PROGETTO EDUCATIVO. della PALLAVOLO VALGANDINO. associazione sportiva dilettantistica

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1 PROGETTO EDUCATIVO della PALLAVOLO VALGANDINO associazione sportiva dilettantistica Premessa Il Progetto educativo è nato dalla volontà del Gruppo Sportivo Oratorio Gandino che da 20 anni si occupa di pallavolo maturando nel corso degli anni un bagaglio di esperienze che ci sembra giusto sintetizzare nel presente documento, motivare, aggiornare e approfondire le scelte, gli orientamenti fondamentali, e i valori che ci hanno guidato in questi anni di attività sportiva. Pensiamo sia un atto doveroso per non disperdere il prezioso patrimonio educativo del passato e per garantire una continuità nel tempo, con l avvicendarsi delle persone nella fedeltà del mandato originario. In questi anni essendosi alternati allenatori, dirigenti collaboratori e insieme a molti ragazzi, ci è parso importante ed urgente elaborare un documento per non disperdere le forze ma ordinarle verso un'unica meta. Noi crediamo che lo sport possa essere un grande strumento educativo che si riferisce ad un sistema di valori dell educazione secondo i principi cristiani e sociali che aiuti ragazzi, adolescenti e giovani a crescere come individui, dentro una comunità in cui la partecipazione identifica il sentimento di appartenenza alla stessa. I destinatari Il progetto educativo coinvolge bambini ragazzi, adolescenti e giovani dai 6 anni, di entrambi i sessi, in un ottica di apertura e accoglienza nella diversità di valori e credenze, razze, religioni e convinzioni politiche. Finalità generali Non è l uomo per lo sport, ma è lo sport per l uomo (Car. Dionigi Tettamanzi) Lo sport può contribuire in modo significativo al bene integrale della persona, a patto, che non venga inteso come il tutto della vita umana. Non è affatto automatico che lo sport sappia educare; per questo ci proponiamo, attraverso l attività sportiva, di far comprendere e interiorizzare i valori che sono alla base della vita cristiana e della convivenza sociale: la lealtà, la legalità, il sacrificio, la gratuità, il perdono, la condivisione e la libertà. Il presente progetto educativo si pone quale finalità generale il favorire Pagina 1

2 l armoniosa e integrale crescita del ragazzo, adolescente, giovane tramite l insegnamento di un corretto rapporto con il proprio corpo, attraverso l acquisizione di competenze tecniche e tattiche, un educazione allo sport, ad un sano agonismo sia nella pratica sportiva, sia nella vita quotidiana. L intento è educare con lo sport. Si vuole offrire ai bambini, ragazzi, adolescenti e giovani un occasione di crescita, ponendoci al fianco dei genitori, insegnanti ed ad altre agenzie educative che a diverso titolo si pongono come figure di riferimento, senza alcuna pretesa di sostituzione, ma anzi in un ottica di condivisone dei principi educativi atti ad incentivare lo sviluppo delle capacità individuali e sociali dei ragazzi, adolescenti e giovani. Riteniamo importante il lavoro di rete con la famiglia, la scuola, l oratorio e le altre agenzie educative del territorio in un ottica di collaborazione reciproca, al fine di aiutare bambini, ragazzi, adolescenti e giovani a gestire gli impegni quotidiani. Si deve tenere conto, quindi, di tutte le attenzioni richieste dalle dinamiche della crescita e dal contesto socio-culturale di riferimento. Il cammino che si vuole intraprendere, deve valorizzare le potenzialità ed offrire occasioni ed esperienze capaci di fare crescere e dare senso a ciò che il ragazzo, adolescente e giovane incontreranno. Obiettivi L'educazione è un processo graduale, fatto di un passo dopo l'altro, un cambiamento continuo, chi educa non sceglie in partenza le qualità, i valori o ciò che è buono in chi incontra, ma accoglie l'altro nella totalità della sua persona (pregi e difetti, limiti e doti, incapacità ed abilità). Lo sport deve essere adeguato alle persone che lo praticano, alla portata di tutti a seconda delle caratteristiche tecnico - personali di ciascuno e non un modello rigido di applicazione passiva sovrapposto o imposto sulla storia e sulle esperienze personali. Educare significa incontrare l'altro senza pre giudizi e porsi come figura di riferimento che accompagni lungo il percorso sportivo senza forzare la naturale crescita personale. Lo sport è un osservatorio prezioso da dove leggere la situazione giovanile ed i bisogni dell'atleta. Quindi educare significa partire dalla realtà dell'atleta e del gruppo e seguire un progetto, che comprenda: Attenzione all'età: è una prima forma per curare la crescita tecnico - umana del ragazzo. Perciò la scansione del cammino sportivo si manifesta nella suddivisione dei gruppi per età e capacità motorie (minivolley, squadre giovanili e squadre di categoria) ed attenzioni specifiche sia dal punto di vista tecnico che educativo. È opportuno scandire i passaggi di età accompagnando i ragazzi nella nuova Pagina 2

3 esperienza tra i più grandi senza cadere in rigidità e prestando attenzione ai cambiamenti nelle dinamiche personali e di gruppo. Attenzione alle diverse situazioni che i ragazzi si trovano a vivere nelle realtà esterne alla società sportiva (la famiglia, la scuola, l'oratorio, altri sport etc.). E' importante aiutare a comprendere il valore dello studio e valorizzare le competenze acquisite, accogliere ragazzi che si trovano in situazioni familiari difficili o precarie, sostenerli e rispettarli nei loro percorsi di fede etc. Attenzione al rapporto con i genitori: le figure genitoriali sono le prime ed insostituibili figure educative e solo da un reale coinvolgimento può nascere un cammino educativamente significativo; perciò si ritiene opportuno che s'instauri un buon legame di collaborazione e conoscenza al fine di intervenire con unità di intenti ed in maniera trasparente nei confronti del ragazzo. Attenzione a situazioni di marginalità: particolare attenzione va posta a chi si presenta nello sport vivendo violentemente i propri disagi della crescita ponendosi in un ruolo provocatorio e trasgressivo. È importante riconoscere il disagio giovanile come espressione di stati d'animo e sofferenze interiori spesso troppo grandi per poter essere gestite autonomamente e, perciò, come richiesta di aiuto gridata con violenza. È necessario in questo campo ribadire la fiducia che poniamo in ogni persona e valorizzare le competenze che esprime nell'ottica educativa. Di seguito vengono declinati gli obiettivi per fasce d età: Minivolley: dai 6 ai 10 anni I ragazzi cominciano ad essere capaci di sentirsi membri del gruppo e di compiere le prime esperienze di collaborazione. Nascono quindi le attività di gruppo, dove molte esperienze motorie vengono interiorizzate. Emerge una più sviluppata coscienza di sé e una maggiore padronanza del proprio corpo. È possibile e doveroso potenziare e rendere più specifiche le attività motorie che, pur rimanendo eminentemente formative e ludiche, possono essere maggiormente orientate verso il gesto sportivo a carattere polisportivo. È da evitare ogni attività sportiva agonistica nel senso tecnico-funzionale del termine. Una particolare attenzione deve essere posta all accoglienza del mini-atleta e della sua famiglia che, in questa fase, entrano in contatto per la prima volta con la ASD e a volte con la comunità educativa dell oratorio. Pagina 3

4 Squadre giovanili: dagli 11 ai 14 anni Il ragazzo non è ancora un atleta, è un soggetto che sta acquisendo una mentalità, un costume e delle abilità sportive, intese come strumento di educazione personale e sociale. Le attività si fanno specifiche, senza diventare specialistiche; si affinano senza giungere all'esasperazione tecnica; si intensificano senza imporre esasperati impegni fisici e tensioni psichiche; le regole si complicano senza uccidere la spontaneità e la libertà espressiva. L agonismo assume per l'età stessa una parte di rilievo, ma occorre che non degeneri in competitività aggressiva e prolungata. Inizia, in questo periodo, la dinamica di gruppo adolescenziale. E essenziale creare, tra i membri della squadra, le basi per un affiatamento e condivisione ponendo attenzione a tutte le problematiche connesse. dai 15 ai 21 anni In questa fascia si usa per la prima volta l'espressione "attività sportiva" poiché è a questa età che lo sport può estrinsecarsi nella completezza delle sue componenti fisico psichiche e tecnico- organizzative. Più che mai in questa fase gli obiettivi generali sopra elencati diventano obiettivi specifici. Un discorso a parte merita la fascia d età 18 anni : essa è da considerarsi la conclusione di un cammino formativo iniziato nella prima fascia di età. Al tempo stesso è l inizio dell ingresso nel mondo adulto quindi è importate una integrazione tecnica e formativa con la prima squadra. Questa integrazione deve incentivare l atleta al confronto e alla competizione per la conquista di un posto, che deve essere sempre fatto nel rispetto della persona e degli obiettivi. In questa categoria l attività sportiva deve diventare anche scuola di vita, nel rispetto delle regole e nell accettazione di ciò che si è. La sana competizione deve stimolare l atleta ad un continuo miglioramento di se stesso senza ansie. Squadre di categoria: divisione / over 21 Un attenzione particolare meritano le squadre della fascia degli Over 20. Esse Pagina 4

5 sono il frutto del lavoro sportivo - educativo della ASD. A tali squadre è richiesta l esemplarità nei confronti degli atleti più piccoli, che devono poter vedere nelle persone delle prime squadre di tutti i settori esempi positivi. Inoltre, il coinvolgimento degli atleti nella vita della ASD, deve essere maggiormente sottolineata perché nessuno si senta cliente, ma protagonista della vita della società. Vanno educati a collaborare sia nelle diverse forme di servizio sia in quelle educative. Tra essi dovrebbero essere ricercati i nuovi dirigenti e i futuri allenatori/educatori sportivi della società. Assistente religioso Risorse Umane Il suo compito è di aiutare i bambini, ragazzi, adolescenti e giovani a tenere viva e a sviluppare la dimensione religiosa personale attraverso la sua presenza e le diverse proposte lungo l anno. Con il direttivo concorda a inizio anno sportivo gli orari di allenamento e di gioco delle squadre in riferimento alle varie attività dell Oratorio ed eventuali sospensioni delle attività sportive per eventi parrocchiali. Insieme al presidente della ASD organizza momenti formativi sia per la società sia per gli allenatori, dirigenti ed educatori dell oratorio. Allenatori/Educatori sportivi Agli allenatori/educatori sportivi sono affidati atleti perché facciano attività sportiva. Occorre che abbia le conoscenze tecniche, le capacità relazionali ed educative adatte ad operare con una specifica fascia d età di cui si occupa. E il responsabile delle scelte tecniche, ma anche un educatore capace di rapportarsi con loro in maniera serena, armonica, aiutandoli a maturare umanamente. Preoccupandosi degli atleti gli allenatori, gli aiuto allenatori e i dirigenti non dimentichino che primi educatori sono i genitori. Con essi coltivino un rapporto di cordiale attenzione, di aiuto per il bene dell atleta. La figura ideale dell allenatore/educatore sportivo è quella che si riconosce nel volontariato gratuito, perché ciò esprime più chiaramente il servizio che è lo stile della società sportiva e aumenta l incidenza della testimonianza e l efficacia della proposta educativa. Qualora il volontariato non fosse in grado di garantire il necessario supporto e gestione della squadra, l ASD si avvarrà della collaborazione di persone qualificate alla quale verrà riconosciuto un rimborso spese forfetario. Aiuto Allenatori La figura dell aiuto allenatore affianca l allenatore/educatore sportivo per Pagina 5

6 aiutarlo nello svolgimento delle sue mansioni. Non sostituisce ma integra la figura dei genitori, dirigenti, ragazzi, adolescenti e giovani e di chiunque voglia dare la sua disponibilità a mettersi in gioco. Dirigenti I dirigenti devono essere anzitutto delle persone che esprimono la premura e l attenzione per la società sportiva e per gli atleti. Si impegnano a vivere con coraggio, libertà e responsabilità, in stretta collaborazione tra di loro e gli allenatori/educatori sportivi secondo il progetto educativo sportivo. I dirigenti devono essere esempio per tutti gli associati a maggior ragione in quanto responsabile dell immagine della ASD. Genitori Le relazioni con i genitori sono affidate ai dirigenti delle squadre di appartenenza. Ai genitori si chiede la disponibilità di seguire durante l anno i figli nelle partite sia in casa sia in trasferta, per aiutare l allenatore/educatore sportivo e i dirigenti nel trasporto dei ragazzi nelle trasferte, e comunque vedere i loro figli che giocando imparano divertendosi a crescere sotto il profilo educativo e spirituale. Si chiede, quindi, ai genitori di collaborare aiutando i figli a superare le inevitabili tensioni proprie dell attività sportiva agonistica e di fare in modo che l allenatore/educatore sportivo possa sentirsi libero e non giudicato sulle scelte, perché queste saranno prese sempre nell interesse di ogni singolo ragazzo, prima ancora della squadra. Gli allenatori/educatori sportivi, e i dirigenti sono sempre disponibili ad un confronto, purché questo sia condotto con pacatezza, al momento opportuno, nel rispetto reciproco. Atleti I ragazzi, gli adolescenti e giovani cercano nello sport un ambito nella quale crescere e scoprire le proprie qualità e i propri limiti, un occasione per coltivare rapporti di amicizia e sentirsi parte di un gruppo, una valvola di sfogo per la voglia di competere e di misurarsi divertendosi e incanalando l aggressività e le tensioni tipiche dell età evolutiva. Tutti gli sforzi devono mirare dunque a formare, ragazzi, adolescenti e giovani rispettosi delle regole, responsabili di sé stessi, fiduciosi nelle proprie capacità, capaci di stare con gli altri, curiosi e appassionati della vita, generosi e capaci di accoglienza, consapevoli dei propri limiti e delle proprie potenzialità. Sappiamo che solo alcuni dei nostri ragazzi, adolescenti e giovani diventeranno campioni ma che tutti devono diventare uomini. Per questo ci sforziamo continuamente di trovare il giusto equilibrio tra l agonismo e il semplice avviamento sportivo. Metodologia Lo sport è interessante dal punto di vista educativo quando non è mero fatto Pagina 6

7 materiale, consumato passivamente e non produce la desiderata crescita del ragazzo, ma è la qualità dell'incontro che il giovane fa con lo sport, mediato dall'allenatore/educatore sportivo. Non è lo stesso fare sport semplicemente e fare educazione nello sport. Non a qualunque condizione lo sport risulta educativo. Ci sono, infatti, a riguardo dello sport, diversi tipi d'interventi, tutti legittimi, ma con finalità diverse. Ci può essere un gruppo di persone che si propone di organizzare uno spettacolo sportivo, affinché l'utente usufruisca e paghi. Non entra nelle sue preoccupazioni che questi cresca o meno in determinati valori. Ci può essere un intervento di tipo politico per regolare l'uso sociale. L'intervento formalmente educativo si caratterizza dalla finalità di far crescere le persone non soltanto nei valori più immediatamente legati allo sport, come la capacità motoria o la competitività, ma nella loro totalità. Di conseguenza, crediamo basilare che l attività sportiva, proprio perché riconosciuta come valenza educativa, non possa essere affidata a qualcuno che abbia il pallino della pallavolo, ma sia animata da allenatori/educatori sportivi, dirigenti che siano educatori, motivati, generosi, disponibili all ascolto, in grado di mettersi costantemente in discussione circa le proprie capacità tecniche ed educative ed aperti alla costante formazione come persone in crescita. Verifica Il Progetto educativo deve essere condiviso e messo in pratica con continuità. E quindi necessario l innescarsi di un processo di revisione costante, dei contenuti con cadenza quadriennale o comunque ogni qualvolta si renda necessario. Pagina 7

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