Rischio biologico. rischio derivante dall esposizione ad agenti biologici

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1 Corso di formazione per RSPP e ASPP Modulo B 8 Formazione dei Lavoratori sulla Sicurezza sul Lavoro Il Rischio Biologico ai sensi dell art.37 del D.Lgs. 81/08 Accordo Stato Regioni del e Spegnere il Telefonino!! rev. 1.1 Ente Ligure di Formazione divisione Sicurezza reg. Carrà, 19/2b Albenga (SV) tel solo per info amministrative fax per info tecniche ed organizzative: sicurezza@elfoliguria.com E.L.Fo. Sicurezza - Responsabile Formazione: Francesco IMBESI 1 Rischio biologico rischio derivante dall esposizione ad agenti biologici è la probabilità che un soggetto venga a contatto con un microorganismo patogeno, si infetti, e contragga malattia. 1

2 Agente biologico può essere considerato qualsiasi organismo vivente o parte di esso che può essere causa di infezione, allergia o intossicazione batteri protozoi acari alghe virus elminti parassiti miceli e spore fungine insetti ma anche polline scaglie di pelle o peli di mammiferi o altri componenti E inoltre.residui o prodotti di organismi quali endotossine, o micotossine, responsabili di allergopatie ed esotossine responsabili di intossicazioni. infezione/allergia/intossicazione 2

3 Ai sensi del D.Lgs. 81/08 è Qualsiasi microorganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni.la causa virulenta equivale alla causa violenta.. confronto infortuni / malattie infettive notificate malattie infettive notificate Infortuni da agenti infettivi totale tra queste (16,1%) in soggetti tra 15 e 64 anni, quindi in età lavorativa Recentemente è stato evidenziato come le malattie infettive e parassitarie siano la prima causa di assenza dal lavoro rappresentando il 31% delle malattie classificate nei certificati inviati all INPS e costituendo la prima causa per la perdita di giornate lavorative. 3

4 Nessun ambiente di lavoro si può ritenere esente dalla presenza di microrganismi. QUALI SONO GLI AGENTI BIOLOGICI? 4

5 DIMENSIONI VIRUS: nm BATTERI: µm (32 µm le spirochete) FUNGHI:1 100 µm Batteri Sono microrganismi costituiti da una sola cellula 5

6 Virus organismi subcellulari privi di struttura cellulare, e costituiti soltanto da un nucleo contenente acido nucleico (DNA o RNA) racchiuso in un involucro proteico. Sono i più piccoli microrganismi conosciuti Si possono moltiplicare soltanto all interno di una cellula ospite, quindi infettandola Sono le muffe Funghi e i lieviti Sono cellule superiori, organizzate in filamenti pluricellulari (funghi) oppure in cellule singole (lieviti). Negli ambienti indoor solitamente si trova un elevato numero di specie fungali; i funghi infatti sono particolarmente resistenti agli stress ambientali e si trovano su una grande varietà di materiali diversi (suolo, animali, piante, superfici varie) 6

7 D. lgs 81/08 esposizione ad agenti titolo X biologici Accordo 27/09/01 Min. Salute, Regioni e prov. Autonome Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati Accordo 27/09/01 Min. Salute, Regioni e prov. Autonome 5.3 Contaminanti microbiologici Le principali fonti di inquinamento degli ambienti indoor sono gli occupanti (uomo ed animali), la polvere, le strutture ed i servizi degli edifici. La possibilità di trasmissione di infezioni in comunità chiuse quali scuole, asili ( ) fa comprendere quanto sia importante condurre indagini rivolte a definire il rischio microbiologico ( ) 7

8 Il campo di applicazione del TITOLO X è rappresentato da: tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di esposizione ad agenti biologici (Capo I, art 266) includendo anche quelle in cui l esposizione agli agenti biologici è potenziale e/o riveste carattere di occasionalità Rischio generico Rischio specifico potenziale deliberato 8

9 Il Datore di lavoro ha l'obbligo di effettuare la valutazione del rischio biologico, indipendentemente dal gruppo di appartenenza dell'agente, per tutte le attività lavorative nelle quali vi è il rischio di esposizione ad agenti biologici utilizzo deliberato gr. 2,3 Comunicazione ALL ORGANO DI VIGILANZA COMPETENTE PER TERRITORIO dei microorganismi utilizzati esposizione potenziale valutazione del rischio biologico gr.4 autorizzazione del Min. Sanità Esempi di attività con UTILIZZO DELIBERATO DI A.B. laboratori di microbiologia Industria delle biotecnologie Produzione dei vaccini produzioni alimentari per biotrasformazione (vino, birra, formaggi,etc.) trattamento rifiuti Agricoltura :uso di microrganismi azotofissatori sviluppo nuove sementi,uso di antiparassitari microbici Industria bellica : produzione armi biologiche 9

10 Esempi di attività con ESPOSIZIONE POTENZIALE AD A.B. Agricoltura Piscicoltura Zootecnia Industria alimentare, Macellazione e lavorazione delle carni Esempi di attività con ESPOSIZIONE POTENZIALE AD A.B. Industria trasformazione di derivati animali (cuoio, pelle, lana,etc.) Servizi di raccolta, smaltimento rifiuti 10

11 Esempi di attività con ESPOSIZIONE POTENZIALE AD A.B. Servizi sanitari (ospedali, ambulatori, studi dentistici ) Servizi veterinari Esempi di attività con rischio generico Ufficio aperto al pubblico con ventilazione naturale 11

12 VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO 1. Identificazione e caratterizzazione delle sorgenti di rischio e della natura dei pericoli Quali microorganismi patogeni ci potrebbero essere? Come si trasmettono all uomo? Che grado di pericolosità hanno? Quali microorganismi patogeni ci potrebbero essere? tipologie di infezione in rapporto al comparto produttivo e alla mansione specifica Eventi patologici particolari accaduti nella scuola Eventi patologici tipici delle scuole o negli ambienti indoor Bibliografia esistente a riguardo di scuole e ambienti indoor 12

13 Come si trasmettono all uomo? modalità di infezione in rapporto al comparto produttivo e alla mansione specifica Procedure quali ventilazione periodica e ricambio di aria sono efficaci come misure preventive 13

14 VIE DI CONTAMINAZIONE INALATORIA ORALE CUTANEA PARENTERALE Lesioni Cutanee (es. Tetano) Particolarmente pericolosa data la difficoltà di attuazione di efficaci interventi di prevenzione e controllo Si può prevenire efficacemente adottando semplici misure di igiene personale e ambientale Si può prevenire facilmente attraverso misure di igiene e l utilizzo di DPI Si può prevenire attraverso l adozione di procedure e l utilizzo di DPI difficilmente circoscrivibile data la natura del veicolo più facilmente circoscrivibile data la natura dei veicoli Che grado di pericolosità hanno? Classificazione degli agenti biologici A seconda del rischio di infezione, quindi della pericolosità, gli agenti biologici sono stati suddivisi in 4 gruppi 14

15 CLASSI DI PERICOLOSITA GRUPPO I GRUPPO II GRUPPO III GRUPPO IV Poche probabilità di causare malattie in soggetti umani Può causare malattie in soggetti umani; rischio per lavoratori Può causare malattie gravi in soggetti umani; serio rischio per lavoratori Può causare malattie gravi in soggetti umani, serio rischio per lavoratori Poche probabilità di propagarsi nella comunità Può propagarsi nella comunità Elevato rischio di propagazione nella comunità Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche Non sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche gruppo 2: EPATITE A, INFLUENZA, MORBILLO, ROSOLIA, VARICELLA,TETANO, SALMONELLA, ASPERGILLO,. gruppo 3: EPATITE B, HIV, TIFO, TBC, MALARIA (P.falciparum( P.falciparum) gruppo 4: Virus Ebola, virus Lassa, virus Machupo,, virus di Marburg, L'allegato XXXV riporta l'elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3, 4. 15

16 T= il microrganismo produce tossine V= esiste un vaccino efficace A= può dare effetti allergici esempio IL RISCHIO BIOLOGICO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO SCHEDE TECNICO-INFORMATIVE INAIL CONTARP 16

17 2. Individuazione dei rischi di esposizione VALUTAZIONE DELLE PROCEDURE DI LAVORO A RISCHIO 1 probabilità di un lavoratore esposto di riportare una ferita/lesione cutanea. 2 probabilità di contaminazione della lesione cutanea con materiale infetto 3 vulnerabilità del lavorare: DPI, profilassi vaccinale analisi delle misure di sicurezza effettivamente attuate: DPI, sorveglianza sanitaria Non ultima la formazione e informazione 17

18 3. Stima dell entità del rischio Individuazione del rischio residuo, ovvero quello che rimane una volta adottate il maggior numero possibile di misure di prevenzione Gravità intrinseca Durata dell effettiva esposizione Livello di esposizione 4 gruppi ciclo di lavoro/ modalità di trasmissione RISCHIO BASSO MEDIO ALTO MISURE SPECIFICHE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE non necessarie necessarie necessarie e urgenti 18

19 MISURE GENERICHE Norme igieniche di carattere generale - Lavaggio delle mani - Ventilazione ambienti chiusi - Regolare pulitura degli ambienti - Periodica disinfezione Formazione e informazione MISURE SPECIFICHE - Dispositivi di protezione collettiva - DPI - Protocolli tecnici (disinfezione) e sanitari per le operazioni più a rischio - Vaccinazione, quando disponibile - Sorveglianza sanitaria - Indagini microbiologiche mirate Formazione e informazione 19

20 Esempio Ambienti confinati Agente biologico potenzialmente presente: Legionella pneumophila Gruppo : 2 Modalità di trasmissione: via respiratoria, attraverso aerosol generato da acqua stagnante contaminata Monitoraggio ambientale Valutazione della contaminazione microbiologica: ARIA SUPERFICI Batteri e miceti sono solo una parte degli agenti biologici a potenziale rischio, ma costituiscono un utile indice di eventuali anomalie rispetto a valori di fondo. 20

21 Per gli agenti biologici non si può parlare di una relazione dosesoglia per l insorgenza degli effetti nocivi non esistono valori soglia di legge i dati che si ottengono dal monitoraggio ambientale possono essere confrontati con livelli proposti Carica batterica Carica fungina 21

22 Monitoraggio microbiologico in alcune aree di edifici scolastici aule 250 ufc/m condizionamento ventilazione semplice riscaldamento 50 0 batteri funghi Fonte: Atti del 21 congresso AIDII UFC/M batteri psicrofili CUCINE CUCINE elevata umidità SALE PRANZO SALE PRANZO elevata umidità ALTRE AREE ALTRE AREE elevata umidità palestre valori medi UFC/M funghi valori medi CUCINE CUCINE elevata umidità SALE PRANZO SALE PRANZO elevata umidità ALTRE AREE ALTRE AREE elevata umidità palestre Fonte: Indoor Air 2002, Finland; palestre: atti VII convegno AIDII,

23 Risultati del monitoraggio di qualità dell aria in alcune attività lavorative UFC/m 3 mesofili psicrofili funghi uffici (ventilaz semplice) edifici scolastici palestre scolastiche impianti fognari 1700 depurazione acque reflue falegnamerie panifici impianto trattamento rifiuti >>2000 >>2000 >>2000 IL CASO LEGIONELLA Esistono più di 40 specie, non tutte provocano malattia nell uomo. La più pericolosa è Legionella pneumophyla Molto diffuse in ecosistemi naturali dove è presente l acqua (fiumi, laghi, pozze d acqua) Si trovano anche in serbatoi artificiali (acqua condotta cittadina, impianti idrici,ecc.) 23

24 AMBIENTI CARATTERIZZATI DA PROBABILE PRESENZA DI LEGIONELLA alberghi abitazioni uffici ospedali ricoveri per anziani mostre floreali studi dentistici Le legionelle sono ampiamente diffuse in natura, dove si trovano principalmente associate alla presenza di acqua (superfici lacustri e fluviali, sorgenti termali, falde idriche ed ambienti umidi in genere). Legionella spp si trasmette all uomo attraverso l inalazione di aerosol contaminati, quindi tutti i luoghi in cui si può entrare a contatto con acqua nebulizzata possono considerarsi a rischio. Gli impianti di condizionamento rappresentano il terreno ideale per lo sviluppo di Legionella; frequente è la colonizzazione di rubinetti e docce. 24

25 SERBATOI DI INFEZIONE Apparecchi sanitari Circuiti di distribuzione di acqua calda Acqua di umidificazione degli impianti condizionamento Torri di raffreddamento degli impianti di condizionamento Condensatori evaporativi Vasche per idromassaggi Fontane decorative Legionella può trovarsi in forma libera nell acqua o ancorata a biofilm (pellicole costituite da batteri, alghe, protozoi, ecc.) Nelle cisti di amebe e protozoi ciliati, possono sopravvivere a lungo e resistere a trattamenti con clorazione, biocidi, alte T e altre condizioni avverse Analisi dell acqua Regione Puglia: Osservatorio epidemiologico regionale, febbraio

26 anno (nel 1997 : 90 casi) L inalazione di bioaerosol contaminato è la via principale di infezione Le condizioni dell ospite condizionano l evoluzione dell infezione asintomatica MALATTIA DEL LEGIONARIO Polmonite grave con letalità anche del 10% FEBBRE DI PONTIAC Forma simil-influenzale 26

27 Prevenzione: la manutenzione periodica può contribuire in modo efficace a prevenire la colonizzazione degli impianti da parte dei batteri e soprattutto a limitarne la moltiplicazione e la diffusione èconsigliabile effettuare regolarmente una accurata pulizia e disinfezione dei filtri dei condizionatori la decalcificazione dei rompigettodei rubinetti e dei diffusori delle docce, la sostituzione delle guarnizioni ed altre parti usurate, lo svuotamento, la pulizia e la disinfezione dei serbatoi di accumulo dell acqua. Per le strutture ricettive a funzionamento stagionale, prima della riapertura èopportuno procedere ad una pulizia completa dei serbatoi, della rubinetteria e delle docce. Linee-guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi G.U. 5 Maggio 2000 Linee-guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi - Gazzetta Ufficiale Numero 29 (Serie Generale) del 5 Febbraio 2005 (pag ) - Italia Linee Guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali (G.U. SG. N. 28 del 4 febbraio 2005) Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione. 5 ottobre 2006 European Guidelines for Control and Prevention of Travel Associated Legionnaires' Disease (produced by members of the European Surveillance Scheme for Travel Associated Legionnaires' Disease - EWGLINET - and the European Working Group for Legionella Infections - EWGLI) - prodotte nel giugno 2003 e revisionate nel gennaio UK 27

28 Misure di prevenzione e protezione 1. Misure tecniche, organizzative, procedurali evitare l uso dei patogeni, quando possibile Limitazione il numero degli esposti Adozione di misure collettive di protezione, misure individuali (DPI) e misure igieniche preventive Elaborazione di PROCEDURE per prelevare,manipolare, trattare e trasportare campioni di origine umana e animale in condizioni ordinarie e di emergenza Corretta gestione dei rifiuti Uso segnale di rischio biologico 28

29 per i laboratori: il D.Lgs. 81/08 elenca le misure tecniche e procedurali da adottare in presenza di rischio nei laboratori dove si utilizzano agenti biologici di gruppo 2, 3 o 4: MISURE DI CONTENIMENTO AGENTI BIOLOGICI GRUPPO 2 AGENTI BIOLOGICI GRUPPO 3 AGENTI BIOLOGICI GRUPPO 4 SECONDO LIVELLO TERZO LIVELLO QUARTO LIVELLO 2. Misure igieniche Se non sono monouso 29

30 3. Misure di emergenza I lavoratori segnalano immediatamente qualsiasi infortunio o incidente relativo all uso di agenti biologici In caso di dispersione di agenti biologici dei gruppi 2, 3 o 4 i lavoratori devono abbandonare immediatamente l area, possono accedere solo gli addetti all intervento Il datore di lavoro informa l organo di vigilanza territorialmente competente, i lavoratori e il rappresentante per la sicurezza. Sistemi di controllo dei microorganismi Pulizia-sanificazione-detersione Disinfezione Sterilizzazione Disinfestazione Derattizzazione Rimozione meccanica dello sporco tramite l uso di detergenti. Il detergente chimico è una sostanza che riduce l energia meccanica richiesta dal processo di detersione 30

31 Sistemi di controllo dei microorganismi Pulizia-sanificazione-detersione Disinfezione Sterilizzazione Disinfestazione Derattizzazione riduzione drastica del numero di microrganismi patogeni e non, per impedirne la persistenza e la diffusione nell ambiente con: alcol, acqua ossigenata, tensioattivi, fenoli, aldeidi Sistemi di controllo dei microorganismi Pulizia-sanificazione-detersione Disinfezione Sterilizzazione Disinfestazione Derattizzazione Eliminazione di tutte le forme viventi, comprese le spore batteriche 31

32 Antisepsi Insieme di interventi destinati all eliminazione o alla distruzione dei microrganismi patogeni presenti su tessuti viventi, cute e mucose, tramite l uso di composti chimici detti antisettici, che spesso sono gli stessi utilizzati per la disinfezione, anche se agli antisettici si richiede, in maggior misura rispetto ai disinfettanti, una totale innocuità e che non provochino dolore o irritazione nei tessuti ai quali si applicano. GLI ANTISETTICI SONO PRODOTTI FARMACEUTICI A BLANDA AZIONE DISINFETTANTE, BATTERIOSTATICI Polvere e sporco rappresentano un ottimo terreno di coltura. N.B.: I disinfettanti NON sono agenti detergenti e ostacolano la rimozione dello sporco. Vanno usati solo dopo la pulizia. 32

33 Disinfezione I DISINFETTANTI hanno vari livelli di azione: LIVELLO ALTO LIVELLO INTERMEDIO LIVELLO BASSO distruzione di tutti i microrganismi (no spore) efficaci contro miceti e Bacterium Tubercolosis GLUTARALDEIDE AL 2% ACQUA OSSIGENATA DERIVATI DEL CLORO IODOFORI COMPOSTI DEL CLORO COMPOSTI FENOLITICI SALI D AMMONIO QUATERNARIO MERCURIALI 33

34 Generalmente esiste una relazione inversa tra temperatura, tempo di contatto e concentrazione del principio attivo. La durata del contatto fra prodotto e microrganismi non deve generalmente essere inferiore a 10-15' per i prodotti liquidi CANDEGGINA= VARECHINA= AMUCHINA AMMONIACA LYSOFORM LISOFORMIO 34

35 Sorveglianza Sanitaria - Prevenzione e controllo I lavoratori addetti alle attività per le quali la valutazione dei rischi ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria. Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali: Sorveglianza Sanitaria - Prevenzione e controllo la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente; l allontanamento temporaneo del lavoratore Ove gli accertamenti sanitari abbiano evidenziato, nei lavoratori esposti in modo analogo ad uno stesso agente, l esistenza di anomalia imputabile a tale esposizione, il medico competente ne informa il datore di lavoro, che provvede ad effettuare una nuova valutazione dei rischi. 35

36 Sorveglianza Sanitaria e Rischio Biologico Visite e accertamenti sanitari Visite e accertamenti sanitari preventivi Visite e accertamenti sanitari periodici Visite e accertamenti sanitari straordinari Profilassi post esposizione Sorveglianza sanitaria del personale in formazione Vaccinazioni Modulistica: T.U. art.41,comma 5, alleg. 3A (cartella sanitaria e di rischio) PROTEZIONE DAGLI AGENTI BIOLOGICI Protezione collettiva aree in depressione filtrazione dell aria in entrata ed in uscita (filtri HEPA) Protezione individuale 36

37 DPI i DPI DEVONO ESSERE ADEGUATI AL LIVELLO DI RISCHIO DPI Tuta Camice Cuffia Guanti garantisce, dal punto di vista igienico, la protezione da eventi catastrofici monouso di III categoria con certificazione CE per la protezione da agenti biologici settore alimentare monouso di III categoria con certificazione di conformità alla EN 374 Occhiali, schermi, visiere devono essere forniti se c è rischio di schizzi Maschere facciale filtrante CL7 Bios con filtro CL9 Bios 37

38 I DPI sono suddivisi in categorie I II III proteggono da rischi lievi, con efficacia valutabile dal soggetto né I né II proteggono da rischi gravi REGISTRO DEGLI ESPOSTI E DEGLI EVENTI ACCIDENTALI RISCHIO BIOLOGICO (art 280) Il registro è istituito ed aggiornato dal datore di lavoro per il tramite del medico competente, in esso sono riportati: I lavoratori che utilizzano agenti dei gruppi 3 o 4 L attività svolta Gli agenti utilizzati Gli eventuali casi di esposizione L RSPP e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza hanno accesso al registro 38

39 LA FORMAZIONE è di fondamentale importanza perché sono i comportamenti sbagliati o non sufficientemente attenti a generare la maggior parte del rischio residuo. Occorre indurre e mantenere consapevolezza negli operatori, soprattutto per il rischio biologico spesso sottovalutato o non adeguatamente conosciuto. L informazione e la formazione vanno fornite ai lavoratori prima di adibirli ad attività a rischio biologico, e ripetute almeno ogni 5 anni LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO DEVE ESSERE RIPETUTA: OGNI VOLTA CHE CI SONO MODIFICHE SIGNIFICATIVE L ATTIVITA LAVORATIVA IN OGNI CASO OGNI 3 ANNI I registri di esposizione degli esposti e degli eventi accidentali sono obbligatori solo per utilizzo di agenti del gruppo 3 e 4 39

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