Manuale teorico-pratico. Attività di restauratore di beni culturali: nuove modalità di conseguimento della qualifica

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1 Azienda certificata in Sistema di Qualità n ISO 9001 Manuale teorico-pratico Attività di restauratore di beni culturali: nuove modalità di conseguimento della qualifica e disciplina transitoria per il riconoscimento di titoli/esperienze professionali Modena - Via Malavolti, 5 tel /376 fax info@interpreta.it cap. soc euro int. vers. cod. fisc. e p.iva reg. imp. di Modena /97 REA Sede di Bruxelles B 1000 Bruxelles Rue du Commerce, 124 tel fax bruxelles@cna.it

2 Indice NORMATIVA DEFINIZIONI DESCRIZIONE MODALITÀ DI ACQUISIZIONE DELLE QUALIFICHE NUOVE MODALITÀ Nuovi profili professionali Requisiti del restauratore Requisiti dei Collaboratori restauratori FASE TRANSITORIA Requisiti del restauratore Requisiti del Collaboratore restauratore BANDO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI Allegati alle domande Titoli di studio Attestazione delle esperienze Mancanza delle attestazioni ufficiali Accumulo dei periodi Come procurarsi le attestazioni Scadenze Procedura telematica d iscrizione APPENDICE OPERE PUBBLICHE/APPALTI PUBBLICI Lavori di importo superiore ai 150mila euro Lavori di importo pari o inferiore ai 150 mila euro Testo aggiornato al 27/10/2009, a cura di Maria Pia Miani. CNA Interpreta srl 27/10/2009 2

3 Normativa D.Lgs. 42 del 22/1/2004 CODICE DEI BENI CULTURALI entrato in vigore il 1/5/2004 art. 29 Conservazione (modificato dal D.Lgs. 156 del 24/3/2006) art. 182 Disposizioni Transitorie (modificato dal D.Lgs. 62 del 26/3/2008) E' il principale riferimento legislativo che attribuisce al Ministero per i Beni e le Attività Culturali il compito di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese. Decreto Mibac 30/3/2009, n. 53 Relativamente alla fase transitoria prevista dall art. 182 del Codice, disciplina le modalità di svolgimento delle prove di idoneità per il conseguimento della qualifica di restauratore, da parte di coloro che hanno conseguito titoli o maturato esperienze. Decreti ministeriali previsti all art. 29 D.Lgs. 42/2004: Decreto Mibac 26 maggio 2009, n. 86 e Decreto 26 maggio 2009, n. 87 Con l entrata in vigore di questi due decreti, si entra a regime cioè viene data piena attuazione a quanto disposto dall art. 29 del Codice: dal 28/7/2009, le uniche modalità per conseguire la qualifica di restauratore sono quelle previste dai suddetti decreti. Linee guida e Circolare Mibac n. 35 del 12 agosto 2009 A completamento della fase transitoria, il Ministero fornisce informazioni dettagliate su come procedere per richiedere il riconoscimento di titoli e/o esperienze professionali pregresse. Circolare Mibac n. 36 del 21/9/2009 (Addendum alle Linee guida del 12/8/2009) Circolare Mibac n. 39 del 16/10/2009 (Ulteriori precisazioni sulla fase transitoria) CNA Interpreta srl 27/10/2009 3

4 1 Definizioni Restauratore di beni culturali: professionista che definisce lo stato di conservazione e mette in atto un complesso di azioni per limitare i processi di degrado dei materiali costitutivi dei beni e assicurarne la conservazione, salvaguardandone il valore culturale; progetta e dirige, per la parte di competenza, gli interventi; esegue direttamente i trattamenti conservativi e di restauro; dirige e coordina gli altri operatori che svolgono attivita' complementari al restauro; svolge attivita' di ricerca, sperimentazione e didattica nel campo della conservazione. Restauro: si intende l'intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all'integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei suoi valori culturali. Nel caso di beni immobili situati nelle zone dichiarate a rischio sismico in base alla normativa vigente, il restauro comprende l'intervento di miglioramento strutturale. Patrimonio culturale: è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici. Beni culturali: sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. La definizione di bene culturale è riportata negli artt. 2, 10 e nell allegato A del Codice dei Beni culturali (D.Lgs n. 42) 1) Sono ad esempio beni culturali: a) le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico; b) gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico; c) le raccolte librarie delle biblioteche dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico, ad eccezione delle raccolte che assolvono alle funzioni delle biblioteche indicate CNA Interpreta srl 27/10/2009 4

5 La tipologia di beni culturali nominati finora è da ritenersi tale, senza bisogno che ci sia una pronuncia ministeriale, in quanto sono da ritenersi beni culturali per loro stessa natura implicita. 2) Inoltre, ci sono beni che ottengono la qualifica di beni culturali solo dopo l avvenuta dichiarazione di interesse culturale da parte della Soprintendenza ai beni culturali, quali: a) le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico particolarmente importante, appartenenti anche a soggetti privati; b) gli archivi e i singoli documenti, appartenenti a privati, che rivestono interesse storico particolarmente importante; c) le raccolte librarie, appartenenti a privati, di eccezionale interesse culturale; d) le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell'arte, della scienza, della tecnica, dell'industria e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose; e) le collezioni o serie di oggetti, a chiunque appartenenti che, per tradizione, fama e particolari caratteristiche ambientali, ovvero per rilevanza artistica, storica, archeologica, numismatica o etnoantropologica rivestano come complesso un eccezionale interesse. Per sapere se il bene che deve essere restaurato è un bene culturale, dobbiamo verificare: - se rientra tra quelli elencati al punto 1, è sempre un bene culturale; - se rientra tra quelli compresi al punto 2, per essere considerato bene culturale deve avere un certificato di riconoscimento della Soprintendenza. Inoltre all Allegato A del Codice dei Beni culturali è riportato un elenco dei parametri usati per definire un bene culturale. In particolare vengono presi in considerazione tre elementi determinanti: - la tipologia (quadri, mosaici, libri, ecc); - l età bel bene distinta per tipologia; - il valore del bene (specificato nelle tabelle). CNA Interpreta srl 27/10/2009 5

6 2 Descrizione A partire dalla riforma del Codice dei beni culturali avvenuta nel 2008, il Ministero per i beni e le Attività culturali, ha rivisitato tutta la disciplina dell attività di restauratore, con la principale finalità di stabilire nuove procedure di acquisizione delle qualifiche, pur prevedendo una fase transitoria che riconoscesse il titoli acquisiti in passato, nonchè le esperienze professionali. L art. 29 del Codice dei beni culturali (D.Lgs. 42 del 22/1/2004) individua coloro che possono qualificarsi come restauratori, o come soggetti che svolgono attività complementari al restauro. Al momento attuale, ci sono sostanzialmente due modalità di acquisizione della qualifica di restauratore (e di collaboratore restauratore): 1) per chi vuole iniziare ex novo l attività, è previsto un percorso formativo specifico: con i Decreti n. 86 e 87 del 26 maggio 2009, il Ministero ha fornito le definizioni delle diverse attività praticabili, e il percorso formativo abilitante. 2) per chi ha acquisito titoli specifici in passato e/o ha già svolto l attività di restauro (esperienze pregresse certificabili), in via transitoria, è stata prevista la possibilità di richiedere al Ministero per i beni e le attività culturali il riconoscimento di tali titoli/esperienze al fine di conseguire la qualifica di restauratore (art. 182 del Codice dei Beni Culturali); CNA Interpreta srl 27/10/2009 6

7 3 Modalità di acquisizione delle qualifiche Fino al 31/12/2009 coesistono le nuove modalità di conseguimento delle qualifiche e la fase transitoria (che consente il riconoscimento di titoli/esperienze maturate in date antecedenti al 28/7/2009). Dal 01/01/2010 per acquisire la qualifica di restauratore di beni culturali, si dovranno seguire esclusivamente i percorsi formativi dei DM 86 e 87 del 26/5/ Nuove modalità Nuove modalità di conseguimento della qualifica di restauratore Con l approvazione dei Decreti 26 maggio 2009, n. 86 e n. 87 (GU n. 160 del 13/7/2009), la qualifica di restauratori e le ulteriori qualifiche di chi svolge attività complementari al restauro è acquisita esclusivamente in applicazione dei suddetti decreti, con i quali il Ministero per i Beni e le Attività Culturali delinea i profili professionali dei restauratori e di coloro che svolgono attività complementari al restauro, oltre alla definizione dei percorsi formativi per il conseguimento di tali qualifiche. Pertanto, coloro che a partire dal 28/7/2009 intendono ottenere la qualifica di restauratore di beni culturali, non avendo né titoli né esperienze maturate prima di tale data, devono svolgere il percorso formativo indicato nei decreti sopra citati Nuovi profili professionali Il DM 86/2009, oltre a definire il profilo del restauratore, delinea anche operatori che svolgono attività complementari al restauro o altre attività di conservazione dei beni culturali mobili e delle superfici decorate di beni architettonici, quali: Tecnico del restauro di beni culturali: e' la figura professionale che collabora con il restauratore eseguendo, con autonomia decisionale, determinate azioni dirette ed indirette per limitare i processi di degrado dei beni ed assicurarne la conservazione, sotto la direzione ed il controllo diretto del restauratore. Questa nuova qualifica è equipollente a quella di collaboratore restauratore di beni culturali, acquisita ai sensi dell art Tecnici del restauro di beni culturali con competenze settoriali: sono le figure di formazione tecnico-professionale ovvero artigianale che concorrono all'esecuzione dell'intervento conservativo, eseguendo varie fasi di CNA Interpreta srl 27/10/2009 7

8 lavorazione di supporto per tecniche e attivita' definite, con autonomia decisionale limitata alle operazioni di tipo esecutivo e sotto la direzione ed il controllo del restauratore di beni culturali. All'attivita' di conservazione dei beni culturali concorrono anche professionalita' di carattere scientifico, quali quelle del chimico, del geologo, del fisico e del biologo, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze. Tali professionalita' scientifiche sono di regola di formazione universitaria e, si articolano in due livelli: a) esperto scientifico di beni culturali: opera in collaborazione costante con il restauratore al fine di individuare metodologie e procedure per la caratterizzazione dei materiali costitutivi, per il riconoscimento delle tecniche e modi di esecuzione dei manufatti, nonche' per l'individuazione dei processi di degrado; a) collaboratore scientifico di beni culturali: opera con autonomia decisionale strettamente afferente alle proprie competenze tecniche e sotto la direzione dell'esperto scientifico Requisiti del restauratore Il restauratore di beni culturali dovrà seguire un corso a ciclo unico, articolato in 300 crediti formativi, corrispondenti ai crediti formativi previsti dal vigente ordinamento dell'insegnamento universitario (CFU). Per l'accesso ai corsi e' richiesto il possesso del diploma di scuola media superiore di secondo grado o di diploma equipollente rilasciato da Stato estero. L'accesso al percorso formativo del restauratore di beni culturali avviene attraverso una selezione preliminare con prove attitudinali di contenuto tecnico e prove teoriche. Formazione L aspirante restauratore può scegliere fra tre diversi percorsi formativi, i quali al termine della fase formativa prevedono un esame finale avente valore di esame di Stato, abilitante alla professione di restauratore di beni culturali. Chi consegue il titolo di restauratore seguendo uno dei tre percorsi di seguito schematizzati, può, dopo il superamento della prova finale, svolgere direttamente l attività. Titoli abilitanti: Laurea magistrale conseguita presso l Università; Diploma accademico di II livello conseguito presso l Accademia di Belle arti; Diploma equiparato alla laurea magistrale conseguito presso un ente di formazione accreditato presso il Ministero dei Beni Culturali. La formazione dei restauratori può essere organizzata dalle Università, dalle Accademie e da altre istituzioni, pubbliche o private accreditate presso il CNA Interpreta srl 27/10/2009 8

9 ministero. In quest ultima categoria rientrano le scuole di alta formazione e di studio, i centri pubblici o privati accreditati presso il Ministero per i beni e le attività culturali (le modalità di accreditamento sono contenute nel DM 87/2009). Tra i principali istituti accreditati al Ministero per la formazione dei restauratori: Istituto centrale del restauro; Opificio delle pietre dure; Istituto centrale per la patologia del libro; Scuola per il restauro del Mosaico; Altri istituti comunque con accreditamento ministeriale Requisiti dei Collaboratori restauratori La formazione delle figure professionali che svolgono attività complementari al restauro o alla conservazione di beni culturali, può essere organizzata da soggetti pubblici o privati accreditati presso la regione di appartenenza. I percorsi formativi di queste figure complementari nuove, saranno individuati dal Ministero con successivi decreti. In attesa dell'attuazione dell'art. 29, comma 10, acquisisce la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali: a) colui che abbia conseguito un diploma di laurea universitaria triennale in tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali, ovvero un diploma in restauro presso le accademie di belle arti con insegnamento almeno triennale; b) colui che abbia conseguito un diploma presso una scuola di restauro statale o regionale di durata non inferiore a tre anni; c) colui che, alla data del 1 maggio 2004, abbia svolto lavori di restauro di beni per non meno di quattro anni. L'attività svolta è dimostrata mediante dichiarazione del datore di lavoro, ovvero autocertificazione dell'interessato, accompagnate dal visto di buon esito degli interventi rilasciato dai competenti organi ministeriali; d) il candidato che, essendo ammesso in via definitiva a sostenere la prova di idoneita' ed essendo poi risultato non idoneo ad acquisire la qualifica di restauratore di beni culturali, venga nella stessa sede giudicato idoneo ad acquisire la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali. CNA Interpreta srl 27/10/2009 9

10 3.2 Fase transitoria Disciplina transitoria per il riconoscimento della qualifica in base a titoli e/o esperienze professionali L art.182 del Codice dei Beni Culturali ha previsto una fase transitoria, finalizzata al riconoscimento dei titoli e delle esperienze maturate prima dell entrata a regime delle nuve modalità di conseguimento della qualifica di restauratore. Con l emanazione della Circolare n. 35 del 12 agosto 2009, delle Linee guida, e della Circolare n.36 del 21/9/2009 il Ministero per i beni e le Attività culturali, porta a conclusione la fase transitoria che prevede il riconoscimento delle qualifiche di restauratore e di collaboratore restauratore, per coloro che hanno conseguito titoli o maturato eperienze professionali prima del 28 luglio 2009 (data di entrata in vigore dei Decreti n. 86 e 87 del 26 maggio 2009). L articolo 182 prevede tre modalità di conseguimento della qualifica di restauratore e di collaboratore: 1. Riconoscimento diretto della qualifica di restauratore: in base ai requisiti formativi e/o professionali dimostrati, viene riconosciuta al soggetto la qualifica di restauratore. 2. Riconoscimento previo superamento di una prova di idoneità: il soggetto è in possesso di titoli e/o esperienze non sufficienti a fargli acquisire direttamente la qualifica; tale pregresso viene ugualmente riconosciuto, ma deve superare una prova di idoneità (prova disciplinata con il DM 30 marzo 2009, n. 53) 3. Riconoscimento diretto della qualifica di collaboratore restauratore: in base ai requisiti formativi e/o professionali dimostrati, viene riconosciuta al soggetto la qualifica di collaboratore restauratore. Per ciascuno dei casi sopraindicati, i soggetti dovranno richiedere il riconoscimento della loro qualifica al Ministero in base alle disposizioni del bando dallo stesso emanato. Il conseguimento della qualifica prevede l inserimento in apposito elenco ministeriale, nel quale verranno inseriti tutti coloro che conseguono la qualifica di restauratore (nuove modalità e fase transitoria) Requisiti del restauratore L art. 182 del codice dei Beni culturali, relativo alla fase transitoria, riporta i titoli e le esperienze professionali che consentono di acquisire la qualifica di restauratore, purchè maturate prima di date diversificate, in base a casi specifici. Per capire meglio queste date diversificate, riportiamo l art. 182 semplificato. E previsto il riconoscimento diretto per colui che: CNA Interpreta srl 27/10/

11 a) ha conseguito un diploma, esclusivamente presso uno dei seguenti istituti, purché risulti iscritto ai relativi corsi prima della data del 31 gennaio 2006: Istituto Centrale del Restauro; Scuola di alta formazione dell Opificio delle pietre dure; Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna (sede distaccata dell Opificio delle pietre dure di Firenze); Istituto centrale per la patologia del libro (ora ricompreso all interno dell ICR). b) prima del 16 dicembre 2001 abbia conseguito un diploma presso una scuola di restauro statale o regionale di durata non inferiore a 2 anni ed abbia svolto, almeno 4 anni di attività di restauro, direttamente e in proprio, ovvero direttamente e in rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa con responsabilità diretta nella gestione tecnica dell'intervento, con regolare esecuzione certificata dall'autorità preposta alla tutela dei beni; c) prima del 16 dicembre 2001 abbia svolto, per un periodo di almeno 8 anni, attività di restauro dei beni suddetti, direttamente e in proprio, ovvero direttamente e in rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa con responsabilità diretta nella gestione tecnica dell'intervento, con regolare esecuzione certificata dall'autorità preposta alla tutela dei beni. E previsto il riconoscimento, previo superamento della prova di idoneità per: a) colui che, prima del 16 dicembre 2001, abbia svolto, per un periodo di almeno 4 anni, attività di restauro dei beni suddetti, direttamente e in proprio, ovvero direttamente e in rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa con responsabilità diretta nella gestione tecnica dell'intervento, con regolare esecuzione certificata dall'autorità preposta alla tutela dei beni; b) colui che abbia conseguito o consegua un diploma in restauro presso le accademie di belle arti con insegnamento almeno triennale, purché risulti iscritto ai relativi corsi prima della data del 31 gennaio 2006; c) colui che abbia conseguito o consegua un diploma presso una scuola di restauro statale o regionale di durata non inferiore a 2 anni, purché risulti iscritto ai relativi corsi prima della data del 31 gennaio 2006; d) colui che consegua un diploma di laurea specialistica in conservazione e restauro del patrimonio storico-artistico, purché risulti iscritto ai relativi corsi prima della data del 31 gennaio 2006; e) colui che abbia acquisito la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali ed abbia svolto, alla data del 30 giugno 2007, per un periodo pari almeno a 3 anni, attività di restauro di beni culturali, direttamente e in proprio, ovvero direttamente e in rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa con responsabilità diretta nella gestione tecnica dell'intervento, con regolare esecuzione certificata dall'autorità preposta alla tutela dei beni. CNA Interpreta srl 27/10/

12 3.2.2 Requisiti del Collaboratore restauratore Ai sensi dell'articolo 29, comma 10, acquisisce la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali: a) colui che abbia conseguito un diploma di laurea universitaria triennale in tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali, ovvero un diploma in restauro presso le accademie di belle arti con insegnamento almeno triennale; b) colui che abbia conseguito un diploma presso una scuola di restauro statale o regionale di durata non inferiore a tre anni; c) colui che, alla data del 1 maggio 2004, abbia svolto lavori di restauro di beni culturali, anche in proprio, per non meno di quattro anni. L'attività svolta è dimostrata mediante dichiarazione del datore di lavoro, ovvero autocertificazione dell'interessato, accompagnate dal visto di buon esito degli interventi rilasciato dai competenti organi ministeriali; d) il candidato che, essendo ammesso in via definitiva a sostenere la prova di idoneità, ed essendo poi risultato non idoneo ad acquisire la qualifica di restauratore di beni culturali, venga nella stessa sede giudicato idoneo ad acquisire la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali. 3.3 Bando del Ministero per i beni e le attività culturali Il Ministero in data 25/09/2009 ha pubblicato il Bando con il quale fornisce la modulistica e le indicazioni per l invio delle domande di riconoscimento della qualifica di restauratore, nell ambito della fase transitoria. Con il bando è disponibile il modulo unico diviso in sezioni che i candidati dovranno compilare ed inviare esclusivamente per via telematica; ogni candidato dovrà compilare la sezione di interesse (riconoscimento diretto, riconoscimento con prova di idoneità, riconoscimento collaboratore restauratore) Allegati alle domande Titoli di studio Unitamente alla dichiarazione del titolo di studio posseduto, deve essere allegata copia del diploma (in pdf). Il titolo di studio biennale del restauratore, per avere efficacia, deve essere stato di almeno 1200 ore totali (teoriche e pratiche); corsi anche biennali ma con monte ore inferiore alle 1200 non saranno presi in considerazione. CNA Interpreta srl 27/10/

13 3.3.3 Attestazione delle esperienze Per attestare i periodi di svolgimento dell attività, occorre allegare, per ogni intervento, l attestazione dell amministrazione preposta alla tutela del bene restaurato (certificato di buon esito del restauro o collaudo) che certifichi l inizio e la fine dei lavori (la durata dell'attività di restauro è documentata dai termini di consegna e di completamento dei lavori, con possibilità di cumulare la durata di più lavori eseguiti nello stesso periodo). Il requisito della responsabilità diretta nella gestione tecnica dell'intervento deve risultare esclusivamente da atti emanati, ricevuti o comunque custoditi dall'autorità preposta alla tutela del bene oggetto: la responsabilità diretta è soltanto quella effettuata concretamente, di persona da colui che risulta sul certificato. Tale certificazione può essere costituita da atti formati in occasione dell affidamento dell appalto, in corso d opera o al momento della conclusione dei lavori oppure atti concernenti l organizzazione ed i rapporti di lavoro dell impresa appaltatrice ; la finalità è quella che il documento presentato permetta di individuare in modo certo chi ha avuto la responsabilità di quel determinato intervento. a) Atti che dimostrano la titolarità dell impresa e la responsabilità del direttore tecnico: certificato di iscrizione in CCIAA, attestazione SOA, atto costitutivo e statuto dell impresa, aggiudicazione o affidamento dell appalto, contratto d appalto, verbale di consegna lavori, autorizzazione ad eseguire restauro su beni di proprietà privata. b) Atti che dimostrano la posizione lavorativa nei confronti dell impresa: estratto del libro matricola, contratto di lavoro, contratto di collaborazione, dichiarazione del legale rappresentante che attesta la posizione lavorativa (dipendente o colllaboratore autonomo). Inoltre dalle Linee guida risulta che potrebbero essere accettati altri atti, datati e sottoscritti che dimostrino direttamente o indirettamente l assunzione di responsabilità diretta del restauratore nell intervento. Altri atti accettati ai fini delle certificazioni: relazioni ispettive, ordini di servizio, verbali di collaudo, ecc. Esempi Caso 1: l interessato al riconoscimento della qulifica era titolare della ditta individuale che ha eseguito il restauro. In questo caso, qualora l assunzione di responsabilità dell intervento risulti in capo al titolare della ditta che si aggiudica i lavori, costui coincide con il restauratore, e la certificazione non dovrebbe riservare dubbi. Caso 2: restauratori appartenenti a società, cooperative, consorzi. In questo caso si tratta di stabilire per ogni intervento chi ha avuto la responsabilità dei lavori. Di regola verranno rilasciate certificazioni che attestano la responsabilità in capo ad un unico soggetto, ma, potranno essere rilasciate CNA Interpreta srl 27/10/

14 attestazioni a più di un soggetto, soltanto in caso di affidamento di lavori relativo ad un insieme di beni di tipologia o materiali diversi, che richiedano quindi interventi conservativi differenziati. Inoltre viene cinsiderato il caso di lavori di grandi dimensioni (collezioni di numerosi beni, decorazioni di grandi superfici) per i quali è necessario l intervento di più restauratori contemporaneamente con specializzazioni diverse. In questo caso le certificazioni saranno rilasciate per il titolare di ditta individuale, per il socio di società, cooperative, consorzio; per il direttore tecnico dell impresa; per un soggetto diverso che possa dimostrare di avere avuto un rapporto di lavoro con la ditta appaltatrice (anche con dichiarazione del legale rappresentante). Caso 3: l aspirante restauratore compare nella documentazione come direttore tecnico Anche in questo caso, il direttore tecnico coincide con il restauratore, e la certificazione non dovrebbe presentare problemi Mancanza delle attestazioni ufficiali (certificato di buon esito o di collaudo) Nel caso in cui il restauratore non sia in possesso dei suddetti certificati che attestano la responsabilità diretta dei lavori e le date di inizio e fine lavori, si potranno presentare, in via residuale, altri documenti con data certa prodotti dall impresa che ha eseguito i lavori: fatture, quietanze, schemi progettuali. Con documenti di questo tipo, il funzionario che a suo tempo vigilò sui lavori, sotto la sua personale responsabilità, potrà rilasciare la certificazione richiesta Accumulo dei periodi La ricostruzione delle esperienze dovrà coprire l arco temporale di ogni anno sui 365 giorni. Nel caso in cui il soggetto abbia avuto per lo stesso periodo più incarichi, i relativi giorni saranno cumulabili. Ad esempio un restauratore per l anno 1999 ha avuto due incarichi, entrambi iniziati il 1 gennaio e terminati il 31 dicembre: in questo caso le sue attestazioni sono cumulabili e gli valgono due anni Come procurarsi le attestazioni Nel caso di attività di restauro seguite direttamente dalla Soprintendenza o da altri uffici statali, le attestazioni dovranno essere trasmesse dal Ministero all ufficio competente; nel caso di attività di competenza di organi regionali o di enti subdelegati dalla regione (o soggetti di Stati esteri), le attestazioni dovranno essere acquisite dal richiedente e inviate entro il 31 marzo Per il riconoscimento della qualifica di collaboratore, è sufficiente allegare al modulo, l autocertificazione dell interessato o la dichiarazione del legale CNA Interpreta srl 27/10/

15 rappresentante dell impresa affidataria dei lavori, che attesti il periodo di esperienza lavorativa Scadenze 31/12/2009 Invio telematico della modulistica (scaricabile dal sito ) con i titoli di studio allegati in pdf. 31/03/2010 Invio telematico delle attestazioni delle esperienze lavorative, prodotte su appositi moduli (scaricabili dal sito ) Procedura telematica d iscrizione Al fine di avviare la procedura, i candidati dovranno: - accedere attraverso Internet al sito ufficiale del Ministero - accreditarsi telematicamente e indicare il proprio indirizzo di posta elettronica; - compilare il modulo unico, allegare le attestazioni necessarie, ed inviare il tutto per via telematica. Con la procedura di valutazione, verrà valutata tutta la documentazione prodotta, e verrà comunicata ad ogni candidato il riconoscimento diretto, o la necessità di superare la prova di idoneità. Relativamente alla modulistica, i candidati dovranno: - Compilare la sez. A con i dati personali; - Compilare la sez. B (se si possiedono i requisiti per ottenere il riconoscimento diretto), la sez. C (se si deve sostenere la prova di idoneità), la sez. D per il riconoscimento della qualifica di collaboratore. Gli interessati potranno compilare più sezioni del modulo: cioè sarà possibile richiedere in via principale il conseguimento diretto, ed in via subordinata l accesso alla prova di idoneità (in quanto i candidati non sanno esattamente se gli verrà concesso il riconoscimento diretto). CNA Interpreta srl 27/10/

16 4 Appendice 4.1 Opere pubbliche/appalti pubblici Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il DM 3/8/2000, n. 294 (e successive modifiche apportate con DM 24/10/2001, n.420) ha stabilito i requisiti di qualificazione dei soggetti esecutori dei lavori di restauro e manutenzione dei beni mobili e delle superfici decorate di beni architettonici. Il D.M. 294/2000 detta pertanto le norme per la qualificazione negli appalti sui beni culturali mobili e sulle superfici decorate. Per partecipare agli appalti pubblici, occorre ottenere l'attestazione di una Società di Organismo di Attestazione (SOA), cioè il documento, che dimostra il possesso dei requisiti di cui all'articolo 8 della Legge 11 febbraio 1994, n La SOA viene rilasciata da enti/società autorizzate dall'autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, che accertano l'esistenza nei soggetti esecutori di lavori pubblici, dei requisiti alle disposizioni comunitarie in materia di qualificazione dei soggetti esecutori di lavori pubblici (DPR 34/2000). In sostituzione dell'iscrizione all'albo Nazionale Costruttori, l'attestazione SOA è il documento necessario per comprovare la capacità dell impresa di sostenere ogni appalto pubblico di fornitura e posa in opera con importo a base d asta superiore a ,00 (sia esso in appalto o in subappalto). L Attestazione SOA qualifica l impresa ad eseguire appalti per categorie di opere e classifiche di importi. Si precisa che, per le opere pubbliche: > occorre l attestazione SOA; < non occorre l attestazione SOA. Le categorie di opere di interesse per i restauratori sono: OS 2: superfici decorate e beni mobili di interesse storico ed artistico Riguarda l'esecuzione del restauro, della manutenzione ordinaria e straordinaria di superfici decorate di beni architettonici e di beni mobili, di interesse storico, artistico ed archeologico. CNA Interpreta srl 27/10/

17 4.1.1 Lavori di importo superiore ai 150mila euro Requisiti generali Come indicato nell'art. 17 del DPR 25/01/2000, n. 34. Si precisa che l iscrizione in CCIAA deve contenere l attività di "conservazione e restauro di opere d'arte" Direttore tecnico Deve essere un soggetto in possesso della qualifica di "restauratore di beni culturali" (art. 7 D.M. 294/2000) Personale tecnico (art. 5 D.M. 294/2000 come modificato con D.M. 420/2001) Deve essere costituito da più di 4 addetti: 20% restauratori; 40% collaboratori restauratori di beni culturali Referenze bancarie (art. 6 D.M. 294/2000) Lavori di importo pari o inferiore ai 150 mila euro Requisiti generali Quelli di cui all'art. 17 del D.P.R. 34/2000 (iscrizione in CCIAA con l attività di "conservazione e restauro di opere d'arte") Requisiti speciali Esecuzione diretta e in proprio, nei 5 anni precedenti il bando, di lavori analoghi per un importo analogo a quello del contratto da stipulare, oppure presenza di un direttore tecnico con qualifica di "restauratore di beni culturali" Organico così composto: meno di 4 addetti: almeno un "restauratore di beni culturali ; oltre i 4 addetti: 20% restauratori; 40% collaboratori restauratori di beni culturali. CNA Interpreta srl 27/10/

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