La terapia antibiotica nell allevamento intensivo del suino. Dott. Silvio Zavattini, DMV

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1 La terapia antibiotica nell allevamento intensivo del suino Dott. Silvio Zavattini, DMV

2 Il trattamento specifico delle malattie infettive viene attuato ricorrendo all azione di farmaci capaci di distruggere gli agenti responsabili dell infezione. Questi farmaci sono tradizionalmente raggruppati in due categorie: Chemioterapici: prodotti esclusivamente attraverso sintesi chimiche. Antibiotici: di origine microbica ottenuta in genere per estrazione o fermentazione.

3 Antibiosi Fenomeno per cui un vivente arreca un danno al altro essere di specie diversa. L antibiotico è il mezzo chimico che opera tale interferenza. Per antibiotico si intendono comunemente sostanze tra le più varie prodotte da microrganismi impiegati a scopo difensivo contro vari patogeni verso i quali esplicano attività battericida o batteriostatica.

4 Azione selettiva degli antibiotici Il principio fondamentale su cui si basa la chemioterapia è quello dell azione selettiva, che Jawetz ha così definito: Perché un farmaco sia utilizzabile nella terapia generale di una malattia, esso deve essere nocivo per i parassiti ma relativamente innocuo per le cellule dell ospite. Il rapporto tra le due attività è noto come indice terapeutico.

5 Caratteristiche dell antibiotico ideale: Attività antibatterica selettiva verso costituenti o momenti tipici ed esclusivi del metabolismo batterico per assicurare un elevato indice terapeutico Ampio spettro d azione Attività battericida rapida ad instaurarsi e persistente anche in presenza di liquidi organici, fisiologici e/o patologici Solubile in acqua e stabile a temperatura ambiente sia allo stato secco che in soluzione. Possibilità d impiego per via orale, s.c., i.m., i.p., e.v.

6 Basso coefficiente di legame con le sieroalbumine per garantire sufficiente concentrazione ematica di antibiotico libero Tempo di emivita sufficientemente elevato, per ridurre al minimo il numero di somministrazioni giornaliere del farmaco Nessuna tendenza a determinare accumulo nell organismo Scarsa fissazione a costituenti tissutali ( problema di residui ) Escrezione renale in concentrazione battericida

7 Soddisfacente I.T., privo di effetti collaterali su tessuti e funzioni vitali (epato-nefro tossicità) Assenza di effetti allergizzanti e sensibilizzanti Assenza di azione irritante e di effetti dolorosi nel punto di inoculo Bassa frequenza di osservazioni del fenomeno della resistenza anche dopo prolungato impiego; Costo ragionevole.

8 Questo effetto differenziale può essere dovuto a: - Azione su strutture peculiari del batterio - Inibizione di processi metabolici propri del batterio - Interferenza con il loro meccanismo di sintesi proteica.

9 Attività battericida e batteriostatica Batteriostatico: inibisce o rallenta la crescita ed il metabolismo dei batteri senza ucciderli. L eliminazione dei batteri è affidata alle difese dell organismo (fagocitosi, etc.) Battericida: é in grado di provocare realmente la morte dei batteri, come effetto diretto della loro azione, cosi che la presenza nell animale ammalato di valide difese organiche risulta di secondaria importanza ai fini della guarigione.

10 Normalmente si considerano battericidi gli antibiotici che agiscono sulla parete cellulare e batteriostatici tutti gli altri. Inoltre vi sono antibiotici esclusivamente batteriostatici (tetracicline e sulfamidici) e alcuni che lo sono solo a bassa concentrazione (macrolidi)

11 Indicazioni cliniche degli antibiotici Gli antibiotici servono combattere la componente infettiva della malattia impedendo totalmente o parzialmente la vita dei microrganismi, causa principale diretta od indiretta dei processi morbosi.

12 Le principali indicazioni cliniche : - Malattie sostenute da agenti eziologici sensibili agli antibiotici; - Malattie sostenute da simbiosi o associazioni microbiche anche quando uno solo dei costituenti è antibiotici sensibile; - Malattie sostenute da associazioni fra batteri antibiotico sensibili e virus;

13 - Tossinfezioni: in queste forme sono presenti contemporaneamente il fattore tossico e quello infettivo; - Alcune forme tossiche: agiscono impedendo lo sviluppo di batteri che avviene a seguito di alterato metabolismo e diminuite capacità difensive; - Casi acuti di malattia, qualora sorga il sospetto che nella loro genesi intervengano batteri antibiotico sensibili e quando non è possibile effettuare una diagnosi precoce. -Scopo profilattico: molto frequente in clinica suina.

14 Classificazione degli antibiotici: Gli antibiotici possono essere classificati in funzione di diversi criteri: Spettro d azione (ampio, medio, limitato); Tipo d azione (batteriostatica, battericida); Origine; Meccanismo d azione. Composizione chimica;

15 CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI SECONDO LE SPETTRO D'AZIONE Spettro molto ampio Spettro ampio Spettro medio Spettro limitato Amoxicillina Amminoglicosidi Macrolidi Chinoloni Ampicillina Lincomicina Colistina Cefalosporine Peniciline Cloramfenicolo Sulfamidici Tetracicline

16 CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI SECONDO IL TIPO D AZIONE Batteriostatici Battericidi Cloramfenicolo Lincomicina Macrolidi Nitrofurani Sulfamidici Tetracicline Aminoglicosidi Cefalosporine Penicilline Chinoloni Colistina

17 CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI IN BASE AL MECCANISMO D AZIONE 1. Effetto competitivo con l acido paraaminobenzoico, per i sulfamidici e trimethoprim; 2. Inibizione della sintesi dei mucopeptidi del cell wall: beta-lattamine; 3. Inibizione della sintesi proteica: tetracicline, cloramfenicolo, macrolidi, lincosamidi, aminoglicosidi;

18 4. Alterazione della struttura e della funzione della membrana cellulare: polipeptidi 5. Inibitori della sintesi degli acidi nucleici: rifamicine; 6. Inibitori della duplicazione del DNA: chinoloni.

19 Classificazione in base alle caratteristiche chimiche AB. a carattere acido AB. a carattere basico Betalattamine Tetraclicine Sulfamidici Chinoloni Aminoglicosidi Macrolidi Lincosamidi Colistina Trimethoprim

20 ELIMINAZIONE BILIARE DEI PRINCIPALI ANTIBIOTICI Nulla o molto scarsa Discreta Elevata Molto elevata Amminoglicosidi Ampicillina Tetracicline Rifamicine Peniciline Amoxicillina Macrolidi Cefalosporine Cefalexina Lincomicine Cloramfenicolo

21 ELIMINAZIONE RENALE DEI PRINCIPALI ANTIBIOTICI Molto scarsa Discreta Elevata Doxicilline Ampicillina Tetracicline Eritromicina Amoxicillina Aminoglicosidi Cloxacillina Cefalexina Cloramfenicolo Penicillina Sulfamidici Lincomicina Cefalosporine

22 Peso molecolare degli antibiotici (in ordine decrescente) Spiramicina Lincosamidi Gentamicina Tetraciclina Cefalosporine Penicilline Amoxi-ampicilline CAF Sulfamidici Chinoloni

23 Aspetti farmacologici generali Per ottenere un azione antinfettiva dai farmaci sono necessari: Concentrazione sufficiente Tempo necessario

24 Meccanismo di distribuzione dei farmaci nell organismo (farmacocinetica) Assorbimento gastro-intestinale degli antibiotici: solo la frazione solubilizzata viene assorbita. L assorbimento dipende da due velocità: 1) Velocità di dissoluzione della forma somministrata 2) Velocità del processo di assorbimento.

25 Vari fattori possono influenzare l assorbimento e la biodisponibilità: 1) ph e pk La maggior parte degli antibiotici sono acidi deboli o basi deboli: solo la forma non dissociata viene assorbita e quindi gli antibiotici a carattere acido vengono assorbiti nello stomaco mentre quelli a carattere basico nell intestino. La modifica del ph gastrico con alcalinizzanti può giocare un ruolo di inibizione dell assorbimento gastrointestinale di AB acidi (tetracicline+bicarbonato di sodio)

26 2) Struttura fisica degli antibiotici a) dimensione delle particelle: la micronizzazione aumenta la superficie di assorbimento; b) chelazione delle tetracicline con cationi metallici; c) svuotamento o riempimento gastrico; d) insufficienza renale: può aumentare l assorbimento gastrico degli aminoglicosidi.

27 Diffusione tessutale degli antibiotici Il volume apparente di distribuzione è la capacità di diffusione nel settore extravascolare. E in relazione a diversi fattori: 1) Grado di irrigazione tessutale: la diffusione della frazione libera dell AB avviene attraverso pori acquosi dell endotelio vascolare. Le maggiori concentrazioni si ottengono nei tessuti più irrigati: visceri, cuore, cervello, polmoni, fegato e reni;

28 2) La liposolubilità e lo stato di ionizzazione: gli antibiotici di tipo liposolubile hanno una diffusione particolarmente accentuata (sulfamidici, macrolidi, lincosamidi, doxiciclina e CAF); 3) Il grado di fissazione alle proteine plasmatiche; 4) Il peso molecolare: gli AB a peso molecolare molto alto hanno una diffusione tessutale più scarsa;

29 5)Dal gradiente dell antibiotico (differenza fra la concentrazione plasmatica e tessutale). Più esso è alto e più la diffusione tessutale è rapida ed intensa: - diffusione limitata = penicillina, aminoglicosidi, colistine - diffusione media = tetraclicine e CAF - diffusione molto alta = macrolidi.

30 Diffusione degli antibiotici in altre fasi Diffusione nel liquido cefalo-rachidiano: è alta per gli antibiotici non legati alle proteine plasmatiche, a basso peso molecolare e liposolubile. Buona per sulfamidici e CAF, media per betalattamine. Diffusione nel latte: dipende dal peso molecolare, dalla liposolubilità e ionizzazione. I farmaci basici si trovano in concentrazione più elevata (chinoloni e tetraciclina)

31 Diffusione e escrezione polmonare: alta per i macrolidi e doxiciclina, media per betalattamine, CAF e tetracicline. Diffusione ed escrezione renale: alta per aminoglicosidi, cefalosporine e tetracicline.

32 Antibiotico resistenza Naturale: cambiamento definitivo a livello di DNA batterico oppure quando l AB non riesce a penetrare attraverso le strutture del germe. E un fenomeno immutabile Acquisita: è dovuta a mutazioni geniche di tipo cromosomiale o extracromosomiale; Nel primo caso si ha un mutamento genetico che diviene ereditario e quindi stabile e trasmissibile alle generazioni successive. Nel secondo caso la resistenza è detta plasmidica. E quella più importante, interessa l 80% o 90% dei ceppi isolati ed è stata dimostrata per quasi tutti gli antibiotici.

33 Meccanismi di resistenza agli antibiotici Modificazione della permeabilità: soprattutto per i G- provvisti di pori nella membrana. Alterazione del bersaglio: modificazione dell unità ribosomiale 30S Produzione di enzimi inattivanti: aminoglicosidi inattivati da acetil-fosforiladenil-transferasi.

34 Schemi generali della terapia antibiotica Terapia batteriostatica o continua Terapia battericida o intermittente

35 Terapia batteriostatica I Chemioantibiotici con azione batteriostatica non uccidono i batteri: questi rimangono vivi e vitali e possono riprendere a moltiplicarsi se la concentrazione scende al di sotto della CMI. L azione batteriostatica è tipica di alcuni antibiotici a qualsiasi concentrazione come tetraclicina e sulfamidici, mentre altri come i macrolidi lo sono a bassa concentrazione.

36 Caratteristiche Deve essere continua con somministrazioni ravvicinate; Dosaggi relativamente bassi; La durata del trattamento deve essere sufficientemente lunga; Efficacia condizionata dalla partecipazione del sistema immunitario dell animale; La fagocitosi stimola il sistema immunitario evitando forme croniche e recidive.

37 Terapia battericida o intermittente Gli AB provocano la distruzione dei microrganismi sensibili soprattutto in fase di moltiplicazione. Di questo gruppo fanno parte penicilline, cefalosporine, chinoloni, aminoglicosidi e furanici.

38 Caratteristiche La terapia può essere breve ma sufficiente a provocare la morte del microrganismo A dosaggio elevato con farmaci ad alta diffusibilità Utile è la somministrazione discontinua

39 L efficacia non è condizionata dalla partecipazione attiva dell organismo ed è quindi indicata per il trattamento di animali con scarsa difesa immunitaria. La batteriolisi non induce un stimolazione immunitaria e quindi sono frequenti successive forme croniche o ricadute Rischio di shock da liberazione di tossine.

40 Criteri di scelta degli antibiotici per la terapia Nella terapia delle malattie infettive la scelta degli antibiotici deve essere guidata da criteri di sensibilità in vitro all agente eziologico (antibiogramma). ( Ballarini, 1993 )

41 Questo principio è indispensabile in quattro situazioni cliniche: 1. Infezioni molto gravi per le quali non si può correre il rischio di trattamenti inefficaci 2. Infezioni sostenute da batteri per i quali è nota l incostante sensibilità ai più comuni antibiotici (coli-salmonella) 3. Malattie che richiedono trattamenti molto prolungati 4. Forme cliniche già trattate senza successo.

42 In altre circostanze è opportuno se non necessario prescindere da un preciso criterio eziologico (antibiogramma): - Circostanze di ordine clinico - Circostanze di ordine tecnico - Circostanze di ordine applicativo ( Ballarini, 1993 )

43 Circostanze di ordine clinico: -La diagnosi clinica, anche senza l aiuto del laboratorio, porta direttamente alla conoscenza dell agente causale, la cui sensibilità agli antibiotici non si è modificata con gli anni. -Affezioni banali o di lieve entità -Affezioni gravissime -Somministrazione di antibiotici per la profilassi.

44 Circostanze di ordine tecnico: - per cause contingenti come eccessiva distanza dal laboratorio, difficoltà di prelievo, etc. - l esame batteriologico non è realizzabile con mezzi incruenti per inaccessibilità del focolaio.

45 Circostanze di ordine applicativo: - quando l indagine non fornisce indicazioni valide; - la ricerca si può eseguire solo su un animale morto che non è rappresentativo della vera situazione clinica; - la ricerca microbiologica ha dato esito negativo mentre la diagnosi clinica fa pensare ad un microrganismo sensibile;

46 - quando si sospetta che il batterio indicato non abbia valore eziologico; - ripetendo la ricerca in tempi successivi si hanno risultati contrastanti; - i dati di laboratorio non coincidono con i risultati in campo.

47 In questi casi il veterinario deve indirizzare la sua scelta in base a criteri puramente clinici rispettando alcune regole: - la diagnosi deve essere accertata evitando di ricorrere al criterio dell ex iuvantibus; - i dati clinici devono essere integrati da informazioni sulle caratteristiche chimicofarmacologiche della terapia antibiotica.

48 Associazione fra antibiotici E una combinazione di due o più farmaci ad azione antimicrobica somministrati contemporaneamente per il raggiungimento di un preciso obbiettivo terapeutico.

49 Motivi: Ampliamento dello spettro antibatterico; Prevenire l insorgenza di ceppi resistenti; Ridurre la tossicità dei singoli antibatterici; Produrre sinergismo di potenziamento fra i farmaci associati (es. sulfa + trimet., penicillina + aminoglicosidi, pleuromutiline + tetracicline); Protezione di un farmaco con un altro (penicillina + acido clavulanico); Grave infezioni polifattoriali.

50 Legge di Jawetz: -Associazione tra batteriostatici = probabile effetto additivo -Associazione tra battericidi = probabile effetto sinergico -Associazione fra battericidi/batteriostatici = probabile effetto antagonista Esempio: sulfa + tetra, sulfa + macrolidi = i sulfamidici agiscono come antagonisti del PABA e le tetracicline e i macrolidi sulla sintesi proteica.

51 ASSOCIAZIONI DI ANTINFETTIVI CHE POSSONO AVERE EFFETTO ANTAGONISTA IN VITRO E IN VIVO Antibiotici batteriostatici + Beta-lattamina battericida Beta-lattamine + CAF Beta-lattamine + tetracicline Aminoglicosidi + CAF Aminoglicosidi + tetracicline Chinoloni + CAF Chinoloni + tetracicline Macrolidi + lincosamidi Macrolidi + CAF

52 Precauzioni - Ogni antibiotico va usato secondo la sua posologia normale e non sottodosato. - Evitare associazioni nella stessa siringa; - Evitare associazioni di antibiotici e vitamina B che riduce l effetto dell AB

53 Rischi: - Aumento spesso inutile del costo - Insuccesso terapeutico per antagonismo - Aumento della tossicità - Aumento del rischio di sensibilizzazione - Eccessiva azione sull ecosistema con vuoto batteriologico e installazione i ceppi resistenti

54 Durata e controllo della terapia antibiotica Criteri operativi per attuare una terapia antibiotica razionale: a) stabilire una diagnosi clinica il più possibile precisa: 1. agente eziologico 2. evoluzione clinica b) Scelta dei tipo di terapia; c) Disponibilità dell antibiotico. ( Ballarini, 1993 )

55 d) Stabilire: 1. Quale via di somministrazione utilizzare; 2. Posologia; 3. Ripetizione interventi; 4. Associazioni. e) Valutare l efficacia nel tempo: f ) Assenza di effetti collaterali individuali; g) Residui nelle carni; h) Costo.

56 Criteri per uno schema posologico razionale I parametri fondamentali a cui ci dobbiamo attenere per impostare una schema razionale di terapia per via orale sono: 1. Dosaggio: a) considerare la farmacocinetica b) non superare le dosi

57 2. Intervallo di somministrazione che dipende da: a) meccanismo d azione b) proprietà farmacocinetiche c) formulazione del medicato d) modalità di somministrazione 3. Durata del trattamento che dipende dalle caratteristiche dell antibiotico e non dal carattere profilattico o terapeutico

58 Strategie di intervento Fondamentalmente le due strategie da adottare dipendono dall impiego del tipo di AB: - dose-dipendente - tempo-dipendente

59 Per gli AB dose-dipendenti (betalattamine, aminoglicosidi, chinoloni verso i G-) l attività è in funzione della concentrazione raggiunta nel sito. La concentrazione dipende: - dalla dose somministrata; - durata e intensità del riassorbimento; - distribuzione tessutale: gli AB a localizzazione plasmatica (aminoglicosidi, chinoloni, betalattamine) avranno un picco plasmatico Cmax più alto rispetto ad AB a fissazione tessutale (tetra, macrolidi).

60 Per questi AB è utile: - la somministrazione in un unica dose giornaliera, - la più alta dose possibile - frequenza di somministrazione ridotta. Questo garantisce: - picco plasmatico elevato con effetto antibatterico immediato; - aumento della concentrazione tessutale soprattutto a livello polmonare e renale.

61 Nel caso di AB tempo dipendenti (cefalosporine, macrolidi, tetracicline, chinoloni verso i G+) l attività antibatterica è proporzionale alla durata dell esposizione del batterio alla CMI e quindi l aumento della dose non ha influenza significativa sull efficacia. Per questi AB sono indicate: - somministrazioni ripetute nella giornata - tempi di terapia più lunghi - normalmente dosaggi più bassi.

62 Effetto post-antibiotico Inibizione della crescita batterica anche dopo che i livelli di AB sono scesi sotto la CMI. Si può spiegare in due modi: a) l AB si fissa in siti più o meno profondi del microrganismo (es. proteine specifiche della parete batterica o ribosomi), b) L AB pur non producendo effetti letali sul batterio si fissa ad alcune strutture e successivamente esplica effetto lesivo.

63 Riassumendo Formulare correttamente la diagnosi eziologica valutando eventuali infezioni multiple Valutare i fattori condizionanti Valutare lo stato fisiologico e patologico degli animali Scegliere l AB e lo schema posologico: a) dosaggio b) intervallo di somministrazione c) durata.

64 Scelta del tipo di terapia Terapia per via parenterale Terapia per os con l acqua di bevanda Terapia per os con mangime medicato

65 Terapia per via parenterale Criteri d impiego e biosicurezza: Usare siringhe in buono stato d efficienza Non associare più farmaci nella stessa siringa Adattare il dosaggio al peso dei suini Lavare di frequente e sterilizzare periodicamente le siringhe multidose Adattare le dimensioni dell ago al peso dei suini

66 Lavare e disinfettare le siringhe al termine di ogni sessione di lavoro Sostituire frequentemente gli aghi Conservare i flaconi in luogo fresco e al riparo dalla luce diretta Usare più siringhe per le diverse categorie di prodotti ( antibiotico in veicolo oleoso, antibiotico in sol.acquosa, vitamine, cortisonici )

67 Pulire di frequente il tappo perforabile del flacone Utilizzare cestini/secchi per i prodotti il più puliti possibile Utilizzare strumentario a parte per i suini in infermeria o gravemente ammalati Attenzione all auto-iniezione soprattutto di vaccini e antibiotici in olio: sono frequenti reazioni locali o sistemiche anche gravi

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74 Terapia parenterale Vantaggi Metodo migliore per l efficacia Dose accurata Azione rapida Non dipende dall acqua o mangime ingerito Gli ammalati vengono identificati singolarmente e trattati L addetto osserva con più efficienza Valutazione rapida della risposta T. di sosp. determinato con precisione Svantaggi Lavoro extra per gli addetti Stress per i suini durante il maneggio Talvolta laborioso Talvolta pericoloso Talvolta lesioni ai suini dovute all ammassamento Possibilità di autoiniezioni Possibili lesioni ai tagli carnosi costosa

75 Terapia in acqua di bevanda Effettuata tramite l impiego di pompe dosatrici oppure tramite contenitori di liquido medicato da somministrare tal quale. Pratica sempre più utilizzata per i numerosi vantaggi che offre

76 Criteri d impiego e biosicurezza Utilizzare preferenzialmente pompe dosatrici Controllare periodicamente l efficienza dell impianto Calcolare precisamente il peso vivo totale presente Valutare preventivamente la quantità di acqua consumata in 12/24 ore Calcolare la quantità di p.attivo da utilizzare al dì Non miscelare più principi attivi se non si conoscono le possibili interazioni Controllare quotidianamente il consumo di acqua Controllare che p.attivo non precipiti sul fondo della tanica Lavare la linea e la pompa con acqua pulita al termine di ogni ciclo di terapia

77 Terapia in acqua di bevanda Vantaggi Facilità di somministrazione Rapidità di intervento Possibilità di modulare il dosaggio Possibilità di trattare grandi numeri Possibilità di trattare suini anoressici Si evita la contaminazione del mangimificio, dei sili e delle linee Svantaggi Spreco di acqua medicata Vengono medicati anche suini sani Necessità di predisporre doppia linea dell acqua se grandi numeri di suini Necessario predisporre e mantenere efficiente l impianto Frequente possibilità di errori di dosaggio Tempo necessario alla preparazione delle prediluizioni

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83 Terapia per os con mangime medicato Criteri d impiego e biosicurezza E il sistema più usato per grandi numeri Consente di adottare piani strategici di intervento Utilizzare il meno possibile associazioni estemporanee ( ricetta in deroga ) Necessario implementare protocolli di autocontrollo per evitare problemi di contaminazione

84 Terapia per os con M.M. Vantaggi Possibilità di trattare grandi gruppi Costo premiscele più conveniente Ampia disponibilità di p.attivi Tempi di sospensione relativamente bassi Versatile: broda/secco Svantaggi Ridotta assunzione di mangime Dosaggi poco modulabili Frequente contaminazione degli impianti Difficoltà di approvvigionamento rapido Necessità di acquistare grosse quantità Non si può fare scorta

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99 Errori e insuccessi Si possono verificare in tre momenti: 1) al momento della prescrizione 2) al momento della preparazione del mangime 3) al momento della somministrazione ( Ballarini, 1993 mod.)

100 Errori al momento della prescrizione 1. Errore diagnostico: Insufficiente preparazione scientifica Assenza di necroscopie o indagini di laboratorio Diagnosi telefonica ( videofonino? ) 2. Errore nella prescrizione: Errata scelta del p.attivo Errore nella posologia: - quantità di farmaco per quintale di mci - peso vivo sbagliato - quantità di mangime per capo

101 3. Durata del trattamento 4. Antagonismo fra gli antibiotici o con alcuni principi o additivi presente nel mangime o nell acqua ( calcio + tetraclicline, ph acido + tetracicline, AB con solventi diversi, ph diversi, formazioni di sali insolubili

102 Errori a livello di preparazione del mangime Errori nell incorporazione della premiscela ( lasciare nota scritta con i dosaggi) Errori di preparazione del mangime con premiscele diverse (sacco uguale) Errori dovuti alle strutture tecnologiche disponibili (miscelatori vetusti, tempi) Azione adsorbente di lieviti o argille inglobate al mangime

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107 Errori nella somministrazione Tempi e durata della medicazione Variazione della quantità ingerita di mangime medicato Interazioni negative fra farmaci prescritti da veterinari diversi: antibiotico in acqua + mangime medicato

108 Insuccessi terapeutici Valutare obiettivamente cosa si intende per successo o insuccesso terapeutico: Ripresa normale dell appetito Scomparsa dei sintomi più evidenti Valutazione di ipg e ica N di interventi parenterali ( Ballarini, 1993 )

109 Insuccessi dovuti ai microrganismi Antibioticoresistenza dovuta a mutazioni geniche Resistenza dei microrganismi nell ambiente Portatori sani

110 Errori dovuti all insufficiente disponibilità dei farmaci Posologia insufficiente Alterazione della molecola dell antibiotico durante la preparazione del mangime (pellettatura) o durante la la distribuzione (acidità, durezza acqua ecc.)

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