Istanza di autorizzazione alla ricerca e di concessione di acque ad uso industriale e ad uso igienico ed assimilati in località Castella

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1 Provincia di Brescia Comune di Brescia e di concessione di acque ad uso industriale e ad uso igienico ed assimilati in località Castella RELAZIONE GEOLOGICA La Ditta: Gaburri S.p.A. Via Buffalora, BRESCIA Il Tecnico: Dott. Geol. Maria Angela Premoli Ordine dei Geologi della Lombardia Iscrizione n 678 Paratico, Settembre 2009

2 SOMMARIO 1. PREMESSA 5 2. LOCALIZZAZIONE DELL AREA Identificazione catastale 9 3. LINEAMENTI GEOMORFOLOGICI, GEOLOGICI E D USO DEL SUOLO Caratteristiche geomorfologiche Caratteristiche geologiche IDROGRAFIA SUPERFICIALE CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE E PIEZOMETRIA Profondità della falda e definizione delle caratteristiche della circolazione idrica sotterranea VULNERABILITÀ DEGLI ACQUIFERI AREE DI SALVAGUARDIA CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 22 3

3 FIGURE NEL TESTO - Carta geologica d Italia (non in scala) - Carta delle Unità idrogeologiche (non in scala) - Carta delle Isopiezometrie (non in scala) - Traccia delle sezioni idrogeologiche (non in scala) - Sezioni idrogeologiche (non in scala) ALLEGATI FUORI TESTO - Tavola 1 - COROGRAFIA (scala 1:10.000) - Tavola 2 - CARTA LITOLOGICA (scala 1:10.000) - Tavola 3 - CARTA DELLE ISOPIEZOMETRICHE (scala 1:10.000) - Tavola 4 ESTRATTO DI MAPPA (scala 1:2.000) - Tavola 5 - SEZIONE IDROGEOLOGICA (scala grafica) - STRATIGRAFIA (scala grafica) 4

4 1. PREMESSA Il seguente studio costituisce la presentata a supporto dell istanza di autorizzazione alla ricerca e di concessione di acque sotterranee in Comune di Brescia presentata dalla Ditta Gaburri S.p.A.. La relazione, che comprende la definizione delle caratteristiche territoriali dell area ove sono previste le opere di progetto, è sviluppata secondo i seguenti argomenti: lineamenti geomorfologici, geologici e d uso del suolo; caratteristiche idrogeologiche e piezometria; vulnerabilità degli acquiferi; qualità delle acque sotterranee; aree di salvaguardia. Le opere che si intendono realizzare sono: un pozzo ad uso igienico ed assimilati che ha lo scopo di fornire la quantità d acqua necessaria alle pertinenze e/o alle attività complementari effettuate all interno dell area a valenza estrattiva sita in località Castella, ubicata nel comparto nord-occidentale dell ATEg25 in prossimità del quale la Ditta richiedente da tempo svolge attività di estrazione di inerti sabbioso-ghiaiosi, come di seguito meglio specificate: o fabbisogno idrico dei servizi igienici (uffici e capannone); o approvvigionamento del sistema irriguo delle opere a verde; o approvvigionamento del sistema di abbattimento polveri, un pozzo ad uso industriale che ha lo scopo di fornire la quantità d acqua necessaria agli impianti di 1^ e 2^ lavorazione di prossima realizzazione all interno del comparto sopra citato. 5

5 Il lavoro di seguito esposto è redatto in conformità a quanto richiesto dalla normativa tecnica di settore ed è stato sviluppato seguendo le indicazioni generali predisposte dall Amministrazione Provinciale di Brescia, Assessorato all Ambiente- Ecologia/Servizio Acqua. 6

6 2. LOCALIZZAZIONE DELL AREA L area ove è prevista la ricerca di acque sotterranee ad uso igienico ed assimilati e ad uso industriale e successiva concessione è situata nel territorio Comunale di Brescia e ricade all interno della perimetrazione dell ATEg25, in corrispondenza della sua propaggine nordovest da destinare, una volta ribassata, a pertinenze di cava: il perimetro di ATE racchiude terreni riconosciuti a valenza estrattiva dalla pianificazione di settore vigente, di cui vaste porzioni risultano essere già state interessate, sia in passato (ex cava Pasotti) che in epoche recenti (cava Gaburri S.p.A., già CO.GE.PA. S.p.A.), da interventi estrattivi. Il concetto di pertinenze è contenuto nel R.D del , titolato Norme di carattere legislativo per disciplinare la ricerca e la coltivazione delle miniere del Regno, nella fattispecie nell art. 23 che recita sono pertinenze della miniera gli edifici, gli impianti fissi interni o esterni, i pozzi, le gallerie, nonché i macchinari, gli apparecchi e utensili destinati alla coltivazione della miniera, le opere e gli impianti destinati all arricchimento del minerale. Sono considerati come mobili i materiali estratti, le provviste, gli arredi. Il concetto è ripreso dalla più recente L.R. 14/98 che disciplina la coltivazione di sostanze minerali di cava, che sostanzialmente definisce le pertinenze come tutti gli impianti per la lavorazione, la selezione, la trasformazione e la valorizzazione dei materiali coltivati, nonché le strutture e i manufatti per uffici e servizi per il ricovero degli automezzi e quanto altro di supporto alle attività dell impresa. Il comparto in esame è situato a Sudest del centro abitato di Brescia ed è interposto tra la tangenziale sud di Brescia (a nord) e l Autostrada A4 (a sud); più in generale è individuabile tra la collina di Castenedolo e la località Buffalora di Brescia, in corrispondenza della fascia di pianura a ridosso dei rilievi collinari. 7

7 L area circostante la zona d intervento è costituita da terreni adibiti solo parzialmente ad uso agricolo in quanto risulta prevalente l incidenza antropica di origine equivalente a quella correlata alla richiesta di approvvigionamento in esame: infatti, nell intorno della area sono presenti diversi siti estrattivi sia ad Ovest che a Sud-Ovest. In prossimità dell area da destinare ad impianti e pertinenze di cava si segnala la presenza dell insediamento residenziale di Buffalora, a circa 500 m in direzione Ovest, mentre in direzione Nord, a breve distanza dalla medesima, di un impianto di smaltimento gestito dalla A.S.M. di Brescia (non più in esercizio dal 1992, nelle cui aree di servizio è attiva la piattaforma ecologica per la raccolta differenziata dei rifiuti di ASM Brescia S.p.A.), entrambi demarcati dalla viabilità ordinaria (vd. Corografia allegata). Ulteriori centri urbanizzati prossimi all area di intervento sono: frazione Bettole di Brescia (ubicata a circa 1 Km in direzione Sudovest), frazione S.Polo di Brescia (ubicata a 2 Km in direzione Ovest), Rezzato (ubicato a circa 1,5 Km in direzione Nordest), Castenedolo (che dista circa 1,6 Km a Sudest) e frazione S.Eufemia di Brescia (distante circa 2 Km in direzione Nordovest). Per l inquadramento della zona si fa riferimento alle seguenti sezioni cartografiche: assetto territoriale: Sezione D6c2-Castenedolo della Carta Tecnica Regionale (scala 1:10.000); assetto geologico a carattere generale: Foglio 47 BRESCIA della Carta Geologica d Italia (scala 1: ). L accessibilità al sito è da considerarsi ottima per l esistenza di strade di penetrazione collegate alla viabilità principale: l accesso può avvenire dalla strada vicinale/comunale per Castenedolo (individuabile a Nordest, collegata alla via Serenissima (sita ad Ovest, con asse all incirca Nord-Sud) a sua volta congiunta alla 8

8 tangenziale Sud (sita a Nord, con asse Est-Ovest) ed alla S.S. 236 Goitese (che scorre più a Sud). 2.1 Identificazione catastale I pozzi di progetto ricadono sui terreni di proprietà della Ditta Gaburri S.p.A. catastalmente contraddistinti dai mappali nn. 136 e 172 del Foglio 275 del Comune Censuario di Brescia (vd. Estratto di mappa allegata). 9

9 3. LINEAMENTI GEOMORFOLOGICI, GEOLOGICI E D USO DEL SUOLO L area indagata è situata nella porzione sud-orientale del territorio comunale di Brescia, in prossimità del confine comunale condiviso con Rezzato. 3.1 Caratteristiche geomorfologiche L area in oggetto si inserisce nell alta pianura bresciana centro orientale, posta a nord della linea delle risorgive e compresa tra la valle del F.Mella (ad Ovest) e il Chiese (a Est), nella fascia pedecollinare a Nordovest della collina di Castenedolo. Dalla Carta litologica (scala 1:10.000) allegata, desunta dalla cartografia ufficiale integrata dagli elementi territoriali riportati nelle basi informative ambientali della pianura fornite nel sito web della Regione Lombardia, si evince che l area in esame ed un limitato intorno è dal punto di vista morfologico subpianeggiante, con quote variabili da 135,00 m s.l.m. a 131,00 m s.l.m. (quote CTR), con un gradiente topografico pari a circa il 0,4 % verso Sud-Sudovest. Il contesto geomorfologico di riferimento è, infatti, tipico di piana alluvionale fluvioglaciale e fluviale con caratteristiche abbastanza monotone: all interno di questa monotonia sono individuabili strutture morfologiche poco evidenti (paleoalvei), rappresentate da lievi ondulazioni del suolo che interessano l area in esame. Le forme superficiali del terreno ed i processi che le hanno modellate sono quasi esclusivamente legate ad un solo agente morfologico naturale costituito dalle acque superficiali: nell area indagata, infine, non si rilevano indizi di fenomeni erosivi e/o deposizionali attivi. A ciò si aggiunge il marcato intervento antropico che ha modificato in forma sostanziale questa porzione del territorio comunale di Rezzato mediante la creazione di depressioni conseguenti ad interventi di escavazione di sabbia e ghiaia, in parte ricolmate. 10

10 In considerazione della distanza del sito dai principali corpi idrici superficiali che interessano il territorio comunale di Brescia ed aree contermini e/o della loro collocazione geografica, si ritiene che la zona di intervento non sia potenzialmente soggetta a fenomeni di alluvionamento. 3.2 Caratteristiche geologiche L area in esame e quelle contermini sono contraddistinte dalla presenza di due unità litologiche che corrispondono ad altrettante unità morfologiche ed idrogeologiche, individuate dalla cartografia ufficiale (Carta Geologica d Italia, che rappresenta il riferimento bibliografico per la nomenclatura e la descrizione della formazione affiorante) come segue: f g : alluvioni fluvio-glaciali, da molto grossolane a ghiaiose, con strato di alterazione superficiale argilloso, giallo - rossiccio, di ridotto spessore, localmente ricoperte da limi più recenti in lembi non cartografabili separatamente. Costituiscono l alta pianura a monte delle risorgive e si raccordano con le cerchie moreniche più alte degli anfiteatri sebino e benacense. Secondo alcuni alcuni autori sottoposte ed anteriori al FGW, secondo altri variazione granulometrica verso monte del medesimo; f W g : alluvioni fluvio-glaciali, prevalentemente sabbiose e limose con strato di alterazione brunastro, di spessore limitato. Costituiscono la media pianura a valle della zona delle risorgive WÜRM. La carta geologica di seguito riprodotta riassume quanto finora descritto ed evidenzia i rapporti esistenti tra l area estrattiva in esame ed il territorio circostante. La struttura geologica dell area in esame deriva dall insieme dei fenomeni legati: all attività neottetonica, all azione dei glaciali pleistocenici ed ai fenomeni 11

11 morfoclimatici che hanno regolato le modifiche degli alvei dei torrenti fluvio-glaciali i cui depositi hanno formato la pianura attuale. Al termine di ogni fase di sedimentazione, durante le fasi interglaciali venivano smantellati i depositi alluvionali e fluvio-glaciali: il risultato è stato lo smembramento delle unità più antiche (mindelliana e rissiana). Nella pianura i sedimenti più antichi sopraccitati si immergono al di sotto dei depositi più recenti costituenti il livello fondamentale della Pianura e che sono variamente incisi dai corsi d acqua principali con le proprie alluvioni. Più a Sud sono comunque rinvenibili modesti terrazzi relitti a morfologia ondulata (collina di Castenedolo) geologicamente appartenenti alle unità più antiche sottostanti, che si raccordano con la pianura sottostante. In particolare, l area in cui è inserito area oggetto del presente studio, è impostata in corrispondenza delle Alluvioni fluvio-glaciali, da molto grossolane a ghiaiose (sigla fg) corrispondenti all alta pianura a monte della zona delle risorgive (vd. CARTA GEOLOGICA prodotta a margine). La distinzione tra l alta pianura e la medio-bassa pianura è determinata dalla variazione della classe granulometrica e/o modale dei depositi continentali quaternari, associata all emersione del primo livello acquifero che si conforma in una vera e propria linea delle risorgive. Di seguito viene allegata una sezione litostratigrafica che illustra la distribuzione dei litotipi caratterizzanti i terreni indagati (vd. Sezione idrogeologica (scala grafica) allegata). Trattasi di ghiaie immerse in una matrice sabbiosa e sabbioso-limosa incoerente; presentano una struttura a grosse lenti, talvolta conglomeratiche e/o argillose. 12

12 4. IDROGRAFIA SUPERFICIALE L area in esame è caratterizzata da un reticolo idrico superficiale piuttosto sviluppato: il reticolo locale è costituito da una fitta rete di canali irrigui, naturali ed artificiali con direzione prevalente Nord-Sud che svolge una efficace funzione di raccolta e distribuzione delle acque superficiali ai fini irrigui e di scolo. I canali principali, gestiti dal Consorzio di Bonifica Medio Chiese, si dividono in numerosi vasi secondari, spesso effimeri a seconda delle pratiche agricole, e destinati a fornire l acqua ai singoli fondi. Le principali rogge, e loro derivazioni appartenenti al Canale Naviglio Grande Bresciano presenti nell area in esame sono: la Roggia Treina e la Roggia Cavallina e la Roggia Rudoncello. 13

13 5. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE E PIEZOMETRIA Le caratteristiche idrogeologiche dell area in esame sono state ricostruite facendo riferimento alla documentazione bibliografica ed a sezioni stratigrafiche disponibili. Per quanto concerne il profilo idrogeologico dell area si é fatto riferimento in primo luogo alle rappresentazioni grafiche pubblicate a corredo dello Studio idrogeologico della Pianura Bresciana fra il F.Oglio e il Fiume Chiese redatto da E. Denti, S Lauzi, P Sala e L. Scesi del quale sono di seguito riportate la Carta delle Isopiezometriche e la carta Traccia e sezioni idrogeologiche (con le sezioni ricadenti nell area in esame e relativo intorno) mediante le quali si sono definite le caratteristiche idrogeologiche che influenzano l area interessata. La Carta delle Isopiezometriche visualizza l andamento della piezometria che alla scala dello studio sopra citato si presenta con direzione preferenziale di scorrimento da Nordest a Sudovest; in particolare poco a monte dell area in cui é proposto l intervento le linee piezometriche sembrano risentire dell influenza di uno spartiacque sotterraneo che determina la loro inflessione. Per quanto attiene l idrogeologia, l unità geologica presente nella zona in studio, dal punto di vista idrogeologico costituisce un unità costituita prevalentemente da sabbie e ghiaie, dotate di buona conducibilità idraulica, con interposizione di strati conglomeratici e/o strati/lenti di materiali fini (argille e limi) impermeabili che, limitatamente alle profondità indagate, solo localmente separano nel materasso alluvionale falde idriche, costituendo in generale un sistema acquifero monostrato. Infatti, le lenti a granulometria fine, con minori caratteristiche di permeabilità rispetto alle ghiaie e sabbie che le inglobano, determinano un deflusso preferenziale delle acque nei litotipi più permeabili e di conseguenza una circolazione idrica in 14

14 livelli sovrapposti che sono, però, tra loro intercomunicanti, proprio in funzione del fatto che gli orizzonti a bassa impermeabilità non sono estesi e potenti al punto da separare acquiferi diversi e, pertanto, detti livelli acquiferi possono essere ricondotti ad un unica circolazione idrica sotterranea. Per quanto riguarda la circolazione idrica all interno della Alluvioni fluviogalciali, trattandosi di una formazione permeabile per porosità, si può descrivere in termini generali una circolazione sotterranea con circuiti idrici regolari e continui. Schematicamente, dall esame delle stratigrafie del pozzo industriale presente all interno nell area di cava della Ditta Gaburri S.p.A., dalle risultanze stratigrafiche dei sondaggi realizzati in occasione della apertura della cava medesima nonché dai profili stratigrafici estratti dalla bibliografia specifica esistente si può desumere la presenza di un acquifero freatico avente il letto a profondità intorno ai 60,00 m dal piano campagna. 5.1 Profondità della falda e definizione delle caratteristiche della circolazione idrica sotterranea Per la definizione delle caratteristiche idrodinamiche locali della falda nella zona in oggetto ricadente entro il deposito sabbioso-ghiaioso in precedenza caratterizzato, ci si è riferiti alla Carta delle isopiezometriche (scala 1:10.000) riportata in allegato, che riassume le caratteristiche idrogeologiche dell area di cui al progetto proposto: l andamento locale della superficie della falda riprodotta nell elaborato sono riferiti ad una campagna di rilevazione eseguita alla fine del mese di maggio Il valori di massima risalita sono stati ricavati dalle misure freatimetriche condotte dallo scrivente studio effettuate nel periodo compreso fra il variano da 118,50 m s.l.m. a 116,30 m s.l.m.. 15

15 In conclusione, la situazione degli acquiferi nel sottosuolo dell area in esame risulta evidentemente influenzata dalle caratteristiche della formazione presente, in particolare dalla sua permeabilità e può essere schematizzata nel seguente modo: andamento locale delle acque sotterranee: da Nordest a Sudovest, con variazione della direzione di flusso da imputare alle variazioni di regime di falda in corrispondenza delle quali si possono attivare direzioni preferenziali di ricarica e/o di drenaggio, ovvero a causa di emungimenti nei pozzi idrici presenti nella zona; ricarica: per infiltrazione dalla superficie (apporti pluviometrici e reti idrografica) e dalle falde a monte; gradiente idraulico locale: 0,2%; escursione massima media stagionale della superficie piezometrica: 2 m; valori minimi: nel periodo primaverile; valori massimi: nel periodo estivo. In relazione alla presenza dei depositi fluvioglaciali, la permeabilità dell area può essere considerata media dal punto di vista della porosità, con circuiti idrici regolari e continui, con un valore di k da 10-4 m/sec a 10-3 m/sec. Per quanto riguarda la potenzialità della falda superficiale presente nel sottosuolo, dai dati disponibili relativi ai pozzi della zona, emergono portate di circa 30 l/s, con abbassamenti di circa 1-2 m che corrisponde ad una portata specifica di circa l/sec*m: il dato conferma l ottima disponibilità d acqua presente già nella falda superfiale da cui attingono i pozzi considerati. La situazione appare quindi favorevole per il reperimento delle quantità d acqua necessarie a profondità contenute (da 60/70 m dal p.c., entro la falda superficiale). 16

16 6. VULNERABILITÀ DEGLI ACQUIFERI Con il termine di vulnerabilità si intende la possibilità di infiltrazione e di propagazione di eventuali sostanze indesiderabili provenienti in genere dalla superficie, nel caso più generico, ovvero da altre falde superficiali già compromesse. Lo stato di potenziale minaccia della qualità originaria delle acque sotterranee risulta pertanto determinato unicamente dalle condizioni ambientali (naturali e/o antropiche) esistenti e indipendenti da eventuali sorgenti inquinanti. La vulnerabilità di un acquifero è pertanto funzione della resistenza della zona insatura alla infiltrazione e propagazione di eventuali contaminanti provenienti dalla superficie (o da altre falde più superficiali più compromesse) (in base al grado di confinamento dell acquifero, alla profondità del livello dell acqua entro il mezzo poroso permeabile, alla umidità e alla permeabilità verticale nella zona non satura) così come della capacità di detta zona di attenuare o ridurre l azione del o degli agenti contaminanti (dispersione, diluizione, decadimento, idrolisi, adsorbimento, ecc). L assetto geometrico-strutturale dei depositi alluvionali consente di descrivere un quadro abbastanza uniforme del naturale grado di protezione degli acquiferi in corrispondenza dell area sottesa dall opera di captazione di progetto. Il substrato è di tipo ghiaioso-sabbioso ed è caratterizzato da coefficienti di permeabilità che variano da 10-5 m/sec a 10-3 m/sec (permeabilità medio-alta). Un altro parametro importante ai fini della valutazione della vulnerabilità all inquinamento delle acque sotterranee è rappresentato dallo spessore della zona di aerazione. Per zona di aerazione si intende la fascia di terreno non satura nella quale il movimento dell acqua avviene verticalmente, al contrario della zona satura, il cui limite superiore è rappresentato dal livello piezometrico, dove la circolazione avviene orizzontalmente. 17

17 E evidente che una zona di aerazione a bassa conducibilità offre maggiori garanzie circa il completo svilupparsi, già nella fase di eventuale percolazione delle acque di precipitazione infiltrate attraverso il substrato in posto, dei fenomeni di depurazione naturale. Tra i diversi metodi per la valutare la vulnerabilità di un acquifero è stato adottato un metodo che prende in considerazione indici di riferimento denominato con la sigla identificativa GOD, messo a punto dal British Geological Survey (Foster, 1987) e che, secondo le valutazioni del C.N.R., rappresenta uno dei più importanti ed utili del settore, sviluppato specificatamente per zone le cui informazioni sul suolo e sottosuolo e sistema acquifero sotterraneo siano scarse. Tale metodo possiede una struttura semplice e pragmatica che lo rende superiore al modello DRASTIC nell interpretazione dei risultati. Il metodo GOD utilizza tre proprietà, indicizzate, del terreno come dati in ingresso il cui prodotto ne rappresenta la vulnerabilità. Si tratta di una valutazione puntuale che stimando le condizioni medie, consente di stimare con buona affidabilità la vulnerabilità idrogeologica senza tenere conto del tipo di contaminante. In ordine al modello idrogeologico descritto in precedenza, i parametri presi i considerazione risultano avere i seguenti valori: Groundwater occurrance: Tipo di acquifero: non confinato (valore 1,0); Overlying lithology: Substrato litologico dell insaturo: alluvioni fluvio-glaciali (valore 0,6); Depth to Groundwater: Profondità della superficie freatica: m (valore 0,7). Indice di vulnerabilità = G*O*D 18

18 Fig. 1 metodo empirico GOD perla valutazione della vulnerabilità intrinseca Da tale stima si evince che l acquifero è naturalmente caratterizzato da un indice di vulnerabilità moderato (i valori medi dell indice sono compresi tra 0,4 e 0,5), ossia vulnerabilità a qualche inquinante ma solo quando rilasciati in maniera continua (da Foster et alii, 2002); si precisa che il metodo GOD non prende in considerazione l azione protettiva esercitata dal suolo. Circa i potenziali centri di contaminazione presenti a monte idrogeologico a quella in oggetto determina una situazione di rischio potenziale data la presenza di un distributore, mentre la restante parte a vocazione estrattiva è totalmente in capo alla Ditta Gaburri S.p.A. che adotterà tutti gli accorgimenti necessari durante l esercizio 19

19 di attività estrattiva per evitare sversamenti di sostanze indesiderabili che potrebbero compromettere la qualità dell acquifero captato. 20

20 7. AREE DI SALVAGUARDIA L art. 94, comma 1 del D.Lgs 152/06 stabilisce che per mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque sotterranee destinate al consumo umano, erogate a terzi mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse, attorno al pozzo vengano individuate le aree di salvaguardia: nel caso specifico non verrà indicata alcuna delimitazione di tali aree di salvaguardia in quanto non ne è prevista l adozione trattandosi di due pozzi, uno ad uso industriale e l altro ad uso igienico ed assimilati, non a uso potabile. 21

21 8. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE L indagine effettuata nel corso della presente relazione geologica ha consentito di fornire la descrizione delle caratteristiche idrogeologiche dell area interessata dalle future opere di emungimento a scopo industriale e igienico ed assimilati in oggetto. Alla luce di quanto esposto nei precedenti paragrafi, si deduce che le terebrazioni e la messa in opera di due nuovi pozzi da parte della Ditta Gaburri S.p.A. in corrispondenza dell area indagata, stante le caratteristiche idrogeologiche dei depositi sabbioso-ghiaiosi rilevate, consentirà l approvvigionamento di acqua ad uso igienico ed assimilati ed industriale per gli utilizzi previsti. La tubazione fenestrata sarà posizionata in funzione della posizione più favorevole individuata a seguito dell analisi litostratigrafica dei campioni ottenuti in fase di perforazione e presumibilmente intorno ai 55/60 m dal p.c.. Tutte le informazioni circa l esecuzione dell opera a regola d arte verranno definite nel dettaglio in seguito ai risultati della perforazione. Il Tecnico Dott. Geol. Maria Angela Premoli 22

22 ALLEGATI 23

23 CARTA GEOLOGICA (ESTRATTO CARTA GEOLOGICA D ITALIA (FOGLIO 47 BRESCIA) (NON IN SCALA) LEGENDA AREA DI UBICAZIONE POZZI 24

24 Carta delle Unità idrogeologiche (non in scala) 25

25 Carta delle Isopiezometrie (non in scala) 26

26 Traccia delle sezioni idrogeologiche (non in scala) 27

27 28 GABURRI S.p.A.

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