Per molti anni la politica ambientale

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1 Solare termico pronto al decollo di Lucia Pietroni* e Paolo Frankl** come un nuovo approccio alle politiche ambientali, rivolto al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dei prodotti, come merci e servizi nel contesto dell intero ciclo di vita. La Ipp è costituita da sette principali gruppi di politiche, i cosiddetti building blocks, tra cui il trasmitting environmental information che pone come centrale l ambito dei sistemi di etichettatura ambientale dei prodotti (Environmental Product Information Schemes-EPIS). Gli Epis forniscono ai consumatori PROSPETTIVE Il settore dell energia termica dal Sole è in pieno sviluppo nel nostro Paese. Le analisi sono favorevoli anche sul breve periodo 51 Per molti anni la politica ambientale nei Paesi europei si è incentrata sul controllo e la riduzione delle emissioni inquinanti e sulla gestione dei rifiuti derivanti dalle attività produttive, definendo un approccio end-of-pipe alle problematiche ambientali. Solo più di recente si è iniziato a considerare i prodotti come una delle maggiori cause di inquinamento e di consumo delle risorse ed è cresciuta la consapevolezza che le misure e gli strumenti product-oriented assumono un ruolo focale all interno delle politiche ambientali di nuova generazione mirate a un approccio di prevenzione ambientale. In questa ottica è stata introdotta, a livello europeo, la Politica integrata di prodotto (Ipp- Integrated Product Policy), definita informazioni sulla qualità ambientale dei prodotti e sul consumo di risorse a essi associato, promuovendo contemporaneamente i prodotti e i servizi ambientalmente superiori. Inoltre, nella maggior parte dei casi, gli Epis si basano su un approccio multi-stakeholder: dalla fase di elaborazione dei criteri ambientali su cui si fondano fino alla fase di diffusione e promozione dei prodotti sul mercato, è richiesto un coinvolgimento diretto di differenti portatori di interesse, come governi, imprese, consumatori e associazioni ambientaliste. Esistono diversi tipi di Epis. La prima distinzione si effettua a secondo del carattere obbligatorio o volontario delle etichette ambientali. Per quanto riguarda questi ultimi, a livello internazionale sono state sviluppate le norme Iso della serie 142 che definiscono tre tipi di etichettature ambientali volontarie: Tipo I Ecolabels (etichette ambientali) basate su un sistema multicriteria che considera l intero ciclo di vita del prodotto, certificata e gestita da una terza parte indipendente (Iso 1424, 1999); Tipo II - auto-dichiarazioni ambientali da parte di produttori, importatori o distributori dei prodotti, senza l inter-

2 EMISSIONI CARBONIO

3 vento di un organismo di certificazione indipendente (Iso 1421, 1999); Tipo III Environmental Product Declarations (Epd - dichiarazioni ambientali di prodotto) che contengono una quantificazione degli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto, calcolati sulla base di uno studio dettagliato di valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment LCA) e presentati in forma chiara e confrontabile (Iso 1425, 26). Partendo dalla classificazione internazionale, si riporta, in un breve quadro di sintesi, lo stato dell arte degli EPIS in Italia e se ne traggono alcune riflessioni. IsoTipo I: Ecolabels - Il marchio europeo di qualità ecologica EU-Flower e i marchi nazionali Tra le etichette ambientali di prodotto, definibili di Tipo I, secondo la norma Iso 1424, quelle da più a lungo sul mercato sono alcuni marchi nazionali, come il tedesco Blauer Engel (1978), il White Swan dei Paesi del nord Europa (1989), l Umweltzeichen dell Austria (1991), l NF Environnement della Francia (1992), il Milieukeur dei Paesi Bassi (1992). Nel 1992, con il Regolamento Cee n. 88/92, Figura 1: Numero di licenze Ecolabel europeo per gruppi di prodotti [FONTE: APAT 27] Servizio di Ricettività Turistica Tessili Tessuto Carta Calzature Vernicianti per Interni Detersivi per Bucato Carta per Copia e Carta Grafica Detergenti multiuso/servizi sanitari 2 2 Figura 2: Evoluzione numero prodotti etichettati e licenze Ecolabel europeo in Italia [FONTE: adattato da APAT 27] Licenze Licenze Detersivi per Piatti Detersivi per Lavastoviglie Coperture dure per pavimenti Ammendanti Servizio di Campeggio è stato istituito un marchio europeo di qualità ambientale dei prodotti, chiamato Ecolabel o EU Flower che è valido in tutti i Paesi dell Unione Europea. Attualmente l EU Flower riguarda ventiquattro gruppi di prodotti, ma sono in sviluppo i criteri per l assegnazione del marchio ad altre categorie di prodotti. Inoltre, con la revisione del Regolamento del settembre del 2, si è esteso il sistema di etichettatura anche ai servizi. In Italia non esiste un marchio nazionale di qualità ambientale dei prodotti, anche se la legge n. 344 del 1997 stabiliva la possibilità di istituirlo. Per quanto riguarda la diffusione dell EU Flower, invece, dopo un periodo piuttosto lungo di difficile decollo, recentemente la situazione è profondamente cambiata: attualmente l Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti etichettati con questo marchio, seconda è la Francia, terza la Danimarca. Sono 11 le licenze Ecolabel europeo oggi valide in Italia, per un totale di prodotti e servizi etichettati, distribuiti tra 13 gruppi di prodotti. Il gruppo di prodotti con il maggior numero di licenze Ecolabel in Italia rimane il servizio di ricettività turistica, 31 licenze, seguito da quello relativo ai prodotti tessili, con11 licenze. La ripartizione geografica delle licenze Ecolabel per l Italia mostra una netta prevalenza di licenze rilasciate al Nord (68%) seguito dal Centro (25%) e infine da Sud e Isole (7%). Questo risultato è dipeso da molti fattori che hanno agito in modo sinergico: l incremento delle attività di promozione e sviluppo dell Ecolabel europeo da parte degli organismi competenti soprattutto nei confronti delle Pmi; l aumento delle risorse umane impiegate in queste attività; l incentivazione di momenti di confronto di tutte le parti interessate, come istituzioni, produttori, rappresentanti delle associazioni ambientaliste, dei consumatori, di categoria e infine la possibilità da parte di chi distribuisce e commercializza i prodotti di richiedere l assegnazione dell Ecolabel, stabilita dal nuovo Regolamento n. 198/2. Quest ultimo fattore risulta essere particolarmente rilevante e strategico per la diffusione del marchio europeo in molti Paesi europei, ma nel contesto italiano è stato determinante: infatti tre delle più grandi catene di distribuzione italiane, SOLE VENTO 53

4 FOSSILI NUCLEARE come Coop, Esselunga, Pam, hanno giocato un ruolo fondamentale nella promozione del significato dell Ecolabel europeo verso i consumatori finali, richiedendo e ottenendo il marchio su diversi loro prodotti. Si tratta di un risultato che assume valenza soprattutto se letto alla luce della velocità con cui è stato raggiunto: nel 1998 l Italia etichettava il suo primo prodotto, fino alla fine del 1999 una sola impresa italiana aveva richiesto il marchio europeo, oggi vi sono circa 1.55 prodotti etichettati che coprono 13 categorie di prodotto, come servizi ricettivi, servizi di campeggio, prodotti in cartatessuto, calzature, vernici, carta da copie, detersivi per bucato, detersivi per piatti, detersivi per lavastoviglie, detergenti multiuso, tessili, ammendanti, coperture dure per pavimenti e coinvolgono numerose aziende e alcuni distributori. Questo rapido incremento del numero di prodotti etichettati presenti sul mercato italiano può essere interpretato attraverso due fenomeni che si alimentano l un l altro: dal 54 lato della domanda, una maggiore conoscenza del marchio europeo da parte dei consumatori, anche grazie al ruolo giocato dalla grande distribuzione; dal lato dell offerta, un crescente riconoscimento, da parte dei produttori, soprattutto delle Pmi, e dei distributori, dei vantaggi competitivi legati all ottenimento dell EU Flower. I marchi assimilati ISO Type-I like Per completare il discorso sui marchi ambientali di Tipo I, è necessario fare un accenno su un ultimo aspetto. Nell indagare lo stato dell arte degli Epis nei diversi Paesi europei, è emerso che esistono altri sistemi di etichettatura ambientale di prodotti/servizi che sono assimilabili, per procedure e modalità di gestione, ai marchi nazionali già citati e all EU Flower. Si tratta principalmente di marchi istituiti da organismi internazionali, che richiedono una verifica o una convalida di una terza parte indipendente. Questi marchi sono stati classificati con il nome di Iso Type-I like nell ambito del progetto di ricerca europea Deep 23. Tra questi sistemi internazionali di etichettatura assimilabili ai Tipo I, in Italia hanno particolare rilevanza Oeko- Tex Standard 1 e Fsc-Forest Stewardship Council, che riguardano rispettivamente la presenza di sostanze nocive nei prodotti tessili e la gestione sostenibile delle foreste e la relativa rintracciabilità dei prodotti (Chain of Custody). Questi due marchi ambientali sono significativi in quanto applicati a due settori industriali realmente strategici per l Italia e caratterizzati da un tessuto di piccole e medie imprese: il tessile e la filiera foresta-legno. Sono numerosissime le aziende italiane del settore tessile ad aver richiesto per i loro prodotti il certificato secondo Oeko-Tex Standard 1: attualmente oltre 7. aziende di circa 8 Paesi, che coprono tutta la catena tessile, hanno prodotti certificati secondo l Oeko-Tex Standard 1, con oltre 53. certificati emessi e milioni di articoli etichettati. Quasi due terzi di tutti i certificati Oeko-Tex sono stati emessi per aziende situate in Europa, mentre circa un terzo sono situate in Asia. Il resto è distribuito tra America, Africa e Australia. Il Paese col maggior numero di certificazioni è la Germania, seguito da Cina e Italia. Per quanto riguarda Fsc, in Italia ci sono otto foreste certificate e le certificazioni Fsc della catena di custodia in Italia salgono a 191, portando il nostro Paese al nono posto nella classifica mondiale dei Paesi con il maggior numero di certificazioni Fsc. A livello europeo, inoltre, l Italia si colloca al quinto posto, alle spalle di Gran Bretagna, Germania, Olanda e Svizzera. ISO Tipo II: i green claims In Italia, così come negli altri Paesi europei, sono numerosissime le autodichiarazioni sulle caratteristiche ecologiche dei prodotti, effettuate in modo volontario dai produttori, dai distributori, dalle associazioni di categoria, senza alcuna verifica o convalida di un organismo competente indipendente. Tabella 1: Etichette ambientali di Tipo-I e loro diffusione in Europa Paese Anno Gruppi Società / di istituzione di prodotto licenze rilasciate etichettati Germania (Blauer Engel, luglio 26) ,65 Paesi Nordici (White Swan, 26) >15 Unione Europea (EU Flower, settembre 27) n.d. Olanda (Milieukeur, ottobre 26) Catalogna (DGQA) Austria n.d. n.d. Francia n.d. n.d. Spagna (AENOR) Svezia (Falcon, ottobre 26) n.d. n.d. FONTE: adattato da Frankl, Fullana, Kreissig 27 Questi green claims, definiti di Tipo II dalla norma Iso 1421, possono essere presentati ai consumatori sotto diverse forme: un simbolo sul prodotto, una scritta impressa sull imballaggio, una scheda tecnica o una pubblicità. Solitamente l informazione ambientale comunicata dai green claims riguarda un solo aspetto ambientale del prodotto, espresso in forma qualitativa o semiquantitativa; indica per esempio il contenuto di materiale riciclato, la riciclabilità o la biodegradabilità del prodotto, l assenza di sostanze dannose per l ambiente, come Pvc, Cfc, l atossicità o la naturalità dei trattamenti di finitura. I green claims sono talmente diversificati e diffusi in Italia che è poco significativo, ai fini di questa sintesi, riprodurne un elenco. Invece, vanno sottolineati due aspetti importanti: in primo luogo, la Commissione Europea ha pubblicato nel 1999 un documento di consultazione per definire un approccio comune a livello europeo sui green claims, al fine di tutelare i consumatori dalle informazioni ambientali fallaci e poco affidabili; in secondo luogo, i green claims, utilizzati finora soprattutto come strumenti di mercato diretti al consumatore fina-

5 Tabella 2: Dichiarazioni ambientali di prodotto nel Sistema di Epd svedese, per Paese d origine della società che ha effettuato la dichiarazione Epd certificate le, non sempre risultano efficaci, in quanto troppo numerosi, disomogenei e poco trasparenti, spesso generano sfiducia nei confronti delle etichettature ambientali: pertanto, come sistemi di informazione ambientale caratterizzati da un approccio bottom-up, potrebbero essere più efficaci ed efficienti nelle relazioni business to business all interno della filiera produttiva. ISO Tipo III: la dichiarazione ambientale di prodotto (Epd) La dichiarazione ambientale di prodotto (Environmental Product Declaration - Epd), definita come sistema di dichiarazione ambientale di Tipo III dall ISO 1425 (26), è uno strumento volontario di informazione sulle performance ambientali di un prodotto di tipo quantitativo e basato sui risultati di un Lca (Life Cycle Assessment). La Epd è applicabile a tutti i prodotti o servizi indipendentemente dal loro uso o posizionamento nella catena produttiva e viene verificata e convalidata da un organismo accreditato indipendente che garantisce la credibilità e veridicità delle informazioni contenute nello studio di Lca e nella dichiarazione. La Dichiarazione ambientale di prodotto è un documento che permette di comunicare informazioni oggettive, confrontabili e credibili relative alla prestazione ambientale di prodotti e servizi. Tali informazioni hanno carattere esclusivamente informativo: la dichiarazione non contiene criteri di valutazione, preferibilità o livelli minimi che la prestazione ambientale debba rispettare. È l utilizzatore della Epd che effettua il confronto tra due prodotti nel momento in cui paragona le rispettive due dichiarazioni ambientali di prodotto. Storicamente, i principali due sistemi di Epd totali Svezia Italia 3 36 Belgio Giappone Polonia 1 1 Corea 1 1 Portogallo Russia Repubblica Ceca 2 Lituania Latvia TOTAL FONTE: Frankl, Fullana, Kreissig 27, da situazione a ottobre 26 Epd sono stati sviluppati in Svezia e in Giappone. Il sistema svedese ha progressivamente allargato il suo ambito geografico, sino a diventare di recente un vero e proprio sistema internazionale. Il numero di certificazioni totale nel sistema svedese ha superato le cento dichiarazioni ambientali, ma solo ventisette provengono da società svedesi. Si rileva anche un crescente interesse rivolto alle Epd in Italia: con 36 dichiarazioni ambientali, il nostro Paese è quello attualmente con il maggiore numero di Epd in tutta Europa. Il sistema svedese è oggi in corso di revisione. L ambizione degli organizzatori è di trasformarlo in un vero e proprio sistema di certificazione internazionale a livello europeo, ma anche aperto alle certificazioni da Paesi non europei, come avviene già oggi nel caso di Giappone e Corea. Tale processo vede la partecipazione attiva di numerosi soggetti italiani, che confermano il livello di interesse crescente nel nostro Paese. Per quanto riguarda l oggetto delle dichiarazioni ambientali di prodotto, pur potendo la Epd essere applicata a qualunque tipologia di prodotto e servizio, dall analisi dei gruppi di prodotto per i quali si sono già definiti i Pcr (Product-Category Rules), sia in Italia che in Svezia, si può rilevare un aspetto interessante: la maggioranza di questi è costituita da prodotti che non sono destinati al consumatore finale. La dichiarazione ambientale di prodotto rappresenta, quindi, il modo più naturale per comunicare i risultati di studi di Lca da parte di un impresa soprattutto nei rapporti business to business ed è, inoltre, una tipologia di Epis che può essere utile ed efficace anche nel Green Public Procurement, cioè nelle procedure di acquisto di prodotti verdi da parte degli Enti Pubblici. La situazione degli Epis (Environmental Product Information Schemes) in Italia è notevolmente migliorata dalla fine del 1999 a oggi. Questo rapido processo di miglioramento è dovuto a molteplici fattori, tra cui: maggiori risorse umane e finanziare impegnate, da parte delle istituzioni preposte, nelle attività di promozione dei sistemi di etichettatura ambientale di prodotti e servizi; un approccio sempre più integrato alle politiche ambientali di prodotto e un maggiore sviluppo degli strumenti ambientali volontari; un più diretto coinvolgimento di tutti i soggetti interessati (imprese, associazioni di categoria, Ong, distributori, centri di ricerca, università, associazioni dei consumatori, ecc.) nella definizione delle politiche e degli strumenti ambientali product-oriented; un accresciuta consapevolezza ambientale da parte dei consumatori finali; una 55 percezione più chiara, da parte delle Pmi, dei vantaggi competitivi derivanti dagli ecolabels; una crescente azione di stimolo e di informazione, da parte delle grandi catene di distribuzione, nei confronti sia dei produttori che dei consumatori. Se finalmente l Italia ha raggiunto risultati che la collocano in una posizione confrontabile con quella degli altri Paesi europei, rimangono comunque delle questioni aperte che riguardano tutte le politiche ambientali di nuova generazione e che rappresentano un nodo cruciale per un ulteriore diffusione e un più efficace ed efficiente utilizzo dei sistemi di etichettatura ambientale in Italia: la definizione di strategie che rafforzino l approccio multistakeholder nel contesto delle politiche integrate di prodotto e la progressiva integrazione e armonizzazione tra i diversi strumenti ambientali, volontari e obbligatori, sia a livello nazionale, sia europeo. *Università di Camerino **International Energy Agency SOLE VENTO

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