REGOLA TECNICA e SPRINKLER secon

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1 ANTINCENDIO REGOLA TECNICA e SPRINKLER secon Antonio De Marco L incendio del Parlamento (1835), di William Turner 18

2 PER IDRANTI DO IL D.M. 20/12/12 Il D.M. 20 dicembre 2012 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 gennaio 2013 detta disposizioni da applicare ai criteri di progettazione, costruzione, esercizio e manutenzione degli impianti di protezione attiva contro l incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. Le disposizioni, richiamando il concetto di regola dell arte, individuano le norme tecniche alle varie tipologie impiantistiche e si applicano, nel caso di nuova costruzione oppure in caso di modifiche sostanziali degli impianti esistenti, agli impianti di rivelazione segnalazione allarme incendio, estinzione o controllo dell incendio, di tipo automatico o manuale, e agli impianti di evacuazione fumo e calore Prima di entrare nel merito dell argomento è opportuno riportare la definizione di regola d arte : stadio dello sviluppo raggiunto in un determinato momento storico dalle capacità tecniche relative a prodotti, processi o servizi, basato su comprovati risultati scientifici, tecnologici o sperimentali. Fermo restando il rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari applicabili, la presunzione di regola dell arte è riconosciuta alle norme emanate da Enti di normazione nazionali, europei o internazionali. Inoltre, per modifiche sostanziali si intende la trasformazione della tipologia dell impianto originale o l ampliamento della sua dimensione tipica oltre il 50% dell originale, ove non diversamente definito da specifica regolamentazione o norma. Reti di idranti Le reti di idranti sono progettate ed installate allo scopo di fornire acqua in quantità adeguata per combattere, tramite gli idranti e i naspi ad esse collegati l incendio di maggiore entità, ragionevolmente prevedibile nell area protetta. Le regole tecniche di prevenzione incendi stabiliscono la necessità di realizzare, nelle attività regolamentate da specifiche disposizioni di prevenzione incendi, la rete d idranti, definendo i parametri ai fini dell utilizzo della norma Uni 10779/2007. La citata norma prevede due tipologie di protezione: protezione interna e protezione esterna. Protezione interna La protezione interna si ottiene mediante l installazione di idranti o naspi a muro, nello specifico compartimento, in modo da consentire un primo intervento sull incendio da distanza ravvicinata, soprattutto da parte delle persone (comunque formate) che operano all interno dell attività. Protezione esterna La protezione esterna si ottiene mediante l installazione di idranti a colonna soprasuolo o sottosuolo con la relativa attrezzatura di corredo, in modo da permettere la lotta contro l incendio quando le dimensioni e l evoluzione (crolli, calore irradiato e fumo per citarne alcuni) non consentono di intervenire da vicino ma richiedono un intervento a distanza ed essenzialmente di contenimento. La pro- 19

3 ANTINCENDIO TABella 1 - Contemporaneità idranti e/o naspi Livello di pericolosità Apparecchi considerati contemporaneamente operativi Protezione interna (3) (4) Protezione esterna (4) Durata 1 2 Idranti (1) con 120 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,2 Mpa oppure 4 naspi (1) con 35 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,2 MPa Generalmente non prevista 30 min 2 3 Idranti (1) con 120 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,2 Mpa oppure 4 naspi (1) con 60 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,3 MPa 4 attacchi (1) DN 70 con 300 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,3 Mpa 60 min 3 4 Idranti (1) con 120 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,2 Mpa oppure 6 naspi (1) con 60 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,3 MPa 6 attacchi (1) (2) DN 70 con 300 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,4 Mpa 120 min (1) Oppure tutti gli apparecchi installati se inferiore al numero indicato. (2) In presenza di impianti automatici di spegnimento il numero di bocche DN 70 può essere limitato a 4 e la durata a 90 min. (3) Negli edifici a più piani, per compartimenti maggiori di m², il numero di idranti o naspi contemporaneamente operativi deve essere doppio rispetto a quello indicato. (4) Le prestazioni idrauliche richieste si riferiscono a ciascun apparecchio in funzionamento contemporaneo con il numero di apparecchi previsti nel prospetto. Si deve considerare il contemporaneo funzionamento solo di una tipologia di protezione (interna o esterna). tezione esterna è destinata ad essere utilizzata da personale specificatamente addestrato. Di fatto la protezione esterna si riferisce al perimetro dell edificio e comunque al suo complesso, a prescindere dalla suddivisione in compartimenti. La protezione interna e la protezione esterna sono funzionalmente indipendenti. Sebbene entrambe collegate alla stessa rete di alimentazione, la protezione interna e la protezione esterna si considerano tra loro indipendenti e la necessità di predisporre entrambe le dotazioni dipende dalla valutazione del rischio e dai criteri progettuali. Classificazione dei livelli di pericolosità Ai fini del dimensionamento degli impianti, la noma Uni classifica le aree da proteggere in tre livelli di pericolosità: livello 1, livello 2, livello 3. Per stabilire il livello occorre effettuare la valutazione del rischio di incendio, mediante la analisi di più fattori: contenuto, ovvero carico di incendio e tipo di combustibile, probabilità di innesco e sviluppo dell incendio, densità di affollamento e altri elementi. La valutazione del rischio deve essere determinata secondo esperienza sulla base delle oggettive e specifiche condizioni dell attività interessata. Livello 1 Aree nelle quali la quantità e/o la combustibilità dei materiali presenti sono basse e che presentano comunque basso pericolo di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell incendio da parte delle squadre di emergenza. Ad esempio, rientrano in tale livello tutte le attività di lavorazione di materiali prevalentemente incombustibili ed alcune delle attività di tipo residenziale, ufficio e altre a basso carico di incendio. Le aree di livello 1 possono essere assimilate a quelle definite di classe LH ed OH1 dalla norma Uni EN riferita agli impianti sprinkler. Continuità della portata L alimentazione idrica deve garantire la portata specificata per almeno 30 minuti. Protezione interna La protezione interna può essere realizzata sia con idranti Uni 45, sia con naspi Uni 25. Protezione esterna Per le aree di livello 1 non è generalmente prevista la protezione esterna. Livello 2 Aree nelle quali c è una presenza non trascurabile di materiali combustibili e che presentano un moderato pericolo di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell incendio stesso da parte delle squadre 20

4 di emergenza. Ad esempio, rientrano in tale livello tutte le attività di lavorazione in genere che non presentano accumuli particolari di merci combustibili e nelle quali sia trascurabile la presenza di sostanze infiammabili. Le aree di livello 2 possono essere assimilate a quelle definite di classe OH dalla norma Uni EN riferita agli impianti sprinkler. Continuità della portata L alimentazione idrica deve garantire la portata specificata per almeno 60 minuti. Protezione interna La protezione interna può essere realizzata sia con idranti Uni 45, sia con naspi Uni 25. Figura 1. Idrante Uni 45 in erogazione Protezione esterna Per le aree di livello 1 non è generalmente prevista la protezione esterna. Livello 3 Sono le aree nelle quali c è una notevole presenza di materiali combustibili e che presentano un alto pericolo di incendio in termini di Pubb Tecno e Cuore Ita 230x137,5_Pubb Tecno e cuore ita 230x137,5 07/02/ Pagina 1 probabilità di innesco, velocità propagazione delle fiamme e possibilità di controllo delle fiamme da parte delle squadre di emergenza. Ad esempio, rientrano in tale livello le aree adibite a magazzinaggio intensivo e le aree dove sono presenti materie plastiche espanse, liquidi, infiammabili, aree dove si lavorano o si depositano merci ad Tecnologia e cuore italiani. RBM: UNA GAMMA DI COMPONENTI COMPLETA E COORDINATA Presente a Pad Stand D08 RBM significa una gamma di componenti e sistemi per impianti idrotermici, completa, coordinata, progettata e realizzata completamente in Italia con la competenza e la passione che RBM garantisce da anni. Componenti per impianti idrotermici Riscaldamento e climatizzazione radiante Contabilizzazione dei consumi idrotermici Distribuzione idrotermica e combustibili gassosi Valvole a sfera, valvole di ritegno, filtri 21

5 ANTINCENDIO TABella 2 - Tipi di accessori - Lunghezza di tubazione equivalente DN * Tipo di accessorio Lunghezza tubazione equivalente, m Curva a 45 0,3 0,3 0,6 0,6 0,9 0,9 1,2 1,5 2,1 2,7 3,3 3,9 Curva a 90 0,6 0,9 1,2 1,5 1,8 2,1 3 3,6 4,2 5,4 6,6 8,1 Curva a 90 a largo raggio 0,6 0,6 0,6 0,9 1,2 1,5 1,8 2,4 2,7 3,9 4,8 5,4 Pezzo a T o raccordo a croce 1,5 1,8 2,4 3 3,6 4,5 6 7,5 9 10, Saracinesca ,3 0,3 0,3 0,6 0,6 0,9 1,2 1,5 1,8 Valvola di non ritorno 1,5 2,1 2,7 3,3 4,2 4,8 6,6 8,3 10,4 13,5 16,5 19,5 Nota: Il prospetto è valido per coefficiente di Hazen Williams C=120 (accessori di acciaio); per accessori di ghisa (C=100) i valori ivi specificati devono essere moltiplicati per 0,713; per accessori di acciaio inossidabile, di rame e di ghisa rivestita (C=140) per 1,33; per accessori di plastica analoghi (C=150) per 1,51. *) Per valori intermedi dei diametri interni si fa riferimento al DN immediatamente successivo (maggiore). con pressione residua di almeno 0,3 MPa (2 bar). Per gli idranti a colonna soprasuolo (conformi alla norma Uni EN 14384) e per gli idranti sottosuolo (conformi alla norma Uni EN 14339) - con uno o più attacchi DN 70 - sono previste due diverse situazioni di prestazioni minime: - prestazione normale: portata non minore di 0,005 m 3 /sec (300 l / min) con pressione residua di almeno 0,3 MPa (2 bar); - prestazione elevata: portata non minore di 0,005 m 3 /sec (300 l / min) con pressione residua di almeno 0,4 MPa (2 bar). Figura 2. Naspo DN 25 alto pericolo di incendio quali cascami, prodotti vernicianti, prodotti elastomerici e altri. Caratteristiche idrauliche minime Le misurazioni delle prestazioni devono essere effettuate nei punti idraulicamente più sfavoriti.gli idranti DN 45 con relativi accessori (come ad esempio raccordi, attacchi, manichetta e lancia) conformi alla specifica normativa, devono soddisfare le seguenti caratteristiche: portata non minore di 0,002 m 3 /s (120 l /min) con pressione residua di almeno 0,2 MPa (2 bar). Per i naspi DN 25 con relativi accessori (raccordi, attacchi, tubazione flessibile, lancia e altri) conformi alla specifica normativa, sono previste due diverse situazioni di prestazioni minime: - prestazione normale: portata non minore di 0, m 3 /s (35 l / min) con pressione residua di almeno 0,2 MPa (2 bar); - prestazione elevata: portata non minore di 0,001 m 3 /s (60 l /min) La pressione residua La pressione residua, nel punto di collegamento dell idrante e/o del naspo, al montante e/o alla dorsale di alimentazione, è la pressione misurata in condizioni dinamiche (di erogazione). Il legame tra portata e pressione residua è stabilito dalla seguente formula: Q = K 10 P dove: Q = portata in l/min K = coefficiente caratteristico di erogazione, fornito dal produttore dell idrante e/o naspo P = pressione residua in MPa Ai fini del dimensionamento idraulico, le perdite di carico concentrate nel corpo del componete (idrante e/o naspo) devono essere desunte dai dati tecnici forniti dal produttore. Qualora non siano note, in prima approssimazione si può assumere un valore non minore di 0,03 MPa. Le configurazioni circuitali per la misura della pressione residua sono quelle rappresentate nelle figure. 22

6 TABella 3 - Rete idranti nelle attività regolamentate ATTIVITÀ Disposizione vigente SCUOLE DM EDIFICI CIVILE ABITAZIONE DM n. 246 AUTORIMESSE DM STRUTTURE SANITARIE DM UFFICI DM IMPIANTI SPORTIVI LOCALI DI PUBBLICO SPETTACOLO ATTIVITÀ RICETTIVE DM DM DM Classificazione secondo disposizione vigente RETE IDRANTI (3) Livello di pericolosità secondo la norma Uni Protezione esterna SÌ/NO (1) (4) Caratteristiche minime dell'alimentazione idrica richiesta secondo la norma Uni Tipo 1/2/3 1 NO Tipo 4/5 2 SÌ (solo per tipo 5) superiore Tipo b, c 1 NO Tipo d, e 2 SÌ superiore 2 (compartimento fino a m²) NO Fuori terra e 1 Interrato (con capacità > 50 veicoli) 2 (compartimento oltre m² e inferiore a m²) SÌ 3 (compartimento oltre m²) SÌ superiore Oltre 1 Interrato (con capacità > 30 veicoli) 2 (compartimento fino a m²) NO 3 (compartimento oltre m²) SÌ superiore Terrazzo 1 NO Da 25 a 100 posti letto 2 SÌ (2) Oltre 100 e fino a 300 posti letto 2 SÌ (2) superiore Oltre 300 posti letto 3 SÌ superiore Tipo 2 (da 101 a 300 presenze) 1 NO Tipo 3 (da 301 a 500 presenze) 2 NO Tipo 4 e 5 (oltre 500 e fino a presenze) (oltre presenze) 3 SÌ (solo per tipo 5) superiore Al chiuso con più di 100 e meno di spettatori 1 NO Al chiuso con più di spettatori e fino a NO Al chiuso con oltre spettatori 2 SÌ superiore All'aperto con oltre spettatori e fino a NO All'aperto con oltre spettatori 2 SÌ superiore Teatri e cinema-teatri, teatri tenda e strutture similari, installati in modo permanente, con capienza non superiore a 150 persone Cinematografi, auditori e sale convegno, locali di intrattenimento, discoteche e simili con capienza superiore a 300 persone e fino a 600 persone Teatri e cinema-teatri, teatri tenda e strutture similari, installati in modo permanente, con capienza superiore a 150 persone Cinematografi, auditori e sale convegno, locali di intrattenimento, discoteche e simili con capienza superiore a 600 persone Circhi, parchi di divertimento e spettacoli viaggianti Teatri tenda e strutture similari installati in modo permanente Capacità superiore a 25 e fino a 100 posti letto Capacità superiore a 100 e fino a 500 posti letto Capacità superiore a 500 posti letto o altezza oltre 32 m 1 NO 1 (per locali con superficie non superiore a m²) 2 (per locali con superficie superiore a m² e fino a m²) 3 (per locali con superficie superiore a m²) No SÌ (per teatri e cinema-teatri, teatri tenda e strutture similari, installati in modo permanente con capienza superiore a persone) SÌ (per cinematografi, auditori e sale convegno, locali di intrattenimento, discoteche e simili con capienza superiore a persone) superiore (per teatri superiori a posti e per i restanti locali di superficie superiore a m²) NO SÌ (per i parchi divertimento) NO (prevedere solo l installazione di un idrante con attacchi DN 70) 1 NO 2 NO 2 SÌ Doppia (1) La protezione esterna può essere realizzata, ove necessario, secondo le indicazioni del paragrafo 4.2, punto 2 del DM (2) Necessaria in presenza di difficoltà di accesso ai mezzi dei Vigili del Fuoco. (3) Per le disposizioni tecniche da applicare vedi anche quanto previsto dall articolo 2, comma 3 del DM (4) Laddove sia richiesta la protezione esterna e sussistano, in relazione all ubicazione dell attività, eccezionali impedimenti alla sua realizzazione in conformità alla norma Uni 10779, si potrà omettere la realizzazione della stessa protezione, prevedendo la predisposizione di cui al paragrafo 4.2, comma 2, lettera a del DM

7 ANTINCENDIO Figura 3. Idrante sottosuolo DN 70 Figura 4. Idrante soprasuolo DN 70 Calcolo idraulico delle tubazioni L alimentazione deve assicurare la massima portata e la massima pressione richieste sulla base del calcolo idraulico di progetto. La velocità dell acqua nelle tubazioni e negli accessori non deve essere maggiore di 10 m/s. Sotto queste condizioni, le perdite di carico distribuite si calcolano mediante la nota formula di Hazen-Williams: p = 6,05 Q1, C 1,85 d 4,87 dove: p = perdita di carico unitaria, in millimetri di colonna d acqua per ogni metro di tubazione, mmcda/m; Q = portata in litri minuto, l/min C = coefficiente di scabrosità dipendente dal tipo di tubo, assunto pari a: 100 per tubi di ghisa; 120 per tubi in acciaio; 150 per tubi di pvc, polietilene, fibra di vetro e simili d = diametro interno della tubazione in millimetri. Le perdite di carico localizzate dovute a raccordi, curve, pezzi a T e raccordi a croce, attraverso i quali la direzione del flusso subisce una variazione di 45 o maggiore e alle valvole di intercettazione e di non ritorno, devono essere trasformate in lunghezza di tubo equivalente come riportato nella tabella 2 ed aggiunte alla lunghezza geometrica reale della tubazione di uguale diametro e natura. Continuità dell alimentazione idrica L alimentazione della rete idranti (per protezione interna e per protezione esterna) deve essere tale da soddisfare le caratteristiche di sicurezza ed affidabilità previste sulla base della valutazione del rischio incendio e/o di specifiche disposizioni (vedasi leggi in materia di prevenzione incendi). Le alimentazioni idriche devono essere in grado di garantire la portata e la pressione richieste dall impianto, nonché avere la capacità di assicurare i tempi di erogazione previsti. L alimentazione può essere promiscua oppure dedicata. L alimentazione promiscua è derivata da un unica rete di acquedotto che assolve, comunque con impianti separati, a compiti idrico-sanitari e antincendio. L alimentazione dedicata è invece adibita ad esclusivo uso antincendio. Una rete di acquedotto può garantire la portata idrica in ogni tempo a condizione che l eventuale indisponibilità, per manutenzione, riferita all area interessata dall impianto idrico-antincendio sia non superiore a 60 ore/anno. Tale indisponibilità, attestabile mediante dati statistici relativi agli anni precedenti, si può ritenere idonea almeno per aree protette di livello 1 e di livello 2. 24

8 TABella 4 - Impianti sprinkler nelle attività regolamentate ATTIVITÀ DISPOSIZIONE VIGENTE AUTORIMESSE DM IMPIANTI SPRINKLER (4) AMBIENTI NEI QUALI È PRESCRITTO L'IMPIANTO SPRINKLER Ambienti e casi indicati nel DM (1) ATTIVITÀ RICETTIVE DM Se superiori ai posti letto STRUTTURE SANITARIE DM Ambienti e casi indicati nel DM (ad esempio: Ambienti con carico incendio superiore a 30 kg/m²; locali tra -7,5 e -10 m e oltre il 1 piano interrato) CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI NEI QUALI È PRESCRITTO L'IMPIANTO SPRINKLER CARATTERISTICHE MINIME DELL'ALIMENTAZIONE IDRICA RICHIESTA SECONDO la NORMA (3) (per compartimenti fino a m²) superiore (per compartimenti superiori a m²) Doppia (fino a 100 posti letto) superiore (oltre 100 posti letto) UFFICI (strutture di nuova costruzione) DM Ambienti e casi indicati nel DM (2) (fino a 500 presenze) Superiore (oltre 500 presenze) IMPIANTI SPORTIVI DM Locali deposito con carico incendio superiore a 50 kg/m² superiore ( per impianti al chiuso con oltre spettatori e all'aperto oltre spettatori) Ambienti indicati nel DM LOCALI di PUBBLICO SPETTACOLO DM (Esempio: Locali deposito e laboratorio con carico incendio > 30 kg/m²; Locali esposizione e vendita con sup.> 10 m²; Locali con carico incendio >50 kg/m²; Scene con palcoscenico di sup.>150 m²) superiore (per teatri oltre posti o area complessiva superiore a m²) SCUOLE DM Locali interrati senza presenza continuativa di personale e con carico di incendio superiore a 30 kg/m² superiore (oltre 800 presenze) (1) Il DM consente, in alternativa all impianto sprinkler, un impianto acqua/schiuma a erogatori aperti. (2) Sono consentite altre tipologie di impianti automatici con agente estinguente compatibile con il luogo di installazione. (3) È ammessa l alimentazione di tipo combinato come da Uni EN (4) Per le disposizioni tecniche da applicare vedi anche quanto previsto dall art. 2, comma 3, del DM Alimentazioni di rincalzo Nel caso si utilizzino riserve idriche di capacità ridotta, con rincalzo, la capacità utile minima deve essere pari al 50% del valore nominalmente richiesto. Impianti sprinkler Classificazione delle attività e dei rischi di incendio per la progettazione degli impianti sprinkler Gli impianti (o sistemi) automatici sprinkler sono progettati e installati per rivelare la presenza di un incendio ed estinguerlo nello stadio iniziale con acqua, oppure tenere sotto controllo le fiamme in modo che l estinzione possa essere completata con altri mezzi. Un sistema sprinkler comprende: - un alimentazione idrica (o più alimentazioni); - una rete sprinkler composta da stazioni di controllo, valvole, tubazioni, erogatori. Un impianto sprinkler può essere: alternativo: impianto in cui le tubazioni vengono selettivamente riempite con acqua o con gas/aria in pressione, a seconda delle condizioni della temperatura ambientale; a secco: impianto in cui le tubazioni sono riempite con aria o gas inerte in pressione; a preazione: impianto a secco o alternativo utilizzato in modalità a secco, in cui la valvola di controllo e allarme può essere aperta su comando proveniente da un sistema indipendente di rivelazione in- 25

9 ANTINCENDIO TABella 5 - Capacità minima dei serbatoi a capacità ridotta Classe di pericolo Capacità minima m³ LH - ad umido o preazione 5 OH1 - ad umido o preazione 10 OH1 - a secco o alternativo OH2 - ad umido o preazione OH2 - a secco o alternativo OH3 - ad umido o preazione OH3 - ad umido o preazione OH4 - ad umido o preazione HPP e HHS , ma in nessun caso minore del 10% della capacità completa cendio, posto nell area protetta; a umido: impianto in cui le tubazioni sono sempre riempite con acqua in pressione. Prima di predisporre la progettazione degli impianti sprinkler occorre effettuare la classificazione delle aree da proteggere. La norma Uni EN 12845/2005 prevede le seguenti classi di pericolo. Pericolo lieve LH Sono considerate a lieve pericolo le attività a basso carico di incendio e bassa combustibilità e aventi ciascun singolo compartimento di superficie non maggiore di 126 m 2 e grado di resistenza al fuoco almeno 30. Ad esempio, rientrano in questa classe: scuole e attività simili, uffici con esclusione di archivi e centri di calcolo. L alimentazione idrica deve possedere continuità e/o capacità per una durata minima di 30 min. Pericolo ordinario OH Sono considerate a pericolo ordinario le attività in cui sono trattati o prodotti materiali combustibili con carico di incendio medio e media combustibilità. Ad esempio, rientrano in questa classe: scuole e attività simili, uffici con esclusione di archivi, centri di calcolo e altri. L alimentazione idrica deve possedere continuità e/o capacità per una durata minima di 60 min. Pericolo Sono considerate a pericolo alto le attività dove i materiali presenti possiedono un alto carico di incendio e un alta combustibilità e sono in grado di sviluppare velocemente un incendio. L alimentazione idrica deve possedere continuità e/o capacità per una durata minima di 90 min. Tipi di alimentazione idrica Per quanto riguarda la realizzazione delle alimentazioni idriche, la norma Uni 10779/2007 rimanda alla norma Uni EN 12845/2005 che, a sua volta, prevede che l alimentazione possa avvenire secondo le seguenti modalità. I. Alimentazione idrica singola Tale alimentazione può essere realizzata come segue: a) da un acquedotto con collegamento diretto. In questo caso deve essere previsto un pressostato che aziona un allarme quando la pressione di alimentazione scende al di sotto di un predeterminato valore. Il pressostato deve essere installato a monte di qualsiasi valvola di non ritorno e deve essere dotato di una valvola di prova; b) da un acquedotto mediante una o più pompe di surpressione. Se la portata dell acquedotto è garantita, ma la pressione è insufficiente, si può ricorrere all installazione di una stazione di pompaggio ovvero di surpressione mediante serbatoio di capacità ridotta e con rincalzo da acquedotto; c) da un serbatoio a pressione (solo per aree a pericolo lieve LH); d) da un serbatoio a gravità; e) da un serbatoio di accumulo con una o più pompe; f ) da una sorgente inesauribile con una o più pompe. 26

10 Figura 5. Alimentazione promiscua II. Alimentazione idrica singola superiore È un alimentazione singola che garantisce maggiore affidabilità e può essere realizzata da: a) una rete di acquedotto alimentata da due estremità in modo che: - ogni estremità sia in grado di soddisfare la richiesta di pressione e portata del sistema; - sia alimentata da due o più sorgenti d acqua; - deve essere indipendente in qualsiasi punto su una singola condotta principale; b) un serbatoio a gravità senza pompa di surpressione oppure un serbatoio di accumulo con due pompe dove il serbatoio soddisfa le seguenti condizioni: - il serbatoio deve avere la capacità totale richiesta; - non deve permettere penetrazione di luce o materiale esterno; - deve essere utilizzata acqua potabile; - il serbatoio deve essere adeguatamente protetto contro la corrosione, in modo da ridurre la necessità di svuotare il serbatoio per operazioni di manutenzione per un periodo di tempo non minore di 10 anni; c) una sorgente inesauribile con due o più pompe. III. Alimentazioni idriche doppie Le alimentazioni idriche doppie consistono in due alimentazioni singole, in cui ogni alimentazione è indipendente dall altra. Ogni singola alimentazione che costituisce l alimentazione doppia deve essere conforme alle caratteristiche di pressione e portata previste. IV. Alimentazioni idriche combinate Le alimentazioni idriche combinate devono essere alimentazioni idriche singole, superiori o doppie, progettate per alimentare più di un impianto fisso antincendio, come ad esempio installazioni combinate di idranti, naspi e sprinkler. Volume d acqua: serbatoi a capacità ridotta Per ogni impianto deve essere specificato un volume minimo d acqua, che deve essere fornito da uno dei seguenti sistemi: a) un serbatoio di capacità completa (riserva idrica) avente capacità effettiva almeno pari a quella minima specificata dal progetto; b) un serbatoio di capacità ridotta in cui il volume d acqua richiesto è fornito contemporaneamente dalla effettiva capacità del serbatoio e dal rincalzo automatico. In questo caso, inoltre, devono essere soddisfatte le seguenti condizioni: - il rincalzo deve avvenire, in modo automatico, da un acquedotto, attraverso almeno due valvole meccaniche a galleggiante. L afflusso non deve influenzare negativamente l aspirazione della pompa; - quando è applicato ad un impianto sprinkler la capacità effettiva del serbatoio non deve essere minore di quella indicata nelle tabelle 4 e 5. Ing. Antonio De Marco Deal Progetti 27

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