HABITAT DI ACQUA DOLCE

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1 Habitat di acqua dolce 143 HABITAT DI ACQUA DOLCE 3120 Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto-Nanojuncetea 3140 Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition 3170 Stagni temporanei mediterranei 3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea 3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos 3250 Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum 3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion 3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p e Bidention p.p Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba 3290 Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion Altri habitat acquatici di specie (vedi altri habitat a pag. 579) Altri habitat acquatici forestali (vedi pagg. 486 e 514) Introduzione Gli habitat di acqua dolce fanno parte degli habitat di zone umide, tuttavia non li esauriscono; una parte di questi è descritta infatti in un altro gruppo, fra le torbiere. Inoltre sono direttamente collegati all ambiente d acqua dolce alcuni habitat forestali descritti più oltre (91E0, 92A0, 92D0). Essi comprendono sia microhabitat di dimensioni inferiori al metro quadrato, sia complessi ecosistemici formati da tessere sviluppate con andamento lineare anche per diversi chilometri. Possono essere isolati o essere dotati di una continuità utile allo svolgimento del ruolo di corridoi ecologici per animali e, subordinatamente, vegetali acquatici o anfibi. Ovviamente il fattore che condiziona tali habitat è l acqua che agisce sugli organismi attraverso la sua disponibilità in senso quantitativo generale e in senso temporale (disponibilità permanente o periodica) e le sue caratteristiche qualitative (temperatura, conducibilità, sali minerali e sostanze organiche, ph, torbidità, ossigeno, ecc), ma in primo luogo attraverso la sua condizione di stabilità o mobilità. La prima distinzione di questi habitat è infatti tra quelli propri delle acque ferme e quelli delle acque correnti. Un altro carattere che li distingue è il ruolo della vegetazione nel processo dinamico, collegato alla sua struttura; è infatti importante capire se si tratta di vegetazione erbacea propria degli stadi iniziali (anche se talora a lungo stabili) o legnosa, propria degli stadi successivi. In ogni caso siamo di fronte a vegetazione azonale, indipendente dalle caratteristiche del clima, in quanto fortemente condizionata dall acqua. Gli ambienti d acqua dolce possono essere differenziati per la loro origine, naturale o artificiale. Uno schema descrittivo generale può essere il seguente, nel quale sono peraltro presenti tipologie (come le torbiere e i prati umidi) che hanno un riferimento particolare distinto nella classificazione Natura 2000 della Direttiva Habitat.

2 144 Atlante degli Habitat Zone umide interne, ambienti fluviali di origine naturale Corsi d acqua permanenti Fiume di pianura Fiume pedemontano Torrente Rio minore Meandri e lanche Corsi d acqua stagionali a regime intermittente Delta interni Zone umide delle piane alluvionali Laghi d acqua dolce permanenti Laghi di acqua dolce stagionali Laghi e paludi salmastre (permanenti/stagionali) Stagni e paludi d acqua dolce permanenti Stagni e paludi d acqua dolce stagionali Zone umide a predominante vegetazione arbustiva Paludi d acqua dolce con copertura forestale Torbiere prive di copertura forestate Torbiere con copertura forestale Zone umide alpine e della tundra Sorgenti, oasi di acqua dolce, fontanili e risorgive Sorgente Oasi di acqua dolce Fontanile o risorgiva Zone umide geotermiche Zone umide di origine antropica Laghi, stagni, sbarramenti e dighe Canale Grandi riserve idriche; casse di espansione, bacini di derivazione Stagni ad uso agricolo Altri piccoli invasi e riserve idriche Abbeveratoi e fontane con raccolta d acqua Saline Escavazioni e cave Escavazioni Pozze di cave Pozze di miniera Aree di aziende agricole che utilizzano liquami come fertilizzanti e a scopo irriguo Stagni per la pescicoltura e serbatoi di piccole dimensioni Terreni irrigui Terreni agricoli inondati stagionalmente Canali di drenaggio Fossati Stagni per l allevamento di pesci e gamberi Altro Stillicidi e pareti stillicidiose

3 Habitat di acqua dolce 145 Si tratta spesso di habitat soggetti a episodi distruttivi e di ricostruzione che si possono ripetere ciclicamente con intervalli brevi o relativamente più lunghi. Infine molti, a causa dello sviluppo prevalentemente lineare e dei contatti con altri habitat, manifestano spesso caratteri ecotonali propri degli orli, dei margini, delle transizioni. Il bilancio idrico dei bacini in cui essi si trovano, cioè le modalità e le relazioni fra gli apporti (precipitazioni, sorgenti, ecc.) e le perdite dell acqua (scorrimento superficiale o sotterraneo, prelievo, ecc.), garantisce o mette in pericolo, talora serio, questo tipo di habitat. Gli organismi che caratterizzano questi habitat si possono distinguere in base alle esigenze rispetto alla disponibilità di nutrienti in oligotrofi (prediligono acque povere di nutrienti organici), mesotrofi (li troviamo in condizioni medie), eutrofi (prediligono acque ricche di sostanze organiche). Nei popolamenti vegetali si distinguono crittogame non vascolari (alghe e muschi acquatici) e piante vascolari, talora erbacee ma di discrete dimensioni (macrofite). Distinguiamo inoltre idrofite o piante acquatiche in senso stretto che possono essere ancorate al fondo, completamente o parzialmente sommerse con foglie galleggianti sulla superficie dell acqua o emerse oppure possono essere liberamente flottanti (pleustofite). Come alcuni animali anche le piante possono avere un carattere anfibio, sopportando talora prolungati periodi di intesa aridità. Possiamo inoltre trovare le elofite, con solo l apparato radicale e il piede sommersi. Gli habitat di acqua dolce sono eccezionalmente sensibili al complesso delle attività umane che si possono esplicare con prelievi idrici, inquinamento, trasformazione del territorio e conseguente distruzione o pressione antropica diretta sugli habitat e sulle loro componenti. Sono peraltro molto sensibili a processi naturali d interramento e di evoluzione della vegetazione. Gli habitat di acqua dolce della Liguria L Allegato 1 della Direttiva 92/43 non comprende per la Liguria (ma solo per la Scandinavia) il corpo idrico dei fiumi e di altre zone umide, tuttavia è indubbio che la conservazione di questo è indispensabile sia per le specie dell Allegato 2 (per esempio diverse specie di pesci e il gambero di fiume) sia per la conservazione di alcuni habitat qui illustrati. Non ci sono in Liguria neppure grandi laghi o paludi, ma possiamo trovare ugualmente cinque tipi di habitat delle acque ferme, seppure con aspetti impoveriti e superfici ridottissime: acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp.; acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto-Nanojuncetea; acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.; laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition; stagni temporanei mediterranei. Per alcuni di essi la tendenza alla rarefazione, desumibile dal confronto con le descrizioni della flora e della vegetazione redatte cento o più anni fa, ha reso difficile persino il ritrovamento e l identificazione. Sette sono invece gli habitat d acqua dolce corrente: fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea; fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos; fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum; fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion; fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p e Bidention p.p.; fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba; fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion. A questi sarebbero però da aggiungere i già citati boschi ripari e alluvionali. Lo stato di conservazione è prevalentemente insoddisfacente e difficilmente ci si aspetterebbe una situazione migliore, perché l aggressione agli ambienti acquatici è un fenomeno generalizzato, progressivamente più intenso soprattutto in regioni come la Liguria dove i pochi e ristretti spazi pianeggianti si prestano a un utilizzo spinto delle risorse.

4 146 Atlante degli Habitat Buono Medio Cattivo n.v Totale % 0,0 30,4 58,7 10,9 Stato di conservazione degli habitat d acqua dolce dell Allegato I dir 92/43 (numero di siti) La gestione degli habitat di acqua dolce La gestione dovrebbe essere finalizzata ad arrestare il progressivo declino di questi habitat e ad avviare un programma di lungo periodo per il loro ripristino o il loro miglioramento. La base di partenza è rappresentata da un accorto utilizzo delle risorse idriche; occorre ridurre il più possibile o comunque razionalizzare i prelievi e potenziare tutte le forme di risparmio e riciclo. A questo occorre aggiungere l esigenza di rispettare la legislazione ambientale per la prevenzione dell inquinamento, potenziando la sorveglianza nel settore. Appare indispensabile cercare di evitare il più possibile l urbanizzazione delle piane alluvionali e orientare le scelte verso una rinaturalizzazione, in primo luogo ampliando le fasce boscate riparie e fluviali e mitigando gli effetti negativi sugli habitat e sulla loro funzionalità, anche con demolizioni e ricostruzioni della maggior parte delle difese spondali. Questo può essere possibile se tra i soggetti responsabili della gestione del territorio e le professionalità del settore si incrementa la consapevolezza della necessità di ricostruire i sistemi fluviali non limitandosi a considerare il solo corpo idrico, ma un buffer che possibilmente raggiunga i 200 m di larghezza. Tale ricostruzione avrebbe risvolti positivi a scala di bacino e sulla zona litoranea, comprendente pure gli habitat marini, ridurrebbe i costi della prevenzione e dei danni da esondazioni, svilupperebbe professionalità e know-how. Al riguardo non necessariamente gli interventi devono essere nell ambito dell ingegneria naturalistica intesa secondo gli attuali criteri; questa non è, infatti, sempre priva di effetti negativi sulle specie e sugli habitat naturali e necessita di sottostare a regole più attente al mantenimento della variabilità genetica e della coerenza con i processi dinamici naturali della vegetazione. Altrettanta attenzione deve essere rivolta al controllo ed eventualmente alla lotta contro piante e animali invasive, che snaturano le caratteristiche proprie degli habitat e alterano i rapporti di competizione, uniformando la diversità su scale territoriali ampie. Una particolare attenzione dovrà essere riservata al mantenimento di piccole zone umide, in qualche caso al semplice mantenimento delle condizioni idonee perché queste possano affermarsi in modo sia permanente sia effimero. Il ruolo di elementi microtopografici quali piccole pozze, fossi, canali per il mantenimento di una flora e fauna acquatica o anfibia, in una regione priva di corpi idrici rilevanti, è essenziale per la biodiversità. Massimo rigore conservativo, inteso, se è il caso, come conservazione attiva (che può prevedere in-

5 Habitat di acqua dolce 147 terventi) deve essere applicato alle zone umide più pregiate e diversificate, siano esse di origine naturale o artificiale (es. i bozi della Piana del Magra, i complessi di torbiera, i fiumi alpini ecc) Particolarmente utile potrà essere l opera del Centro Studi sulle aree protette e gli ambienti fluviali, istituito dall Ente Parco di Montemarcello-Magra, con sede presso il Centro Regionale Fauna Minore di Sarzana, per sostenere una rete, un momento di incontro tra tutte le aree protette fluviali e i bacini idrografici d Italia. Fine ultimo del Centro Studi è quello di costituire un sistema che lavori insieme, si scambi buone pratiche e dibatta sulle criticità legate alla gestione delle aree fluviali al fine di raggiungere obiettivi e soluzioni comuni e promuovere progetti di conservazione, risanamento, riqualificazione, rinaturalizzazione e reintroduzione di specie scomparse dall ambiente fluviale. Nell ambito di questa missione il Centro Studi si occuperà della pubblicazione di scritti di vario genere, dell organizzazione di momenti di incontro e di studio (conferenze, convegni, seminari, ecc.), della promozione e la divulgazione di studi e ricerche, della cooperazione con altri enti pubblici o privati, dell organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento professionale e dell attività di consulenza e supporto a eventi e progetti sul tema della gestione di parchi fluviali.

6 148 Atlante degli Habitat 3120 Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp. Codici Classificazione paleartica (Corpi acquei oligotrofici poveri di calcio) x (comunità anfibie del Mediterraneo-Atlantico) Classificazione EUNIS 2002 < C1.1 Laghi, stagni e pozze oligotrofici permanenti # C3.4 Formazioni povere di specie di orli d acqua a bassa crescita o vegetazione anfibia < C3.4/P Comunità anfibie del Mediterraneo-Atlantico Manuale d interpretazione EUR25 Descrizione: Vegetazione anfibia nana di acque oligotrofiche povere di minerali, per lo più su suoli sabbiosi della regione Mediterranea e alcune irradiazioni nel settore termo-atlantico, e riferibili agli Isoeto-Nano-Juncetea. Pratelli di stagni temporanei (l habitat prioritario 3170) è un particolare sottotipo (acque temporanee e assai poco profonde). Piante: Livello alto - Isoetes velata, Isoetes setacea, Pilularia minuta, #Marsilea strigosa; livello basso - Isoetes histrix, Isoetes durieui, Serapias spp. (Serapion). Distribuzione geografica Segnalato solo nei tratti terminali della Magra e del Centa e nelle piane alluvionali di questi corsi d acqua, ma talora da riaccertare Caratteri generali Si tratta di microhabitat igrofili tipici delle zone temporaneamente inondate, con caratteristiche di fossi, rigagnoli, piccole depressioni, anche come relitti in situazioni talora ormai compromesse dal-

7 Habitat di acqua dolce 149 l antropizzazione. Sono soggetti a forti variazioni stagionali e annuali; possono facilmente scomparire e riaffermarsi a distanza di qualche anno, purché permangano condizioni micromorfologiche idonee. Sono collegati alle piane alluvionali costiere dove più numerosi sono i fossi e le depressioni e maggiori sono gli effetti di inondazioni o di affioramento della falda idrica per ragioni diverse (es. subsidenza). La profondità dell acqua di norma non supera pochi cm e la permanenza in superficie può variare da un giorno a pochi giorni. L alimentazione idrica un tempo legata soprattutto alle periodiche inondazioni, è ora affidata quasi esclusivamente alle piogge. I suoli sono idromorfi sabbiosi o sabbioso-limosi, molto superficiali, con reazione variabile da acida a debolmente basica. L habitat è caratterizzato dalla presenza significativa di poche specie erbacee di bassa statura, in particolare Juncus bufonius e, in situazioni puntuali di maggiore importanza, Isoetes duriei. L estensione superficiale raggiunta da questi habitat è sempre molto ridotta e non supera, in totale, pochi metri quadrati. Pressoché nulla si conosce della fauna, che probabilmente comprende invertebrati acquatici o anfibi eurieci in grado di sopportare notevoli variazioni della disponibilità idrica. Specie guida Piante Isoetes duriei, Juncus bufonius, Serapias spp., Briza minor, Romulea columnae, Allium chamaemoly, Ophioglossum sp. Animali Non noti. Ophioglossum vulgatum (foto S. Marsili).

8 150 Atlante degli Habitat Sistema degli habitat elementari e riferimenti fitosociologici Gli habitat sono inquadrabili nella classe Isoeto duriei-juncetea bufonii (= Isoeto-Nanojuncetea), ma non sono riferibili a particolari associazioni, per la notevole frammentarietà e il conseguente eccezionale impoverimento. Si distinguono comunque aspetti diversi a seconda della prevalenza o significativa presenza di alcune specie vegetali anfibie. ÿ Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale generalmente su terreni sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes e altri aspetti di vegetazione acquatica o anfibia ecologicamente collegati Habitat anfibi oligotrofi a prevalenza di Juncus bufonius Habitat anfibi oligotrofi con significativa presenza di Isoetes duriei Aspetti dinamici e potenzialità I popolamenti possono evidenziare la permanenza di specie non igrofile, ma ad ampia tolleranza, per lo più annuali. Si possono osservare cicli stagionali la cui fisionomia varia di anno in anno; esempi sono quelli che evidenziano una precoce comparsa primaverile di Bellis annua e/o Moenchia erecta. Le condizioni stazionali a cui è legato l habitat mostrano potenzialità per piantagioni di Pinus pinea o di Platanus orientalis. Poiché in Liguria l habitat è rilevabile ormai solo in situazioni di origine chiaramente artificiale, su superfici estremamente ridotte e in forme impoverite, effimere, non sono rilevabili contatti dinamici significativi. Potenzialmente, qualora venisse a cessare l effetto dell affioramento idrico, la vegetazione evolverebbe, come primo stadio, verso prati mediterranei mesoxerofili silicicoli. Rapporti con l utilizzo del territorio In Liguria le piane alluvionali di una certa estensione sono ormai quasi completamente insediate, non più inondabili e i terreni sono stati per gran parte trasformati e sovente impermeabilizzati. Questo ha pertanto quasi ovunque determinato la scomparsa delle condizioni migliori per l affermazione di questo tipo di habitat, che tuttavia potrebbe in parte ristabilirsi qualora venissero adottate semplici precauzioni nella conduzione di alcune pratiche manutentive o in fasi di progettazione e realizzazione di piccole opere e attività rurali. L espansione dell uso industriale e abitativo nelle piane alluvionali costiere ha determinato anche un incremento delle captazioni con conseguente impoverimento degli acquiferi e riduzione della disponibilità idrica in superficie che riduce le possibilità di comparsa e permanenza dell habitat Stante le ridottissime superfici occupate dall habitat vi sono le condizioni per una ricostruzione e ri-espansione dell habitat senza evidenti conflittualità con lo sviluppo socio-economico. Importanza Si tratta di un habitat molto raro, soprattutto nei suoi aspetti più completi e originali, sul piano comunitario, nazionale e regionale, che merita particolare attenzione per l elevato valore scientifico ed ecologico. L importanza in Liguria è purtroppo minore che altrove in quanto gli aspetti residui sono ormai in contesti fortemente artificiali, slegati dai sistemi alluvionali e dalle dinamiche naturali. Il livello di rappresentatività rispetto alle caratteristiche indicate dalla Direttiva 92/43 è piuttosto ridotto per le ragioni sopra esposte. L habitat non ha alcuna importanza di tipo produttivo-economico.

9 Habitat di acqua dolce 151 Problematiche di conservazione Lo stato di conservazione è generalmente insoddisfacente. Le superfici si sono progressivamente ridotte e gli esempi di questo tipo di habitat sono andati scomparendo soprattutto per le modificazioni delle condizioni idrauliche, microtopografiche e, più in generale, dell uso del territorio. La specie caratteristica Isoetes duriei è rara (Bernardello e Martini, 2004), inclusa nella red-list delle specie minacciate, un tempo maggiormente diffusa e poi scomparsa in diverse stazioni. A livello puntuale le minacce maggiori sono rappresentate dalla impermeabilizzazione del terreno e dalla mancanza di periodici, ma brevi, ristagni d acqua su terreni con prevalente componente sabbiosa, dagli interventi di bonifica e drenaggi. In un contesto più generale l habitat risente della distruzione degli ecosistemi fluviali con particolare riferimento alla eliminazione pressoché totale del libero divagare dei corsi d acqua e degli episodi di esondazione in aree alluvionali, ormai ambientalmente compromesse (per lo più in modo irreversibile), nonché della generale artificializzazione delle pianure costiere. La vulnerabilità dell Habitat 3120 è elevatissima. Non si evidenziano nel corpus legislativo vigente, ad eccezione delle norme derivanti direttamente dalla Direttiva 92/43, altre norme di tutela mirate alla protezione dell habitat 3120 o comunque favorevoli alla sua conservazione. I piani che maggiormente interessano la conservazione dell habitat 3120 sono i Piani di Bacino e in particolare i piani stralcio attinenti all uso delle risorse idriche e alla messa in sicurezza rispetto al rischio di esondazione e il Piano della costa. Non risultano però, per la Liguria, piani e progetti in atto specificatamente mirati alla tutela degli habitat riferibili al tipo È da rimarcare che esistono possibilità tecniche per la ricostruzione di esempi di questo stesso habitat con piccoli interventi di modellazione del terreno e messa a dimora delle specie caratteristiche. Stato di conservazione J K L n.v. N di siti Importanza dei siti JJJ JJ J K L n.v. N di siti Numero di siti della Rete Natura 2000 valutati in relazione allo stato di conservazione e alla loro importanza per l habitat. Tecniche di identificazione e valutazione L identificazione di questo microhabitat procede innanzitutto dal rilevamento delle presenze di specie vegetali caratteristiche quali Juncus bufonius, Isoetes duriei e altre, ma anche, indispensabilmente, della corrispondenza tra queste presenze e caratteri stazionali particolari: pozze stagionali profonde pochi centimetri con substrato sabbioso alimentati da pioggia, canali o corsi d acqua naturali. L identificazione è piuttosto ardua per la non perfetta corrispondenza tra gli aspetti frammentari osservabili in Liguria e quelli descritti nel manuale europeo di riferimento, nonché per il fatto che diverse specie guida vegetali (Serapias spp., Briza minor, Romulea columnae, Allium chamaemoly, Ophioglossum sp.) non sono esclusive dell habitat Inoltre la distinzione fra 3120 e 3130 non è agevole. I parametri principali su cui basare la valutazione dello stato conservativo sono: ß il numero delle stazioni in cui è presente l habitat, ß l estensione delle tessere in cui è presente l habitat, ß la presenza delle specie caratteristiche più importanti, ß la presenza di connessioni funzionali che permettono l alimentazione idrica e la mobilità delle specie (tessere di 3120 con funzioni di micro-stepping stones).

10 152 Atlante degli Habitat Indicazioni gestionali Fornire indicazioni precise per la gestione di questo habitat è alquanto difficile, a causa delle scarse conoscenze disponibili e, soprattutto, per le rapide mutazioni a cui possono andare incontro le condizioni idrauliche e microtopografiche. La conservazione e il ripristino dell habitat 3120 necessitano di un accurata pianificazione urbanistica e una dettagliata riprogettazione del paesaggio che tengano conto anche dell importanza del mantenimento della biodiversità. È inoltre importante cogliere l occasione di interventi per la sicurezza idraulica per attuare misure significative di mitigazione e/o compensazione dedicate anche al ripristino di questo habitat. Le principali opportunità si rilevano nelle piane della Magra, dell Entella e del Centa. Obiettivi In Liguria più che misure di conservazione - comunque necessarie laddove si osservino aspetti riferibili all habitat è indispensabile perseguire obiettivi di ripristino. Interventi Risulta essenziale procedere alla realizzazione delle seguenti fasi: ß individuare aree idonee al ripristino, possibilmente in vicinanza delle popolazioni esistenti delle specie guida, ß verificare l esistenza di idonee condizioni microtopografiche e della qualità del terreno ed eventualmente procedere a realizzare le stesse condizioni con interventi minimi, ß provvedere eventualmente all eventuale inerbimeno dei terreni individuati e assoggettarli a pascolo, ß riaccertare o realizzare le condizioni microtopografiche e idrauliche idonee, ß seminare e/o mettere a dimora piante di Juncus bufonius e Isoetes duriei, ß mantenere nel tempo l habitat con attività localizzate di pascolo e/o decespugliamento e garantire il ristagno idrico invernale per tempi non troppo prolungati, ß procedere a correzioni delle modalità gestionali in base a dati acquisiti con appositi studi, ß vigilare sui comportamenti a garanzia del perdurare nel tempo degli esiti degli interventi. Trasferimento delle informazioni L habitat è assai poco conosciuto al di fuori della comunità scientifica, per cui manca in modo assoluto un attenzione per la sua conservazione. Ciò dipende dalle caratteristiche intrinseche dell habitat (superfici estremamente ridotte, periodi effimeri di visibilità, localizzazione anche in contesti fortemente antropizzati ecc). Occorre pertanto una diffusa azione di divulgazione presso i soggetti coinvolti nella gestione del territorio (in particolare di coloro che si occupano della manutenzione stradale e dei corsi d acqua) e degli operatori agricoli, accanto a iniziative didattiche rivolte alle scuole da coniugarsi con interventi ricostruttivi. Monitoraggio Le tecniche di monitoraggio sono rappresentate soprattutto da: ß censimento delle specie guida; ß valutazione della diffusione e della estensione delle superfici occupate dall habitat; ß valutazione delle attività umane; ß valutazione delle fluttuazioni dei livelli idrici e degli eventuali fenomeni di interramento, ß rilevamento fitosociologico. Gli indici da calcolare possono essere: ß Variazione della superficie occupata dall habitat (mq); ß Variazione della superficie occupata da Isoetes duriei (mq); ß Variazione della superficie occupata da Juncus bufonius (mq); ß Ricchezza specifica;

11 Habitat di acqua dolce 153 ß Consistenza delle specie degli stadi successivi nel processo evolutivo vegetazionale, in particolare legnose; ß Durata e livello dell acqua in superficie; ß Granulometria del suolo; ß Nutrienti nel suolo e nell acqua. Il monitoraggio dovrà essere eseguito con tecniche non distruttive soprattutto mediante conteggi, misurazioni e analisi fotografiche su aree permanenti. La redazione di mappature richiede scale di particolare dettaglio. Le tecniche di telerilevamento mediante aerofotografie o satellitari non sono applicabili. Il monitoraggio richiede controlli ogni tre anni (periodo ridotto a due anni nei casi in cui si registrino situazioni di particolare rischio o stati di conservazione insoddisfacenti). Ricerca Nell ambito della ricerca di base è importante privilegiare: ß cartografia dettagliata delle tessere occupate dall habitat 3120 e dei loro contesti territoriali; ß maggiore conoscenza sulla distribuzione delle specie caratteristiche più rare (Isoetes duriei, ecc.); ß la conoscenza delle caratteristiche pedologiche; ß la conoscenza delle caratteristiche idrologiche; ß la conoscenza delle tendenze dinamiche dei principali fattori condizionanti (vegetazione, attività umane, ecc.). Importanti sono le ricerche sulle tecniche per ricostruire l habitat anche in contesti già mediamente o fortemente compromessi dalla urbanizzazione. Serapias cordigera (foto S. Marsili).

12 154 Atlante degli Habitat 3130 Acque stagnanti da oligotrofe a mesotrofe con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto-Nanojuncetea Codici Classificazione paleartica (corpi d acqua mesotrofici) x [22.31 (comunità anfibie perenni euro-siberiane) e (formazioni anfibie a cespi di erbe nane annue)] Classificazione EUNIS 2002 < C1.2 Laghi, stagni e pozze mesotrofici permanenti # C3.4 Formazioni povere di specie di orli d acqua a bassa crescita o vegetazione anfibia # C3.4/P Comunità euro-siberiane anfibie perenni # C3.5 Vegetazione pioniera ed effimera di rive periodicamente inondate # C3.5/P Comunità euro-siberiane anfibie a cespi di erbe annue, nane Manuale d interpretazione EUR25 Descrizione: x Vegetazione da acquatica ad anfibia, da oligotrofa a mesotrofa, di basse piante perenni, delle rive di laghi, stagni e pozze e porzioni di interfaccia tra acqua e terreno riferibili all ordine Littorelletalia uniflorae x vegetazione anfibia di piante annue basse, pioniera di zone terrestri di interfaccia di laghi, stagni e pozze con suoli poveri di nutrienti, o che crescono durante il periodico asciugarsi di queste acque ferme: classe Isoeto-Nanojuncetea. Queste due unità possono crescere insieme in stretta associazione o separatamente. Specie di piante caratteristiche sono generalmente piccole efemerofite. Piante: x 22.31: Littorella uniflora, #Luronium natans, Potamogeton polygonifolius, Pilularia globulifera, Juncus bulbosus ssp. bulbosus, Eleocharis acicularis, Sparganium minimum x 22.32: #Lindernia procumbens, Elatine spp., Eleocharis ovata, Juncus tenageja, Cyperus fuscus, C. flavescens, C. michelianus, Limosella aquatica, Schoenoplectus supinus, Scirpus setaceus, Juncus bufonius, Centaurium pulchellum, Centunculus minimus, Cicendia filiformis.

13 Habitat di acqua dolce 155 Distribuzione geografica È stato segnalato dubitativamente solo nei tratti terminali della Magra e del Centa e nelle piane alluvionali di questi corsi d acqua; forse presente anche nei pressi di Deiva Marina, ma in ogni caso da riaccertare; è probabilmente più diffuso di quanto sia noto, anche al di fuori dei siti della rete Natura Caratteri generali Si tratta di microhabitat igrofili eterogenei, tipici di zone temporaneamente inondate, per lo più relitti in situazioni ormai compromesse dall antropizzazione o aspetti secondari di colonizzazione in neoecosistemi artificiali. Più raramente si ritrovano anche su rive e greti di corsi d acqua (Biondi et al., 2003). Sono di norma soggetti a forti variazioni stagionali e annuali; possono facilmente scomparire e riaffermarsi a distanza di qualche anno, purché permangano condizioni micromorfologiche idonee. Sono più frequenti nelle piane alluvionali costiere dove sono maggiori gli effetti di inondazioni o di affioramento della falda idrica per ragioni diverse (es. subsidenza); in subordine si ritrovano in aree estrattive abbandonate, margini di escavazioni per l estrazione di sabbie o argille o per la realizzazione di manufatti), non necessariamente di zone alluvionali. La profondità dell acqua di norma non supera pochi cm e la permanenza in superficie può variare notevolmente. L alimentazione idrica, un tempo legata soprattutto a periodiche inondazioni, è ora affidata quasi esclusivamente alle piogge. I suoli sono idromorfi, a granulometria variabile, spesso argillosi, con ridotta disponibilità di nutrienti. L habitat è caratterizzato da poche specie erbacee, anfibie, per lo più di bassa statura, in particolare Cyperus flavescens, C. eragrostis, Cyperus fuscus, Carex oederi (e specie affini), Juncus bufonius, Juncus tenageja e, in situazioni puntuali di maggiore importanza, Isoetes durieui, Ludwigia palustris. Si possono aggiungere con diversa frequenza anche altre specie, come Juncus articulatus, Juncus effusus, Lythrum salicaria, Alisma plantago-aquatica, Bidens tripartita, Plantago major, Polygonum persicaria, Samolus valerandi, che testimoniano i notevoli contatti con altri habitat e il carattere stagionale di Sotto il profilo faunistico non vi sono dati sufficienti, ma si è notata la presenza di Bufo viridis e Rana spp. e si ipotizza quella di branchiopodi come Branchipus schaefferi (peraltro non noto per la Liguria), efemerotteri come Cloeon dipterum e specie diverse di ortotteri e odonati. L estensione superficiale raggiunta dall habitat 3130 è sempre molto ridotta e si ritiene che non superi in complesso, su scala regionale, pochi metri quadrati. Specie guida Piante Isoetes durieui, Juncus bufonius, J. tenageja, Carex oederi gr., Cyperus eragrostis, Cyperus flavescens, Cyperus fuscus, Polygonum aviculare, Lythrum salicaria, Isolepis setacea, Blackstonia perfoliata, Ludwigia palustris, Isolepis spp., Eleocharis spp. Animali Non noti. (Bufo viridis? Branchipus schaefferi? Cloeon dipterum?) Sistema degli habitat elementari e riferimenti fitosociologici Gli habitat sono inquadrabili nella classe Isoeto duriei-juncetea bufonii (= Isoeto-Nanojuncetea) (Brullo, 1995; Brullo e Minissale, 1998; Montanari, 1988; Pietsch, 2006) non riferibili a particolari associazioni, per la notevole frammentariatà e il conseguente eccezionale impoverimento. ÿ Acque stagnanti da oligotrofe a mesotrofe con vegetazione degli Isoëto-Nanojuncetea e altri aspetti di vegetazione acquatica o anfibia ecologicamente collegati Habitat anfibi oligo-mesotrofi degli Isoetetalia duriei p.p.

14 156 Atlante degli Habitat Habitat anfibi oligo-mesotrofi a Isoetes duriei Habitat anfibi oligo-mesotrofi dei Cyperetalia flavescentis Habitat anfibi oligo-mesotrofi riferibili all associazione Cyperetum flavescentis Aspetti dinamici e potenzialità I popolamenti possono evidenziare la permanenza di specie non igrofile, ma ad ampia tolleranza, per lo più annuali. Soprattutto lungo i corsi d acqua si possono osservare contatti con altri aspetti di greto riferibili ai Bidentetea o agli Agrostietea stoloniferae, o delle pozze (a Juncus spp., Phragmites australis, Potamogeton spp., ecc.). L habitat può rappresentare una tessera nell ambito di microgeosigmeti semplificati ed essere a contatto con situazioni differenti. In condizioni naturali, se si riduce l affioramento idrico, l habitat è sostituito da formazioni erbacee meso-igrofile perenni; in situazioni più antropizzate, a maggiore tenore di nutrienti, si sviluppano aspetti dei Bidentetea e dei Plantaginetea o saliceti e altri stadi preforestali e forestali. Rapporti con l utilizzo del territorio In Liguria le piane alluvionali di una certa estensione sono ormai quasi completamente insediate, non più inondabili e i terreni sono stati per gran parte trasformati e sovente impermeabilizzati. Questo ha pertanto quasi ovunque determinato la scomparsa delle condizioni migliori per l affermazione di questo tipo di habitat, che tuttavia potrebbe in parte ristabilirsi qualora venissero adottate semplici precauzioni nella conduzione di alcune pratiche manutentive o in fasi di progettazione e realizzazione di piccole opere e attività rurali. L espansione dell uso industriale e abitativo nelle piane alluvionali costiere ha determinato anche un incremento delle captazioni con conseguente impoverimento degli acquiferi e riduzione della disponibilità idrica in superficie che riduce le possibilità di comparsa e permanenza dell habitat Stante le ridottissime superfici occupate dall habitat vi sono le condizioni per una ricostruzione e ri-espansione dell habitat senza evidenti conflittualità con lo sviluppo socio-economico. Importanza Si tratta di un habitat raro, soprattutto nei suoi aspetti più completi e originali, sul piano comunitario, nazionale e regionale, che merita particolare attenzione per l elevato valore scientifico ed ecologico. La rarità riguarda soprattutto gli aspetti planiziali e costieri riferibili a L importanza in Liguria è purtroppo minore che altrove in quanto gli aspetti residui sono ormai in contesti fortemente artificiali, slegati dai sistemi alluvionali e dalle dinamiche naturali. Per le ragioni sopra esposte, il livello di rappresentatività rispetto alle caratteristiche indicate dal Manuale di interpretazione è piuttosto ridotto. In altre regioni dove i sistemi fluviali e i greti presentano maggiori sviluppi e naturalità, l habitat contribuisce a favorire una ricca avifauna. L habitat non ha alcuna importanza di tipo produttivo-economico. Ha invece eccezionale importanza per la conservazione di specie anfibie rare, talora comprese in liste rosse. Problematiche di conservazione Lo stato di conservazione è generalmente insoddisfacente. Le superfici si sono progressivamente ridotte e gli esempi naturali di questo tipo di habitat sono andati scomparendo soprattutto per le modificazioni delle condizioni idrauliche, microtopografiche e, più in generale, dell uso del territorio.

15 Habitat di acqua dolce 157 Stato di conservazione J K L n.v. N di siti Importanza dei siti JJJ JJ J K L n.v. N di siti Numero di siti della Rete Natura 2000 valutati in relazione allo stato di conservazione e alla loro importanza per l habitat. La conservazione dell habitat è importante anche per la conservazione di Cyperus flavescens, specie in via di rarefazione e spesso sostituita da C. fuscus o Juncus bufonius. A livello puntuale le minacce maggiori sono rappresentate dalla impermeabilizzazione del terreno e dalla mancanza di periodici, ma brevi, ristagni d acqua su terreni con significativa componente argillosa, dagli interventi di bonifica e drenaggi. In un contesto più generale l habitat risente della distruzione degli ecosistemi fluviali con particolare riferimento all alterazione dei regimi idraulici, alla artificializzazione delle sponde e dei greti, alla eliminazione pressoché totale del libero divagare dei corsi d acqua e degli episodi di esondazione in aree alluvionali, ormai ambientalmente compromesse (per lo più in modo irreversibile), nonché della generale artificializzazione delle pianure costiere. Altri rischi derivano dalla alterazione della qualità chimico-fisico delle acque, nonché dalla immissione di specie esotiche. La vulnerabilità dell Habitat 3130 è notevole, ma esso possiede anche una discreta resilienza o, meglio, una capacità di ricostituirsi anche in aree differenti (contigue o vicine) rispetto a quelle originarie. A eccezione di quelle derivanti direttamente dalla Direttiva 92/43, non si evidenziano altre norme di tutela mirate alla protezione dell habitat 3130 o comunque favorevoli alla sua conservazione. Zona umida di Roccagrande con stagni temporanei a Juncus fontanesii e Carex caespitosa (foto I. Franceschini).

16 158 Atlante degli Habitat I piani che maggiormente interessano la conservazione dell habitat 3130 sono i Piani di Bacino e in particolare i piani stralcio attinenti all uso delle risorse idriche e alla messa in sicurezza rispetto al rischio di esondazione e il Piano della costa. Non risultano però, per la Liguria, piani e progetti in atto specificatamente mirati alla tutela degli habitat riferibili al tipo È da rimarcare che esistono possibilità tecniche per la ricostruzione di esempi di questo stesso habitat con piccoli interventi di modellazione del terreno e messa a dimora delle specie caratteristiche. Tecniche di identificazione e valutazione L identificazione di questo microhabitat avviene col rilevamento delle presenze di specie vegetali caratteristiche quali, in primo luogo, Cyperus flavescens e secondariamente Juncus bufonius, Cyperus fuscus, C. eragrostis, Isoetes duriei, ma anche, in base a caratteri stazionali particolari: pozze stagionali profonde pochi centimetri con substrato sabbioso-argilloso, pozze nei greti di corsi d acqua naturali. L identificazione è piuttosto ardua per la non perfetta corrispondenza tra gli aspetti frammentari osservabili in Liguria e quelli descritti nel manuale europeo di riferimento e perché diverse specie guida non sono esclusive, ma in comune con l habitat Altra difficoltà può riguardare il breve periodo in cui sono rilevabili le fitocenosi proprie dell habitat, limitato per lo più ai mesi tardo-invernali e primaverili. I parametri principali su cui basare la valutazione dello stato conservativo sono: ß il numero delle stazioni in cui è presente l habitat; ß l estensione delle tessere in cui è presente l habitat; ß la presenza delle specie caratteristiche più importanti; ß la presenza di connessioni funzionali che permettono l alimentazione idrica e la mobilità delle specie (tessere di 3130 con funzioni di micro- stepping stone). Indicazioni gestionali Fornire indicazioni precise per la gestione di questo habitat è alquanto difficile, a causa delle scarse conoscenze disponibili e, soprattutto, per le rapide mutazioni a cui possono andare incontro le condizioni idrauliche e microtopografiche. La conservazione e il ripristino dell habitat 3130 necessitano di un accurata pianificazione urbanistica e una dettagliata riprogettazione del paesaggio che tengano conto anche dell importanza del mantenimento della biodiversità. È inoltre importante cogliere l occasione di interventi per la sicurezza idraulica per attuare misure significative di mitigazione e/o compensazione dedicate anche al ripristino di questo habitat. Obiettivi In Liguria più che misure di conservazione - comunque necessarie laddove si osservino aspetti riferibili all habitat è indispensabile perseguire obiettivi di ripristino. Interventi Risulta essenziale procedere alla realizzazione delle seguenti fasi: ß individuare aree idonee al ripristino, possibilmente in vicinanza delle popolazioni esistenti delle specie guida; ß verificare l esistenza di idonee condizioni microtopografiche e della qualità del terreno ed eventualmente procedere a realizzare le stesse condizioni con interventi minimi; ß provvedere eventualmente all eventuale inerbimeno dei terreni individuati e assoggettarli a pascolo;

17 Habitat di acqua dolce 159 ß riaccertare o realizzare le condizioni microtopografiche e idrauliche idonee; ß seminare e/o mettere a dimora piante di Cyperus flavescens; ß mantenere nel tempo l habitat eventualmente con attività idonee a garantire il periodico ristagno idrico; ß procedere a correzioni delle modalità gestionali in base a dati acquisiti con appositi studi; ß vigilare sui comportamenti a garanzia del perdurare nel tempo degli esiti degli interventi. Trasferimento delle informazioni Per questo come per altri habitat simili occorre un opera di persuasione finalizzata a far comprendere come situazioni caratterizzate da sponde fangose, fossi, piccole pozze, ecc cessino di essere considerate solo come ambienti degradati da ripulire e vengano invece tutelate come rifugi per specie in via di rarefazione. Monitoraggio Le tecniche di monitoraggio sono rappresentate soprattutto da: ß censimento delle specie guida; ß valutazione della diffusione e della estensione delle superfici occupate dall habitat; ß valutazione delle attività umane; ß valutazione delle fluttuazioni dei livelli idrici e degli eventuali fenomeni di interramento; ß rilevamento fitosociologico. Fase estiva asciutta dello stagno di Roccagrande (foto M.G. Mariotti).

18 160 Atlante degli Habitat Gli indici da calcolare possono essere: ß Variazione della superficie occupata dall habitat (mq); ß Variazione della superficie occupata da Cyperus flavescens (mq); ß Ricchezza specifica; ß Consistenza delle specie degli stadi successivi nel processo evolutivo vegetazionale, in particolare legnose; ß Durata e livello dell acqua in superficie; ß Granulometria del suolo; ß Nutrienti nel suolo e nell acqua. Il monitoraggio dovrà essere eseguito con tecniche non distruttive soprattutto mediante conteggi, misurazioni e analisi fotografiche su aree permanenti. La redazione di mappature richiede scale di particolare dettaglio. Le tecniche di telerilevamento mediante aerofotografie o satellitari non sono applicabili. Il monitoraggio richiede controlli ogni tre anni, periodo ridotto a due anni nei casi in cui si registrino situazioni di particolare rischio o stati di conservazione insoddisfacenti. Ricerca Nell ambito della ricerca di base è importante privilegiare: ß la cartografia dettagliata delle tessere occupate dall habitat 3130 e dei loro contesti territoriali; ß la maggiore conoscenza sulla distribuzione delle specie caratteristiche più rare; ß la conoscenza delle caratteristiche pedologiche; ß la conoscenza delle caratteristiche idrologiche; ß la conoscenza delle tendenze dinamiche dei principali fattori condizionanti (vegetazione, attività umane, ecc.). Importanti sono le ricerche sulle tecniche per ricostruire l habitat anche in contesti già mediamente o fortemente compromessi dalla urbanizzazione.

19 Habitat di acqua dolce 161 Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp Chara sp. (foto S. Marsili).

20 162 Atlante degli Habitat Codici Classificazione paleartica [22.12 (Corpi d acqua mesotrofici) o (corpi d acqua oligo-mesotrofici ricchi di calcio)] x (tappeti sommersi di Caracee) Classificazione EUNIS 2002 # C1.1 Laghi, stagni e pozze oligotrofici permanenti < C1.1/P-22.44(p) Tappeti sommersi di Charofite in corpi d acqua oligotrofi # C1.2 Laghi, stagni e pozze mesotrofici permanenti < C1.2/P-22.44(p) Tappeti sommersi di Charofite in corpi d acqua mesotrofi Manuale d interpretazione EUR25 Descrizione: Laghi e pozze con acque piuttosto ricche in basi disciolte (ph spesso 6-7) (21.12) o per lo più con acque da blu a verdastre, molto chiare, povere (sino a moderatamente povere) di nutrienti, ricche di basi (ph spesso >7.5) (21.15). Il fondo di questi corpi d acqua non inquinati sono coperti di tappeti algali di Carofite, Chara e Nitella. Nella regione boreale questo tipo di habitat include piccole pozze a gyttja oligo-mesotrofiche e ricche di calcare con densi tappeti di Chara (specie dominante è Chara strigosa), spesso circondate da varie torbiere [fens] eutrofiche e paludi [bogs] con pini.. Piante: Chara spp., Nitella spp. Distribuzione geografica La presenza di questo habitat in Liguria è incerta; era stato segnalato al Lago di Osiglia, a Cave Ferecchi, a Pian della Badia presso Tiglieto, nel Finalese e lungo i corsi del Centa e dell Arroscia, ma nella maggior parte dei casi non è stato confermato, anche se non sempre se ne può escludere con certezza la presenza. Caratteri generali Si tratta di microhabitat dominati da macroalghe eliofile del genere Chara che tappezzano il fondo di pozze o piccoli invasi di origine sia naturale, sia artificiale, profondi da pochi cm a diversi m. Le acque sono ferme, per lo più perenni, pulite (con buona trasparenza), da oligotrofe a mesotrofe con ph da debolmente acido a debolmente basico. Aspetti a Nitella, peraltro non noti per la Liguria, avrebbero ph più basso di quelle a Chara. Oltre che in pozze isolate, l habitat si può rinvenire in anse laterali di torrenti dove la corrente più debole, consente la deposizione di sedimenti fini. Le macroalghe si presentano spesso incrostate di carbonati. È possibile che a questo habitat possano essere riferite anche alcune varianti a Nymphaea alba, o Hottonia palustris in acque meso-eutrofe, arricchite da materia organica proveniente dai resti della vegetazione dell anno precedente. In Liguria, l estensione superficiale raggiunta da questi habitat è stimata sempre molto ridotta e inferiore a pochi metri quadrati. Non sono disponibili informazioni sui popolamenti faunistici dell habitat in Liguria, ma si ipotizza la frequentazione da parte di Rana kl. esculenta, Triturus spp., Natrix natrix, Asellus aquaticus. Specie guida Piante Chara sp., Nitella sp., Nymphaea alba, Hottonia palustris, Myriophyllum spicatum, Potamogeton spp. Animali Non noti. (Rana kl. esculenta? Triturus spp.? Natrix natrix?)

21 Habitat di acqua dolce 163 Sistema degli habitat elementari e riferimenti fitosociologici Gli habitat si differenziano per la qualità e la profondità dell acqua; sono in ogni caso inquadrabili nella classe Charetea fragilis, ma per quanto riguarda la Liguria non riferibili a particolari associazioni, per mancanza di sufficienti informazioni. ÿ Corpi idrici (laghi, stagni, pozze) con vegetazione acquatica sommersa dei Charetea Laghi, stagni o pozze con tappeto a Chara Laghi, stagni o pozze con acque oligotrofe e tappeto a Chara ß Laghi, stagni o pozze di origine naturale con acque oligotrofe e tappeto a Chara ß Laghi, stagni o pozze di origine artificiale con acque oligotrofe e tappeto a Chara Laghi, stagni o pozze con acque mesotrofe e tappeto a Chara in aspetti con Nymphaea alba e/o Hottonia palustris Aspetti dinamici e potenzialità L habitat presenta un tipo di vegetazione che ha carattere pioniero, di primo stadio di colonizzazione su substrati sommersi nudi. In genere, soprattutto dove la profondità è maggiore, tale stadio può perdurare a lungo o essere sostituito da altri dominati dalle piante superiori. Ciò si evidenzia in particolare nelle situazioni con minore profondità dell acqua e, laddove si assista a intorbidimenti o incrementi di nutrienti, macrofite o microalghe con elevata tolleranza per i fenomeni di eutrofizzazione. In qualche caso si stabilisce un equilibrio fra alghe e piante superiori, evidenziabile anche da possibili contatti con gli habitat 3120, 3130 e Qualora si verifichino periodi di asciugamento stagionale dei corpi idrici, si potrebbe assistere o meno a fenomeni di interramento e alla scomparsa dell habitat in ragione della durata degli stessi periodi e delle temperature. Rapporti con l utilizzo del territorio L habitat è stato segnalato in invasi di diversa dimensione e tipologia, ma quasi sempre di origine artificiale e in contesti da mediamente a fortemente antropizzati, come cave dismesse, zone agricole, bacini di ritenzione idrica. Importanza Si tratta di un habitat abbastanza diffuso in altre regioni, ma piuttosto raro in Liguria, dove merita particolare attenzione per il valore scientifico, didattico ed ecologico. Tale importanza in Liguria è purtroppo minore che altrove in quanto gli aspetti segnalati sono talvolta in contesti artificiali e il livello di rappresentatività rispetto alle caratteristiche indicate dalla Direttiva 92/43 è basso. L habitat svolge un ruolo ecologico importante per la componente erbivora della fauna minore e nei processi d interramento mediante la fissazione del calcare. In Liguria non ha alcuna importanza di tipo produttivo-economico, ma in altre regioni, dove raggiunge significative estensioni il suo ruolo nella rete alimentare, è importante per la pesca. Problematiche di conservazione Lo stato di conservazione in Liguria è generalmente insoddisfacente, soprattutto per l estrema riduzione delle superfici occupate e la scarsa diffusione. Inoltre il livello di vulnerabilità dell habitat è ovunque elevato; ne consegue la necessità di preservare ogni singola situazione in cui l habitat si presenti.

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