27 marzo 2019 Dott.ssa Monica Paparelli Consigliera di Parità- Regione Umbria
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2 I grandi cambiamenti di questi ultimi anni stanno ridisegnando i confini delle identità di genere: la crescita del livello di istruzione, l aumento dell occupazione, la ridotta fecondità e una sempre maggiore autonomia economica e decisionale delle donne hanno portato, indirettamente, anche gli uomini a dover, in qualche modo, ridefinire la propria identità. Il processo di ridefinizione delle identità per entrambi i generi risulta difficoltoso da portare avanti e l obiettivo da raggiungere appare ancora poco chiaro.
3 DISCRIMINAZIONE DIRETTA : qualsiasi disposizione, criterio, prassi, atto, patto o comportamento, nonché l'ordine di porre in essere un atto o un comportamento, che produca un effetto pregiudizievole discriminando le lavoratrici o i lavoratori in ragione del loro sesso e, comunque, il trattamento meno favorevole rispetto a quello di un'altra lavoratrice o di un altro lavoratore in situazione analoga.
4 DISCRIMINAZIONE INDIRETTA : Si ha quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono o possono mettere i lavoratori di un determinato sesso in una posizione di particolare svantaggio rispetto a lavoratori dell'altro sesso, salvo che riguardino requisiti essenziali allo svolgimento dell'attività lavorativa, purché l'obiettivo sia legittimo e i mezzi impiegati per il suo conseguimento siano appropriati e necessari.
5 DISCRIMINAZIONE (genitoriale): ogni trattamento meno favorevole in ragione dello stato di gravidanza, nonché di maternità o paternità, anche adottive, ovvero in ragione della titolarità e dell'esercizio dei relativi diritti. D. Lgs 5/2010 che modifica il Codice delle pari opportunità, D. Lgs 198/2006
6 Regione Umbria LEGGE REGIONALE 25 novembre 2016, n. 14 Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini
7 Art 2: obiettivi a) promuove azioni volte ad affermare la libertà e l'autodeterminazione delle donne; b) promuove la partecipazione paritaria delle donne e degli uomini nei luoghi di decisione e di governo; c) promuove progetti per la paritaria valorizzazione di genere e per il contrasto degli stereotipi e dei pregiudizi e favorisce la scelta consapevole e libera delle carriere di studio, dei lavori e delle professioni per entrambi i generi; d) favorisce l'equilibrio tra attività lavorativa e vita privata e familiare per donne e uomini attraverso politiche di conciliazione e di condivisione delle responsabilità; e) promuove e tutela la libera scelta alla maternità e paternità responsabili e favorisce la piena attuazione del diritto alla genitorialità; f) promuove l'occupazione femminile e sostiene il lavoro qualificato delle donne nella pubblica amministrazione, nelle imprese private e nel lavoro autonomo, favorendone l'ingresso e la permanenza nel mercato del lavoro, la progressione di carriera, la presenza negli organi decisionali e contrastando la discriminazione e la segregazione formativa e professionale, promuove altresì il contrasto alla disparità retributiva tra uomini e donne; g) sostiene le professionalità e l'imprenditorialità femminili favorendo la creazione, lo sviluppo, la crescita dimensionale e la cooperazione tra imprese gestite da donne; h) sostiene le associazioni femminili e le forme aggregative tra donne
8 i) favorisce gli interventi di promozione della salute, della ricerca scientifica, farmacologica, dello studio dei fattori di rischio, delle diagnosi e dei trattamenti sanitari che tengono conto delle differenze tra donne e uomini e la diffusione e l'insegnamento della medicina di genere; j) favorisce, nell'ambito delle politiche sociali intese come fattore di sviluppo umano e di coesione sociale, il benessere delle donne attraverso percorsi individuali, politiche familiari e progetti di comunità; k) contrasta la violenza degli uomini sulle donne; l) promuove, nell'ambito delle attività di comunicazione e di informazione, la conoscenza e la diffusione del valore della differenza tra donne e uomini sostenendo il ruolo delle donne in campo sociale, professionale e politico; m) promuove il trasferimento e lo scambio di buone pratiche prodotte dalle donne nelle professioni, nella ricerca, nell'attività culturale e imprenditoriale, nella solidarietà e nel volontariato; n) promuove e divulga ricerche, studi e raccolta sistematica di documentazione sulla condizione di vita e di lavoro delle donne e sulle discriminazioni; o) promuove iniziative di valorizzazione e sostegno delle donne migranti o appartenenti a minoranze etniche, che ne favoriscano, nel rispetto delle differenze culturali, la presenza attiva nella vita economica, sociale, politica, culturale e civile; p) favorisce gli interventi di promozione del benessere organizzativo e della sicurezza e della salute delle donne e degli uomini sul luogo di lavoro nonché iniziative e percorsi formativi in materia di prevenzione dei rischi lavorativi connessi alle differenze di genere; q) promuove azioni rivolte alla sicurezza delle donne nelle città e negli spazi di vita comune.
9 TITOLO III: politiche regionali Capo I: ISTRUZIONE Capo II: DIRITTO ALLA SALUTE DELLE DONNE Capo III: LAVORO, FORMAZIONE, IMPRESA Capo IV: CONCILIAZIONE E CONDIVISIONE Capo V: SERVIZI DI CONTRASTO ALLA VIOLENZA DEGLI UOMINI CONTRO LE DONNE
10 POPOLAZIONE + 5,3 % D rispetto U 1990/ ,5 % D contro 8,6 % U 30 anni e 40 anni inversione U/D Invecchiamento popolazione + 11 % stranieri (56% D)
11 ISTRUZIONE Umbria registra migliori risultati femminili rispetto dati Italia ma non rispetto dati EU. Tasso abbandono: 8,5% D 10% U EU: 8,9% D 12% U ITA: 11% D 17% U NEET (15-29 anni) : 21% D (>centro e nord) 18% U (>nord) Diplomate/i (25-64 anni): 68,9% D 67% U Laureate/i (30-34 anni): 41,1% D (2 e ITA) 18% U (<ITA) Le Donne umbre investono in formazione più degli Uomini.
12 SALUTE Umbria, regione con speranza di vita più alta rispetto Italia e Eu (84,1 anni) D 86, 1 anni (2 o in EU) U 81,8 (1 o in EU) Umbria fra le più longeve d Italia. Gap di speranza di vita D/U in Umbria Nel ,3 anni (5,7 ITA) Nel ,1 anni (4,3 ITA) Gap speranza di vita in buona salute D/U in Umbria (65 anni): 7,7 anni a favore di U (> ITA ma a favore U come ITA) PARADOSSO DI GENERE-MEDICINA DI GENERE La sedentarietà (51% del tempo libero) rappresenta il maggior fattore di rischio, anche in presenza di buoni comportamenti alimentari (fattore cura).
13 CONCILIAZIONE - CURA L Uomo umbro è tra i più virtuosi d Italia per condivisione di cura dei figli, lavoro familiare, acquisti e lavoro domestico. Si assiste ad un lento cambiamento culturale nell assegnazione di ruoli che speriamo non si arresti. Tempo di lavoro di cura e familiare medio giornaliero: 4 ore e mezza D (come nord) 2 ore U Gap cresce con nascita figli o con monoreddito Tempo di cura in Umbria; Lavoro domestico 75,6% Acquisti per beni e servizi 14,5% Cura bambini conviventi 9,2% Cura di adulti conviventi 0,8%
14 OCCUPAZIONE Tasso di occupazione Umbria 2017 è maggiore della media italiana e centro sud, inferiore nord (67,4 %: 76,4% U e 58,8% D). Le donne diventano imprenditrici di se stesse. Gap di occupazione in Umbria: da 21,1 punti% del 2004 al 17,6 del 2017(< di ITA) Tassi di stabilizzazione: 22,8% D 20,9% U (> centro) Tasso mancata partecipazione al lavoro (15-74 anni): 19% D 13,1% U (< di ITA) Tassi di precarizzazione: 13,8 D 10,4 U (< ITA sia <sud-centro-nord) Tasso di occupazione donne con figli rispetto donne senza: 78,4% (<ITA, < Lazio e Toscana)
15 LAVORO Donne più spesso costrette ad accettare situazioni di part-time involontario. Part-time involontari: 21,4% D 6,2% U (2017) Gap lavoratori dipendenti con bassa paga: maggiore scarto tra U e D pur collocandosi per entrambi in situazione allineata al centro-nord Le Donne umbre sono particolarmente sovraistruite in relazione ai ruoli che ricoprono. Donne umbre più sicure della propria occupazione e più soddisfatte nonostante le disparità emerse.
16 IMPRESA Le donne Umbre si dedicano meno della media nazionale ad attività imprenditoriali professionali tecnico-scientifiche (-1%); più ad attività socio-assistenziali che artistiche- sportive-intrattenimento. Incidenza imprese femminili sul totale (2018): 26% - 4 a in Italia dopo Molise, Basilicata, Abruzzo (politiche regionali a favore) Settori agricolo 27% - soprattutto Perugia (> ITA) commercio 26% -soprattutto Terni (< ITA) servizi alle imprese - Terni manifatturiero e costruzioni - Perugia Forma giuridica: -Imprese individuali 63% (> ITA) -Società di persone (es. cooperative per servizi Socio-sanitari) -Società di capitali La difficoltà di accesso al credito, Il rischio di disoccupazione (anche post maternità), la difficile conciliazione tra vita e lavoro, favoriscono forme di impresa individuale.
17 PARTECIPAZIONE POLITICA e SOCIALE Si registra un aumento consistente delle donne umbre parlamentari, delle Consigliere Regionali e delle amministratrici comunali, anche grazie alle leggi di riequilibrio di genere (L.215/ L.56/2014 L.R 4/2015). Il problema si ripropone per enti di secondo livello. Partecipazione Politica complessiva degli umbri: 65% 59,8% D (3 o ITA) 70,8% U (7 o ITA) Donne in Parlamento: 37,5% (> media naziomale) Donne in Consiglio regionale: 19% (< media nazionale) Donne nei consigli comunali: 31,9% e le giunte rispettano il 40% previsto dalla L.Delrio per comuni >3000 ab. Donne Sindaco, Vicesindaco, Presidente del consiglio: % maggiori rispetto a sud, centro e nord Partecipazione Sociale: 21% D 30% U (in linea con nord) ma Gap U/D > Ita Volontariato: 9,5% D 11% U (in linea con nord e Toscana)
18 Promuovere la cultura della parità nelle diversità Mantenere attivi ed efficienti tutti i luoghi di controllo e denuncia di ogni discriminazione, singola, collettiva, multipla Non considerare mai nulla banalmente compiuto Raccontare la storia e difendere i presidi normativi della parità e delle pari opportunità Agire affinché la donna e la donna con figli siano considerate produttive al pari dell uomo
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