STRESS e RISCHI PSICOSOCIALI nel contesto scolas5co. Alunni e Insegnanti

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1 STRESS e RISCHI PSICOSOCIALI nel contesto scolas5co Alunni e Insegnanti

2 CONTRATTO D'AULA ESPLICITAZIONE TEMI TRATTATI INTERATTIVITA' e RACCOLTA ESPERIENZE INFORMAZIONE SULLE POSSIBILI RISOLUZIONI

3 STRESS BRAINSTORMING

4 Definizione e patologie correlate

5 DEFINIZIONE La definizione della Commissione Europea stabilisce che lo stress legato al lavoro è uno schema di reazione emotiva, cognitiva, comportamentale e psicologica agli aspetti conflittuali e nocivi dei contenuti del lavoro, dell organizzazione del lavoro, dell ambiente di lavoro. Lo stress è causato da una scarsa corrispondenza tra il nostro ruolo al lavoro e fuori dal lavoro e dal non avere un ragionevole grado di controllo sul nostro lavoro e sulla nostra vita.

6 Fonte: Agenzia Europea per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro

7

8 STRESS Un attivazione fisiologica e psichica eccessiva causa inizialmente un periodo di sopportazione resistenza e poi un periodo di esaurimento Diminuite capacità di difesa

9 LE DINAMICHE Il relativo modello psico neuro endocrino immunologico spiega come qualsiasi fattore che assume connotazioni stressanti incide sulla salute del nostro organismo e se protratto nel tempo può causare patologia.

10 SINTOMI SOGGETTIVI Aumento battito cardiaco Secchezza delle fauci Sudorazione Bisogno frequente di urinare Disturbi del sonno e dell alimentazione Cefalea Tremori

11 SINTOMI PSICOLOGICI Ansia, irrequietezza Depressione Stanchezza costante Scarsa attenzione e concentrazione Consumo di tranquillanti, alcol, droghe e sigarette

12 PATOLOGIE CORRELATE Disturbi cardiovascolari Ipertensione Cefalee Disturbi gastrointestinali Ulcere Colite ulcerosa Disturbi del sonno

13 BURNOUT Una o più condizioni stressogene, se particolarmente intense o protratte nel tempo, possono indurre l ormai nota sindrome del burnout (Maslach, 1982). Questa è solitamente caratterizzata da particolari stati d animo (quali ansia, irritabilità, esaurimento fisico, panico, agitazione, senso di colpa, negativismo, ridotta autostima, empatia e capacità d ascolto etc.), somatizzazioni quali emicrania, sudorazioni, insonnia, disturbi gastrointestinali, parestesie (Fontana, 1993), reazioni comportamentali (assenze o ritardi frequenti sul posto di lavoro, chiusura difensiva al dialogo, distacco emotivo dall interlocutore, ridotta creatività, ricorso a comportamenti stereotipati).

14 ALCUNI DATI: BASI SCIENTIFICHE: In aggiunta alle oltre pubblicazioni internazionali sull usura psicofisica (burnout) degli insegnanti (helping profession), recenti studi italiani mostrano che la categoria dei docenti, in controtendenza con gli stereotipi diffusi nell opinione pubblica, è soggetta al rischio di patologie psichiatriche con una frequenza pari a due volte quella della categoria degli impiegati, due volte e mezzo quella del personale sanitario e tre volte quella degli operatori manuali. Professione docente: un mestiere a rischio di disagio psichico? Indagine su stereotipi, vissuti, biologia e prospettive di un lavoro al femminile di V. Lodolo D Oria et Al (La Medicina del Lavoro N 3/2009). Quale rischio di patologia psichiatrica per la categoria professionale degli insegnanti? da La Medicina del Lavoro N. 5/2004 di V. Lodolo D Oria et Al.

15 RUOLI ISTITUZIONALI: gli stessi Uffici Scolastici Regionali sono tenuti a provvedere alla formazione dei dirigenti scolastici e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza perché, a loro volta, pongano in essere tutte le necessarie azioni di prevenzione e gestione del DMP (a vantaggio dei lavoratori, dell utenza e di tutto l ambiente scolastico).

16 POLITICHE COMUNITARIE: sul versante europeo vale la pena segnalare quanto sostiene una ricerca dei sindacati della scuola dei Paesi dell Unione che afferma: l insegnamento è tra le occupazioni a più alto rischio per la salute mentale e lo stress da lavoro è spesso legato a violenza, bullismo, mobbing e comportamento inaccettabile degli studenti I lavoratori del settore educativo sono maggiormente esposti al rischio di violenza quando il loro lavoro implica operare direttamente con studenti e genitori

17 I MOTIVI DI STRESS: Tra i principali motivi di stress viene incluso dai docenti il comportamento inaccettabile degli alunni. Il documento delle parti sociali conclude che L educazione di alunni con problemi sociali ed emotivi è un area di interesse prioritario per prendere provvedimenti a riguardo ai rischi psicologici degli insegnanti (stress, ansietà, tensione emotiva, stanchezza, depressione e burnout).ù Prevenzione dello stress legato al lavoro nel settore educativo studio ETUCE (Federazione Sindacati Scuola dei Paesi della UE).

18 TRE ELEMENTI PRINCIPALI Il burnout è riconosciuta come risultante di tre elementi principali (Maslach, 1986): affaticamento fisico ed emotivo (emotional exhaustion and fatigue) atteggiamento distaccato e apatico nei confronti di studenti, colleghi e nei rapporti interpersonali (depersonalisation and cynical attitude) sentimento di frustrazione dovuto alla mancata realizzazione delle proprie aspettative (lack of personal accomplishment).

19 IL QUARTO ELEMENTO Folgheraiter (1994) introduce un quarto elemento descritto come perdita della capacità del controllo, smarrimento cioè di quel senso critico che consente di attribuire all esperienza lavorativa la giusta dimensione. La professione finisce per assumere un importanza smisurata nell ambito della vita di relazione e l individuo non riesce a staccare mentalmente tendendo a lasciarsi andare anche a reazioni emotive, impulsive e violente.

20 FATTORI DI RISCHIO Sia in generale che con specifico riferimento allo scenario scolastico italiano, può essere ricondotta ad alcuni fattori riguardanti: la peculiarità della professione (rapporto con studenti e genitori, classi numerose, situazione di precariato, conflittualità tra colleghi, costante necessità di aggiornamento) il particolare rapporto con gli alunni/studenti. In nessun altra helping profession vi è un rapporto con l utenza così lungo (diverse ore al giorno), estenuante (tutti i giorni), protratto nel tempo (dura da 3 a 5 anni) e dunque impegnativo se non addirittura impietoso poiché non ti ci puoi sottrarre la trasformazione della società verso uno stile di vita sempre più multietnico e multiculturale (crescita del numero di studenti extracomunitari e degli interscambi culturali come effetti della globalizzazione)

21 FATTORI DI RISCHIO il continuo evolversi della percezione dei valori sociali (con l inserimento di alunni disabili nelle classi, la delega educativa da parte della famiglia a fronte dell assenza di genitori lavoratori o di famiglie monoparentali o allargate) l evoluzione scientifica (avvento era informatica e nuove tecnologie di comunicazione, web) il susseguirsi continuo di riforme (autonomia scolastica, innalzamento della scuola dell obbligo, ingresso nel mondo della scuola anticipato all età di cinque anni) la maggior partecipazione degli studenti alle decisioni e conseguente livellamento dei ruoli con i docenti il passaggio critico dall individualismo al lavoro d equipe l inadeguato ruolo istituzionale attribuito/riconosciuto alla professione (retribuzione insoddisfacente, risorse carenti, precarietà del posto di lavoro,mobilità, scarsa considerazione da parte dell opinione pubblica, stereotipi,isolamento individuale e totale inconsapevolezza dei rischi psicosociali legati alle helping profession).

22 TRE SOTTOTIPI burnout classico (o frenetico) quando il soggetto di fronte allo stress reagisceaumentando a dismisura la propria attività lavorativa fino all esaurimento psicofisico; burnout da sottostimolazione (underchallanged) dovuto alla insoddisfazione per la ripetitività e monotonia del lavoro che non è più ritenuto dall individuo all altezza di offrire stimoli e motivazioni sufficienti. Si tratta quindi di insegnanti più annoiati/demotivati che stressati nel vero senso del termine; burnout da scarsa gratificazione (wornout) dovuto a un lavoro ritenuto troppo stressante rispetto al riconoscimento che lo stesso comporta. La differenza col burnout classico risiede nella reazione dell individuo che riduce il proprio ritmo lavorativo col preciso fine di prevenire il sopraggiungere dell esaurimento. Non è altro che il tentativo di diminuire la discrepanza tra input e output riducendo il primo.

23 LA TERAPIA Farber ritiene che il progetto terapeutico sull insegnante vada rigorosamente personalizzato e deve essere volto a perseguire quattro obiettivi: diminuire la componente onirico idealista rispetto al proprio lavoro,ridimensionando le proprie aspettative e riconducendole a un piano più attinente alla realtà ( appare esserci una discrasia forte fra ciò che gli insegnanti ritengono di essere rispetto a come considerano di essere percepiti ); evidenziare gli aspetti positivi del lavoro e non concentrarsi solo su quelli negativi; coltivare interessi al di fuori dal lavoro per distrarsi e non focalizzare l attenzione esclusivamente sui problemi professionali; lavorare in compagnia di altre persone per non sentirsi soli. Condividere lo stress con amici e colleghi ed eventualmente rivolgersi a specialisti in ambito medico psicologico.

24 PREVENZIONE Friedman (2000) e Pithers (1995) affrontano la questione della prevenzione delburnout indicando tre livelli sui quali lavorare efficacemente con interventi formativi ad hoc: livello professionale: organizzazione di workshop che favoriscano l apprendimento di nuove tecniche d insegnamento, affrontino casi reali e simulati nel gestire una classe, insegnino a costituire e avvalersi di gruppi di auto aiuto per condividere esperienze e stress; rapporti interpersonali: organizzazione di corsi sugli stili d insegnamento da adottare e da rigettare; workshop su tecniche di stress management (training autogeno, autocontrollo, gestione dei conflitti etc.) e miglioramento dello stile cognitivo; livello organizzativo: organizzazione di corsi per l apprendimento della gestione manageriale di una classe, tecniche di comunicazione interna e di problem solving, coinvolgimento degli insegnanti nel processo di decision making,attivazione di servizi di counselling.

25 Definizione, le forme,conseguenze, fattori in gioco, come riconoscere e prevenire

26 DEFINIZIONE Comportamenti aggressivi (spesso proattivi) verso altri compagni di scuola Intenzione Fattore tempo Potere

27 LE FORME DI BULLISMO Cyberbullismo Razziale Omofobico Sessuale Mobbing Nonnismo

28 BULLI VITTIME TESTIMONI Gli studi condotti in vari paesi, fra cui l Italia, ci dicono che il 30 33% dei ragazzi che erano bulli a scuola poi diventano dei criminali in seguito. Questa ulteriore conferma ci spinge a intervenire tempestivamente, sia per non danneggiare la vittima sia perché il bullo non si abitui e non entri definitivamente in questo ruolo. Sulla scena degli atti di bullismo non ci sono solo i bulli e le vittime, ci sono pure i testimoni che sono tutti gli altri ragazzi che vi assistono, che sanno cosa accade ma non intervengono e non lo fanno per vari motivi: alcuni perché sono stati educati in maniera diversa e non farebbero cose simili; altri perché hanno paura dei bulli, anche se può piacergli di assistere a tali scene perché è un modo mediato di vivere il bullismo. Ad altri ancora, inizialmente, sembra solo uno scherzo, e non fanno niente per non essere accusati di fare la parte del moralista nei confronti dei propri compagni. Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta, dirige la rivista degli psicologi italiani Psicologia Contemporanea.

29 I BULLI Una ragione del manifestarsi della violenza riguarda i ragazzi che hanno subito oppure hanno assistito a violenze in famiglia. Qui l esito può essere duplice: molti ragazzi tendono ad identificarsi con l aggressore, perché non vogliono essere deboli, e poi tendono a riprodurre gli stessi comportamenti sugli altri più deboli di loro che individuano come deboli, perché il bullo si sceglie la vittima, non è che si scaglia contro chiunque, la studia, capisce che può prendersela con quel ragazzo o con quella ragazza perché la vittima è isolata, non sa difendersi, timida, ultima arrivata, non ha amici, perché si offende subito e non sa rispondere per le rime.

30 LE VITTIME le vittime non sono tutte uguali: c è la vittima innocente che viene presa di mira per il suo aspetto fisico, perché ad esempio ha le orecchie a sventola, oppure ha la pelle di un colore diverso, oppure semplicemente è l ultimo arrivato in classe e i gruppi si sono già formati. Ma ci sono anche le vittime provocatori, vittima che sarebbe un bullo se riuscisse a comportarsi come tale, a picchiare, ad avere lo stesso scilinguagnolo per offendere come fanno gli altri. Le vittime consenzienti sono forse il caso più triste che bisognerebbe bloccare subito, perché il consenziente è uno che accetta di esser trattato male dal gruppo pur di non rimanere solo, pur di essere riconosciuto.

31 LA VITTIMA La cosa peggiore che possa capitare ad un ragazzo è di non avere un identità, essere nessuno, essere messo da parte, e ci sono molti casi di bullismo che si leggono sul giornale in cui non si capisce perché la vittima non si sia sottratta, ma abbia accettato di essere tormentato a lungo. La spiegazione è che così aveva un gruppo di riferimento: gli altri lo accettavano se si lasciava tormentare. L intervento puntuale è necessario per spezzare questo circolo vizioso e far capire che certi comportamenti non sono accettabili: è preferibile la solitudine, anche se restare soli per i ragazzi è una situazione molto dura perché significa essere diversi dagli altri, non essere accettati, non valere niente. Il ragazzo deve avere molta fiducia in se stesso per pensare di valer di più nonostante gli altri non lo vogliano, deve avere delle doti per farcela.

32 I TESTIMONI I testimoni sono coloro che possono fare la differenza nell'esito degli episodi di bullismo. Sono un gruppo che è numeroso ed è possibile che sia una forza Secondo diversi studi, se il gruppo dei testimoni interviene, gli episodi di bullismo perdono di efficacia nella loro dinamica di potere e possono estinguersi Interventi: stimolazione dei testimoni da parte dell'adulto che si accorge degli episodi.

33 CONSEGUENZE Sintomi psicosomatici Bassa autostima Isolamento e depressione e ansia Paura Ideazione suicidaria

34 SPIEGAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEL BULLO Educazione Legame di attaccamento Valori famigliari Componenti personali (cognitiva emotivamotivazionale morale)

35 IL GRUPPO Bullo Vittima Aiutante Sostenitore Difensore

36 FATTORI AMBIENTALI Organizzazione e clima scolastico Relazione insegnanti alunni Senso di giustizia e comunità

37 ASPETTI PSICO EMOZIONALI Passaggio all atto: dall incapacità di esprimere emozioni alla violenza Il bullo vuole avere potere ed essere visto Il bullo può essere dominante o gregario La vittima tende all insicurezza e alla bassa autostima (chiusura,timidezza,isolamento) La vittima può essere passiva o provocatrice Bullo e vittima presenteranno difficoltà relazionali

38 La vittima : COME RICONOSCERE Depresso Vittima di furti o danni Isolamento Il bullo : Prende in giro e minaccia Danneggia oggetti Aggressivo e violento

39 DA NON FARE! ARRABBIARSI E PROVOCARE VERGOGNA SMINUIRE L IMPORTANZA DELL ACCADUTO INCOLPARE LA SCUOLA CONSIGLI DELLA NONNA

40 GLI ATTORI: Scuola Classe Comunità Famiglia Alunni PREVENZIONE

41 PREVENIRE E MEGLIO LE AZIONI EFFICACI: Politica scolastica Formazione per l'adulto Regole Consapevolezza e responsabilità Interventi

42 Definizione, origine e conseguenze, come riconoscerlo e affrontarlo

43 ANSIA DA PERFORMANCE: DEFINIZIONE Inquietudine causata da uno stato di insicurezza e timore, relativo al conseguimento di un bene sperato o alla minaccia di un male temuto L ANSIA è una emozione caratterizzata da preoccupazione eccessiva senza che vi sia una precisa causa.

44 ORIGINE I fattori sono di natura sia genetica che ambientale Interagendo tra loro rendono l individuo più vulnerabile allo stress

45 Fragilità SINTOMI PSICOLOGICI Incapacità di difendersi Mancanza di autocontrollo Sopravvalutazione degli altri Pensieri negativi su di sé e sulla propria prestazione

46 QUANDO DIVENTA PATOLOGIA Risposta inappropriata a preoccupazioni esistenziali o relative all ambiente Conseguenza: alterazione delle normali capacità individuali Circolo vizioso In assenza di reali motivazioni si soffre di apprensione circa la propria capacità di rendimento scolastico o lavorativo

47 CONSEGUENZE Autoterapia (alcol, farmaci, droghe, stimolanti) Rischio di dipendenza e abuso Interventi psicologici di prevenzione e supporto

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