La Costituzione Repubblicana. Premessa

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1 La Costituzione Repubblicana Premessa

2 L'esecutivo del fascismo... a) Mussolini (L: 24 dicembre 1925, n. 2263) aveva assunto il titolo di capo del governo e risolto per questa via (caricaturale) i problemi dell'esecutivo. La legge prevedeva la nomina e revoca dei ministri e dei sottosegretari da parte del Re, su proposta del Capo del governo Il Capo del governo poteva assumere la direzione dei Ministeri, affidando parte delle attribuzioni ai sottosegretari La Camera poteva discutere solo le questioni messe all'o.d.g. approvato dal capo del governo.

3 Fine fascismo b) La concentrazione di poteri in Mussolini di fatto instaura una diarchia (o dualismo) al vertice dello stato, non prevista dallo Statuto. c) L'amministrazione pubblica subisce una profonda trasformazione: diviene veramente pluriclasse, ma con molti problemi. Formalismo e meridionalizzazione della p.a.

4 Fine dello Statuto Ultimo atto all'interno dello Statuto Albertino è la destituzione di Mussolini il 25 luglio Poi dopo l'8 settembre è evidente che bisognerà giungere a cambiamento costituzionale. La Costituzione repubblicana: Nasce da un processo che si avvia con il referendum su monarchia/repubblica e l'elezione dell'assemblea costituente nel 2 giugno 1946

5 Monarchia o Repubblica? Il referendum è cruciale per decidere del futuro assetto costituzionale ed eliminare dal terreno politico una scelta istituzionale (monarchia/repubblica) che avrebbe potuto portare a esiti imprevedibili. E' un grosso rischio, che si risolve nel migliore dei modi. La Costituente lavora dal giugno 1946 al dicembre La Costituzione entra in vigore il 1 gennaio Il 18 aprile 1948 si tengono le prime elezioni politiche a suffragio universale L'11 maggio 1948 viene eletto il primo presidente della Repubblica, Luigi Einaudi.

6 Elezioni 2 giugno 1946 voti (%) seggi voti Democrazia Cristiana , Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria , Partito Comunista Italiano , Unione Democratica Nazionale ,79 41 Fronte dell'uomo Qualunque ,28 30 Partito Repubblicano Italiano ,37 23 Blocco Nazionale della Libertà ,77 16 Partito d'azione ,46 7

7 La Costituente Le principali forze presenti: socialisti, comunisti, democratici cristiani, liberali-azionisti Grande dialogo e capacità di compromesso. Sottolineare che non c'è interferenza delle forze occupanti, mentre in Germania la nuove leggi fondamentali della Repubblica Federale Tedesca sarà fortemente influenzata dagli esperti USA.

8 La Costituzione Costituzione lunga e molto dettagliata per evitare distorsioni come con lo Statuto Divisa in due parti, Una di principi generali, frutto di compromesso fra le varie forze: si riconosce la centralità del lavoro, ma anche il concordato e la presenza della chiesa cattolica (art. 7), si riconoscono i diritti individuali e l'inserimento nel nuovo ordine internazionale incentrato sull'onu.

9 Il nuovo legislativo Abolita la monarchia. Abolito il Senato di nomina regia sostituito da quello repubblicano (che mantiene residuo nomina regia nei senatori a vita, che all'inizio erano quelli non epurati) Si afferma l'idea di costruire un sistema politico incentrato sul Parlamento.

10 Senato repubblicano Composto da due camere fotocopia: quasi tutti i sistemi politici sono bicamerali, dal momento che l'italia non è stato federale si fanno uguali. [Non era però inevitabile,ad es. la Francia adotta nel novembre 1946 la nuova costituzione: prevede un Senato nominato da un collegio composto da rappresentanti delle comunità locali, con poteri parzialmenti diversi da quelli dell'assemblea Nazionale]

11 Il Parlamento La prevalenza del Parlamento si vede nei rapporti con il governo: viene formalizzato il sistema della fiducia preventiva dell'esecutivo. La facoltà legislativa del governo tramite i decreti legge viene rigorosamente delimitata (sono necessari i requisiti di urgenza, vanno convertiti in legge entro 60 giorni, necessitano della firma del Presidente della Repubblica).

12 Presidente Consiglio dei Ministri Il presidente del Consiglio dei Ministri ha scarsissimi poteri: può rappresentare l'indirizzo politico del governo, può proporre i ministri al Presidente della Repubblica, ma non revocarli Il Presidente della Repubblica viene eletto dalle due camere congiunte. Ha limitatissimi poteri e funzioni di garanzia. (Prima dell'avvento del sistema politico tendenzialmente bipartitico attuale, in cui il Presidente riveste un certo ruolo dialettico, era sostanzialmente un notaio delle decisioni assunte dai partiti politici)

13 Nodi irrisolti La Costituzione non affronta due dei principali nodi dell'italia liberale: l'instabilità degli esecutivi e il problema delle autonomie locali/centralismo statale. Sul primo punto non lo fa perché presuppone che il problema sia di fatto superato dalla vera grande novità del sistema politico postbellico, la nascita (rinascita) dei grandi partiti politici di massa che, si crede, saranno in grado di esprimere linee politiche chiare, di esprimere maggioranze ben definite e solide in Parlamento, risultato della volontà degli elettori.

14 Autonomie locali Le regioni sono considerate come riforma irreversibile. Nel 1946 istituita la regione autonoma Sicilia Atteggiamenti ambigui: i cattolici sono fortemente regionalisti, i comunisti invece tiepidi Un fronte trasversale cerca di abolire senza successo le province, come emblema del potere accentrato. Alla fine compromesso che comprende 3 livelli di governo locale

15 Autonomie locali Nulla dice la Costituzione sul grado di autonomia di comuni e province. Nella pratica viene mantenuto fino al 1990 il T.U. del Le regioni ordinarie vengono istituite solo nel 1970 con poteri quasi inesistenti

16 I partiti La vera novità del dopoguerra è la nascita della Democrazia Cristiana che è il nuovo partito moderato di massa, prima inesistente. Ma anche forze politiche minoritarie e moderate, come i liberali, adottano la forma del moderno partito politico: direzione nazionale che decide la politica in Parlamento e nel paese, radicamento territoriale attraverso sezioni territoriali, democrazia interna con forme di rappresentanza dal basso verso l'alto e riunioni assembleari in cui vengono scelti i dirigenti del partito e votate le grandi scelte politiche.

17 Il nuovo partito unico Il calcolo si rivela in parte sbagliato. Dopo le elezioni del 1948 e l'inizio della guerra fredda è evidente che il PCI non potrà mai arrivare al governo. E allora la DC e i piccoli partiti alleati si trasformano rapidamente nel partito unico di governo, in cui le correnti e le linee politiche divergenti finiscono per riprodurre una situazione di instabilità simile a quella dell'italia liberale. Il problema è di estrema complessità e di difficile soluzione. Come vediamo anche oggi: solo il concorso di molteplici elementi: legge elettorale, volontà dei leader dei maggiori partiti politici, desiderio dell'elettorato di semplificare il quadro politico possono forse portare ad un sistema più semplice e chiaro.

18 Legge truffa Nel 1953 viene perciò approvata, fra grandi polemiche, una riforma della legge elettorale che ripristinava un premio di maggioranza per la coalizione di partiti che raggiungesse il 50% dei voti. L'obiettivo era quello di dotare la maggioranza di governo di una solida maggioranza parlamentare in grado di assorbire i dissensi interni e garantire la stabilità al governo. (proprio la centralità del Parlamento rende estremamente instabili i governi in assenza di maggioranze parlamentari molto ampie)