Linee-guida. per l integrazione dei servizi e degli interventi di prevenzione della dispersione e del disagio scolastico

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Linee-guida. per l integrazione dei servizi e degli interventi di prevenzione della dispersione e del disagio scolastico"

Transcript

1 Reet tee Innt I teer rssccool llaasst ti iiccaa ddeel ll Muunni iicciiippi iioo 1188 Roomaa Auur reel lli iioo Linee-guida per l integrazione dei servizi e degli interventi di prevenzione della dispersione e del disagio scolastico Edizione

2 INDICE Pag. 1) Premessa: l integrazione dei servizi alla persona in ambito scolastico come risorsa per una scuola più inclusiva 3 2) Il disagio scolastico 4 Cosa intendiamo per disagio scolastico? 4 Quali sono i fattori che determinano il disagio scolastico? 4 Quali sono le possibili manifestazioni del disagio a scuola? 6 Quali sono i possibili effetti a breve termine del disagio scolastico? 7 Come può agire la scuola per prevenire ed arginare il disagio scolastico? 7 Come distinguere il disagio dai veri e propri disturbi del comportamento, che necessitano di un approccio clinico? 8 Quali sono gli stili educativi a rischio che favoriscono l insorgenza delle condotte aggressive infantili? 8 Quali sono i possibili sviluppi/esiti del disagio scolastico, se non viene affrontato? 9 Quali modalità di intervento sono possibili in caso di disturbi del comportamento? 11 3) Gli attori istituzionali e non istituzionali: ruolo e compiti 12 4) Come individuare, osservare e gestire il disagio 13 5) Le schede di intervento: indicatori, ruoli, procedure 16 a) il disagio comportamentale 17 b) l evasione scolastica 20 c) gli alunni stranieri 22 d) adozioni e affidamenti 24 e) il bullismo 26 f) le dipendenze 29 g) l abuso 31 6) La modulistica: 35 a) Nomina di Incaricato del trattamento dei dati personali 36 b) Scheda di rilevazione del disagio e/o svantaggio 38 c) Scheda anamnestica 39 d) Diario di bordo degli interventi attivati 40 e) Scheda riassuntiva degli interventi effettuati 41 f) Scheda di verifica e valutazione degli interventi 42 g) Schema di contratto educativo personalizzato 43 h) Modelli di segnalazione ai servizi: i) Richiesta di intervento a sostegno della genitorialità 44 ii) Richiesta di intervento per evasione scolastica 45 iii) La segnalazione nei casi di abuso o maltrattamento 46 7) I riferimenti normativi (v. indice specifico) 48 8) Glossario 54 9) Appendice: Come sono organizzati i servizi? 56 a) l organizzazione dei servizi sociali del Municipio b) l organizzazione dei servizi sociosanitari della ASL RM E 58 c) l integrazione dei servizi: l Unità Interdistrettuale Minori 58 10) Indirizzi utili 59 2

3 1. PREMESSA: l integrazione dei servizi alla persona in ambito scolastico come risorsa per una scuola più inclusiva Queste linee-guida nascono dall incontro e dal confronto, avvenuto nell ambito dei tavoli partecipativi convocati dal Municipio 18 per l elaborazione del Piano Regolatore Sociale di zona , tra più punti di vista sul disagio sociale: quello della scuola, che spesso assiste al suo emergere senza conoscere gli strumenti per prevenirlo, quello dei servizi, che si trovano ad intervenire sui suoi effetti senza averlo potuto prevenire, quello dei servizi sanitari, che spesso ne devono curare le degenerazioni, quello del volontariato e del privato sociale, che in esso trovano la loro stessa motivazione. Un incontro e un confronto che dovrebbero in realtà costituire una prassi, come peraltro prevede la legge 328/2000, che istituisce il sistema integrato di interventi e servizi sociali, in coordinamento ed integrazione con gli interventi sanitari e dell istruzione ; ma sappiamo bene che l auspicata integrazione dei servizi è ancora oggi, se non un utopia, un ideale regolativo ben lungi dall essere raggiunto; l approccio seguito dall Ufficio di Piano, di convocare un tavolo istituzionale, con la presenza di rappresentanti dei servizi sociali, delle ASL e delle Scuole ha rappresentato un significativo passo in quella direzione, produttivo di spunti estremamente interessanti. Da questo primo confronto, infatti, è nata l idea di un ciclo di incontri di informazione/formazione, curati e condotti tra il mese di Novembre 2011 e il mese di Marzo 2012 con intelligenza e capacità di ascolto da operatori dei servizi sociali municipali e rivolti a referenti delle scuole del territorio, con il fine di ampliare la conoscenza reciproca e soprattutto stabilire procedure corrette di intervento e segnalazione delle situazioni di disagio emergente in ambito scolastico; è nata così la proposta di elaborare queste linee-guida, in modo da poter diffondere i risultati degli incontri a una platea più ampia di operatori scolastici. Affrontare il problema del disagio scolastico è oggi l unico modo possibile di investire sull inclusività della scuola; dopo la stagione entusiasmante dell integrazione scolastica, cresciuta sulla spinta della legge 577/77 e della legge 104/92, dopo la difficile stagione di tagli di questo ultimo decennio, la scuola (e con lei tutte le istituzioni del welfare) si trova a far fronte a dinamiche sociali sempre più complesse, portatrici di contraddizioni sempre più esasperate, dovendo fare i conti con una carenza ormai cronica di risorse. Lo spettro delle situazioni problematiche di cui sono oggi portatori gli alunni e che i docenti si trovano ad affrontare in classe si è profondamente modificato e diversificato, tanto che la stessa classificazione utilizzata per la diagnosi clinica delle disabilità (ICF) si basa ormai sulla valutazione del grado di funzionamento della persona all interno di un range continuo che va dalla normalità alla disabilità, con molti livelli di intermediazione e compensazione. In questa situazione, e data la carenza cronica di risorse cui si faceva riferimento, è facile che scuola e famiglie cadano nella tentazione della ricerca affannosa di risorse quali che siano, utilizzando le strade più conosciute e più efficaci, magari correndo il rischio di clinicizzare il diverso pur di ottenere un docente di sostegno, possibilmente a vita (scolastica); la scuola rischia però di perdere così di vista il suo specifico, cioè il pedagogico, la capacità di dare risposte educative autorevoli, sacrificata alle ansie dei genitori e/o alle sicurezze dei tecnici. Per non correre questo rischio, è necessario operare un mutamento culturale all interno delle scuole, passando dalla logica del: ho un problema, devo ottenere una risorsa corrispondente alla logica del ho queste risorse (umane, professionali, relazionali, finanziarie), devo utilizzarle al meglio per dare una risposta ai problemi che si presentano Tra le risorse che la scuola ha (spesso senza saperlo) ci sono le risorse del territorio, prime tra tutte quelle delle amministrazioni locali, dei servizi territoriali, del volontariato, del privato sociale; queste lineeguida vogliono fornire alle scuole, per l appunto, indicazioni e procedure per attivare tali risorse in relazione ai bisogni che rilevano. Una precisazione necessaria: una scuola inclusiva interviene nei confronti di tutti gli alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali) e, nello specifico: alunni con disabilità, alunni con DSA e alunni in situazione di disagio; nella presente pubblicazione, essendo già strutturati gli interventi nei confronti delle prime due categorie, concentreremo la nostra attenzione nei confronti del disagio. Queste linee-guida vogliono essere uno strumento operativo a disposizione di tutti i docenti e gli operatori scolastici che vengono quotidianamente a contatto con situazioni più o meno gravi di disagio perché possano, consultandole, intervenire con maggior consapevolezza e autorevolezza e, soprattutto, evitando di commettere errori che potrebbero peggiorare ulteriormente la situazione o pregiudicare gli interventi futuri. Perciò si configurano come un work in progress; se saranno effettivamente utilizzate dagli operatori scolastici, come ci auguriamo, esse dovranno essere costantemente verificate e aggiornate. Auspichiamo che gli aggiornamenti provengano dagli stessi docenti, che potranno segnalare errori, omissioni, integrazioni, che saranno riportate nelle successive edizioni. 3

4 2. IL DISAGIO SCOLASTICO Cosa intendiamo per disagio scolastico? Il disagio scolastico è uno stato emotivo, non correlato significativamente a disturbi di tipo psicopatologico, linguistici o di ritardo cognitivo, che si manifesta attraverso un insieme di comportamenti disfunzionali che non permettono al soggetto di vivere adeguatamente le attività di classe e di apprendere con successo, utilizzando il massimo delle proprie capacità cognitive, affettive e relazionali. (Mancini e Gabrielli, 1998) Esso si manifesta come un problema riconducibile ad una pluralità di cause: la maggiore o minore capacità di fronteggiare gli impegni e di affrontare le difficoltà scolastiche non può essere spiegata attraverso cause individuali, facendo cioè ricadere la responsabilità solo sul soggetto coinvolto, ma è necessario ricordare che gli alunni affrontano il proprio percorso formativo all interno di un contesto scolastico e di un ambiente che sono socioculturalmente determinati. Parlare delle cause del disagio scolastico significa quindi fare riferimento a più fattori che vanno considerati sia nella loro autonomia che nella loro interdipendenza. Le situazioni a rischio devono perciò essere tenute sotto controllo e la scuola e gli insegnanti hanno un ruolo rilevante nell organizzazione di strategie precauzionali. Tuttavia questo non può essere compito unico della scuola: la responsabilità formativa deve infatti essere condivisa anche dalla famiglia, a cui spetta il primario compito della socializzazione e dalle istituzioni e servizi territoriali che dovrebbero essere sensibili alla costruzione di una società educante. Quali sono i fattori che determinano il disagio scolastico? 1. Fattori riconducibili alla famiglia 1.1. Svantaggio socioculturale basso livello di istruzione dei genitori e delle altre figure parentali; condizioni socioeconomiche disagiate, situazione di disoccupazione, sotto-occupazione; condizioni abitative non favorevoli; scarsi stimoli linguistici e culturali, anche per diversa provenienza geografica o etnica; 1.2. Atteggiamenti educativi inadeguati atteggiamento iperprotettivo: determina il più delle volte una carenza di impegno nell affrontare le nuove situazioni o le difficoltà quotidiane, nonché le regole del vivere insieme; atteggiamento autoritario: il dispotismo dei genitori impone frequenti frustrazioni al bambino alle quali può reagire con chiusura o rinuncia all iniziativa, oppure tendenza all opposizione, all aggressività; atteggiamento permissivo: il cedere ad ogni capriccio del bambino (per vivere in pace, o per principio, per ispirargli affetto o per debolezza di ruoli) può essere vissuto dal bambino come manifestazione di non interesse profondo; inoltre la mancanza di frustrazioni che un eccesso di liberalismo comporta, non permette lo sviluppo della capacità di tollerare la frustrazione, che, inevitabilmente, i rapporti interpersonali e le situazioni extrafamiliari provocano; svalutazione del bambino: atteggiamento che genera un senso di inferiorità generalizzato e un senso di impotenza di fronte alle situazioni da affrontare, nonché difficoltà nei rapporti con i compagni, poiché il bambino svalutato risponderà il più delle volte con aggressività, altre assumendo un ruolo di sudditanza; incoerenza negli atteggiamenti: sia che dipenda da più persone, sia che si manifesti alternativamente da parte di una sola persona non consapevole della propria incoerenza. La mancanza di unità e continuità nel modo di comportarsi degli adulti verso il bambino si ripercuote sull affettività di questo aumentandone le difficoltà di adattamento Carenze del contesto relazionale povertà di relazioni offerte; bassa qualità nel realizzare il ruolo genitoriale di mediatore tra il bambino e il mondo esterno, con le sue seduzioni e le sue complessità carenze affettive; isolamento familiare. 4

5 2. Fattori riconducibili alla scuola 2.1. Strutture e organizzazione mancanza di strutture e servizi adeguati (aule, palestra, laboratori, mensa..) classi rigide rispetto ad ogni attività organizzazione didattica poco funzionale (inadeguata utilizzazione delle ore di compresenza, di attività aggiuntive ) tempi concentrati o poco distesi scarsa utilizzazione delle risorse culturali del territorio; rapporti non collaborativi con la famiglia formazione insegnanti non idonea a gestire le situazioni di difficoltà 2.2. Metodologie stile d insegnamento di tipo trasmissivo-nozionistico; stile educativo autoritario, antidemocratico offerte di apprendimento poco motivanti programmazione per contenuti senza attenzione alla significatività di ciò che si propone scarso utilizzo dell interazione sociale (lezione dialogata, discussione tra pari, attività di gruppo ) valutazione di tipo accertativo-selettiva inadeguate conoscenze rispetto alle strategie di conduzione della classe 2.3. Relazioni induzione di atteggiamenti di sudditanza dell alunno nei confronti dell insegnante scarso rispetto del bambino mancanza di collegialità tra i docenti scarsa competenza relazionale dell insegnante con i bambini, con i colleghi o con se stesso frattura comunicativa con la famiglia 3. Fattori riconducibili al contesto sociale (Tanto più una società è complessa, tanto più crea diversità al suo interno. Dal nucleo produttivo integrato tende ad allontanare le fasce deboli con conseguenti possibili fenomeni di marginalità) 3.1. Ambiente provenienza da aree economicamente povere fenomeni di devianza disgregazione nucleo familiare lavoro minorile inadempienze territoriali e istituzionali emarginazione economica, geografica, politica sovraesposizione mediatica 3.2. Cultura cultura dell indifferenza cultura della mercificazione cultura della precarietà cultura del rischio o della sfida cultura produttiva e consumistica modelli socio-culturali violenti poco sentita cultura dell accoglienza cultura di morte (manipolazione genetica, eugenetica) tossicodipendenze, alcolismo prostituzione, riduzione in schiavitù lavorativa- sessuale 5

6 Quali sono le possibili manifestazioni del disagio a scuola? A. Difficoltà di apprendimento - I soggetti in questione manifestano spesso una discrepanza tra il potenziale cognitivo stimato e le modalità di funzionamento a livello di apprendimento scolastico (Comoldi - Soresi 1980). Questi soggetti, in altri termini, manifesterebbero capacità e potenzialità normali: le difficoltà di apprendimento dipenderebbero da uno scarso utilizzo delle proprie risorse cognitive, riconducibile a cause diverse in rapporto alle diverse scuole di pensiero. I possibili indicatori sono: A.1. povertà di contenuti cognitivi, di informazioni immagazzinate e rappresentate A.2. carenti strutture cognitive cioè problemi nel come l'informazione è organizzata e rappresentata nella memoria A.3. inadeguati processi cognitivi cioè problemi nel come il sistema cognitivo interpreta e opera sulla realtà A.4. stile di apprendimento poco funzionale: apprendimento mnemonico tendente alla descrizione più che alla comprensione; modalità di elaborazione dell informazione di tipo impulsivo; carenza di abilità metacognitiva. B. Deficit di età cognitiva - Da non confondere con la situazione di difficoltà di apprendimento. Infatti gli alunni con DA fanno registrare spesso anche bassi livelli motivazionali, ma in questi la motivazione aumenta quando l'apprendimento migliora. Tutto ciò non si verifica nelle situazioni in cui il deficit motivazionale è riconducibile ad altre cause: svantaggio socio-culturale, comportamento dei docenti, metodologie d'insegnamento, dinamiche della classe. I possibili indicatori sono: B.1. bassa autostima: il percepire se stesso come scarsamente competente rispetto a più dimensioni: scolastica, emotiva, familiare, corporea, interpersonale B.2. scarsa motivazione intrinseca: scarsa curiosità e basso livello di competenza B.3. scarsa motivazione estrinseca: indotta dall'ambiente, con accumulo di insuccessi e fallimenti B.4. immaturità dell'io: inibizione affettiva; scarso controllo emotivo; ansia di separazione, bassa tolleranza della frustrazione B.5. inadeguato stile di attribuzione: attribuzione delle cause degli eventi a fattori esterni indipendenti dal soggetto; senso di impotenza appreso (sia come causa che come effetto dello stile di attribuzione) C. Apatia C.1. immobilità o riduzione dell'attività C.2. mancanza di curiosità e di interessi C.3. debole capacità di affezionarsi alle persone, alle cose, alle idee C.4. chiusura in se stesso C.5. stanchezza generalizzata D. Difficoltà relazionali ed emozionali D.1. iperemotività: reazioni emotive eccessive (cioè senza un rapporto logico con le cose) come entusiasmo, soddisfazione, delusione, tristezza; reazioni fisiche eccessive come rossore, pianto, pallore, balbuzie, scoppi di riso, scoppi di pianto, gestualità disordinata D.2. disturbi d'ansia: sindrome da prestazione con eccessiva preoccupazione per la riuscita sindrome ansiosa generalizzata: preoccupazione non ricollegabile a situazioni particolari sindrome fobica: eccessiva paura nei confronti di particolari oggetti, animali o situazioni che interferiscono con il normale funzionamento sindrome da ansia sociale: eccessiva timidezza nei confronti di figure poco familiari sindrome ossessiva-compulsiva: pensieri, immagini o impulsi che si presentano con una certa frequenza e interferiscono con il normale funzionamento disturbi depressivi: stato di permanente tristezza, accompagnato da disistima, totale mancanza di interessi, vuoto profondo, abulia, spesso associato a perdita del sonno e dell'appetito 6

7 Quali sono i possibili esiti/effetti a breve termine del disagio scolastico? A) disagio dell'alunno: definito come forma diffusa di sofferenza, come malessere, senso di frustrazione, angoscia, apatia, nausea verso la realtà circostante, rassegnazione. B) disagio dell'insegnante: derivante dalla distanza tra il reale e l'ideale e da fattori di contesto quali le relazioni interpersonali, i risultati che si ottengono, le condizioni di lavoro, l'organizzazione scolastica. C) disagio della famiglia: conseguente al disagio del figlio, che può portare la famiglia ad allontanarsi dalla scuola per evitare ulteriori frustrazioni. D) scarso rendimento: intesa come discrepanza tra il potenziale cognitivo e la riuscita scolastica. E) dispersione: situazione tipica di reale marginalità in quanto esclude il minore dalla possibilità di darsi gli strumenti culturali necessari per un adeguato inserimento nella società. F) dispersione della produttività: intesa come difficoltà dell alunno a concentrare le proprie risorse personali sul lavoro scolastico G) dispersione dell'efficacia degli interventi didattici: difficoltà dei docenti a raggiungere gli obbiettivi prefissati a causa del perdurare della situazione di disagio in classe H) devianza: riferita ad un certo modo d agire o di essere difforme dagli standard socialmente accettati. Come può agire la scuola per prevenire ed arginare il disagio scolastico? 1) Strategie motivazionali: a. potenziare il senso di autoefficacia e di autocentratura nei soggetti coinvolti; b. personalizzare il curriculum cercando di stimolare nei ragazzi con difficoltà l indicazione di argomenti che rispondano ad un loro reale interesse; c. applicare delle metodologie valutative che, accanto alla rilevazione dell errore, valorizzino anche gli elementi positivi. 2) Strategie comunicative a. utilizzare, se possibile, counselor di formazione in grado di rafforzare la consapevolezza dei soggetti riguardo ai propri problemi, nonché alla possibilità di una risoluzione autonoma e autogestita; b. scegliere le modalità della comunicazione non autoritaria e dell ascolto attivo come strategie relazionali con gli studenti. 3) Adottare metodologie di peer education, tutoring e mentoring 4) Dare ampio spazio all orientamento formativo 7

8 Come distinguere il disagio dai veri e propri disturbi del comportamento, che necessitano di un approccio clinico? A) Disturbo da Deficit di Attenzione (ADHD) E' un disturbo evolutivo dell'autocontrollo che interferisce con il normale sviluppo psicologico del bambino e ostacola lo svolgimento delle comuni attività quotidiane: andare a scuola, giocare con i coetanei, convivere serenamente con i genitori e, in generale, inserirsi normalmente nella società. Tale inadeguatezza si manifesta principalmente con una serie di sintomi, tra cui difficoltà di attenzione e concentrazione, incapacità di controllare l'impulsività, e difficoltà nel regolare il livello di attività motoria. Presi insieme, questi problemi derivano sostanzialmente dall'incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell'ambiente. B) Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) Il disturbo oppositivo provocatorio è caratterizzato da un comportamento ostile e litigioso, il soggetto è particolarmente suscettibile o facilmente irritato dagli altri, oppure è deliberatamente irritante, dispettoso o vendicativo nei confronti di altre persone. I bambini che soffrono di questo disturbo perdono di continuo il controllo, litigano con gli adulti, si rifiutano di obbedire alle regole accusano gli altri per i propri errori e sono spesso arrabbiati e rancorosi. Questi comportamenti, in alcuni casi, possono generare Disturbi della Condotta. C) Disturbo della Condotta (CD) Gli adolescenti affetti da Disturbo della Condotta mostrano una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui violano i diritti altrui o le norme o le regole appropriate per la loro età. L'autostima di questi giovani è spesso molto scarsa, sebbene tendano a proiettare un'immagine di 'durezza'. Quali sono gli stili educativi a rischio che favoriscono l insorgenza delle condotte aggressive infantili? Permissivismo: è caratterizzato da una mancanza di regole definite, che impedisce al bambino di capire quali saranno le risposte genitoriali alle sue azioni. Incoerenza: i genitori mancano di tempismo nei loro interventi, alternano punizioni e ricompense senza una ragione precisa, lasciandosi molto condizionare dai loro stati d animo. Rifiuto: la coppia parentale trascura il figlio, esercita su di lui uno scarso controllo, e nei suoi riguardi nutre aspettative molto basse. Il rapporto genitori-figli è freddo e poco comunicativo. Disinteresse: i genitori, forse per la volontà di non apparire opprimenti, lasciano molta libertà al bambino, arrivando a non mostrare il giusto grado di interesse per le sue attività, i suoi pensieri, i suoi stati d animo. Questa mancanza d informazioni impedisce loro di conoscere bene il figlio e soprattutto li mette nell impossibilità di comprendere il problema che egli manifesta. Uso eccessivo delle punizioni: è tipico di quelle famiglie che credono di poter contrastare l aggressività dei figli facendo uso di punizioni corporali. Si tratta di uno degli errori educativi più clamorosi in quanto significa voler insegnare al bambino a non usare la violenza, utilizzandola contro di lui. Questi genitori non capiscono che se il bambino è già di per sé aggressivo, la punizione non farà altro che rafforzare ancor più la sua tendenza, in quanto egli imparerà dai loro modelli comportamentali che l aggressività è il mezzo più utile per imporre la propria volontà. Iperprotezione: questo stile educativo è caratterizzato da un controllo genitoriale eccessivo che opprime il bambino e ostacola lo svolgimento di quelle esperienze che sono importanti per la sua crescita sociocognitiva. Un rapporto di tal genere, oltre a rendere il soggetto poco sicuro di se stesso, può determinare atteggiamenti di ribellione capaci di sfociare in vere e proprie condotte aggressive, caratterizzate, in particolare, da un rifiuto dell autorità adulta. 8

9 Quali sono i possibili sviluppi/esiti del disagio scolastico, se non viene affrontato? 9

10 Rappresentazione bidimensionale dei disturbi della condotta nell infanzia, tratta da una metanalisi di valutazione di genitori e insegnanti, Frick, Lahey, Loeber e altri. Tappe evolutive del comportamento antisociale secondo Patterson, De Baryshe e Ramshey (1989) e Patterson, Reid e Dishion (1992). 10

11 Quali modalità di intervento in ambito scolastico sono possibili in caso di disturbi del comportamento? Modificare il comportamento intervenendo sulle conseguenze: punizioni e rinforzi Per far sì che le provocazioni, l ostilità e gli atteggiamenti aggressivi di bambini con disturbi di tipo oppositivo-provocatori vadano estinguendosi, è necessario fare in modo che il bambino incorra in conseguenze negative ogni qual volta faccia ricorso a tali comportamenti. Esistono dei metodi, utilizzabili sia in un contesto scolastico che familiare, che permettono di punire il bambino in maniera intelligente, evitando cioè di fare ricorso a castighi rigidi e rimproveri umilianti, che potrebbero produrre effetti indesiderati. Alcune di queste strategie consistono nel: Rimproverare in privato o comunque in modo tale che non possano udire terze persone. La punizione non dovrà servire a formulare giudizi, ma dovrà limitarsi a descrivere il comportamento indesiderato in maniera obiettiva. Al bambino verranno spiegate le motivazioni che rendono sbagliata tale condotta, verranno suggerite modalità comportamentali alternative e verranno indicati i vantaggi derivanti dalla loro messa in atto. Ignorare le esibizioni del bambino, ossia rimuovere il rinforzo derivante dall attenzione degli spettatori. Punire attraverso il Timeout ossia attraverso il trasferimento del bambino in un luogo in cui siano inaccessibili i rinforzamenti positivi, come l attenzione, l approvazione dei pari, i giocattoli ed altri oggetti interessanti. Questo luogo potrà essere il corridoio di casa, un angolo della stanza, o semplicemente una sedia, l importante è non scegliere mai spazi che potrebbero infastidire il bimbo più del dovuto, come zone buie o confinate. È bene ricordare, inoltre, che è sufficiente un tempo di appena tre, quattro minuti, e che aumentare tale periodo con lo scopo di rafforzare il valore della punizione è solo controproducente. Sorprendere il bambino con reazioni impreviste. Questa strategia, proposta da Fiorenza e Nardone, serve, in particolare, per fronteggiare gli atteggiamenti provocatori attraverso comportamenti stravaganti, che disorientano il soggetto e lo inducono a riflettere sulle proprie condotte. La tecnica consiste nel rispondere alle provocazioni, non con rimproveri o punizioni, ma con azioni che possono apparire incomprensibili, come accostarsi al soggetto e dargli un bacio sul naso, senza dare alcuna spiegazione e limitandosi ad asserire che si aveva voglia di farlo. (cfr. Fiorenza Andrea, Nardone Giorgio L intervento strategico nei contesti educativi. Comunicazione e problemsolving per i problemi scolatici- Giuffrè editore 1995). Questa risposta originale vuole di fatto comunicare al bambino due messaggi: 1) non casco nelle tue provocazioni; 2) sono capace anch io di provocarti. Un programma per modificare il comportamento: il Sistema a punti strutturato Per comprendere il significato di quest ultima strategia è necessario introdurre il discorso sul Sistema a punti strutturato, una tecnica basata sul controllo delle conseguenze, molto utile per fronteggiare problematiche di oppositività, aggressività, iperattività, disfunzionalità emotive e disturbi della condotta. Consiste in un programma che si pone l obiettivo di favorire l esecuzione di comportamenti positivi, piuttosto che l eliminazione di quelli problematici; infatti si focalizza sul conseguimento di gratificazioni (premi e ricompense di vario genere) e non sull evitamento delle punizioni. Questa tecnica, già utilizzata con successo in diverse classi delle scuole elementari e medie, si basa su quattro obiettivi comportamentali (seguire le regole di classe; partecipare attivamente alle lezioni; svolgere i compiti a casa; interagire positivamente con i compagni, astenendosi dal manifestare aggressività fisica e verbale) che gli alunni devono raggiungere, al fine di ottenere i punteggi necessari per poter accedere ai premi. (cfr. Giorgio Filoramo Difficoltà di attenzione e iperattività. Strategie di intervento cognitivo emotivo comportamentale). I bambini dovranno poter scegliere fra numerose ricompense, anche di generi diversi, al fine di evitare che si manifesti una sorta di saturazione delle gratificazioni. Queste ultime possono essere sia di tipo scolastico (bonus per trascorrere maggior tempo davanti al computer) che di tipo domestico (come guardare la tv o invitare un amico a casa) e potranno essere conseguiti soltanto previo raggiungimento del punteggio target stabilito dall insegnante. Tale punteggio, ovviamente, dovrà essere fissato in modo da non essere né troppo basso, né irraggiungibile, ma adeguato alla capacità dei bambini. Alla fine di ogni giornata scolastica si procederà al calcolo totale dei punti ottenuti e potranno verificarsi tre situazioni: a. il bambino ha ottenuto un punteggio corrispondente al target, quindi ha diritto ad un premio di base; b. l alunno ha ottenuto un punteggio superiore al target, quindi non solo ha diritto ad un premio di base, ma può conservare i punti extra e utilizzarli, successivamente, per accedere ai privilegi speciali; 11

12 c. se il target non è raggiunto, il soggetto non avrà diritto ad alcun premio, e perderà i punti conseguiti nel corso della giornata; questa mancata ricompensa fungerà da punizione e spingerà il bambino a fare meglio la prossima volta. Il Sistema a Punti Strutturato rappresenta soltanto un esempio delle tante possibili applicazioni dei programmi di modificazione del comportamento. Strategie di questo genere possono essere utilizzate in qualsiasi contesto educativo in cui siano presenti soggetti problematici, l importante è che ci sia sempre una stretta collaborazione tra gli operatori ed i genitori, al fine di poter cogliere tutti i dati necessari per una buona riuscita dell intervento. Occorreranno informazioni circa la natura, l intensità e la frequenza dei comportamenti che si vogliono rimuovere, circa i fattori ed i contesti che possono incrementarli ed, infine, notizie riguardati la gamma delle potenziali gratificazioni e sanzioni. È bene sottolineare che per ottenere risultati concreti, il programma necessita di un monitoraggio costante, di una buona dose di impegno da parte delle persone coinvolte e soprattutto d inflessibilità nelle risposte ai comportamenti problema. Interventi a scuola: il lavoro cooperativo Concludendo il discorso sulle strategie che possono aiutare i bambini oppositivi provocatori a superare le loro problematiche comportamentali, non possiamo fare a meno di accennare all importanza che, a tal proposito, assume il lavoro cooperativo. Le attività di gruppo, se debitamente impostate, si rivelano ottimi strumenti in grado di promuovere non solo la socializzazione, ma anche lo sviluppo morale e cognitivo. Un loro sistematico impiego nelle scuole e nei contesti educativi, quindi, può aiutare a prevenire e a contrastare diverse tipologie di problema. Il conflitto sociocognitivo che si verifica all interno di una relazione interpersonale, quando si vengono a scontrare opinioni e punti di vista diversi, spinge il bambino a riflettere sulle proprie concezioni, sui propri pensieri ed al tempo stesso lo induce ad aprirsi verso quelle degli altri. Ma l utilità del gruppo, inteso come strumento capace di osteggiare problematiche psichiche e comportamentali, non si limita a questo, particolari applicazioni del lavoro cooperativo possono, infatti, rivelarsi strategie preziose a sostegno delle abilità prosociali. Basta pensare, ad esempio, alle tante attività, ludiche e non, che si fondano sul principio della collaborazione come unica via per raggiungere il traguardo. I partecipanti condividono un obiettivo comune che, a causa di una suddivisione di ruoli, di compiti o di materiali, potrà essere raggiunto soltanto attraverso il contributo di tutti. Un simile intervento potrà aiutare i soggetti oppositivi provocatori sia a migliorare la qualità dei loro rapporti col gruppo dei pari, sia a sviluppare le capacità cooperative che, come abbiamo avuto modo di vedere nei paragrafi precedenti, sono uno degli aspetti su cui si riflettono maggiormente gli effetti della patologia. Le suddette attività, che Ada Fonzi denomina modelli mosaico potranno servire loro per imparare a rispettare i turni e le regole, per sviluppare atteggiamenti solidali e soprattutto per riuscire a controllare le condotte aggressive in vista di un obiettivo desiderabile. (cfr. Fonzi Ada Il bullismo in Italia -Il fenomeno delle prepotenze a scuola dal Piemonte alla Sicilia- Giunti 1997). 12

13 3. RUOLO E COMPITI DEI VARI ATTORI ISTITUZIONALI (SCUOLA, ASL, SERV. SOCIALE) E NON (VOLONTARIATO E PRIVATO SOCIALE) La SCUOLA Elabora, inserendola nel POF, una politica di promozione dell integrazione e dell inclusione il più possibile condivisa tra il personale Definisce al proprio interno una struttura di organizzazione e coordinamento degli interventi rivolti alla disabilità e al disagio scolastico, definendo ruoli di referenza interna ed esterna Definisce procedure interne di lettura generale del disagio, avvalendosi anche di strumenti prodotti in sede di collaborazione interistituzionale Implementa una procedura interna di segnalazione del disagio, basata su una prima osservazione da parte dei docenti di classe e sull intervento successivo delle figure interne di riferimento (FF.SS., Dirigente, psicopedagogista, ecc.) Nella gestione dei singoli casi: Effettua l osservazione e fornisce, attraverso strumenti di rilevazione (relazioni, schede, ecc.) gli elementi necessari all avvio degli interventi Attiva la struttura di coordinamento interna Mette in funzione al proprio interno tutte le procedure di gestione e di flessibilità predisposte avvalendosi di proprio personale e delle proprie competenze Sensibilizza la famiglia a farsi carico del problema, elaborando un progetto educativo condiviso e invitandola a farsi aiutare, attraverso l accesso ai servizi (ASL e/o servizi sociali) Assicura la collaborazione del proprio personale con i servizi per l attuazione di interventi integrati La ASL: Qualora i disturbi del comportamento possano far ipotizzare un substrato patologico, prende in carico l alunno, su richiesta della famiglia, avviando un osservazione finalizzata a una diagnosi Qualora la diagnosi evidenziasse una situazione di effettiva disabilità, attiva la procedura prevista dalla legge 104/92 (sostegno e GLHO) Può fornire consulenza alle scuole, anche in assenza di richiesta da parte della famiglia, nei limiti della disponibilità dei propri tecnici Il SERVIZIO SOCIALE Riceve la segnalazione da parte della scuola e si rende disponibile a incontrare la famiglia, o a scuola o presso la sede del servizio Su richiesta della famiglia, valuta la possibilità e la fattibilità di attivazione di tutti gli strumenti a sostegno della genitorialità disponibili, in continuo coordinamento con la scuola Qualora sia intervenuta una diagnosi di disabilità, su richiesta della famiglia, attiva la procedura per l eventuale assegnazione di AEC Qualora la famiglia dimostri una particolare resistenza o emergano elementi che possano far supporre l esistenza di fatti di rilevanza giudiziaria, attiva autonomamente o su segnalazione della scuola le procedure previste La FAMIGLIA Viene chiamata a farsi carico della situazione, sottoscrivendo un contratto educativo personalizzato e iniziando un percorso condiviso che può anche prevedere l accesso ai servizi (ASL e/o servizi sociali) ALTRI SOGGETTI Possono essere attivate, in relazione a difficoltà specifiche, realtà territoriali (es. strutture sportive, doposcuola, ecc.) appartenenti all associazionismo locale, al volontariato, al privato sociale 13

14 4. COME INDIVIDUARE, OSSERVARE E GESTIRE IL DISAGIO Cosa osservare Per poter stabilire gli interventi più adeguati occorre conoscere i segnali che determinano uno sviluppo sano o patologico di un bambino. Suggeriamo una griglia orientativa sulle fasi di sviluppo e le relative crisi evolutive che possono portare a disagi transitori o patologici. 3-6 anni ETA FASE DI SVILUPPO CRISI EVOLUTIVA DISAGI TRANSITORI DISAGIO PATOLOGICO 6-10 anni anni Affronta il passaggio dall ambiente familiare al mondo esterno e iniziano le dinamiche di separazione dai genitori. Acquisisce il controllo sfinterico e consolida il linguaggio. Inserimento nel gruppo dei pari. Impegno scolastico. Compare l astrazione. Cambiamenti fisici e psicologici. Bisogno di autonomia e difficoltà a staccarsi dai genitori. Crisi edipica il bambino arriva ad identificarsi con le caratteristiche del suo sesso; questo porta al vissuto di separazione definitiva dalla coppia dei genitori, cosa che lo fa sentire bene ma che nello stesso tempo gli fa venire la paura di perdere, differenziandosene, le figure di riferimento. Crisi logicomorale Confronto del proprio codice morale con il mondo esterno, quindi con la realtà scolastica. Crisi dell adolescenza Difficoltà a gestire gli impulsi sessuali e gestione dell aggressività. Ansia di separazione/danne ggiamento fisico Ritardo del controllo sfinterico Imperfezioni /regressione del linguaggio Rifiuto temporaneo della scuola Difficoltà di apprendimento/iper attività Difficoltà relazionali Atteggiamento oppositivo con gli adulti Isolamento episodico Comportamento oppositivo verso i genitori Riconoscimento e critica della propria immagine/forte senso estetico Difficoltà di gestione delle proprie emozioni Enuresi/encopresi Tic, balbuzie, fobie diurne/notturne Malattie frequenti Rifiuto della scuola Caduta del rendimento scolastico Depressione, ansia, fobie, marcata iperattività Malattie frequenti Comportamento aggressivo, oppositivo, provocatorio verso gli adulti Chiusura e isolamento Continui balzi d umore Disturbi alimentari Dipendenze Disturbi sessuali/difficoltà di vicinanza corporea con l adulto/tendenze devianti Depressione e tendenze suicide Comportamenti ossessivo-compulsivi 14

15 Come osservare L osservazione in classe è un momento importante delle attività pedagogiche. Suggeriamo uno schema di osservazione in cinque fasi: FASI DI OSSERVAZIONE 1 Sospendere le aspettative ed il giudizio 2 Osservare quanto accade 3 Astenersi da forme immediate di intervento, se non per limitare situazioni di pericolo 4 Riflettere, anche sulle emozioni 5 Agire SPIEGAZIONI ED ESEMPI Se osserviamo con la mente carica di aspettative e giudizi, rischiamo di interpretare in modo distorto i comportamenti dell altro: da un bambino generalmente aggressivo potremmo aspettarci sempre comportamenti scorretti. Osservare la situazione generale: espressioni, comportamenti, gesti, ecc. del soggetto Nell ambiente per il tempo necessario. Intervenire rapidamente sulla base solo di sensazioni istintive ed empatiche può essere rischioso e fuorviante. La rinuncia ad agire permette di trasformare i comportamenti in pensiero. Non è utile confondere le emozioni personali con quelle dell altro. Occorre individuarle e differenziarle, per poter intervenire in modo efficace. Condividere quanto osservato con i docenti di classe in occasioni formali. Compilazione delle schede di rilevazione e adozione delle procedure previste (v. schede di intervento) Come gestire Situazione Sviluppo evolutivo Normale Segnali di disagio I segnali di disagio che si presentano nei momenti di difficoltà risultano temporanei e non rigidi Suggerimenti per l insegnante Interpretare i segnali di disagio e tollerarli come strumento utile al bambino per superare le difficoltà. Evitare di drammatizzare la situazione con il bambino e la famiglia Rassicurare il bambino Osservare se i segnali scompaiono o persistono Patologico I segnali appaiono rigidi e duraturi Comunicare al bambino che si è notata una difficoltà per la quale può essere aiutato. A seconda degli indicatori di disagio osservati, adottare le procedure suggerite nelle schede di intervento seguenti 15

16 5. Le SCHEDE di INTERVENTO: indicatori, ruoli e procedure A. disagio comportamentale B. evasione scolastica C. alunni stranieri D. affidamenti & adozioni E. bullismo F. dipendenze G. abuso Le schede che seguono costituiscono la sezione più operativa di queste linee-guida e sono state elaborate con l ambizioso scopo di fornire a tutti gli operatori scolastici dei suggerimenti pratici per intervenire nelle più comuni situazioni di disagio scolastico nel modo più corretto possibile e facendo riferimento alle risorse disponibili nel territorio; esse rispondono perciò alla logica del primum non nocere (anzitutto, non nuocere), nella convinzione che un corretto approccio a situazioni spesso complesse e multifattoriali sia di per sé importante per contribuire ad individuare possibili soluzioni. Le schede sono strutturate come segue: per ciascuna tipologia di disagio, si evidenziano gli indicatori, distinti per categoria (motivazionali, relazionali, emozionali, ecc,) dall osservazione dei quali il docente può inquadrare il possibile problema all origine della manifestazione di disagio; gli indicatori possono essere distinti in relazione alla severità delle loro manifestazioni (lievi, medie, gravi) in corrispondenza agli indicatori rilevati (sulla stessa colonna), vengono individuati i possibili interventi da parte dei vari attori istituzionali e non nell ambito dei rispettivi ruoli segue una descrizione di possibili procedure da attivare da parte della scuola, dalla rilevazione del problema alla sua presa in carico si fa infine riferimento alla modulistica (riportata in allegato alle linee-guida) da adottare caso per caso va sottolineata in ogni caso l importanza, per qualsiasi situazione di disagio scolastico, di una corretta attività di osservazione iniziale e in itinere, per la quale si rimanda alla specifica sezione (pag 14) 16

17 A) DISAGIO COMPORTAMENTALE - Scheda di intervento INDICATORI specifici Specifici Specifici Categorie LIEVI MEDI GRAVI Deficit di apprendimento Difficoltà a portare a termine il lavoro nei modi e nei tempi (aspetto da monitorare nel tempo e quindi nei ritmi di maturazione personali) Difficoltà di apprendimento (sulle quali, però, si intravvedono piccoli margini di intervento) Difficoltà di attenzione e concentrazione Incapacità a portare a termine il lavoro nei modi e nei tempi previsti Difficoltà di apprendimento stabili nel tempo presenza di segni di iperattività Serie e ininterrotte difficoltà di comprensione delle richieste Assenza di miglioramento cognitivo nel tempo Gravi difficoltà di apprendimento significativa iperattività Deficit motivazionali Deficit emozionali Difficoltà relazionali Deficit socio-economicoculturale RUOLI SCUOLA SERVIZI SOCIALI FAMIGLIA Interesse discontinuo per le attività Poca partecipazione alle esperienze del gruppo classe Ansia Bassa autostima Tendenza ai conflitti Tristezza, pianto eccessivo Scarsa capacità di risoluzione del conflitto Episodi di isolamento Ricerca di forme diversificate ma inopportune di comunicazione Carenza/eccesso di materiale scolastico Linguaggio semplificato o gergale Scarsa motivazione Poca pulizia Assenze ripetute e non sempre giustificate Contatta la famiglia e cerca di concordare atteggiamenti educativi comuni Ricerca risorse interne per la gestione della situazione Partecipazione saltuaria (solo ad attività che non richiedano impegno cognitivo) Periodi di distrazione Presenza di forme di disturbo delle attività Deficit di memoria Anomalie fisiche (balbuzie ) Conflittualità continua Crisi di pianto, tristezza protratta, euforia eccessiva Periodi di isolamento Conflittualità manifesta o sotterranea Episodi di aggressività Scarso rispetto per persone e cose Carenza di materiale scolastico Assenza di motivazione Forme di conflittualità anche aggressive Scarsa cura della persona e delle cose Frequenti assenze non giustificate Contatta la famiglia e, se necessario, altri attori, per concordare un comune piano educativo Monitora la situazione con periodici/programmati incontri con gli attori educativi Eventuale proposta alla famiglia di accesso ai servizi territoriali (ASL e servizi sociali) Si rendono disponibili a incontrare la famiglia per valutare interventi a sostegno della genitorialità Collabora con la scuola al progetto educativo Assenza completa di interesse per le attività Astrazione Atteggiamenti provocatori verso docenti e alunni Assenza di emozioni Astrazione dal contesto Assenza del linguaggio Aggressività verso persone o cose Esplosioni emozionali Solitudine ricercata Aggressività verbale e fisica Assenza di rispetto verso tutto/i Ricorso a metodi estremi per attirare attenzione Assenza di materiale Aggressività verbale e fisica Assenza di cura della persona e delle cose Completo disinteresse per attività Assenze continue Astrazione Racconti di situazioni familiari gravi Presenza di oggettistica adatta ad adulti Presa in carico immediata da parte di DS e FS Incontri periodici con famiglia Eventuale invio della famiglia a servizi ASL per valutazione diagnostica Se la famiglia non collabora, invia richiesta di intervento ai servizi sociali Intervengono a sostegno della genitorialità e a verifica dei contesti educativi e di cura Accetta di accedere ai servizi territoriali per la gestione degli aspetti socio-sanitari 17

18 A.S.L. In relazione alla possibilità che il disagio comportamentale dell alunno si riferisca a uno dei seguenti quadri diagnostici, i docenti osserveranno con particolare attenzione la presenza dei seguenti quadri sintomatici; se del caso, consiglieranno alla famiglia di recarsi presso il TSRMEE per una valutazione diagnostica: Sei (o più) dei seguenti sintomi di iperattività - impulsività presenti per almeno 6 mesi con una intensità che causa disadattamento e contrasta con il livello di sviluppo: Iperattività Muove continuamente mani e piedi o si agita Si alza dalla sedia in classe o in altre situazioni che richiedono di dover restare seduti. Corre di qua e di là e si arrampica eccessivamente in situazioni nelle quali questo comportamento è inappropriato. Ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a passatempi in modo tranquillo. È "sempre in movimento" o agisce come se "fosse dotato di un motore". Parla troppo. Impulsività ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione) DOP (Disturbo Oppositivo Provocatorio) Risponde in fretta prima che sia terminata la domanda Difficoltà di controllo comportamentale Difficoltà ad attendere il suo turno Interrompe le altre persone o si dimostra invadente Difficoltà nel valutare le conseguenze di un azione Tendenza ad esporsi a situazioni pericolose, con possibili danni fisici Sei (o più) dei seguenti sintomi di disattenzione, presenti per almeno sei mesi con una intensità che provoca disadattamento e contrasta con il livello di sviluppo: Inattenzione Non presta sufficiente attenzione ai dettagli, commette errori di distrazione nelle attività scolastiche. Ha difficoltà a mantenere l'attenzione nello svolgimento di compiti o nelle attività di gioco. Quando gli/le si parla direttamente, non sembra ascoltare. Distraibilità da stimoli banali. Non segue le istruzioni e non finisce il suo lavoro. Difficoltà di pianificazione di un compito. Comportamento oppositivo provocatorio Quattro (o più) dei seguenti sintomi presenti per almeno 6 mesi con una intensità che causa disadattamento e contrasta con il livello di sviluppo: Spesso va in collera Spesso litiga con gli adulti Spesso sfida attivamente o rifiuta di rispettare le richieste o le regole degli adulti Spesso irrita deliberatamente gli altri Spesso accusa gli altri dei propri errori o del proprio cattivo comportamento È spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri È spesso arrabbiato e rancoroso È spesso dispettoso e vendicativo 18

19 1) Strategie motivazionali: - potenziare il senso di autoefficacia e autocentratura nei soggetti coinvolti; - personalizzare il curriculum cercando di stimolare nei ragazzi con difficoltà l indicazione di argomenti che rispondano ad un loro reale interesse; - applicare delle metodologie valutative che, accanto alla rilevazione dell errore, valorizzino anche gli elementi positivi. Adozione di strategie interne 2) Strategie comunicative - utilizzare, se possibile, counselor di formazione in grado di rafforzare la consapevolezza dei soggetti riguardo ai propri problemi, nonché alla possibilità di una risoluzione autonoma e autogestita; - scegliere le modalità della comunicazione non autoritaria e dell ascolto attivo come strategie relazionali con gli studenti. PROCEDURA Adozione di interventi integrati 3) Adottare metodologie di peer education, tutoring e mentoring 4) Dare ampio spazio all orientamento formativo La Scuola (il team docente): a. valuta la situazione e la inquadra nella relativa gravità, mettendo immediatamente in pratica le modalità di gestione suggerite; b. elabora la scheda di rilevazione (pag. 38), cercando di definire più dettagliatamente possibile i vari aspetti della situazione individuata; c. scandisce tempi per la gestione della situazione (periodicità incontri, contatti con agenzie ) d. se necessario, formalizza il contratto educativo personalizzato con la famiglia (pag. 43) e. annota le tappe dell iter educativo, valutando l efficacia del percorso; f. definisce le successive tappe di intervento, sulla base dei progressi educativi raggiunti; g. sulla base delle periodiche rilevazioni, valuta la possibilità di far intervenire attori diversificati per specifici interventi h. se necessario, invia ai servizi competenti la richiesta di intervento a sostegno della genitorialità i. segue il presente iter fino al completamento del ciclo scolastico e si fa carico di passare le informative sulla situazione al ciclo di studi successivo 19

20 B) EVASIONE SCOLASTICA (scuola primaria e sec. 1 grado) - Scheda di intervento INDICATORI specifici specifici specifici Categorie LIEVI MEDI GRAVI Deficit di apprendimento carenza di contenuti, strutture e processi cognitivi Mancanza di metodo, disordine formale Mancanza di coordinazione oculo-manuale Difficoltà di attenzione e concentrazione Preparazione lacunosa in tutte le discipline, con vistosi buchi Stabilità nel tempo dei livelli di apprendimento Deficit motivazionali Apatia Deficit emozionali Difficoltà relazionali Deficit socio-economico-culturale Altri L evasione scolastica può essere motivata da dinamiche inconfessabili interne del nucleo familiare (relazioni simbiotiche madre-figli, inconsistenza della figura paterna, separazioni conflittuali o non dichiarate, ecc.) o Scarsa motivazione Litigiosità Difficoltà di attenzione/concentrazione debole livello di interesse instabilità emotiva episodi ripetuti di tristezza difficoltà a riconoscere emozioni passaggio repentino da un interesse ad un altro incapacità di non farsi distrarre da qualsiasi stimolo incostante Bassa autostima Uso della menzogna per giustificare assenze e litigi con i compagni mancanza di curiosità e di interessi debole capacità di affezionarsi alle persone, alle cose, alle idee Disturbi d ansia legati alla difficoltà di sostenere i tempi e la complessità delle richieste scolastiche Tendenza all astrazione Tendenza all isolamento Isolamento dai compagni, con frequenti litigi e invenzione di menzogne per negare responsabilità incapacità di portare a termine compiti o esperimenti comuni Scarsa tolleranza delle frustrazioni; reazioni irose ai rimproveri ansia di separazione inadeguato stile di attribuzione delle cause immobilità o riduzione dell'attività Disinteresse generalizzato chiusura in se stesso stanchezza generalizzata disturbi ossessivo-compulsivi disturbi depressivi aggressività iperimpulsività aggressività di tipo fisico o verbale rivolta a compagni, insegnanti, oggetti astrazione dal contesto indifferenza verso tutti incapacità a comunicare L evasione può essere motivata da difficoltà del nucleo familiare (disoccupazione, malattie dei familiari, tossicodipendenze, ecc.) L evasione può essere motivata da atteggiamenti educativi inadeguati (eccessivamente autoritari o permissivi) Assenze lunghe e continuative, motivate da Talvolta atteggiamento aggressivo della pretese patologie croniche e supportate da famiglia nei confronti della scuola e dei certificazioni mediche stereotipate docenti, con tentativi di forzare la scuola A seguito di tentativi di intervento da parte ad accogliere le motivazioni pretestuose della scuola, talvolta brevi periodi di dell assenza e di spaventarla, frequenza con assenze settimanali convincendola a non effettuare La famiglia assume atteggiamenti segnalazioni ufficiali falsamente collaborativi e vittimistici, tentando di far passare il tempo Spesso, in corso d anno, richiesta di nullaosta per il trasferimento ad altra scuola (dove ricominciare da capo) 20

I DISTURBI COMPORTAMENTALI

I DISTURBI COMPORTAMENTALI IC1 PESCANTINA A.S. 2013-2014 I DISTURBI COMPORTAMENTALI Ins. Francesca Bonafini Ins. Gisella Di Marco Associazione Nuovi Talenti Speciali BES: BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE MACROCATEGORIA CHE COMPRENDE MOLTE

Dettagli

Condivisione di pratiche organizzative e didattiche per l inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali

Condivisione di pratiche organizzative e didattiche per l inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali Condivisione di pratiche organizzative e didattiche per l inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali Che cos è il Bisogno Educativo Speciale? Il Bisogno Educativo Speciale rappresenta

Dettagli

IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO

IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO LINEE GUIDA DISABILITÀ ALLEGATO 3 IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO 1. DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14

QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14 QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14 Questionari per: - docenti dell istituto - alunni classi terze secondaria - genitori classi terze secondaria Composti da tre punti di analisi con 8 domande

Dettagli

Scuola Primaria di Marrubiu

Scuola Primaria di Marrubiu Scuola Primaria di Marrubiu SESTANTE 2 Anno scolastico 2007/2008 Page 1 of 6 SOMMARIO MOTIVAZIONI...3 QUALE PROGETTO... 3 FINALITA... 4 OBIETTIVI CON VALENZA ORIENTATIVA...4 PERCORSI FORMATIVI...4 ATTIVITA

Dettagli

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma LA COPPIA NON PUO FARE A MENO DI RICONOSCERE E ACCETTARE CHE L ALTRO E UN TU E COME TALE RAPPRESENTA NON UN OGGETTO DA MANIPOLARE

Dettagli

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari

Dettagli

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo NORD 2 - Brescia Via Costalunga, 15-25123 BRESCIA Cod. Min. BSIC88400D - Cod.Fisc. 80049710173 Tel.030307858-0308379448-9

Dettagli

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica

Dettagli

C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI

C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI SETTORE VIII SERVIZI SOCIALI, POLITICHE GIOVANILI E SPORT PROGETTO DOPOSCUOLA PINOCCHIO 1 PREMESSA Nell'ambito del programma degli interventi e servizi socio-assistenziali,

Dettagli

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE FINALITA Il presente documento denominato Protocollo di Accoglienza è un documento che nasce da una più dettagliata esigenza d informazione relativamente all

Dettagli

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 Tel. 0871. 961126-961587 Fax 0871 961126 email chic81300t@istruzione.it chic81300t@pec.istruzione.it www.istitutocomprensivotollo.it CHIC81300T Cod. Fisc. 80003000694 PROGETTO

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

Il progetto di vita: la funzione del docente

Il progetto di vita: la funzione del docente L orientamento dove essere effettuato considerando le caratteristiche cognitive e comportamentali dell alunno la disabilità le competenze acquisite gli interessi e le predisposizioni personali e non ultimo

Dettagli

Il Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) è un disturbo del comportamento, riguarda cioè il modo in cui il bambino agisce,

Il Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) è un disturbo del comportamento, riguarda cioè il modo in cui il bambino agisce, DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO; Che cos'è e quali strategie adottare? Il Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) è un disturbo del comportamento, riguarda cioè il modo in cui il bambino agisce, il suo

Dettagli

Consulenza e sostegno psicologico e scolastico

Consulenza e sostegno psicologico e scolastico Consulenza e sostegno psicologico e scolastico abaco consulenza e sostegno psicologico e scolastico abaco individua il problema ed aiuta lo studente a superarlo con metodo, organizzazione, supporto tecnico

Dettagli

QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO. La valutazione dovrà essere espressa in scala da 1 (per niente) a 5 (pienamente).

QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO. La valutazione dovrà essere espressa in scala da 1 (per niente) a 5 (pienamente). QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO Gentile genitore, le sottoponiamo il presente questionario anonimo al termine dell incontro a cui ha partecipato. La valutazione da lei espressa ci aiuterà a capire

Dettagli

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di

Dettagli

DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI

DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI GIORNATE DI SUPPORTO ALLA FORMAZIONE DEI REFERENTI PER LA DISLESSIA DELLA LOMBARDIA 22 Aprile 2008 DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI Rosy Tavazzani Montani PERCHE L INSEGNANTE DOVREBBE

Dettagli

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Mirella Pezzin - Marinella Roviglione LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Nelle Indicazioni per il curricolo del 2007, alla sezione Centralità della persona

Dettagli

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA I.C.S. MAREDOLCE FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA La nostra scuola dell Infanzia con la sua identità specifica sotto il profilo pedagogico e metodologico-organizzativo persegue: l acquisizione di capacità

Dettagli

Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete

Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione Elementi di caratterizzazione del progetto della rete Oggetto problema Osservazioni rispetto all autoanalisi Oggetto definito e area di riferimento Coerenza

Dettagli

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------

Dettagli

PROGETTO: TEATRO FORUM

PROGETTO: TEATRO FORUM 24 5 PROGETTO: TEATRO FORUM (per Oratori sensibili) Che cos è Il Teatro forum è un metodo e percorso formativo utilizzato spesso in situazioni di disagio socio-culturale e si propone come strumento per

Dettagli

Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella

Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella In una scuola che ormai è concepita come luogo non solo deputato alla trasmissione del sapere, ma anche connesso

Dettagli

Quando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI

Quando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI Quando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI Le difficoltà emotivo-relazionali in ambito evolutivo Tutti quei segnali di disagio e di sofferenza, che coinvolgono la dimensione emotiva e

Dettagli

La Leadership efficace

La Leadership efficace La Leadership efficace 1 La Leadership: definizione e principi 3 2 Le pre-condizioni della Leadership 3 3 Le qualità del Leader 4 3.1 Comunicazione... 4 3.1.1 Visione... 4 3.1.2 Relazione... 4 pagina 2

Dettagli

Convegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO

Convegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO Convegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO L AIUTO SCOLASTICO LA FAMIGLIA Dott. Eugenia Rossana Fabiano Dirigente Scolastico Fase di

Dettagli

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa Accettazione della malattia diabetica e la famiglia Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa Malattia cronica Condizione patologica che dura tutta la vita Medico deviazione da una norma biologica. Oggettività

Dettagli

LE STRATEGIE DI COPING

LE STRATEGIE DI COPING Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono

Dettagli

BES tra normativa e. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. 29/09/13 dott. V.Gullotta 1

BES tra normativa e. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. 29/09/13 dott. V.Gullotta 1 BES tra normativa e. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI 29/09/13 dott. V.Gullotta 1 le politiche di inclusione scolastica Il modello italiano di inclusione scolastica è assunto a punto di riferimento in Europa

Dettagli

I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ED EMOZIONALI AD INSORGENZA TIPICA NELL INFANZIA Conoscerli per contenerli

I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ED EMOZIONALI AD INSORGENZA TIPICA NELL INFANZIA Conoscerli per contenerli I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ED EMOZIONALI AD INSORGENZA TIPICA NELL INFANZIA Conoscerli per contenerli Il disagio in età evolutiva Il disagio in età evolutiva ha origine dall interazione tra diverse variabili

Dettagli

Pensare le difficoltà, il disagio, lo svantaggio la disabilità

Pensare le difficoltà, il disagio, lo svantaggio la disabilità Pensare le difficoltà, il disagio, lo svantaggio la disabilità MOTIVAZIONI DEL PROGETTO La scuola in quanto agenzia educativa è l Istituzione che deve farsi garante del diritto all educazione e al successo

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA

PROGETTO ACCOGLIENZA PROGETTO ACCOGLIENZA Per accoglienza intendiamo un atteggiamento positivo verso soggetti in un contesto di relazioni e comunicazioni. L accoglienza di nuove persone è un momento fondamentale nella dinamica

Dettagli

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA ENTE DI APPARTENENZA ASSOCIAZIONI Coinvolgimento prima e durante l esperienza Riflessione sull esperienza Collegamenti con realtà vissuta Scoperta di nuovi bisogni e nuove opportunità Possibilità di provare

Dettagli

PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s.

PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s. PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s. 2014 15 L obiettivo del patto di corresponsabilità è quello di impegnare le

Dettagli

PIANO OFFERTA FORMATIVA A.S. 2014/2015 PROGETTO PSICOLOGICO 1. TITOLO DEL PROGETTO

PIANO OFFERTA FORMATIVA A.S. 2014/2015 PROGETTO PSICOLOGICO 1. TITOLO DEL PROGETTO Istituto Comprensivo Bordighera Via Pelloux, 32-18012 Bordighera IM PIANO OFFERTA FORMATIVA A.S. 2014/2015 PROGETTO PSICOLOGICO 1. TITOLO DEL PROGETTO SPORTELLO DI CONSULENZA PSICOLOGICA PER ALUNNI, DOCENTI,

Dettagli

ISTRUZIONI PER LE INSEGNANTI DI SOSTEGNO

ISTRUZIONI PER LE INSEGNANTI DI SOSTEGNO Pag 1/5 INCONTRI DI INIZIO ANNO SCOLASTICO Al più presto il docente di sostegno, non appena assegnato a nuovi casi, dovrà curare alcuni incontri: Con il gruppo docente dell anno precedente Con i genitori

Dettagli

Disturbi Specifici dell Apprendimento

Disturbi Specifici dell Apprendimento Disturbi Specifici dell Apprendimento Nuove norme in materia di segnalazione Intervento al collegio del 07/05/2013 Prima della legge 170 Una serie di circolari che mirano all inclusione scolastica riconoscendo

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro

Dettagli

Dalla Diagnosi Funzionale al PEI. Valutazione delle abilità attraverso l osservazione del comportamento e i test

Dalla Diagnosi Funzionale al PEI. Valutazione delle abilità attraverso l osservazione del comportamento e i test Dalla Diagnosi Funzionale al PEI Valutazione delle abilità attraverso l osservazione del comportamento e i test Effetti del non Valutare Sopravvalutare Problemi di comportamento (isolamento) Sottovalutare

Dettagli

Vademecum per il sostegno. Pratiche condivise di integrazione all interno del Consiglio di classe

Vademecum per il sostegno. Pratiche condivise di integrazione all interno del Consiglio di classe Vademecum per il sostegno Pratiche condivise di integrazione all interno del Consiglio di classe Gli strumenti della programmazione DIAGNOSI FUNZIONALE: descrive la situazione clinicofunzionale dello stato

Dettagli

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: QUALI INTERVENTI? Maria Grazia Redaelli 4 novembre 2014

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: QUALI INTERVENTI? Maria Grazia Redaelli 4 novembre 2014 I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: QUALI INTERVENTI? Maria Grazia Redaelli 4 novembre 2014 Nota Ministeriale 27.12.2012 Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 Nota di chiarimento del 22 novembre 2013

Dettagli

COMPETENZE DIGITALI. Le digital Competence Framework mi permettono di : Esplorare nuovi contesti tecnologici in modo flessibile.

COMPETENZE DIGITALI. Le digital Competence Framework mi permettono di : Esplorare nuovi contesti tecnologici in modo flessibile. COMPETENZE DIGITALI Competenze digitali o digital skills. Un approccio in 3D, un mutamento in corso. L immersività generata dagli ambienti multimediali ci sollecitano un esigenza nuova e educabile: sviluppare

Dettagli

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accogliere e trattenere i volontari in associazione Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accoglienza Ogni volontario dovrebbe fin dal primo incontro con l associazione, potersi sentire accolto e a proprio

Dettagli

Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano

Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano 9 aprile 2014 Premessa Mi è stato chiesto di mettere

Dettagli

Piano Annuale per l Inclusione A.S. 2012/13 - PARTE I - ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ

Piano Annuale per l Inclusione A.S. 2012/13 - PARTE I - ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ Prot. n 5090 C/23 del 22.06.2013 Piano Annuale per l Inclusione A.S. 2012/13 - PARTE I - ANALI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ A. Rilevazione dei BES presenti: N 1. disabilità certificate (Legge 104/92

Dettagli

DSA Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace. Grazia Mazzocchi

DSA Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace. Grazia Mazzocchi DSA Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace Grazia Mazzocchi Faenza 25 Febbraio 2015 Centro Territoriale di Supporto per le disabilità Http://cts.w.istruzioneer.it/ DSA e normativa di

Dettagli

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Per alunni con DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI (ai sensi del DM 27 /12/2012) Anno Scolastico

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Per alunni con DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI (ai sensi del DM 27 /12/2012) Anno Scolastico PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Per alunni con DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI (ai sensi del DM 27 /12/2012) Anno Scolastico Classe.. Sezione Indirizzo di studio.. Referente o coordinatore di classe 1. DATI

Dettagli

Piazza dei Martiri, 1/2-40121 Bologna

Piazza dei Martiri, 1/2-40121 Bologna Piazza dei Martiri, 1/2-40121 Bologna Tolmezzo 09 Settembre 2011 TECNICI (NEUROPSICHIATRI, PSICOLOGI, LOGOPEDISTI INSEGNANTI DI OGNI ORDINE E GRADO GENITORI E DISLESSICI ADULTI Sensibilizzare il mondo

Dettagli

La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Lucia Scuteri 30.06.

La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Lucia Scuteri 30.06. La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Alla base della dislessia ci sarebbe una comunicazione carente fra le aree cerebrali

Dettagli

Progetto Comes, sostegno all handicap

Progetto Comes, sostegno all handicap TITOLO Progetto Comes, sostegno all handicap TEMPI ANNO SCOLASTICO 2010/2011 Destinatari Minori disabili (fascia d età 3/14 anni) frequentanti la scuola dell obbligo, affetti da patologie varie: ipoacusia,

Dettagli

Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE

Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE L interesse verso la lettura ed il piacere ad esercitarla sono obiettivi che, ormai da anni, gli insegnanti della scuola primaria di Attimis si prefiggono

Dettagli

Funzione Strumentale n. 1: P.O.F. / Diffusione della cultura della qualità

Funzione Strumentale n. 1: P.O.F. / Diffusione della cultura della qualità Circolare n. 31 del 24/09/2014 Inoltro telematico a fiis00300c@istruzione.it in data 24/09/2014 Pubblicazione sul sito web (sezione Circolari / Comunicazioni DS) in data 24/09/2014 OGGETTO: Presentazione

Dettagli

Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO

Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO 1. Il bambino sviluppa il senso dell identità personale, è consapevole delle proprie esigenze e dei propri sentimenti, sa controllarli ed esprimerli in modo adeguato

Dettagli

PROMUOVERE LE COMPETENZE GENITORIALI: DALLA VALUTAZIONE INIZIALE AL SOSTEGNO POST-ADOZIONE. Jesús Palacios Università di Siviglia, Spagna

PROMUOVERE LE COMPETENZE GENITORIALI: DALLA VALUTAZIONE INIZIALE AL SOSTEGNO POST-ADOZIONE. Jesús Palacios Università di Siviglia, Spagna PROMUOVERE LE COMPETENZE GENITORIALI: DALLA VALUTAZIONE INIZIALE AL SOSTEGNO POST-ADOZIONE Jesús Palacios Università di Siviglia, Spagna Milano, 10 giugno, 2011 Genitorialità adottiva Bambini e bambine

Dettagli

APPLICAZIONE DI UN TRATTAMENTO METACOGNITIVO DI GRUPPO PER BAMBINI AFFETTI DA DISTURBO DA DEFICIT DELL ATTENZIONE CON

APPLICAZIONE DI UN TRATTAMENTO METACOGNITIVO DI GRUPPO PER BAMBINI AFFETTI DA DISTURBO DA DEFICIT DELL ATTENZIONE CON APPLICAZIONE DI UN TRATTAMENTO METACOGNITIVO DI GRUPPO PER BAMBINI AFFETTI DA DISTURBO DA DEFICIT DELL ATTENZIONE CON IPERATTIVITÀ E DI UN PERCORSO DI PARENT TRAINING RIVOLTO AI GENITORI Laura Vanzin,

Dettagli

Dai comportamenti aggressivi al bullismo

Dai comportamenti aggressivi al bullismo Dai comportamenti aggressivi al bullismo Ricercatore e Docente di Psicopatologia Clinica Università degli Studi di Udine I LIVELLI DEL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO Livello 1. irritabile Livello 2. indisciplinato

Dettagli

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo L utopia dell educazione L educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che

Dettagli

PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA

PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA INSEGNANTI DI RIFERIMENTO: Scainelli Stefania e Pallotti Alessandra PREMESSA - L INGRESSO ALLA SCUOLA DELL INFANZIA. L ingresso alla Scuola dell Infanzia è una tappa

Dettagli

PROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA

PROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA PROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA COMPETENZA 1 IMPARARE AD IMPARARE Abilità/ Capacità Organizzare il proprio lavoro autonomamente - Rispettare le consegne - Mettere in atto strategie appropriate

Dettagli

COME AIUTARE I NOSTRI FIGLI A CRESCERE BENE?

COME AIUTARE I NOSTRI FIGLI A CRESCERE BENE? COME AIUTARE I NOSTRI FIGLI A CRESCERE BENE? Ogni genitore desidera essere un buon educatore dei propri figli, realizzare il loro bene, ma non è sempre in armonia con le dinamiche affettive, i bisogni,

Dettagli

Questionario di autovalutazione dei docenti

Questionario di autovalutazione dei docenti Questionario di autovalutazione dei docenti INDAGINE CONOSCITIVA 1. AREA PERSONALE 1 2 3 4 5 (1=non so; 2=per nulla; 3=poco; 4=abbastanza; 4=molto) Sei soddisfatto del lavoro che svolgi Ti senti parte

Dettagli

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Chi sono Francesco lo Basso Molfetta (Ba) Progettista di Formazione Giudice di Gara dal 1972 Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Esperienze specifiche: Tutor Progetto Formazione Giovani Obiettivi Acquisire

Dettagli

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)*

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* E' atto successivo alla Diagnosi Funzionale (a cura della NPI) e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello

Dettagli

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE Linee guida per genitori ed insegnanti Conoscere per accogliere I minori adottati nella provincia di Bolzano 478 negli ultimi 10 anni 30 nuove adozioni

Dettagli

SOMMARIO. Destinatario pag. 3. Normativa di riferimento pag. 3. Finalità del progetto pag. 3. Obiettivi generali pag. 3

SOMMARIO. Destinatario pag. 3. Normativa di riferimento pag. 3. Finalità del progetto pag. 3. Obiettivi generali pag. 3 1 SOMMARIO Destinatario pag. 3 Normativa di riferimento pag. 3 Finalità del progetto pag. 3 Obiettivi generali pag. 3 Obiettivi educative e didattici pag. 3 Obiettivi specifici di apprendimento pag. 4

Dettagli

STRUTTURA UDA U.D.A. 4. Classe III A PRESENTAZIONE

STRUTTURA UDA U.D.A. 4. Classe III A PRESENTAZIONE STRUTTURA UDA UNITÀ DIDATTICA di APPRENDIMENTO di TECNOLOGIE ELETTRICO-ELETTRONICHE E APPLICAZIONI U.D.A. 4 Classe III A.S. 2015/2016 TITOLO: Componenti fondamentali di un impianto Strumenti di misura

Dettagli

CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI

CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI I I figli crescono Primo incontro 25.11.06 La scuola superiore: l adolescente l tra scuola e famiglia Secondo incontro17.02.07 La relazione tra genitori e figli adolescenti:

Dettagli

AZIONI DEL SUCCESSO FORMATIVO

AZIONI DEL SUCCESSO FORMATIVO AZIONI DEL SUCCESSO FORMATIVO Premessa La scuola,oggi, trova la sua ragione di essere nell assicurare ad ogni alunno il successo formativo, inteso come piena formazione della persona umana nel rispetto

Dettagli

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA 7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA Via San Giovanni Bosco, 171 - Modena tel. 059.223752 / fax 059.4391420 VADEMECUM IMPEGNI DI RECIPROCITA NEI RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA Premessa Dal POF 2009/2010 del 7 Circolo

Dettagli

Rilevazione alunni con sospetto di ADHD ATTENTION DEFICIT HYPERACTIVE DISTURB

Rilevazione alunni con sospetto di ADHD ATTENTION DEFICIT HYPERACTIVE DISTURB Rilevazione alunni con sospetto di ADHD ATTENTION DEFICIT HYPERACTIVE DISTURB Questionario richiesto alla scuola dall UST relativo a : MODALITA DI INTERVENTO (PROTOCOLLO) MAPPATURA DEGLI ALUNNI CON ADHD

Dettagli

Laura Ghiro Elena Fipaldini Ospedale San Bortolo Vicenza

Laura Ghiro Elena Fipaldini Ospedale San Bortolo Vicenza CORPOrat(t)ivaMENTE. Confronti e prospettive sulle pratiche di lavoro integrato in età evolutiva IL CASO CLINICO CHE NON TI ASPETTI Laura Ghiro Elena Fipaldini Ospedale San Bortolo Vicenza A. è giunto

Dettagli

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,

Dettagli

Scuola: I.P.S.S.S. E. DE AMICIS ROMA a.s. 2013/2014. Piano Annuale per l Inclusione

Scuola: I.P.S.S.S. E. DE AMICIS ROMA a.s. 2013/2014. Piano Annuale per l Inclusione Scuola: I.P.S.S.S. E. DE AMICIS ROMA a.s. 2013/2014 Piano Annuale per l Inclusione Parte I analisi dei punti di forza e di criticità A. Rilevazione dei BES presenti: n 1. disabilità certificate (Legge

Dettagli

PAROLE CHE RIVELANO LA DIMENSIONE SOCIALE DI QUESTA ESPERIENZA

PAROLE CHE RIVELANO LA DIMENSIONE SOCIALE DI QUESTA ESPERIENZA BOLOGNA COSPES PAROLE CHE RIVELANO LA DIMENSIONE SOCIALE DI QUESTA ESPERIENZA TIROCINANTI EDUCAZIONE SOCIO / AFFETTIVA ORIENTAMENTO CONSULENZA PSICO/PEDAGOGICA EDUCAZIONE SESSUALE DSA BES COPPIE FAMIGLIE

Dettagli

PROGETTO DI INTEGRAZIONE E RECUPERO SCOLASTICO

PROGETTO DI INTEGRAZIONE E RECUPERO SCOLASTICO in collaborazione con il Comune di Gubbio, la Caritas Diocesana, con il contributo del M.I.U.R.(Art.9 del C.C.N.L.Comparto Scuola 2002/2005) e della Regione Umbria, L.R.18/90. PROGETTO DI INTEGRAZIONE

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere

Dettagli

Doveri della famiglia

Doveri della famiglia MINISTERO DELL ISTRUZIONE,UNIVERSITA E RICERCA Via Figurella, 27 Catona 89135 Reggio di Calabria (RC) Telefax 0965302500-0965600920 C.F. 92081350800 C.M. RCIC868003 PEC rcic868003@pec.istruzione.it A.S.

Dettagli

I Disturbi Specifici di Apprendimento. Brembati Federica Roberta Donini

I Disturbi Specifici di Apprendimento. Brembati Federica Roberta Donini I Disturbi Specifici di Apprendimento Dott.ssa Brembati Federica Dott.ssa Roberta Donini Il disturbo specifico di apprendimento L uso del termine disturbo specifico dell apprendimento si riferisce a difficoltà

Dettagli

Lavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet

Lavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet Lavorare in Rete Nulla su di Noi senza di Noi a cura di Nunzia Coppedé Cosa significa lavorare in rete Significa lavorare con diversi attori per affrontare insieme una causa comune La rete informale Le

Dettagli

Le autonomie : comprendere e gestire le relazioni e situazioni sociali

Le autonomie : comprendere e gestire le relazioni e situazioni sociali Le autonomie : comprendere e gestire le relazioni e situazioni sociali Dott.ssa Gazzi Mara Psicologa dell'età Evolutiva e della psicopatologia dell'apprendimento Esperta in Neuropsicologia Clinica ADHD

Dettagli

FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo. Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari

FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo. Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari Cosa è il BULLISMO Il termine bullismo è utilizzato per designare un insieme di comportamenti in cui qualcuno

Dettagli

SCUOLA INFANZIA-PRIMARIA PRAIA-AIETA-SAN NICOLA ARCELLA ANNO 2014/15

SCUOLA INFANZIA-PRIMARIA PRAIA-AIETA-SAN NICOLA ARCELLA ANNO 2014/15 SCUOLA INFANZIA-PRIMARIA PRAIA-AIETA-SAN NICOLA ARCELLA ANNO 2014/15 PREMESSA I primi giorni di scuola segnano per i bambini e le famiglie l inizio di un tempo nuovo : un tempo carico di aspettative ma

Dettagli

Le conseguenze emotivo - motivazionali di una difficoltà scolastica

Le conseguenze emotivo - motivazionali di una difficoltà scolastica Le conseguenze emotivo - motivazionali di una difficoltà scolastica Individuazione precoce della difficoltà Riduzione della difficoltà specifica Maturazione dei livelli di autostima Riduce l impotenza

Dettagli

Dott.ssa Lorenza Fontana

Dott.ssa Lorenza Fontana Dott.ssa Lorenza Fontana Nonostante l aula fosse il posto più tranquillo della scuola, continuavo ad avere difficoltà ad ascoltare la maestra. Scivolavo in me stessa, mi dissolvevo e me ne andavo. Mi cambiarono

Dettagli

I libri di testo. Carlo Tarsitani

I libri di testo. Carlo Tarsitani I libri di testo Carlo Tarsitani Premessa Per accedere ai contenuti del sapere scientifico, ai vari livelli di istruzione, si usa comunemente anche un libro di testo. A partire dalla scuola primaria, tutti

Dettagli

Autoefficacia e apprendimento

Autoefficacia e apprendimento Autoefficacia e apprendimento Definizione di autoefficacia Convinzione della propria capacità di fornire una certa prestazione organizzando ed eseguendo le sequenze di azioni necessarie per gestire adeguatamente

Dettagli

ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO. SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI

ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO. SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI ALLEGATO 6 ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO TITOLO DEL PROGETTO: INTER_ AZIONE SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI OBIETTIVI DEL PROGETTO Con il presente progetto

Dettagli

Scuola elementare Dante Alighieri - Isola PIANO EDUCATIVO

Scuola elementare Dante Alighieri - Isola PIANO EDUCATIVO Scuola elementare Dante Alighieri - Isola PIANO EDUCATIVO Anno scolastico 2008/2009 INTRODUZIONE Il piano educativo fa parte del Piano dell offerta formativa dell Istituto ed è stato elaborato seguendo

Dettagli

INDICAZIONI DI BASE PER LA PRIMA SEGNALAZIONE DI ALUNNI IN DIFFICOLTA SCOLASTICA O IN SITUAZIONE DI DISAGIO

INDICAZIONI DI BASE PER LA PRIMA SEGNALAZIONE DI ALUNNI IN DIFFICOLTA SCOLASTICA O IN SITUAZIONE DI DISAGIO ISTITUTO COMPRENSIVO DI LONGARONE scuole dell infanzia, primaria e secondaria di I grado Piazza Mazzolà, 1 32013 Longarone Tel. 0437 770209 Fax 0437 576168 e_mail: blic82100c@istruzione.it sito web: www.comprensivolongarone.info

Dettagli

PROGETTO PORCOSPINI PREMESSA

PROGETTO PORCOSPINI PREMESSA PROGETTO PORCOSPINI COORDINATE PSICO-PEDAGOGICHE- ORGANIZZATIVE PER L EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITA E ALL ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA COME PREVENZIONE AL DISAGIO E AL MALTRATTAMENTO PREMESSA Il Lions Club, associazione

Dettagli

Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare

Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare Caterina D Ardia Neuropsichiatria Infantile Università Sapienza, Roma Disturbi dello Sviluppo Sono Disturbi che accompagnano la persona

Dettagli

I percorsi con la scuola dei bambini e dei ragazzi adottati e delle loro famiglie

I percorsi con la scuola dei bambini e dei ragazzi adottati e delle loro famiglie L impegno per le famiglie adottive in Toscana. Lavorare insieme per favorire l inserimento e l accoglienza a scuola I percorsi con la scuola dei bambini e dei ragazzi adottati e delle loro famiglie 1 Adottare

Dettagli

C.M. n.8 del 6 marzo 2013 prefigura:

C.M. n.8 del 6 marzo 2013 prefigura: C.M. n.8 del 6 marzo 2013 prefigura: Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare

Dettagli

YouLove Educazione sessuale 2.0

YouLove Educazione sessuale 2.0 YouLove Educazione sessuale 2.0 IL NOSTRO TEAM Siamo quattro ragazze giovani e motivate con diverse tipologie di specializzazione, due psicologhe, una dottoressa in Servizi Sociali e una dottoressa in

Dettagli