabbisogno azotato è in genere suddiviso in più distribuzioni (minimo sei sulle superfici a più intensa attività manutentiva), le dosi sono piuttosto contenute, al fine di ridurre le perdite per lisciviazione e/o scorrimento superficiale, e infine si fa largo uso di vettori azotati a lenta cessione che rilasciano l azoto gradualmente nel tempo, riducendo ulteriormente i rischi di dilavamento. Inoltre, occorre considerare che la stagione vegetativa dei tappeti erbosi è estremamente ridotta (maggio/settembre nella migliore delle circostanze). Volendo operare una stima di massima dei quantitativi di azoto, si può fare riferimento ai valori di riferimento riportati nella tabella riportata di seguito: tali valori sono una sintesi dei parametri generalmente riportati negli studi e nelle applicazioni di settore. Impieghi annui di fertilizzanti inorganici (kg/ha), fitofarmaci (kg/ha) e acqua (me/ha) in un campo di golf e in alcune colture agrarie più diffuse Utilizzazione azoto fosforo potassio fitofarmaci (N) (P20) (K20) (P.A.) green tee fairway semi-rough rough valori totali per campo 18 buche (media per ettaro) melo pioppo grano tenero mais barbabietola prato polifita non irr pascolo In relazione all intervento in oggetto, considerando un valore medio di azoto di 125 kg/ha per i fairways, di 250 kg/ha per i greens e per i tees, di 70 kg/ha per i semi-rough, si ottiene un valore teorico di azoto necessario pari a: 125*15+250*2,4+70*12 = kg/anno di azoto Tale valore è in linea con lo studio Consumi totali di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci di 16 percorsi di golf in Pianura Padana (media 2004/2006) di P.Croce, A. De Luca, M. Mocioni, ripreso nel precedente paragrafo relativo al fabbisogno idrico ad uso irriguo, in cui, si evidenzia come per un campo da golf con una superficie complessiva di oltre 70 ettati, sia necessario un consumo di azoto pari a kg/anno. Lo studio ed i valori riportati nella precedente tabella evidenziano anche che, raffrontando un campione di 16 campi da golf con i dati relativi all attività agricola nel Nord Italia, i consumi medi di fertilizzanti 160

161 sono quasi tutti a favore del golf (impiego di azoto 26% circa rispetto all agricoltura; impiego di fosforo 14% circa rispetto all agricoltura; impiego di potassio 39% circa rispetto all agricoltura; impiego di erbicidi 42% circa rispetto all agricoltura; impiego di fungicidi 58% circa rispetto all agricoltura; impiego di insetticidi 117% circa rispetto all agricoltura). Ciò è spiegabile con il fatto che le modalità di distribuzione dell azoto sono completamente diverse, rispetto a quelle delle colture agricole. Classici fertilizzanti azotati ad uso agricolo quali, solfato ammonico, nitrato ammonico, urea, nitrato di calcio, ad alto rischio di lisciviazione in falda, sono utilizzati in casi assai sporadici se non addirittura eccezionali. Inoltre, eccessi azotati sono assai dannosi al tappeto erboso e alla gestione manutentiva in genere in quanto comportano: - Maggiori consumi idrici e quindi maggiori costi. - Maggiore predisposizione ad attacchi di crittogame. - Riduzione della tolleranza al logorio. - Riduzione della tolleranza a stress biotici (es. estremi termici). - Necessità di incrementare la frequenza dei tagli (quindi maggiori costi). Per ciò che concerne il fosforo, peraltro responsabile di molti fenomeni di eutrofizzazione delle acque superficiali e di falda, si può affermare che non esiste neanche confronto tra tappeto erboso e agricoltura. Ciò in quanto tale elemento, peraltro essenziale al momento della semina e nelle primissime fasi di insediamento del tappeto erboso, non ha praticamente altro utilizzo in copertura, se non in forma sporadica al momento di alcune operazioni di aerificazione. Il potassio è invece elemento molto utilizzato, in quantità simili a quelle azotate. Anche in questo caso il quantitativo complessivo è pari a circa un quarto - un mezzo rispetto a quello utilizzato dalle più comuni colture agricole. Inoltre il frazionamento distributivo è, analogamente all azoto, assai elevato. Volendo operare una stima dei quantitativi di fosforo e potassio nel caso dell intervento in oggetto, operando in modo analogo con quanto fatto per l azoto, si ottengono i seguenti valori: 30*15+30*2,4+30*12 = 472 kg/anno di fosforo 90*15+190*2,4+60*12 = kg/anno di potassio Anche tali valori risultano sostanzialmente in linea con lo studio sopra citato. Nelle tabelle di seguito viene riportata una classificazione delle principali famiglie di fertilizzanti a base di azoto e di fosforo utilizzati per i tappeti erbosi. 161

162 Classificazione dei principali tipi di fertilizzanti azotati. Fonte: Linee guida generali per una manutenzione ecocompatibile dei percorsi di golf italiani 162

163 Si deve, infine, segnalare che una quota significativa della superficie non recepisce le proprie acque al reticolo superficiale, ma al sistema degli invasi, quindi il quantitativo di nutrienti effettivamente rilasciato al reticolo naturale deve essere ulteriormente ridotto. L'aspetto sopra esposto rende necessario valutare il rischio di eutrofizzazione dei laghetti. Tra gli aspetti significativi occorre segnalare quanto segue: - il contenuto di nutrienti, distribuito con molte applicazioni, rende probabilmente minore l'afflusso rispetto a quello che si realizzerebbe da parte di colture agricole; - l'acqua è ricambiata regolarmente nel periodo estivo a mezzo dei prelievi e dei reintegri da falda; - l'area è costantemente presidiata potendo intervenire ai primi segnali di eutrofizzazione con le comuni metodologie di recupero. In ragione di quanto sopra elencato, si ritiene basso il rischio di eutrofizzazione dei laghi, pur non potendolo escludere a priori a fronte di eccezionali condizioni climatiche. Per quanto riguarda l'utilizzo di composti chimici, vale in larga misura quanto espresso per i fertilizzanti. L'utilizzo di erbicidi non è previsto, l'utilizzo di funghicidi e insetticidi potrà essere previsto solo in via eccezionale e limitato principalmente a green e collars. Ciò nonostante, i prodotti previsti sono potenzialmente inquinanti, quindi è necessario contenerne per quanto possibile l'utilizzo. Si precisa che analoghi problemi, con rilevanza maggiore, si avrebbero anche nel caso di colture agrarie, anche se in questo caso la modalità di conduzione può portare a significative riduzioni dell'impatto. In definitiva, il golf potrà produrre un rilascio di azoto e altri fertilizzanti maggiore rispetto allo scenario incolto, in cui tale rilascio è nullo, ma contenuto e probabilmente sensibilmente inferiore a quello delle colture agricole tipiche dell'intorno, anche se la modalità di conduzione dell'attività agricola può portare a variazioni significative nell'impatto. Inoltre, il fatto che i nutrienti possano essere forniti con un numero di applicazioni attraverso la definizione di un piano specifico di fertilizzazione, potrà ridurre i quantitativi dispersi. La tematica rimane, comunque, rilevante e richiederà, come sarà indicato nel capitolo relativo all introduzione di misure di mitigazione, la definizione di un piano di fertilizzazione contenente anche adeguate misure di controllo e monitoraggio. 163

164 Pericolosità idraulica e geomorfologica In riferimento agli aspetti geomorfologici le indagini hanno evidenziato per l area (depositi alluvionali terrazzati, incoerenti ed eterogenei, con acclività minore del 5%) presenta un grado di pericolosità geomorfologica basso (G1). Data la morfologia pianeggiante del sito occorre considerare i potenziali fenomeni di ristagno che, seppur limitati e temporanei, potrebbero manifestarsi per la presenza di orizzonti argillosi superficiali che limitando la permeabilità superficiale impedirebbero una efficace filtrazione delle acque meteoriche in profondità. In riferimento agli aspetti idraulici si evidenzia che l elemento di maggiore rilevanza è rappresentato dal Fosso del Piano che segna approssimativamente il confine settentrionale dell area di golf. Come già evidenziato, sono inoltre presenti due fossi minori. Come già riferito nel relativo paragrafo contenuto nell analisi di contesto, in mancanza di una specifica normativa vincolistica dell Autorità di bacino del F. Magra in termini di fascia di rispetto, è stabilita una fascia di rispetto, misurata dal limite più esterno fra le sponde ed il limite demaniale, o dal piede arginale esterno, pari a: - 10 metri se ricadenti nel reticolo idrografico secondario non studiato; - 20 metri se ricadenti nel reticolo idrografico minuto. Nelle aree ricomprese nelle fasce di tutela assoluta è possibile attribuire un grado di Pericolosità idraulica molto elevato (I.4) Fermo restando quanto disposto dal T.U. n. 523/04, la fascia di rispetto di cui alle lettere a), b) e c) del comma 1 può essere sostituita, anche su proposta degli enti locali, dalla perimetrazione delle aree inondabili, determinate sulla base di studi idraulici redatti secondo i criteri di cui all Allegato n. 5 del PAI, con eventuale individuazione della fascia di riassetto fluviale perimetrata secondo la definizione di cui all art.5, comma 11. Gli esiti di tali studi costituiscono aggiornamento della Carta della pericolosità idraulica. Nelle aree non ricomprese nelle fasce di tutela assoluta è invece possibile attribuire un grado di Pericolosità idraulica basso (I.1). 164

165 Movimentazioni terre L area di intervento dovrà essere oggetto di opportune modellazioni tese a configurare i percorsi secondo i profili necessari per il gioco del golf e per la raccolta delle acque meteoriche nel previsto sistema di drenaggio. Tali modellazioni consisteranno in limitati movimenti terra, nell ordine di +300 cm e 50 cm rispetto al piano di campagna esistente, eccezion fatta per i bacini, che comporteranno scavi leggermente più consistenti (massimo 5 metri), ma con riferimento al solo fondo delle vasche, che saranno conformate con un andamento digradante (in modo cioè che le pendenze dei versanti risultino pari al 33%). È inoltre opportuno evidenziare che questi movimenti altimetrici saranno prevalentemente limitati alla sola area golfistica (partenze, percorsi ed arrivi), interessando invece in minor parte gli ambiti naturalistici e seminaturalistici contermini. Gli scavi più consistenti riguarderanno come accennato i bacini, per una volumetria di scavo pari a circa mc. È importante sottolineare che il terreno scavato per la realizzazione dei bacini verrà interamente reimpiegato in sito per la modellazione dei percorsi golfistici. A questi scavi si sommeranno gli ulteriori sterri necessari per i greens, i fairways e i tees. Anche questo terreno sarà riutilizzato per i riporti. Per quel che concerne gli scavi per le canalizzazioni e per gli impianti tecnologici, la terra scavata verrà in parte riutilizzata per ricoprire gli scavi effettuati. La parte restante sarà reimpiegata per modellare il terreno intorno ai fabbricati, che, come misura in favore di sicurezza rispetto al rischio idraulico, saranno rialzati di circa 100 cm rispetto al piano di campagna esistente. Anche il terreno di scavo delle fondazioni degli edifici (concepite a platea e a travi rovesce) verrà impiegato allo stesso fine. Grazie a questa impostazione, anche il bilancio delle terre per la realizzazione di infrastrutture e fabbricati risulterà pari a zero. Complessivamente le quote di progetto non modificano l esistente in maniera significativa. Le attuali pendenze dei versanti potranno essere modificate in corrispondenza degli interventi (buche, costruzioni, campo pratica), ma generalmente in maniera contenuta e poco apprezzabile. A quanto sopra appare opportuno aggiungere che, anche a livello operativo, la modalità di realizzazione delle buche sarà improntata alla massima economia di mezzi e di impatti. Come meglio descritto nella verifica inerente la cantierizzazione, le buche verranno infatti realizzate in sequenza, in modo che una volta terminata l attività di modellazione su un percorso si passi al successivo. Questo implica che il bilancio degli sterri e riporti potrà risultare in sostanziale pareggio non solo con riferimento al comparto nel suo assieme, ma anche per ciascuna singola buca. In tal modo le movimentazioni di materiale all interno del cantiere saranno contenute al minimo. 165

166 Assetto vegetazionale Da un punto di vista degli effetti dell intervento sull assetto vegetazionale, in termini generali è possibile evidenziare principalmente l impatto legato all eliminazione diretta della vegetazione nell ambito del percorso di gioco e l impatto legato all alterazione della composizione naturalistica complessiva che attualmente caratterizza l area di intervento. A tale proposito, di seguito si riporta una valutazione di tali impatti rispetto alle principali unità ecosistemiche che sono state individuate nello Studio di approfondimento agronomico, forestale ed ambientale richiamato nell analisi di contesto (paragrafo 2.1.2) di cui al presente documento e che saranno interessate dall intervento. Siepi e filari campestri La realizzazione dei percorsi e delle aree da golf determinerà l eliminazione di parte dei popolamenti di siepi e filari campestri rilevati all interno dell area di riferimento. Lo studio agronomico ha comunque evidenziato che tale unità eco sistemica non presenti specie dotate di particolare interesse botanico o naturalistico. In relazione allo stato fitosanitario complessivo è stato inoltre rilevato come la massiccia competizione esercitata soprattutto dalle specie infestanti arboree ed arbustive a causa dell assenza d interventi gestionali dovuta al progressivo abbandono delle aree agricole, stia compromettendo in modo sostanziale l accrescimento e lo sviluppo delle biocenosi che spesso presentano uno stato di degrado più o meno avanzato. Bosco misto a prevalenza di latifoglie mesofile e mesotermo Lo studio agronomico ha evidenziato come, in un area centrale al perimetro dell intervento, sia presente un area residuale di bosco mesofilo planiziale che, nonostante si trovi in condizioni fitosanitarie e selvicolturali critiche e non presenti specie dotate di valore naturalistico o caratterizzate da uno sviluppo vegetativo qualitativamente interessante, presenta un livello di diversità e complessità biologica significativo rispetto alla matrice agricola in cui è inserito poiché contiene specie botaniche appartenenti a fitoconsociazioni tipiche del bosco di pianura e costituisce habitat elettivo per l insediamento di popolazioni faunistiche che prediligono ambienti maggiormente riparati rispetto alle radure agricole. Considerando che, nell ambito di aree planiziali dominate dalle prospettive orizzontali dell agroecosistema, la presenza di un tassello boschivo costituisce un importante elemento di verticalità che scandisce l agroecosistema ed incrementa la biodiversità paesaggistica, l assetto attuale dell intervento ha previsto la conservazione di tale ambito boschivo. Questo ambito boscato quindi, andrà ad aggiungersi al bosco misto a prevalenza di castagno presente nell area del geotopo Il Monte, rilievo ubicato nella porzione orientale dell U.T.O.E. n. 4 Cà Madonna al di fuori del perimetro di intervento. 166

167 Biocenosi ripariali L intervento, tra le misure compensative, prevede la realizzazione di un area verde con funzione di filtro ambientale lungo tutto il tracciato del Torrente Il Piano e degli altri fossi che vi afferiscono. Le biocenosi rilevate nelle aree di saggio eseguite in prossimità dei corsi d acqua presentano un numero esiguo di specie tipiche degli habitat umidi (ontano nero, pioppi, cariofillata dei rivi), mentre gran parte delle essenze del piano arboreo ed arbustivo sono tipiche del bosco mesofilo planiziale o, addirittura, delle siepi e filari campestri. Questo è causato innanzi tutto dalla sezione antropica dell alveo (ossia con argini verticali per lo più costituiti da muretti a secco) ed alla sua relativa profondità che non consentono l insediamento di habitat umidi di transizione; in secondo luogo, la presenza di portate relativamente ridotte per gran parte dell anno non consente l insediamento di cenosi ripariali strutturate e dotate del caratteristico bacino di biodiversità. Inoltre, lo stato fitosanitario complessivo, pur vedendo variazioni consistenti tra un area di saggio e l altra, si presenta complessivamente compromesso. Le biocenosi rilevate non presentano specie dotate di valore naturalistico o caratterizzate da uno sviluppo vegetativo qualitativamente interessante. Da tale punto di vista, l intervento potrà quindi concorrere ad un miglioramento qualitativo e quantitativo dello strato arboreo complessivo degli ambiti ripariali ed all eliminazione delle specie infestanti di tipo arbustivo, arboreo e rampicante attualmente presenti. Gli esemplari arborei di pregio Nonostante non costituiscano specificatamente una unità eco sistemica, lo Studio agronomico ha operato un censimento degli esemplari arborei di pregio presenti all interno dell area di intervento. Ad eccezione di un pioppo nero (Populus nigra), gli esemplari arborei monumentali rilevati sono tutti costituiti da farnie (Quercus robur). Essi sono localizzati per lo più nella porzione centrale dell area oggetto d intervento; ad eccezione di un solo individuo, tutti gli esemplari arborei rilevati appartengono ai filari campestri tradizionalmente presenti nell area. Da tale punto di vista, è quindi evidente che l intervento comporterà la rimozione di un numero significativo di tali esemplari. A tale proposito, come sarà evidenziato all interno del capitolo relativo alle misure di mitigazione, poiché la presenza di elementi verticali di grande dimensione scandisce l agroecosistema e lo caratterizza fortemente dal punto di vista paesaggistico, l intervento dovrà prevedere un significativo reimpianto di specie coerenti con il contesto locale e con adeguato grado di accrescimento. 167

168 Interferenza con la fauna L impatto sulla componente faunistica è maggiormente legato a fenomeni di disturbo, piuttosto che alla perdita diretta di esemplari. Gli impatti diretti sono derivanti, in fase di costruzione, dagli interventi che comportino la totale asportazione degli habitat interessati e della relativa componente faunistica. In fase di esercizio l impatto diretto è rivolto ad organismi di piccole dimensioni (anfibi, rettili, piccoli mammiferi) per possibili collisioni con macchine operatrici e veicoli, per le quotidiane attività di sfalcio meccanico, per possibili circoscritti effetti tossici dei prodotti antipararassitari (fungicidi ed erbicidi) in prossimità dei greens e dei contigui collars. L impatto indiretto sulla componente faunistica è legato all azione di disturbo provocata dal rumore e dalle attività di cantiere in fase di costruzione e, in fase di esercizio, di prati da sfalcio e di incolti per la costruzione dei manufatti, dalla presenza umana (macchine e operai per la manutenzione, giocatori, pubblico, ecc.), dalla scarsa naturalità del campo da golf (percorso di gioco). L opera in progetto potrebbe provocare, in fase di costruzione e di esercizio, l allontanamento di specie, per azioni di disturbo, con diminuzione dell abbondanza delle popolazioni. In fase di costruzione l impatto sulla fauna è relativo principalmente ai movimenti terra per la costruzione del campo da golf. Tale impatto è diretto (perdita di esemplari) per le specie presenti nelle aree al momento dell intervento. Tenuto conto dell ottima mobilità delle specie, tale impatto è presente soprattutto quando gli interventi (scavi, movimenti terra, tagli della vegetazione, ecc.) vengono effettuati in periodo primaverile-estivo (periodo riproduttivo e di maggior attività biologica) o invernale (per i mammiferi e per gli anfibi). Gli interventi effettuati nei mesi tardo-estivi ed autunnali, da agosto ad ottobre, provocano soprattutto, ma non esclusivamente, l allontanamento degli animali e quindi principalmente un impatto indiretto. 168

169 Assetto paesaggistico Come già evidenziato nell analisi di contesto, l ambito nel quale ricade l area d intervento è un area rurale che presenta ancora elementi di pregio paesaggistico. Si tratta di un area un tempo agricola nella quale sono ancora rintracciabili elementi che costituiscono una risorsa ambientale e paesaggistica importante per la conservazione della memoria storica dell agroecosistema tradizionale. Per una valutazione degli effetti paesaggistici dell intervento è possibile valutare il livello di fragilità della risorsa paesaggistica. In particolare, è possibile attribuire livelli di fragilità paesaggistica bassa, media o alta secondo i criteri (sistemico, vedutistico, simbolico) indicati nella tabella riportata di seguito. Criteri per l attribuzione del livello di fragilità della risorsa paesaggistica Criterio di valutazione Sistemico Vedutistico Simbolico Chiavi di lettura Appartenenza/contiguità a sistemi paesaggistici locali: - di interesse geo-morfologico; - interesse naturalistico; - interesse storico-artistico; - di relazione (tra elementi storico-culturali, tra elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica). Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, linguistico e dei valori di immagine. Interferenza con punti di vista panoramici; Interferenza/congruità con percorsi di fruizione paesistico/ambientale; Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali. Interferenza/congruità rispetto a luoghi rappresentativi dei valori storici e della cultura locale. Per l intervento in oggetto, è possibile ipotizzare un livello di fragilità alta. L attribuzione del livello di fragilità della risorsa paesaggistica è stato definito, rispetto ai parametri indicati nella tabella, dopo aver formulato le seguenti considerazioni per criterio di valutazione: - criterio sistemico: l area appartiene ad un sistema paesaggistico locale di interesse storicoculturale, geo-morfologico o naturalistico-ambientale; il P.S. individua l area come area agricola di pianura; - sono presenti elementi di valore significativi ed obiettivi di qualità specifici da perseguire, derivanti dalla disciplina paesaggistica del PIT della Regione Toscana; - criterio vedutistico: l area risulta visibile rispetto a punti di vista panoramici ed a percorsi di fruizione paesistico/ambientale; - criterio simbolico: l area presenta elementi di interesse dal punto di vista dei valori e luoghi rappresentativi della cultura e della tradizione locale (Via Francigena). In particolare, tra i valori naturali e semi-naturali che maggiormente contraddistinguono l area vi sono: - agroecomosaico legato alla presenza ancora leggibile di attività agro-pastorali di tipo estensivo prettamente rivolte ad un economia di sussistenza; - siepi e filari campestri; 169

170 - bosco di castagno: lembo residuale del castagneto da frutto un tempo diffuso sul territorio al margine del Borgo abitato di Filetto; - bosco mesofilo planiziale: lembo residuale di bosco planiziale tipico della pianura alluvionale del Fiume Magra; - esemplari arborei di valore geobotanico e paesaggistico; - corsi d acqua naturali (Torrente Il Piano ). Tra i valori antropici che maggiormente contraddistinguono l area vi sono: - insediamenti rurali storici di valore storico-paesaggistico; - rete di opere di sistemazione fondiaria quali, principalmente, muretti interpoderali e di assetto spondale dei canali realizzati in pietra posata a secco secondo tecniche tradizionali; - presenza di percorsi storici d importanza turistico-ambientale con particolare riferimento alla via Francigena; - canali irrigui di origine antropica. E possibile, inoltre, determinare una rilevanza degli impatti paesaggistici legati all intervento, secondo tre classi ( lieve, rilevante o molto rilevante ) a seconda dei criteri e dei parametri riportati nella tabella seguente. Criteri e parametri per l attribuzione del livello di rilevanza paesaggistica dell intervento Criterio di valutazione Incidenza morfologica e tipologica Incidenza linguistica: stile, materiali, colori Incidenza visiva Incidenza ambientale Incidenza simbolica Parametri di valutazione a scala locale Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo; Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell intorno; Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici. Coerenza, contrasto o indifferenza dell intervento rispetto all intorno immediato. Disturbo visivo; Armonizzazione delle visuali; Occultamento di visuali rilevanti; Prospetto su spazi pubblici. Alterazione della possibilità di fruizione sensoriale complessiva (visiva, uditiva, olfattiva). Capacità del progetto di rapportarsi convenientemente con le valenze storiche ed i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e loro significato). Per l intervento oggetto di valutazione, è possibile ipotizzare un livello di rilevanza rilevante definito, a seguito della verifica di alcuni tipi di alterazioni che potrebbero avere luogo a seguito della realizzazione dell intervento in oggetto. Nella tabella di seguito, sono stati quindi valutati alcuni dei più importanti tipi di alterazione dei sistemi paesaggistici in cui sia ancora riconoscibile integrità e coerenza di relazioni funzionali, storiche, visive, culturali, simboliche, ecologiche; essi possono avere effetti totalmente o parzialmente distruttivi, reversibili o non reversibili. 170

171 Verifica dei principali tipi di alterazione del contesto paesaggistico in relazione all intervento Intrusione (inserimento in un sistema paesaggistico di elementi estranei ai suoi caratteri peculiari compositivi, percettivi o simbolici) Suddivisione (per esempio, nuova viabilità che attraversa un sistema agricolo, o realizzazione di insediamenti sparsi) Riduzione (progressiva diminuzione, eliminazione, alterazione, sostituzione di parti o elementi strutturanti di un sistema) Eliminazione progressiva delle relazioni visive, storico-culturali, simboliche di elementi con il contesto paesaggistico e con l area e altri elementi del sistema Concentrazione (densità di interventi a particolare incidenza paesaggistica in un ambito territoriale ristretto) Interruzione di processi ecologici e ambientali di scala vasta o di scala locale Deconnotazione (quando si interviene su un sistema paesaggistico alterando alcuni caratteri costitutivi) x x - Legenda + Incidenza positiva + + Incidenza molto positiva x Incidenza poco significativa - Incidenza negativa - - Incidenza molto negativa La combinazione della fragilità della risorsa paesaggistica con la rilevanza degli impatti paesaggistici, permette così di identificare la criticità paesaggistica dell intervento, applicando la seguente scala ordinale combinata risorse/impatti e sulla base dei criteri di cui alle tabelle precedenti. Scala ordinale combinata tra risorse e impatti paesaggistici Fragilità risorsa paesaggistica Rilevanza impatti paesaggistici Lieve Rilevante Molto rilevante Alta Alto Molto Alto Molto Alto Media Medio Alto Alto Bassa Basso Alto Alto In particolare, ad una fragilità Alta e rilevanza Rilevante, è possibile identificare un livello di criticità paesaggistica dell intervento Molto Alto. La rilevanza di tale impatto, sembra evidenziare in modo chiaro come sia necessaria l introduzione anche di specifiche misure di mitigazione paesaggistica dell intervento. 171

172 4.2.3 Aspetti socio-economici Caratteri e potenzialità del golf - Come evidenziato da alcuni studi di settore 16, il gioco del golf è tra quelli che può generare maggiore sviluppo turistico, perché capace di attirare varie tipologie di turisti senza discriminazioni legate al sesso e all età. - Il golf è il quinto sport più commercializzato dai tour operator internazionali (14,4%). In Italia i pacchetti vacanza confluiscono soprattutto verso il nord e il centro Italia e, in particolare, verso il Lazio e la Toscana. - La probabilità di aumentare l afflusso turistico è legata alla presenza di una struttura ricettiva nei golf club, che consenta ai frequentatori di trascorrere buona parte del soggiorno in prossimità del campo. - I golf club che propongono una offerta più articolata (attività fisica, competizioni, benessere, business, svago, ecc.) hanno maggiore capacità di distribuire il flusso turistico durante tutto il corso dell anno (anche nei momenti durante i quali il campo non è praticabile). - Il turista del golf è un turista con high profile, ovvero con buone capacità di spesa, attento alle risorse territoriali e alle specificità locali. Il golf in Italia - Secondo i dati ufficiali della Federazione Italiana Golf, in Italia si sono registrate nel presenze di turisti del golf, di cui oltre il 50% stranieri, in maggioranza provenienti da nord Europa, USA e Giappone. - L Italia, seppur non emerga ancora tra le principali mete del turismo golfistico, ha comunque tutte le potenzialità per diventarlo: circa il 34% della totalità dei circoli italiani, sono a vocazione turistica, ossia strettamente collegati allo sviluppo turistico del territorio. Nel 2011 in Italia sono presenti 406 tra circoli e campi pratica. Sempre nello stesso anno, il numero di tesserati totali (compresi quindi i tesserati junior) in Italia è di oltre unità. - A sostegno di un crescente interesse alla dimensione sportiva del golf, negli ultimi 20 anni (prendendo quindi a riferimento l anno 1990) i tesserati sono aumentati del 200%; tale percentuale è pari a circa il 70% se come anno di riferimento prendiamo l anno Sempre rispetto al 1990 i Golf Club sono cresciuti del 145%, mentre i campi pratica si sono moltiplicati quasi esponenzialmente. - Più in generale, nel 2009 la vacanza sportiva in Italia è stata motivazione di soggiorno per il 19,4% dei vacanzieri (crescendo dall 11,7% del 2007 e dal 15,3% del 2008), generando circa 70 milioni di presenze. Tra questi, si stimano 1,8 milioni di presenze motivate dal turismo del golf che salgono a 3,9 milioni se si contano le notti di chi ha soggiornato in Italia anche per altre motivazioni ma ha praticato il golf durante la vacanza. 16 Si veda ad esempio lo studio: Il valore del Golf in Italia (2 edizione). La dimensione del Turismo, a cura di Protiviti,

173 - La collocazione del golf tra le pratiche con le maggiori possibilità di sviluppo di turisti trova la sua motivazione nella capacità di attirare turisti più diversi e senza limiti d età. Ad oggi esso rappresenta il quinto sport più commercializzato sui mercati dell intermediazione internazionale con una percentuale del 14,4%. L interesse dei Tour Operator converge innanzitutto nel proporre pacchetti di turismo golfistico nelle aree del Centro Italia (Lazio e Toscana in primis) e poi nel Nord, in particolare Lombardia e Veneto. Il golf in Toscana - Tra le regioni italiane, la Toscana è quella che genera maggiori aspettative nei turisti stranieri e tra quelle più capaci di offrire un offerta turistica integrata all interno della quale il golf può trovare adeguata collocazione. Secondo le analisi condotte da IRPET 17, in Toscana la domanda turistica è cresciuta costantemente dagli anni 90 a oggi e, malgrado la congiuntura economica sfavorevole, è cresciuta anche durante l ultimo anno: nel 2011, infatti, gli arrivi hanno fatto registrare un incremento del 5,2%, le presenze del 3,7%, ( presenze - la Toscana ha intercettato il 25% dell incremento delle presenze straniere alla scala nazionale). La crescita è dovuta soprattutto all incremento delle presenze straniere (in particolare dei paesi emergenti) ed è il risultato di politiche di sviluppo del comparto turistico regionale basate sul modello export led, volte alla valorizzazione del patrimonio territoriale (culturale, paesaggistico, ambientale, enogastronomico) e al recupero del patrimonio edilizio rurale per finalità ricettive (vacanza immersa nel territorio). - I territori maggiormente attrattivi risultano quelli specializzati nel turismo culturale e del tempo libero. Le strutture ricettive maggiormente richieste sono quelle alberghiere di alta qualità o quelle extra alberghiere presenti nel territorio rurale. - La presenza di funzioni non agricole, discrete per densità e appariscenza, nonché capaci di combinarsi con il territorio rurale e con il suo paesaggio, contribuisce ad accrescere l attrattività del territorio toscano e a favorire l integrazione tra turismo, agroalimentare e, più in generale, eccellenze territoriali, arricchendo quella ruralità polifunzionale che costituisce uno dei maggiori assi strategici delle politiche regionali. La previsione golfistica di Villafranca costituisce pertanto una scelta che si configura come un contributo potenzialmente interessante alla articolazione e alla differenziazione di un offerta turistica integrata, capace di affiancare lo sport alla cultura ed al tempo libero. Pur presentando una autonomia strutturale e funzionale, esso può relazionarsi al vicino polo sportivo comunale (campo sportivo e piscina comunale) costituendone integrazione e completamento. Come tale, il campo da golf può paertecipare al recupero e alla rifunzionalizzazione di una parte del territorio rurale, contribuendo alla definizione di una moderna ruralità polifunzionale in un area marginalizzata. L intervento, stante l articolazione e la completezza delle funzioni (sportive, ricreative), ha le potenzialità per diventare un riferimento importante del turismo provinciale e regionale. Stanti i visitatori attesi e la loro provenienza variegata, ha inoltre potenzialità per diventare una cerniera di collegamento 173

174 tra frequentatori e territorio: sia come base di partenza per la fruizione del territorio da parte dei golfisti, sia come sbocco di molte filiere corte locali (eccellenze enogastronomiche ed artigianali). In questo senso il campo da golf, al pari di altre strutture che presuppongono la frequentazione di turisti, italiani ed esteri, ha le potenzialità per costituire una porta sul territorio e per partecipare alla formazione di un offerta integrata nella quale il territorio costituisce non tanto un contenitore, quanto il motore di uno sviluppo complesso e articolato che mette in relazione le sue risorse, tradizionali e innovative, nell ambito di una strategia coerente e sostenibile capace di esaltare le specificità locali. In quanto partecipe del progetto integrato di territorio attraverso la creazione di una struttura sportiva all aria aperta, che si caratterizza per l introduzione di attività innovative nella zona, il campo da golf prefigura, altresì, un contributo alla crescita dell occupazione locale, presupponendo non solo il personale interno, addetto alla gestione della struttura, ma anche un indotto esteso alle attività che, a vario modo, si alimentano di turismo, a cominciare dalle aziende agricole capaci di rifornire la ristorazione interna e/o di vendere ai golfisti i loro prodotti di qualità. Al ruolo di porta aperta sul territorio, il campo da golf affianca, inoltre, il ruolo di struttura promozionale per la pratica del golf a livello locale. Al suo interno è infatti è prevista la creazione di un campo pratica e di una associazione sportiva destinata ad accogliere i tesserati della Lunigiana. Stanti le considerazioni di cui sopra, il campo da golf sembra dunque potenzialmente in grado di perseguire i seguenti obiettivi principali: 1. partecipare ad un progetto integrato di territorio attraverso una struttura sportiva di alta qualità, capace di intercettare specifici segmenti di domanda turistica con capacità di spesa medio-alta e di relazionarli alle risorse e alle attività locali; 2. contribuire alla articolazione, alla differenziazione ed alla innovazione dell offerta turistica locale (comunale e provinciale); 3. contribuire alla destagionalizzazione del turismo lunigianese, attualmente concentrato soprattutto nel periodo estivo; 4. potenziare l occupazione con personale interno, addetto alla gestione, e tramite l indotto (attività in vario modo interessate dai flussi turistici generati). 17 Rapporto sul turismo in Toscana. La congiuntura 2011, a cura di IRPET, anno

175 5. Misure per impedire, ridurre e compensare gli effetti ambientali negativi Ai sensi della L.R. 10/2010 e s.m.i., tra le informazioni da fornire nell ambito del Rapporto ambientale sono incluse: misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull ambiente dell attuazione del piano o del programma. Le disposizioni relative all intervento introdotte di seguito in termini generali ed in termini specifici, rappresentano l insieme delle misure atte a impedire, ridurre o compensare nel modo più completo possibile gli effetti ambientali potenzialmente negativi individuati nel precedente capitolo 4 ed a garantire che le azioni con effetti positivi siano effettivamente attuate. Tali disposizioni, fanno anche riferimento agli esiti dell analisi di coerenza di cui al paragrafo 1.3 del presente documento e tengono conto di tutti i contributi pervenuti nelle diverse fasi di consultazione. A livello generale, tali misure sono state finalizzate a soddisfare le seguenti condizioni: - una risorsa rinnovabile non potrà essere sfruttata oltre la sua capacità di rigenerazione; - non si potranno immettere nell'ambiente più sostanze di quanto l'ambiente riesca a smaltire o ad assorbire senza che si generino od accentuino situazioni di fragilità o criticità per le risorse interessate; - i flussi di energia e di materiali dovranno essere ridotti a livelli tali da generare il minimo dei rischi per l ambiente; - dovrà essere garantita la tutela e valorizzazione dei valori storico-culturali e paesaggistici caratteristici dell area di intervento. 5.1 Misure generali riguardanti la fase di esercizio Tutela della risorsa idrica Le necessità idriche relative all intervento dovranno risultare compatibili con le disponibilità idriche dell acquedotto. Prima della realizzazione dell intervento, dovranno quindi essere concordate con l Ente gestore misure di mitigazione riguardanti il completamento/adeguamento della rete acquedottistica, ovvero il rinvenimento di un'altra fonte adeguata a coprire i consumi stimati e la realizzazione di serbatoi in grado di consentire la continuità dell'approvvigionamento per almeno 3 giorni consecutivi (es. realizzare un pozzo di soccorso che potrà sopperire, nei periodi di punta - mese di agosto - alle possibili esigenze o far fronte a guasti e fermi di un qualsiasi altro pozzo esistente che alimenta l acquedotto, per garantire a tutti il servizio pubblico). L attività di completamento/adeguamento delle rete acquedottistica potrà avere luogo in accordo con la tempistica dell intervento ovvero: - adeguamento del sistema di approvvigionamento idrico contestuale alla realizzazione del campo da golf e delle strutture di servizio e turistico-ricettive ad esso collegate (club-house ed hotel), la cui realizzazione è prevista nell arco di tre anni; 175

176 - programmazione e realizzazione degli interventi di completamento e potenziamento della rete acquedottistica prima della realizzazione dei lotti a carattere residenziale, la cui realizzazione è prevista nell arco di 5-10 anni. Ad ogni modo, l intervento dovrà prevedere la minimizzazione dei consumi idrici attraverso l adozione di sistemi per l'efficienza al consumo (ad es. cassette wc regolabili e erogatori di flusso ad alto rendimento) ed il riuso delle acque piovane raccolte e trattate provenienti dalla clubhouse e dall hotel attraverso reti duali per la distribuzione idrica a gradi di qualità differenziata con conseguente reimpiego di acqua piovana trattata. Le necessità idriche relative alla gestione del campo da golf non potranno prevedere l emungimento dall acquedotto pubblico e dovranno garantire l equilibrio del bilancio idrico della falda sotterranea e del normale deflusso delle acque attraverso la redazione di uno specifico progetto di regimazione e drenaggio delle acque superficiali e di pioggia che saranno raccolte in bacini di accumulo ricavati mediante semplice escavazione del piano di campagna (a tale proposito si rimanda anche agli indirizzi specifici riguardanti il campo da golf di cui al paragrafo 5.2). Corretto smaltimento delle acque reflue Nell area di concentrazione dell edificazione privata l adeguamento del sistema di depurazione dovrà essere preventivamente concordato con l Ente gestore, attuando le eventuali misure che verranno richieste ai fini del completamento/adeguamento della rete fognaria e dell impianto di depurazione esistente. L intervento dovrà prevedere la minimizzazione dei consumi idrici attraverso l adozione di sistemi per l'efficienza al consumo (ad es. cassette wc regolabili e erogatori di flusso ad alto rendimento) e, per il golf, il riuso delle acque piovane raccolte e trattate provenienti dalla clubhouse e dall hotel attraverso reti duali per la distribuzione idrica a gradi di qualità differenziata con conseguente reimpiego di acqua piovana e di quella risultante dall impianto di fitodepurazione trattata per usi per irrigazione, lavaggio strade ed altri usi compatibili. Le reti dovranno essere realizzate con tutte le garanzie di sicurezza per evitare sversamenti accidentali o dispersione in falda di eventuali sostanze inquinanti. Riduzione dell utilizzo di fertilizzanti Dovranno essere utilizzate una selezione di essenze per il tappeto erboso facendo riferimento preferenziale alle specie microterme (meglio adattate a climi freddo-umidi). Si dovrà perseguire la minimizzazione dell uso di fertilizzanti minerali con parziale integrazione con fertilizzanti organici e scarti opportunamente compostati. In particolare, dovrà essere predisposto uno specifico piano di fertilizzazione finalizzato ad una riduzione dell uso dei fertilizzanti minerali ed alla minimizzazione dell utilizzo di fitofarmaci, impiegando principi di lotta integrata. 176

177 Tutela del suolo e del sottosuolo I movimenti di terra non dovranno alterare l assetto morfologico caratteristico dell area e dovranno essere prevalentemente limitati alla sola area golfistica (partenze, percorsi ed arrivi) interessando invece in minor parte gli ambiti naturalistici e seminaturalistici contermini. Nella realizzazione degli interventi edilizi la gestione delle terre derivanti dai lavori di scavo dovrà essere effettuata, conformemente alle norme vigenti, secondo un piano che verrà redatto contestualmente al progetto esecutivo degli interventi 18. Il progetto delle opere previste dovrà articolarsi compatibilmente con gli obiettivi di tutela degli acquiferi sotterranei, in particolare dovranno essere realizzati adeguati interventi per la regimazione delle acque meteoriche e di scorrimento superficiale. La natura dei terreni e la loro granulometria evidenzia una permeabilità medio-alta dei depositi naturali sin dagli orizzonti più superficiali. La permeabilità dovrà quindi essere definita mediante apposite indagini idrogeologiche eseguite a supporto della richiesta di concessione di pozzi per l alimentazione del sistema irriguo della struttura golfistica. La combinazione di permeabilità superficiale e soggiacenza della falda determinano una condizione di elevata vulnerabilità intrinseca dell acquifero sotterraneo. Dovranno quindi essere eseguite specifiche prove di infiltrazione, sia per definire gli eventuali interventi di impermeabilizzazione, necessari a garantire la tenuta dei bacini di invaso delle acque meteoriche e dell impianto di fitodepurazione, sia per progettare correttamente il sistemi di drenaggio delle acque meteoriche. In fase esecutiva di realizzazione dei pozzi si dovrà avere cura di cementare la parte iniziale del pozzo e anche quella immediatamente prima del tratto impermeabile argilloso) in modo da evitare infiltrazioni superficiali all interno dell acquifero sottostante. Tutela dei valori del paesaggio e della naturalità L ubicazione dei nuovi manufatti e dei nuovi percorsi dovranno essere progettati mantenendo varchi visuali che consentano la percezione verso l appennino e i borghi storici. I nuovi manufatti dovranno fare ricorso ad un linguaggio il più possibile neutro, tale da far sì che le architetture non si pongano in competizione con il paesaggio, ma costituiscano semmai una presenza 18 Il D.M. 10 agosto 2012, n. 161,entrato in vigore in data 6 ottobre 2012 in attuazione dell art. 49 del DL 1/2012, disciplina l utilizzo delle terre e rocce da scavo e, più specificatamente, indica i criteri qualitativi da soddisfare affinché le terre e rocce da scavo siano considerati sottoprodotti e non rifiuti. Il regolamento sopracitato definisce sottoprodotto in base all art. 183 e 184 bis D.Lgs. 152/06, il materiale da scavo che risponde alle seguenti caratteristiche: a) il materiale da scavo è generato durante la realizzazione di un'opera, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale materiale; b) il materiale da scavo è utilizzato, in conformità al Piano di Utilizzo: 1. nel corso dell'esecuzione della stessa opera, nella quale è stato generato, o di un'opera diversa, per la realizzazione di reinterri, riempimenti, ri-modellazioni, rilevati, ripascimenti, interventi a mare, miglioramenti fondiari o viari oppure altre forme di ripristini e miglioramenti ambientali 2. in processi produttivi, in sostituzione di materiali di cava; c) il materiale da scavo è idoneo ad essere utilizzato direttamente, ossia senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale; d) il materiale da scavo soddisfa i requisiti di qualità ambientale. La sussistenza delle condizioni sopraindicate deve essere comprovata dal proponente tramite il Piano di Utilizzo. 177

178 discreta e rispettosa degli assetti territoriali caratteristici, strutturati attorno alle masse alberate delle fasce ripariali e degli altri ambiti vegetazionali dell intorno. La tipologia dei fabbricati residenziali dovrà essere realizzata secondo i dettami dell architettura vernacolare, con forme architettoniche ed edilizie e materiali che rispecchino la tradizione storico culturale lunigianese. L altezza massima degli edifici sarà di ml. 7,00, il numero di piani max = 2. In caso di edificio in classe energetica A l H max è di ml. 8,00. Per quanto riguarda il Torrente del Piano, dovrà essere attuato un progetto di manutenzione del canale attraverso interventi di pulizia delle sponde con eventuale sistemazione delle parti degradate. Previo parere deli autorità competente potranno essere sostituiti gli attuali attraversamenti. Il progetto di manutenzione dovrà prevedere anche la sistemazione e il reimpianto di fitoconsociazioni che ricalchino il modello delle cenosi ripariali mediante l associazione di specie che tipicamente costituivano questa unità ecologica. Le specie potranno essere individuate tra quelle autoctone o naturalizzate riportate in Appendice F alle Norme Tecniche di Attuazione del R.U., tra cui si ricordano: - essenze arboree: Populus alba (pioppo bianco), Populus nigra (pioppo nero), Fraxinus ornus (orniello), Salix spp. (salici), Alnus glutinosa (ontano). Il nuovo assetto dell area del campo da golf dovrà contenere un progetto di sistemazione del verde teso ad incrementare i livelli di tutela della biodiversità e per l implementazione della rete ecologica. Rispetto agli indirizzi relativi alla componente vegetazione, si rimanda anche agli indirizzi specifici riguardanti il campo da golf di cui al paragrafo 5.2. Il tracciato della Via Francigena e la Strada Comunale di attraversamento dell area saranno ripristinate con divieto assoluto di utilizzo di asfalto, materiale impermeabile e opere in c.a.. Per la Via Francigena dovranno essere recuperate le pavimentazioni in pietra e i muri a secco esistenti che delimitano il tracciato. Per i due tracciati dovrà essere garantita la fruizione pubblica, seppur opportunamente regolamentata tenendo conto delle esigenze di garanzia di sicurezza dei fruitori in relazione all attività golfistica, ai fini della costruzione di un percorso ciclopedonale di collegamento tra la Via dei Menhir e la Strada Provinciale di Mocrone. Dovrà inoltre essere conservata il più possibile anche la rete di percorsi esistenti. Dovranno essere recuperati i muri a secco e la rete dei manufatti rurali in quanto rappresentano documento di testimonianza storica della maglia agraria della piana di Villafranca, integrandoli all interno del contesto del progetto del campo da golf. Dovrà essere garantito il mantenimento del maggior numero degli esemplari arborei isolati di pregio, con interventi volti alla conservazione dei singoli esemplari. Nel caso di eventuali intervento di taglio, ogni esemplare dovrà essere sostituito con un esemplare in adeguato stato di accrescimento da piantumare in un area non interferente con l attività golfistica. Le aree a parcheggio pubblico dovranno essere realizzate con materiale che garantisca la superficie filtrante del terreno e dotate di una adeguata componente vegetale. 178

179 Risparmio energetico Gli edifici dovranno essere realizzati in alta classe energetica avendo come obbiettivo il raggiungimento della classe A. In ogni caso, ogni edificio dovrà essere dotato di apparecchiature elettriche e dispositivi illuminanti a basso consumo energetico. Per l illuminazione si dovranno rispettare anche le specifiche norme per la prevenzione dell inquinamento luminoso. Dovranno essere garantiti i requisiti di confort ambientale (qualità dell aria, ventilazione, illuminazione, soleggiamento e confort acustico) attraverso l impiego della bioedilizia anche in applicazione alle Linee guida per la valutazione della qualità energetica e ambientale degli edifici in Toscana. Dovrà essere autoprodotta una quota parte dell energia consumata ricorrendo a fonti rinnovabili (in particolare fotovoltaico e solare termico integrati negli edifici) ed all uso delle pompe di calore, salvo impedimenti di natura tecnica/funzionale 19 o di natura paesaggistica. In termini di indirizzo, per ciascuna unità abitativa è ipotizzabile un impianto flessibile, capace di rispondere contemporaneamente alle tre esigenza di riscaldamento / raffrescamento / acqua calda sanitaria, ovvero di un sistema costituito da tre componenti principali: una unità esterna a pompa di calore aria/acqua inverter orizzontale che sottrae calore all aria e lo trasferisce all unità interna attraverso il refrigerante e il lavoro meccanico del compressore; una unità interna che riceve il calore e lo trasferisce all acqua dell impianto; un accumulatore di energia integrabile con uno/due pannelli solari. Per la clubhouse e l hotel, potrebbe essere valutata la possibilità di realizzare un impianto con pompa di calore geotermica con sonde verticali. Un eventuale impianto fotovoltaico realizzato in relazione agli edifici di servizio, potrebbe essere poi finalizzato alla ricarica delle batterie di autoveicoli. Gestione dei rifiuti Si dovranno individuare idonee aree e collocare idonee attrezzature per la raccolta differenziata da concordare con l Ente gestore. Dovrà essere promossa la raccolta differenziata ed incentivata la riduzione della produzione di rifiuti. Inoltre, dovrà essere destinata una apposita area per il compostaggio degli sfalci e di una porzione dei rifiuti organici derivanti dal golf club e dall albergo. Le aree di raccolta dei rifiuti dovranno essere realizzate in modo tale da evitare fenomeni di abbandono e conferimento non controllato. Aspetti sismici Come evidenziato nell analisi di contesto, l area è caratterizzata da una condizione di pericolosità sismica locale elevata connessa a possibili fenomeni di amplificazione stratigrafica tra il substrato roccioso rigido ed i terreni di copertura quaternaria, in assottigliamento progressivo in direzione del 19 La realizzazione di sonde geotermiche (terra/acqua e acqua/acqua) è consentita previa indagine geologica e idrogeologica che ne attesti profondità da raggiungere e la relativa fattibilità. Nel caso di sonde geotermiche con interessamento degli acquiferi (pompe acqua/acqua cioè con utilizzo di acqua di falda come fluido) la documentazione presentata (in aggiunta a quanto richiesto da altri enti autorizzativi) dovrà essere corredata da un progetto idrogeologico che indichi la profondità dell acquifero utilizzato, le portate necessarie, il numero dei pozzi e la profondità di reimmissione oltre a valutare l alterazione termica indotta sulla falda o sul reticolo superficiale. 179

180 bordo della conoide. Le indagini geofisiche (ad esempio profili sismici a riflessione/rifrazione, prove sismiche in foro, profili MASW, prove di microtremore) e geotecniche (ad esempio sondaggi, preferibilmente a c.c.) dovranno definire, entro alcune decine di metri, spessori, geometrie e velocità sismiche dei litotipi sepolti al fine di valutare l entità del contrasto di rigidità sismica dei terreni tra coperture e bedrock sismico. Aspetti idraulici In considerazione della rilevanza della nuova edificazione residenziale a completamento dell abitato di Mocrone in prossimità del Canale il Piano e delle particolari condizioni idrauliche rilevate nell analisi di contesto, in fase di progettazione degli interventi dovrà essere realizzato uno specifico studio idraulico al fine di verificare la sussistenza di eventuali situazioni specifiche di rischio idraulico che potrebbero condizionare la realizzazione degli interventi. 5.2 Indirizzi costruttivi specifici finalizzati a garantire una gestione efficiente del campo da golf Risulta evidente che quanto più la costruzione rispetta canoni di qualità, elevata tecnologia e conoscenza delle problematiche e quanto migliore potrà risultare il livello gestionale a parità di altri fattori influenzanti. I parametri che meglio possono descrivere la qualità costruttiva che dovrà caratterizzare il percorso golfistico di Villafranca, sono riferibili a: 1. Conservazione e struttura del suolo. La costruzione dovrà prevedere lo stripping (scoticamento dei primi 30 cm si suolo agrario) del suolo superficiale oggetto di escavazione e riporti, il suo stoccaggio in cantiere temporaneo e la sua successiva ridistribuzione a modellazione avvenuta. Tale tecnica permette di preservare le positive caratteristiche chimiche e di struttura del suolo agrario oltre che di fertilità, arricchendo le stesso di ossigeno. 2. Sistema di costruzione dei greens, collars e tees. Trattasi di superfici che necessitano di poggiare su substrati in grado di mostrare resistenza meccanica alla compattazione (il danno più grave arrecabile ad un tappeto erboso ad uso sportivo), di drenare l eccesso di apporto idrico (precipitazioni atmosferiche e irrigazioni) con estrema rapidità, ma al tempo stesso in grado di fornire una buona ritenzione idrica e disponibilità di elementi nutritivi. Queste esigenze, apparentemente contrastanti, sono invece state risolte già a partire dagli anni 60, quando la U.S.G.A. (United States Golf Association) finanziò ad una serie di Università una ricerca al fine di elaborare il sistema migliore di costruzione di queste superfici. Lo USGA System per la costruzione dei greens è stato poi revisionato ed aggiornato in base alle più moderne tecnologie scientifiche nel 1982, nel 1993 e poi nel L adozione di tale sistema comporta, in linea generale: - Assenza di ristagni idrici. - Deflusso dell acqua in eccesso. - Ottimale gestione delle risorse idriche. 180

181 - Forte riduzione dei fenomeni di compattazione del sistema tappeto erboso/suolo con conseguente migliore sviluppo dell apparato radicale e correlata riduzione dello stress vegetativo dovuto alla scarsa ossigenazione. - Ottimizzazione degli elementi nutritivi e predisposizione all impiego di vettori azotati a lenta cessione, con conseguente riduzione del pericolo di lisciviazioni in falda. - Possibilità di recupero delle acque di irrigazione e meteoriche (in situazioni di arido coltura) con conseguente isolamento totale dall habitat circostante. Ciò è fattibile rivestendo su tre lati le trincee drenanti con teli plastici in P.E. Ogni dreno potrà essere connesso ad un collettore centrale che condurrà il refluo direttamente in appositi bacini. - Stato di ossigenazione dell apparato radicale con conseguente approfondimento dello sviluppo fino ad una profondità di 30 cm, nonostante le bassissime altezze di taglio praticate in fase manutentiva. - Minori attacchi di agenti patogeni con conseguente riduzione di eventuali prodotti chimici preposti al loro controllo ed altrettanto conseguente migliore compatibilità ambientale del percorso di golf. Profilo di suolo con evidenziazione delle stratificazioni tipiche dello U.S.G.A. System per la costruzione dei greens/collars/tees di un percorso di golf. A sinistra con strato intermedio di sabbia grossa. A destra senza lo strato. Modellazione complessiva Tutti i rilevati dovranno essere modellati al fine di renderli armonici con il paesaggio circostante ed allo scopo di permettere: - Estensione delle aree oggetto di manutenzione meccanizzata in particolare per ciò che concerne i tagli praticati con macchinari elicoidali. A tale scopo normalmente la modellazione di sponde, fossi ecc., viene eseguita mantenendo un rapporto 1:4 o 1:3. In altre parole per ogni metro di sopraelevazione rispetto al piano di campagna dei fairways le superfici sopraelevate avranno piani inclinati di 3 / 4 metri. - Miglioramento della qualità di taglio del tappeto erboso con riduzione dei fenomeni di scalping e di mancata sovrapposizione di taglio. - Miglioramento dello scorrimento superficiale delle acque di irrigazione e meteoriche con successivo sgrondo nelle aree previste (zone low e depresse). 181

182 Strato di top soil o letto di semina Per tees, collars e greens il letto di semina è senza dubbio quanto di meglio possa richiedere un tappeto erboso oggetto di potenziale forte compattazione. Nel resto del percorso di gioco, ove è prevista la ridistribuzione del materiale superficiale precedentemente stoccato, le naturali doti di fertilità di tale suolo (oggetto di arricchimenti di elementi nutritivi a seguito delle precedenti pratiche agricole) potranno rappresentare un fattore determinante per la crescita di un tappeto erboso in salute e di qualità. Irrigazione L impianto di irrigazione dovrà prevedere un adeguato numero di irrigatori in grado di assicurare una omogenea copertura irrigua. La restante superficie non è da considerarsi irrigua. Di tale superficie irrigua e di gioco fanno parte: greens, greens surrounds, collars, aprons, tees, fairways, semi rough e rough. In funzione della tipologia di irrigatore, nonché delle dimensioni degli ugelli il raggio di azione è assai variabile così come la singola portata è variabile da 85 a 150 l/m. Non più del 3 % del totale di acqua assorbita dal tappeto erboso è utilizzata dai processi metabolici di crescita e la restante percentuale consiste in acqua che si infiltra nel suolo e percola in falda e in acqua che viene restituita all atmosfera attraverso i processi di traspirazione della pianta e di evaporazione dal suolo. Naturalmente la quota di acqua destinata alla falda varia in funzione delle condizioni pedologiche e della capacità di recuperare l acqua di scorrimento superficiale e di infiltrazione attraverso una adeguata rete drenante). Nel caso del sito in oggetto, poiché il suolo superficiale (sabbioso/argilloso) possiede non elevata velocità di infiltrazione e sono previste reti drenanti ad alta capacità, in grado di conferire ai bacini artificiali l acqua eventualmente penetrata al di sotto della zona dell apparato radicale, si evidenzia il fatto che l acqua restituita all atmosfera mediante i processi di evapotraspirazione avrà frazione molto preponderante rispetto a quella assorbita dal suolo. Ciò evidentemente sia in presenza di acqua fornita dalle precipitazioni atmosferiche che dall impianto irriguo. Scelta delle specie La selezione delle specie arboreo-arbustive da utilizzare nel percorso di golf di Villafranca si dovrà basare su quattro criteri fondamentali. 1. La specie deve possedere esigenze ecologiche coerenti con le caratteristiche ambientali dell area, con particolare riguardo al clima (temperatura, precipitazioni, umidità dell aria, radiazione solare) e al suolo (ph, granulometria, umidità), e deve rispettare le peculiarità storico-geografiche e paesaggistiche della vegetazione dell intorno. 2. L area in esame è situata in un ambito collinare agricolo, in cui la vegetazione naturale è costituita da frammenti sparsi e talvolta isolati. Da queste due premesse deriva la considerazione che il percorso di golf può svolgere un ruolo strategico ai fini della tutela della biodiversità locale in quanto l incremento del patrimonio arboreo di un area fino ad oggi utilizzata a scopo agricolo ne può aumentare le valenze naturalistiche. L impiego di specie arboreo-arbustive autoctone consente di ottenere un aumento della 182

183 biodiversità di flora e fauna e delle connessioni ecologiche tra gli habitat residui, oltre a permettere il corretto inserimento del percorso nel paesaggio circostante. L introduzione di specie alloctone può, al contrario, causare impatti negativi sulla vegetazione autoctona, dovuti ad esempio alla competizione con le specie locali e all inquinamento genetico, oltre che sul paesaggio. Inoltre tali specie richiedono spesso maggiore manutenzione in quanto, essendo estranee alle condizioni ecologiche locali, sono più difficilmente adattabili. 3. La finalità della messa a dimora di alberi è determinante la scelta, oltre che della specie, anche del numero e del sesto d impianto degli esemplari; la finalità può essere: - estetico-paesaggistica, che richiede alberi isolati con particolari caratteri ornamentali (es. fioriture vistose o portamento) per catturare lo sguardo del giocatore, oppure filari, fasce o gruppi di alberi per l inserimento del percorso nel paesaggio; - naturalistico-ecologica, ovvero ricreare habitat boschivi, che comporta un sesto d impianto irregolare (naturaliforme) su una superficie significativa; - tattica, legata quindi a singoli alberi che possono costituire un punto di riferimento per giocare un colpo o valutare le distanze; - protezione/sicurezza dei giocatori e protezione delle aree esterne al percorso. 4. Le caratteristiche dell albero o arbusto, quali dimensioni, forma e portamento della chioma, corteccia, fogliame, fiori e frutti, devono essere compatibili con le esigenze di gioco. Particolare attenzione deve essere posta nella scelta degli alberi da collocare in prossimità di green, tee e fairway, che devono avere le seguenti caratteristiche: rami resistenti; chioma non eccessivamente espansa per evitare l ombreggiamento del tappeto, ricordando che forma e dimensione sono determinate dalle potenzialità genetiche della specie, dalle condizioni ambientali in cui essa si sviluppa e dalla manutenzione (es. potature) a cui è sottoposta; assenza di caratteristiche dannose per le macchine da taglio (es. frutti legnosi) e per il gioco (apparato radicale superficiale o foglie che impediscono alla pallina di scorrere) o che richiedono una elevata manutenzione (es. pappo dei pioppi, fiori dell eucalipto, foglie del pioppo tremolo, ecc.); fogliame a bassa manutenzione in quanto le latifoglie decidue possiedono foglie facilmente soffiabili, che cadono solo nel periodo autunnale, mentre le aghifoglie perdono gli aghi tutto l anno; sesto d impianto adeguato a garantire la sicurezza del gioco; stabilità e resistenza alle malattie. Inoltre nella progettazione della componente arborea occorre valutare le possibili interferenze con il tappeto erboso, in quanto si possono verificare le seguenti problematiche: - competizione per la luce, per cui occorre mantenere una distanza adeguata per evitare l ombreggiamento oppure scegliere alberi con chiome poco folte; - competizione per i nutrienti e l acqua, risolvibile con un aumento dei turni di irrigazione e con fertilizzazioni alla pianta; - disturbo ai drenaggi e all impianto di irrigazione, per cui calcolare distanze adeguate; - alterazione delle caratteristiche ecologiche del suolo, quali acidificazione e idrofobia. L applicazione di tali criteri, unita all analisi delle caratteristiche ambientali dell area, consentirà di selezionare le specie di alberi ed arbusti da impiegare nel percorso di golf. Si ribadisce il fatto che la scelta dovrà avvenire coniugando i caratteri ecologici dell area con le esigenze di manutenzione e fruizione del percorso di golf e che, ai fini di un corretto inserimento del percorso nel paesaggio e della 183

184 tutela ed incremento della biodiversità locale, dovranno essere prese in considerazione esclusivamente specie autoctone. In tal senso, nella progettazione del golf dovranno essere previste nuove fasce di vegetazione che ricalchino il modello delle siepi e filari campestri mediante l associazione di specie che costituiscono questa unità ecologica utilizzando specie autoctone tra quelle riportate in Appendice F alle Norme Tecniche di Attuazione del RU, ed in particolare: - essenze arboree: Quercus robur (farnia), Quercus cerris (cerro), Acer campestre (acero campestre), Castanea sativa (castagno); - essenze arbustive: Cornus mas (corniolo), Cornus sanguinea (sanguinello), Corylus avellana (nocciolo), Crataegus monogyna (biancospino), Euonymus europaeus (evonimo), Prunus spinosa (prugnolo), Rosa canina (rosa canina). Inoltre, dovranno essere previste nuove fasce di vegetazione che ricalchino il modello del bosco mesofilo planiziale mediante l associazione di specie che costituiscono questa unità ecologica utilizzando specie autoctone riportate nella appendice F delle norme di attuazione del Regolamento Urbanistico, e in particolare: - essenze arboree: Ostrya carpinifolia (carpino nero), Populus nigra (pioppo nero), Fraxinus ornus (orniello), Castanea sativa (castagno); - essenze arbustive: Buxus sempervirens (bosso), Ilex aquifolium (pungitopo), Cornus mas (corniolo), Cornus sanguinea (sanguinello), Corylus avellana (nocciolo), Crataegus monogyna (biancospino), Euonymus europaeus (evonimo). Per le fasce boscate di ampiezza superiore ai 10 m e per i gruppi di alberi numerosi (ovvero per i piccoli boschetti) sarà preferibile utilizzare almeno tre specie differenti (ovvero evitare formazioni monospecifiche) ed un sesto d impianto irregolare, naturaliforme, in modo da ricreare le caratteristiche delle vegetazioni naturali e, di conseguenza, favorire l inserimento del percorso nel paesaggio circostante. Nelle opere di manutenzione del corso d acqua dovrà essere prevista la sistemazione e il reimpianto di fitoconsociazioni che ricalchino il modello delle cenosi ripariali mediante l associazione di specie che tipicamente costituivano questa unità ecologica, individuate tra quelle autoctone o naturalizzate riportate in Appendice F alle Norme Tecniche di Attuazione del RU, e in particolare: - essenze arboree: Populus alba (pioppo bianco), Populus nigra (pioppo nero), Fraxinus ornus (orniello), Salix spp. (salici), Alnus glutinosa (ontano); - essenze arbustive: Salix spp. Al fine di incrementare e valorizzare il corridoio ecologico fluviale, il ripristino e la valorizzazione delle aree golenali anche mediante nuova piantumazione delle cenosi ripariali dovrà essere associato ad interventi di recupero del bosco mesofilo planiziale mediante la costituzione di una cenosi complessa che comprenda sia la vegetazione ripariale lungo il corso d acqua sia il bosco planiziale mano a mano che ci si allontana da esso. 184

185 Il progetto prevede la realizzazione di diversi invasi artificiali lungo il percorso di golf. Al fine di ridurre fenomeni di evapotraspirazione delle acque degli invasi, sarà opportuno ricreare in corrispondenza delle sponde, compatibilmente con le esigenze di gioco, una vegetazione igrofila, con specie erbacee, arbustive e/o arboree in funzione della posizione rispetto alle buche di gioco. In questo modo si vengono a creare anche microhabitat idonei per la sosta, l alimentazione, la nidificazione e la riproduzione di numerose specie di uccelli, oltre che di anfibi e rettili. Il percorso può in questo modo assumere una maggiore valenza naturalistica e ricoprire un importante ruolo ecologico. Specie igrofile possono inoltre essere utilizzate in caso di presenza di ristagni idrici dovuti all accumulo di acque di ruscellamento e all impermeabilità dei suoli. Per quanto riguarda la componente arborea si suggeriscono tre specie principali, igrofile e di dimensioni piuttosto contenute: ontano nero (Alnus glutinosa), salice bianco (Salix alba) e frassino meridionale (Fraxinus oxycarpa). Per quanto riguarda gli arbusti: frangola (Frangula alnus) e salici (Salix purpurea, Salix incana, Salix eleagnos). Relativamente alle specie erbacee tipiche delle zone umide sono quelle dei canneti e fragmiteti: cannuccia di palude (Phragmites australis), cardo di palude (Cirsium palustre), giglio d acqua (Iris pseudacorus), giunchi (Juncus spp.), carici (Carex spp.), mazzasorda (Thypha angustifolia), sagittaria (Sagittaria sagittifolia), salcerella (Lythrum salicaria), menta acquatica (Menta acquatica) e mestolaccia (Alisma plantagoaquatica). Le specie dominanti in queste vegetazioni igrofile, e improntanti la loro fisionomia e struttura, sono la cannuccia di palude e la mazzasorda; una volta insediate tali specie e in assenza di interventi manutentivi, le altre specie si insediano spontaneamente nella cenosi. 5.3 Misure riguardanti la fase di cantiere Tenuto conto delle tempistiche e della estensione dell area interessata dalla realizzazione dell intervento, risulta utile introdurre alcune prescrizioni specifiche relative alla fase di cantiere. Con la cantierizzazione è infatti necessario tendere a minimizzare tutti gli impatti possibili sull ambiente circostante. Le prestazioni da raggiungere vengono elencate di seguito. Rumore Nel caso di cantiere ubicato in vicinanza di edifici residenziali é sempre necessario minimizzare l impatto acustico delle varie fasi di lavoro adottando tutti i possibili accorgimenti tecnici e gestionali. Le emissioni acustiche derivanti dal cantiere sono soggette ai limiti di cui al DPCM 14/11/97, pertanto devono rispettare i limiti del Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA) e quello differenziale. Nel caso si preveda di non poter rispettare tali limiti, vi è la possibilità di richiedere al Comune autorizzazione in deroga ai limiti. 185

186 Limitazione delle polveri Durante la gestione del cantiere si dovranno adottare tutti gli accorgimenti atti a ridurre la produzione e la diffusione delle polveri. A tale scopo, se in prossimità del cantiere vi sono abitazioni a distanza tale da risentire del trasporto eolico delle polveri da cantiere, si dovrà provvedere a: - evitare le demolizioni e le movimentazioni di materiali polverulenti nei giorni ventosi; - provvedere durante la demolizione delle strutture edili alla bagnatura dei manufatti al fine di minimizzare la formazione e la diffusione di polveri; - effettuare la bagnatura diffusa delle strade utilizzate, pavimentate e no, entro 100 metri da edifici; - pulire le ruote dei veicoli in uscita dal cantiere preferendo sistemi che effettuino la pulizia a secco rispetto a quelli ad acqua; - coprire con teloni i materiali trasportati; - bagnare o coprire i cumuli di materiale polverulento stoccato nelle aree di cantiere. In generale le operazioni di bagnature ed i lavaggi non devono provocare fenomeni di ruscellamento per dispersione eccessiva o dilavamenti incontrollati e dovranno essere svolte con il minor consumo possibile della risorsa idrica, utilizzando, dove possibile, acque di recupero. Tutela delle risorse idriche e del suolo Le attività di cantiere danno origine a reflui liquidi, che possono caratterizzarsi come inquinanti nei confronti dei recettori nei quali confluiscono. Le acque di cantiere hanno caratteristiche chimico-fisiche particolari, determinate dalle attività che le generano, e che non possono, generalmente, essere sversate in un corpo recettore senza preventivo trattamento o comunque un attenta valutazione. In particolare, le acque di cantiere sono caratterizzate da: elevato carico solido sospeso (derivante da contatto con polveri e sabbie, di granulometria variabili); elevato carico solido in soluzione (derivante dal contatto con particelle fini, argille e cemento, che dà luogo ad elevata torbidità); ph generalmente alcalino (in conseguenza del contatto con le polveri di cemento e calce, o dal lavaggio delle botti delle betoniere); presenza di oli e idrocarburi (derivanti da perdite dei circuiti idraulici, dai motori, dalle manutenzioni delle attrezzature) ed, infine, presenza di additivanti chimici utilizzati nella pratica edilizia (come disarmanti, ritardanti, acceleranti.ecc.). Tali acque non possono essere quindi scaricate, di norma, nei recettori dedicati senza preventivo trattamento. In particolare, non possono essere versate nelle acque superficiali (fiumi, canali scoli e fossi), né lasciate a dispersione nel terreno in quanto possono generare un impatto negativo sugli ecosistemi fluviali (variazioni della limpidezza delle acque, del ph, della composizione chimica) o sulle falde sotterranee. Il cantiere edile, inoltre, è un grande consumatore di risorse idriche, necessitando di acqua in grandi quantitativi per, ad esempio, la preparazione delle malte cementizie e dei conglomerati, la diluzione di fanghi bentonitici e polimerici, il lavaggio delle botti delle betoniere, il lavaggio dei mezzi d opera e l abbattimento delle polveri di cantiere. Sono pertanto necessari accorgimenti per la limitazione del consumo di acqua come, ad esempio, l adozione di sistemi di riciclaggio delle acque; il ricircolo di acque nei processi produttivi ed, inoltre, il recupero delle acque scaricate. Sono inoltre necessari accorgimenti per il trattamento delle 186

187 acque di cantiere in fase di scarico, ovvero a seconda del carico inquinante presunto, e della tipologia di recettore finale, dovranno essere previsti di norma i seguenti trattamenti: decantazione; disoleazione; normalizzazione del ph e flocculazione del materiale solido in soluzione e sospensione. Dovranno essere trattati separatamente eventuali reflui di natura civile originati dai servizi igienici di cantiere e dai servizi igienico assistenziali (mensa, dormitori). Dovranno, inoltre, essere evitati inoltre ristagni o accumuli non impermeabilizzati onde evitare la percolazione nel suolo di acque potenzialmente inquinate. Infine, nei cantieri di grandi dimensioni e durata, molti enti di controllo impongono la impermeabilizzazione mediante pavimentazione delle intere superfici di cantiere Nella realizzazione dell area di cantiere è necessario attuare la regimazione idraulica delle acque meteoriche ricadenti sui terreni limitrofi, evitando lo scorrimento di esse all interno del cantiere ed allontanandole dalla zona di lavorazione per ricondurle nel reticolo di raccolta della zona. I reflui, derivanti dal lavaggio interno delle betoniere a fine consegna del calcestruzzo, non devono mai essere rilasciati all interno del cantiere o nelle sue vicinanze, a meno che non siano state realizzate strutture di accumulo impermeabili ed idonei trattamenti per il loro successivo riutilizzo. È importante porre attenzione alle caratteristiche degli oli disarmanti, se impiegati nella costruzione, allo scopo di scegliere prodotti biodegradabili e atossici. In caso di contaminazione accidentale di acque con queste sostanze, esse dovranno essere raccolte ed avviate a smaltimento come rifiuti speciali. Le sospensioni fangose derivanti dalla ricerca di acque sotterranee dovranno essere allontanate come rifiuti speciali evitando qualsiasi abbandono sul suolo o in acque superficiali. I rifornimenti di carburante e di lubrificante ai mezzi meccanici dovranno essere effettuati su platea impermeabile e lavabile (in caso di perdite dei fluidi). Per il periodo di esercizio del cantiere, nel caso di opere di entità ragguardevole, il monitoraggio della qualità delle acque rilasciate e di quelle superficiali presenti in loco potrà fornire utili informazioni allo scopo di evitare contaminazioni di suoli e risorse idriche. Per questo il proponente del progetto dovrà individuare i possibili rischi di contaminazione e proporre le modalità di monitoraggio all Ente competente. È opportuno ricordare che le acque reflue derivanti dal lavaggio delle betoniere, delle ruote dei veicoli, delle attrezzature ed in generale i reflui derivanti dalla lavorazione, sono classificati dalla normativa vigente quali acque reflue industriali e pertanto il loro scarico in fognatura pubblica o in corso d acqua superficiale deve essere autorizzato dagli Enti competenti. Depositi e materiali Per le materie prime, le varie sostanze utilizzate, le terre da scavo, i rifiuti ed i materiali di recupero è opportuno attuare modalità di stoccaggio e di gestione che garantiscano la separazione netta fra i vari cumuli o depositi. Ciò contribuisce ad evitare sprechi, spandimenti e perdite incontrollate dei suddetti materiali in un ottica di adeguata conservazione delle risorse e di rispetto per l ambiente. In particolare è opportuno che: 187

188 - sabbie, ghiaie, cemento e altri inerti da costruzione siano depositati in modo da evitare spandimenti nei terreni che non saranno oggetto di costruzione e nelle fossette facenti parte del reticolo di allontanamento delle acque meteoriche; - lo stoccaggio di prodotti chimici, colle, vernici, pitture di vario tipo, oli disarmanti etc. avvenga in condizioni di sicurezza evitando un loro deposito sui piazzali a cielo aperto; - i materiali e le strutture recuperate, destinati alla riutilizzazione all interno dello stesso cantiere, vengano ben separati dai rifiuti da allontanare; - la movimentazione di materiali in entrata ed in uscita sia minimizzata con l obiettivo di utilizzare il meno possibile la viabilità pubblica. Suolo e scavi Sarà opportuno accantonare il terreno vegetale in cumuli di dimensioni tali da non compromettere le sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche in modo da poterlo poi riutilizzare nelle opere di recupero ambientale dell area dopo lo smantellamento del cantiere. Per quanto riguarda la produzione di terre e rocce a seguito di scavo si dovrà attestare la stima complessiva del quantitativo dei materiali prodotti e di quelli reimpiegabili nelle opere in progetto e valutare l opportunità di predisporre uno specifico Piano di riutilizzo ai sensi della normativa vigente in materia (in particolare, il DM 10/08/2012). Rifiuti del cantiere È necessario individuare le varie tipologie di rifiuto da allontanare dal cantiere e l area in cui raccoglierli. All interno dell area di raccolta si dovranno predisporre contenitori idonei, per funzionalità e capacità, destinati alla raccolta differenziata dei rifiuti individuati e comunque di cartoni, plastiche, metalli, vetri, inerti, organico e rifiuto indifferenziato, mettendo in atto accorgimenti atti ad evitarne la dispersione eolica o fenomeni di abbandono e conferimento non controllato di rifiuti. 5.4 Misure compensative e perequative L intervento individua già alcune aree di cessione compensativa. Si tratta delle aree per standards urbanistici e della viabilità pubblica che i soggetti attuatori devono trasferire gratuitamente al Comune. La superficie delle aree di cessione compensativa gratuita è comprensiva della quota degli standards pubblici ai sensi del DM 1444/68 e s.m.i. generati dagli interventi previsti e dalle previsioni di standards minimi previsti dal PS per l UTOE n. 4. La superficie delle aree di cessione compensativa è di mq La tipologia e la quantità delle aree per standards urbanistici e di cessione compensativa sono: - parcheggi pubblici (comprensivi della viabilità di accesso, aiuole, marciapiede): mq ; - verde pubblico: mq ; - viabilità pubblica (comprende gli allargamenti stradali e le piste ciclopedonali): mq Inoltre, l intervento prevede che il soggetto attuatore debba impegnarsi nei confronti del Comune di Villafranca in Lunigiana, alla realizzazione e cessione gratuita delle seguenti opere: 188

189 a) il completamento della sistemazione del tracciato della Via Francigena nel tratto compreso tra il canale del Piano (dove, previo assenso dell autorità competente, è prevista la costruzione di un ponte pedonale in legno) e la Via Provinciale di Mocrone; b) un area da destinare a verde pubblico di circa mq su cui è previsto il punto di arrivo del nuovo ponte pedonale di legno della Via Francigena; c) un area di circa mq posta tra la Via Francigena e la Via Provinciale di Mocrone da attrezzare a parcheggio pubblico; d) un area di circa mq adiacente la previsione del nuovo parcheggio pubblico destinata a verde sportivo, completa di attrezzature. Inoltre, è utile richiamare la necessità di realizzare i consistenti interventi infrastrutturali ed impiantistici riguardanti la rete acquedottistica e fognaria, descritti nel precedente paragrafo 5.1. Di seguito è riportata una tavola di sintesi degli interventi di mitigazione e compensazione previsti. Quadro di sintesi delle principali misure di mitigazione e compensazione per l intervento 189

190 Ulteriori misure compensative che potranno andare a riguardare più specificatamente la fase gestionale dell intero intervento, sono costituite da: - garantire la fruibilità pubblica, seppur regolamentata, di parte dei percorsi e delle aree interne alla struttura golfistica; - l impegno alla definizione di forme convenzionate ed agevolate per l accesso alla struttura golfistica da parte dei residenti del Comune; - l impegno all assunzione preferenziale di personale in ambito locale; - l impegno all utilizzo ed alla promozione dei prodotti enogastronomici locali, attraverso la stipula di idonee convenzioni con i produttori locali; - l impegno a perseguire la certificazione ambientale da parte della Golf Environment Organization (GEO) Si tratta di un programma di certificazione ambientale internazionale rilasciato agli impianti sportivi da golf ad impatto zero e che pongono particolare attenzione alla tutela delle risorse acqua, biodiversità, paesaggio, energia e rifiuti riferite, nel caso in esame, alle fasi di progettazione, realizzazione e gestione, secondo i criteri dettati dalla Federazione Internazionale del Golf. 190

191 6. Analisi delle possibili alternative Ai sensi dell articolo 24 e dell Allegato 2 della L.R. 10/2010 e ss.mm.ii., tra le informazioni da fornire nell ambito del Rapporto ambientale sono incluse le ragionevoli alternative, alla luce degli obiettivi e dell ambito territoriale di intervento e tenendo conto di quanto emerso dalla consultazione. Nel caso in questione, sulla base del contesto locale di riferimento e del quadro degli obiettivi legati all intervento, sono state dunque prese in considerazione tre ipotesi alternative di scenario strategico: - Alternativa 0: situazione in cui non vengono introdotte modificazioni rispetto all attuale assetto caratterizzante l area oggetto di intervento; - Alternativa 1: situazione in cui viene introdotta l alternativa proposta dall intervento; - Alternativa 2: situazione in cui viene valorizzata la potenzialità di parco agricolo per l area della Piana di Villafranca. Alternativa 0 Tale alternativa si riferisce alla mancata attuazione di ogni tipo di previsione pianificatoria all interno dell area di interesse per l intervento. L assenza dell attuazione di ogni previsione all interno dell ambito di intervento, se da un lato eviterà, ovviamente, l introduzione di nuovi fattori di pressione ambientale, per contro confermerà il progressivo declino e lo stato di semi abbandono di ampie aree che una volta erano coltivate. Inoltre, non si andrà ad intervenire sui fattori di degrado esistenti, costituiti dalla presenza di manufatti, impianti ed altre strutture improprie di servizio (annessi agricoli, capanne) in stato di abbandono ed incuria. Infine, dal punto di vista naturalistico non saranno verosimilmente attivate azioni sostanziali di contrasto all ingresso di specie esotiche infestanti quali la Robinia pseudoacacia, generalmente associate alla penetrazione antropica che ha caratterizzato tale area, o attivati interventi di valorizzazione degli elementi di valore ancora rinvenibili (es. castagneto da frutto). Alternativa 1 In relazione all alternativa di attuazione dell intervento in oggetto, è utile sottolineare che la previsione relativa alla UTOE 4 - Ambito di trasformazione rilevante TR RIL 1 è considerata dall Amministrazione comunale strategica rispetto allo sviluppo del territorio comunale, sotto il profilo sia della realizzazione di nuove strutture sportive e ricreative e di urbanizzazione, sia degli effetti economici, finanziari e sociali dei nuovi insediamenti. L attenzione e il successo che molte attività ricreative all aperto hanno riscosso in questi ultimi anni presso le istituzioni locali e la pubblica opinione ed il golf è certamente tra queste sono una 191

192 conferma di come il ruolo della funzione ricreativa, nel favorire i processi di sviluppo territoriale, sia in forte crescita. In questa chiave va anche sottolineato come sia opinione diffusa che lo sviluppo dei servizi ricreativi nel territorio rurale risulti ancora al di sotto della domanda potenziale. Vi sono, in altre parole, opportunità di sviluppo delle economie locali attraverso la produzione di servizi ricreativi. Tuttavia, la diffusione delle attività ricreative sul territorio evolve in modo disgiunto, e spesso conflittuale, rispetto ad altre forme d'uso delle risorse territoriali. La conflittualità è in genere dovuta non solo all'evolvere storico dei rapporti tra le varie componenti sociali e lo spazio rurale, ma anche ai numerosi elementi di indeterminatezza che caratterizzano la funzione ricreativa del territorio stesso. Sulla scorta di questa consapevolezza, attraverso la realizzazione dell intervento, il Comune intende costituire un polo di interesse comprensoriale sportivo e turistico con l obiettivo di diversificare l offerta locale, con ricadute positive di tipo occupazionale e nel settore delle imprese che graviteranno attorno alla costruzione e alla manutenzione dell impianto. In termini più generali, il polo sportivo potrà avere ricadute potenzialmente positive anche nell ambito turistico lunigianese, con effetti positivi sullo sviluppo sociale del territorio legati agli interventi pubblici che saranno realizzati (verde pubblico, parcheggi pubblici e opere di urbanizzazione). Relativamente alle implicazioni ambientali riguardanti l alternativa di attuazione dell intervento, si rimanda alle valutazioni condotte nei capitoli precedenti del presente Rapporto ambientale. In generale, la condizione fondamentale di fattibilità dell intervento è costituita dalla presenza di un investitore che appare solido nella propria capacità imprenditoriale. Lo Studio di fattibilità relativo all intervento (a cui si rimanda per specifici approfondimenti), sembra poi evidenziare che la fattibilità economico-finanziaria dell iniziativa sia comunque legata alla corretta definizione del pacchetto di offerta da porre sul mercato. Lo Studio evidenzia come in Italia si siano sono registrate nel presenze di turisti del golf, di cui oltre il 50% stranieri, in maggioranza provenienti da nord Europa, USA e Giappone. L Italia, seppur non emerga ancora tra le principali mete del turismo golfistico, sembra avere tutte le potenzialità per diventarlo: circa il 34% della totalità dei circoli italiani, sono a vocazione turistica, ossia strettamente collegati allo sviluppo turistico del territorio. La collocazione del golf tra le pratiche con le maggiori possibilità di sviluppo di turisti trova la sua motivazione nella capacità di attirare turisti più diversi e senza limiti d età. Ad oggi esso rappresenta il quinto sport più commercializzato sui mercati dell intermediazione internazionale con una percentuale del 14,4%. La percentuale della presenza di turisti motivati dalla pratica del golf risulta, quindi, assolutamente non marginale a dimostrazione di come in pochi anni il turismo del golf stia assumendo un ruolo rilevante anche rispetto alle altre motivazioni turistiche. Le analisi di settore sembrano evidenziare come la possibilità di aumentare l afflusso turistico sia direttamente connessa alla completezza delle strutture ricettive incluse nei Golf Club, che consentono agli ospiti, golfisti e non, di trascorrere il proprio soggiorno sul campo. I Club che combinano quindi al loro interno l attività fisica al benessere (i.e. SPA), lo svago al business (i.e. sala conferenze), il divertimento alla competizione (i.e. gare, eventi) hanno l opportunità di distribuire il flusso turistico durante tutto l anno, ovvero anche nei periodi in cui il campo non è praticabile. Come hanno 192

193 dimostrato ricerche sulla domanda di vacanze golfistiche, chi si sposta per praticare golf è un turista high-profile, con una buona capacità di spesa, attento e curioso delle diverse risorse locali. Nell intervento in oggetto, la redditività è stata quindi legata in gran parte alla struttura ricettiva che deve essere correttamente dimensionata. Il target di clientela su cui puntare sarà prevalentemente di carattere internazionale. Dal punto di vista dell occupazione generata, nello Studio sono stimate circa 200 nuove unità lavorative a carattere permanente. In quanto facente parte di un progetto integrato di territorio attraverso la creazione di una struttura sportiva all aria aperta, che si caratterizza per l introduzione di attività innovative nella zona, il campo da golf prefigura, altresì, un contributo alla crescita dell occupazione locale, presupponendo non solo il personale interno, addetto alla gestione della struttura, ma anche un indotto esteso alle attività che, a vario modo, si alimentano di turismo, a cominciare dalle aziende agricole capaci di rifornire la ristorazione interna e/o di vendere ai golfisti i loro prodotti di qualità. In particolare, la struttura prevista potrà incentivare il mantenimento di attività agricole tradizionali e di pregio, attualmente oggetto di progressiva dismissione: tali produzioni, adeguatamente pubblicizzate e commercializzate al loro interno eventualmente utilizzando il marchio del golf, potranno guadagnare rinnovato vigore e contribuire alla qualificazione dell offerta territoriale nel suo assieme. L alto livello di realizzazione delle opere e la buona redditività ipotizzata dimostrano l economicità dell iniziativa proposta, sia nei modi e nei tempi esposti che in caso di una rivisitazione ancor più prudenziale del piano. Alternativa 2 Tale alternativa fa riferimento alla creazione di un parco agricolo nella Piana di Villafranca. Creare un parco agricolo nella Piana di Villafranca dovrebbe significare la valorizzazione della vera identità di questo territorio, vale a dire il suo carattere rurale, la sua vocazione ricreativa e culturale, le sue risorse ambientali, rilanciando la rilevanza economica e sociale delle attività esistenti e quelle previste (l'agricoltura e il turismo per esempio). Data la presenza di elementi di frammentazione del territorio destinato al parco e la pluralità di funzioni e attività già esistenti, il parco potrà connotarsi come tale solo nel luogo periodo. Questo potrebbe avvenire con la progressiva realizzazione di singoli interventi che dovrebbero lavorare in sinergia e secondo un disegno unitario. Gli interventi da realizzare dovrebbero quindi essere finalizzati a: - riqualificare il patrimonio ambientale e paesaggistico, le aree degradate e abbandonate e le porzioni di mosaico agrario ancora riconoscibili, promuovendo la salvaguardia attiva del territorio; - consolidare le filiere caratteristiche e sostenere nuove forme di agricoltura e tecniche di coltivazione (biologico, biodinamico etc.) e di commercio dei prodotti locali (filiera corta etc.), rafforzando la qualità e la riconoscibilità dei prodotti/servizi offerti; - recuperare il patrimonio storico e rurale e individuare nuove eventuali destinazioni d'uso; - tutelare gli elementi di interesse dal punto di vista naturalistico; 193

194 - ricostituire e valorizzare i legami culturali e identitari con il territorio aperto attraverso nuove opportunità e servizi di fruizione (sentieri, percorsi ciclabili, ippovie, ricettività etc.); - ricostituire e valorizzare i legami culturali e identitari con il territorio aperto attraverso nuove opportunità e servizi di fruizione (sentieri, percorsi ciclabili, ippovie, ricettività etc.); - mantenere la continuità territoriale ed ecologica tra le colline e la piana. Lo scenario relativo alla definizione di un parco agricolo per l area della Piana di Villafranca, potrebbe quindi avere come obiettivo il mantenimento e potenziamento di una importante risorsa non solo ai fini ambientali e paesaggistici, ma anche ai fini dello sviluppo di una agricoltura economicamente vitale; in altre parole, di una agricoltura in grado di produrre beni alimentari, di filiera corta e servizi di prossimità e di qualità, nonché di concorrere alla generale riqualificazione agro-ambientale e paesaggistica del territorio aperto. Per quanto riguarda l aspetto di gestione del parco, dovrebbe verosimilmente essere privilegiata una gestione basata su convenzioni pubblico-private e favorite attività che prevedano forme di aggregazione e partecipazione sociale e garantiscano un presidio costante del territorio da parte di privati cittadini e realtà organizzate. La definizione dello scenario di parco agricolo dovrebbe poi caratterizzarsi innanzitutto come un luogo di attrazione di risorse (sia umane che finanziarie) per avviare nuove attività (agricole, artigianali e di servizio) rivolte al mercato locale ma anche ai mercati esterni, garantendo una convergenza programmatica ed una continuità delle risorse disponibili. In particolare, questo aspetto rappresenta un aspetto fondamentale che condiziona fortemente la fattibilità di questo scenario, in quanto allo stato attuale non risultano presenti iniziative imprenditoriali e, quindi, disponibilità di risorse significative in grado di promuovere tale previsione. In particolare, la complessità legata alla realizzazione di tale scenario sarebbe dovuta al fatto che il Comune di Villafranca dovrebbe essere in grado di: - promuovere il coordinamento, nell ambito delle proprie possibilità, tra enti, associazioni ed attori sociali interessati; - assicurare il necessario coordinamento fra le diverse politiche, programmi ed azioni settoriali e dei diversi enti; - promuovere l attrazione di risorse e di investimenti; - definire le forme organizzative più opportune per garantire una reale implementazione dello scenario del parco agricolo. Di seguito è riportata una matrice di valutazione comparativa, di tipo qualitativo, tra i tre scenari alternativi di intervento appena descritti, elaborata rispetto a specifici obiettivi di protezione ambientale come derivanti dall analisi di cui al capitolo

195 Legenda + + effetto potenzialmente molto positivo + effetto potenzialmente positivo o effetto potenzialmente negativo ma con incidenza poco significativa sulle risorse effetto potenzialmente negativo con incidenza significativa sulle risorse effetto con esito incerto effetto non significativo/pertinente Matrice di valutazione sintetica dei potenziali effetti relativi alle diverse alternative di intervento Obiettivi di sostenibilità ambientale Alternativa 0 Alternativa 1 Alternativa 2 Lotta ai processi di cambiamento climatico Aumento dell efficienza energetica e riduzione emissioni di anidride carbonica Incremento di energia prodotta da fonti rinnovabili o o o Tutela dell'ambiente e della salute Riduzione emissioni atmosferiche per tipologia di inquinante Riduzione dell'inquinamento acustico e/o elettromagnetico o Minimizzazione del consumo di suolo o - + Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti Ottimizzazione gestione dei rifiuti o o Ottimizzazione della gestione dei reflui o o Tutela e riduzione del consumo della risorsa idrica Salvaguardia della natura e della biodiversità e difesa del suolo Salvaguardia dei beni Storico Artistici, Archeologici, Paesaggistici e del Patrimonio Culturale Salvaguardia delle specie, degli habitat e delle fitocenosi o o + Salvaguardia dal rischio idrogeologico o o + Riduzione del rischio sismico o o Salvaguardia e valorizzazione delle risorse storico-culturali o ++ Salvaguardia e valorizzazione delle risorse paesaggistiche

196 Matrice di valutazione sintetica dei potenziali effetti relativi alle diverse alternative di intervento Obiettivi di sostenibilità ambientale Alternativa 0 Alternativa 1 Alternativa 2 Protezione ed efficienza dei sistemi urbani e degli insediamenti o o Qualità e competitività dei sistemi urbani e tutela e valorizzazione del territorio rurale Efficienza delle reti infrastrutturali e tecnologiche Valorizzazione delle specializzazioni funzionali e dell attrattività del territorio Tutela e valorizzazione del territorio agricolo o o ++ o Mantenimento della popolazione residente e delle attività o + + Generazione di reddito diffuso o o Solidità della crescita economica Competitività del sistema economico - + o Incremento occupazionale Integrazione dell offerta di servizi - + o Coesione sociale e miglioramento della qualità della vita Contrasto all esclusione sociale Fruibilità ed accessibilità degli spazi di vita o + + Come si evince dalla lettura della matrice, se da un lato l alternativa zero sembra evidenziare il perdurare di una situazione di ulteriore decremento della qualità ambientale complessiva dell area, l alternativa di realizzazione di un parco agricolo sembrerebbe costituire la soluzione che appare più in grado di tutelare i caratteri paesaggistici e della cultura tradizionale caratterizzanti il contesto della Piana di Villafranca. In una posizione intermedia sembra collocarsi l intervento del campo da golf che, se ben perseguito mitigando i principali effetti ambientali ad esso correlati, sembrerebbe comunque in grado di apportare alcuni benefici in termini occupazionali, economici e di servizi offerti a livello locale. Accanto alla valutazione dei tre scenari alternativi, è stato quindi ritenuto utile effettuare anche una analisi delle scelte generali di intervento, con particolare riferimento all impiego delle tecnologie e degli accorgimenti più efficaci nel garantire l obiettivo della massima sostenibilità ambientale dell intervento golfistico. 196

197 In questa prospettiva, le scelte caratterizzanti l intervento sono state quindi analizzate anche rispetto ai principali temi progettuali: lo schema funzionale (ivi comprendendo la conformazione generale dell area di intervento, la dislocazione degli edifici ed il relativo sistema di accessibilità), le caratteristiche degli insediamenti, la gestione della risorsa idrica (con riferimento alle soluzioni da adottare per minimizzare le interferenze con le falde, sia in termini di emungimenti, sia per quanto riguarda il rischio di contaminazione degli acquiferi), il concept energetico. Lo schema funzionale Come evidenziato nello schema riportato di seguito, l intervento ha previsto: - l individuazione dei manufatti rurali oggetto di recupero edilizio secondo quanto previsto nelle schede di rilievo del patrimonio edilizio esistente; - l individuazione dei percorsi storici e interpoderali oggetto di manutenzione e ripristino dei quali deve essere garantita la fruizione pubblica; - la zona dove prevedere la concentrazione dell edificazione residenziale privata; - la zona del golf a 18 buche e per attività/servizi connessi; - l ubicazione all interno della trasformazione delle aree oggetto di compensazione e della relativa destinazione pubblica da cedere gratuitamente al Comune. 197

198 Gli interventi insediativi Per quanto riguarda gli interventi insediativi, il layout di progetto si struttura attorno a tre funzioni: il campo da golf con relativi servizi (golf house e fabbricati accessori), il complesso alberghiero e la residenza. Dal momento che la maggior parte dell area di intervento deve essere destinata al percorso golfistico, i nuclei edilizi sono stati concentrati ai margini del percorso stesso, oltre che lungo le strade di accesso al comparto 21. Allo scopo di evitare la realizzazione di nuove opere infrastrutturali e di contenere il consumo di suolo, è risultato quindi opportuno collocare i nuovi insediamenti lungo o nelle immediate vicinanze della viabilità esistente. Più nello specifico, a seguito dell analisi di numerose ipotesi progettuali, il layout attuale di progetto ha ritenuto opportuna la concentrazione delle funzioni più bisognose di accessibilità (e quindi di parcheggi) in un unico polo, comprendente la club house e l albergo, collocato nella porzione più meridionale del comparto, e la concentrazione dell edificazione 21 Una prima alternativa progettuale aveva prefigurato una dislocazione tipo case sparse all interno di tutta l area di intervento. Tuttavia, questa prima ipotesi è stata velocemente abbandonata in quanto avrebbe implicato la realizzazione di ulteriore viabilità ed aree accessorie interne e quindi inutile consumo di suolo, con un eccessivo pregiudizio per il patrimonio paesistico. 198

199 residenziale privata a Nord tale da assume carattere di completamento edilizio dell edificato esistente della frazione di Mocrone. Le caratteristiche tipo-morfologiche degli insediamenti Per quanto attiene le caratteristiche architettoniche dell intervento, una prima versione dell intervento aveva previsto la realizzazione di fabbricati dal carattere contestualista per quel che riguarda gli ingombri, ma innovativa per quanto attiene invece alle morfologie ed ai materiali. Tale soluzione, mirata alla ricerca di un linguaggio contemporaneo capace di dialogare con il contesto, ha evidenziato la scarsa compatibilità di un architettura innovativa con il carattere tradizionale di un paesaggio rurale ancora sufficientemente ben inquadrato nel sistema territoriale della Piana di Villafranca. Pertanto l intervento ha successivamente optato per il ricorso a tipologie più conformi ai caratteri dell edilizia tradizionale, prevedendo fabbricati di limitata altezza (massimo due piani), con coperture a falda in coppi, rivestiti in materiali locali (come la pietra e l intonaco) ed elementi tipici del contesto. Si è così immaginata un architettura vernacolare, ispirata agli stilemi caratteristici del contesto. La soluzione finale sembra quindi aver optato per il ricorso ad un linguaggio tale per cui gli insediamenti risultassero ancora più subordinati al paesaggio nel suo assieme. Infine, la ricerca di un rapporto armonioso con il contesto ha implicato il ricorso ad un linguaggio il più possibile neutro, tale da far sì che le architetture non si pongano in competizione con il paesaggio, ma costituiscano semmai una presenza rispettosa degli assetti territoriali, strutturati attorno alle masse verdi costituite delle fasce ripariali e degli altri ambiti boschivi. A livello morfologico e materico, si è inoltre privilegiato il ricorso alla tradizione, in modo da evocare un immediato riferimento alle tipologie insediative consolidate nel paesaggio agrario. La gestione della risorsa idrica In conformità con gli indirizzi e le prescrizioni della pianificazione ai vari livelli di scala, la corretta gestione della risorsa idrica è stata individuata sin da subito tra i principali obiettivi di tutela. La soluzione adottata, prevedendo la realizzazione di bacini artificiali collegati in serie ed il recupero delle acque meteoriche tramite appositi drenaggi ed opportune canalizzazioni, configura un sistema tale da poter minimizzare gli emungimenti dalla falda a fini irrigui, oltre che in grado di non contaminare gli acquiferi tramite la percolazione di fertilizzanti e pesticidi. Il recupero delle acque (meteoriche e di irrigazione) tramite un capillare sistema di drenaggi ed il loro convogliamento negli stessi bacini potrà inoltre evitare la percolazione diretta in falda delle sostanze utilizzate per la concimazione del suolo e l eliminazione degli infestanti, con evidente beneficio per la qualità delle acque sotterranee. L equipaggiamento delle sponde dei bacini con fasce di vegetazione igrofila, inoltre, potrà svolgere un azione fitodepurativa capace di abbattere ulteriormente la percentuale di sostanze chimiche disciolte nell acqua. La gestione della risorsa idrica comprende inoltre la previsione di idonei sistemi per lo smaltimento delle acque nere. Innanzitutto, le acque meteoriche provenienti dalle coperture e dalle aree esterne 199

200 pavimentate saranno trattate e reimpiegate per usi domestici non potabili. Inoltre, come già evidenziato durante la valutazione degli effetti, i reflui domestici saranno parzialmente fitodepurati in sito, per essere poi collettati nei bacini ed essere successivamente reimpiegati a fini irrigui. L alternativa possibile, sarebbe dovuta consistere in un invio diretto di tutte le acque (nere e grigie) al sistema fognario, con conseguente spreco di una risorsa riutilizzabile in sito e rischio di sovraccarico ai danni degli impianti di depurazione pubblica. Il concept energetico L intervento è concepito con l obiettivo di massimizzare il risparmio energetico ed il ricorso alle fonti rinnovabili, optando per la realizzazione di sistemi autonomi e tendenzialmente puntiformi. 200

201 7. Descrizione delle misure di monitoraggio Ai sensi L.R. 10/2010 e s.m.i., tra le informazioni da fornire nell ambito del Rapporto ambientale sono incluse: descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio. Le misure di monitoraggio sono finalizzate, nelle varie fasi di costruzione ed esercizio, a verificare i parametri di intervento, a controllare gli effetti ambientali e l'efficacia delle misure di mitigazione previste. Le misure di monitoraggio, al pari delle misure di mitigazione, sono vincolanti e saranno a carico della proprietà dell'area salvo diversa richiesta da parte degli Enti interessati. Monitoraggio in fase di esercizio Il principale aspetto che necessita di controllo e monitoraggio in fase di esercizio è quello idrico, in funzione della potenziale rilevanza dell'impatto (sia in termini di necessità di approvvigionamento che in termini di potenziali fenomeni di contaminazione) evidenziata nei capitoli precedenti del presente Rapporto. Il sistema di monitoraggio delle acque dovrà riguardare sia le risorse superficiali che quelle sotterranee. Le risorse sotterranee dovranno essere monitorate sia qualitativamente che quantitativamente al fine di verificare i livelli della falda e la produttività dei pozzi nel lungo periodo. Le risorse superficiali dovranno essere caratterizzate in termini di livelli degli inquinanti, con particolare riferimento ai nutrienti, caratterizzati anche nei drenaggi del golf, e di elementi potenzialmente inquinanti contenuti nei composti utilizzati. Dovrà essere quindi previsto un sistema di monitoraggio del livello quantitativo e qualitativo dei pozzi ricadenti all interno dell area di interesse per le attività golfistiche. Nell ambito della realizzazione delle opere di emungimento si renderà anzitutto necessaria una caratterizzazione preliminare della qualità delle acque sotterranee mediante prelievo di campioni di acque da pozzi limitrofi o di nuova realizzazione. Per la qualità delle acque sotterranee dovrà quindi essere previsto un prelievo delle acque provenienti dai pozzi ad uso irriguo per determinare i principali parametri chimico-fisici al fine di controllare un eventuale variazione anomala delle concentrazioni e peggioramento qualitativo. Più precisamente, dovranno essere verificati almeno i seguenti parametri: - conducibilità; - temperatura; - durezza totale; - concentrazione di bicarbonati; - concentrazione di nitrati; - concentrazione di solfati; - concentrazione di cloruri. L obiettivo di tale tipologia di monitoraggio è la misurazione del livello statico della falda sfruttata. Nel caso in oggetto, essendo il prelievo più significativo a carattere stagionale o comunque intermittente, le letture dovranno essere effettuate al termine di adeguato periodo di fermo macchina relativamente ai tempi di recupero caratteristici dei pozzi stessi, tenendo conto anche di eventuali interferenze che sfuggono al controllo diretto del concessionario. Le letture dovranno essere realizzate in numero sufficiente e indicativamente circa 2 per anno con cadenza prefissata (indicativamente per il livello di magra nel periodo ottobre-novembre e per quello di morbida nel periodo aprile-maggio) e comunque in 201

202 modo tale da evidenziare i presumibili livelli di massima magra/morbida, o di inizio/fine stagione di utilizzo. In contemporanea, con le misure del livello statico dovranno essere misurati anche i quantitativi prelevati da ciascuna opera, identificabili tramite letture dei contatori da installare all uscita di ciascun pozzo. Dovrà inoltre essere eseguito il monitoraggio dei nutrienti: - all'uscita dei drenaggi di almeno 2 green; - ad almeno due scarichi del drenaggio nel reticolo idrografico. Allo scopo di monitorare nel suo complesso il potenziale impatto ambientale dell intervento, dovranno essere effettuati anche appositi monitoraggi delle acque in uscita dagli impianti di depurazione e delle acque grigie raccolte. Il monitoraggio dell impianto dovrà avere luogo almeno 2 volte all anno, salvo diversa richiesta da parte degli Enti interessati, e dovrà comunque fare riferimento alle modalità di rilevazione dei parametri chimico-fisici richiesti dalla normativa di riferimento costituita principalmente dal DPGR n. 76/R del 17 dicembre 2012, di modica del DPGR n. 46/R del 2008 Regolamento di Attuazione della Legge Regionale 31/05/2006 n 20 Norme per la tutela delle acque dall`inquinamento, che prevede l attuazione di un programma di manutenzione e gestione del processo o sistema di smaltimento inteso come quel complesso delle attività necessarie: - ad un controllo regolare, efficace e tempestivo dei rendimenti del processo o sistema di smaltimento; - ad assicurare nel tempo l integrità, la funzionalità ed efficienza del processo o sistema di smaltimento attraverso le necessarie azioni di verifica e manutenzione ordinaria e straordinaria. Monitoraggio in fase di cantiere La portata dell intervento rende opportuno anche necessario un monitoraggio del potenziale impatto ambientale del cantiere per quanto concerne la produzione di polveri, la produzione di rumore e la tutela delle risorse idriche. Tale tipo di monitoraggio potrà avere luogo durante l esecuzione di tutti i lavori al fine di verificare che i valori siano inferiori ai limiti legislativi. Tale monitoraggio potrà essere eseguito tramite appositi campionatori posti in corrispondenza dei recettori sensibili più prossimi all area di cantiere. La metodologia che potrà essere impiegata dovrà necessariamente fare riferimento alle disposizioni previste dalla normativa di settore vigente, sia per quanto riguarda le strumentazioni da utilizzare e le tecniche di campionamento, sia per quel che concerne i valori limite da osservare. In particolare, con riferimento al rumore, l avvio delle attività di cantiere dovrà essere preceduto dalla predisposizione di un apposito studio previsionale di clima acustico, anch esso da redigere a norma di legge. 202

203 Allegati 203

204 Scheda Norma U.T.O.E. n.4 Cà Madonna del PS 204

205 205

206 206

207 Estratti cartografici dal PS del Comune di Villafranca in Lunigiana Quadro conoscitivo - TAV. 3 - Infrastrutture a rete e puntuali - TAV. 4 - Carta dei Vincoli - TAV. 5 - Carta della pianificazione sovraordinata - TAV. 6 - Emergenze storico/naturalistiche - TAV. 7 - Carta dell uso del suolo - TAV. 8 - Unità di paesaggio - TAV. 9 - Carta dei fattori inquinanti e degli elementi sensibili - TAV Carta delle criticità e del degrado - TAV Carta dei valori e delle emergenze Cartografia relativa alle indagini geologico-tecniche - Carta Geomorfologia - Carta Idrogeologica - Carta della pericolosità idraulica - PAI - Carta della pericolosità sismica locale - Carta della pericolosità Progetto - TAV. 1 Statuto del territorio: Invarianti strutturali - TAV. 2 Statuto del territorio: Sistemi e sub-sistemi territoriali - TAV. 3a Azioni di trasformazione: Sistema funzionale per l ambiente e U.T.O.E. - TAV. 3b Azioni di trasformazione: Sistema funzionale per la crescita economico-culturale-sociale. U.T.O.E. - TAV. 4 Azioni di trasformazione: Criticità territoriali e mitigazione degli impatti 207

208 Tav. 3 Infrastrutture a rete e puntuali 208

209 Tav. 4 Carta dei vincoli 209

210 Tav. 2 Carta della pianificazione sovraordinata 210

211 Tav. 6 Emergenze storico/naturalistiche 211

212 Tav. 7 Carta dell uso del suolo 212

213 Tav. 8 Unità di paesaggio 213

214 Tav. 9 Carta dei fattori inquinanti e degli elementi sensibili 214

215 Tav. 14 Carta delle criticità e del degrado 215

216 Tav. 15 Carta dei valori e delle emergenze 216

217 Carta geomorfologica 217

218 Carta Idrogeologica 218

219 Carta della pericolosità idraulica - PAI 219

220 Carta della pericolosità sismica locale 220

221 Carta della pericolosità 221

222 Tav. 1 Carta delle Invarianti 222

223 Tav. 2 Sistemi e Sub-sistemi territoriali 223

224 Tav. 3a Sistema funzionale per l ambiente e degli insediamenti, U.T.O.E. 224

225 Tav. 3b Sistema funzionale per la crescita economico-culturale, sociale 225

226 Tav. 4 Criticità territoriali e mitigazioni degli impatti 226

227 Scheda Invariante strutturale n.10 Paesaggio agrario della Piana di Villafranca 227

228 228

229 229

230 Estratti cartografici dal RU del Comune di Villafranca in Lunigiana - QP.A3 - Tavola uso del suolo del territorio urbano e delle U.T.O.E. 230

231 QP.A3 - Tavola uso del suolo del territorio urbano e delle U.T.O.E. 231

232 Estratti dal Rapporto ambientale del RU 232

233 233

234 234

235 235

236 236

237 237

238 238

239 239

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