La macroeconomia civile: un cambio di passo per l Europa

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "La macroeconomia civile: un cambio di passo per l Europa"

Transcript

1 La macroeconomia civile: un cambio di passo per l Europa Leonardo Becchetti Professore di Economia politica, Università di Roma Tor Vergata, <becchetti@economia.uniroma2.it> approfondimenti Nello scorso mese di ottobre oltre 350 economisti hanno sottoscritto un appello rivolto a Matteo Renzi (cfr riquadro alla p. seguente), all epoca presidente di turno del Consiglio dell UE, per un profondo ripensamento della politica economica europea. L appello si inserisce nel dibattito, politico e scientifico, tra sostegno alla crescita e rigore nei conti pubblici e non ha perso attualità con il termine del semestre di presidenza italiana. Il prof. Leonardo Becchetti, uno dei promotori dell iniziativa, ne presenta le ragioni, con particolare riferimento alla situazione economica del nostro Paese. Secondo il Prosperity Index 2014 (Legatum 2014), l Italia è quasi in fondo alla classifica (134a su 142 Paesi) nella risposta alle domande «È un buon momento per trovare lavoro?» e «Pensa che l economia andrà meglio?»: il nostro Paese sembra dunque aver perso la speranza almeno per quanto riguarda la ripresa economica. Secondo lo stesso rapporto, nell indice di prosperità complessivo scivoliamo dal 26 posto del 2008 al 37 dell anno scorso. Nel decennio , l Italia è l unico tra i 27 Paesi dell UE a registrare un tasso medio annuo di variazione del reddito pro capite negativo: per noi stagnazione e decrescita infelice precedono la crisi finanziaria globale, ma si inaspriscono dopo di essa. Le responsabilità come vedremo nelle pagine che seguono sono in parte nostre (ad esempio il declino strutturale della pro- Aggiornamenti Sociali gennaio 2015 (39-48) 39

2 duttività del nostro sistema economico), in parte legate a errori di conduzione della politica dell eurozona. L appello presentato al presidente Renzi rappresenta un tentativo di reagire, scuotendosi dalla passività e formulando proposte capaci di dare quella scossa capace di rimetterci in movimento. Il largo consenso incontrato dall appello, sottoscritto da 350 economisti in poche settimane, ne dimostra quanto meno l urgenza. Le responsabilità dell Italia A prescindere dagli effetti delle politiche economiche dell eurozona, che esamineremo nel paragrafo successivo, l Italia ha bisogno di profonde riforme per colmare il divario che la separa dal Paese ormai diventato il modello di riferimento, la Germania, e non solo in termini di differenziale di rendimento dei titoli di Stato (il famoso spread). La ragione risiede nelle attuali dinamiche economiche. Da una parte, infatti, l integrazione globale dei mercati ci mette in concorrenza con Paesi il cui costo del lavoro è fino a volte inferiore al nostro; dall altra l integrazione europea ci ha privato degli strumenti di politica economica (manovra del tasso di cambio, politica monetaria, politica fiscale, almeno in termini di vincoli sui saldi aggregati) a cui in passato si faceva ricorso per recuperare competitività. Bisogna dunque trovare altre strade per compensare lo svantaggio che abbiamo in termini di costo del lavoro, piuttosto che pensare di inseguire al ribasso quello vigente nei Paesi poveri ed emergenti, con l effetto di deprimere ulteriormente la nostra domanda interna. I ritardi dell Italia riguardano molti ambiti. Uno primario, anche nello scoraggiare le imprese straniere a insediarsi nel nostro Paese, è quello dell efficienza della giustizia, sintetizzabile con la durata media delle cause civili. Siamo indietro in termini di capitale umano, fattore decisivo L appello degli economisti L appello L Italia chieda una Bretton Woods per l eurozona è stato promosso da un comitato formato dai proff. Leonardo Becchetti (Università di Roma Tor Vergata), Roberto Cellini (Università di Catania), Paolo Pini (Università di Ferrara) e Alberto Zazzaro (Università Politecnica delle Marche). Il testo e le indicazioni su come aderire sono disponibili alla pagina < Nelle sole due settimane successive alla pubblicazione, l appello è stato sottoscritto da circa 350 economisti italiani. di crescita e sviluppo, con un 50% della popolazione con un titolo di studio pari o inferiore alla licenza media e un 20% di laureati nella fascia giovanile, quando la media UE è attorno al 35 % e l obiettivo comunitario per i prossimi anni è fissato al 40%. Siamo 40 Leonardo Becchetti

3 indietro in termini di infrastrutture digitali e diffusione della banda larga: le tecnologie della comunicazione e dell informazione sono un fattore fondamentale di sviluppo e il ritardo in questo campo riduce ampiamente la capacità di aumentare la produttività totale del sistema. Siamo indietro in termini di efficienza complessiva della pubblica amministrazione e di lotta alla corruzione. Lavorare su tutti questi fronti, migliorando la nostra posizione rispetto ai modelli dell Europa settentrionale, renderebbe il Paese più forte, consentendoci di competere a livello globale pur in presenza di un più elevato costo del lavoro. La chiave è puntare su fattori competitivi non delocalizzabili, identificando, tutelando e valorizzando le peculiarità (artistiche, ambientali, agricole, enogastronomiche, tecnologiche, ecc.) di ogni territorio, per trasformarle in fattori competitivi a prova di concorrenza globale. Molti territori del nostro Paese stanno attivamente operando in questa direzione, attorno alla quale andrebbero sviluppati i progetti in base a cui richiedere quei fondi comunitari delle cui difficoltà di utilizzo molto si parla. Valga per tutti l esempio virtuoso di Matera, che ha trasformato i Sassi in patrimonio culturale dell umanità riconosciuto dall UNESCO grazie a ingenti investimenti europei ed è appena stata scelta come capitale europea della cultura per il Le responsabilità dell eurozona La crisi finanziaria globale scoppiata nel 2008 ha provocato molti crolli, tra cui quello del fragile edificio teorico del modello economico neoclassico, nel quale i comportamenti miopemente e puramente autointeressati degli individui e gli appetiti di massimizzazione del profitto delle imprese si riconciliano magicamente con il bene comune grazie a due mani: quella invisibile della concorrenza di mercato e quella visibile di istituzioni di regolazione perfette, cioè benevolenti, che dispongono di tutte le informazioni e autenticamente indipendenti o, come si dice oggi, non catturate da coloro che devono regolare. L una e l altra e la seconda più della prima si sono rivelate ipotesi irrealistiche: i mercati non segnalano affatto l avvicinarsi della tempesta, al cui scatenarsi concorre il sonno di istituzioni tutt altro che indipendenti che allentano progressivamente le regole del gioco, favorendo l emergere di colossi troppo grandi per fallire e troppo complessi per essere regolati (Becchetti 2014). L epicentro e l origine della crisi sono negli Stati Uniti, ma sono proprio gli americani a intervenire in modo più energico ed efficace per contenerla. Ben Bernanke, presidente della Fe- approfondimenti La macroeconomia civile: un cambio di passo per l Europa 41

4 42 Leonardo Becchetti deral Reserve (la banca centrale americana) dal febbraio 2006 al febbraio 2014 e studioso proprio di questo genere di problemi, sa bene che una crisi finanziaria che fa fallire le banche distrugge moneta e corre ai ripari con politiche monetarie e fiscali espansive. Ricordando la lezione della terribile depressione seguita alla crisi del 1929 e il successivo intervento del presidente F. D. Roosevelt, vara il cosiddetto quantitative easing: una politica monetaria espansiva, consistente nell acquisto sul mercato di titoli pubblici e privati da parte della banca centrale, attraverso la quale dall indomani della crisi praticamente fino a oggi la Federal Reserve inietta nel sistema economico 83 miliardi di dollari ogni mese. Grazie al quantitative easing, la liquidità ritorna in circolo e l economia può ripartire, evitando l ulteriore collasso dei mercati finanziari. Allo stesso tempo, sempre facendo tesoro della lezione del 29, il Governo americano capisce che la conseguenza della crisi finanziaria è il crollo della domanda privata, che va rimpiazzata con domanda pubblica. Non preoccupandosi degli effetti a breve termine sull ammontare del debito pubblico, dà inizio a una politica di investimenti pubblici facendo crescere il rapporto deficit/pil oltre il 10%. La scelta americana produce frutti: nel giro di 6 anni il tasso di disoccupazione scende al di sotto di quello precedente alla crisi e la crescita progressiva del PIL riporta sotto il 3% il rapporto deficit/pil nel Gli americani dimostrano con questa manovra di saper sfruttare appieno quello che gli economisti chiamano dividendo monetario della globalizzazione. Di che cosa si tratta? La banca centrale dispone di un potere enorme, quello di stampare moneta, il cui limite principale è il rischio di creare un eccesso di inflazione, che erode il valore della ricchezza e il potere d acquisto dei salari. Se la quantità di moneta in circolazione è eccessiva, significa che famiglie, imprese e amministrazione pubblica avranno una forte capacità di acquisto: se la loro domanda supera la produzione e quindi l offerta di beni e servizi, allora i produttori saranno tentati di aumentare i prezzi. Tuttavia la possibilità di farlo deve fare i conti anche con la concorrenza, che nell economia globalizzata impone ai produttori dei Paesi ad alto reddito di confrontarsi con la competizione serrata degli omologhi dei Paesi poveri ed emergenti, i cui costi di produzione, in particolare per quello che riguarda il lavoro, sono enormemente inferiori e che quindi possono offrire i prodotti a prezzi più bassi. La concorrenza globale rende dunque assai difficile la manovra di aumentare i prezzi a fronte di un aumento della domanda: infatti negli Stati Uniti, nonostante la poderosa manovra espansiva, l inflazione resta inchiodata sotto il 2%.

5 Questa rivoluzione della politica economica americana è favorita dall elasticità del mandato della Federal Reserve, che non si limita alla difesa del valore della moneta dall inflazione, ma include anche lo stimolo dell economia reale. Tuttavia prima Bernanke e poi Janet Yellen (presidente della Federal Reserve da febbraio 2014) rovesciano l ordine delle priorità, decidendo che il ruolo moderno di una banca centrale in tempi di crisi è combattere la disoccupazione, visto che è praticamente inesistente la preoccupazione del risveglio dell inflazione. Concretamente la decisione è stata quella di proseguire con lo stimolo monetario fino a quando il tasso di disoccupazione non fosse sceso sotto il 6%, com è effettivamente accaduto nell autunno Anche altri Paesi adottano politiche analoghe. Ad esempio in Giappone, nonostante un rapporto debito/pil superiore al 230%, il Governo Abe (in carica dalla fine del 2012) decide di quasi raddoppiare l offerta di moneta e di aumentare la spesa pubblica per risollevare l economia del Paese e contrastare la tendenza al declino dei prezzi. La storia del Giappone testimonia che non esiste una soglia del rapporto debito/pil oltre la quale il debito è insostenibile. La sostenibilità del debito pubblico dipende dall incrocio di tre fattori: la quota di titoli detenuta dai cittadini del Paese stesso, la possibilità della banca centrale di stampare moneta per acquistare titoli pubblici e quella di manovrare il cambio. In Giappone la banca centrale può monetizzare il debito e quasi tutto il debito pubblico è in mano a cittadini giapponesi. Questi ultimi, a differenza degli investitori stranieri interessati solo al flusso di interessi e ai possibili guadagni o perdite in conto capitale, non hanno alcun interesse a provocare il default dell apparato che eroga a loro favore i servizi pubblici. E l eurozona? Per usare un immagine, è come se dopo la crisi finanziaria globale fosse iniziata una regata in barca a vela. Gli equipaggi di USA, Regno Unito e Giappone hanno scelto un lato keynesiano del campo di regata, che prevede ampi stimoli pubblici monetari e fiscali, cominciando a correre rapidamente verso il traguardo. La barca dell eurozona, i membri del cui equipaggio hanno idee piuttosto diverse tra di loro, ha scelto esattamente il lato contrario e si è bloccata non riuscendo a cogliere il vento della ripresa. L errore ideologico dell UE è stato seguire la teoria del rigorismo espansivo. Secondo tale approccio la preoccupazione primaria è quella dell equilibrio di bilancio: al contrario di quanto fatto da USA e Giappone, la crisi va affrontata riducendo la spesa pubblica. Questa strategia farà ripartire l economia perché cittadini ultrarazionali prevederanno che la contrazione della spesa pubbli- approfondimenti La macroeconomia civile: un cambio di passo per l Europa 43

6 44 Leonardo Becchetti ca porterà in futuro a una riduzione di tasse e quindi inizieranno subito a spendere di più, anticipando i maggiori redditi futuri e rilanciando l economia (Alesina e Ardagna 2009). Non troppo rapidamente l Europa si rende conto che il ragionamento non funziona: i cittadini non sono ultrarazionali, diffidano della reale intenzione di ridurre le tasse in futuro e soffrono di vincoli di liquidità. La strada del rigore ha l esito paradossale non solo di non rilanciare l economia, ma anche di peggiorare gravemente la situazione della finanza pubblica che si intendeva migliorare. Le dinamiche del rapporto debito/pil sono impressionanti. Dall inizio dell applicazione della dottrina del rigore la Grecia ha perso un quarto del PIL e ha visto aumentare il proprio rapporto debito/pil dal 148,3% del 2010 al 175,1% del 2013, nonostante due cancellazioni parziali di debito che sono riuscite nell incredibile impresa di lasciare a bocca asciutta i creditori senza alleviare il fardello del Paese. Il peggioramento del rapporto debito/pil è generalizzato: in Portogallo dal 94% del 2010 al 129% del 2013; in Irlanda dal 91,2% del 2010 al 123,7% del 2013; in Spagna dal 61,7% del 2010 al 93,9% del 2013; in Finlandia uno dei guardiani del rigore dal 33,9% del 2008 al 61,6% previsto per il La causa di questo andamento è che è illusorio pensare di ridurre il rapporto debito/ PIL agendo sulla diminuzione del numeratore (il debito): le politiche in questa direzione provocano una contrazione proporzionalmente maggiore del denominatore (il PIL), per cui il rapporto continua ad aumentare. Tale problema si accompagna all insuccesso della BCE nel mantenere l inflazione vicina all obiettivo dichiarato del 2%. Se un inflazione elevata è un problema perché erode il potere d acquisto, quella troppo bassa o addirittura negativa (deflazione) è un problema per i debitori perché aumenta il valore reale dei debiti. Ne è un chiaro esempio la situazione italiana: sulla base delle stime più aggiornate disponibili, dati gli attuali livelli di saldo primario (1,7% per il 2014), costo medio del debito (3,83%) e crescita (-0,3%), con una inflazione del 2%, il rapporto debito/pil crescerebbe tra 2013 e 2014 dell 1,1%. La sostanziale mancanza di inflazione, dovuta alla timidezza della politica monetaria della BCE, provocherà invece una crescita di tale rapporto del 3,9%. La strategia del rigore ha dunque clamorosamente fallito e la stessa UE la sta seriamente ripensando. I passi sono per ora timidi. La BCE ha varato politiche di espansione monetaria, che al momento si limitano all offerta di denaro attraverso il sistema bancario, che non sembra però avere molta intenzione di utilizzare le risorse per concedere nuovi prestiti, che stimolerebbero l econo-

7 mia reale. Non è invece ancora partito un vero e proprio quantitative easing, ovvero l acquisto di titoli pubblici dei Paesi membri da parte della BCE. Anche le prime mosse del piano Juncker un programma di investimenti pubblici con fondi europei per un ammontare annunciato di 300 miliardi di euro si profilano ben al di sotto delle attese. L appello per una macroeconomia civile: sostanza e ragioni A un analisi più attenta, sono in realtà numerose le situazioni fuori regola. I Paesi con un rapporto deficit/pil superiore al fatidico 3% sono parecchi: Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Croazia, Slovenia e persino la virtuosa Polonia. Dal canto suo la Germania da tempo viola il tetto al surplus della bilancia commerciale, mentre l Italia, che rispetta il vincolo del 3% al rapporto deficit/pil, contestandone il significato, sta violando, pur con la temporanea approvazione della Commissione europea, i termini del percorso verso l obiettivo del pareggio di bilancio. La BCE, dal canto suo, è ben lontana dal raggiungere l obiettivo di un tasso di inflazione vicino al 2%. L intero edificio dei vincoli europei risulta così piuttosto traballante, legittimando gli interrogativi sul suo significato. Del resto, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, l andamento delle diverse economie dopo la crisi documenta con chiarezza la maggiore efficacia dei percorsi seguiti da quei Paesi che si sono posti obiettivi di crescita e aumento dell occupazione senza indossare il cilicio del pareggio di bilancio o degli altri vincoli del fiscal compact. La vera natura di quest ultimo non è infatti tecnica, legata alla salute delle economie dei Paesi UE. Il fiscal compact e tutte le regole del rigore sono piuttosto un meccanismo di controllo con cui si cerca di sopperire alla mancanza di fiducia tra Paesi membri. Ma ormai l ossessione con cui si continua su questa strada ha condotto a parlare di sadomonetarismo (Krugman 2013) o del ritorno in auge del concetto di debito come meccanismo di disciplina dei comportamenti dei debitori, come nella tradizione della letteratura della leva finanziaria (Harris e Raviv 1991). approfondimenti Il fiscal compact, formalmente Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell Unione economica e monetaria, è un trattato internazionale sottoscritto dai Paesi membri dell UE (a eccezione di Regno Unito e Repubblica Ceca) nel In vigore dal 1 gennaio 2013, contiene una serie di regole vincolanti in materia di finanza pubblica. I fondamenti delle regole sono così aleatori da risultare poco credibili. L esempio più clamoroso riguarda il tasso di disoccupazione, e in particolare la determinazione del suo livello di equilibrio strutturale, al di sotto del quale le pressioni salariali aumentano e l inflazione riparte (in termini tecnici questo tasso è noto come La macroeconomia civile: un cambio di passo per l Europa 45

8 46 Leonardo Becchetti NAIRU: Non-Accelerating Inflation Rate of Unemployment o tasso di disoccupazione a inflazione stabile). Se la disoccupazione è sopra il NAIRU, un Paese ha diritto a maggiore flessibilità sui conti pubblici sostanzialmente a uno sconto sul rigore per fronteggiare le difficoltà della sua congiuntura. Il problema è che il NAIRU è frutto di sofisticate elaborazioni statistiche a partire dai dati via via rilevati e in questo modo finisce per considerare strutturali le condizioni avverse: ad esempio il NAIRU è superiore al 10% per l Italia e addirittura al 20% per la Spagna. Questo chiude quasi del tutto i margini di manovra, ma è palesemente assurdo, visto che l esempio degli USA (il cui NAIRU è calcolato oggi al 5,2%) ci insegna come tassi di disoccupazione anche molto più bassi non provochino affatto una ripresa dell inflazione. La verità è che inutile fare sacrifici se non sfruttiamo appieno il potenziale della BCE, che è molto più potente di una banca centrale nazionale, e se non impariamo ad approfittare, come fanno altri Paesi, del dividendo monetario della globalizzazione (la possibilità di creare moneta senza generare inflazione). In questa linea l appello propone all attenzione della politica europea 7 snodi fondamentali: 1. promuovere un ruolo molto più attivo della BCE, sul modello di quanto fatto dalle banche centrali di Stati Uniti e Regno Unito, che si spinga fino alle politiche di acquisto di titoli pubblici e privati; 2. capitalizzare e sfruttare appieno il potenziale della BCE anche per aggredire il problema del debito pubblico dei Paesi dell eurozona. In quest ottica andrebbero discussi con serietà progetti come il piano PADRE (Politically Acceptable Debt Restructuring in the Eurozone: Ristrutturazione politicamente accettabile del debito nell eurozona; Pâris e Wyplosz 2014), che prevede l acquisto da parte della BCE della quota di debito di ciascun Paese eccedente il 60% del PIL, convertendola in titoli senza interesse che saranno ripagati negli anni dalle risorse da signoraggio spettanti a ciascun Paese. Questo libererebbe ingenti risorse attualmente destinate al pagamento degli interessi, che potrebbero essere utilizzate per stimolare la domanda a sostegno della ripresa e della crescita di tutti i Paesi membri. Piani di questo tipo potrebbero essere avviati in via sperimentale su porzioni più piccole dei debiti pubblici per verificarne gli effetti; 3. accompagnare i vantaggi macroeconomici di cui ai punti precedenti con riforme strutturali lungo i principali assi di modernizzazione delle economie dei Paesi coinvolti (infrastrutture digitali, politica industriale e di innovazione tecnologica e organizzativa

9 del lavoro, efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione e dell amministrazione della giustizia, protezione sociale per coloro che sono esclusi dal lavoro, contrasto alle disuguaglianze economiche e sociali divenute insostenibili e che compromettono la crescita dei sistemi economici). La realizzazione di queste riforme di struttura è essenziale per accrescere i benefici prodotti dalle politiche macroeconomiche di cui ai punti 1. e 2. e deve essere portata avanti seguendo gli stimoli provenienti dall Europa, ma attraverso un processo di scelta democratica interno a ciascun Paese membro; 4. in parallelo costruire meccanismi in grado di contrastare le asimmetrie dell eurozona, che prevedano penalità e sanzioni non solo per Paesi in deficit, ma anche per quelli il cui surplus costituisce fattore di squilibrio, obbligandoli a realizzare politiche di rilancio della domanda interna. In secondo luogo creare un sussidio europeo di disoccupazione come forma di stabilizzatore automatico che preveda in cambio prestazioni sociali o formazione per la rioccupazione per i beneficiari e sospensione in caso di non accettazione di posto di lavoro; 5. varare davvero una politica fiscale UE espansiva tramite investimenti pubblici a scala europea per la realizzazione di infrastrutture fisiche e digitali, aumentando le risorse a disposizione del bilancio dell Unione ben oltre l attuale 1% del PIL (ad esempio tra il 3% ed il 5%); 6. impegnarsi con decisione per l armonizzazione fiscale e la riduzione dei divari tra i regimi fiscali a cui sono sottoposte le imprese nei diversi Paesi, che danno luogo a comportamenti elusivi attraverso delocalizzazioni fiscali, alterando anche le statistiche sulla crescita dei Paesi coinvolti. Paradisi fiscali interni all Unione non potranno più essere tollerati e le pratiche più spinte in questo senso andranno considerate alla stregua di aiuti di Stato (come sembra iniziare a essere l orientamento comunitario); 7. procedere verso forme di unificazione politica e di partecipazione attiva dei cittadini alla elezione democratica dei rappresentanti nelle istituzioni europee non più esclusivamente su base nazionale, così da porre al centro dei processi decisionali dell UE il benessere di tutti i cittadini europei e non gli interessi nazionali. Oltre alle adesioni, l appello ha suscitato anche obiezioni, che ci paiono fare capo a due atteggiamenti opposti, per molti versi speculari. Il primo è quello di chi ritiene che ormai non c è nulla da fare, che l euro è finito e che l unione monetaria è destinata al fallimento, con il ritorno alle valute nazionali, per quanto traumatico possa risultare questo passaggio in termini politici, economici e approfondimenti La macroeconomia civile: un cambio di passo per l Europa 47

10 sociali. All opposto si situa la posizione di chi trasforma in dogmi le regole del fiscal compact, negando la possibilità di discuterne la sensatezza rispetto all attuale situazione e interpretando qualunque richiesta di cambiamento delle regole come un alibi per non fare i famosi compiti a casa. Anche in questo caso senza preoccuparsi delle ricadute sociali di un rigore fine a se stesso. Pur rispettando queste opinioni, ci sembra che entrambe incorporino una rinuncia a fare politica, cioè a costruire percorsi possibili attraverso accordi e compromessi, anche grazie all azione di chi, sulla base della competenza tecnica, punta a fornire elementi di chiarezza per vedere meglio in quale direzione muoverci. risorse Alesina A. Ardagna S. (2009), Large Changes in Fiscal Policy: Taxes Versus Spending, NBER Working Papers n , < Becchetti L. (2014), Wikieconomia, il Mulino, Bologna. Harris M. Raviv A. (1991), «The Theory of Capital Structure», in The Journal of Finance, 1, Krugman P. (2013), «The Intellectual Contradictions of Sado-Monetarism», in The New York Times, 8 aprile, < mes.com/2013/04/08/the-intellectual-contra- dictions-of-sado-monetarism/?_r=0>. Legatum 2014 = The 2014 Legatum Prosperity Index, < pdf/publications/pi2014brochure_web.pdf>. Pâris P C Wyplosz C. (2014), PADRE. Politically Acceptable Debt Restructuring in the Eurozone, International Center for Monetary and Banking Studies (ICMB) Centre for Economic Policy Research (CEPR), Ginevra Londra, < 48 Leonardo Becchetti

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI Aggiornamento del 29 maggio 2015 I CONTENUTI IL SISTEMA ECONOMICO LA FINANZA PUBBLICA LA SANITA IL SISTEMA ECONOMICO LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI IL PIL PIL: DINAMICA E PREVISIONI NEI PRINCIPALI PAESI UE

Dettagli

UNA BOLLA SPECULATIVA SUI TITOLI DI STATO?

UNA BOLLA SPECULATIVA SUI TITOLI DI STATO? 478 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com UNA BOLLA SPECULATIVA SUI TITOLI DI STATO? 24 giugno 2013 a cura di Renato Brunetta INDICE 2 Una bolla pronta a scoppiare? Le parole di un esperto

Dettagli

La situazione dell investitore è chiaramente scomoda e occorre muoversi su due fronti:

La situazione dell investitore è chiaramente scomoda e occorre muoversi su due fronti: Analisti e strategisti di mercato amano interpretare le dinamiche dei mercati azionari in termini di fasi orso, fasi toro, cercando una chiave interpretativa dei mercati, a dimostrazione che i prezzi non

Dettagli

La congiuntura. internazionale

La congiuntura. internazionale La congiuntura internazionale N. 2 LUGLIO 2015 Il momento del commercio mondiale segna un miglioramento ad aprile 2015, ma i volumi delle importazioni e delle esportazioni sembrano muoversi in direzioni

Dettagli

COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE 75 i dossier www.freefoundation.com COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE NEL RAPPORTO CONCLUSIVO DELLA MISSIONE IN ITALIA DEL 3-16 MAGGIO 17 maggio 2012 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE

Dettagli

Moneta e Tasso di cambio

Moneta e Tasso di cambio Moneta e Tasso di cambio Come si forma il tasso di cambio? Determinanti del tasso di cambio nel breve periodo Determinanti del tasso di cambio nel lungo periodo Che cos è la moneta? Il controllo dell offerta

Dettagli

Università di Siena Sede di Grosseto Secondo Semestre 2010-2011. Macroeconomia. Paolo Pin ( pin3@unisi.it ) Lezione 4 20 Aprile 2011

Università di Siena Sede di Grosseto Secondo Semestre 2010-2011. Macroeconomia. Paolo Pin ( pin3@unisi.it ) Lezione 4 20 Aprile 2011 Università di Siena Sede di Grosseto Secondo Semestre 200-20 Macroeconomia Paolo Pin ( pin3@unisi.it ) Lezione 4 20 Aprile 20 Riassunto della puntata precedente Abbiamo costruito un modello per spiegare

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

La congiuntura. internazionale

La congiuntura. internazionale La congiuntura internazionale N. 1 GIUGNO 2015 Il primo trimestre del 2015 ha portato con sé alcuni cambiamenti nelle dinamiche di crescita delle maggiori economie: alla moderata ripresa nell Area euro

Dettagli

ESERCITAZIONI di MACROECONOMIA: il MODELLO AD AS

ESERCITAZIONI di MACROECONOMIA: il MODELLO AD AS ESERCITAZIONI di MACROECONOMIA: il MODELLO AD AS Per dubbi, domande e/o chiarimenti contattare: gaetano.lisi@unicas.it Il modello AD-AS è un modello di equilibrio economico generale (a differenza del modello

Dettagli

Lezione 14. Risparmio e investimento. Leonardo Bargigli

Lezione 14. Risparmio e investimento. Leonardo Bargigli Lezione 14. Risparmio e investimento Leonardo Bargigli Risparmio e investimento nella contabilità nazionale Ripartiamo dalla definizione di PIL in termini di spesa finale Y = C + I + G + NX Consideriamo

Dettagli

La notizia presentata come sintesi dello studio è stata che gli italiani risparmiano di

La notizia presentata come sintesi dello studio è stata che gli italiani risparmiano di 1 di 5 11/09/2011 14:52 LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE ITALIANE A cura di Roberto Praderi. Come nelle elaborazioni precedenti ci siamo basati su documenti ufficiali, in questa facciamo riferimento allo 2

Dettagli

IL RAPPORTO ISTAT 2014. UN ITALIA ALLO STREMO

IL RAPPORTO ISTAT 2014. UN ITALIA ALLO STREMO 869 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com IL RAPPORTO ISTAT 2014. UN ITALIA ALLO STREMO 29 maggio 2014 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE SUMMARY 2 Lo scorso 28 maggio l Istat ha rilasciato

Dettagli

Grande Depressione e Grande Recessione: una prospettiva storica. Lezione 16_2 Mauro Rota mauro.rota@uniroma1.it

Grande Depressione e Grande Recessione: una prospettiva storica. Lezione 16_2 Mauro Rota mauro.rota@uniroma1.it Grande Depressione e Grande Recessione: una prospettiva storica Lezione 16_2 Mauro Rota mauro.rota@uniroma1.it Il Quadro attuale Anche prima della crisi le economie europee avevano bassi tassi di crescita

Dettagli

i dossier LEZIONI AMERICANE PER MONTI www.freefoundation.com 2 aprile 2012 a cura di Renato Brunetta

i dossier LEZIONI AMERICANE PER MONTI www.freefoundation.com 2 aprile 2012 a cura di Renato Brunetta 52 i dossier www.freefoundation.com LEZIONI AMERICANE PER MONTI 2 aprile 2012 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE SUMMARY 2 Il presidente della Federal Reserve, la banca centrale americana, Ben Bernanke

Dettagli

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette) In una ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla e a una delle due domande a risposta aperta, e risolvere l esercizio. DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione

Dettagli

I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA

I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA Corso di Laurea in Servizio Sociale Istituzioni di Economia Introduzione allo studio dell Economia I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA (Capitolo 1) Il termine economia... Deriva da una parola greca che significa

Dettagli

NOTIZIARIO UNIVERSITÀ LAVORO

NOTIZIARIO UNIVERSITÀ LAVORO NOTIZIARIO UNIVERSITÀ LAVORO Ottobre 2012 Indice Notiziario Corriere della Sera Quando il lavoro aiuta gli studi La Repubblica Precari under 35 raddoppiati in 8 anni e la laurea vale come un diploma tecnico

Dettagli

Modulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo. UD 8.1. Il sistema monetario

Modulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo. UD 8.1. Il sistema monetario Modulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo Questo modulo si occupa dei problemi della moneta e dei prezzi nel lungo periodo. Prenderemo in esame gli aspetti istituzionali che regolano il controllo del

Dettagli

RAPPORTO CER Aggiornamenti

RAPPORTO CER Aggiornamenti RAPPORTO CER Aggiornamenti 12 Gennaio 2012 CERCASI LIQUIDITÁ DISPERATAMENTE Mentre prosegue l azione di allentamento delle condizioni monetarie internazionali, il mercato interbancario italiano soffre

Dettagli

ALTRO CHE SALVA ITALIA!

ALTRO CHE SALVA ITALIA! 79 i dossier www.freefoundation.com ALTRO CHE SALVA ITALIA! Panorama, 18 ottobre 2012 18 ottobre 2012 a cura di Renato Brunetta 2 All inizio del disastro è stato l anticipo del pareggio di bilancio al

Dettagli

Il controllo dell offerta di moneta

Il controllo dell offerta di moneta Corso interfacoltà in Economia Politica economica e finanza Modulo in Teoria e politica monetaria Il controllo dell offerta di moneta Giovanni Di Bartolomeo gdibartolomeo@unite.it Fasi della politica monetaria

Dettagli

(15) Le nostre idee per un programma per l Europa. Leader, candidati e programma vincenti

(15) Le nostre idee per un programma per l Europa. Leader, candidati e programma vincenti (15) Le nostre idee per un programma per l Europa. Leader, candidati e programma vincenti 61 I. L Europa che vogliamo II. III. IV. I valori del Partito popolare europeo L Europa delle libertà L Europa

Dettagli

Macroeconomia. Laura Vici. laura.vici@unibo.it. www.lauravici.com/macroeconomia LEZIONE 6. Rimini, 6 ottobre 2015. La ripresa dell Italia

Macroeconomia. Laura Vici. laura.vici@unibo.it. www.lauravici.com/macroeconomia LEZIONE 6. Rimini, 6 ottobre 2015. La ripresa dell Italia Macroeconomia Laura Vici laura.vici@unibo.it www.lauravici.com/macroeconomia LEZIONE 6 Rimini, 6 ottobre 2015 Macroeconomia 140 La ripresa dell Italia Il Fondo Monetario internazionale ha alzato le stime

Dettagli

ECONOMIA E MERCATI FINANZIARI QUARTO TRIMESTRE 2011

ECONOMIA E MERCATI FINANZIARI QUARTO TRIMESTRE 2011 ECONOMIA E MERCATI FINANZIARI QUARTO TRIMESTRE 2011 1. QUADRO MACROECONOMICO INTERNAZIONALE Negli ultimi mesi del 2011 si è verificato un peggioramento delle prospettive di crescita nelle principali economie

Dettagli

ECONOMIC OUTLOOK 2013 OCSE: LA CRISI ITALIANA CONTINUA

ECONOMIC OUTLOOK 2013 OCSE: LA CRISI ITALIANA CONTINUA 423 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com ECONOMIC OUTLOOK 2013 OCSE: LA CRISI ITALIANA CONTINUA 30 maggio 2013 a cura di Renato Brunetta INDICE 2 Le previsioni sull economia Alcuni grafici

Dettagli

SEDE DI CAGLIARI. Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di settore

SEDE DI CAGLIARI. Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di settore FORUM PERMANENTE SUL CREDITO E LA FINANZA II^ CONFERENZA REGIONALE SUL CREDITO E LA FINANZA PER LO SVILUPPO Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di

Dettagli

Capitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S.

Capitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Capitolo 26 Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale In questa lezione Banca centrale Europea (BCE) e tassi di interesse: M D e sue determinanti; M S ed equilibrio del mercato monetario;

Dettagli

Inflazione e Produzione. In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste:

Inflazione e Produzione. In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste: Inflazione e Produzione In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste: Da cosa è determinata l Inflazione? Perché le autorità monetarie tendono a combatterla? Attraverso quali canali

Dettagli

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Gian Carlo Sangalli Presidente Camera di Commercio di Bologna IL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO BOLOGNESE E E IN UNA FASE

Dettagli

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014 Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici Università degli Studi di Bari Aldo Moro Corso di Macroeconomia 2014 1. Assumete che = 10% e = 1. Usando la definizione di inflazione attesa

Dettagli

I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna. Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori

I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna. Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori 18 settembre 2014 A Bologna nel 2012 quasi 296.000 contribuenti

Dettagli

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 Secondo i dati forniti dall Eurostat, il valore della produzione dell industria agricola nell Unione Europea a 27 Stati Membri nel 2008 ammontava a circa 377 miliardi

Dettagli

Modello keynesiano: il settore reale

Modello keynesiano: il settore reale Macro 4 Modello keynesiano: il settore reale La macroeconomia keynesiana La macroeconomia si occupa di studiare i meccanismi di determinazione delle grandezze economiche aggregate, così come definite dalla

Dettagli

Introduzione alla macroeconomia

Introduzione alla macroeconomia Corso di Economia italiana AA 2013-2014 Prima parte Introduzione alla macroeconomia Prof. Silvia Nenci silvia.nenci@uniroma3.it Cosa cerca di spiegare la macroeconomia Mentre la microeconomia ci mostra

Dettagli

COSA BOLLE SUL FRONTE SVIZZERO (Chi ci guadagna e chi ci perde)

COSA BOLLE SUL FRONTE SVIZZERO (Chi ci guadagna e chi ci perde) 861 COSA BOLLE SUL FRONTE SVIZZERO (Chi ci guadagna e chi ci perde) 19 gennaio 2015 a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati Forza Italia Berlusconi Presidente Il Popolo della Libertà EXECUTIVE

Dettagli

Il credito in Toscana. III trimestre 2015

Il credito in Toscana. III trimestre 2015 Il credito in Toscana III trimestre 215 Firenze, Febbraio 21 8.3 9.3 1.3 11.3 L andamento dei prestiti 1 I prestiti a imprese e famiglie Continuano anche nel periodo in esame i segnali di miglioramento

Dettagli

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.

Dettagli

ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento...

ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento... ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento... 4 GLI INDICI DI LIQUIDITA L analisi procede con la costruzione

Dettagli

Risparmio, investimenti e sistema finanziario

Risparmio, investimenti e sistema finanziario Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci

Dettagli

Equazione quantitativa della moneta

Equazione quantitativa della moneta Moneta e inflazione Equazione quantitativa della moneta Gli individui detengono moneta allo scopo di acquistare beni e servizi QUINDI la quantità di moneta è strettamente correlata alla quantità che viene

Dettagli

INTERVENTO DI GUY VERHOFSTADT, PRESIDENTE DEL GRUPPO ALDE AL PARLAMENTO EUROPEO

INTERVENTO DI GUY VERHOFSTADT, PRESIDENTE DEL GRUPPO ALDE AL PARLAMENTO EUROPEO 50 i dossier www.freefoundation.com INTERVENTO DI GUY VERHOFSTADT, PRESIDENTE DEL GRUPPO ALDE AL PARLAMENTO EUROPEO Radio Radicale, 23 settembre 2012 25 settembre 2012 a cura di Renato Brunetta 2 Domenica

Dettagli

La congiuntura. internazionale

La congiuntura. internazionale La congiuntura internazionale N. 4 OTTOBRE 2015 Il commercio mondiale risente del rallentamento dei paesi emergenti, ma allo stesso tempo evidenzia una sostanziale tenuta delle sue dinamiche di fondo.

Dettagli

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno L investimento immobiliare delle Casse e degli di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno Pubblicato su Il Settimanale di Quotidiano Immobiliare del 27/04/2013 n. 19 Introduzione Dopo

Dettagli

SERVE ANCORA AVERE UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO?

SERVE ANCORA AVERE UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO? LA NUOVA ISO 9001 : 2008 SERVE ANCORA AVERE NEL 2009 UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO? Paolo Citti Ordinario Università degli Studi di Firenze Presidente AICQ Tosco Ligure 1 Si legge oggi sui giornali

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

UNIONE MONETARIA. I paesi aderenti adottano un unica moneta

UNIONE MONETARIA. I paesi aderenti adottano un unica moneta UNIONE MONETARIA I paesi aderenti adottano un unica moneta Quali implicazioni per la politica economica? unica politica monetaria (obiettivi, organi, strumenti) la politica monetaria assume come riferimento

Dettagli

Mercato lavoro, orari, produttività, salari

Mercato lavoro, orari, produttività, salari Mercato lavoro, orari, produttività, salari Roberto Romano 22 marzo 2012 Sommario Premessa... 2 Rigidità della protezione dell'occupazione... 2 Italia, paese dai bassi salari... 4 Ore lavorate... 5 Costo

Dettagli

Class CNBC Intervista al Group CEO, Mario Greco

Class CNBC Intervista al Group CEO, Mario Greco 12/03/2015 Class CNBC Intervista al Group CEO, Mario Greco Giornalista: Dott.Greco questo bilancio chiude la prima fase del suo impegno sulla società. Qual è il messaggio che arriva al mercato da questi

Dettagli

ECOFIN 20-21 GIUGNO 2013: MISURE CONTRO LE CRISI BANCARIE?

ECOFIN 20-21 GIUGNO 2013: MISURE CONTRO LE CRISI BANCARIE? 476 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com ECOFIN 20-21 GIUGNO 2013: MISURE CONTRO LE CRISI BANCARIE? 21 giugno 2013 a cura di Renato Brunetta INDICE 2 I temi in agenda La ricapitalizzazione

Dettagli

La congiuntura. italiana. Confronto delle previsioni

La congiuntura. italiana. Confronto delle previsioni La congiuntura italiana N. 3 FEBBRAIO 2014 Il Pil torna positivo nel quarto trimestre ma il dato è sotto le attese. La crescita si prospetta debole, penalizzata della mancanza di credito e per ora sostenuta

Dettagli

FISCAL COMPACT: CHI ERA COSTUI?

FISCAL COMPACT: CHI ERA COSTUI? 104 i dossier www.freefoundation.com FISCAL COMPACT: CHI ERA COSTUI? 10 luglio 2012 a cura di Renato Brunetta INDICE 2 Il Fiscal Compact Lo stato dell arte in Europa Lo stato dell arte in Italia Le misure

Dettagli

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione

Dettagli

Analisi Costi-Benefici

Analisi Costi-Benefici Politica economica (A-D) Sapienza Università di Rome Analisi Costi-Benefici Giovanni Di Bartolomeo Sapienza Università di Roma Scelta pubblica Intervento pubblico realizzazione di progetti esempi: infrastrutture,

Dettagli

RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO

RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO Università degli studi di MACERATA Facoltà di SCIENZE POLITICHE ECONOMIA POLITICA: MICROECONOMIA A.A. 2009/2010 RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO Fabio CLEMENTI E-mail: fabio.clementi@univpm.it

Dettagli

Outlook finanziario dell agricoltura europea

Outlook finanziario dell agricoltura europea Gian Luca Bagnara Outlook finanziario dell agricoltura europea I prezzi agricoli hanno colpito i titoli dei giornali negli ultimi cinque anni a causa della loro volatilità. Tuttavia, questa volatilità

Dettagli

COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento

COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE Informazioni di approfondimento Come vengono gestiti i versamenti ai fondi pensione complementare? Prima dell adesione

Dettagli

Le funzioni della banca. Lezione 1 1

Le funzioni della banca. Lezione 1 1 Le funzioni della banca Lezione 1 1 Le principali funzioni svolte dalle banche sono: Funzione monetaria; Funzione creditizia; Funzione di mobilizzazione del risparmio; Funzione di trasmissione degli impulsi

Dettagli

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle Trento, 23 gennaio 2012 La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle La popolazione residente in provincia di Trento

Dettagli

La moneta. La definizione di moneta esula dalla forma fisica assunta dalla stessa.

La moneta. La definizione di moneta esula dalla forma fisica assunta dalla stessa. La moneta La definizione di moneta esula dalla forma fisica assunta dalla stessa. ECONOMIA MONETARIA E FINANZIARIA La moneta e le istituzioni monetarie Le forme fisiche assunte dalla moneta sono diverse,

Dettagli

PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE NOTA A CURA DELLA DIVISIONE SALUTE, ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO (OCSE), A SEGUITO DI RICHIESTA

Dettagli

SCHEDA DATI STATISTICO-ECONOMICI NOVEMBRE 2013. La crisi economica colpisce soprattutto i lavoratori.

SCHEDA DATI STATISTICO-ECONOMICI NOVEMBRE 2013. La crisi economica colpisce soprattutto i lavoratori. SCHEDA DATI STATISTICO-ECONOMICI NOVEMBRE 2013 1 La crisi economica colpisce soprattutto i lavoratori. A luglio 2013 gli occupati sono il 55,9% ossia 22 milioni 509 mila, mentre i disoccupati sono 3 milioni

Dettagli

4 I LAUREATI E IL LAVORO

4 I LAUREATI E IL LAVORO 4I LAUREATI E IL LAVORO 4 I LAUREATI E IL LAVORO La laurea riduce la probabilità di rimanere disoccupati dopo i 30 anni L istruzione si rivela sempre un buon investimento a tutela della disoccupazione.

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1

Dettagli

Crescita della moneta e inflazione

Crescita della moneta e inflazione Crescita della moneta e inflazione Alcune osservazioni e definizioni L aumento del livello generale dei prezzi è detto inflazione. Ultimi 60 anni: variazione media del 5% annuale. Effetto: i prezzi sono

Dettagli

Risparmi e debiti delle famiglie italiane: la forbice

Risparmi e debiti delle famiglie italiane: la forbice MERCATO IMMOBILIARE: CRISI FINANZIARIA? L indebitamento delle famiglie italiane Giorgio Gobbi Servizio Studi di Struttura Economica e Finanziaria della Banca d Italia 1 Risparmi e debiti delle famiglie

Dettagli

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte MD 9. La macroeconomia delle economie aperte In questo modulo, costituito da due Unità, ci occuperemo di analizzare il funzionamento delle economie aperte, ossia degli scambi a livello internazionale.

Dettagli

Economia Internazionale. Movimento internazionale dei fattori

Economia Internazionale. Movimento internazionale dei fattori Economia Internazionale Movimento internazionale dei fattori Adalgiso Amendola adamendola@unisa.it Organizzazione del capitolo Introduzione La mobilità internazionale del lavoro I prestiti internazionali

Dettagli

Corso di Economia Internazionale Prof. Gianfranco Viesti

Corso di Economia Internazionale Prof. Gianfranco Viesti 10-1 Facoltà di Scienze Politiche Università di Bari Corso di Economia Internazionale Prof. Gianfranco Viesti Modulo 16 Tassi di cambio, tassi di interesse e movimenti di capitale Hill, cap. 10 (seconda

Dettagli

Executive Summary Rapporto 2013/2014

Executive Summary Rapporto 2013/2014 Executive Summary Rapporto 2013/2014 In collaborazione con Anticipazione dei risultati Il settore del management consulting presenta Un mercato molto frammentato, dove sono presenti 18.450 imprese di cui

Dettagli

Relazione Semestrale al 30.06.2012. Fondo Federico Re

Relazione Semestrale al 30.06.2012. Fondo Federico Re Relazione Semestrale al 30.06.2012 Fondo Federico Re Gesti-Re SGR S.p.A. Sede Legale: Via Turati 9, 20121 Milano Tel 02.620808 Telefax 02.874984 Capitale Sociale Euro 1.500.000 i.v. Codice Fiscale, Partita

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

Le risorse pubbliche e il modello per tornare a crescere

Le risorse pubbliche e il modello per tornare a crescere Il bilancio delle risorse in Piemonte: recuperare il federalismo fiscale per tornare a crescere Non consiste tanto la prudenza della economia nel sapersi guardare dalle spese, perché sono molte volte necessarie,

Dettagli

PER LE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO CASSE RURALI E ARTIGIANE DEL VENETO MEFR MODELLO ECONOMETRICO FINANZIARIO REGIONALE

PER LE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO CASSE RURALI E ARTIGIANE DEL VENETO MEFR MODELLO ECONOMETRICO FINANZIARIO REGIONALE PER LE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO CASSE RURALI E ARTIGIANE DEL VENETO MEFR MODELLO ECONOMETRICO FINANZIARIO REGIONALE Elaborazione del 3// Pagina 1 Questa nota ha finalità puramente informative e riflette

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale adattamento italiano di Novella Bottini 1 Struttura della presentazione Domanda e offerta relative Benessere e ragioni di scambio Effetti della

Dettagli

AZIONI SVILUPPO. infografica by 1

AZIONI SVILUPPO. infografica by 1 AZIONI SVILUPPO Ottobre 2007 infografica by 1 IL MOTIVO DELLE AZIONI SVILUPPO infografica by 2 IL MOTIVO 1 2 Dove siamo? Sistema Italia Tessuto industriale ricco di imprese a BMC (Bassa e Media Capitalizzazione,

Dettagli

La crisi del sistema. Dicembre 2008 www.quattrogatti.info

La crisi del sistema. Dicembre 2008 www.quattrogatti.info La crisi del sistema Dicembre 2008 www.quattrogatti.info Credevo avessimo solo comprato una casa! Stiamo vivendo la più grande crisi finanziaria dopo quella degli anni 30 La crisi finanziaria si sta trasformando

Dettagli

L INTERVENTO PUBBLICO NELLA REALTA

L INTERVENTO PUBBLICO NELLA REALTA Fallimenti dello stato-1 L INTERVENTO PUBBLICO NELLA REALTA NELLA REALTA L INTERVENTO PUBBLICO NON REALIZZA SEMPRE APPIENO LE SUE POTENZIALITA, COME INDICATE DALLA TEORIA NORMATIVA DELLA POLITICA ECONOMICA.

Dettagli

Esercitazione 23 maggio 2016

Esercitazione 23 maggio 2016 Esercitazione 5 maggio 016 Esercitazione 3 maggio 016 In questa esercitazione, nei primi tre esercizi, analizzeremo il problema del moral hazard nel mercato. In questo caso prenderemo in considerazione

Dettagli

Decentramento e federalismo

Decentramento e federalismo Decentramento e federalismo Teoria economico-finanziaria dell ottimo livello di governo. Principi: ECONOMIA PUBBLICA (6) Le giustificazioni del decentramento e del federalismo sussidiarietà; responsabilità;

Dettagli

CREDITO E FINANZA: ISTRUZIONI PER L USO

CREDITO E FINANZA: ISTRUZIONI PER L USO www.momentumborsa.it Pierluigi Lorenzi Muoversi nel mercato finanziario per uscire dalla crisi CREDITO E FINANZA: ISTRUZIONI PER L USO 2 CREDITO E FINANZA: ISTRUZIONI PER L USO Muoversi nel mercato finanziario

Dettagli

LA QUESTIONE INFRASTRUTTURALE E L ANDAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA

LA QUESTIONE INFRASTRUTTURALE E L ANDAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA Direzione Affari Economici e Centro Studi LA QUESTIONE INFRASTRUTTURALE E L ANDAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA Il ritardo infrastrutturale italiano è il frutto di scelte di politica economica che da anni continuano

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

RAPPORTO CER Aggiornamenti

RAPPORTO CER Aggiornamenti RAPPORTO CER Aggiornamenti 14 gennaio 2015 In attesa della crescita I più recenti dati sul sistema bancario 1 confermano il lento miglioramento in atto nel settore creditizio. La variazione annua degli

Dettagli

Dalla crisi economica alla crisi sociale: cause e rimedi

Dalla crisi economica alla crisi sociale: cause e rimedi Dalla crisi economica alla crisi sociale: cause e rimedi I numeri della disoccupazione Cercano lavoro 3 milioni 12% Scoraggiati 3 milioni 12% TOTALE 6 MILIONI 24% DISOCCUPAZIONE GIOVANILE 40% (700mila)

Dettagli

Richiami di teoria della domanda di moneta

Richiami di teoria della domanda di moneta Richiami di teoria della domanda di moneta Parte seconda La teoria della preferenza della liquidità di Keynes Keynes distingue tre moventi principali per cui si detiene moneta. Transattivo Precauzionale

Dettagli

Risparmio e Investimento

Risparmio e Investimento Risparmio e Investimento Risparmiando un paese ha a disposizione più risorse da utilizzare per investire in beni capitali I beni capitali a loro volta fanno aumentare la produttività La produttività incide

Dettagli

Accelerare l internazionalizzazione. Marco Costaguta

Accelerare l internazionalizzazione. Marco Costaguta Accelerare l internazionalizzazione Marco Costaguta La ripresa c è. noi non la vediamo ancora 2 Senza export non riusciremo a ripartire +2% Gli ultimi 4-5 anni hanno mostrato PIL stabile/in contrazione

Dettagli

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy n. 022 - Martedì 31 Gennaio 2012 Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy Questo breve report dell Agenzia Europea per l'ambiente prende in esame il ruolo del riciclo nella

Dettagli

Da dove nasce l idea dei video

Da dove nasce l idea dei video Da dove nasce l idea dei video Per anni abbiamo incontrato i potenziali clienti presso le loro sedi, come la tradizione commerciale vuole. L incontro nasce con una telefonata che il consulente fa a chi

Dettagli

[VENETO: LA CIG DI GIUGNO 2012 E NEL

[VENETO: LA CIG DI GIUGNO 2012 E NEL 2012 [VENETO: LA CIG DI GIUGNO 2012 E NEL PRIMO SEMESTRE DI 2009-2010-2011-2012] [Nel mese di giugno la domanda di Cig in Veneto rimane nella media dei mesi di questo primo semestre del 2012. Cresce però,

Dettagli

Mercati finanziari e valore degli investimenti

Mercati finanziari e valore degli investimenti 7 Mercati finanziari e valore degli investimenti Problemi teorici. Nei mercati finanziari vengono vendute e acquistate attività. Attraverso tali mercati i cambiamenti nella politica del governo e le altre

Dettagli

i dossier USA, GIAPPONE E EUROPA: POLITICHE ECONOMICHE A CONFRONTO www.freefoundation.com www.freenewsonline.it 6 marzo 2013 a cura di Renato Brunetta

i dossier USA, GIAPPONE E EUROPA: POLITICHE ECONOMICHE A CONFRONTO www.freefoundation.com www.freenewsonline.it 6 marzo 2013 a cura di Renato Brunetta 357 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com USA, GIAPPONE E EUROPA: POLITICHE ECONOMICHE A CONFRONTO 6 marzo 2013 a cura di Renato Brunetta INDICE 2 Usa: il «sequestro» Cosa è successo negli

Dettagli

Istituzioni di Economia Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale. Caso 1 La politica monetaria negli USA

Istituzioni di Economia Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale. Caso 1 La politica monetaria negli USA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale Caso 1 La politica monetaria negli USA Prof. Gianmaria Martini La congiuntura degli USA Il Sole-24 Ore utilizza frequentemente

Dettagli

Test d ipotesi. Statistica e biometria. D. Bertacchi. Test d ipotesi

Test d ipotesi. Statistica e biometria. D. Bertacchi. Test d ipotesi In molte situazioni una raccolta di dati (=esiti di esperimenti aleatori) viene fatta per prendere delle decisioni sulla base di quei dati. Ad esempio sperimentazioni su un nuovo farmaco per decidere se

Dettagli

Economia Politica. Il monopolio. Cap 15. Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi

Economia Politica. Il monopolio. Cap 15. Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi Economia Politica Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi testo di riferimento: Mankiw, Principi di economia, 3 ed., 2004, Zanichelli Cap 15 Il monopolio Inquadramento generale In questa sezione prenderemo

Dettagli

N.9. EDI.CO.LA.NEWS Edilizia e Costruzioni nel Lazio. Dati&Mercato

N.9. EDI.CO.LA.NEWS Edilizia e Costruzioni nel Lazio. Dati&Mercato EDI.CO.LA.NEWS Dati&Mercato N.9 EDILIZIA RESIDENZIALE: IL RINNOVO SI FERMA E PROSEGUE IL CALO DELLE NUOVE COSTRUZIONI Il valore di un mercato è determinato dalla consistenza degli investimenti che vi affluiscono.

Dettagli

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only.

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only. In un mercato del lavoro competitivo esistono due tipi di lavoratori, quelli con alta produttività L A, che producono per 30 $ l'ora, e quelli con bassa produttività, L B, che producono per 5 $ l'ora.

Dettagli

5 - Previsioni BASE. 6.- Tre mosse per archiviare la crisi

5 - Previsioni BASE. 6.- Tre mosse per archiviare la crisi 1 2 3 INDICE 5 - Previsioni BASE 5.1 - Previsioni dell Economia Italiana 2014-2018 dopo Legge di Stabilità e Riforme Strutturali 5.2 - e se il cambio non scendesse e rimanesse all 1,33 del 2014? 6.- Tre

Dettagli