I GAMBERI D ACQUA DOLCE NOTE DI SISTEMATICA, MORFOLOGIA E DISTRIBUZIONE

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1 I GAMBERI D ACQUA DOLCE NOTE DI SISTEMATICA, MORFOLOGIA E DISTRIBUZIONE

2 I GAMBERI D ACQUA DOLCE Note di sistematica, morfologia e distribuzione a cura di Carlo Lombardi I "gamberi d'acqua dolce" sono compresi in alcune famiglie di Crostacei Decapodi; in generare hanno delle affinità con le aragoste, astici, cicale e scampi, che popolano le acque marine. I gamberi d'acqua dolce sono di media taglia ed aspetto robusto, con addome simmetrico ripiegato su se stesso in fase di riposo. Sono buoni camminatori ed in grado di effettuare repentini spostamenti all'indietro flettendo l'addome e l'ampio ventaglio caudale. Il corpo del gambero di fiume è rivestito da una cuticola chitinosa dura e si può distinguere in tre parti: testa, torace e addome. La testa porta due paia di antenne trasformate in organi di senso e un apparato boccale con funzione masticatoria e triturante. Il torace porta delle appendici adatte alla locomozione ed al nuoto; le prime tre paia di appendici assumono l'aspetto di una chela ma solo nel primo paio la chela è ben sviluppata e viene usata per la cattura delle prede, per la difesa durante le fasi dell'accoppiamento. Nell'addome i segmenti sono mobili e le appendici ridotte ed in parte trasformate, nei maschi in organi riproduttivi, mentre nelle femmine le appendici addominali sono usate per trattenere le uova e le giovani larve. All'estremità dell'addome vi è un'appendice lamellare, il telson, che costituisce il ventaglio caudale dei gamberi usato per spingere l'animale all'indietro. Nei gamberi i sessi sono separati e l'accoppiamento è preceduto da un corteggiamento laborioso e piuttosto rude durante il quale il maschio cerca, servendosi delle chele, di rovesciare la femmina; nel corso di questi attacchi la femmina viene frequentemente ferita ed a volte mutilata o uccisa. L'accrescimento dei gamberi avviene in modo discontinuo; ad intervalli di tempo, più lunghi con l avanzare dell'età, l'animale si spoglia completamente del rivestimento chitinoso, aumenta di volume assorbendo acqua e quindi ricostituisce il nuovo tegumento. Nel corso di tale fenomeno, che prende il nome di muta (nel primo anno di vita subiscono 5-6 mute, durante le quali l'esoscheletro chitinoso viene abbandonato per alcuni giorni per consentire l'accrescimento corporeo del crostaceo), l'animale ha il corpo molle ed indifeso dagli attacchi dei predatori; per questo durante la muta i gamberi si rifugiano in luoghi appartati e nascosti. Nell'adulto l'ecdisi (muta) avviene, di norma, una sola volta all'anno. Il cannibalismo intraspecifico è un fenomeno normale nei crostacei che vede soccombere gli individui più deboli sia come dimensioni che come sesso (le femmine mostrano una mortalità maggiore rispetto ai maschi). Lo studio dei gamberi, sia nativi sia introdotti nelle acque interne italiane, è in una fase di marcata e continua evoluzione: infatti nel corso degli ultimi anni le varie specie sono state oggetto di numerose ricerche sulla loro tassonomia, distribuzione e biologia. Austropotamobius è l unico genere di gambero sicuramente nativo in Italia. Il gambero di fiume autoctono (A. pallipes) è diffuso nella Penisola, dove compare con la sottospecie italicus (Faxon); le altre sottospecie sono presenti in altri distretti dell Europa. in particolare A. pallipes pallipes è presente nella Francia e la Liguria ed il Piemonte segnano il confine geografico tra le due sottospecie. L altra specie ascrivibile al genere Austropotamobius è il gambero di torrente (A. torrentium), diffusa nel bacino idrografico del Danubio. Il gambero di fiume autoctono a livello provinciale (Austropotamobius pallipes italicus) ha avuto presumibilmente un'ampia diffusione nel territorio cremonese, soprattutto nell area cremasca nelle acque limpide e pulite dei fontanili. Negli ultimi cinquant'anni si è verificata una drastica riduzione delle popolazioni, che ha talora determinato la sua quasi totale scomparsa in vari corsi d acqua provinciali. Nelle acque italiane l'uomo ha poi recentemente introdotto (prevalentemente dagli anni 60 ad oggi tramite immissioni illegali o accidentali fughe da allevamenti) alcune specie che spesso si sono acclimatate e risultano talora in forte e preoccupante espansione. Da pochi ambienti acquatici le specie alloctone hanno raggiunto il reticolo idrografico, riuscendo quindi a diffondersi in vasti territori italiani. Tra le specie alloctone il gambero della Louisiana (Procambarus clarkii) e il gambero americano (Orconectes limosus) sono quelli che da più tempo ci sono familiari e hanno avuto rapida espansione. Procambarus clarkii è comparso da più tempo nel territorio italiano, colonizzando un gran numero di biotopi acquatici, naturali ed artificiali, lotici e lentíci, con acque perenni o temporanee, dimostrando quindi una notevole capacità di adattamento alle situazioni ambientali più disparate. Questa specie non supera i 150 mm di lunghezza totale e 90 g di peso. Oltre ai gravi aspetti negativi di carattere ecologico legati alla sua presenza, quali fenomeni di predazione e competizione con le specie autoctone e introduzione di pericolosi agenti patogeni, la specie sembra determinare anche gravi modificazioni degli ambienti acquatici sotto l aspetto strutturale per le loro abitudini di attività fossoria, scavando gallerie anche lunghe e profonde. Il successo di questa specie, che entra in grande competizione col gambero autoctono, allontanandolo con prepotenza è da ricercare nella sua capacità di adattamento a condizioni ambientali anche sfavorevoli, quali cattiva qualità delle acque e corsi d acqua soggetti ad asciutte stagionali (sopravvive anche per lunghi periodi al di fuori dell'ambiente acqueo). Il gambero americano (Orconectes limosus) ha avuto una comparsa più recente, ma sembra abbia una elevatissima capacità di adattamento nelle acque planiziali della pianura padana. Nelle acque del territorio italiano sono state segnalate anche altre specie; fra queste si ricordano: Astacus astacus (gambero europeo), Astacus leptodactylus (Pontico o di Galizia o Turco), Orconectes spp, Cherax spp. Alcune di queste specie non sopravvivono in vari ambienti per l intolleranza alle alte temperature delle acque nel periodo estivo. Il gambero europeo (Astacus astacus) è un gambero distribuito nell Europa Centrale fino alla Scandinavia, ai Balcani, alla Russia e in Turchia. In Italia, a parte datate ed incerte segnalazioni per il Friuli, la specie é da considerarsi alloctona. Molti sono gli aspetti negativi dati dalla presenza delle specie alloctone, tra i quali si ricordano: pesanti fenomeni di predazione e competizione con organismi autoctoni; sensibili modificazioni degli ambienti acquatici e delle catene alimentari; intralcio e limitazione alle tradizionali attività produttive delle aree umide; introduzione di parassiti ed agenti patogeni (in particolare la peste dei gamberi introdotta dai gamberi di origine americana); instabilità idrogeologica e danni economici causati dalle loro attività di scavo. Doveroso e necessario è adottare una politica che consideri con la massima serietà i gravissimi rischi connessi alle introduzioni di animali esotici e fare tutto il possibile affinché nuove specie alloctone non vengano avventatamente rilasciate in natura. Considerata questa massiccia e repentina invasione di specie alloctone che minacciano gli ecosistemi acquatici provinciali è importante intervenire in modo immediato e con Settore Sviluppo Agricolo, Caccia e Pesca 1

3 A sinistra: schema del gambero. A destra: schema di appendice toracica. avvedutezza, cercando di confinare quanto prima la diffusione dei gamberi alloctoni evitando che interessino i bacini finora indenni. Oltre ad una indispensabile indagine storica ed un monitoraggio accurato per valutare l attuale distribuzione del gambero autoctono e di quelli autoctoni, è importante non contrastare - ma anzi favorire - la cattura delle specie esotiche. Si fa presente che la carne dei più comuni gamberi alloctoni ha un gusto molto delicato ed è usata per la preparazione di prelibati piatti. L unica avvertenza sta nel fatto che i gamberi alloctoni sono spazzini di detriti e vivono in acque anche di scadente qualità e possono accumulare sostanze tossiche nell organismo concentrandole. Per chi volesse provare a pescarli si suggerisce di andare in prossimità di tronchi sommersi, ai bordi della vegetazione o all imbocco di possi- Nome italiano Nome scientifico Origine Acclima tazione bili tane ed utilizzare una montatura molto semplice: è sufficiente procurarsi una canna o un bastone con una lenza; a questa può essere o meno aggiunto un galleggiante. Alla fine della lenza si applica un piccolo boccone costituito da un pezzo di carne o di fegato avvolto in una calza di rete ed eventualmente piombini. Quando l esca viene trovata dal gambero ed è saldamente trattenuta tra le chele può essere salpata dal pescatore. Nel caso in cui venga catturata la specie autoctona (Austropotamobius pallipes italicus) deve essere immediatamente rilasciato in quanto specie protetta. Si fa infine presente che per catturare i gamberi non occorre la licenza di pesca, purché non si adotti un classico atteggiamento di pesca che consenta la cattura anche di specie di fauna ittica, ovvero che non si armi la canna con ami. Dimensione (dal Peso rostro al telson) Colorazione Altro Gambero autoctono Austropotamobius pallipes italicus Italia autoctono 12 cm 90 g bruno-verdastra Gambero della Louisiana Gambero americano Gambero turco Procambarus clarkii Orconectes limosus Astacus leptodactuylus Stati Uniti SE America NE Europa Turchia si si? 15 cm cm 90 g 80 g 200 g rosso (maggiore intensità nelle chele); giovani grigio-bluastri giallo-rosso macchie rossobrune sull addome rossastro Gambero della California Pacifastacus leinuluscus America NW? g Gambero europeo Astacus astacus Europa? cm 100 g bruno-verdastro; chelipedi rossastri Nome italiano Gambero autoctono Gambero della Louisiana Rostro lungh. apice 1/3 del totale stretto, non parallelo Rostro margini laterali divergenti post- Spine orbitali 1 Cefalotorace rugoso Spine dietro il solco cervicale 1 o 2 (3/5 nelle altre sottospecie) no Chela scabra ornate di tubercolie rugose Ganasce pinze tubercoli e incisure incisure Carpopodite sperone robusto, arquato Gambero americano Gambero turco a doccia, margini paralleli - senza cresta a doccia, margini quasi paralleli; asse e margini esterni dentellati spine laterali 2, della quale la 2 poco accentuata numerose spine si tubercoli strette e allungate lisce senza incisure sperone semplice Gambero della California Gambero europeo margini lisci e quasi paralleli a doccia, cresta mediana dentellata 2, della quale la 2 poco accentuata 2 molto visibili Settore Sviluppo Agricolo, Caccia e Pesca 2 no si robuste, pesanti e possenti tozze incisure, tubercoli; zona biancastra-blu, contornata rosso scabre, tubercoli e incisure

4 GAMBERO DI FIUME - AUTOCTONO Austropotamobius pallipes italicus (Faxon) Tipo: Artropodi Classe: Crostacei Sottoclasse: Malacostraci Famiglia: Astacidae L'unica specie autoctona in Italia è Austropotamobius pallipes, con la sottospecie A. p. italicus Faxon. La sottospecie A. p. pallipes Ler. è invece presente in Corsica, Svizzera e Francia. Il Piemonte e la Liguria segnano il confine geografico tra le due sottospecie. E' provvisto di potenti chele ed esoscheletro robusto. Presenta una sola cresta post-orbitale e 1 o 2 spine dietro il solco cervicale (A. torrentium presenta invece dei semplici tubercoli). Il rostro è triangolare - si restringe progressivamente dalla regione oculare all apice - ed è depresso dorsoventralmente. Presenta uno sperone alla base dell endopodite sul pleopode 2 dei maschi. Le chele sono tozze e scabre, mentre le ganasce presentano tubercoli e incisure. Il meropodite del terzo massillipede è provvisto di dentelli, diversamente sviluppati, lungo tutto il margine mesiale. Nei maschi il primo pleopodio si presenta accartocciato nella porzione distale, con i due margini sviluppati in maniera asimmetrica. Il gambero di fiume ha un colore bruno-verdastro (meno intenso sul lato ventrale), può raggiungere i 12 centimetri di lunghezza e il peso massimo di 90 grammi. Può arrivare a anni di età. L'accoppiamento ha luogo soprattutto in autunno e le uova fecondate per esemplare di colore bruno scuro e 1,5-2 mm di diametro - vengono portate dalla femmina attaccate alle appendici addominali. In primavera dalle uova si sviluppa una larva che rimane ancora attaccata alla femmina sino al suo completo sviluppo. Il gambero di fiume ha abitudini prevalentemente notturne ed è onnivoro, cibandosi di insetti, larve di anfibi, piccoli pesci (a volte attacca anche pesci più grandi quando sono ammalati divenendo quindi un ottimo spazzino che limita la diffusione delle malattie ittiche), anellidi, molluschi, vegetali acquatici e detriti organici. I principali predatori della specie sono le arvicole e i pesci (salmonidi). Il suo habitat ideale coincide con i corsi d'acqua freschi e di elevata qualità ambientale, non troppo turbolenti, ben ossigenati e con temperature massime dell'acqua pari a C. Può tollerare depositi di sottili strati di fango. Il ph ideale va dalla neutralità (ph 7) a ph 8. Il gambero di fiume è stato inserito negli allegati II e V della direttiva 92/43/CEE (direttiva "habitat"), tra le specie di interesse comunitario la cui protezione richiede la desigra- In alto: 1) carapace e chelipede visti dal dorso. A: spine (nella sottospecie italicus sono 1 o 2); B: spina post-orbitale; C: apice (acumen) del rostro. 2) Parte anteriore del rostro vista lateralmente. D: cresta dorso-mediale. 3) Base dell antenna 2. E: cresta mediana. 4) Maschio. Pleopode 2. F: sperone. In alto: A, porzione anteriore del carapace (antennule non disegnate); B, pleure del secondo e terzo segmento addominale; C, chela; D, terzo massillipede (si noti la serie di 4 denti sul margine mesiale (interno) del meropodite); E, apice del primo pleopodio del maschio; F, secondo pleopodio del maschio (setole non disegnate). Settore Sviluppo Agricolo, Caccia e Pesca 3

5 zione di zone speciali di conservazione e particolari misure di gestione. I "gamberi d'acqua dolce" sono inoltre protetti integralmente dall'art.15 della l.r.33/1977, che ne vieta cattura, trasporto e commercio; tale norma va certamente riferita alla nostra unica specie autoctona, ossia appunto ad Austropotamobius pallipes, nonostante la citata legge riporti la dizione "Astacus fluviatilis". Compare infine con lo status "Vulnerabile" nella lista rossa della IUCN. Il crostaceo ha infatti subìto, negli ultimi decenni, una drastica diminuzione delle consistenze, causata dall'inquinamento idrico, per il quale è molto sensibile, e dalla diffusione di una patologia la cosiddetta peste dei gamberi - causata dal micete Aphanomyces astaci, originario degli Stati Uniti, che penetra la loro cute infettandone il corpo. A differenza dei gamberi di origine americana, quelli europei si sono trovati indifesi di fronte agli attacchi della malattia, che li ha letteralmente decimati. Un ulteriore fattore limitante per questa specie è rappresentato dalla presenza sempre più diffusa di specie alloctone (Procambarus clarkii, Orconectes limosus, Astacus leptodactylus, ecc.), che, oltre a determinare la diffusione della peste dei gamberi, concorrono con maggiore successo per la Settore Sviluppo Agricolo, Caccia e Pesca colonizzazione degli ambienti acquatici, grazie alla maggiore tolleranza verso acque di cattiva qualità, alla maggiore aggressività e all'elevato tasso di fertilità. Il gambero autoctono un tempo molto diffuso nel territorio cremonese - soprattutto nelle acque pulite della parte settentrionale della provincia - è oggi segnalato solo in sporadiche località e sostituito in gran parte dalle specie alloctone. 4

6 Gambero della Louisiana (Procambarus clarkii) Tipo: Artropodi Classe: Crostacei Sottoclasse: Malacostraci Famiglia: Cambaridae Negli Stati Uniti è conosciuto con il nome popolare di "red swamp crawfish" per la sua colorazione e popola in maniera assai numerosa gli acquitrini e le paludi della bassa vallata del fiume Mississippi in Louisiana. Il crostaceo è oggetto di un attento allevamento in regime estensivo parzialmente controllato dall'uomo e finalizzato alla commercializzazione delle sue carni che costituiscono gli ingredienti base di diversi piatti locali e vengono considerate inoltre un alimento particolarmente delicato e raffinato. Dalla Louisiana l'animale è stato introdotto per scopi commerciali in diversi altri paesi quali per esempio in Costa Rica, S. Domingo, Venezuela, Giappone, Hawaii, Kenya, Portorico, Spagna e recentemente, in maniera purtroppo spesso incontrollata, anche in Italia. Morfologicamente P. clarkii ricorda molto come struttura corporea l'astice di mare dal quale si distingue immediatamente per l'intensa colorazione rossa del suo esoscheletro particolarmente accentuata sulle chele degli esemplari adulti, mentre i giovani sono contraddistinti da una tinta grigio-bluastra su tutto il corpo. Il rostro è abbastanza stretto e si allarga progressivamente dall apice alla base. Le ganasce delle pinze sono ornate di tubercoli e di rientranze opposte fra loro che formano un efficace organo di presa. Presenta uno sperone sul carpopodite molto robusto e arquato, accompagnato da spine più piccole. Il cefalotorace è rugoso davanti e dietro il solco cervicale. Come dimensioni un individuo adulto può raggiungere una lunghezza massima di 15 centimetri ed un peso di 90 grammi. P. clarkii può normalmente vivere tra 0 e 35 C di temperatura, il suo optimum di crescita corporea viene raggiunto nel gradiente di temperatura che va dai 20 ai 25 gradi centigradi, mentre con temperature inferiori ai 12 gradi e superiori ai 32 l'attività riproduttiva e l'accrescimento corporeo sono notevolmente inibiti. Il ph ottimale è compreso tra 7 e 8, anche se tollera valori compresi tra 6 e 10; i valori di calcio ottimali oscillano tra 50 e 100 ppm (5-130 range tollerato). Il gambero della Louisiana mostra un ampia valenza ecologica; viene rinvenuto in una vasta gamma di ambienti acquatici. I biotopi lentici (acque stagnanti) prevalgono leggermente su quelli lotici (acque, torrenti). E comparso nel Nord Italia in stagni, laghetti di cava, lanche fluviali, fossati, canali, corsi d'acqua di origine collinare (torrenti e talora piccoli corsi non perenni) e nel tratto planiziale del Po. Questo gambero riesce ad adattarsi alle condizioni ambientali più disparate; nei biotopi allagati stagionalmente la temporanea mancanza d'acqua gli gioverebbe, anche perché determina la scomparsa di svariati suoi predatori e competitori acquatici. Il gambero della Louisiana può resistere a lungo fuori dal mezzo acqueo: qualora vi sia un elevato tasso di umidità nell'aria è in grado di sopravvivere per diversi mesi; la sorprendente possibilità di muoversi sul terreno, unitamente alla resistenza verso la prolungata siccità, gli conferiscono una straordinaria capacità dispersiva. Si ciba anche al di fuori dall acqua - soprattutto durante la notte e nei periodi piovosi - allontanandosi anche parecchio da stagni e fiumi. Essendo meno esigente del gambero autoctono si insedia benissimo anche nelle acque di non eccelsa qualità od ipertrofiche, dove tende ad allargare rapida- mente la zona di insediamento. Una ulteriore caratteristica etologica di questa specie é l'abitudine di scavare delle gallerie più o meno complesse nei fondali ed argini che delimitano gli ambienti acquatici in cui vive; questa capacità gli deriva dall'adattamento a quei biotopi situati lungo il Mississippi che risultano inondati solo periodicamente, e sono quindi caratterizzati da lunghi periodi di parziale o totale prosciugamento: in queste condizioni le gallerie, in cui la specie si rifugia durante la stagione sfavorevole A destra: A) rostro stretto che si allarga verso la base; B) ganasce delle pinze; C) sperone del carpopodite molto robusto; D) cefalotorace ruvido. Settore Sviluppo Agricolo, Caccia e Pesca 5

7 siccitosa, rappresentano un microambiente di estrema importanza per il suo ciclo vitale. Questi stessi rifugi giocano anche un ruolo considerevole nel successo riproduttivo della specie, dal momento che sono utilizzati dalla femmina per l'incubazione delle uova e la custodia dei neonati. Proprio l'intensa attività di scavo ha talvolta causato in diversi distretti della Pianura Padana dispersioni idriche nei fossati irrigui e parziali crolli delle sponde. Nei nostri ambienti il suo periodo riproduttivo è piuttosto ampio, compreso tra la primavera e l'autunno; la specie é in attività da marzo a novembre, con il massimo nella stagione tardo primaverile ed estiva (maggiosettembre). Il maschio prende con la forza la femmina e la immobilizza, con l'aiuto delle sue chele, in posizione rovesciata; in questo modo introduce le proprie spermatofore nel suo ricettacolo genitale addominale ("annulum ventralis"), collocato tra il terzo e il quinto paio di pereiopodi. Le spermatofore, a contatto con l'acqua, si induriscono e assumono una consistenza gelatinosa ed un colore bianco-lattiginoso, risultando ben visibili sotto il ventre delle femmine accoppiate. La violenza dell'accoppiamento può provocare a volte ferite alla femmina che nei casi più seri può anche perirne. Dopo l'accoppiamento il maschio perde ogni interesse per la femmina che a sua volta cerca subito un'accogliente tana in cui rifugiarsi (nell'habitat naturale in genere costituita da un tunnel profondo anche 1 metro e scavato dall'animale sul fondo o sugli argini del bacino di raccolta dell'acqua). La femmina rimane al sicuro per l'intera durata dell'incubazione delle sue uova. La durata del periodo di incubazione va dalle 2-3 settimane ai 3 mesi a seconda della temperatura (minore è la temperatura rispetto al valore ottimale maggiore è il tempo necessario perché le uova si schiudano); in Settore Sviluppo Agricolo, Caccia e Pesca questo lasso di tempo, le uova, il cui numero varia tra le 200 e le 700 unità per covata, attaccate tramite filamenti di muco solidificato sotto l'addome della madre, vengono da lei pulite e ossigenate quotidianamente. Queste cure includono anche l'esposizione periodica delle uova all'aria quando nella tana il livello dell'acqua è minimo e la temperatura ambientale è alta (fenomeni comuni durante i mesi più caldi dell'anno). Infatti in questa situazione il tasso di ossigeno disciolto in acqua è molto basso e la femmina, sempre rimanendo dentro il proprio rifugio, esce dall'acqua ed inizia ad ossigenare vigorosamente le uova muovendo le proprie appendici addominali (pleopodi) alla guisa di tanti piccoli ventagli. Questo comportamento non viene esibito allorchè vi sono condizioni ambientali costanti o almeno non limitanti per il buon esito dell'incubazione. I freddi mesi invernali li trascorre in quiescenza, per lo più in tane, anfratti naturali e nicchie ben riparate. Ha pochi nemici naturali ed è evitato anche da svariati uccelli ittiofagi perché molto battagliero e capace di difendersicon le chele e la coda. Molteplici sono gli aspetti negativi connessi alla presenza di questo gambero, che è in grado, come rilevato in altre parti d Europa, di soppiantare i gamberi autoctoni. Interferisce pesantemente con gli altri abitanti dell ambiente acquatico, in particolare con anfibi (che spesso già vivono stagioni difficili, quali salamandre e alcune specie di rane), molluschi acquatici, pesci e insetti. La stessa vegetazione acquatica può subire una riduzione, con effetti anche sugli organismi acquatici ad essa collegati. Oltre ad aver portato con sé il parassita Oligochete Cambarinicola mesochoreus che per fortuna non ha finora causato danni particolari, il vero flagello è stata l introduzione del fungo Aphanomyces astaci già ricordato. Infine l attività fossoria può causare fenomeni di instabilità idrogeologica, soprattutto dove i terreni sono argillosi e la densità della specie è elevata. 6

8 Gambero americano (Orconectes limosus) Originario del N o r d America è ora diffuso in molti paesi fuori dall'area di orgine. In Europa è presente in molti stati, tra cui l Italia (dagli anni 80). Ha una colorazione giallo-bruno con addome ornato, nella parte superiore, di macchie rosse o marroni caratteristiche. Il rostro è a doccia, con margini paralleli, senza cresta mediana. Il bordo interno della chela è rettilineo e regolare; presenta due serie di piccole e tozze spine disposte più o meno regolarmente in fila sul lato inferiore ed interno della chela; le pinze sono liscie. Presenta uno sperone semplice sul carpopodite e spine lungo il solco cervicale e davanti ad esso. Meno esigente in fatto di alimentazione di quello autoctono tende a predare piccoli animali e anche consimili. Predilige le zone di acqua non corrente e compete col gambero autoctono predandolo e allontanadolo. Essendo meno esigente del Gambero autoctono si insedia benissimo anche in acque di non eccelsa qualità o ipertrofiche dove tende subito ad allargare la zona di insediamento perché ottimizza facilmente l'utilizzo delle risorse e irradia l'eccesso di popolazione. Le Settore Sviluppo Agricolo, Caccia e Pesca Tipo: Artropodi Classe: Crostacei Sottoclasse: Malacostraci Famiglia: Cambaridae dimensioni massime del gambero americano non sono dissimili da quelle del gambero autoctono ma tali dimensioni sono raggiunte in tempi brevi dalla maggior parte degli individui della popolazione. Purtroppo in Europa è rinselvatichito molto bene ed è fuggito dagli allevamenti iniziali, colonizzando soprattutto canali, stagni e laghi. In Italia è già presente in molte regioni. Lo stato idraulico dei nostri canali non dovrebbe facilitarne la diffusione dato che per la maggior parte dell'anno sono in secca. I canali con livello più stabile invece dovrebbero essere colonizzati in tempi non lunghi. Anche questo gambero veicola la tanto temuta peste del gambero, per la quale Austropotamobius si trova indifeso. In alto: carapace e chelipede visti dorsalmente. A) spine; B) tubercoli sulla chela; C) speroni sul carpopodite. Nel disegno in alto a sinistra e nelle fotografie sono ben evidenti le macchie rosso-marroni sull addome. 7

9 Gambero di California (Pacifastacus leniusculus) Famiglia: Cambaridae Gambero turco (Astacus leptodactylus) Famiglia: Astacidae Esistono alcune sottospecie introdotte dall America; quella riportata in questa scheda è la sottospecie P. leneisculus leneisculus. Ha due creste post-orbitali, di cui la seconda poco accentuata. Il rostro è a margini lisci pressoché paralleli, con cresta mediana liscia a forma di cuscinetto. Mancano spine lungo il solco cervicale. Le pinze sono molto robuste, pesanti e possenti. Le ganasce presentano incisure e tubercoli. A livello dell articolazione fra il dito fisso e quello mobile è ben visibile una zona biancastra segnata di blu e contornata di rosso, molto caratteristica. Il gambero del Pacifico gradisce acque fresce e correnti, ma anche quelle calme e più calde. Si adatta bene anche a condizioni di vita apparentemente ostili. Anche questa specie come l A. leptodactylus ha sostituito in intere regioni europee la specie autoctona A. astacus. Il gambero turco è stato importato dalla turchia per scopi commerciali e a causa di immisioni più o meno accidentali è riuscito a colonizzare alcuni ambienti fluviali italiani. Ha una lunghezza media di cm, ma può raggiungere anche i cm (dalla punta del rostro al margine del telson) ed un peso di 200 grammi. E' chiamato anche gambero di Galizia o gambero a zampe gracili. Ha le chele con ganasce senza incisure, strette ed allungate; il margine interno del dito fisso del chelipede regolarmente arcuato. Il rostro è snello a doccia con margini quasi paralleli con sull asse un rilievo leggermente dentellato. Anche i margini esterni del rostro sono dentellati. Presenta due paia di spine post-orbitali, la seconda delle quali è poco sviluppata. Il solco cervicale è ben marcato. Ha numerose spine lungo il solco cervicale e davanti e dietro quest ultimo, sul cefalotorace. La pleure del secondo e terzo segmento addominale ha un evidente dentello sul margine inferiore. Lo scafocerite prolungato in un dente acuto che raggiunge l estremità distale del peduncolo antennale. Il meropodite del terzo massillipede presenta 1 o 2 denti subdistali nel margine mesiale. Le femmine portano le uova (da 200 a 400) da novembre a maggio. In alcuni ambienti europei ha soppiantato la specie autoctona Astacus astacus per la maggiore resistenza alle malattie (soprattutto alla peste) ed alla sua moltiplicazione più rapida. A sinistra: 1) Carapace e chelipede visti dal dorso. A: spine; B: rostro dentellato; C: cresta post-orbitale posteriore spinosa; D: tubencolo sulla ganascia della pinza del maschio. 2) Telson. E: concavità. Sopra: Pacifastacus leniusculus leniusculus Carapace e chela. A: cresta postorbitale spiniforme; B: acumen del rostro lungo Settore Sviluppo Agricolo, Caccia e Pesca 8

10 Tipo: Artropodi Classe: Crostacei Sottoclasse: Malacostraci Gambero europeo (Astacus astacus) Chiamato anche gambero a z a m p e rosse è diff u s o nell Europa centrale. Il carapace è debolmente granuloso. Ha un rostro con cresta mediana nettamente dentellata e con le due creste postorbitali molto visibili. Il rostro a doccia con margini paralleli e lisci. Spine situate dietro il solco cer- Famiglia: Astacidae vicale. Le pinze sono scabre, con tubercoli e incisure lungo la ganascia. Si trova tanto in ambienti lacustri che nei fiumi a lento corso con fondale anche fangoso dell Europa continentale. In Italia la sua presenza è accertata soltanto per la parte orinetale della Venezia Giulia. Sopra: 1) Carapace e chilipede visti dal dorso. A: spine; B: margini lisci del rostro; C: cresta post-orbitale; D: incavo sul dito fisso della chela. 2) Telson. E: convessità. Settore Sviluppo Agricolo, Caccia e Pesca 9

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