Una Venere crudele. Giuseppe Mussardo Settore Fisica delle alte energie, SISSA, Trieste

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1 D A T A D I A R R I V O: 27 maggio 2007 A C C E T T A Z I O N E: 5 giugno 2007 P U B B L I C A Z I O N E: 15 giugno 2007 Una Venere crudele Giuseppe Mussardo Settore Fisica delle alte energie, SISSA, Trieste mussardo@sissa.it ABSTRACT: Questa è la storia di un amore tragico e folle. Un delirio durato dieci anni, una passione che nessuna guerra e nessun oceano riuscì a fermare, un dramma consumatosi tra i mari del Sud e le coste dell India, tra l Ile de Maurice e gli scogli del Madagascar, tra le spiagge delle Filippine e le onde dell Oceano Indiano. Un amore tra una dea glaciale e un uomo delicato e gentile, proprio come il suo nome: Le Gentil, o se vogliamo dirlo proprio tutto, Guillaume Joseph Hyacinthe Jean-Baptiste Le Gentil de la Galaisière, astronomo dell Academie Royale des Sciences di Parigi. PAROLE CHIAVE: Storia della scienza, storia e personaggi della fisica, astronomia e astrofisica.

2 Questa è la storia di un amore tragico e folle. Un delirio durato dieci anni, una passione che nessuna guerra e nessun oceano riuscì a fermare, un dramma consumatosi tra i mari del Sud e le coste dell India, tra l Ile de Maurice e gli scogli del Madagascar, tra le spiagge delle Filippine e le onde dell Oceano Indiano. Un amore tra una dea glaciale e un uomo delicato e gentile, proprio come il suo nome: Le Gentil, o se vogliamo dirlo proprio tutto, Guillaume Joseph Hyacinthe Jean-Baptiste Le Gentil de la Galaisière, astronomo dell Academie Royale des Sciences di Parigi. Per attirare l attenzione della sua amata, Guillaume perse la ragione e tutti i suoi averi, per lei provò fin anche l oblio momentaneo della morte. L irrangiungibile oggetto del suo desiderio era Venere, la dea dell amore e della bellezza, il più brillante dei pianeti. A parte il Sole e la Luna, Venere è l oggetto più luminoso del cielo, osservabile solo poco prima dell alba o poco dopo il tramonto. Per gli antichi, l algida bellezza di questo pianeta risulta così seducente da non poter proprio avere nessun altro nome. Dopo Mercurio, Venere è il corpo celeste più vicino al Sole e quello a noi più prossimo. Le sue dimensioni e la sua massa, peraltro, calzano a pennello con quelle della Terra. Benché diversi sotto molti aspetti, Mercurio e Venere sono però due pianeti gemelli. L interesse astronomico è legato, in particolare, al loro transito davanti al disco del sole, un fenomeno, questo, abbastanza singolare. È necessario Figura 1. Il pianeta Venere. infatti che il pianeta che transita sia in una posizione intermedia tra il Sole e la Terra, ovvero che la sua orbita intorno al Sole sia interna a quella della Terra. Se i transiti di Mercurio sono relativamente frequenti (ne avvengono, infatti, in media 14 ogni secolo), uelli di Venere sono invece abbastanza rari, eventi quasi eccezionali. Venere è una vera e propria diva altezzosa: per la sua passarella solare si concede infatti solo due volte ogni secolo. Il meraviglioso orologio cosmico fa poi il resto, con la scansione inesorabile dei suoi ritmi. Il fenomeno, infatti, si ripete in cicli costituiti da quattro eventi: se i primi due passaggi sono distanziati da 8 anni, per il terzo occorre aspettare 121 anni mentre per il quarto altri 8. Trascorsi 105 anni da quest ultimo, il ciclo poi riparte. Per apprezzare la fugacità di queste passarelle, si pensi che da quando Galileo Galilei costruì il primo telescopio, si sono verificati solo 7 transiti di Venere (nel 1631, 1639, 1761, 1769, 1874, 1882 e nel 2004), mentre il prossimo è previsto tra il 5 e il 6 giugno La rarità di questi eventi è da ascrivere al fatto che l orbita della Terra e di Venere giacciono su piani diversi. Questi piani si intersecano lungo una retta, detta linea dei nodi (AB), sulla quale giace il punto che rappresenta la posizione del Sole (vedere Figura). Affinché si verifichi il transito di Venere davanti al Sole è necessario che i due pianeti si trovino contemporaneamente su questa linea, ad esempio la Terra nel punto A e Venere nel punto C. Quando questo avviene, quello che si osserva è, moralmente, una piccola eclisse di Sole. In realtà, quello che si vede è solo un puntino che scorre sulla superficie del sole -- un fenomeno che dura circa 6 ore. I primi ad osservare il transito di Venere con un telescopio furono il geniale e giovanissimo curato Jeremiah Horrocks (aveva appena vent anni quando l aveva previsto e calcolato) e il suo amico William 1

3 Figura 2. Visione schematica delle orbite della Terra (linea blu) e di Venere (linea rossa). Le dimensioni dei corpi celesti non sono in scala. Figura 3. Due osservatori in A e B assistono al passaggio di Venere sul disco solare. Per i due osservatori la posizione apparente del pianeta sul disco del Sole risulta essere differente (A e B ). Pertanto anche il percorso fatto del pianeta risulta differente. Dalla distanza tra A e B e dalla misura del tempo di transito, si ricava facilmente la distanza Terra-Sole in base alla trigonometria. Crabtree, un commerciante di Manchester col quale condivideva l interesse per lo studio del cielo. Era il 24 novembre Appena Venere entrò nel disco solare, ai loro occhi la forma del pianeta si tramutò in una goccia nera che, dal bordo del Sole, sembrava colare verso l interno. Al di là dello spettacolo naturale offerto da questo fenomeno, si intuì subito però che esso permetteva di misurare con grande precisione la distanza Terra- Sole, la cosidetta Unità Astronomica (UA). Un esatta valutazione di questa grandezza è di fondamentale importanza per definire le distanze dei corpi celesti, dalle stelle più vicine alle galassie più lontane. Come ricavare la stima dell Unità Astronomica? La proposta era stata già formulata nel 1716 dal grande astronomo inglese Edmund Halley, quello della famosa cometa, in una memoria pubblicata sulle Philosophical Transactions della Royal Society. Il metodo proposto era relativamente semplice e si basava su nozioni elementari di trigonometria accompagnate da precise misure cronometriche, queste ultime fatte però da luoghi distanti della Terra. Infatti, secondo Halley, era sufficiente registare il tempo al momento dell ingresso e dell uscita dal disco solare del pianeta (detti anche punti di contatto) da posti diversi della Terra, affinché poi una semplice relazione trigonometrica conducesse direttamente al risultato (figura 3). 2

4 Fino al 1760, la vita di Guillame Le Gentil era stata serena e felice: si era sposato, aveva avuto dei figli, aveva assaporato il piacere dei successi accademici. Nato nel 1725, a soli 27 anni era stato nominato membro della prestigiosa Academie Royale des Sciences per via dei suoi studi sulle nebulose: sua la scoperta della galassia ellittica nota come M32, compagna della grande Nebulosa di Andromeda., sua anche la scoperta degli ammassi stellari nell Auriga. Nella sua carriera scientifica aveva avuto la fortuna di essere, prima, pupillo dell astronomo francese Joseph-Nicolas Delisle e, dopo, stretto collaboratore del grande Jacques Cassini. Ma i guai cominciarono nel marzo del 1760, quando, salutati i figli e abbracciata la moglie, carico di telescopi, sestanti, quadranti, bussole e orologi, si imbarcò alla volta di Pondichery, città di dominio francese lungo la costa dell India. Scopo del viaggio era osservare il transito di Venere previsto per il 6 giugno stando però dall altra parte del mondo, proprio come suggerito da Edmund Halley. Il viaggio nell Atlantico e nell Oceano Indiano procedette senza molti intoppi ma lo attendeva però una grande sorpresa: una volta giunto all Ile de Maurice, dove la nave fece scalo nel luglio del 1760, apprese, infatti, che Pondichery era assediata dagli inglesi e pertanto irrangiungibile. Seguirono mesi di grande incertezza: Le Gentil cercò inizialmente di cambiare i suoi piani, scegliendo l isola di Rodrigues come nuovo punto d osservazione, ma nel marzo del 1761 sposò infine l idea del governatore dell Ile de Maurice di imbarcarsi su una nave militare mandata in soccorso a Pondichery. Infatti, gli fu assicurato che, malgrado i venti contrari, sarebbe giunto in tempo sulle coste indiane per osservare il transito della sua amata Venere. Non andò proprio così: dopo i primi giorni di navigazione, la nave fu spinta inesorabilmente verso le coste dell Arabia e qui si apprese, inoltre, che Pondichery era capitolata. L ordine fu allora quello di rientrare immediatamente all Ile de Maurice, contro tutte le insistenze di Le Gentil di voler raggiungere comunque le coste indiane. Assistette così, impotente, al transito di Venere dal ponte della nave, gli occhi rivolti al cielo ma senza la possibilità di fare una misura di una qualche utilità astronomica. Come un amante premuroso, decise però di aspettare pazientemente il nuovo passaggio di quella dea così dispettosa. In fondo si trattava solo di 8 anni... Passò il tempo facendo osservazioni cartografiche e naturalistiche nell Ile de Maurice e nel Madagascar, osservandone le piante, studiando tutti quegli animali così strani. Nel maggio del 1766 decise infine di partire alla volta di Manila, nelle Filippine, un posto altrettanto buono, pensò, per osservare il transito di Venere. Ma una volta giunto a destinazione, capì subito che si era sbagliato: le condizioni climatiche non erano delle migliori 3

5 e poi, a complicare le cose, ci si metteva pure il governatore di Manila, non proprio un amicone dei francesi. Ripartì alla volta di Pondichery, ritornata nel frattempo sotto il controllo francese. La navigazione nei mari della Cina fu burrascosa, dovette fare pure scalo a Malacca, ma giunse infine nel marzo 1768 nella città indiana, in largo anticipo all appuntamento con la sua Venere. L accoglienza fu delle migliori: in attesa dell incontro imparò la lingua locale e studiò l astronomia indiana. Allestì con cura la stazione osservativa, ripulì amorevolmente i suoi telescopi, tarò i suoi orologi, calibrò tutti i suoi sestanti. Il tempo era splendido, le notti incantevoli. Ma il giorno tanto atteso, il 3 giugno 1769, ecco il più perfido dei dispetti, una nuvola grande, grigia, carica di pioggia ste sa come un enorme benda su tutto il cielo! Venere gli era sfuggita un altra volta, questa volta per sempre... Le Gentil impazzì per la disperazione, vagò per un anno tra i villaggi dell India come in preda al delirio, non riusciva a capacitarsi della perfida crudeltà del suo destino. Non diede più notizie di se. In un momento di lucidità, decise finalmente di ritornare a casa: dopo un lungo viaggio in mare, sbarcò sulle coste spagnole e qui, a piedi, attraversò i Pirenei. Giunse infine a Parigi nel dicembre del Le sorprese non erano però finite: creduto morto, il suo posto all Accademia era stato assegnato ad un altro astronomo, la moglie si era risposata e tutti i suoi averi erano stati spartiti in varie eredità. Pirandello non avrebbe potuto pensare trama migliore del suo Il fu Mattia Pascal : dovette affrontare un processo per provare di essere di essere vivo, di essere Guillaume Joseph Hyacinthe Jean-Baptiste Le Gentil de la Galaisière, astronomo dell Academie Royale des Sciences di Parigi. La moglie non tornò, ma lui ebbe indietro almeno parte dei suoi averi. Le donne sono crudeli, pensò, ma non esitò un attimo a dedicare a Hortense Lepaute, la giovane astronoma dell Osservatoire, quel fiore sconosciuto e bellissimo portato dalle Indie: l ortensia. 4