1. PREMESSA 3 2. RICERCA STORICA E BIBLIOGRAFICA 5 3. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO 8 4. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE 9 5.

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1 INDICE 1. PREMESSA 3 2. RICERCA STORICA E BIBLIOGRAFICA 5 3. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO 8 4. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE Inquadramento geologico del territorio Caratteristiche geotecniche dei terreni GEOMORFOLOGIA Inquadramento geomorfologico PERICOLOSITÁ SISMICA Introduzione Zona sismica di appartenenza Carta della pericolosità sismica locale (Tav. 3) Applicazione del 2 livello Effetti litologici Conclusioni dell analisi sismica di 2 livello IDROGRAFIA Il reticolo idrografico Monografia del Torrente Garza Inferiore estratta dal Sottoprogetto 1.4 (Autorità di Bacino del Fiume Po) I fontanili 32 1

2 8. IDROGEOLOGIA Introduzione Caratteristiche idrogeologiche del teritorio di Ghedi Descrizione delle unità idrogeologiche e degli acquiferi contenuti Descrizione delle sezioni idrogeologiche Piezometria Modificazioni indotte sulla superficie piezometrica dall attività estrattiva in falda Fonti di approvvigionamento idrico pubblico e privato Qualità delle acque sotterranee Vulnerabilità delle acque sotterranee RACCORDO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA CARTA DEI VINCOLI CARTA DI SINTESI DESCRIZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITÀ E NORME GEOLOGICHE DI ATTUAZIONE CONCLUSIONI 65 2

3 1. PREMESSA Nella presente relazione viene definito l assetto geologico, idrogeologico e sismico del territorio di Ghedi in attuazione dell art.57 della L.R. 11 marzo 2005 n.12. Lo studio è stato condotto secondo i criteri e gli indirizzi contenuti nella D.G.R. 22/12/2005 n.8/1566 e nella D.G.R. 28/05/2008 n. 8/7374. Lo studio della componente geologica del Piano di Governo del Territorio è stato suddiviso nelle seguenti fasi di lavoro: 1) fase di analisi, 2) fase di sintesi/valutazione e 3) fase di proposta. Per l inquadramento del territorio sono stati utilizzati i dati contenuti nello Studio geologico del territorio comunale (Ziliani L., Scovoli M ), opportunamente integrato con gli approfondimenti richiesti dai criteri contenuti nella D.G.R. 22/12/2005 n.8/1566. Sono state quindi prodotte la CARTA GEOLOGICA E GEOMORFOLOGICA (TAV.1) e la CARTA IDROGEOLOGICA E DEL SISTEMA IDROGRAFICO (TAV. 2). Inoltre, ai sensi della D.G.R. 28/05/2008 n. 8/7374 il Comune di Ghedi è tenuto ad aggiornare lo studio geologico relativamente alla componente sismica, secondo la metodologia contenuta nell Allegato 5 della D.G.R. 28/05/2008 n. 8/7374. L approfondimento sismico prevede la predisposizione della CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE (TAV. 3) e l'esecuzione di un indagine geofisica sismica superficiale a rifrazione per la valutazione dei parametri V p e V s e per la ricostruzione del modello geofisico del sottosuolo. I risultati dell indagine geofisica consentono l applicazione del 2 livello di approfondimento della metodologia per la valutazione dell amplificazione sismica locale. L applicazione del 2 livello permette l individuazione, se presenti, delle aree in cui la normativa nazionale risulta insufficiente a salvaguardare dagli effetti di amplificazione sismica locale. La fase di sintesi/valutazione ha condotto alla predisposizione della CARTA DEI VINCOLI (Tav. 4) che individua le limitazioni d uso del territorio derivanti da normative in vigore di contenuto prettamente geologico e della CARTA DI SINTESI (TAV. 5) che propone una zonazione del territorio in funzione dello stato di pericolosità geologico, geotecnico, idrogeologico e sismico. La sovrapposizione critica di queste due cartografie ha portato alla redazione della CARTA DELLA FATTIBILITÀ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO (TAV. 6) che fornisce 3

4 indicazioni in merito alle limitazioni d uso del territorio, alle prescrizioni per gli interventi urbanistici, agli studi e indagini da effettuare per gli approfondimenti richiesti. L Autorità di Bacino del Fiume Po di Parma ha commissionato uno studio idrologicoidraulico sul Torrente Garza Inferiore per la determinazione delle aree allagabili (Studio di fattibilità della sistemazione idraulica del fiume Oglio nel tratto da Sonico alla confluenza in Po e del suo affluente Cherio dal lago di Endine alla confluenza, del fiume Mella da Brozzo alla confluenza in Oglio, del fiume Garza dalla confluenza Valle del Loc alla confluenza in Chiese e del fiume Chiese da Gavardo alla confluenza in Oglio - R.T.I.: Enel Hydro - Aquater - Idro - C. Lotti & Associati Studio Paoletti, marzo 2006) che è stato messo a disposizione del Comune di Ghedi. Nell ambito del presente studio sono stati utilizzati i risultati relativi alla definizione delle aree allagabili (Studio di fattibilità della sistemazione idraulica di Oglio, Chiese, Mella, Garza e Cherio. Torrente Garza Analisi idraulica). Le aree allagabili con tempo di ritorno di 10, 200 e 500 anni sono state riportate sulla CARTA GEOLOGICA E GEOMORFOLOGICA (TAV. 1). È stata quindi predisposta anche la CARTA DEI DISSESTI CON LEGENDA UNIFORMATA A QUELLA DEL PAI (TAV. 7) sulla quale sono riportate le aree esondabili come identificate sull elaborato dell Autorità di Bacino del Fiume Po. A seguito del parere espresso dalla Struttura Pianificazione e Programmazione di Bacino e Locale della Regione Lombardia, finalizzato a valutare le proposte di aggiornamento al PAI, sono state recepite le prescrizioni contenute nel parere stesso. Si è ritenuto di mantenere sulla Carta di fattibilità per le azioni di piano le aree di salvaguardia dei pozzi, benché non richiesto dai criteri regionali vigenti, per consentire l individuazione di tutti i vincoli/limitazioni di carattere geologico e idrogeologico su un unico elaborato cartografico. A seguito del parere di compatibilità del P.G.T. di Ghedi con il PTCP espresso dalla Provincia di Brescia sono stati recepiti i consigli contenuti nel parere inerenti gli aspetti geologici. 4

5 2. RICERCA STORICA E BIBLIOGRAFICA Per il presente lavoro è stata svolta una ricerca storica e bibliografica finalizzata ad acquisire una conoscenza il più approfondita possibile del territorio in esame. In particolare sono stati consultati: il Sistema Informativo Territoriale regionale, gli studi di tipo geologico presenti presso l Ufficio Tecnico Comunale, le cartografie disponibili al momento della stesura della presente relazione, le pubblicazioni effettuate dai vari Enti Territoriali (v. bibliografia di seguito riportata). BIBLIOGRAFIA - A.A.V.V. (1989) - Il rischio sismico nel bresciano. Elementi per una valutazione. Fondazione Bresciana per la Ricerca Scientifica, Ed. Ramperto, Brescia. - ALLER L., BENNET T., LEHR J.H., PETTY R.J. (1985) - DRSTIC: A Standardized System for Evaluating Graund Water Pollution Potential Using Hydrogeological Settings. EPA/600/2-85/018, National Water Well Association Worthington. - AMBROSETTI P., BOSI C., CARRARO F., CIARANFI N., PANIZZA M., PAPANI G., VEZZANI L. & ZANFERRARI A. (1987) - Neotectonic Map of Italy. Prog. Fin. Geodin. Sottopr. Neotettonica. Carte scala 1: Arattano et alii (1991), Il nubifragio del 7 giugno 1990 nelle valli dei torrenti Garza e Vrenda. Studio idrologico e fenomeni di instabilità. Boll. Ass. Min. Subalp., anno XXVIII, N.1-2, Torino. - A.T.I.: Enel Hydro - Aquater - Idro - C. Lotti & Associati Studio Paoletti (2006) - Monografia del Torrente Garza Inferiore estratta da: Studio di fattibilità della sistemazione idraulica del fiume Oglio nel tratto da Sonico alla confluenza in Po e del suo affluente Cherio dal lago di Endine alla confluenza, del fiume Mella da Brozzo alla confluenza in Oglio, del fiume Garza dalla confluenza Valle del Loc alla confluenza in Chiese e del fiume Chiese da Gavardo alla confluenza in Oglio, Autorità di Bacino del Fiume Po, Parma. - BARONI C. & VERCESI P.L. (1989) - Neotettonica del territorio bresciano: stato delle conoscenze. In:: "Il rischio sismico nel bresciano. Elementi per una 5

6 valutazione", Fondazione Bresciana per la Ricerca Scientifica. Ed. Ramperto, Brescia. - BONI A. & PELOSO G.F. (1982) - Dati sulla neotettonica dei fogli 34 "Breno", 47 "Brescia", di parte dei fogli 35 "Riva" e 48 "Peschiera del Garda". In: C.N.R. - "Contributi conclusivi per la realizzazione della Carta neotettonica d'italia", pubbl.506 P.F. Geodinamica. - BONOMI T., VERRO R. (1998) - Caratterizzazione idrogeologica della Pianura Bresciana mediante l'uso di banche dati e Sistemi Informativi Territoriali.. Acque Sotterranee n.60, Anno XV, Dicembre CASSINIS G., PEROTTI C., VERCESI P.L. (1980) - Prealpi bresciane a sud dell Adamello: breve sintesi delle conoscenze geologiche e ulteriori temi di ricerca. In: Attualità dell opera di A. Cozzaglio nel 40 della scomparsa, Ateneo di Brescia). - CREMASCHI M. (1987) - Paleosols and vetusols in the central Po Plain (Northern Italy). A study in quaternary geology and soil development Unicopli Milano. - ERSAL (1993) -I suoli della pianura bresciana centrale, ERSAL Edizioni Milano - REGIONE LOMBARDIA (1984) - Rilievo della portata liquida in un campione di fontanili della pianura lombarda tra Adda e Chiese, Assessorato all'agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca. - REGIONE LOMBARDIA (2001) - Piano Territoriale Paesistico Regionale B.U. Regione Lombardia n. 32 Milano. - REGIONE LOMBARDIA - Inventario delle frane e dei dissesti idrogeologici della Regione Lombardia. Cartografia e Note illustrative B.U. Regione Lombardia n. 31, Edizione Speciale 31 luglio 2002 Milano. - SERVIZIO GEOLOGICO NAZIONALE (1990) - Carta Geologica della Regione Lombardia in scala 1: Milano. - ZILIANI L. (1994) - Carta della vulnerabilità delle acque sotterranee della pianura bresciana scala 1:25.000, Studi preliminari del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia. 6

7 - ZILIANI L. (1996) - Progetto di una rete di monitoraggio idrogeologico e geochimico degli acquiferi di pianura, di valle e di anfiteatro morenico della provincia di Brescia. Committ.: Amministrazione Provinciale, Assessorato all'ecologia. - ZILIANI L., SCOVOLI M. (1998) - Studio geologico del territorio comunale. Committ.: Amministrazione Comunale di Ghedi. 7

8 3. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO Il territorio del comune di Ghedi occupa un ampio settore (60,14 km 2 ) allungato in direzione nord-sud all'interno della parte centrale della pianura bresciana. Esso è ubicato in corrispondenza della zona di transizione dall'alta alla media pianura. Il territorio comunale presenta una morfologia pianeggiante, digradante verso sud; altimetricamente è compreso tra la quota massima di 114 m s.l.m., localizzata nell'estremo lembo settentrionale del territorio comunale, al confine con Borgosatollo, e la quota minima di 60 m s.l.m., registrata in alcuni punti lungo il confine comunale meridionale. Partendo da nord e procedendo in senso orario i comuni confinanti sono: Castenedolo, Montichiari, Calvisano, Isorella, Gottolengo, Leno, Bagnolo Mella, Montirone e, per un tratto molto limitato, Borgosatollo. 8

9 4. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE 4.1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO DEL TERRITORIO Lo studio geologico e geomorfologico del territorio comunale di Ghedi è stato condotto partendo dall'analisi della bibliografia e dai dati ricavati dalla lettura delle fotografie aeree, confrontati con i dati raccolti nella pubblicazione "I suoli della pianura bresciana centrale" (1993) a cura dell'ersal e con appositi rilievi di campagna. I dati morfologici e pedologici sono utili per la delimitazione delle unità litologiche, in quanto nelle zone di pianura esiste generalmente una buona corrispondenza tra litologia, morfologia e tipo di suolo. Il territorio del comune di Ghedi è ubicato in corrispondenza della zona di transizione dall'alta alla media pianura bresciana, transizione che si verifica grosso modo in corrispondenza dell'abitato di Ghedi. L alta pianura bresciana è costituita da ampie conoidi ghiaioso-sabbiose a morfologia subpianeggiante o leggermente convessa. Si tratta di superfici formatesi per colmamento alluvionale durante l'ultima glaciazione da parte dei torrenti alimentati dalle acque di fusione del ghiacciaio benacense (Figura 1 tratta dalla Carta geomorfologica della Pianura Padana in scala 1: prodotta nel 1997 da vari ricercatori, a cura del Ministero dell Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e del C.N.R). La media pianura è caratterizzata da alluvioni fluvioglaciali e fluviali sabbiosoghiaiose e sabbiose con intercalazioni limose ed argillose. Il passaggio dall alta alla media pianura non è netto per la presenza di lenti e digitazioni di depositi grossolani, allungate soprattutto in corrispondenza delle antiche linee di flusso che si estendono verso sud; tuttavia tale passaggio risulta evidente dall'analisi delle stratigrafie dei pozzi (par. 8.2.). La fascia di transizione dall'alta alla media pianura è segnata dalla comparsa dei primi fontanili. L'alta e la media pianura corrispondono a due unità litologico-morfologiche che sono qui di seguito descritte e che sono rappresentate sulla CARTA GEOLOGICA E GEOMORFOLOGICA (TAV.1). 9

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12 1 - Alta pianura fluvioglaciale: depositi fluvioglaciali prevalentemente ghiaioso-sabbiosi con livelli ciottolosi e orizzonti più o meno cementati (F1 in TAV.1). Come indicato in Tav.1, tutta la porzione settentrionale del territorio comunale è caratterizzata da depositi fluvioglaciali prevalentemente ghiaioso-sabbiosi, talora anche molto grossolani, ricoperti da suoli generalmente sottili. La granulometria dei sedimenti decresce debolmente da nord-est a sud-ovest; infatti lungo il confine nordorientale si rinvengono massi e livelli ciottolosi che sono meno frequenti procedendo verso sud est e successivamente vengono a mancare nell'avvicinarsi al confine con la media pianura. Il settore settentrionale del territorio comunale costituisce la propaggine meridionale dell'ampia piana fluvioglaciale (Sandur) prodotta dagli scaricatori fluvioglaciali nordoccidentali dell'anfiteatro morenico gardesano (Figura 1). La morfologia che contraddistingue quest'area è legata all'ambiente deposizionale che ha originato questi depositi. Si tratta, infatti, di un ripiano debolmente immergente verso sud, caratterizzato da una piatta monotonia. Sono tuttavia presenti deboli ma fitte ondulazioni, individuabili soprattutto dall'esame delle fotografie aeree, che costituiscono le tracce di un antico sistema fluviale a canali intrecciati (braided). La piana era infatti occupata, nel tardo Pleistocene, da corsi d'acqua ad alta energia di tipo torrentizio. I canali abbandonati sono distinguibili dalle barre ad essi interposte per la presenza di abbondante matrice limosa e argillosa, assente nelle barre dove le sabbie e le ghiaie costituiscono la componente nettamente dominante. Le tracce di questo sistema anastomizzato di canali scompaiono nella fascia di transizione dall'alta alla media pianura. Le caratteristiche dei suoli presenti nel settore settentrionale del territorio comunale sono in generale poco diversificate; la copertura pedologica si presenta sottile o moderatamente profonda, con scheletro in quantità elevata, a tessitura media in superficie e grossolana in profondità. I suoli poggiano su un substrato calcareo ghiaioso-sabbioso e manifestano un drenaggio da buono a rapido. 12

13 2 - Media pianura fluvioglaciale e fluviale: depositi fluvioglaciali e fluviali prevalentemente sabbioso-ghiaiosi con intercalazioni sabbioso-limose o limosoargillose (F2 in TAV.1) Appena a monte dell'abitato di Ghedi, lungo una fascia avente direzione NW-SE, si verifica il passaggio dai depositi fluvioglaciali prevalentemente grossolani tipici dell'alta pianura alle alluvioni fluvioglaciali e fluviali sabbioso-ghiaiose e sabbiose con intercalazioni limose ed argillose, caratteristiche della media pianura. Come già detto, il passaggio da un'unità all'altra non è netto a causa della presenza di lenti e digitazioni di depositi grossolani, allungate soprattutto in corrispondenza delle antiche linee di flusso, che si estendono verso sud. Il passaggio dall'alta alla media pianura è indicato dalla comparsa dei primi fontanili. La fascia dei fontanili attraversa attualmente il territorio comunale di Ghedi con direzione all'incirca NW-SE, intersecando il centro abitato in corrispondenza delle sue propaggini meridionali. Esistono, peraltro, chiare testimonianze della presenza di fontanili anche a nord del centro abitato fino al recente passato, quando alcuni di essi si potevano rinvenire anche in prossimità del confine comunale settentrionale. Il valore stratigrafico della linea delle risorgive, che separa l'alta dalla media pianura, è tuttora in discussione; secondo alcuni autori, infatti, il passaggio dall'alta alla media pianura sarebbe testimoniato anche da una diversa età e, quindi, da una diversa fase deposizionale dei materiali che caratterizzano le due zone. Secondo altri, tra cui i redattori della "Carta geologica delle Prealpi bresciane a sud dell'adamello" (1972), dell'istituto di Geologia dell'università di Pavia, il passaggio sarebbe solamente una variazione granulometrica dei materiali appartenenti ad una stessa fase deposizionale, attribuibile al Würm e collegata alle cerchie moreniche più recenti e più alte dell'apparato morenico benacense. La morfologia della media pianura risulta debolmente ondulata dall'azione erosiva svolta in passato dalle acque delle risorgive che hanno lasciato una serie di depressioni allungate. Tali aree sono indicate sulla CARTA GEOLOGICA E GEOMORFOLOGICA (TAV.1) con la sigla F2d, mentre le aree limitrofe, debolmente rilevate sono cartografate come F2r. Queste ondulazioni risultano evidenti soprattutto nella porzione meridionale del territorio comunale, mentre la fascia centrale, sulla quale si è sviluppato l'abitato di Ghedi, si presenta piana e priva di evidenze 13

14 morfologiche. Essa rappresenta, sia litologicamente che morfologicamente, la zona di transizione dall'alta alla media pianura (F2t). Le aree leggermente ribassate (F2d) sono caratterizzate dalla locale prevalenza di depositi fini, depostisi in zone rimaste paludose fino ai primi decenni di questo secolo. Alla maggiore articolazione del panorama litologico, geomorfologico e idrogeologico nel settore centro-meridionale del territorio comunale corrisponde una maggiore differenziazione dei suoli. La presenza di una falda poco profonda ha parzialmente inibito i processi di lisciviazione ed ha indotto condizioni riducenti che hanno rallentato e talora impedito il processo di mineralizzazione della sostanza organica. Inoltre le notevoli quantità di acque di scorrimento superficiale hanno determinato diffuse e consistenti rielaborazioni dei materiali depositati. In corrispondenza delle antiche aree palustri si ritrova ora una gamma di suoli variabili da sottili a moderatamente profondi, limitati da falda alta e da un substrato ghiaioso-sabbioso o sabbioso-limoso molto calcareo. La tessitura è media ed il drenaggio è molto lento. Nelle aree maggiormente depresse i suoli contengono orizzonti torbosi. Nelle zone più rilevate, interposte alle depressioni principali, si sono sviluppati suoli da moderatamente profondi a profondi, limitati da substrato ghiaioso-sabbioso molto calcareo e da occasionali oscillazioni della falda in profondità. La tessitura è variabile da media a moderatamente grossolana ed il drenaggio da mediocre a buono. Nella zona di transizione i suoli sono variabili da sottili a moderatamente profondi, limitati da substrato ghiaioso-sabbioso molto calcareo, con scheletro comune, a tessitura media e drenaggio buono CARATTERISTICHE GEOTECNICHE DEI TERRENI Le indagini geotecniche messe a disposizione dall'ufficio Tecnico Comunale sono relative soprattutto ad aree interessate da richieste di autorizzazione all'escavazione di materiali ghiaiosi, concentrate nella parte settentrionale del territorio comunale, all'interno dei depositi più grossolani appartenenti all'alta pianura bresciana. 14

15 Tali studi contengono alcune stratigrafie di sondaggi che si spingono fino ad un massimo di 40 m dal piano campagna, con indicazioni sulle proprietà meccaniche dei terreni attraversati e sulla localizzazione del livello piezometrico della falda freatica superficiale. Sono altresì disponibili due serie di prove penetrometriche dinamiche effettuate nel centro abitato e, più specificatamente, in località Cave e sull'area ove sorge l'asilo nido comunale. Tre sondaggi sono stati effettuati nel 1990 nell'ambito di un'indagine condotta dal dott. Alberto Soregaroli per lo studio di un'area posta circa 450 m ad est di C.na Rabbia, nei pressi del confine con il comune di Castenedolo. La stratigrafia di questo settore del territorio comunale risente in modo evidente della presenza del vicino rilievo di Castenedolo, il cui significato geologico e strutturale verrà descritto nel par.5.2. Si nota, infatti, come i depositi ghiaiosi e sabbiosi superficiali abbiano uno spessore limitato a m, tendente ad aumentare in direzione sud e sud-ovest. Essi contengono percentuali sempre elevate di sabbia e poggiano in profondità su livelli metrici di materiali prevalentemente limosi ed argillosi, alternati a depositi con componente dominante ghiaiosa e sabbiosa, più frequenti nei due sondaggi effettuati a maggior distanza dalla collina di Castenedolo. Le caratteristiche geotecniche dei depositi superficiali sono da ritenersi comunque buone, come confermato anche dalle prove SPT effettuate all'interno dei medesimi fori di sondaggio. Un sondaggio effettuato più a sud, nei pressi della cava in concessione al Sig. Paolo Adami vicina a C.na Vergine, mostra come lo spessore dei depositi francamente ghiaioso-sabbiosi sia nettamente maggiore; solo localmente sono presenti sottili lenti argillose, limose e sabbiose di spessore inferiore al metro. Le prove penetrometriche effettuate in corrispondenza della lottizzazione "Cave" e dell'asilo nido comunale confermano l'attribuzione di buone caratteristiche di resistenza ai terreni presenti entro i primi 8-10 m di profondità rispetto al piano campagna. L'estensione dei dati di tipo geotecnico ad altri settori del territorio comunale non è possibile, in assenza di ulteriori indagini specifiche. L'analisi delle stratigrafie dei pozzi perforati nel territorio comunale, unitamente alla visione delle pareti di scavi aperti e dei fronti di cava, permette, comunque, di definire con un buon grado di approssimazione la distribuzione dei depositi presenti nei primi metri del sottosuolo. Essi si mantengono prevalentemente ghiaiosi e sabbiosi, con limitate intercalazioni di 15

16 materiali fini argillosi e limosi, in tutto il settore settentrionale del territorio comunale e fino al centro abitato. Più a sud la graduale diminuzione generale della granulometria dei depositi permette di rinvenire più frequentemente, anche a profondità non elevate, lenti limose ed argillose frammiste ai depositi più grossolani, che diventano localmente sabbiosi. Tale situazione, caratterizzata da una maggiore variabilità sedimentologica e, conseguentemente, delle caratteristiche meccaniche dei terreni, si mantiene fino all'estremità meridionale del territorio comunale. Le considerazioni appena espresse sono indicative del comportamento medio del litotipo e non possono quindi sostituire indagini geologiche e geotecniche di dettaglio (come previsto dal D.M. 14 gennaio 2008 Norme tecniche per le costruzioni ) per la realizzazione di interventi specifici sul territorio. 16

17 5. GEOMORFOLOGIA 5.1. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO Come già accennato nel capitolo precedente, le due unità litologiche presenti nel territorio di Ghedi corrispondono ad altrettante unità morfologiche. Il settore settentrionale del territorio comunale, che presenta una pendenza leggermente superiore a quello meridionale, costituisce infatti l'ultima propaggine della piana di alluvionamento fluvioglaciale prodotta dagli scaricatori nord-occidentali dell'anfiteatro morenico gardesano. La morfologia è caratterizzata dalla presenza di un microrilievo costituito da deboli tracce di un fitto reticolo di canali abbandonati, riferibili ad un corso d'acqua di tipo "braided". I canali risultano evidenti all'analisi delle fotografie aeree in quanto presentano una copertura limoso-argillosa scura che contrasta con la tonalità chiara delle barre ghiaiose ad essi interposte. Questo microrilievo si attenua avvicinandosi al confine con la media pianura. La morfologia del settore centro-meridionale del territorio comunale è caratterizzata dall'emergenza dei fontanili e, soprattutto nella zona meridionale, dalla presenza di fasce debolmente ribassate, relativamente strette, allungate generalmente in direzione sud o sud-est, corrispondenti a paleoalvei che in passato raccoglievano le acque di deflusso provenienti dalle risorgive. Ad esse si associano aree, in passato interessate da paludi, che vanno sotto il nome di "Lame" e che occupano gran parte del settore meridionale del territorio comunale. Queste sono state oggetto in passato di numerosi interventi di bonifica, che hanno abbassato il livello della falda superficiale, rendendo coltivabile la quasi totalità della superficie. Le Lame sono bordate da aree più rilevate e stabili che, sovente, manifestano comunque i segni del passaggio di vecchie linee di deflusso superficiale. Per una descrizione dei fontanili si rimanda al paragrafo 7.3. Per quanto riguarda le aree che possono essere soggette a fenomeni di allagamento si rimanda al paragrafo 7.2. La morfologia del territorio di Ghedi risente sensibilmente anche dell'attività antropica. Come illustrato dall elaborato cartografico (Tav. 1), la complessiva monotonia della morfologia dell alta pianura risulta interrotta localmente dalle 17

18 numerose cave a fossa, prodotte dall attività estrattiva di ghiaia, che talora hanno raggiunto la falda acquifera. Parte di esse ospitano cave ancora attive, altre sono state abbandonate e, talora, parzialmente riempite. Con apposito simbolo è stata indicata sulla tavola una cava abbandonata che è stata oggetto in passato, in tempi diversi, di deposito di materiali inerti. Altre cave abbandonate, non comprese nei settori assoggettati all'attuale Piano Cave della Provincia di Brescia, sono state recuperate attraverso il parziale riempimento e la creazione di nuove unità abitative, come è il caso del Villaggio Cave, a nord della stazione ferroviaria di Ghedi, oppure utilizzati come bacini idrici al servizio delle attività irrigue, come i due bacini posti tra C.na Berlina e C.na Benvenuta o quello posto a nord di C.na Dirigibile. Per quanto riguarda le cave di ghiaia e sabbia attive, sono presenti i seguenti Ambiti Territoriali Estrattivi: - A.T.E. 38: cava di ghiaia e sabbia gestita da Braga Scavi s.r.l.; la coltivazione è prevista a fossa a secco. - A.T.E. 39: cave di ghiaia e sabbia gestite da Base Inerti s.r.l., Cava Inferno s.r.l., Edilquattro s.n.c., Central Beton s.p.a., B.B.M. s.n.c., Cave S. Polo s.r.l..; la coltivazione è prevista a fossa a secco. - A.T.E. 40: cava di ghiaia e sabbia gestita da Central Beton s.p.a.; la coltivazione è prevista a fossa in acqua fino ad una profondità massima scavabile pari a 30 m. - A.T.E. 41: cava di ghiaia e sabbia; la coltivazione è prevista a fossa in acqua fino ad una profondità massima scavabile pari a 30 m. - A.T.E. 42: cava di ghiaia e sabbia gestita da Cave di Ghedi s.r.l.; la coltivazione è prevista a fossa a secco. Dal punto di vista morfologico sono infine da segnalare le attività di bonifica agricola che portano ad una modifica dell'originaria morfologia, oltre a determinare uno scadimento delle caratteristiche pedologiche della porzione di suolo che viene interessato dall'intervento. 18

19 6. PERICOLOSITÁ SISMICA 6.1. INTRODUZIONE L attività sismica storica nel bresciano rappresenta la naturale continuazione di quella pliocenica e quaternaria evidenziata nella FIGURA 2 che costituisce uno stralcio della Carta neotettonica dell Italia (Ambrosetti et al., 1987), modificata da Cassinis et alii, Il territorio di Ghedi appartiene ad un area interessata da movimenti alterni di sollevamento e abbassamento, con tendenza al sollevamento durante il Pliocene e il Quaternario. La sismicità di questa zona è legata alla tettonica molto complessa del margine padano settentrionale. Le sorgenti sismogenetiche dovrebbero trovarsi ad una profondità compresa tra 5 e 15 km, in corrispondenza dello scollamento tra il basamento cristallino e la sovrastante copertura sedimentaria ZONA SISMICA DI APPARTENENZA Con l OPCM n 3274 del 20 Marzo 2003 Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica vengono individuate le nuove zone sismiche sul territorio nazionale. L Ordinanza è in vigore, per gli aspetti inerenti la classificazione sismica, dal 23 ottobre La Regione Lombardia con D.G.R. 7 novembre 2003 n.7/14964 recepisce, in via transitoria e fino a nuova determinazione, la classificazione contenuta nella OPCM n 3274 del 20 Marzo Il Comune di Ghedi ricade in Zona Sismica 3. Il 5 marzo 2008 è entrato in vigore il D.M. 14 gennaio 2008 contenente la nuova normativa tecnica associata alla classificazione sismica. Tale decreto sostituisce il precedente D.M. 14 settembre 2005, fatto salvo il periodo di monitoraggio di 18 mesi durante il quale si possono utilizzare per la progettazione sia le norme del D.M. 14 gennaio 2008, sia le norme previgenti. In tal caso per i comuni in zona 3, come Padenghe sul Garda, si possono usare le specifiche di sismicità bassa (S=6). Fanno eccezione le nuove progettazioni degli interventi relativi agli edifici e alle opere infrastrutturali di cui al decreto del Capo del Dipartimento della Protezione Civile 19

20 21 ottobre 2003, per le quali si applicano da subito le norme del D.M. 14 gennaio

21 6.3. CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE (TAV. 3) In occasione di eventi sismici le particolari condizioni litologiche e geomorfologiche di una zona possono produrre effetti di amplificazione locale o effetti di instabilità. La metodologia per la valutazione dell amplificazione sismica locale, contenuta nell Allegato 5 della D.G.R. n.8/7374 del 28 maggio 2008, prevede tre livelli di approfondimento in funzione della zona sismica di appartenenza e degli scenari di pericolosità sismica individuati sul territorio. Il 1 livello di approfondimento consiste nel riconoscimento delle aree passibili di amplificazione sismica sulla base delle osservazioni di tipo geologico e/o bibliografico. Le diverse situazioni tipo (scenari) in grado di determinare gli effetti sismici locali sono elencate in Tabella 1. Sigla Scenari di pericolosità sismica locale Effetti Z1a Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi Instabilità Z1b Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti Z1c Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana Z2 Zona con terreni di fondazione particolarmente scadenti Cedimenti e/o liquefazioni (riporti poco addensati, terreni granulari fini con falda superficiale) Z3a Zona di ciglio H>10 m (scarpata con parete subverticale, bordo di cava, nicchia di distacco, orlo di terrazzo fluviale o di natura antropica) Amplificazioni topografiche Z3b Zona di cresta rocciosa e/o cucuzzolo: appuntite - arrotondate Z4a Zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi Z4b Zona pedemontana di falda di detrito, conoide alluvionale e Amplificazioni litologiche e conoide deltizio-lacustre geometriche Z4c Zona morenica con presenza di depositi granulari e/o coesivi (comprese le coltri loessiche) Z4d Zona con presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluvio-colluviale Z5 Zona di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con Comportamenti caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse differenziali Tabella 1 - Scenari di pericolosità sismica locale Nel territorio esaminato potrebbero verificarsi fenomeni di amplificazione sismica locale riferibili ai seguenti scenari, rappresentati sulla CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE (Tav. 3): 21

22 1. Zona riferibile all'alta pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi (amplificazione litologica); 2. Zona riferibile alla media pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi (amplificazione litologica). Si rende quindi necessaria l applicazione del 2 livello di approfondimento previsto dall Allegato 5 che consente una caratterizzazione semi-quantitativa degli effetti di amplificazione attesi, in quanto fornisce una stima della risposta sismica dei terreni in termini di valore di Fattore di Amplificazione (Fa) APPLICAZIONE DEL 2 LIVELLO Effetti litologici Per l applicazione del 2 livello di approfondimento è necessario conoscere, oltre alla stratigrafia del sito, l andamento della velocità delle onde trasversali (V s ) con la profondità fino a valori pari o superiori a 800 m/s ed in particolare lo spessore e la velocità V s di ciascuno strato. Sulla base dei risultati del livello 1, illustrati sulla carta della pericolosità sismica locale (Tav. 3), sono state scelte delle aree campione dove realizzare indagini geofisiche per la ricostruzione di profili di Vs che possano essere rappresentativi degli scenari individuati in tutto il territorio. Sono state identificate due aree campione nei dintorni del centro abitato in quanto più significative ai fini della pianificazione. Tali aree ricadono entrambe nell ambito della media pianura (F2 in tav. 1); mentre per la caratterizzazione geofisica della porzione di territorio ricadente nell alta pianura (F1 in tav. 1) si è fatto riferimento a dati bibliografici. Le aree campione sono situate in prossimità dell ospedale (ST1) e in prossimità di C.na Portico (ST2). L ubicazione degli stendimenti è riportata in TAVOLA 3 CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE. 22

23 Di seguito si riporta un grafico che illustra l andamento delle Vs con la profondità per le due indagini realizzate. 0 Vs (m/s) profondità (m) ST1 ST2 Borgosatollo Il rapporto interpretativo di tale indagine è allegato alla fine della presente relazione. Gli stendimenti mostrano come non sia stato possibile raggiungere il bedrock sismico (Vs = 800 m/s) a causa dei limiti intrinseci della metodologia di indagine, che non permette di indagare profondità maggiori di m. Per questo motivo, sulla base del gradiente delle Vs nei primi m emerso dall indagine, è stato ricostruito l andamento delle Vs fino al valore di 800 m/s. Il livello di attendibilità del dato geofisico, derivante da indagini dirette, risulta alto. Stendimento n 1 Ospedale In base ai valori delle onde di taglio (Vs) ricavati, ai terreni ricompresi nell area di studio è possibile assegnare una categoria di sottosuolo B Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti (V s30 = 386 m/s). 23

24 Il modello geofisico del sottosuolo ricavato (variazione delle onde di taglio Vs con la profondità) ha permesso di calcolare il periodo proprio (T) dei depositi presenti nell area pari a s. Utilizzando la scheda relativa alla litologia sabbiosa (Allegato 5 della D.G.R. n.8/7374 del 28 maggio 2008), facendo riferimento alla curva 2 (colore verde) e inserendo nell abaco il periodo T = s, il fattore di amplificazione risulta Fa = 1.7 nell intervallo s e Fa = 1.4 nell intervallo s. Questi valori di Fa (Fa abaco) devono essere confrontati con il valore soglia (Soglia norma) fornito dalla Regione Lombardia per il Comune di Ghedi per la categoria di sottosuolo B. Intervallo di periodo s Intervallo di periodo s Fa calcolato Soglia norma B Fa calcolato Soglia norma B Il confronto mostra come, per intervalli di periodo compresi tra 0.1 e 0.5 s, i valori ottenuti dall abaco siano superiori ai valori di soglia per la categoria si sottosuolo B. Stendimento n 2 C.na Portico In base ai valori delle onde di taglio (Vs) ricavati, ai terreni ricompresi nell area di studio è possibile assegnare una categoria di sottosuolo B Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti (V s30 = 402 m/s). Il modello geofisico del sottosuolo ricavato (variazione delle onde di taglio Vs con la profondità) ha permesso di calcolare il periodo proprio (T) dei depositi presenti nell area pari a s. Utilizzando la scheda relativa alla litologia sabbiosa (Allegato 5 della D.G.R. n.8/7374 del 28 maggio 2008), facendo riferimento alla curva 2 (colore verde) e inserendo nell abaco il periodo T = s, il fattore di amplificazione risulta Fa = 1.7 nell intervallo s e Fa = 1.4 nell intervallo s. Questi valori di Fa (Fa abaco) devono essere confrontati con il valore soglia (Soglia norma) fornito dalla Regione Lombardia per il Comune di Ghedi per la categoria di sottosuolo B. 24

25 Intervallo di periodo s Intervallo di periodo s Fa calcolato Soglia norma B Fa calcolato Soglia norma B Il confronto mostra come, per intervalli di periodo compresi tra 0.1 e 0.5 s, i valori ottenuti dall abaco siano superiori ai valori di soglia per la categoria si sottosuolo B. Stendimento Borgosatollo Per quanto riguarda la porzione di territorio ricadente nell alta pianura si fa riferimento ad un dato geofisico derivante da indagini svolte nel territorio di Borgosatollo su terreni aventi caratteristiche litologiche e geofisiche confrontabili con quelli presenti a Ghedi. In base ai valori delle onde di taglio (Vs) ricavati, ai terreni ricompresi nell area di studio è possibile assegnare una categoria di sottosuolo B Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti (V s30 = 503 m/s). Il modello geofisico del sottosuolo ricavato (variazione delle onde di taglio Vs con la profondità) ha permesso di calcolare il periodo proprio (T) dei depositi presenti nell area pari a s. Utilizzando la scheda relativa alla litologia ghiaiosa (Allegato 5 della D.G.R. n.8/7374 del 28 maggio 2008), facendo riferimento alla curva 3 (colore blu) e inserendo nell abaco il periodo T = s, il fattore di amplificazione risulta Fa = 1.4 nell intervallo s e Fa = 1.1 nell intervallo s. Questi valori di Fa (Fa abaco) devono essere confrontati con il valore soglia (Soglia norma) fornito dalla Regione Lombardia per il Comune di Ghedi per la categoria di sottosuolo B. Intervallo di periodo s Intervallo di periodo s Fa calcolato Soglia norma B Fa calcolato Soglia norma B

26 Il confronto mostra come entrambi i valori di soglia siano superiori ai valori di Fa ottenuti dall abaco Conclusioni dell analisi sismica di 2 livello La procedura semiquantitativa di 2 livello evidenzia che per lo scenario Zona riferibile all'alta pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi la possibile amplificazione sismica risulta contenuta e che quindi l applicazione dello spettro previsto dalla normativa (D.M. 14 gennaio 2008) risulta sufficiente a tenere in considerazione i reali effetti di amplificazione litologica, mentre per lo scenario Zona riferibile alla media pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi l applicazione dello spettro previsto dalla normativa (D.M. 14 gennaio 2008) non risulta sufficiente. Nelle aree identificate da tale scenario, in fase di progettazione per tipologie edilizie con periodo proprio compreso tra 0,1-0,5 s, qualora l indagine geologica-geotecnica (ai sensi del D.M. 14 gennaio 2008) evidenzi la presenza di terreni riferibili alla categoria di sottosuolo B, si dovrà applicare lo spettro di norma riferito alla categoria di sottosuolo C o, in alternativa, realizzare un approfondimento applicando l analisi di 3 livello prevista dalla D.G.R. n.8/7374 del 28 maggio 2008 (all. 5) sulla base di dati sitospecifici. Qualora, invece, si rinvengano terreni ricadenti nelle altre categorie (C, D ed E), verrà utilizzato lo spettro di norma caratteristico della categoria di sottosuolo di appartenenza. Sulla CARTA DELLA FATTIBILITÀ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO (Tav. 6) sono riportate, con apposito tratteggio, solamente le aree per le quali l applicazione dello spettro previsto dalla normativa (D.M. 14 gennaio 2008) non risulta sufficiente, cioè le aree classificate Zona riferibile alla media pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi. 26

27 7. IDROGRAFIA 7.1. IL RETICOLO IDROGRAFICO L Amministrazione Comunale si è dotata dello studio Il reticolo idrico di Ghedi (Gea Engineering s.r.l., novembre 2008) realizzato ai sensi della D.G.R. n. 7/7868 del , della L.R. n. 7 del , della D.G.R. n. 7/13950 del e della D.G.R. n.7/20552 del , che viene recepito. Il reticolo idrico è riportato sulla Tav. 2 CARTA IDROGEOLOGICA E DEL SISTEMA IDROGRAFICO, mentre le fasce di rispetto sono riportate sulla Tav. 4 - CARTA DEI VINCOLI e sulla Tav. 6 - CARTA DELLA FATTIBILITÀ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO. Nell ambito del presente studio, dopo una descrizione di inquadramento del reticolo idrografico, verrà trattato il problema degli allagamenti che possono essere indotti dai corsi d acqua. Successivamente saranno descritti i fontanili individuati nel territorio comunale. Il reticolo idrografico è caratterizzato dalla presenza del Torrente Garza e del Naviglio Inferiore che, proprio in corrispondenza del centro abitato di Ghedi, assume la denominazione di Naviglio d'isorella. Sono inoltre presenti in numero elevato, rogge, canali e vasi colatori da cui si diparte un fitto reticolo di canali irrigui; nel settore a nord del centro abitato essi sono alimentati essenzialmente dalle acque provenienti dal Torrente Garza, dal Naviglio e da un numero elevato di pozzi irrigui, mentre più a sud essi sono per la maggior parte alimentati dai fontanili, un tempo attivi anche nella parte settentrionale del territorio comunale. Il Torrente Garza nasce dal Monte Prealba, a 1270 m s.l.m., ed attraversa la piana ove sorge l'abitato di Nave prima di tagliare da nord a sud il territorio cittadino di Brescia ed inoltrarsi nella pianura. Dopo aver raccolto, nei pressi di S. Polo, parte delle acque provenienti dal Naviglio Cerca, il Torrente Garza, proveniente da Castenedolo, entra nel territorio comunale di Ghedi in località Quarti, assumendo direzione NNE- SSW. Nel territorio di Ghedi sono visibili le tracce degli sforzi che, a più riprese, sono stati messi in atto per tentare di inalveare nel modo più sicuro e razionale possibile un corso d'acqua che non ha un naturale sbocco a valle e che, fino a poche decine di anni fa, 27

28 finiva spagliando sulle campagne ghedesi. Tali opere verranno illustrate più compiutamente nel paragrafo successivo, dedicato alla descrizione delle aree allagabili. Già in località Quarti il torrente giunge in un alveo artificializzato ed all'ingresso nel territorio di Ghedi sono state realizzate due casse di espansione delle acque di piena; quella presente in sponda destra risulta da tempo inutilizzata, mentre quella in sponda sinistra contribuisce ancora alla laminazione delle piene che in passato si rivelarono gravemente dannose per parte del territorio comunale. In prossimità di Cascina Sassonia, ove il Torrente Garza assume direzione NW-SE, esso è stato oggetto di opere di rettificazione, a seguito delle quali venne fatto confluire nel canale che raccoglieva le acque del Fontanile Prandoni. Quest'ultimo nasceva nei pressi del confine comunale settentrionale e venne costruito nei primi decenni del novecento per soddisfare i fabbisogni idrici connessi con l'irrigazione dei terreni facenti parte della tenuta Prandoni. A SW di C.na Speranza, il Torrente Garza ed il Fontanile Prandoni ritornano a scorrere in due alvei separati e paralleli, posti a pochi metri di distanza l'uno dall'altro; nel punto dove avviene la separazione è ancora visibile uno sbarramento che devia le acque del torrente entro il cavo del fontanile e che viene tracimato soltanto dalle acque di piena. I due corsi d'acqua affiancati sono in collegamento attraverso numerose chiuse il cui utilizzo è regolato essenzialmente da esigenze legate all'irrigazione della campagna circostante. Nell'ultimo tratto, all'incirca a partire dal punto in cui il Torrente Garza raggiunge il confine comunale con Montichiari, le acque tornano a scorrere nell'alveo principale, che è sempre impermeabilizzato, fino a raggiungere la località Belvedere. Recentemente è stata realizzata una vasca di laminazione delle piene in località Motta e sono stati effettuati interventi di sistemazione idraulica dell alveo del T. Garza in località Belvedere. All uscita da questa località le acque del T. Garza vengono immesse in un canale che poco più a valle si divide: il ramo principale, denominato Canale Garza, raggiunge, dopo breve tragitto verso E, il confine comunale con Montichiari, dirigendosi in seguito verso SE. Questo canale venne realizzato in previsione di uno sbocco nel Fiume Chiese, mai completato. Il secondo ramo, regolato da una chiusa, procede verso C.na Belvedere Sotto ed è utilizzato per scopi irrigui. 28

29 In passato il percorso del Torrente Garza era differente: si presume infatti che esso scorresse in una depressione, ancora ben evidente a sud di Brescia, che, con direzione N-S, attraversa il settore occidentale dell'abitato di Bagnolo Mella, passa ad W di Porzano e di Leno, per poi piegare verso SW e gettarsi nel Fiume Mella all'altezza di Milzanello. Il Torrente Garza presenta problemi di smaltimento delle portate di piena. Tra i numerosi eventi di piena che hanno interessato il territorio di Ghedi si ricordano in particolare quelli del aprile 1950, del 26 febbraio 1951, del 16 ottobre 1953, del 3-4 ottobre 1976 e quello più recente del 7 giugno 1990 (Arattano et alii, Il nubifragio del 7 giugno 1990 nelle valli dei torrenti Garza e Vrenda. Studio idrologico e fenomeni di instabilità. Boll. Ass. Min. Subalp., anno XXVIII, N.1-2, Torino). In passato le acque di piena che tracimavano gli argini interessavano una fascia molto ampia del territorio situato in prossimità del Garza a partire da località Quarti, al confine con Castenedolo, fino a coinvolgere l'aerobase militare ed un ampio tratto anche a sud di località Belvedere, all'incirca fino alla linea ferroviaria Brescia-Parma. Successivamente, con la realizzazione dello scolmatore del Garza in località Crocevia Nave, delle due casse di espansione situate in località Quarti, del bacino di invaso di località Belvedere e del primo tratto del canale che dal bacino stesso conduce le acque verso il Fiume Chiese, la superficie interessata dagli allagamenti si è ridotta sensibilmente, sebbene forti disagi permangano tuttora nei settori di territorio più vicini al corso d'acqua. A seguito del nubifragio del 7 giugno 1990 il Comune di Ghedi, su mandato del Magistrato per il Po, ha fatto predisporre il "Progetto Esecutivo delle opere per la costruzione di una vasca di laminazione delle piene in località Motta e sistemazione idraulica dell'alveo del torrente Garza", (dicembre 1991). Un primo lotto di interventi, effettuato negli anni scorsi, ha portato all abbandono dell'uso della vasca di spaglio Belvedere e alla realizzazione di una vasca di laminazione in località Motta, in sinistra del Garza, circa 850 m a monte della vasca Belvedere. Permangono tuttavia aree a rischio di allagamento, come sarà illustrato nel paragrafo

30 Il Naviglio Inferiore nasce in territorio di S. Zeno Naviglio, alimentato nel primo tratto soprattutto dalle acque di alcune risorgive attualmente non più molto evidenti e caratterizzate da portate molto basse. Il Naviglio Inferiore non si configura, quindi, come naturale prosecuzione del Naviglio Grande Bresciano; esso raccoglie, solo in occasione di portate eccezionali, le acque del Naviglio Cerca non confluite precedentemente nel Torrente Garza all'altezza di S. Polo. Queste acque vengono di norma smaltite, invece, in una seriola posta poche decine di metri a monte del cippo che, a partire dal 1846, segna la suddivisione formale tra Naviglio Grande Bresciano e Naviglio Inferiore. Il Naviglio Inferiore entra nel territorio comunale di Ghedi proveniente da Montirone con direzione NW-SE. Il suo corso è rettilineo e costeggia la strada provinciale nr. 24 fino all'ingresso nel centro abitato di Ghedi. Qui il corso d'acqua assume la nuova denominazione di Naviglio d'isorella proseguendo poi verso SSE ancora affiancato alla S.P. nr. 24. In questo secondo tratto il canale è impinguato dalle acque di alcune risorgive presenti a partire dai limiti meridionali del centro abitato. Da località Ponte Rosso e fino a C.na Osteria Nuova il corso d'acqua segna il confine con il comune di Calvisano. Numerose sono le rogge ed i canali realizzati per permettere l'irrigazione delle campagne. Nel settore settentrionale del territorio comunale, ove ampie zone sono occupate dall'aeroporto militare e da bacini estrattivi di ghiaie e sabbie, i principali sono il Fossadasso ed il Fontanile Prandoni, che un tempo erano alimentati da acque di risorgiva ed ora sono asciutti ed inutilizzati per gran parte della loro lunghezza. La Seriola Pavia e la Roggia Gheda convogliano verso sud acque provenienti da pozzi irrigui posti nella zona settentrionale del territorio comunale. Il Fosso Lavaculo, che segna per un tratto il confine comunale orientale, è tuttora alimentato da acque sgorganti da risorgive poste qualche centinaio di metri a monte di C.na Scovoletta. Il Fossadasso, ormai asciutto e colmato in vari punti, segue il percorso di un canale costruito sotto la dominazione francese e che, nutrito nel primo tratto dalle acque dei fontanili, collegava via acqua la zona di Ghedi con quella di Castiglione delle Stiviere, permettendo il transito di chiatte per il trasporto delle merci. A sud del centro abitato di Ghedi troviamo la Seriola Calcinera, il Fosso Bambinello, la Seriola Rovertorta, il Canale Rodone, il Canale S. Giovanna ed il Fosso 30

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