CARITAS DIOCESANA DI SAVONA-NOLI

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1 CARITAS NEWSLETTER CARITAS DIOCESANA DI SAVONA-NOLI NOVEMBRE 2015 n 124 PARLA IL NOSTRO DIRETTORE: QUANDO C È UN MURO TRA NOI E GLI ALTRI DON ADOLFO MACCHIOLI NUOVO DELEGATO REGIONALE DELLE CARITAS LIGURI RIFUGIATO A CASA MIA: UN PROGETTO ATTUALE E NECESSARIO NOI E I MIGRANTI: DUE PERCORSI FORMATIVI NELLE SUPERIORI DI SAVONA VUOI PARTECIPARE AD UN TEATRO FORUM? I NUOVI ITALIANI: 800 MILA GLI STRANIERI NATI IN ITALIA PARLA IL NOSTRO DIRETTORE: QUANDO C È UN MURO TRA NOI E GLI ALTRI La miopia dei governi sul dramma dei migranti. La nostra accoglienza a Savona. Il fenomeno migratorio dai paesi dell Africa centrosettentrionale, dall Asia minore e meridionale non si può più considerare una realtà passeggera. Ormai non si parla più di emergenza umanitaria ma quasi di una migrazione ordinaria. Possiamo dire che straordinaria è la situazione da cui si fugge: guerra, devastazione, violenza, mancanza di mezzi per la sopravvivenza. Straordinaria resta sempre la condizione di viaggio: non ci si può abituare al barcone che affonda, alle colonne di profughi che vagano da un paese all altro, a chi termina il proprio viaggio intrappolato nel filo spinato o cade dai muri che abbiamo elevato. Se tutto questo (e altro ancora) non ci colpisce più, se riteniamo che tutto debba essere seppellito sotto il velo della nostra indifferenza, se la paura di condividere il nostro benessere ci fa cadere nel qualunquismo bieco e cinico, allora il muro ce lo abbiamo dentro e non abbiamo bisogno di costruirne altri: separa di più del cemento armato. In questi anni di accoglienza, sia prima sia durante le misure straordinarie, abbiamo potuto constatare con mano la difficile sfida che i nostri Paesi non hanno saputo cogliere in anticipo: abbiamo atteso la decimazione nelle molte attraversate del mare nemico (mai nostrum ); abbiamo creato corridoi umanitari nella speranza che si andasse più in là basta non da noi; abbiamo chiuso gli occhi della legalità e del buon senso; abbiamo affidato alla mafia e ai mercanti di morte i viaggi della speranza. Ora ci si accorge che non sarà possibile fare a meno di accogliere, che al di là delle nostre leggi europee e nazionali il flusso non si è mai fermato, che occorre trovare una risposta che non sia solo aspettare che il tempo passi. Di persone ne abbiamo incontrate molte: stranieri, profughi, richiedenti asilo, disperati. I più tanti chiedono assistenza per i documenti, per capire se e come restare, come muoversi nella leggi che noi gli diamo: di questi ne vediamo quasi 3500 ogni anno. Il servizio è gratuito e fuori da ogni convenzione: è una realtà, come altre, sulla quale abbiamo voluto investire del nostro. Caritas newsletter novembre

2 Abbiamo poi scelto di accogliere richiedenti asilo e profughi in piccoli numeri, cercando di creare piccole comunità, affiancandole dove possibile alle comunità parrocchiali per provare a inserirli in un tessuto, nella speranza di avviare legami stabili. Abbiamo scelto anche questo perché non ci siamo fatti i soldi sulle spalle dei migranti: come Caritas della Liguria, ancor prima delle linee della CEI, abbiamo cercato sempre quest attenzione, dotandoci di nostre linee guida per favorire legalità e trasparenza amministrativa. La scelta su Savona di muoversi insieme ad altri che si occupano di immigrazione ci ha aiutato a mettere insieme, a condividere e a imparare ciò che ognuno ha maturato. La modalità di accoglienza non potrà essere sempre in questi termini: urgono leggi che consentano una diversa gestione di chi non rientra nell asilo politico e una progettualità che sappia guardare oltre l immediato, valorizzando al meglio le risorse attuali. In altre parole, come suggerito dal Papa e ripreso dalla CEI, come fare in modo che queste persone abitino il nostro territorio non da stranieri, oltre le misure di accoglienza. Ci stiamo muovendo per coinvolgere sempre più persone, comunità, realtà ecclesiali e non, per questa sfida non più straordinaria, ma ordinaria: proprio perché entra nell ordinario, non dimentica tutto il resto, ma cerca di integrarlo. DON ADOLFO MACCHIOLI NUOVO DELEGATO REGIONALE DELLE CARITAS LIGURI Per una Caritas sempre più attiva e profetica nella Chiesa e nel società Da settembre il nostro direttore don Adolfo Macchioli è il nuovo delegato regionale delle Caritas Liguri. Dopo un periodo di 5 anni, ritorna a ricoprire questo ruolo già assunto dal 2005 al Per un nuovo lustro lo avremo come riferimento per il coordinamento tra le 7 Caritas diocesane della nostra regione, il collegamento con la Conferenza episcopale ligure, come referente della Chiesa con la Regione Liguria e con tutti i soggetti pubblici e privati in merito a tutti i progetti che le varie Caritas stanno portando avanti in ambito sociale. Un ruolo delicato nell attuale contesto economico e sociale molto difficile, nel quale varie nuove povertà si affacciano e si mostrano nei grandi e piccoli centri. Un ruolo per il quale facciamo i nostri migliori auguri di buon lavoro. Alcune chiarificazioni su quello che don Adolfo andrà a fare. Il Delegato Regionale viene nominato dalla CEL (Conferenza Episcopale Liguri) tra i direttori delle Caritas diocesane e ha le seguenti mansioni: 1. Collega in maniera stretta la Delegazione regionale con la CEL. 2. Partecipa al Consiglio Nazionale della Caritas Italiana e ne informa la Delegazione. 3. Mantiene e stimola i collegamenti tra le Caritas diocesane, le assiste nella loro attività, ne guida le iniziative comuni, specialmente quelle di carattere formativo. 4. Stimola la comunità civile e, in particolare, le istituzioni pubbliche (regione, provincia, comune) al fine di una consistente presa in carico dei bisogni dei soggetti più poveri ed emarginati. 5. Su indicazione della CEL e degli altri direttori, cura i rapporti istituzionali con la Regione Liguria e con tutti i soggetti del pubblico e del privato sociale in merito a progetti che interessano le Caritas diocesane liguri. Caritas newsletter novembre

3 RIFUGIATO A CASA MIA: UN PROGETTO ATTUALE E NECESSARIO Un progetto che ritorna per la sua attualità e necessità. Una risposta all appello del Papa. Caritas Italiana, dopo la sperimentazione del 2013 che ha coinvolto anche la nostra Diocesi, ripropone il progetto Rifugiato a casa mia, un nuovo modello di accoglienza che mette al centro le famiglie delle nostre comunità parrocchiali. La nuova edizione del progetto nasce stimolata dai diversi appelli di papa Francesco che invita i cristiani a farsi prossimi degli ultimi, i più vulnerabili, coloro che hanno alle spalle storie di migrazione forzata. Il progetto consiste nella sperimentazione di nuove forme di accoglienza e integrazione di richiedenti la protezione internazionale e di rifugiati all interno di nuclei famigliari o in strutture parrocchiali o diocesane in cui sia garantito un accompagnamento della persona accolta da parte di alcune famiglie disponibili a questo servizio. Già nel settembre 2013 il santo padre, durante la sua visita al centro di accoglienza Astalli di Roma, ricordava come tra i profughi Ognuno porta una storia di vita che ci parla di drammi di guerre, di conflitti, spesso legati alle politiche internazionali. Ma ognuno porta soprattutto una ricchezza umana e religiosa, una ricchezza da accogliere, non da temere. Non dobbiamo aver paura delle differenze! La fraternità ci fa scoprire che sono una ricchezza, un dono per tutti! Viviamo la fraternità!. La nostra Caritas Diocesana ha deciso di aderire con entusiasmo alla nuova fase progettuale, incoraggiata dalla buona esperienza della prima accoglienza in famiglia del 2013, dall entusiasmo delle comunità parrocchiali di San Michele in Celle Ligure e San Lorenzo in Quiliano già attive nell accoglienza di richiedenti asilo e in seguito alla disponibilità manifestata da diverse famiglie della diocesi. La Caritas diocesana naturalmente avrà il compito di garantire un adeguata formazione alle famiglie coinvolte nel progetto, mantenendo la supervisione delle accoglienze al fine di garantire quanto necessario ad una migliore integrazione tra i beneficiari, le famiglie e le comunità. Il progetto si configura dunque come un iniziativa nazionale finalizzata a mettere a punto un modello di accoglienza e integrazione con una duplice finalità: da un lato creare delle migliori condizioni di integrazione dei rifugiati e dall altro aprire sempre di più le nostre comunità all accoglienza del prossimo, puntando sulla famiglia concepita come luogo fisico e sistema di relazioni capace di supportare il processo di inclusione delle persone che vivono la condizione di protezione internazionale. I beneficiari delle accoglienze Rifugiato a Casa Mia saranno individuati dalla Caritas Diocesana tra le persone accolte nei progetti già attivi sul territorio (SPRAR e Centri di accoglienza straordinaria). La Caritas Diocesana selezionerà inoltre tra singoli, famiglie, parrocchie e istituti religiosi disponibili all accoglienza, quelli in grado di garantire le migliori condizioni per un accoglienza protetta e finalizzata a percorsi di autonomia dei beneficiari. In questi giorni ci incontreremo con gli uffici pastorali direttamente coinvolti per condividere gli obiettivi del progetto ed organizzare un incontro diocesano finalizzato a presentarne i dettagli alle nostre comunità. Siamo certi che le famiglie della nostra diocesi sapranno intraprendere questo nuovo cammino per condividere legami, relazioni e speranza insieme alle persone più fragili del nostro tempo. Caritas newsletter novembre

4 NOI E I MIGRANTI: DUE PERCORSI FORMATIVI NELLE SUPERIORI DI SAVONA Caritas e Fondazione diocesana ComunitàServizi nel mondo della scuola Stanno partendo nelle nostre scuole superiori due percorsi formativi proposti dalla Caritas e dalla Fondazione diocesana ComunitàServizi, al Liceo Artistico Martini di Savona e al Liceo delle Scienze Umane Della Rovere di Savona. Il titolo: A testa in giù. Un modo diverso di vedere la realtà. Una quarantina gli studenti che tra novembre e maggio 2016 saranno coinvolti sulle tematiche delle migrazioni, delle povertà, della relazione con l altro come connotazione fondamentale di ogni persona per se stessa e per la comunità in cui vive. Un viaggio culturale, informativo, disincantato in alcune realtà che forse si conoscono molto poco. I due tutor, uno per percorso, saranno l antropologa Samuela Toso e la psicologa Eleonora Raimondo. Circa il percorso formativo al Liceo Artistico. Il progetto di 30 ore si propone di attivare un processo di incontro e conoscenza reciproca tra 15 studenti del Liceo artistico e 15 profughi accolti presso i nostri centri d accoglienza. Attraverso la mediazione degli operatori e dei professori del liceo che daranno la disponibilità, i ragazzi si ritroveranno a scambiarsi idee e conoscenze su temi quali: arte, religione, cultura e società. Si prevedono circa quindici incontri della durata di due ore ciascuno, che si alterneranno tra attività pratiche (svolte mediante il sostegno di professori di indirizzo) e teoriche, dove i ragazzi italiani e stranieri avranno modo di raccontarsi e di fare esperienza dell altro. Durante tutto l arco degli incontri si lavorerà insieme alla progettazione di un intervento artistico urbano che sarà realizzato al termine dei laboratori. Lo scopo ultimo del progetto sarà dunque quello di realizzare un opera d arte che sintetizzi in sè l esperienza di condivisione vissuta dai giovani e che allo stesso tempo sia resa fruibile all esterno, alla comunità intera, come simbolo di avvicinamento e di partecipazione alla vita dell altro. Come luogo di realizzazione dell opera finale è stata individuata e ipotizzata la Mensa di Fraternità della Caritas di Savona in via De Amicis a Savona. Circa il percorso formativo al Liceo delle Scienze Umane. Il progetto di 40 ore si propone di cogliere gli interessi sociali degli studenti, un gruppo classe. Partendo da quello che essi ritengono più importante, facilitare i giovani nella formazione di una capacità critica circa una tematica di attualità sociale (povertà o immigrazione), fornire loro strumenti e informazioni corrette di modo tale che possano formarsi un opinione basata su informazione ed esperienze. È stato scelto il tema delle migrazioni, spontanee e forzate. Altro obiettivo è quello di stimolarsi ad essere promotori nei confronti di altri giovani di riflessioni sulle tematiche sociali da loro individuate come più importanti. Si utilizzerà lo strumento del teatro forum, il teatro dell oppresso per immedesimarsi nella vita delle persone che migrano provando un po sulla propria pelle difficoltà, speranze, emozioni e disagio. VUOI PARTECIPARE AD UN TEATRO FORUM? Un esperienza fuori dal mondo della scuola per incontrare il mondo dei migranti Nell ambito delle varie modalità formative, la Caritas e la Fondazione diocesana ComunitàServizi credono molto nell utilizzo del teatro come luogo di riflessione e di confronto. Vuoi partecipare gratuitamente al un laboratorio di teatro dell oppresso, un esperienza aperta a giovani italiani e giovani stranieri al di fuori del mondo della scuola? Basta iscriversi contattando la tutor psicologa Eleonora Raimondo al Caritas newsletter novembre

5 Un gruppo di giovani dai 17 ai 28 che si incontrerà da novembre a maggio 2016 per vivere insieme 40 ore di approfondimento del tema dei migranti. Traguardo finale sarà l animazione della Giornata mondiale del rifugiato nel prossimo giugno insieme a due gruppi di studenti delle superiori. Nel contesto sociale di oggi, segnato dalla cattiva gestione della informazioni sul tema dell immigrazione e da un sempre crescente rifiuto per i migranti di oggi, dalla confusione e dal cattivo utilizzo di strumenti legali come la domanda d asilo, è sempre più necessario avere un luogo di pensiero e di confronto per i giovani su quanto sta accadendo e su quali possano essere le risposte alla tensione sociale in aumento. È altresì fondamentale che tali spazi di pensiero siano coabitati sia da giovani italiani che da giovani stranieri richiedenti asilo, in modo tale da poter creare uno spazio di rielaborazione per i propri percorsi e di creazione di una visione di futuro condivisa e per tutti sostenibile, in cui sedersi uno a fianco all altro. Il laboratorio di teatro dell oppresso vorrebbe essere uno spazio/tempo per confrontarsi sull accoglienza e sulla responsabilità di ciascuno. I NUOVI ITALIANI: 800 MILA GLI STRANIERI NATI IN ITALIA Gli stranieri in Italia nel 2014 e i nuovi nati L Italia è uno dei grandi paesi europei di immigrazione, con stranieri residenti alla fine del 2014 (incremento di oltre unità rispetto all anno precedente), un valore che tradotto in termini percentuali attesta una crescita dell 1,9%. Siamo quindi davanti a livelli di aumento ben inferiori a quelli che si era soliti registrare prima dell imporsi della fase di crisi, quando la popolazione straniera residente cresceva secondo ritmi decisamente più sostenuti. In generale, l incidenza degli stranieri sulla popolazione residente (8,2%) continua a essere superiore al valore medio europeo. Vai alla pagina Giovedì 29 ottobre è stato presentato a Roma il Dossier statistico immigrazione 2015 Idos/Unar nel nostro paese. Prendiamo dall Agenzia Redattore Sociale questa notizia e la inoltriamo a tutti voi. Idos cioè Centro studi e ricerche Immigrazione Dossier Statistico. Unar cioè Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Nel solo 2014 sono nati in Italia bambini stranieri, il 14,9% del totale. In particolare, è la Lombardia che, con addirittura oltre un quarto dei nuovi nati stranieri in Italia (25,9%), pari a casi, ne detiene il primato assoluto (si consideri che nessun altra regione supera il tetto dei 9.000), seguita da Emilia Romagna (8.815 e 11,7%), Veneto (8.813 e 11,7%) e Lazio (7.702 e 10,3%), sebbene sia l Emilia Romagna a vantare l incidenza più consistente di stranieri tra i nuovi nati (24,0%). Quasi 130 mila degli 800 mila hanno ottenuto lo scorso anno la cittadinanza italiana. INCONTRO SETTIMANALE DI PREGHIERA Gli operatori e i volontari della Caritas e della Fondazione si ritrovano per le lodi mattutine nella cappella di San Massimiliano, presso la sede diocesana di via Mistrangelo 1, il lunedì mattina alle Tutti possono partecipare. VISITA I NOSTRI SITI Caritas newsletter novembre

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