Politiche pubbliche ed europee

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1 Universtà degli Studi di Ferrara Corso di Storia economica Prof. Laura Ramaciotti Politiche pubbliche ed europee Ugo Rizzo

2 Sommario La politica industriale dell Unione Europea Le politiche industriali nazionali La politica della concorrenza La politica comunitaria La politica per l innovazione L economia della conoscenza L approccio comunitario

3 La politica industriale nel secondo dopoguerra Dei 6 paesi fondatori dell UE solo l Olanda aveva una tradizione di sviluppo fondata sulla concorrenza Negli altri, particolarmente Francia, Italia e Germania, l industria è largamente debitrice dello Stato Italia: fondata sul latifondo agricolo Germania: fondata sul ceto aristocratico-militare Francia: fondata sul dirigismo statale In tali paesi la storia economica industriale consiste in: Finanziamento pubblico industriale (diretto e incentivi) Difesa produzioni locali

4 La Comunità Economica Europea Gli strumenti nazionali di politica industriale (incentivi e partecipazioni) non sono compatibili con un mercato unico e con i principi del Trattato La politica per la concorrenza è lo strumento scelto come mezzo per favorire l integrazione Il mercato unico è lo stimolo che avrebbe permesso sviluppo e crescita per tutti i paesi membri

5 La transizione Negli anni 70 si osserva una sovrapposizione delle due politiche, industriale e della concorrenza La stessa Europa si comporta come uno Stato Nazione in alcuni casi (crisi metà anni 70) e promuove i propri campioni nazionali La politica industriale rimane in mano agli Stati Nazionali per la gestione di squilibri economicosociali

6 Anni 80 La politica della concorrenza prevale su quella industriale tradizionale Accresce la severità nei confronti delle pratiche nazionali di aiuti di stato: caso Alfa Romeo La politica industriale tradizionale viene smantellata

7 Verso una nuova pol. ind. La sola politica della concorrenza non è sufficiente ad assicurare lo sviluppo economico Dislivelli notevoli tra regioni Globalizzazione Quindi: necessità di seguire i principi della politica della concorrenza andando al di là di essa stimolando la competitività delle imprese europee L orizzonte dello sviluppo europeo non è più il mercato interno europeo, ma quello globale

8 La nuova Politica Industriale Trattato di Maastricht sull Unione Europea (1992) TITOLO XIII INDUSTRIA Articolo La Comunità e gli Stati membri provvedono affinché siano assicurate le condizioni necessarie alla competitività dell'industria della Comunità. A tal fine, nell'ambito di un sistema di mercati aperti e concorrenziali, la loro azione è intesa: - ad accelerare l'adattamento dell'industria alle trasformazioni strutturali; - a promuovere un ambiente favorevole all'iniziativa ed allo sviluppo delle imprese di tutta la Comunità, segnatamente delle piccole e medie imprese; - a promuovere un ambiente favorevole alla cooperazione tra imprese; - a favorire un migliore sfruttamento del potenziale industriale delle politiche d'innovazione, di ricerca e di sviluppo tecnologico. 2. Gli Stati membri si consultano reciprocamente in collegamento con la Commissione e, per quanto è necessario, coordinano le loro azioni. La Commissione può prendere ogni iniziativa utile a promuovere detto coordinamento. 3. La Comunità contribuisce alla realizzazione degli obiettivi di cui al paragrafo 1 attraverso politiche ed azioni da essa attuate ai sensi di altre disposizioni del presente trattato. Il Consiglio, deliberando all'unanimità su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo e del Comitato economico e sociale, può decidere misure specifiche, destinate a sostenere le azioni svolte negli Stati membri al fine di realizzare gli obiettivi di cui al paragrafo 1. Il presente Titolo non costituisce una base per l'introduzione da parte della Comunità di qualsivoglia misura che possa comportare distorsioni di concorrenza.

9 Anni 90 L attività comunitaria si concentra su: Azioni sul contesto: sviluppare un ambiente favorevole alla crescita dei soggetti imprenditoriali Azioni di innovazione e di networking: promuovere l adattamento delle imprese e il loro sviluppo tecnologico L azione comunitaria è un azione pubblica che coinvolge l intera varietà dei soggetti istituzionali, per definire opportunità di sviluppo

10 Approccio orizzontale L azione della comunità è ora quindi orizzontale: non più sussidi finanziari diretti verso alcune imprese scelte (campioni), ma azioni orizzontali senza discriminazioni La comunità definisce gli obiettivi generali per le micropolitiche industriali da attuare negli stati membri E si riserva il diritto, quando necessario, di intervenire con azioni specifiche

11 e dal basso La centralizzazione delle decisioni di politica economica non è efficiente in un sistema così allargato I singoli paesi sono quindi i principali fautori delle micropolitiche industriali, attuate secondo le direttive comunitarie

12 La Strategia di Lisbona Strategia di lungo termine varata nel 2000 al fine di fare dell Unione, entro il 2010, l economia basata sulla conoscenza più competitiva e più dinamica al mondo, capace di una crescita economica sostenibile con la creazione di maggiori posti di lavoro e con una coesione sociale più elevata. Nel 2005 è stata rivista e tre principali obiettivi definiti: Rendere l Europa una maggior attrazione per investimenti Impostare la crescita su innovazione e conoscenza Far sì che si generino migliori e più numerosi posti di lavoro La commissione definisce le regole generali, elabora programmi e progetti, e coordina le azioni tra gli stati

13 La politica per l innovazione Al centro dell attenzione della Comunità da prima della Strategia di Lisbona Le idee portanti delle varie politiche per l innovazione europee sono: Stimolare azioni di networking tra imprese, tra imprese e università, e con gli attori del territorio Approccio bottom-up che scavalca il tradizionale approccio top-down

14 La politica per l innovazione (2) Dal 1984 si implementa il Programma quadro Quattro aree di intervento: Grande scienza Priorità tecnologiche Politiche comuni per il mercato Ricerca precompetitiva Il networking è il mezzo e lo strumento di coordinamento di tali azioni di intervento

15 FP : 50 miliardi di euro stanziati Cinque programmi specifici: Cooperazione Idee Persone Capacità Ricerca nucleare

16 FP7 (2) : [ ] questi fondi saranno erogati sotto forma di sovvenzioni a ricercatori in Europa e altrove e serviranno a cofinanziare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e i progetti dimostrativi. Le sovvenzioni saranno assegnate in base a inviti a presentare proposte e a una procedura di valutazione tra pari con una forte concorrenza. Per essere complementari con i programmi di ricerca nazionali, le attività di ricerca finanziate in base al 7 PQ devono avere un «valore aggiunto europeo». Un aspetto fondamentale del valore aggiunto europeo è il carattere transnazionale di molte azioni: i progetti di ricerca devono essere condotti da consorzi costituiti da partecipanti provenienti da diversi paesi europei e non, mentre le borse di ricerca del 7 PQ prevedono la mobilità oltre i confini nazionali. Ciò dipende dal fatto che molte sfide nel campo della ricerca (ad esempio la ricerca sulla fusione ecc.) sono così complesse da poter essere affrontate soltanto a livello europeo.

17 Oltre alla politica per l innovazione la Comunità rimane attiva su diverse tematiche, attraverso: Politiche per le PMI Politiche di coesione socio-economica Sostegno delle risorse umane e dei sistemi educativi

18 L università Ruolo centrale nell economia della conoscenza, in quanto agisce sul capitale umano e sulla capacità innovativo-tecnologica Collaborazione con il mondo industriale per lo sviluppo economico è la nuova mission dell università (accanto alle tradizionali didattica e ricerca) Networking rimane l elemento chiave per promuovere le università nel processo di sviluppo economico, attraverso: Partenariati con le imprese Interdisciplinarità dei settori Mobilità dei ricercatori

19 Epilogo La politica industriale è rimasta sempre una prerogativa degli Stati Nazionali Tuttavia la sua natura e il suo ruolo è andato mutando molto nell Europa unita Inizialmente intendeva selezionare e sostenere i campioni nazionali che dovevano essere competitivi internazionalmente Il mercato unico non poteva ammettere tali pratiche, e ha puntato sulla concorrenza come mezzo principe per l integrazione

20 Epilogo (2) La politica industriale rinasce negli anni novanta come sistema di incentivi orizzontali che favorissero l adattamento delle imprese alle sfide del mercato globalizzato L innovazione l elemento chiave per rendere competitive le imprese europee nei confronti del mercato globale Lo sviluppo di conoscenza e il networking gli elementi chiave di coordinamento delle azioni innovative

21 Epilogo (3) La Comunità definisce gli obiettivi chiave e di lungo termine Gli stati attuano tali direttive tramite micropolitiche industriali L approccio è dal basso secondo il principio della sussidiarietà Qualche eccezione rimane in capo alla Comunità, ad esempio nelle tematiche della Grande Scienza per scegliere i percorsi tecnologici su cui puntare gli sforzi congiunti dei paesi membri

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