Alcune riflessioni sui possibili sviluppi delle politiche di inserimento anche alla luce dello scenario economico. Bisogni dell utenza

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1 Inserimento di persone svantaggiate: scenari di interventi possibili Riflessioni legate ad un indagine in provincia di Milano sull inserimento di persone con patologie psichiatriche Sergio Bevilacqua* spunto dalle esigenze e dai bisogni dei due principali attori del processo di inserimento: utenti e aziende. Alcune riflessioni sui possibili sviluppi delle politiche di inserimento anche alla luce dello scenario economico. * Partner di SLO Sviluppo Lavoro Organizzazione di Milano L articolo trae spunto da un indagine condotta per conto di Enaip Lombardia all interno di un progetto Equal 1 che ha previsto un analisi qualitativa di attori privilegiati che operano nell inserimento lavorativo di persone con patologie psichiatriche. Le riflessioni maturate nel corso del progetto sono state integrate con elaborazioni sviluppate nel corso di altri progetti spesso rivolti alle organizzazioni che propongono servizi di inserimento lavorativo nella cosiddetta area del disagio 2. Nell articolo verrà proposto un criterio per definire un criterio di modellizzazione dei ruoli necessari al sostegno del servizio di inserimento, individuando tra le organizzazioni impegnate in questa attività qual è l offerta dei servizi sanitari, quella dei servizi sociali e l offerta dei servizi del lavoro e della formazione. Definiti gli ambiti che caratterizzano i tre sistemi verranno prese in considerazione le modalità di integrazione della filiera dei servizi presenti in un territorio definendo un possibile modello concettuale che agevoli la visione delle forme di integrazione. Infine, l articolo considererà le politiche di governance fornendo una chiave di lettura del concetto di governance che prenda spunto dalla dimensione operativa, avvicinando in tal modo bisogni ed esigenze di utenza e aziende alle forme di supporto che sostengono le politiche di inserimento lavorativo. È quindi utile avviare il ragionamento prendendo Bisogni dell utenza Proviamo ad addentrarci nelle caratteristiche dei bisogni delle persone psichiatriche e delle conseguenze che comporta la presa in carico da parte dei servizi di questa domanda. I bisogni dell utenza psichiatrica sono di elevata complessità perché riguardano la dimensione del lavoro, ma anche quella del costante presidio della patologia. Nel caso del lavoro, in molti frangenti non emerge una domanda esplicita da parte dell utente, ma è chiara l esigenza di ampliare il proprio ambito di autonomia attraversando anche l esperienza di socializzazione in ambito lavorativo. In alcuni casi emerge con chiarezza che il lavoro esprime un esigenza di reddito. L organizzazione che prende in carico la persona psichiatrica è, dunque, sollecitata a leggere con particolare attenzione la domanda espressa incrociandola con le risorse (competenze professionali, abilità relazionali) ed i vincoli della persona (livello della patologia e grado di autonomia). È evidente che le competenze richieste all operatore sono di tipo multidisciplinare e richiedono una specializzazione che riguarda l ambito sociosanitario e quello del lavoro abitualmente restii a forme di confronto culturale come dimostra l assenza di quadri concettuali condivisi. Nel corso delle ristrutturazioni dell industria manifatturiera degli anni 80 sono stati sollecitati interventi di politica attiva del lavoro nei confronti di lavoratori adulti espulsi dal mercato del lavoro, utenza fino ad allora estranea ai servizi di orientamento e formazione professionale 3. Queste sollecitazioni richiedevano agli operatori dei centri di formazione professionale una competenza legata al disagio prodotto dalla perdita del lavoro 32 Professionalità 104

2 che aveva ricadute su riferimenti concettuali diversi. In particolare, i temi legati al supporto della persona che intende rientrare nel mercato del lavoro e i temi connessi al disagio provocato dalla perdita del lavoro, della sicurezza e del proprio ruolo sociale. Pur in presenza di una domanda che sollecitava un incontro sistematico fra discipline diverse non si è riusciti ad avviare percorsi di contaminazione dei riferimenti teorici. I bisogni dell utenza psichiatrica cui viene proposto un percorso d inserimento lavorativo ripropongono alcuni decenni dopo un tema che ha notevoli analogie con quanto verificatosi in quell esperienza storica. L operatore dei servizi sociosanitari che supporta un percorso di inserimento lavorativo è costretto a confrontarsi con i temi propri del lavoro e della formazione, della persona che entra in una organizzazione che non conosce, della socializzazione con le pratiche lavorative e anche con le regole che accompagnano quella specifica organizzazione del lavoro. Al contempo, l operatore dei servizi per l impiego deve confrontarsi obbligatoriamente con le forme legate alla patologia e deve considerarne le specificità se vuole assicurare successo al percorso definito per favorire l ingresso in azienda ed il mantenimento delle capacità di tenuta da parte dell utente. L azienda costituisce un mondo solitamente poco conosciuto ai servizi sociosanitari mentre quelli per l impiego hanno una lunga frequentazione dovuta prevalentemente a decenni di gestione di pratiche amministrative. Solo negli ultimi anni e grazie alle nuove linee di sviluppo della normativa, i servizi per l impiego hanno sviluppato attività di tipo qualitativo per supportare l incontro tra la domanda e l offerta di lavoro. Il collocamento mirato di persone con varie forme di disabilità o svantaggio sociale ha soppiantato l approccio obbligatorio e parzialmente quello numerico. Sono nate forme di dialogo con le aziende (convenzioni) che hanno sviluppato negli operatori dei servizi per l impiego un approccio attento alle esigenze delle aziende. In questo contesto potrebbe essere significativa una linea di sviluppo tesa al confronto fra gli operatori del sistema sociosanitario e del sistema della formazione e lavoro. Questo confronto non deve comportare che gli operatori dei servizi sociosanitari diventino specialisti dei servizi per l impiego e viceversa gli operatori del sistema della formazione e lavoro si trasformino in esperti di modelli terapeutici. Si tratta di salvaguardare le professionalità specifiche agevolando però il dialogo fra operatori sulle conseguenze relative al supporto dell inserimento di una persona psichiatrica in un contesto lavorativo con carichi di lavoro che non appartengono ad un contesto protetto come potrebbe essere un laboratorio professionalizzante. Bisogni dell azienda Ma quali sono le esigenze del sistema impresa? In genere emerge la necessità di disporre di un referente che riporti all azienda una rappresentazione generale e di sintesi dei problemi legati all inserimento dell utente psichiatrico. note 1. Il progetto Club Itaca: percorso di inserimento lavorativo per disabili mentali, concluso nel 2008, ha visto la partecipazione di diversi attori oltre ad Enaip, in particolare Associazione Progetto Itaca di Milano che si occupa dell inserimento sociale e lavorativo di persone con malattia psichica (psichiatriche), Agenzia Lavoro Apprendimento dell Azienda Ospedaliera L. Sacco di Milano attivo nell inserimento lavorativo di persone psichiatriche, URASAM, associazione regionale dei familiari di persone con problemi di salute mentale, Consorzio di cooperative sociali SIS di Milano, Formaper agenzia di formazione della CCIAA di Milano, e Frasema di Milano società cooperativa attiva nella rendicontazione delle attività finanziate dal FSE. 2. Bevilacqua S. e Valenti G., L inserimento lavorativo nella cooperazione sociale, Professionalità n. 101, luglio-settembre Vedi Bevilacqua S., La formazione per adulti non occupati, Professionalità n. 27, maggio-giugno Professionalità

3 Se l utente esprime bisogni complessi come abbiamo evidenziato in precedenza, è necessario per l azienda disporre di un unico interlocutore in grado di individuare i diversi ambiti che possano fornire interventi adeguati. E i diversi ambiti riguardano il supporto al lavoro inteso come prestazione ma anche come modalità per salvaguardare il rapporto di lavoro, supporto alla gestione della patologia e alla gestione della cura farmacologica. Emerge ancora una volta la necessità di un confronto interdisciplinare che consenta all operatore di gestire la complessità dei temi sollevati dalla gestione dell inserimento e del mantenimento del lavoro. Gli stessi operatori che gestiscono servizi d inserimento si collocano tendenzialmente in una logica che potremmo definire interdisciplinare, ciò di cui si sente la mancanza è un adeguato supporto da parte istituzionale. È difficile, infatti, individuare finanziamenti che favoriscano lo sviluppo di ruoli che potrebbero rispondere al bisogno aziendale e dell utenza. Si è quindi costretti a definizioni provvisorie legate a progetti che faticano a consolidarsi diventando pratica consolidata. Emerge, inoltre, un ulteriore esigenza dal sistema azienda di cui però sembra mancare una consapevolezza da parte dei servizi, si tratta di modelli di gestione delle risorse umane in situazione di difficoltà lavorativa. La visione che prevale tra gli operatori dei servizi privilegia, infatti, soluzioni operative rivolte a supportare la relazione tra il singolo individuo con problemi di tipo psichiatrico, il suo lavoro e il gruppo di lavoro in cui è inserito. Non si ritiene necessario considerare un bisogno di supporto più ampio nei confronti dell azienda che riguarda anche una dimensione più generale e meno particolaristica, perché legata alle vicende che riguardano l inserimento del singolo individuo. Infatti, manca completamente l attenzione al rapporto tra l insieme degli individui psichiatrici o in situazione di svantaggio e le politiche di gestione delle risorse umane: nei progetti sperimentati non si è considerata la necessità di affiancare l azienda anche in questo tipo di necessità. I servizi sociali e per l impiego preferiscono circoscrivere il proprio mandato sul tema dell inserimento al solo momento dell incontro tra la domanda e l offerta e tuttalpiù al cosiddetto mantenimento del posto di lavoro del singolo utente. Rimane per ora poco esplorato il grande tema del rapporto tra l organizzazione e gli individui in difficoltà lavorativa. Quali politiche possono essere utili per gestire in modo efficace il lavoro delle persone in difficoltà? Questa domanda non sembra emergere né dal versante aziendale, né da quello dei servizi sociali o per l impiego che pure avrebbero l interesse ad intercettare la domanda aziendale per consolidare lo stato delle relazioni con questo mondo. Modellizzazione e governance dei servizi di inserimento lavorativo Le persone intervistate nel corso dell indagine qualitativa provengono da sistemi diversi: sanità, sociale, lavoro. Le organizzazioni in cui operano si posizionano nella filiera dei servizi rivolti all inserimento sociolavorativo in modo molto diverso. Di conseguenza i punti di osservazione degli scenari, delle caratteristiche della filiera dei servizi e dei fabbisogni di utenti ed aziende enfatizzano aspetti diversi. Le stesse competenze degli operatori hanno caratteristiche diverse dal momento che chi opera all interno del sistema lavoro e della formazione svolge funzioni diverse. Nello schema che segue sono state identificate le macroattività nell ambito di ogni sistema. sanitario: interventi riabilitativi, attivazione delle risorse individuali; 34 Professionalità 104

4 sociale: socializzazione, attivazione delle risorse individuali, definizione di un progetto di inserimento; lavoro e formazione: valutazione/borse lavoro e tirocini, formazione/inserimento/tirocini, inserimento/assunzione, mantenimento. Tutti e tre i sistemi devono inoltre gestire due dimensioni che si caratterizzano come trasversali: sviluppo integrazione nella filiera dei servizi: sviluppo e valutazione delle politiche. Entrando nel merito dei servizi erogati dai sistemi sanitario, sociale e della formazione e lavoro possiamo articolare l offerta rapportandola al ciclo di vita dell utente nella sua relazione con i tre sistemi. Si può ipotizzare la presenza di alcune fasi nell ambito della presa in carico effettuata dai sistemi sociosanitari, dal sistema dei servizi per l impiego e per la formazione 4, in particolare possiamo individuare i seguenti momenti per quanto riguarda il sistema sociosanitario: attività di accoglienza nei confronti dell utente; presa in carico dell utente; nei servizi l attività terapeutica riabilitativa prevede il lavoro di équipe fra specialisti diversi; a seconda delle potenzialità dell individuo si può prefigurare il suo inserimento o reinserimento nel caso avesse una precedente esperienza professionale, nel mercato del lavoro; in questo ambito si rivela necessaria l integrazione tra il sistema sociosanitario e quello della formazione e lavoro. Tav. 1 PERCORSO DI INSERIMENTO NEL SISTEMA SOCIOSANITARIO ACCOGLIENZA PRESA IN CARICO LAVORO D ÉQUIPE POSSIBILE INSERIMENTO/REINSERIMENTO NEL MERCATO DEL LAVORO (integrazione servizi per l impiego/formazione) nota 4. Bevilacqua S. e Valenti G., citato. Professionalità

5 Per quanto riguarda i servizi della formazione e del lavoro le fasi riguardano: uscita dall azienda o cooperativa per motivi diversi che possono riguardare il raggiungimento dell età Tav. 2 PERCORSO DI INSERIMENTO NELLA DIMENSIONE LAVORATIVA FORMAZIONE RECLUTAMENTO/SELEZIONE (integrazione servizi invianti e servizi per l impiego) INGRESSO IN AZIENDA O IN COOPERATIVA (individuazione di un referente unico che dialoga con referente aziendale) PERMANENZA/SVILUPPO E FORMAZIONE (servizi di mantenimento e formazione continua) USCITA (per raggiungimento età pensionabile, cambio progetto professionale, recrudescenza malattia) formazione dell utente alle esigenze delle aziende, questa fase per non risultare generica richiede una conoscenza delle esigenze di aziende o cooperative in cui si intende inserire l utente; anche questo ambito ricopre un ruolo di cerniera per l integrazione tra il sistema sociosanitario e quello della formazione e lavoro; reclutamento o selezione per inserirlo in un azienda o cooperativa sociale con cui esistono precedenti contatti; gestione della fase di ingresso con il necessario monitoraggio dell approccio dell utente e della reazione da parte del gruppo di lavoro; gestione della permanenza in azienda o cooperativa tramite le attività che favoriscono il mantenimento della persona in quel posto di lavoro oppure prevedano una modifica del progetto iniziale di inserimento; formazione tendenzialmente personalizzata per migliorare le competenze professionali della persona inserita; pensionabile, la conclusione del progetto di inserimento perché vengono meno le condizioni iniziali del progetto o per una recrudescenza della patologia. La politica della dote come forma di finanziamento del servizio, adottata dalla Regione Lombardia con i dispositivi che hanno fatto seguito alla legge sul lavoro (LR 22/06) e al programma LaborLab avviato sperimentalmente lo scorso anno, obbliga tutti gli attori ad interrogarsi sulle modalità di erogazione dei servizi. Dal momento che la logica del finanziamento regionale sarà d ora in poi sarà legata all erogazione del singolo servizio, diviene fondamentale da parte di tutti gli attori che operano nell ambito degli inserimenti sociolavorativi dell utenza psichiatrica acquisire la consapevolezza del posizionamento delle singole organizzazioni nella filiera dei servizi. Questo salto di qualità nella relazione fra gli attori che erogano i servizi è necessaria soprattutto nel sistema del lavoro e della formazione che è il più sollecitato dai nuovi criteri di finanziamento. Ma è ne- 36 Professionalità 104

6 cessario riguardi anche le parti sociali e le istituzioni chiamate ad esprimere un ruolo di coordinamento e di consolidamento delle forme di integrazione. Solo avendo una chiara percezione del chi fa che cosa è possibile attuare politiche di networking efficaci in cui le organizzazioni condividano competenze ed esperienze pregresse definendo modalità di collaborazione e di lavoro di rete in grado di assicurare i risultati attesi. Il consolidamento di queste politiche implica la presenza di tavoli in cui i soggetti possano conoscersi, presentare la propria mission e definire in modo condiviso ruoli e ambiti di attività. I tavoli possono costituire il presupposto di una collaborazione fra attori che pur operando in contesti disciplinari diversi (servizi sanitari, sociali, della formazione e del lavoro) possono favorire quello scambio culturale e di expertise operativa necessario a supportare il lavoro di rete. Le istituzioni sono chiamate a sostenere questo processo di confronto che nelle politiche del lavoro e della formazione, in Lombardia, ha storicamente registrato notevoli difficoltà. Eppure esperienze condotte in altri ambiti delle politiche del lavoro consentono di affermare che la ge- stione di tavoli con operatori che utilizzano riferimenti concettuali diversi supporta in modo significativo la governance dei processi 5. Le difficoltà, nel caso degli interventi di supporto all inserimento di soggetti psichiatrici sono enfatizzate dalla complessità dei bisogni di utenti e aziende e dalla necessità di un approccio multidisciplinare che consenta un avvicinamento efficace nei confronti di una problematica le cui sfaccettature come abbiamo visto sono numerose. Tale approccio dovrebbe essere recepito anche a livello istituzionale favorendo l integrazione fra i settori che si occupano di politiche sociali, di formazione e di lavoro mentre troppo spesso si registra una difficoltà nel dialogo tra settori diversi dello stesso ente locale. Conclusioni Dalle interviste emerge con grande nettezza il tema delle forme di collaborazione tra i sistemi sanitario, sociale, del lavoro e della formazione. L attenzione a sviluppare forme di integrazione solleva la necessità di individuare riferimenti concettuali che forzino le attuali rigidità imposte dalle discipline di riferimento dei diversi sistemi. È necessario sviluppare nella formazione degli operatori un approccio interdisciplinare che consenta a chi gestisce la presa in carico dell utenza psichiatrica di formulare progetti di inserimento che prevedano l utilizzo di servizi diversificati fornendo in tal modo una risposta adeguata alla complessità dei bisogni espressi dall utenza. Anche per le offerte rivolte al sistema azienda si potrebbe ipotizzare risposte diversificate che prevedano innanzitutto uno standard minimo di qualità nei note 5. Rinaldi D., Bevilacqua S., Modelli di governance partecipata per la gestione dell apprendistato, Professionalità n. 103, gennaio-marzo Professionalità

7 servizi per l inserimento basato sulla presenza di un referente unico in grado di garantire una visione d insieme sullo stato dell inserimento dell utente. L offerta nei confronti dell azienda può, inoltre, prevedere un coinvolgimento più ampio di quello attuale evitando di confinare l impresa nel ruolo di dispensatore di posti di lavoro come invece succede in vari progetti. Questo cambio di prospettiva obbliga però i servizi sanitari, sociali, del lavoro e della formazione a non confinare la propria azione nella gestione della relazione tra l individuo, il suo lavoro ed il gruppo in cui è inserito. Ma obbliga invece i servizi ad una riflessione più ampia. Considerare i bisogni aziendali implica la necessità che i servizi si dotino di competenze che consentano loro di supportare l impresa in una politica di gestione delle persone con patologia psichiatrica, tenendo presente che i sintomi di cui parliamo non possono essere confinati al personale inserito secondo quanto previsto dalla legge 68/99, dal momento che purtroppo il disagio psichiatrico può manifestarsi anche tra persone che appartengono alla categoria dei lavoratori ordinari. Il problema per l azienda non è più confinabile all esiguo numero di persone inserite per adempiere agli obblighi previsti dalla normativa, ma diventa una questione che riguarda numeri più ampi e che possono essere estesi ad un più generale concetto di disagio lavorativo. L individuazione di criteri di gestione del personale in situazione di disagio può, quindi, avere una ricaduta anche nel caso di persone in situazione di sofferenza psicofisica. È il caso di persone che hanno acquisito malattie professionali che generano conseguenze in termini di elevata demotivazione nei confronti del lavoro e di progressivo logoramento del rapporto con la dimensione lavorativa fino ad un conflitto più o meno tacito con l azienda. Elemento questo di grande attualità in una situazione economica come l attuale in cui il sistema impresa è fortemente sollecitato a recuperare dal punto di vista produttivo tutte le risorse umane che operano al proprio interno. L attenzione ad una logica inclusiva verso persone che hanno manifestato forme diverse di disagio diviene, in questo periodo, una prospettiva molto più concreta di quanto gli operatori dei servizi abbiano immaginato. Questo modo di considerare il problema richiede uno sforzo creativo ai servizi per il lavoro e la formazione, che sono sollecitati a considerare la visuale da un punto di vista che fino ad oggi stenta ad essere preso in considerazione perché implica il confronto con discipline ad oggi estranee alle politiche del lavoro, ma anche a quelle sociali e sanitarie. Non è possibile, infatti, ragionare sulle politiche di gestione del personale svantaggiato o meno se non si considerano i processi, i ruoli che li presiedono, il sistema di relazioni che costituiscono gli elementi caratteristici delle discipline organizzative. Infine, per quanto riguarda gli elementi che caratterizzano la governance è necessario riflettere sulla necessità di uscire dalla dimensione sperimentale dei progetti e individuare forme di gestione stabili e continuative finalizzate ad assicurare l integrazione nella filiera dei servizi. Le sollecitazioni nei confronti della governance indicano la necessità di aumentare la consapevolezza da parte dei diversi attori delle connessioni con le problematiche legate alla gestione delle reti fra organizzazioni ed operatori che non parlano la stessa lingua ma utilizzano riferimenti concettuali che comunicano con grande difficoltà. Individuare forme di governance obbliga attori ed istituzioni a definire innanzitutto modalità che consentano il confronto tra gli operatori e l individuazione di soluzioni che possono emergere anche da forme di progettazione partecipata. La formulazione di tavoli in cui gli esponenti dei diversi sistemi sono sollecitati al confronto individuando soluzioni anche operative può costituire un primo orizzonte di una governance possibile i cui esiti potrebbero avere ricadute immediate. 38 Professionalità 104

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