contributo degli impianti termici per il riscaldamento a biomasse legnose con potenza < 35 kw Sabato 24 Settembre
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1 contributo degli impianti termici per il riscaldamento a biomasse legnose con potenza < 35 kw Sabato 24 Settembre
2 a cura della segretaria nazionale
3 Indicazioni della relazione Bonello Il DM 37/08 riproduce in parte lo schema di presunzione di conformità facendo riferimento alla regola dell'arte e dettando una disciplina stringente per la qualificazione degli operatori. Rimangono tuttavia zone grigie come quella dell'installazione dei piccoli apparecchi a combustibile solido, la cui libera vendita presso gli operatori commerciali non incoraggia il ricorso all'operatore qualificato.
4 Indicazioni della relazione Bonello A nostro avviso il legislatore si sarebbe potuto spingere un po' più in là, imponendo l'operatività della garanzia al rilascio e alla conservazione di una dichiarazione di conformità avente data certa o quasi-certa, ad esempio attraverso il rilascio di una marca annuale o la tenuta di un registro delle installazioni per i prodotti complessi. In questo modo il requisito di installazioni sicure si potrebbe dire raggiunto.
5 Indicazioni della relazione Bonello Il legislatore, come si è visto, non ha posto particolari controlli sulla commercializzazione di prodotti che richiedono operatori qualificati, limitandosi ad imporre un obbligazione di risultato: il prodotto lo compri (e lo paghi) chi vuole, basta che l installazione finale sia coperta da una dichiarazione di conformità rilasciata da soggetto legittimato a spedirla.
6 Indicazioni della relazione Bonello Tuttavia, mentre per i prodotti legati alla distribuzione e l utilizzo del gas (= caldaie,scaldabagni ecc) è pacifica la necessità di un operatore qualificato, per quelli legati al combustibile solido l obbligo stabilito dal DM 37/08 appare, nella pratica, sfumato e circoscritto a quelle installazioni collegate a fluido vettore ( i cd. Prodotti idro ) per i quali l intervento dell operatore qualificato era pacifico sotto l imperio della Legge 46/90.
7 Indicazioni della relazione Bonello Per le stufe e piccoli apparecchi non-idro viene in essere di fatto una zona franca costituita da dilettanti più o meno abili che pescano ricordi di infanzia e delle stufe della nonna che bruciavano di tutto e non richiedevano nessuna manutenzione. Il risultato che ne consegue è simile a quello dell apprendista stregone: qualche volta la sicurezza lascia molto a desiderare, quasi sempre il rendimento dell apparecchio diventa un optional.
8 Indicazioni della relazione Bonello Sarebbe auspicabile un intervento del legislatore o dell Autorità Amministrativa che, pur senza la richiesta di una casistica particolarmente pervasiva, offra all interprete un criterio per definire in modo univoco quali apparecchi richiedano l intervento di un esperto e quali invece possano essere considerati plug-in come i dispositivi USB del computer.
9 Indicazioni della relazione Bonello Può essere utile a questo punto chiarire la differenza tra complesso e complicato.
10 Indicazioni della relazione Bonello Un sistema ( es: prodotto composto di più elementi che interagiscono tra loro) si definisce complicato quando è programmato o programmabile dall'esterno in modo che, per quanto numerose possono essere le parti che lo compongono e le modalità delle loro relazioni reciproche, ha sempre un comportamento prevedibile. In genere sono complicati i sistemi assimilabili alle macchine, ai computer ecc.
11 Indicazioni della relazione Bonello Complesso è un sistema capace di auto- riproduzione e/o auto organizzazione, con margini di imprevedibilità nel proprio comportamento perchè ha la possibilità di programmare nuove funzioni e nuove capacità di interazione con l'ambiente. Appartengono a categoria gli apparecchi a combustibile solido a tiraggio naturale per cui le condizioni ambientali di installazione devono essere valutate e quanto meno sorvegliate da un esperto che sia in grado di apportare i correttivi che massimizzino il funzionamento in sicurezza ed ottengano il miglior equilibrio possibile tra rendimento e qualità delle emissioni. Il che tornerebbe a vantaggio della qualificazione energetica prevista dalla direttiva europe FER e sarebbe in linea con la qualificazione degli operatori prevista dal dlgs 28 /2011
12 contributo degli impianti termici per il riscaldamento a biomasse legnose con potenza < 35 kw Valore economico del comparto caminetti e stufe Totale fatturato filiera euro 2,2 miliardi produzione, commercio installazione, manutenzione euro 2,5 miliardi valore economico tonnellate biomassa legnosa consumata all anno
13 contributo degli impianti termici per il riscaldamento a biomasse legnose con potenza < 35 kw Rapporto costo/benefici - Impianti a biomassa legnosa sono i più convenienti - bassi costi di installazione - bassissimi costi di manutenzione se programmata - impianti ad alto rendimento = basso consumo di combustibile = basso costo riscaldamento = maggior potere di acquisto dell utente
14 contributo degli impianti termici per il riscaldamento a biomasse legnose con potenza < 35 kw Sviluppo dell economia del territorio - micro imprese conduzione familiare - utilizzo di combustibile locale KM ZERO realmente! - diminuzione della importazione degli altri combustibili fossili e non rinnovabili - impulso economico e creazione nuovi posti di lavoro in particolare per le zone rurali e svantaggiate
15 contributo degli impianti termici per il riscaldamento a biomasse legnose con potenza < 35 kw - Continuità della cultura regionale del fuoco - 10 milioni di famiglie italiano usano comunemente caminetti e stufe delle quali 5 milioni si riscaldano ESCLUSIVAMENTE con tali apparecchi - Creazione e sviluppo di attività economiche fortemente radicate nel territorio - Sicurezza degli impianti termici, dei consumatori e degli edifici
16 1970; DpR La legge Italiana riconosce il ruolo fondamentale dell impianto fumario per gli impianti di combustione a legna 1998; UNI La prima norma tecnica italiana sulla installazione delle stufe a legna 2000; UNI EN La prima norma tecnica europea sui requisiti generali dei camini 2005; UNI La prima norma tecnica italiana sulla manutenzione delle stufe a legna.
17 2007; UNI EN 15250: Apparecchi domestici a lento rilascio di calore alimentati a combustibili solidi - Requisiti e metodi di prova. 2008; decreto 37. La legge Italiana riconosce la stufa quale impianto termico e il nuovo ruolo del fumista 2011/2012; secondo aggiornamento UNI 10683, con ampliamento al controllo e alla manutenzione.
18 Sviluppo legislativo radicale DM 37/2008: abilitazione Fumisti legge nazionale esercizio del mestiere di Spazzacamino: richiesta ANFUS 1998/2011 Rilascio documentazione complementare ai sensi della norma UNI Rilascio dichiarazione di conformità ai sensi del DM 37/2008
19 applicazione a stufe e caminetti maggiore attenzione all impianto fumario maggiori requisiti dell installatore abilitato dichiarazione di conformità obbligatoria il proprietario deve adottare le misure necessarie a mantenere in sicurezza l impianto
20 Ogni singolo impianto termico a pellet comporta l applicazione di numerose e complesse conoscenze tecniche, manuali, normative, di calcolo e di sensibilità personali. (complesse, non complicate)
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22 - alte rese termiche 8 volte maggiori dei pannelli fotovoltaici e il doppio dei pannelli solari termici in condizioni atmosferiche sfavorevoli - bassissimi consumi di ossigeno - ridotto impatto ambientale - forte diminuzione delle spese annuali per il riscaldamento domestico
23 - esperienze di laboratorio - attività di formazione degli operatori - esperienze sul campo obiettivo; capire come oggi sia cambiata la progettazione, la costruzione, l uso e la manutenzione delle stufe a pellet
24 Aggiornamento tecnico Fumisti e Maestri Spazzacamini: scuola FUSPA 1993/2010 in numeri 450 operatori/anno 44 corsi base 70 Corsi di aggiornamento 18 Corsi Aziendali
25 - Direttive europee - Leggi nazionali - Norme nazionali UNI ed europee - Norme comunali ASL locali - Regolamenti edilizi locali
26 7 elementi costituenti il sistema di combustione Camino: esercita azione positiva, tiraggio Gli altri elementi esercitano azione negativa, resistenze localizzate al tiraggio
27 Camino: motore del sistema stufa/impianto fumario Calcolo della sezione idraulica: garantisce la giusta depressione alla stufa
28 modulatore di tiraggio: assicura che le varianti temporanee non incidano sul tiraggio
29 abbinamento stufa/impianto fumario tiraggio fattore determinante efficienza del sistema sicurezza impianto corretta immissione in atmosfera economia combustibile
30 manutenzione programmata impianto fumario: le fuliggini non riducono le sezioni, tiraggio costante
31 mancanza di controllo dell impianto riduzione sezione canali da fumo aumento delle temperature all esterno del camino maggiori emissioni in atmosfera
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34 Grazie per l attenzione Relatori: Piero Bonello, Giovanni Paoletti, Presidente Nazionale ANFUS Segretario Nazionale ANFUS Direttore scuola FUSPA
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