REGOLAMENTO IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE, AVVIO E GESTIONE DELLE ATTIVITÀ RESE DA ARPA PIEMONTE A TITOLO ONEROSO INDICE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "REGOLAMENTO IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE, AVVIO E GESTIONE DELLE ATTIVITÀ RESE DA ARPA PIEMONTE A TITOLO ONEROSO INDICE"

Transcript

1 REGOLAMENTO IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE, AVVIO E GESTIONE DELLE ATTIVITÀ RESE DA ARPA PIEMONTE A TITOLO ONEROSO INDICE Art. 1 - Premessa...2 Titolo I - DISPOSIZIONI GENERALI...2 Art. 2 - Oggetto e ambito di applicazione...2 Art. 3 - Attività da tariffario senza acquisizione di risorse aggiuntive...2 Art. 4 - Definizioni e fasi...3 Titolo II - PARTECIPAZIONE A BANDI DI FINANZIAMENTO...3 Art. 5 - Oggetto...3 Art. 6 - Individuazione delle linee prioritarie...3 Art. 7 - Elenco dei bandi di finanziamento...3 Art. 8 - Piano di fattibilità...3 Art. 9 - Istruttoria sul Piano di fattibilità...4 Art Approvazione della proposta progettuale...4 Art Definizione delle modalità operative di svolgimento delle attività progettuali...5 Art Pianificazione delle attività del team di progetto...5 Art Presentazione del progetto...6 Art Gestione del dossier delle attività progettuali e reportistica...6 Art Approvazione del progetto e avvio delle attività...6 Art Disposizioni contabili...7 Art Avanzamento, monitoraggio, rendicontazione e conclusione delle attività...7 Titolo III - ACCORDI CON SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI...8 Art Oggetto...8 Art Piano di fattibilità...8 Art Istruttoria sul Piano di fattibilità...8 Art Approvazione della proposta progettuale...9 Art Rinvio a disposizioni di cui al Titolo II...9 Art Avvio delle attività...9 Art Accordi relativi ad attività attuative di scelte strategiche dell Agenzia...9 Titolo IV - DISPOSIZIONI COMUNI...10 Art Inserimento nel sistema di programmazione e controllo...10 Titolo V - NORME TRANSITORIE E FINALI...10 Art Abrogazioni...10 Art Disposizioni transitorie...10 Art Modifiche degli allegati...11 Art Entrata in vigore

2 Art. 1 - Premessa 1. L Arpa Piemonte riconosce la valenza strategica delle attività di realizzazione di progetti attivati sia dalla partecipazione a bandi di finanziamento sia a seguito di negoziazione con soggetti pubblici e, compatibilmente con il rispetto di ruolo e di compiti istituzionali, con soggetti privati. 2. La realizzazione di progetti costituisce elemento fondamentale per il potenziamento e la qualificazione tecnico-scientifica delle attività istituzionali e delle professionalità di Arpa Piemonte. 3. Le prestazioni aggiuntive derivanti dall attività progettuale o comunque resa a titolo oneroso devono risultare compatibili con lo svolgimento dell attività istituzionale ordinaria, comprensiva di quella oggetto di pianificazione annuale, e presentare elementi di convenienza economica anche in termini di opportunità di investimento finalizzato a rendere ulteriori analoghe prestazioni dalle quali conseguire la massimizzazione dei benefici per la mission dell Agenzia. 4. Gli elementi di cui al comma precedente sono considerati ed esaminati dal Direttore Generale in sede di valutazione del piano di fattibilità di cui agli articoli 8 e 19. Titolo I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 2 - Oggetto e ambito di applicazione 1. Il presente regolamento disciplina l organizzazione, l avvio e la gestione da parte di Arpa Piemonte delle attività rese a titolo oneroso, ossia a fronte di uno specifico finanziamento esterno o di un corrispettivo. 2. Rientrano nel campo di applicazione del presente regolamento le attività di natura non obbligatoria rese in regime di diritto privato e soggette alle disposizioni del libro IV del codice civile. 3. Le attività a titolo oneroso oggetto del presente regolamento sono rese da Arpa Piemonte a seguito di: a) partecipazione dell Agenzia a bandi di finanziamento, disciplinata al successivo Titolo II; b) accordi con soggetti pubblici o privati, disciplinati dal successivo Titolo III. Art. 3 - Attività da tariffario senza acquisizione di risorse aggiuntive 1. In caso di attività già previste nel Tariffario dell Agenzia e che non comportino, per la loro realizzazione, l acquisizione di risorse aggiuntive, il Responsabile della Struttura Complessa o Semplice Specialistica (nel seguito Struttura) valuta la fattibilità della prestazione aggiuntiva richiesta tenendo comunque conto della compatibilità della prestazione con lo svolgimento dell attività ordinaria oggetto di pianificazione annuale. 2. Nei casi di cui al precedente comma l accordo con il Soggetto pubblico o privato è concluso mediante conferme d ordine. 3. Ogni Struttura integra all interno del proprio Piano Esecutivo di Gestione (PEG) le attività che discendono dagli accordi di cui al comma precedente, raggruppandole in apposito capitolo che le distingue dalle attività istituzionali. 4. Il monitoraggio dell andamento di queste attività viene realizzato attraverso specifici indicatori che ne permettono la rappresentazione differenziata rispetto alle attività istituzionali. 5. Alle attività di cui al presente articolo non si applicano le disposizioni successive del presente regolamento. 2

3 Art. 4 - Definizioni e fasi 1. Il processo per la realizzazione delle attività a titolo oneroso si articola nelle seguenti fasi: a) valutazione di fattibilità: ha lo scopo di valutare la compatibilità delle attività da realizzare con gli indirizzi strategici e i compiti istituzionali di Arpa Piemonte, nonché la relativa sostenibilità con lo svolgimento di attività già pianificate e la loro incidenza economica. b) sviluppo del progetto: ha lo scopo di: - definire le caratteristiche del servizio da erogare, ivi compresa la determinazione dei costi; - definire eventuali protocolli operativi e/o metodiche analitiche; - definire indicatori di monitoraggio dell attività e relativi target. c) pianificazione delle attività del team di progetto: ha lo scopo di organizzare le attività dettagliando i tempi e le risorse da impiegare; d) approvazione: è conseguenza della positiva valutazione del piano di fattibilità. Titolo II PARTECIPAZIONE A BANDI DI FINANZIAMENTO Art. 5 - Oggetto 1. Il presente Titolo disciplina l organizzazione, l avvio e la gestione di attività a titolo oneroso conseguenti alla partecipazione di Arpa Piemonte ad un bando di finanziamento, con riferimento sia ai casi in cui l Agenzia risulta essere l unico soggetto realizzatore, sia a quelli in cui è in partenariato con altri Enti. Art. 6 - Individuazione delle linee prioritarie 1. Il Direttore Generale definisce tematiche prioritarie in ordine alle quali ricercare finanziamenti e le comunica all Area Funzionale Tecnica che le diffonde tramite il sito intranet. 2. Tali priorità rappresentano un riferimento per tutte le Strutture ai fini di: - individuare bandi specifici; - valutare l opportunità di partecipazione a bandi di finanziamento, sia che l Agenzia sia promotrice del progetto sia che venga contattata da terze parti per prendervi parte; - pianificare l impiego delle risorse umane e strumentali a supporto dell ottenimento del finanziamento, ivi compreso l impegno delle altre Strutture eventualmente chiamate a prestare supporto e collaborazione. 3. Le linee prioritarie vengono aggiornate nel corso dell anno. Art. 7 - Elenco dei bandi di finanziamento 1. L Area Funzionale Tecnica effettua indagini per l identificazione di bandi e predispone ed aggiorna specifico elenco pubblicato in intranet, previa prima sommaria valutazione di congruità tecnico-scientifica delle medesime avendo a riferimento la mission dell Agenzia, gli indirizzi istituzionali e le tematiche prioritarie definite dal Direttore Generale. 2. Eventuali bandi di finanziamento individuati da una Struttura vengono segnalati all Area Funzionale Tecnica per l aggiornamento dell elenco. 3. Le Strutture dell Agenzia fanno riferimento all elenco per la individuazione dei bandi di interesse e sottopongono le proposte di partecipazione al Direttore Generale con opportuno anticipo rispetto alla scadenza del bando. Art. 8 - Piano di fattibilità 3

4 1. Per avviare il processo di partecipazione ad un bando, la Struttura predispone una proposta progettuale da inoltrare al Direttore Generale, nella quale sono rappresentate le ragioni di opportunità alla partecipazione al medesimo. 2. La proposta progettuale indica: - il titolo del progetto; - l ente finanziatore; - le Strutture dell Agenzia coinvolte; - le informazioni finanziarie essenziali (finanziamento, autofinanziamento, cofinanziamento, costi); - il Responsabile di progetto; - il Referente amministrativo e il Referente tecnico-scientifico del progetto; e descrive sommariamente: - gli obiettivi generali; - le attività da svolgere; - i principali vantaggi, con particolare riferimento alle ricadute rispetto al Piano della performance o, in mancanza, alla pianificazione strategica aziendale dell Agenzia approvata dal Direttore Generale; - la coerenza e le ricadute sui servizi erogati dall Agenzia. 3. Per la formulazione della proposta deve essere compilato il Piano di fattibilità (scheda fac-simile allegato sub 1) che, sottoscritto dal Responsabile della Strutture proponente, viene trasmesso a cura del medesimo al Direttore Generale prima della sottoscrizione di atti vincolanti per l Agenzia ed in tempi utili per la valutazione. Art. 9 - Istruttoria sul Piano di fattibilità 1. La valutazione in ordine alla presentazione di una candidatura progettuale ad un bando di finanziamento è di competenza del Direttore Generale che, in fase istruttoria, si avvale del supporto delle Aree Funzionali. 2. Ricevuto il Piano di fattibilità, il Direttore Generale lo assegna alle Aree Funzionali affinché provvedano agli approfondimenti necessari da rappresentare nella scheda istruttoria da sottoporre al Direttore Generale, attribuendo altresì il codice Arpa di identificazione della proposta di progetto. 3. In particolare, l Area Funzionale Tecnica provvede agli approfondimenti in ordine alla compatibilità tecnico-scientifica avendo a riferimento la mission dell Agenzia, alla integrazione negli indirizzi istituzionali annuali e pluriennali e alle ricadute operative sui servizi erogati, mentre l Area Funzionale Amministrativa provvede agli approfondimenti in ordine alla incidenza economica delle stesse nonché alla verifica di integrazione nei piani e programmi. 4. Preliminarmente alla presentazione al Direttore Generale, gli esiti dell istruttoria operata dalle Aree Funzionali sono portati a conoscenza e condivisi con il Direttore Tecnico e il Direttore Amministrativo e, per i risvolti di contabilità finanziaria, con l Ufficio Contabilità e Controllo. Art Approvazione della proposta progettuale 1. La valutazione della proposta progettuale viene espressa e formalizzata a firma del Direttore Generale e trasmessa, unitamente al Piano di fattibilità, al Responsabile della Struttura proponente. 2. La valutazione positiva e l approvazione della proposta progettuale vengono portate a conoscenza anche delle altre Strutture coinvolte. 3. Nel caso di cui al comma precedente, la Struttura proponente dà avvio alla successiva fase di approfondimento e alla progettazione esecutiva, con il coinvolgimento delle altre Strutture dell Agenzia, tenendo conto delle indicazioni riportate nella valutazione formalizzata dal Direttore Generale. 4

5 Art Definizione delle modalità operative di svolgimento delle attività progettuali 1. Il Responsabile della Struttura proponente incarica dello sviluppo della proposta progettuale approvata dal Direttore Generale il Responsabile di progetto. 2. Il Responsabile del progetto provvede ad effettuare l analisi della tipologia e della quantità delle prestazioni da realizzare e definisce le modalità operative per l erogazione delle prestazioni, espresse in termini di: - categoria, servizio e risultato atteso, ove pertinente; - prodotti da realizzare e relative specifiche, con riferimento alla classificazione riportata in tab. A, allegato sub. 2; - procedure e metodi; - azioni di controllo da realizzarsi periodicamente per valutare il grado di coerenza con quanto preventivato. 3. Nella fase di sviluppo del progetto devono essere specificate e dettagliate anche le risorse necessarie per la realizzazione, indicando -per ogni voce di spesa- il costo preventivato, con particolare riferimento a: - risorse umane già presenti in organico da dedicare alle attività progettuali (team di progetto costituito da dirigenti/comparto e rispettivi compiti) con l indicazione del tempo/lavoro preventivato; - eventuali risorse umane da acquisire (se autorizzate dal Direttore Generale in sede di valutazione della proposta) con l indicazione delle competenze necessarie e del tempo/lavoro preventivato; - apparecchiature da utilizzare se già presenti nella dotazione strumentale (tipologia, codice di identificazione) con l indicazione delle prestazioni da realizzare con le medesime (metodi, quantitativo preventivato); - eventuali apparecchiature da acquisire (se autorizzate dal Direttore Generale in sede di valutazione della proposta) con l indicazione delle prestazioni da realizzare con le medesime (metodi, quantitativo preventivato) e la specificazione se già presenti nel piano investimenti; - eventuali servizi in appalto da acquisire; - eventuali prodotti di consumo necessari per realizzare le attività (codice prodotto e quantitativo); - eventuali iniziative di formazione con l indicazione dei destinatari; - eventuali spese per trasferte; - eventuali attività di comunicazione da prevedere e attivare. Art Pianificazione delle attività del team di progetto 1. Il Responsabile di progetto con la collaborazione del team provvede a predisporre il piano esecutivo e un diagramma di Gantt che distribuisca le attività da realizzare in specifiche fasi per ognuna delle quali è identificato l evento da conseguire (milestone). 2. Il piano esecutivo, che deve dettagliare l impegno richiesto a tutti i componenti del team e specificare i momenti di check e di riesame, viene proposto dal Responsabile del progetto al Responsabile della Struttura. 5

6 Art Presentazione del progetto 1. Il Referente amministrativo del progetto, sulla base del piano esecutivo, compila la modulistica predisposta dal Soggetto finanziatore. 2. La documentazione viene sottoscritta dal Responsabile della Struttura proponente. Ove espressamente richiesto dal bando o da disposizioni del Soggetto finanziatore, i documenti di presentazione della proposta sono sottoscritti dal Direttore Generale. 3. Sono in ogni caso a firma del Direttore Generale la eventuale dichiarazione di intenti verso l ente finanziatore, il capofila e/o i partner, l impegno a garantire l eventuale quota di finanziamento a carico dell Agenzia, gli eventuali accordi o convenzioni interpartenariali o con l ente finanziatore. 4. All atto della presentazione della candidatura di progetto, il Responsabile ne invia copia anche alle Aree Funzionali. Art Gestione del dossier delle attività progettuali e reportistica 1. Il Responsabile del progetto è responsabile della gestione tecnica ed economica del progetto secondo le procedure previste dalle regolamentazioni del soggetto finanziatore. 2. Il Responsabile del progetto deve altresì garantire la produzione ed archiviazione della documentazione tecnico-amministrativa relativa allo sviluppo progettuale. 3. Il Referente amministrativo aggiorna il fascicolo progettuale con riferimento alla documentazione necessaria per la rendicontazione delle spese, delle entrate e per un eventuale audit. Art Approvazione del progetto e avvio delle attività 1. In caso di approvazione del progetto da parte del soggetto finanziatore, l avvio delle attività è disposto successivamente alla adozione di determinazione dirigenziale del Responsabile della Struttura proponente o incaricata della realizzazione. 2. Qualora in sede di approvazione siano stati introdotti elementi di variazione in ordine all entità del finanziamento, alle Strutture dell Agenzia coinvolte, alla rimodulazione delle voci di spesa all interno del quadro economico progettuale con particolare riferimento alle spese di investimento e alla tipologia quali-quantitativa dei servizi erogati, il piano di fattibilità aggiornato deve essere sottoposto al Direttore Generale preliminarmente all avvio dell attività. 3. Con il provvedimento di cui al comma precedente, il Responsabile di Struttura: - prende atto dell avvenuta approvazione del progetto da parte del Soggetto finanziatore; - formalizza il piano esecutivo del progetto; - approva e sottoscrive, ove necessario, gli atti previsti dal Soggetto finanziatore conseguenti alla partecipazione al progetto; - dà atto dell avvenuta individuazione del Responsabile di progetto, se diverso dal Responsabile di Struttura, del Referente amministrativo e del Referente tecnicoscientifico; - trasmette il progetto esecutivo approvato a tutte le Strutture coinvolte ed al team, comunicando la data di avvio del progetto; - effettua un riesame della pianificazione interna della Struttura, come da PEG vigente ed ulteriori eventuali progetti già approvati; - richiama le necessità di adeguamento del bilancio d esercizio vigente annuale e pluriennale riconosciute dal Direttore Generale in sede di piano di fattibilità. 4. Nel caso in cui la proposta progettuale provenga dal Responsabile di una Struttura semplice specialistica, la determinazione viene adottata dal Direttore del Dipartimento provinciale al quale la Struttura afferisce. 6

7 5. Il provvedimento di avvio delle attività viene inviato alle Aree Funzionali, all Ufficio Contabilità e Controllo ed agli altri Uffici Amministrativi interessati nonché alle altre Strutture coinvolte. Art Disposizioni contabili 1. Le risorse derivanti dai progetti sono iscritte nei capitoli di entrata corrispondenti alla natura dell Ente finanziatore. 2. Per i progetti assistiti da finanziamento comunitario, co-finanziamento nazionale ed eventualmente regionale potrà provvedersi all adozione di atti e di misure adeguate a dare evidenza contabile della gestione delle risorse. 3. In relazione alle esigenze progettuali, evidenziate dal Responsabile di progetto e riconosciute dal Direttore Amministrativo, sono apportate le variazioni alle dotazioni finanziarie necessarie alla realizzazione del progetto. In particolare: a. con la prima variazione utile al bilancio d esercizio, si procede all iscrizione delle risorse progettuali che devono essere articolate, in entrata e in spesa, nel rispetto del principio di salvaguardia degli equilibri di bilancio ed in coerenza con le tempistiche di avanzamento del progetto; b. con la stessa variazione possono essere altresì apportate allo stanziamento di capitoli di spesa già iscritti le variazioni necessarie a consentire la corretta imputazione delle spese progettuali, ivi comprese le variazioni degli stanziamenti dei capitoli di spesa in misura pari agli importi indicati in sede di progettazione. Art Avanzamento, monitoraggio, rendicontazione e conclusione delle attività 1. I rapporti tecnici amministrativi e le rendicontazioni delle spese intermedie trasmesse al Soggetto finanziatore secondo le modalità e tempistiche previste dal bando di finanziamento sono inviate anche alle Aree Funzionali e alla Struttura deputata al controllo di gestione. 2. Le eventuali variazioni al piano di attività approvato in via amministrativa, ivi compreso il quadro economico di spesa, che si dovessero verificare nel corso del progetto sono comunicate alle Aree funzionali dalla Struttura responsabile. 3. La rendicontazione finale, approvata con determinazione dirigenziale del Responsabile di Struttura, su proposta del Responsabile di progetto, evidenzia, sotto l aspetto tecnicoscientifico ed economico, il raggiungimento degli obiettivi di progettazione esecutiva, gli eventuali scostamenti e le loro cause principali e deve anche comprendere un analisi dei risultati ottenuti. 4. La determinazione di rendicontazione finale, che sancisce la chiusura del progetto evidenziando i possibili sviluppi futuri e le eventuali ricadute positive sulle attività istituzionali, viene inviata alle Aree Funzionali e alla Struttura deputata al controllo di gestione. 5. L Area Funzionale Tecnica analizza gli sviluppi tecnico-scientifici derivanti dalle attività progettuali, le ricadute sulle funzioni dell Agenzia e le opportunità di diffusione della conoscenza a supporto del governo delle attività comprese nell ambito tecnico, predisponendo anche specifica reportistica di sintesi a supporto del Direttore Tecnico. 7

8 Titolo III ACCORDI CON SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI Art Oggetto 1. Il presente Titolo disciplina l organizzazione, l avvio e la gestione di attività a titolo oneroso relative a prestazioni: a) previste dal tariffario dell Agenzia ma per le quali risulta necessario procedere all acquisizione di risorse aggiuntive (personale, strumentazione, hardware, software, automezzi, ecc.) o all affidamento di servizi specifici a supporto delle attività; b) da progettare, in quanto non previste nel tariffario dell Agenzia. 2. Con riferimento alle attività di cui alla lettera a) del precedente comma l accordo con il Soggetto pubblico (di seguito committente ) o privato (di seguito cliente ) è concluso mediante scambio di corrispondenza da cui risulti l incontro della volontà delle parti. 3. Con riferimento alle attività di cui alla lettera b) del comma 1 l accordo con il committente o con il cliente è concluso rispettivamente mediante stipulazione di una convenzione o di un contratto. Art Piano di fattibilità 1. Per avviare il processo di svolgimento di attività a titolo oneroso a favore di soggetti pubblici o privati di cui all articolo precedente, la Struttura predispone una proposta progettuale da inoltrare al Direttore Generale, nella quale sono rappresentate le ragioni di opportunità allo svolgimento dell attività. 2. La proposta progettuale indica: - l oggetto delle attività da realizzare; - il soggetto committente o cliente; - le Strutture dell Agenzia coinvolte; - l entità del corrispettivo; - il costo complessivo del progetto, ottenuto da una stima dei costi da sostenere articolati in: o risorse i cui costi sono già ricompresi nelle spese ordinarie di funzionamento dell Agenzia; o risorse specifiche e aggiuntive da acquisire; - il Responsabile del Progetto; - il Referente amministrativo e il Referente tecnico-scientifico del progetto; e descrive sommariamente le ricadute rispetto al Piano della performance o, in mancanza, alla pianificazione strategica aziendale dell Agenzia approvata dal Direttore Generale, ivi compresa la necessità motivata di avviare per la realizzazione dell attività la richiesta di applicazione dell art. 43 della Legge 449/ Per la formulazione della proposta deve essere compilato il Piano di fattibilità (scheda fac-simile allegato sub. 1) che, sottoscritto dai Responsabili di tutte le Strutture coinvolte nelle fasi di realizzazione, viene trasmesso a cura del Responsabile della Struttura proponente al Direttore Generale. Art Istruttoria sul Piano di fattibilità 1. La proposta progettuale è valutata dal Direttore Generale che, in fase istruttoria, si avvale del supporto delle Aree Funzionali secondo l iter descritto al precedente art. 9 al quale si rinvia. 8

9 Art Approvazione della proposta progettuale 1. L approvazione della proposta progettuale viene formalizzata a firma del Direttore Generale e trasmessa, unitamente al Piano di fattibilità, alla Struttura proponente secondo l iter descritto al precedente art. 10 al quale si rinvia. 2. In caso di parere favorevole, la Struttura proponente attiva con il committente o il cliente il riesame della richiesta e dell offerta così come previsto dalla procedura U.RD.T001 Riesame del contratto. Art Rinvio a disposizioni di cui al Titolo II 1. Si procede con le stesse modalità indicate dai precedenti artt. 11, 12, 14, 16 e 17, per quanto applicabili. Art Avvio delle attività 1. L avvio delle attività è disposto con determinazione dirigenziale del Responsabile della Struttura Complessa proponente o incaricata della realizzazione, salvo i casi di competenza del Direttore Generale di cui all articolo successivo. 2. Con il provvedimento di avvio delle attività, il Responsabile di Struttura Complessa o il Direttore Generale: - approva la convenzione o il contratto di Arpa Piemonte con il committente o il cliente e, contestualmente, recepisce anche il piano esecutivo; - dà atto dell avvenuta individuazione del Responsabile di progetto, se diverso dal Responsabile di Struttura complessa o semplice specialistica, del Referente amministrativo e del Referente tecnico-scientifico; - trasmette il progetto esecutivo al team e a tutte le Strutture coinvolte ai fini dell adeguamento del PEG e comunica la data di avvio del progetto ed i riferimenti essenziali (nome del Responsabile di progetto, del Referente amministrativo e del Referente tecnico-scientifico); - effettua un riesame della pianificazione interna della Struttura, come da PEG vigente ed ulteriori eventuali progetti già approvati; - richiama le necessità di adeguamento del bilancio d esercizio vigente annuale e pluriennale riconosciute dal Direttore Generale in sede di piano di fattibilità. 3. Nel caso in cui la proposta progettuale provenga dal Responsabile di una Struttura semplice specialistica, la determinazione viene adottata dal Direttore del Dipartimento provinciale al quale la Struttura afferisce. 4. Il provvedimento di avvio delle attività viene inviato alle Aree Funzionali, all Ufficio Contabilità e Controllo ed agli altri Uffici Amministrativi interessati nonché alle altre Strutture coinvolte. Art Accordi relativi ad attività attuative di scelte strategiche dell Agenzia 1. In caso di attività di cui al presente titolo che siano attuative di scelte strategiche dell Agenzia, l approvazione della proposta progettuale e dell accordo avviene con decreto del Direttore Generale. 2. Sono sempre considerati attuativi di scelte strategiche dell Agenzia i seguenti accordi: - convenzioni con ISPRA; - convenzioni con altra Agenzia regionale per la protezione dell ambiente che non consistano in mere prestazioni di servizi previsti dal tariffario dell Arpa Piemonte; - convenzioni quadro oggetto di vigilanza da parte del Presidente della Giunta regionale ai sensi della D.G.R. n del s.m.i.; - convenzioni quadro di collaborazione didattica e scientifica con Università e Politecnici; 9

10 - convenzioni con Comuni, Province e Regioni vertenti su argomenti di stretta competenza degli organi politici degli Enti medesimi e, in quanto tali, approvati con deliberazione degli organi consiliari e contraddistinti dalla firma del Sindaco o Presidente ovvero dell Assessore o Direttore Generale delegato. 3. La proposta di decreto del Direttore Generale è formulata dal Responsabile della Struttura ovvero dal Direttore Tecnico per le Strutture specialistiche nonché in caso di coinvolgimento nello svolgimento delle attività di più Strutture. Titolo IV DISPOSIZIONI COMUNI Art Inserimento nel sistema di programmazione e controllo 1. Le attività derivanti dalla realizzazione di progetti e accordi di cui ai precedenti Titoli II e III vengono inserite nei documenti e negli strumenti di programmazione e controllo dell Agenzia. 2. A tal fine devono essere prese in considerazione le informazioni contenute nel piano progettuale esecutivo che permettono: l aggiornamento dei documenti di programmazione dell Agenzia, ProgEST e ProgINT organizzati con specifici capitoli dedicati; l aggiornamento dei documenti di pianificazione o PEG delle Strutture coinvolte dalle attività; o Piano degli investimenti; o Piano di formazione; o Piano del fabbisogno occupazionale; o Piano di comunicazione; o eventuali altri piani interessati. il monitoraggio dell andamento delle attività progettuali al fine di identificare con tempestività la necessità di interventi correttivi, da realizzare attraverso o le milestone; o le risorse utilizzate; o le spese e le entrate. la rappresentazione sintetica o analitica dell attività progettuale svolta ad integrazione delle attività istituzionali, attraverso report organizzati con specifici capitoli dedicati alle attività rese a titolo oneroso; la misurazione delle performance e la relativa rappresentazione. Titolo V NORME TRANSITORIE E FINALI Art Abrogazioni 1. Il presente regolamento abroga e sostituisce la direttiva del Direttore Generale n. 4/2005. Art Disposizioni transitorie 1. In fase di prima applicazione il presente regolamento viene applicato in via sperimentale. 2. Nel corso della sperimentazione il Direttore Amministrativo potrà impartire indicazioni utili a favorire il massimo coinvolgimento in via preventiva delle Strutture coinvolte nella realizzazione dei progetti, nonché indicazioni finalizzate all integrazione delle disposizioni contenute nel presente regolamento con l evoluzione del sistema di programmazione e controllo in coerenza con le indicazioni del Comitato Regionale di Indirizzo e con le disposizioni di cui al D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150, recante Attuazione della legge 4 10

11 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, e la l.r. 29 aprile 2011, n. 7, recante Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23 (Disciplina dell'organizzazione degli uffici regionali e disposizioni concernenti la dirigenza e il personale) in attuazione del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 e adeguamento al decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, in materia di organizzazione e contenimento della spesa del personale, nonché con le disposizioni di cui al D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118, recante Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42. Art Modifiche degli allegati 1. La scheda fac-simile e la tabella allegati al presente regolamento, di cui rispettivamente agli articoli 8 comma 3 e 19 comma 3 e all articolo 11 comma 2 potranno essere successivamente modificati, previo assenso del previo assenso del Direttore Amministrativo, dal dirigente responsabile dell Area Funzionale Amministrativa. Art Entrata in vigore 1. Il presente regolamento è adottato con decreto del Direttore Generale ed entra in vigore il quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione nella sezione intranet del sito istituzionale. 2. Per i progetti le convenzioni o contratti e per gli ordinativi confermati in essere alla data di entrata in vigore della presente direttiva, i relativi Responsabili sono tenuti ad adeguare, per le fasi esecutive, il processo alle disposizioni presenti. 11

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO

Dettagli

COMUNE DI SALUDECIO REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI SALUDECIO REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI SALUDECIO Provincia di Rimini ******************************** REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI ART. 3 D.L.10.10.2012 n.174 convertito nella L. 07.12.2012 n.213 Approvato con delibera

Dettagli

REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI PROVINCIA DI LIVORNO REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 216/20.12.2012 In vigore dal 1 febbraio 2013 SOMMARIO TITOLO I 3 Controllo Di

Dettagli

COMUNE DI SANTA GIUSTINA IN COLLE (Provincia di Padova) INDICE

COMUNE DI SANTA GIUSTINA IN COLLE (Provincia di Padova) INDICE COMUNE DI SANTA GIUSTINA IN COLLE (Provincia di Padova) (Approvato con deliberazione della Giunta comunale n.78 del 20.12.2010 modificato con deliberazione di G.C. n. 60 in data 24.09.2012, modificato

Dettagli

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 3 del 26.04.2013 1 CAPO I Art.1 Art.2 Art.3 Art.4 PRINCIPI GENERALI

Dettagli

Regolamento per la gestione delle prestazioni in conto terzi e delle attività assimilate

Regolamento per la gestione delle prestazioni in conto terzi e delle attività assimilate Regolamento per la gestione delle prestazioni in conto terzi e delle attività assimilate (emanato con Decreto del Rettore n. 966 del 23/12/2013) Art. 1 - Norma generale 1. Il presente Regolamento disciplina

Dettagli

Disciplinare del Controllo di gestione

Disciplinare del Controllo di gestione Disciplinare del Controllo di gestione INDICE CAPO I - PRINCIPI E FINALITA ART. 1 Oggetto del Disciplinare pag. 3 ART. 2 Il controllo di gestione pag. 3 CAPO II - CONTABILITA ANALITICA ART. 3- Organizzazione

Dettagli

Regolamento comunale per la disciplina dei controlli interni

Regolamento comunale per la disciplina dei controlli interni Regolamento comunale per la disciplina dei controlli interni TITOLO I PRINCIPI GENERALI art. 1 Oggetto 1. Il presente Regolamento disciplina organizzazione, strumenti e modalità di svolgimento dei controlli

Dettagli

Università degli Studi di Palermo

Università degli Studi di Palermo Titolo I Classe 3 Fascicolo N. 50374 del 23/07/2010 Decreto n 2572/2010 UOR AREA 2 CC RPA P. VALENTI Palermo, 23 luglio 2010 IL RETTORE VISTA la legge 9 Maggio 1989 n. 168 ed in particolare l articolo

Dettagli

Deliberazione del Direttore Generale N. 159. Del 22/09/2015

Deliberazione del Direttore Generale N. 159. Del 22/09/2015 Deliberazione del Direttore Generale N. 159 Del 22/09/2015 Il giorno 22/09/2015 alle ore 10.00 nella sede Aziendale di via San Giovanni del Cantone 23, il sottoscritto Massimo Annicchiarico, Direttore

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I

R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I COMUNE DI REGGELLO PROVINCIA DI FIRENZE Allegato alla delibera del Consiglio Comunale n. 05 del 08 gennaio 2013 IL VICE SEGRETARIO COMUNALE R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I C O N T R O L L I

Dettagli

U.O.C. Programmazione e Controllo di Gestione. Regolamento di Budget

U.O.C. Programmazione e Controllo di Gestione. Regolamento di Budget Regolamento di Budget 1 RIFERIMENTI NORMATIVI Preliminarmente qui di seguito si richiamano i principali riferimenti normativi che costituiscono fonte principale del presente regolamento: D.L.vo n. 502/92

Dettagli

MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI

MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI Pagina:1 di 6 MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI INDICE 1. INTRODUZIONE...1 2. ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL INIZIO DELLE VERIFICHE...2 3. PIANO OPERATIVO DELLE ATTIVITÀ...2

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEGLI INCENTIVI PER LA PROGETTAZIONE DI CUI AL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI

REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEGLI INCENTIVI PER LA PROGETTAZIONE DI CUI AL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEGLI INCENTIVI PER LA PROGETTAZIONE DI CUI AL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI Art. 1: Ambito di applicazione. CAPO 1 Oggetto e soggetti Il presente Regolamento definisce

Dettagli

COMUNE DI PIOMBINO DESE Provincia di Padova REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

COMUNE DI PIOMBINO DESE Provincia di Padova REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE ALLEGATO SUB B) ALLA DELIBERA DI G.C. N 292 DEL 28.12.2010 COMUNE DI PIOMBINO DESE Provincia di Padova REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Dettagli

COMUNE DI CASTAGNETO CARDUCCI Provincia di Livorno REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI CASTAGNETO CARDUCCI Provincia di Livorno REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Comune di Castagneto Carducci Provincia di Livorno COMUNE DI CASTAGNETO CARDUCCI Provincia di Livorno REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 7 del

Dettagli

PIANO DEGLI INTERVENTI

PIANO DEGLI INTERVENTI DEL. CIPE N. 7/2006 PROGRAMMI OPERATIVI DI SUPPORTO ALLO SVILUPPO 2007-2009 ADVISORING PER LO SVILUPPO DEGLI STUDI DI FATTIBILITA E SUPPORTO ALLA COMMITTENZA PUBBLICA PIANO DEGLI INTERVENTI ALLEGATO 1

Dettagli

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE Approvato con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 132 del 13.07.2011 REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE ART. 1 FINALITÀ La Provincia di Brindisi,

Dettagli

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione Comune di Nuoro Settore AA.GG. e Personale Ufficio Formazione DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE Ultimo aggiornamento settembre 2008 Art. 1 (Oggetto e finalità) 1. Le disposizioni contenute

Dettagli

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1.

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1. DISEGNO DI LEGGE presentato dal Ministro dell università e della ricerca (MUSSI) di concerto col Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione (NICOLAIS) e col Ministro dell economia

Dettagli

Regolamento di disciplina della misurazione, della valutazione e della trasparenza delle performance.

Regolamento di disciplina della misurazione, della valutazione e della trasparenza delle performance. Regolamento di disciplina della misurazione, della valutazione e della trasparenza delle performance. Art. 1 OBIETTIVI Il sistema di misurazione, valutazione e trasparenza delle performance viene applicato

Dettagli

REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI (rif. D. Lgs. n. 267/2000, artt. 147, 147bis, 147ter, 147quater, 147quinquies)

REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI (rif. D. Lgs. n. 267/2000, artt. 147, 147bis, 147ter, 147quater, 147quinquies) COMUNE DI MONTEMURLO (Provincia di Prato) REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI (rif. D. Lgs. n. 267/2000, artt. 147, 147bis, 147ter, 147quater, 147quinquies) Approvato con delibera n. 001/CC del 30/01/2013

Dettagli

REGOLAMENTO CONTROLLI INTERNI

REGOLAMENTO CONTROLLI INTERNI COMUNE DI BALLAO Piazza E. Lussu n.3 ~ 09040 Ballao (Cagliari) ~ 070/957319 ~ Fax 070/957187 C.F. n.80001950924 ~ P.IVA n.00540180924 ~ c/c p. n.16649097 REGOLAMENTO CONTROLLI INTERNI I N D I C E TITOLO

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO 1 REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO Partenariato del Programma Operativo FESR Basilicata 2014-2020 (art. 5 Regolamento UE n. 1303/2/13; Regolamento Delegato (UE) n. 240/2014; D.G.R. n. 906 del 21 luglio 2014)

Dettagli

PROVINCIA DI TORINO COMUNE DI BRICHERASIO VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N.64

PROVINCIA DI TORINO COMUNE DI BRICHERASIO VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N.64 Copia PROVINCIA DI TORINO COMUNE DI BRICHERASIO VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N.64 OGGETTO: APPROVAZIONE PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE 2016/2018 - ASSEGNAZIONE RISORSE FINANZIARIE. L anno

Dettagli

DIREZIONE. Dirigente: GIOVANNELLI STEFANO. Decreto N. 163 del 07-09-2015. Responsabile del procedimento:

DIREZIONE. Dirigente: GIOVANNELLI STEFANO. Decreto N. 163 del 07-09-2015. Responsabile del procedimento: DIREZIONE Dirigente: GIOVANNELLI STEFANO Decreto N. 163 del 07-09-2015 Responsabile del procedimento: Pubblicità/Pubblicazione: ATTO NON RISERVATO,PUBBLICAZIONE SUL SITO DELL'AGENZIA Ordinario [X ] Immediatamente

Dettagli

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE Pag. 1 di 5 RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE INDICE 1. Scopo... 2 2. Principi guida... 2 3. Politica per la qualità e l Ambiente... 2 4. Pianificazione... 2 5. Responsabilità, autorità e comunicazione...

Dettagli

REGOLAMENTO SUL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO SUL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE CITTA' DI VARAZZE REGOLAMENTO SUL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE approvato con deliberazione Giunta comunale n. 147 del 9 agosto 2012 1 SOMMARIO CAPO I MISURAZIONE E VALUTAZIONE

Dettagli

COMUNE DI CASTENEDOLO Provincia di Brescia REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI CASTENEDOLO Provincia di Brescia REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI CASTENEDOLO Provincia di Brescia REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 2 del 06.02.2013 1 Articolo 1 OGGETTO

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE COMUNE DI CORMANO PROVINCIA DI MILANO REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE (approvato con deliberazione C.C. n. 58 del 01/12/2003) 1 INDICE ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 6 AMBITO DI

Dettagli

14AC.2014/D.00398 5/11/2014

14AC.2014/D.00398 5/11/2014 DIPARTIMENTO POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI UFFICIO ECONOMIA, SERVIZI E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO RURALE 14AC 14AC.2014/D.00398 5/11/2014 PSR BASILICATA 2007-2013 - MISURA 313 2 BANDO Incentivazione

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI Art. 1 campo di applicazione. 1. Il presente regolamento definisce i criteri per la valutazione e la premialità del personale dei

Dettagli

Giusta delibera n. 302 del 18/11/2010

Giusta delibera n. 302 del 18/11/2010 Comune di Trapani Regolamento di disciplina della misurazione, valutazione e integrità e trasparenza della Performance - Modifiche di raccordo ad alcuni articoli del Regolamento istituito dall' O.I.V.

Dettagli

ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6

ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6 giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6 CONVENZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE DEL MODELLO DI INTERVENTO IN MATERIA DI VITA INDIPENDENTE L

Dettagli

REGOLAMENTO. Attività Funzione Responsabile Firma. Amministratore Unico: Antonio MALLAMO. Modifiche. ASTRAL SpA Azienda Strade Lazio

REGOLAMENTO. Attività Funzione Responsabile Firma. Amministratore Unico: Antonio MALLAMO. Modifiche. ASTRAL SpA Azienda Strade Lazio Attività Funzione Responsabile Firma Redazione Verifica Approvazione Area Personale e Organizzazione Direttore Generale: Daniele LUCCI Amministratore Unico: Antonio MALLAMO Daniele Lucci Daniele Lucci

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento

Dettagli

Regolamento reclami presso il C.S.A.

Regolamento reclami presso il C.S.A. Pagina di 1/6 ORIGINALE N CONSEGNATO A 1. Scopo... 2 2. Campo di applicazione... 2 4. Diagrammi di flusso... 2 4.1. Diagramma di flusso Reclamo semplice... 2 4.2. Diagramma di flusso Reclamo complesso...

Dettagli

CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MANTOVA RELAZIONE ILLUSTRATIVA

CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MANTOVA RELAZIONE ILLUSTRATIVA Allegato B) D.G. n. 45 del 17/04/2014 CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MANTOVA RELAZIONE ILLUSTRATIVA (Delibera A.N.A.C. n. 75/2013) QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Il

Dettagli

Il Direttore Generale. VISTO lo Statuto dell Agenzia, approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 5/15 del

Il Direttore Generale. VISTO lo Statuto dell Agenzia, approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 5/15 del Oggetto: Definizione dei Programmi Operativi Annuali del Dipartimento per le Produzioni Vegetali e dei Servizi ad esso afferenti per l anno 2014. Il Direttore Generale VISTA la Legge Regionale 8 agosto

Dettagli

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Metodologia dell attività di vigilanza e controllo dell Autorità in relazione agli obblighi di pubblicazione

Dettagli

Città di Minerbio Provincia di Bologna. CICLO DELLA PERFORMANCE Indirizzi per il triennio 2011-2013

Città di Minerbio Provincia di Bologna. CICLO DELLA PERFORMANCE Indirizzi per il triennio 2011-2013 Città di Minerbio Provincia di Bologna CICLO DELLA PERFORMANCE Indirizzi per il triennio 2011-2013 Approvato con deliberazione di Giunta Comunale n. 78 del 27/07/2011 Premessa Le amministrazioni pubbliche

Dettagli

Decreto Dirigenziale n. 77 del 23/10/2013

Decreto Dirigenziale n. 77 del 23/10/2013 Decreto Dirigenziale n. 77 del 23/10/2013 A.G.C. 13 Turismo e Beni Culturali Settore 3 Beni Culturali Oggetto dell'atto: P.O. F.E.S.R. CAMPANIA 2007-2013. ASSE 1 - OBIETTIVO OPERATIVO 1.9 - ATTIVITA' "A".

Dettagli

UNIONCAMERE LAZIO REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI CASSA ECONOMALE

UNIONCAMERE LAZIO REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI CASSA ECONOMALE UNIONCAMERE LAZIO REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI CASSA ECONOMALE INDICE Art. 1 - Oggetto e contenuto Art. 2 - Organizzazione e gestione della cassa economale Art. 3 - Fondi di anticipazione a favore del cassiere

Dettagli

Comune di Messina. Regolamento per la formazione e l aggiornamento professionale del personale e degli Organi di Governo COMUNE DI MESSINA

Comune di Messina. Regolamento per la formazione e l aggiornamento professionale del personale e degli Organi di Governo COMUNE DI MESSINA COMUNE DI MESSINA REGOLAMENTO PER LA FORMAZIONE E L AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE DEL PERSONALE E DEGLI ORGANI DI GOVERNO DEL COMUNE Approvato con Deliberazione della Giunta Comunale del 18/05/2012, n.429

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza

Dettagli

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Come indicato nel Piano Annuale della Performance (P.A.P.), predisposto a partire dall anno 2015, l Azienda annualmente esplicita gli obiettivi,

Dettagli

AZIENDA SANITARIA LOCALE - A.S.L. DELLA PROVINCIA DI VARESE D.P.G.R. N. 70640 DEL 22.12.1997. Verbale delle deliberazioni dell'anno 2013

AZIENDA SANITARIA LOCALE - A.S.L. DELLA PROVINCIA DI VARESE D.P.G.R. N. 70640 DEL 22.12.1997. Verbale delle deliberazioni dell'anno 2013 AZIENDA SANITARIA LOCALE - A.S.L. DELLA PROVINCIA DI VARESE D.P.G.R. N. 70640 DEL 22.12.1997 Verbale delle deliberazioni dell'anno 2013 DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE IN DATA 23/01/2013 N. 31 OGGETTO:

Dettagli

REGOLAMENTO PROGETTO METANO

REGOLAMENTO PROGETTO METANO REGOLAMENTO PER LA COSTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DELL UFFICIO OPERATIVO DELLA CONVENZIONE DI COMUNI PROGETTO METANO Ufficio Progetto Metano - Comune di Torino 1 Art. 1 FINALITA 1. Il presente Regolamento,

Dettagli

REGIONE TOSCANA MONTOMOLI MARIA CHIARA. Il Dirigente Responsabile: Decreto non soggetto a controllo ai sensi della D.G.R. n. 548/2012 2015AD001170

REGIONE TOSCANA MONTOMOLI MARIA CHIARA. Il Dirigente Responsabile: Decreto non soggetto a controllo ai sensi della D.G.R. n. 548/2012 2015AD001170 REGIONE TOSCANA DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITA' DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE AREA DI COORDINAMENTO EDUCAZIONE, ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA SETTORE ISTRUZIONE E EDUCAZIONE Il

Dettagli

C O M U N E D I S A N S I R O Provincia di Como

C O M U N E D I S A N S I R O Provincia di Como C O M U N E D I S A N S I R O Provincia di Como SERVIZIO AMMINISTRATIVO E CONTABILE N. 65 del 27-03-2012 Oggetto: AFFIDAMENTO INCARICO PER LA COMPILAZIONE E TRASMISSIONE MODELLO 770 - TRIENNIO FISCALE

Dettagli

COMUNE DI ARZERGRANDE (Provincia di Padova) REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI ARZERGRANDE (Provincia di Padova) REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI ARZERGRANDE (Provincia di Padova) REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI Il presente regolamento: - è stato approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 03 del 22/01/2013; - è stato pubblicato

Dettagli

REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITA E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITA E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE COMUNE DI GAGGIO MONTANO Provin cia di Bologn a REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITA E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE Approvat o c on De libe raz ione Giunt a Munic ipale n. 1 5 6 in dat

Dettagli

COMUNE DI MONTEBELLO JONICO

COMUNE DI MONTEBELLO JONICO COMUNE DI MONTEBELLO JONICO CAPO X SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE ART.57 -FINALITA DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE 1. Le disposizioni contenute nel presente Titolo

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

2. SOGGETTI BENEFICIARI

2. SOGGETTI BENEFICIARI ALLEGATO A CRITERI E MODALITÀ PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI A SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI, PER PROGETTI INERENTI LE TEMATICHE DEFINITE DAL PIANO REGIONALE ANNUALE DEL DIRITTO ALLO STUDIO 1. CRITERI

Dettagli

PIANO DELLA PERFORMANCE

PIANO DELLA PERFORMANCE PIANO DELLA PERFORMANCE PROGRAMMI E PROGETTI DELL AMMINISTRAZIONE PER IL PERIODO 2011-2012 - 2013 L Albero della Performance Consiglio Comunale Piano di mandato Sindaco e Giunta Comunale Piano della Performance

Dettagli

CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE

CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE Approvato con deliberazione C.C. n. 30 del 23/02/2011 1 INDICE Titolo I Programmazione e valutazione

Dettagli

Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po REGOLAMENTO DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po REGOLAMENTO DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po REGOLAMENTO DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con Deliberazione del Comitato Esecutivo n. 51 del 30/05/2014 Indice Art. 1 Oggetto

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2011-2013

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2011-2013 PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2011-2013 Adottato con deliberazione del Commissario Straordinario n. 14 in data 09 maggio 2011 1 1. OGGETTO E OBIETTIVI La trasparenza consiste nella

Dettagli

AZIENDA SANITARIA LOCALE N 2 SAVONESE Via Manzoni, n. 14 - Savona DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE

AZIENDA SANITARIA LOCALE N 2 SAVONESE Via Manzoni, n. 14 - Savona DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE AZIENDA SANITARIA LOCALE N 2 SAVONESE Via Manzoni, n. 14 - Savona DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE N. 632 del 23/07/2015 Oggetto: NUCLEO DI VALUTAZIONE AZIENDALE - RISULTANZE OBIETTIVI DI BUDGET ANNO

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE (integrato con modifiche apportate dal Senato Accademico con delibera n 994

Dettagli

STATO MAGGIORE DELLA DIFESA

STATO MAGGIORE DELLA DIFESA STATO MAGGIORE DELLA DIFESA Linee guida applicative del Sistema di misurazione e valutazione della Performance del Personale Civile delle aree funzionali della Difesa 1. Premessa In data 01/01/2016, è

Dettagli

Università della Terza Età - "Luigi Imperati" Statuto

Università della Terza Età - Luigi Imperati Statuto Università della Terza Età - "Luigi Imperati" Statuto Art. 1 Istituzione La Provincia di Foggia istituisce l Università della Terza Età "Luigi Imperati" con sede in Foggia, in Palazzo Dogana, presso l

Dettagli

ARPA Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'ambiente dell'emilia - Romagna * * * Atti amministrativi

ARPA Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'ambiente dell'emilia - Romagna * * * Atti amministrativi ARPA Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'ambiente dell'emilia - Romagna * * * Atti amministrativi Deliberazione del Direttore Generale n. DEL-2013-68 del 25/07/2013 Oggetto Servizio Affari istituzionali,

Dettagli

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 14/10/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 82 - Supplemento n.

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 14/10/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 82 - Supplemento n. Regione Lazio Atti della Giunta Regionale e degli Assessori Deliberazione 7 ottobre 2014, n. 647 Istituzione dell'osservatorio regionale per l'attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 «Disposizioni

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELLE PROCEDURE DI RICERCA, SELEZIONE E INSERIMENTO DI PERSONALE E PER IL CONFERIMENTO

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELLE PROCEDURE DI RICERCA, SELEZIONE E INSERIMENTO DI PERSONALE E PER IL CONFERIMENTO REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELLE PROCEDURE DI RICERCA, SELEZIONE E INSERIMENTO DI PERSONALE E PER IL CONFERIMENTO DI INCARICHI PROFESSIONALI Approvato con Delibera dell Amministratore Unico n 164 del

Dettagli

subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese, nonché a carico dei concessionari di finanziamenti pubblici anche europei, a qualsiasi

subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese, nonché a carico dei concessionari di finanziamenti pubblici anche europei, a qualsiasi PROTOCOLLO D INTESA TRA LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER LA PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE EMILIA- ROMAGNA ALLA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA MONITORAGGIO INVESTIMENTI

Dettagli

DECRETO N. 2164 Del 19/03/2015

DECRETO N. 2164 Del 19/03/2015 DECRETO N. 2164 Del 19/03/2015 Identificativo Atto n. 217 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO Oggetto APPROVAZIONE, AI SENSI DELLA D.G.R. N. X/3143 DEL 18 FEBBRAIO 2015, DELL AVVISO PER

Dettagli

Bollettino Ufficiale della Regione Lazio

Bollettino Ufficiale della Regione Lazio Repubblica Italiana Bollettino Ufficiale della Regione Lazio Disponibile in formato elettronico sul sito: www.regione.lazio.it Legge Regionale n.12 del 13 agosto 2011 Data 22/10/2013 Numero 87 Supplemento

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ REV. 00 pagina 1/4 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ SOMMARIO A Impegno della

Dettagli

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A. INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE

Dettagli

PROVINCIA DI MANTOVA

PROVINCIA DI MANTOVA PROVINCIA DI MANTOVA Deliberazione della Giunta Provinciale Seduta n.1 del 29/08/2014 ore 09:00 delibera n. 102 OGGETTO: APPROVAZIONE DEL PIANO REGOLATORE PORTUALE DI MANTOVA QUALE PIANO D'AREA DEL PTCP

Dettagli

Bando di concorso INNOVADIDATTICA. Progetti di innovazione didattica a sostegno dell obbligo di istruzione

Bando di concorso INNOVADIDATTICA. Progetti di innovazione didattica a sostegno dell obbligo di istruzione Bando di concorso INNOVADIDATTICA Progetti di innovazione didattica a sostegno dell obbligo di istruzione In relazione alle linee guida trasmesse alle istituzioni scolastiche del primo e secondo ciclo

Dettagli

Titolo XII. Il Sistema di valutazione, misurazione e trasparenza della Performance Merito e Premi

Titolo XII. Il Sistema di valutazione, misurazione e trasparenza della Performance Merito e Premi Titolo XII Il Sistema di valutazione, misurazione e trasparenza della Performance Merito e Premi CAPO I IL SISTEMA DI VALUTAZIONE MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Art. 63 Le disposizioni contenute nel presente

Dettagli

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

COMUNE DI SOLBIATE ARNO SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 14.11.2013 1 GLI ELEMENTI DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE Oggetto della valutazione:obiettivi

Dettagli

REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI. eseguibile.

REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI. eseguibile. REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 4 del eseguibile. 06 marzo 2013, resa immediatamente ENTRATO IN VIGORE IL 06 MARZO 2013 1 REGOLAMENTO DEI CONTROLLI

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

A relazione dell'assessore Ferrari:

A relazione dell'assessore Ferrari: REGIONE PIEMONTE BU53 31/12/2014 Deliberazione della Giunta Regionale 5 dicembre 2014, n. 33-743 Assegnazione di contributi per l'anno 2014 a favore degli Organismi di collegamento e coordinamento, formati

Dettagli

A relazione dell'assessore Cavallera: Premesso che:

A relazione dell'assessore Cavallera: Premesso che: REGIONE PIEMONTE BU22 30/05/2013 Deliberazione della Giunta Regionale 10 maggio 2013, n. 3-5763 L.R. 75/95 e s.m.i, art 8 bis. Approvazione del programma regionale di lotta alle zanzare e affidamento all'istituto

Dettagli

PROCEDURA OPERATIVA INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ISPRA -ARPA/APPA NEI PROCESSI DI ADESIONE AD EMAS DELLE ORGANIZZAZIONI INDICE. 1.

PROCEDURA OPERATIVA INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ISPRA -ARPA/APPA NEI PROCESSI DI ADESIONE AD EMAS DELLE ORGANIZZAZIONI INDICE. 1. PROCEDURA OPERATIVA INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ISPRA -ARPA/APPA NEI PROCESSI DI ADESIONE AD EMAS DELLE ORGANIZZAZIONI INDICE 1. Premessa 2. Campo di applicazione 3. Documenti di riferimento 4. Definizioni

Dettagli

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente Regolamento è adottato ai sensi della normativa

Dettagli

INFRASTRUTTURE PER LO SVILUPPO ECONOMICO DETERMINAZIONE. Estensore CESARINI SFORZA DANIELA. Responsabile del procedimento CESARINI SFORZA DANIELA

INFRASTRUTTURE PER LO SVILUPPO ECONOMICO DETERMINAZIONE. Estensore CESARINI SFORZA DANIELA. Responsabile del procedimento CESARINI SFORZA DANIELA REGIONE LAZIO Direzione Regionale: Area: SVILUPPO ECONOMICO E ATTIVITA PRODUTTIVE INFRASTRUTTURE PER LO SVILUPPO ECONOMICO DETERMINAZIONE N. del Proposta n. 18679 del 21/11/2013 Oggetto: Modifiche e integrazioni

Dettagli

1. Il presente regolamento ha lo scopo di recepire i principi previsti per le pubbliche amministrazioni in materia di limiti ad alcune tipologie di spesa di cui al comma 2, in esecuzione della deliberazione

Dettagli

RELAZIONE SULLA PERFORMANCE 2014

RELAZIONE SULLA PERFORMANCE 2014 COMUNE DI CIVIDATE AL PIANO (Provincia di Bergamo) RELAZIONE SULLA PERFORMANCE 2014 Il Segretario Comunale - Dott. Ivano Rinaldi Nell ambito del processo di riforma della Pubblica Amministrazione, con

Dettagli

ART A. Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali

ART A. Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali ART A Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali Decreto n. 1186 del 10/06/2015 Oggetto: Reg. CE n. 1308/2013

Dettagli

Allegato A. 1. Oggetto

Allegato A. 1. Oggetto Criteri per il finanziamento di attività di formazione e aggiornamento finalizzate all'attuazione di protocolli di intesa in materia di procedure conciliative tra imprese e clienti finali dei servizi elettrico

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL INSUBRIA Via Ravasi 2-21100 Varese

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL INSUBRIA Via Ravasi 2-21100 Varese REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEL FONDO D INCENTIVAZIONE PER LA REDAZIONE DEL PROGETTO, DEL PIANO DELLA SICUREZZA, DELLA DIREZIONE DEI LAVORI E DEL COLLAUDO. Emanato con D.R. n. 6197 del 13/02/2004 Ultime

Dettagli

ART A. Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali

ART A. Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali ART A Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali Decreto n. 1009 del 08/05/2015 Oggetto: Reg. CE 1698/05

Dettagli

su proposta dell Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Antonio Fosson;

su proposta dell Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Antonio Fosson; LA GIUNTA REGIONALE Richiamato il decreto legislativo n. 541 del 30 dicembre 1992 recante Attuazione della direttiva 92/28/CEE concernente la pubblicità dei medicinali per uso umano ; richiamato il decreto

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI AUTOFINANZIAMENTO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI AUTOFINANZIAMENTO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI AUTOFINANZIAMENTO (emanato con D.R. n. 280 2013, prot. n. 6837 I/3 del 12.03.2013) Articolo 1 (Scopo e ambito di applicazione) 1. Il presente regolamento ha

Dettagli

MinisterodelloSviluppoEconomico

MinisterodelloSviluppoEconomico MinisterodelloSviluppoEconomico DIREZIONE GENERALE PER GLI INCENTIVI ALLE IMPRESE IL DIRETTORE GENERALE Visto il decreto del Ministro dello sviluppo economico 24 settembre 2014, pubblicato nella Gazzetta

Dettagli

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO area: codice ufficio: 102 SERVIZIO DI STAFF CONTROLLI R.A.S.S.

Dettagli

REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI

REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI REGOLAMENTO SULLA FACOLTA DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI Sommario Art. 1 - Principi, finalità, e oggetto...3 Art. 2 -

Dettagli

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE REGIONE TOSCANA DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE AREA DI COORDINAMENTO POLITICHE DI SOLIDARIETA' SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA SETTORE TUTELA DEI MINORI, CONSUMATORI

Dettagli

PIANO PROVINCIALE ORIENTAMENTO OBBLIGO ISTRUZIONE E OCCUPABILITA 2010-2012

PIANO PROVINCIALE ORIENTAMENTO OBBLIGO ISTRUZIONE E OCCUPABILITA 2010-2012 PIANO PROVINCIALE ORIENTAMENTO OBBLIGO ISTRUZIONE E OCCUPABILITA 2010-2012 Disposizioni di dettaglio per la gestione e il controllo della realizzazione di progetti mirati alla lotta alla dispersione scolastica

Dettagli