L ALLEVAMENTO DEL CONIGLIO DA CARNE

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1 Produzione cunicola europea L ALLEVAMENTO DEL CONIGLIO DA CARNE Dottor Paolo CERRINA MEDICO VETERINARIO Specialista in tecnologia e patologia avi-cunicola Bologna 20/11/ 11/ % 25% 5% 3% 6% Italia Francia Spagna Grecia 44% Portogallo Altri UE TIPOLOGIA ALIMENTO ZOOTECNICO PRODUZIONE NAZIONALE MANGIMI COMPOSTI (in migliaia di tonnellate) MANGIMI COMP. POLLAME % MANGIMI COMP. BOVINI % MANGIMI COMP. SUINI % MANGIMI COMP. CONIGLI 607 5% MANGIMI COMP. OVI-CAPR 182 1,5% MANGIMI COMP. PESCI 123 1% Fonte: Ministero della salute 2004 La coniglicoltura italiana L Italia è il maggior produttore comunitario di carne di coniglio; allevamenti con circa addetti nel 1990; allevamenti con addetti nel 2004; 300 fori fattrice in media nel 1990; oltre 500 nel 2000; qli di carne prodotti all anno; MANGIMI ALTRE SPECIE 424 3,5% TOTALE In Italia quello del coniglio è il 4 settore zootecnico con il 9% della P.L.V di conigli prodotti all anno; conigli prodotti alla settimana; fattrici in produzione, di cui in allev. Intensivi; Drastica riduzione in 10 anni del numero di macelli.

2 Consumo di carne cunicola L allevamento del coniglio in Italia ha avuto una crescita rallentata rispetto agli altri allevamenti di tipo industriale Media di 4,1 Kg procapite È un allevamento che interessa solo gli stati che si affacciano sul s Mediterraneo, quindi le grosse multinazionali del farmaco non hanno degli adeguati interessi economici che giustifichino degli investimenti idonei; per lo stesso motivo il settore è penalizzato a livello comunitario rispetto agli altri allevamenti (Inghilterra e Germania lo considerano esclusivamente un pet); Essendo un allevamento a ciclo chiuso che richiede degli alti costi di impianto è molto difficile programmare le produzioni; La quota di integrato è decisamente bassa, per tradizione l allevatore l di conigli è un individualista (salvo rare eccezioni : Coniglio veneto); questo crea delle grosse difficoltà nella organizzazione del settore; Fino a pochi anni fa erano disponibili farmaci che permettevano all allevatore di gestire le problematiche sanitarie senza dover ricorrere ad investimenti sulle strutture e sul management (Furanici, Dimetridazolo). Solo negli ultimi anni (grazie alle nuove direttive che impongono la tenuta di registri e la tracciabilità di prodotto) il veterinario si sta riappropriando del proprio ruolo in allevamento sostituendo figure non qualificate a gestire le problematiche sanitarie.

3 Allevamento Animali 1 Il coniglio ibrido commerciale nasce in Francia alla fine degli anni 60, sulla scorta delle esperienze dei settori suinicolo ed avicolo ad opera dell INRA, INRA, ma è stato poi acquisito da aziende private Modificando l animale l originario secondo le diverse esigenze,si sono ottenuti diverse linee di animali per peso, precocità attitudini produttive attualmente i centri genetici si trovano per la quasi totalità oltralpe, mentre in Italia troviamo i centri di moltiplicazione Ritmi di produzione In natura, durante il periodo favorevole, la coniglia è disponibile ad un nuovo accoppiamento già poche ore dopo il parto. In allevamento la riproduzione è invece destagionalizzata e l intervallo l prima di una nuova fecondazione è variabile da 1 a 40 giorni. In base a tale lasso di tempo è possibile distinguere tre diversi tipi di sfruttamento : Intensivo l accoppiamento (naturale) avviene nella prima settimana post-partum partum sistema molto usato in passato, ma ora abbandonato Semi-intensivo intensivo è il più utilizzato negli allevamenti e prevede un interparto variabile da 40 a 45 gg Estensivo la fecondazione avviene a cavallo dello svezzamento dei piccoli a gg. Variante di questo sistema è la cosiddetta doppia femmina Tecnica d allevamento d 1 Esistono sostanzialmente due diversi approcci all allevamento allevamento : 1. Tecnica tradizionale - la coniglia accasata rimane sempre nella stessa gabbia, indipendentemente dalla sua fase produttiva 2. Tecnica di produzione ciclizzata - la coniglia occupa la gabbia madre solo durante la fase finale della gravidanza, il parto e la successiva lattazione, come descritto da Varenne (1963), Tardani ( a decadi,1974) Facchin (setttimanale, 1993)

4 Tecnica d allevamento d 2 Presupposti base produzione ciclizzata: Produzione media biologica di una coniglia riproduttrice pari a 42 capi/venduti/anno Fabbisogno economico MINIMO per l Italia l Italia di 50 capi/venduti/anno/foro fattrice per garantire reddito all impresa Necessità di accasare più di una coniglia per foro fattrice ( almeno 1,3) Spostare, durante le fasi non produttive le fattrici soprannumerarie in gabbie più piccole ed economiche Attività d allevamento 1 Fecondazione La maturità sessuale viene raggiunta per gli animali di razza media femmine a settimane di vita,con un peso di 3,4-3,6 3,6 kg, mentre per i maschi a settimane(4-4,5 4,5 kg). La fecondazione può avvenire attraverso: 1. Inseminazione artificiale( seme fresco preparato dall allevatore allevatore nella maggior parte dei casi) 2. Monta naturale (sistema in disuso) I segni esteriori della recettività all accoppiamento accoppiamento comprendono irrequietezza,lordosi alla manipolazione,inturgidimento della vulva. Per sincronizzare gli estri e migliorare il tasso di concepimento possono essere utilizzate sostanze ad attività farmacologica ( ECG, HCG, prostaglandine) o metodi biologici( fotostimolazione, blocco lattazione, supplementi alimentari, cambio gabbia), mentre per l induzione dell ovulazione (obbligatoria in caso di IA) sono usati GNrh analoghi. Attività d allevamento 2 Diagnosi di gravidanza Avviene per palpazione dell addome a partire dal 11 giorno post fecondazione e richiede un minimo di esperienza e collaudo per ottenere risultati affidabili. Durante la manualità sono percepibili anche eventuali corpi estranei quali ascessi,cisti, feti mummificati,piometre. La precocità non è indispensabile in quanto la fattrice non può essere riaccoppiata prima del 21 gg, gg, dopo la lisi del corpo luteo pseudogravidico. NB periodi ad elevato rischio (morte e riasssorbimento fetale) e pertanto da evitare : 7 g g impianto dell embrione embrione 12 g formazione placenta fetale Attività d allevamento 3 Preparazione del nido Verso il 29 giorno di gravidanza viene data alla fattrice la possibilità di iniziare a preparare il nido per il futuro parto, eventualmente sincronizzato introducendo, applicando o permettendo l accesso l ad un box nido costruito in legno, lamiera o materiale plastico. Per rifornire il nido si utilizzano vari materiali tra cui : 1. Paglia di cereali ( intera o macinata) 2. Fieno 3. Paglietta di legno 4. Truciolo di legno, preferibilmente non resinoso ed evitando legni tropicali Il nido deve essere spazioso ma non troppo grande, pulito, caldo ed asciutto, disinfettato e disinfettabile, ben drenato ed adatto a mantenere una t costante. t Situato su un livello inferiore al piano gabbia (per consentire il rientro dei coniglietti), deve essere facilmente ispezionabile e separabile dalla gabbia.

5 Attività d allevamento 4 Attività d allevamento 5 Assistenza parti Il parto avviene generalmente al giorno dalla fecondazione, ma può protrarsi fino al g g soprattutto durante il periodo estivo. Se si protrae oltre i 35 gg i feti sono normalmente morti e possono creare gravi problemi e per tale motivo si procede alla loro sincronizzazione. I parti avvengono per il 70% nelle prime ore del mattino tra le ore 5 e le 10, e sono in genere rapidi (circa trenta minuti);poco dopo il parto la madre mangia la placenta e gli invogli fetali, di cui spesso non si vedono tracce Puerperio e controllo nidiate Verificare il numero dei coniglietti nati,la loro vitalità,, lo stato di salute della madre, l adeguatezza l del nido del materiale immesso e del pelo, togliendo i soggetti nati morti o disvitali, gli eventuali residui di sangue, placente e di materiale sporco. Procedere ad equalizzare le nidiate spostando i soggetti dalle nidiate numerose a quelle scarse, facendo riferimento soprattutto ad età e peso per garantire la massima sopravvivenza Durante i primi giorni di vita ispezionare quotidianamente i nidi e verificare lo stato sanitario della madre Applicare per i primi gg dal parto un programma di lattazione programmata, consentendo l accesso l al nido una sola volta al giorno Attività d allevamento 6 Svezzamento Esistono diversi programmi di svezzamento in rapporto al tipo di sfruttamento riproduttivo attuato,alle caratteristiche e capacità produttive delle coniglie, al numero dei piccoli per nidiata, ma inquadrabili in tre categorie: 1. Precoce gg poco usato 2. Fisiologico gg, in caso di ritmo semintensivo 3. Tardivo oltre i 33 gg Ritmi di produzione INGRASSO I coniglietti svezzati vengono alloggiati in gabbie bicellulari fino alla fine del periodo di ingrasso. La vendita avviene, a seconda delle regioni, dai 65 agli giorni, ad un peso che varia dai 2,2 ai 2,9 kg. Con un incremento giornaliero di circa grammi (con punte di grammi al giorno) Le mortalità dallo svezzamento alla vendita si attestano tra il 6 e l 8% l 8% (2 per mille al giorno medio).

6 Quali sono i fattori da considerare in un allevamento di conigli per valutarlo correttamente? Fattori che influiscono sulla buona riuscita della produzione Management Impianto Genetica Alimento Management Allevatore Attitudine PREVENTIVA Attento alle condizioni sanitarie degli animali e alle produzioni in allevamento; disponibile a fare programmi che mirano al miglioramento delle performance zootecniche e produttive Attitudine CURATIVA Ricerca l equilibrio l sanitario con continue terapie; impossibile pianificare le strategie per migliorare le performance produttive.

7 Ambiente Riproduttori senza prole Fattrici con nidiata Temperatura Ventilazione in m3 /h/kg p v Estate Inverno Svezzamento e ingrasso Velocità aria in m/s 0,2-0,3 0,3 0,2-0,3 0,3 0,2-0,3 0,3 Cubatura in m3/soggetto Spazio per animale in mq 1,8 1,8 1,8 O,35 O,35 con 0,15 nido esterno 0,14 N piani gabbie Spazio minimo mangiatoia in cm Abbeveratoi Ore luce/giorno Intensità luce W/mq Umidità relativa

8 Genetica Si è puntato molto alla selezione di riproduttori sempre più performanti a discapito della rusticit rusticità à. Si sono ottenuti così animali più produttivi (prolificità,, produzione lattea, accrescimenti) ma molto delicati dal punto di vista sanitario (Staphilococcosi, coli patogeni, ecc.) e difficili da gestire.

9 Alimentazione Negli ultimi anni grazie a ricerche approfondite, integrazioni mirate, materie prime di ottima qualità, il mangime ha assunto un ruolo determinante in allevamento, permettendo la graduale riduzione degli antibiotici e aumentando le performance produttive degli animali. Oltre a fornire l alimento adeguato all allevamento, le aziende mangimistiche più serie mettono a disposizione dei propri clienti l assistenza veterinaria. Patologia Patologie Patologie respiratorie Patologie cutanee Patologie enteriche Patologie enteriche di origine batterica Virali Parassitarie Batteriche

10 Patologie enteriche Sono le patologie che maggiormente mettono in difficoltà l allevamento. E. Coli Sono eventi generalmente acuti, che raggiungono morbilità e mortalità altissime in poco tempo. Nel rispetto dei parametri legislativi possono essere talvolta anche di difficile risoluzione. BIOTIP O GENE EAE RAMNOS IO B4 + - B6 + - B B B B B B B B B B B B B Clostridium perfringens

11 Clostridium Spiroforme Enterocolite enzootica EEC Patologia condizionata presente in Europa dal 1996; L agente eziologico è tuttora sconosciuto (Messico 2004; Italia 2008); unica cosa certa è che diversi fattori di allevamento influenzano il grado di sviluppo della malattia; In una seconda fase subentra uno squilibrio della flora intestinale con la comparsa di altri agenti patogeni (E. ( coli; cloostridiosi) ) che rendono il quadro della patologia ancora più grave; La comparsa è improvvisa su animali di 6 14 settimane di età; ; i soggetti colpiti presentano problemi digestivi con diarrea più o meno acquosa ed intensa, si ha dilatazione di tutti i segmenti intestinali (compreso lo stomaco che si presenta ripieno di liquido e gas), paresi ciecale e presenza di muco più o meno evidente nel colon; Morbilità e mortalità possono raggiungere tassi molto elevati (30 60%).

12 Klebsiella Pnuemoniae Non esistono disinfettanti registrati per abbattere la carica batterica in allevamento in presenza di animali.

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