La responsabilità amministrativa degli Enti. Responsabilità amministrativa degli enti. esperienze operative

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1 La responsabilità amministrativa degli Enti L adozione dei modelli organizzativi, di gestione e di controllo per la prevenzione dei reati degli enti ai sensi del d.lgs. 231/01 previsto dal D.Lgs. 231/01 esperienze operative 1 A cura del Col. t. ST Virgilio Pomponi Comandante del Nucleo di polizia tributaria Guardia di Finanza Milano

2 Accertamento del reato No Reato previsto nel dlgs 231/01 Si Azione penale a carico dell individuo: Azione penale a carico del soggetto giuridico non si procede nei confronti dell ente No Accertamento dell esistenza di efficaci modelli organizzativi Si Accertamento del vantaggio o interesse per l ente Applicazione delle sanzioni a carico dell ente Si No 2 Termina o si attenua il procedimento nei confronti dell ente Termina l azione a carico dell ente

3 Le sanzioni amministrative dipendenti da reato si dividono in: 1 Sanzioni pecuniarie 2 Sanzioni interdittive Confisca Pubblicazione della sentenza

4 LA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA Può essere disposta quando nei confronti dell'ente viene applicata una sanzione interdittiva La sentenza è pubblicata una sola volta, per estratto o per intero, in uno o più giornali indicati dal giudice nella sentenza nonché mediante affissione nel comune ove l'ente ha la sede principale 4

5 LE SANZIONI PECUNIARIE Per ogni illecito della specie si applica sempre la sanzione pecuniaria. Ha natura afflittiva. Al fine di commisurare la sanzione pecuniaria la legge detta un duplice criterio: 1. Definizione delle quote in relazione all indice di gravità dell illecito (minimo 100, massimo 1000); 2. Determinazione del valore della singola quota in relazione alle condizioni economico/patrimoniali dell ente (min max ). Non è ammesso il pagamento in forma ridotta. 5

6 Procedura di determinazione della sanzione pecuniaria DETERMINAZIONE IMPORTO QUOTE IMPORTO PARAMETRATO alle condizioni economiche e patrimoniali dell ente. Eccezione: IMPORTO FISSO in caso di: - interesse o vantaggio minimo a favore dell ente; - danno particolarmente tenue. DETERMINAZIONE NUMERO QUOTE PARAMETRATO a: -gravità del fatto; - grado di responsabilità dell ente; - attività riparatoria e preventiva dell ente 6 DETERMINAZIONE IMPORTO SANZIONE PECUNIARIA Nr. quote x importo quota Criterio dell EFFICACIA (ridimensionamento dei progetti decisi dai vertici ma non interruzione dell attività dell ente)

7 Determinazione importo delle quote Prevalente interesse dell autore del reato o di terzi SI Vantaggio minimo o nullo dell ente NO NO Danno di particolare tenuità SI NO SI Importo fisso della quota a 103 Importo parametrato della quota (da 258 a 1550 ) Condizioni patrimoniali ti ili ed economiche dell ente ente 7

8 RIDUZIONI DI PENA Riduzione della sanzione alla metà Interesse o minimo vantaggio dell ente. Prevalente interesse dell autore del reato Danno di particolare tenuità ESCLUSIONE SANZIONI INTERDITTIVE Riduzione della sanzione pecuniaria da 1/3 a 1/2 Prima della dichiarazione di apertura del dibattimento Risarcimento danni e opera di eliminazione conseguenze Modelli di organizzazione e controllo Se insieme Riduzione della sanzione pecuniaria da 1/2 a 2/3 Sanzioni pecuniarie 8

9 LE SANZIONI INTERDITTIVE Affiancandosi alle sanzioni pecuniarie, possono paralizzare l attività dell ente e/o condizionarla attraverso la limitazione della capacità negoziale o la sottrazione di risorse. Anche congiuntamente. Durata: da 3 mesi a 2 anni. Interdizione dall esercizio dell attività (in alternativa, nomina di un commissario). Solo quando le altre sono inadeguate. Sospensione o revoca di autorizzazioni e licenze Esclusione da agevolazioni, finanziamenti, sussidi e revoca di quelli già concessi Divieto di contrattare con la P.A. Divieto di pubblicizzare beni o servizi 9

10 MISURE INTERDITTIVE DEFINITIVE Interdizione definitiva dall'esercizio dell'attività Divieto definitivo di contrattare con la P.A. o di pubblicizzare beni o servizi 10 Profitto di rilevante entità L ente è già stato condannato, almeno tre volte negli ultimi sette anni, all interdizione ione temporanea dall'esercizio dell'attività L ente viene stabilmente utilizzato allo scopo unico o prevalente di consentire o agevolare la commissione di reati. Non si applica l art. 17. L ente è già stato condannato alla stessa sanzione almeno tre volte negli ultimi sette anni

11 LE SANZIONI INTERDITTIVE: condizioni REATO PRESUPPOSTO PREVEDE MISURE INTERDITTIVE L ENTE HA REITERATO GLI ILLECITI L ENTE HA RICAVATO UN PROFITTO DI RILEVANTE ENTITÀ a meno che IL REATO E STATO COMMESSO DA SOGGETTO APICALE IL REATO E STATO COMMESSO DA SOGGETTO VIGILATO CON GRAVI CARENZE ORGANIZZATIVE 11 SANZIONE INTERDITTIV A Interesse prevalente di terzi Danno di particolare tenuità SANZIONE INTERDITTIVA

12 RIPARAZIONE CONSEGUENZE DEL REATO Messa a disposizione del profitto per la confisca Prima della dichiarazione a ione di apertura del dibattimento Risarcimento danno e eliminazione conseguenze reato Eliminazione carenze organizzative ESCLUSIONE SANZIONI INTERDITTIVE Sanzioni interdittive IRROGAZIONE SANZIONI PECUNIARIE 12

13 LE MISURE CAUTELARI In presenza di determinati presupposti, nel corso del procedimento è possibile infliggere misure cautelari, interdittive o reali. Pericolo di reiterazione dell illecito Gravi indizi di responsabilità 13

14 LE MISURE CAUTELARI INTERDITTIVE Oltre alla sussistenza dei requisiti di cui all art. 45, il giudice deve tener conto, nella scelta della misura da applicare, dei seguenti criteri: 14 IDONEITÀ ADEGUATEZZA PROPORZIONE Funzionalità della misura a scongiurare il pericolo di reiterazione Rapporto tra misura e fatto contestato Tra il fatto contestato e la sanzione applicabile

15 IL CASO SIEMENS - ORDINANZA GIP Illecito amministrativo ex art. 25 dlgs 231/01 perché, non avendo adeguatamente vigilato sull osservanza del modello di organizzazione predisposto, rendeva possibile che alcuni dipendenti corrompessero funzionari della ENEL Produzione, allo scopo di aggiudicarsi gare per una serie di forniture di turbine a gas 15

16 IL CASO SIEMENS - ORDINANZA GIP Richiesta del pm di misure cautelari interdittive Elementi di valutazione Art. 13 Profitto di rilevante entità Art. 45 Reiterazione Gravi indizi di responsabilità Concreto pericolo di reiterazione 16

17 Elementi di valutazione Art. 45 Gravi indizi di responsabilità IL CASO SIEMENS - ORDINANZA GIP Appartenenza degli indagati alle categorie soggettive dell art. 5 Gravi indizi di colpevolezza per reati loro ascritti Sussistenza condizioni ex art. t7 17

18 Concreto pericolo di reiterazione IL CASO SIEMENS - ORDINANZA GIP Condotte contestate poste in essere con modalità che facevano ritenere fisiologico il ricorrere alla corruzione 18 Non ancora redatto il contratto per la manutenzione delle turbine Utilizzo di conti correnti extra bilancio, peraltro ancora aperti

19 Profitto di rilevante entità IL CASO SIEMENS - ORDINANZA GIP Contratti per oltre 360 mln Stipulazione futuri contratti di service Valore del monopolio 19

20 IL CASO SIEMENS - ORDINANZA GIP Argomentazioni della difesa nel corso della procedura ex art. 47 Difetto di giurisdizione italiana 20 Impossibilità di individuare un unico atto corruttivo Condotte riparatorie poste in essere ex art. 17

21 IL CASO SIEMENS - ORDINANZA GIP Decisione i Misura interdittiva del divieto di contrattare con la PA italiana, salvo che per ottenere la prestazione di un pubblico servizio, per un periodo di anni uno Integrazione: a carico della società/divisione che si occupa della fornitura delle turbine a gas (art. 14) 21

22 IL CASO SIEMENS - Sentenza di patteggiamento Sanzione pecuniaria di 500 quote (ogni quota )paria a Sanzione interdittiva del divieto di contrattare per 1 anno con la pubblica amministrazione Confisca dell importo corrispondente al profitto del reato pari a oltre 6 mln 22

23 IL COMMISSARIO GIUDIZIALE In luogo di una misura interdittiva che determina l interruzione dell attività dell Ente (per un analogo periodo) e qualora sussistano le seguenti condizioni: l ente svolge un pubblico servizio, ii la cui interruzionei può provocare un grave pregiudizio alla collettività; si possono creare rilevanti ripercussioni sull occupazione. Il commissario deve curare l adozione di modelli organizzativi in modo da prevenire in futuro la commissione dei reati della specie. 23

24 IL CASO IVRI - ORDINANZA GIP Gruppo societario holding capogruppo e società operative Illecito amministrativo per ipotesi di: corruzione plurima di pubblici funzionari per l ottenimento di appalti di vigilanza e custodia; 24 truffa a danno di enti pubblici per aver simulatamente fatto figurare l impiego dell esatto numero di guardie per la custodia notturna di alcuni parchi cittadini, mentre in realtà ne applicavano la metà, ed anche meno, procurandosi un ingiusto profitto.

25 IL CASO IVRI - ORDINANZA GIP Sussistenza dei presupposti per la misura cautelare: - gravi indizi - pericolo di reiterazione Ricorso allo strumento della corruzione era il modo stabile di operare della società Attualità dell accantonamento di fondi neri (c.d. scheletro) 25 Applicazione misura interdittiva interruzione attività

26 IL CASO IVRI - ORDINANZA GIP Le società operative dispongono di un elevato numero di dipendenti Questi ultimi, in qualità di guardie giurate spesso addette alla sicurezza di installazioni i i pubbliche, svolgono un servizio i di pubblica necessità la cui interruzione potrebbe provocare un evidente grave pregiudizio alla collettività Presupposti per nomina di 26 un commissario giudiziale

27 IL CASO IVRI - ORDINANZA GIP Nomina del commissario anche nei confronti della holding controllante L interdizione dall esercizio dell attività delle controllanti determinerebbe, altrimenti, la sostanziale inutilità della nomina di un commissario giudiziale alle controllate le quali, nella paralisi delle controllanti, non sarebbero in grado di operare 27 Interdizione delle attività per un anno con nomina di un commissario

28 IL CASO IVRI - ORDINANZA GIP Richiesta di sospensione delle misure cautelari ex art. 49 Entro il termine stabilito (2 mesi) occorre: elaborare i modelli di organizzazione e gestione ex art. 6; risarcire i i ildanno; restituire il profitto del reato. Deve essere determinata t una somma did denaro a titolo di cauzione, che non può essere inferiore alla metà della sanzione pecuniaria minima prevista per l illecito per il quale si procede 28

29 IL CASO IVRI - GIUDICE DEL RIESAME Presupposti ai fini dell applicazione della misura cautelare Art. 45 Gravi iindizi idi responsabilità Concreto pericolo di reiterazione 29 Nelle more del procedimento, l assemblea straordinaria di una delle società ha deliberato la messa in liquidazione (art c.c.)

30 IL CASO IVRI - GIUDICE DEL RIESAME Il giudice deve valutare lo stato attuale della società e lo sviluppo prevedibile della stessa. Sulla scorta della documentazione prodotta, emergeva lo scioglimento della stessa. Il giudice del riesame, pertanto, ha annullato il provvedimento del gip, con riferimento alla singola società appellante, per carenza del presupposto del periculum. 30

31 IL CASO DAC - PELLEGRINI - ORDINANZA GIP Illecito amministrativo ex art. 25 dlgs 231/01 in relazione a reati di corruzione aggravata ascritti a persone che rivestivano, anche di fatto, funzione di rappresentanza, amministrazione o direzione dell ente. Le due società, nel tempo, hanno elargito dazioni i di denaro a pubblici i funzionari per aggiudicarsi gare per la fornitura di generi alimentari e di servizi di catering presso istituti medici ovvero, nel caso della Pellegrini, anche per omettere le dovute contestazioni circa la qualità delle forniture. 31

32 IL CASO DAC - PELLEGRINI - ORDINANZA GIP Primo caso di applicazione della 231/01 in Italia Il pm aveva chiesto la misura cautelare del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un periodo di dodici mesi 32

33 IL CASO DAC - PELLEGRINI - ORDINANZA GIP Società DAC spa Il gip non ha concesso misure cautelari perché: - l indagato aveva ammesso gli addebiti; - era stato messo a disposizione il profitto conseguito; - l appalto era terminato e il soggetto indagato si era precedentemente dimesso; Assenza del requisito del periculum 33

34 IL CASO DAC - PELLEGRINI - ORDINANZA GIP Società PELLEGRINI spa Il gip gpnon ha concesso misure cautelari perché,,pur sussistendo tutti i requisiti per l applicazione della normativa circa la responsabilità amministrativa degli enti (condizioni oggettive e soggettive), era provato un solo episodio corruttivo. Assenza del requisito del periculum 34

35 LA CONFISCA Con la sentenza di condanna, il giudice dispone sempre la confisca del prezzo o del profitto del reato, salvo che per la parte che può essere restituita al danneggiato. Possibilità della c.d. confisca per equivalente Problema della determinazione del prezzo/profitto 35

36 NO Responsabilità amministrativa degli enti Bene di pertinenza originaria dell ente SI Bene gravato da diritti di terzi SI Diritti di terzi incompatibili con la confisca SI Terzi in buona fede Bene separabile SI NO NO La confisca NESSUNA CONFISCA NO Valore del bene equivalente al prezzo o profitto del reato SI SI 36 Beni individuati oggetto di diritto di restituzione da parte del danneggiato SI NO CONFISCA

37 LE MISURE CAUTELARI REALI SEQUESTRO PREVENTIVO Anticipazione degli effetti della sentenza (confisca): sequestro del prezzo o del profitto del reato ovvero, quando è impossibile, di somme o beni equivalenti. i SEQUESTRO CONSERVATIVO Fondata ragione di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie per il pagamento della sanzione pecuniaria. Gravi indizi di colpevolezza e possibile determinazione somma da sequestrare Possibilità di esclusione di beni appartenenti a terzi in buona fede o da restituire i ai idanneggiati 37

38 IL CASO OIL FOR FOOD - ORDINANZA GIP Illecito amministrativo a carico della Betoil Limited Marshall Islands, nell ambito del filone di indagine oil for food, instaurato per il reato presupposto ex art. 322 bis c.p. (Corruzione di funzionari della U.E. e di Stati esteri) La società aveva svolto attività di intermediazione tra società acquirenti di greggio presso l azienda di stato irachena e le aziende effettive destinatarie del prodotto. Veniva accertato, in relazione a tali operazioni, il pagamento di tangenti a funzionari pubblici dell ex ex regime iracheno. Novità: la corruzione internazionale quale reato presupposto 38

39 IL CASO OIL FOR FOOD - ORDINANZA GIP Vengono sottoposti a sequestro preventivo: Circa 5 mln $, quale profitto del reato Utile o vantaggio di natura economica di diretta derivazione causale dell attività delittuosa 39 Circa 14,5 mln $, quale prezzo del reato Somma pattuita e conseguita come corrispettivo dell esecuzione dell illecito

40 Determinazione del profitto Sentenza Cass. penale, sez. VI, n datata : ai fini dell applicazione di una misura cautelare interdittiva, la nozione di profitto di rilevante entità ha un contenuto t più ampio di quello di profitto inteso come utile netto ricavato dall ente a seguito della commissione del reato, ricomprendendo i vantaggi anche non immediati, comunque conseguiti attraverso la realizzazione dell illecito 40

41 La responsabilità amministrativa degli Enti L adozione dei modelli organizzativi, di gestione e di controllo per la prevenzione dei reati degli enti ai sensi del d.lgs. 231/01 previsto dal D.Lgs. 231/01 esperienze operative 41 A cura del Col. t. ST Virgilio Pomponi Comandante del Nucleo di polizia tributaria Guardia di Finanza Milano

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