Principi e regole guida progetto Pian del Rosso

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1 Principi e regole guida progetto Pian del Rosso VISIONE COMUNE L'obiettivo è creare un luogo ove sia possibile vivere in modo sostenibile dal punto di vista ecologico e sociale. È incentivata ogni forma di riduzione dei consumi e di abbattimento degli sprechi. Si persegue l autoproduzione e la realizzazione dell autosufficienza alimentare (comprese forme di mutualismo locale) con ogni forma di agricoltura naturale che escluda l uso di prodotti chimici e che punti alla riscoperta di piante e semi antichi e autoctoni. Si attua una gestione intelligente delle risorse energetiche locali e in particolare di quelle idriche. Quanto alle relazioni umane, le si basa sulla fiducia profonda reciproca e sulla gestione trasparente e partecipata del potere, principio essenziale per ricostruire i legami sociali. A un gruppo di coordinamento è affidato il compito di rendere operative ed efficaci le decisioni condivise dall assemblea di tutti i soci e di creare i presupposti per cui ogni membro abbia la possibilità di esprimersi e contribuire costruttivamente al processo in corso. I valori di riferimento sono il rispetto, la gentilezza, l equità, la cooperazione, la solidarietà, l apertura alla diversità (di genere, provenienza geografica, di spiritualità, estrazione sociale e culturale, ecc) nel rispetto sempre di queste linee guida. È volontà comune che gli strumenti di comunicazione come o telefono siano utilizzati solo per comunicazioni di servizio, e non quindi per affrontare scambi di opinioni per i quali invece si privilegia l incontro dal vivo. L ACCORDO Lo Statuto di una società agricola prevede degli standard normativi, e uno di questi stabilisce che vadano prese decisioni con la votazione di maggioranza; pertanto anche il nostro Statuto

2 ha questa regola. Però i soci fondatori hanno deciso di avvalersi della metodogia del consenso e ricorrere alla votazione solo nei casi di estrema gravità, in cui il consenso non sia applicabile. Questa metodologia è definibile come gestione positiva dei conflitti (Tecchio, 2014). Serve per costruire accordi, non per prendere decisioni; nel senso che le decisioni si producono in ogni caso (anche se si decide di non decidere nulla, quella è una decisione), quello a cui si mira è l accordo, ovvero produrre al nostro interno accordo quando si è in disaccordo, chiedendosi posso accettare di non essere d accordo? e però allo stesso tempo non eludendo l espressione dei propri motivi di disaccordo: la diversità è ricchezza e se io nascondo il mio disaccordo (per amore di pace o per paura di essere rifiutato o emarginato) sto facendo un operazione che toglie ricchezza e indebolisce il gruppo. La qualità di un accordo dipende dal modo in cui ci si arriva: ciò che desideriamo raccogliere sono accordi dove le parti interessate abbiano potuto attivamente e creativamente partecipare a un processo decisionale che riconosce i bisogni in gioco di tutti, dove le decisioni finali siano accettate da ognuna liberamente e responsabilmente. Attivamente: devo aver modo di partecipare, e farlo con impegno. Liberamente assenza di ricatti morali, fretta, ecc. Responsabilmente: se accetto poi mi impegno di conseguenza. Creativamente: non solo nuove idee per nuove soluzioni, ma anche rinnovati modi di ascoltare, esprimersi, relazionarsi. Stare dentro la cultura del consenso non significa avere un parere unanime su un certo tema (che spesso è una pace negativa, perché il consenso implica sempre una misura di dubbio o non accordo sui contenuti), ma che: 1) tutti mediano tra i propri bisogni e quelli degli altri, perché la felicità degli altri, e del cammino che si è scelto di intraprendere insieme, ci è parimenti cara - bisogna a un certo punto passare dal piano dei contenuti (accordo/disaccordo) a quello della relazione (fiducia/sfiducia); 2) i motivi di disaccordo trovano il loro legittimo spazio nella discussione e nei resoconti ufficiali. Tutto il nostro impegno va in questa direzione attraverso anche la responsabilizzazione dei singoli soci a formarsi sull utilizzo del metodo e sperimentarlo il più possibile affinché tutti ne afferrino bene i meccanismi facendo uno strumento oliato, efficiente e risolutivo. Naturalmente non si tratta di voler raggiungere un accordo a qualunque costo. Le separazioni, talvolta inevitabili, rappresentano momenti di crescita, e la sofferenza che esse provocano dipende in buona parte dal modo in cui si gestisce il conflitto. Qualche dettaglio (in progress): 1. Restiamo centrati sull' ascolto profondo (dell'altro e di noi stessi), coltivando un atteggiamento esplorativo invece che puramente argomentativo volto al convincere - così si può provare il gusto della sfida all approfondimento delle proprie idee senza il timore di doversi difendere dagli attacchi, cosa difficile nella nostra cultura in cui c è una mentalità dominante che concepisce la discussione come una guerra.

3 2. Comunicazioni non sarcastiche o ironiche quando ci rendiamo conto di essere stati in qualche modo colpiti, ma esplicitare in modo rispettoso e aperto il nostro pensiero. 3. Evitare le polemiche e le discussioni a due. 4. Nelle sedute assembleari moderate, quando qualcuno parla non lo si interrompe ma si possono usare i segnali non verbali : a. Consenso b. Così così c. Dissenso - il moderatore puo chiedere di motivare d. Blocco e. Arriva al dunque f. Richiamo all ordine del giorno g. Ho un informazione veloce che può aiutare il discorso senza interromperlo h. Voglio fare un intervento i. Ho una dubbio che ti chiedo di chiarire j. Alza il volume della voce 5. I nuclei familiari con più di un componente devono risolvere eventuali mancanze di consensualità internamente al nucleo. RIUNIONI Si inizia puntuali, massimo un quarto d ora dopo. Chi arriva in ritardo cerca di non distrarre il gruppo, i saluti avverranno durante la prima pausa. Nel caso, chi sta vicino cerca di aggiornare gli ultimi arrivati. Ogni incontro è convocato con un preciso ordine del giorno : l ODG deve avere indicazioni dei temi, dei tempi previsti per la loro gestione e dei responsabili della comunicazione e gestione del tema, uno per ogni tema, possibilmente. Il gruppo di coordinamento, dopo aver ascoltato le richieste dei soci, si occuperà di stilare l ordine del giorno, il calendario degli incontri e di redigere i verbali. Qualsiasi cosa non rientri nell odg, le varie ed eventuali, vanno trattate a fine riunione solo se tutti sono d accordo a prolungare eventualmente la riunione oltre il termine previsto. Gli ultimi 20 minuti dell incontro sono da dedicarsi al feedback di tutti sullo svolgimento della riunione. Alla fine della riunione, al più presto e massimo entro 7 giorni il reporter pubblica il suo sunto delle decisioni prese e dei dubbi eventualmente emersi e i soci sono chiamati a dare conferma dell avvenuta ricezione e approvazione entro 7 giorni. Oltre i 7 giorni vige il silenzio assenso e il verbale si dichiara approvato e archiviato. Le riunioni iniziano insieme ed è raccomandato allontanarsi o andarsene dalla riunione solo a riunione conclusa o comunque dopo aver dichiarato di doverlo fare, chiedendo il consenso.

4 Per ogni obiettivo operativo si stabilisce insieme chi fa cosa, con relativa scadenza e definizione di un responsabile pro tempore, che può scegliere di chiedere la collaborazione di due altri soci. Il responsabile deve strutturare il lavoro dei collaboratori secondo microscadenze e condurre il lavoro al fine del rispetto della scadenza generale, anche a costo di far lui/lei quel che è necessario. Valore della partecipazione : il gruppo è una risorsa per accrescere le conoscenze e le capacità individuali. Condividere la responsabilità decisionale è fondamentale per la coesione al gruppo di ogni singolo membro. Siamo altresì consapevoli che i processi decisionali collettivi, se non affrontati con un po' di preparazione individuale e adeguata organizzazione, possono trasformarsi da risorsa a elemento distruttivo e disgregante. Pertanto, per ogni riunione si stabilisce un moderatore/trice, un/a reporter e un/a guardiano/a del tempo. In questa prima fase decidiamo di provare tutti (quelli che lo vorranno) a fare il/la moderatore/trice, due riunioni per ciascuno e poi a ruota, in modo da imparare anche dai propri errori e maturare il più possibile una consapevolezza individuale sull impegno necessario per moderare, oltre che per lasciarsi moderare. Per riuscire sempre negli intenti sopra elencati è auspicabile avvalersi talvolta del supporto tecnico di professionisti delle dinamiche di gruppo e progettazione partecipata, studiare le esperienze del passato e lavorare sulla consapevolezza individuale e la crescita personale. BENI PERSONALI E BENI COMUNI Nell ecoborgo saranno presenti spazi e oggetti a uso esclusivamente personale e spazi e oggetti condivisi, gestiti nel rispetto delle diverse esigenze degli abitanti. Anche le abitazioni a uso privato, gestite in autonomia dai soci beneficiari, dovranno attenersi a minime regole di buon senso in un ottica di rispetto della natura, dello spazio di ciascuno e dei materiali utilizzati. Per esempio è scoraggiato l utilizzo di materiali tossici per gli arredamenti e le finiture e l uso di prodotti detersivi inquinanti. Sarà anche possibile la condivisione di altri beni di utilità comune quali per esempio attrezzature, mezzi di trasporto, libri. È già in essere un database Dai e Ricevi e un inizio di Biblioteca degli Oggetti. ECONOMIA E CREATIVITÀ All interno del borgo verrà dato spazio alla creatività e alle aspirazioni individuali. Si intende sviluppare un economia interna legata alla manutenzione del luogo, all erogazione di servizi alle persone residenti e non, all ospitalità, all organizzazione di eventi e attività culturali, all agricoltura, all artigianato, ecc.

5 Allo scopo di sviluppare competenze necessarie alla realizzazione e propagazione del progetto sarà utile partecipare ad attività formative su temi quali il risparmio energetico, l alimentazione sana, la comunicazione non-violenta, l agricoltura naturale e la medicina naturale, le arti espressive, l educazione alla libertà e al rispetto delle differenze. RISORSE ECONOMICHE Ogni nucleo fondatore si impegnerà al versamento della quota necessaria all acquisto del terreno, alla realizzazione della propria abitazione e degli spazi comuni secondo quanto già deliberato e secondo quanto emergerà dalla progettazione condivisa. RESPONSABILITÀ All interno degli spazi personali ognuno è libero e responsabile delle proprie scelte come ad esempio quella di tenere animali domestici. Per quanto riguarda invece gli spazi comuni le scelte come quella di inserire degli animali liberi andranno concertate con il resto degli abitanti. E-CO-ABITARE Tutti noi siamo anche soci, più o meno attivi, della onlus E-CO-abitare che patrocina il progetto di costruzione di Pian del Rosso e che si propone di mettere a disposizione l'esperienza e le abilità maturate e maturande al perseguimento dei suoi scopi statutari di promozione di un'abitare (e vivere) ecologico, cooperativo e sostenibile. Tutti i soci firmano per presa visione e si impegnano a onorare per tutta la durata della loro permanenza a Pian del Rosso questi principi e regole guida, proponendo anche migliorie e approfondimenti derivanti dalla maturazione dell esperienza condivisa.

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