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1 Rassegna Stampa Co stampa Intermedia s.r.l. per la comunicazione integrata Via Malta, 12/B Brescia Tel Fax Roma, 2013

2 Segnalazioni INTERMEDIA Marzo 2013 RILEVAZIONI Programma RADIO RAI Data Emittente RAI 0ra Servizio di EMANUELA MEDI Durata Programma PHARMASTAR TG Data Emittente PHARMASTAR 0ra Servizio di REDAZIONE Durata Programma RADIO 101 Data 19/03/13 Emittente RADIO 101 0ra Servizio di REDAZIONE Durata

3 Programma RADIO Data 19/03/13 Emittente ROMA CHANNEL 0ra Servizio di REDAZIONE Durata Programma LATTEMIELE Data 19/03/13 Emittente LATTEMIELE 0ra Servizio di REDAZIONE Durata Programma RADIO CAPITAL Data 19/03/13 Emittente RADIO CAPITAL 0ra Servizio di REDAZIONE Durata

4 Frontiera nanofarmaci anti-cancro, risultati per seno e pancreas - Medicina - Salute e... Page 2 of 3 19/03/2013 LETTORI Frontiera nanofarmaci anti-cancro, risultati per seno e pancreas Ferrari, nanoparticelle come 'Tir' per vincere difese tumori Mauro Ferrari, esperto mondiale di nanomedicina Come dei Tir o dei droni, 'trasportano' il loro carico, in questo caso un farmaco, direttamente al cuore del bersaglio da colpire, vale a dire la cellula tumorale. Sono nanoparticelle hi-tech, in grado di superare le barriere difensive del cancro finora impermeabili alla tradizionale chemioterapia. Una frontiera per la lotta ai tumori gia' divenuta, in parte, realta': i nanofarmaci si sono dimostrati efficaci contro il cancro al seno e, per la prima volta, hanno fatto registrare un risultato significativo contro il cancro al pancreas, la neoplasia a prognosi piu' infausta. A fare il punto sulle potenzialita' dell'innovazione tecnologica in oncologia e' Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston ed uno dei maggiori ricercatori mondiali nel campo della nanomedicina, in occasione di un convegno promosso dall'associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). Le nanoparticelle, spiega, ''che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori, +33%, e senza danneggiare i tessuti sani''. Uno di questi nanofarmaci, il paclitaxel, e' gia' utilizzato con successo nel cancro al seno, con un aumento della sopravvivenza ad un anno del 65%. Ma la novita' e' che oggi ''per la prima volta - sottolinea il presidente Aiom Stefano Cascinu - siamo di fronte ad un sensibile passo avanti nel trattamento del cancro al pancreas. In uno studio di fase III, il nuovo nanofarmaco ha infatti fatto registrare un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni''. Il farmaco dovrebbe arrivare in Italia con tale indicazione nel RIPRODUZIONE RISERVATA Copyright ANSA Indietro Home

5 LETTORI TUMORI: 'NANOMEDICINE', PRIMI RISULTATI CONTRO CANCRO SENO ROMA, 19 MAR - Nanoparticelle, che funzionan o come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumo re e di trasportare il farmaco in manier a selettiva nelle cellule malate, in concentra zioni maggiori e senz a danneggiare i tess uti sani. Uno di questi farmaci (Pac litaxel) e' gia' utilizzato c on successo nel tumore del s eno e presto potra' essere utilizzato anche per il tumore del pancr eas che, ad oggi, non registra terapie efficaci. A punt are i rifletto ri sulle prospettive offerte dall'innov azione tecnologica e dalla nanomedicina nel settore onc ologico, gli esper ti riuniti a Roma per un convegno nazionale promosso da Associazione italiana di onc ologia medica (Aiom ) e Societa' italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Ospite atteso e' stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hos pital Res earch Institute di Houston, uno de i maggiori ricercatori al mondo nel campo del la nanomedicina: ''Le nanotecnologie - ha sottolineat o - modificano radicalmente i princ ipi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''.

6 LETTORI TUMORI: NANOMEDICINE, PRIMI RISULTATI (ANSA) - ROMA, 19 MAR - In Italia "il pro blema è che g li investimenti per la Ricerca sono a livelli risibili. Vedo che la gente scende in piazza spesso, e legittimamente, ma lo sciopero generale che non ho ancora visto è proprio quello per dire 'no' al mancato investimento in Rice rca". A dirlo è Mauro Ferrari presiden te del Methodist Hospit al Research Institute di Houston (Texas, Usa) ed uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina. "Credo sia drammatico - ha sottolineato Ferrari, a Roma per partecipare ad un convegno sulle nuove tecnologie in oncologia promosso dall'associazione italiana di oncologia medica Aio m - che non ci si renda conto che un Paese che non investe in Ricerca in realtà 'condanna' i propri figli, si tratta cioé di un crimine contro le nuove generazioni e si declassa una nazione finora collocata in 'serie A' per varie ragioni ad una serie di gran lunga inferiore". Il paradosso, rile va ancora lo scienzia to, è che l'italia "ad esempio nell'oncologia, presenta grandi eccellenze, ma si registran o ancora forti differenze regionali per l'accesso alle cure. No n è davvero accettab ile - ha con cluso - che la carta d' identità po ssa rappresentare un fattore per una migliore o peggiore prognosi".(ansa).

7 LETTORI TUMORI:FRONTIERA NANOFARMACI,RISULTATI PER SENO E PANCREAS FERRARI, NANOPARTICELLE COME 'TIR' PER VINCERE DIFESE CANCRO (di Manuela Correra) (ANSA) - ROMA, 19 MAR - Come dei T ir o dei droni, 'trasportano' il loro c arico, in questo caso un farmaco, direttamente al cuore del ber saglio da co lpire, vale a dire la cellula tumorale. Sono nanoparticelle hi-tech, in grado di superare le barriere difensive del cancro finora impermeabili alla tradizionale chemioterapia. Una frontiera per la lotta ai tumori già divenuta, in parte, realtà: i nanofarmaci si sono di mostrati efficaci cont ro il cancro al s eno e, per la prima volta, hanno fatto registrare un risult ato signif icativo contr o il cancro al pancreas, la neoplasia a prognosi più infausta. A fare il punto sulle potenzia lità dell'innovazione tecnologica in oncologia è Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Resear ch Institute di Houston ed uno dei maggiori ricercatori mondiali nel campo della nanomedicina, in occasione di un convegno promosso dall'associazione Italiana di Onc ologia Medica (Aiom) e dalla Soc ietà Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici dell e Aziende Sanitarie ( Sifo). Le nanoparticelle, spiega, "che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa c he circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori, +33%, e senza danneggiare i tessuti sani. Contro il cancro, cioé, non basta disporre di un farmaco, ma bisogna veicolarlo nel posto giusto. L'abbiamo fatto utilizzando la pr oteina albumi na, primo caso di nanopartic ella biologica che rappresenta una strada nuova e promettente". Uno di questi nanofarmaci, il paclitaxel, è già utiliz zato con successo nel cancro al s eno, che ogni anno in Italia registra 46mila nuovi casi, con un aumento della sopravviv enza ad un anno del 65%. Ma la novità è c he oggi "per la prima volta - sottolinea il presidente Aiom Stefano Cascinu - siamo di fronte ad un sensibile passo avanti nel trattamento del cancro al pancreas, che registra nuove diagnosi l'anno in Italia e si confer ma una delle neoplasie a prognosi peggiore poiché solo il 5% dei paz ienti risulta v ivo a 5 anni. I n uno studio di fase III, il nuov o nanofarmaco ha infatti fatto registrare un aum ento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tass o raddoppiato a due anni". Il farmaco dovrebbe arrivare in Italia c on taleindicazione nel La nanomedicina c ontro i tumori è dunque sempre di più una frontiera che diventa r ealtà. Resta il ' nodo' dei costi, c he per gli es perti presenta però un saldo in positivo: "Un vantaggio dei nanofarm aci - ri levano è la minore tossicità. Ciò significa quindi meno ricoveri, ospedalizz azione e giorni di lav oro persi". Non va c ioé considerato solo il c osto del farmaco, avve rtono gli specialisti, ma soprattutto il costo sociale legato ad un medicinale e "ci sono studi economici - rileva Ferrari - che dimostrano il vantaggio economico che deriva dai nanofaramci per il sistema nel suo complesso". E se cruciale resta il probl ema della "sostenibilit à de lla Sanità - conc lude la presidente Sif o Laura Fabrizio - la soluzione è lavorare 'in a lleanza' per una razionalizzazione esoprattutto un uso appropriato dei nuovi farmaci di frontiera". (ANSA).

8 LETTORI TUMORI:PRESIDENTE ONCOLOGI,NO DIFFERENZE PER ACCESSO FARMACI (ANSA) - ROMA, 19 MAR - I nuovi farmaci hi-t ech contro i tumori, come ad esempio i 'nanofarmaci', "una v olta approv ati dall'agenzia italiana del farmaco siano accessibili su tutto il territorio nazionale, senza ulteriori ritardi a livello r egionale perché non è giusto c he si crei un trattamento differ enziato tra pazienti a sec onda de l luogo in cui si viv e". E' l'appello lanciato dal presidente dell' Associazione italiana di oncologia medica (Aiom ), Stefano Cascinu. Un esempio c oncreto, ha r ilevato Cascinu in occasione di un convegno sulle nuov e tecnologie in oncologia promo sso dall' Aiom, "é quello del nanofarmac o paclitaxel per il tumore al seno: disponib ile da un anno in Italia, lo scors o autunno la Regione Veneto ha deciso di r enderloaccessibile solo alle donne sotto i 65 anni. Una disparità di trattamento contro la quale si sono avute numerose proteste, che hanno spinto la Regione a modificare tale decisione". Ne l 2014, lo stesso farmaco innovativo dovrebb e essere approvato anche in Italia con una divers a indicazione, ovvero per il trattamento del tumore al pancreas: "L'auspici o - conclude Casc inu - è che i farmaci hi-tech, ed anche questo nuovo in arrivo, siano acc essibili a t utti, senza ritardi per r agioni economiche o di burocrazia".(ansa).

9 AKS - Adnkronos Salute Tutte le Notizie - Il portale del Gruppo Adnkronos Page 1 of 1 Tutte le Notizie pagina 1 pagina 2 pagina 3 News :45 Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas 13:31 15:39 Farmaci: Conacuore scrive a Lusenti, subito nuovi anticoagulanti orali 15:25 Sanita': Zaia, rapporto Oasi Bocconi conferma Veneto regione piu' virtuosa 15:05 Sanita': Usa, strada in salita per nuovo device cardiaco Abbott 15:04 Farmaceutica: archivi medici, Dompe' ottiene marchio certificazione (2) 15:04 Farmaceutica: archivi medici, Dompe' ottiene marchio certificazione 14:26 Influenza: 600 mila italiani a letto fra virus invernali e di primavera 14:05 Papa: 118 Roma, 80 interventi negli ospedali da campo, nessun codice rosso 13:47 Salute: bibite zuccherate sotto accusa, ogni anno 180 mila morti nel mondo (2) 13:47 Salute: bibite zuccherate sotto accusa, ogni anno 180 mila morti nel mondo 13:42 Farmaci: Bpco, terapie permettono di ridurre riacutizzazioni e ricoveri 13:41 Al Bambino Gesu' robot 'hi tech' aiuto per bimbi con disabilita' motoria 13:38 Ticket farmaci +40% nel 2012, 55% pazienti paga da se' visite ed esami 13:37 In Italia piu' badanti che dipendenti Asl, 774 mila contro 646 mila 13:36 Crisi aguzza ingegno, innovazioni gestione ma dg esposti a politica Apri Piattaforma Multimediale Adnkronos Chiudi SalusTv 'Le migliori NEWS del 2012' SalusTg Firmato decreto ministeriale su cure compassionevoli Fotogallery Danneggiati da trasfusioni e farmaci manifestano a Roma davanti a ministero Veterinaria: Boehringer Animal Health, 425 mila euro per ricerca su virus suino 13:30 Sanita': Alberti (Fiaso), piu' risparmi da management qualificato che da ticket 13:22 Salute: caffeina 'salvavita' per camionisti, -63% rischio incidenti 12:58 Sanita' Toscana: AAA cercasi affidatari per cuccioli Scuola cani guida per ciechi 12:58 Incidenti: Ue, nel 2012 minor numero vittime strada mai registrato (2) 12:48 Incidenti: Ue, nel 2012 minor numero vittime strada mai registrato 12:46 Medicina: Italia batte Usa in cura diabete, da noi spesa e' un terzo (3) 12:46 Medicina: Italia batte Usa in cura diabete, da noi spesa e' un terzo (2) 12:45 Medicina: Italia batte Usa in cura diabete, da noi spesa e' un terzo 12:41 Ricerca: Ferrari, non investire crimine contro generazioni future 12:40 Sanita': Spi-Cgil su rapporto Oasi, ticket sono tassa su salute 12:37 Farmaceutica: Astrazeneca taglia posti di lavoro 12:33 Staminali: protesta in piazza contro decreto Balduzzi, passaparola su Fb 19/03/2013

10 LETTORI TUMORI: L'ESPERTO, NANOTECNOLOGIE UTILI CONTRO CANCRO SENO E PANCREAS Roma, 19 mar. (Adnkronos Salute ) - Sconfigg ere il cancro grazie alle nanomedicina, la nuo va frontiera che apre la strada ad una terapia personalizzata. E' questa la missione che vuole portare a termine Mauro Ferrari, preside nte e Ceo del Meth odist Hospital Research Institute e vicepresidente del Methodist Hospital System di Houston, intervenuto oggi a Roma per parlare d i nanotecnologie applicat e in on cologia. All'ap puntamento hanno pa rtecipato a nche i vertici dell'associazione italia na di onco logia medica (Aiom) e della Società italiana di farmaci a ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Questo trattamento innovativo, già disponibile per il can cro del seno, si sta rivelando infatti positivo anche per i casi di cancro al pancreas. "Le nanotech - rivela Ferrari - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perchè aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Un nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro. Una particella di 100 nanometri è in grado di entrare nella cellula e di interagire con il dna e proteine.le nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grad o di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. "Dopo il ca ncro al sen o - dice Stefano Cascinu, presidernte Aiom - siamo di fronte ad un sensibile passo in avanti anche per quanto riguarda il cancro al pancreas, di cui si registrano ogni anno in Italia nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie co n prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% del le donne sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio". Ma in uno studio di fase III con Nab paclitaxel c on gemcitalbina ha evidenziat o risultat i clinici significativi, con un aum ento del 59 % nella sopravvivenza ad un anno, e un ta sso raddoppiato a due anni. "Aumento d ell'efficacia e riduzione della tossicità - sottolin ea Cascinu - è ciò che si aspetta qualunque medico". "Abbia mo una dozzina di famiglie di nanof armaci - prosegue Ferrari - e sulla mammella ci sono stati i primi risulta ti in coraggianti. Ora si inizia a pa rlare anche di nanotech su tumori dell'ovaio, del pancreas e di quelli pe diatrici per quanto rigu arda il si stema nervoso ce ntrale". Per Laura Fab rizio, pre sidente Sifo, " è fondamentale in que sto campo la collaborazione tra oncologi e far macisti osp edalieri. Pu rtroppo sulle terapie f armacologiche innovative il nostro Pae se è ancora molto indiet ro. Il federalismo - conclude - in que sto non ci h a aiutato".

11 LETTORI TUMORI: NANOMEDICINE IL FUTURO, PRIMI RISULTATI SU CANCRO SENO (AGI) - Roma, 19 mar. - E' la 'chemioterapia target' la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Nanoparticelle che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva solo nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Se ne discute oggi a Roma, nel corso del convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Societa' italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). (AGI) Rmc/Pgi (Segue)

12 LETTORI TUMORI: NANOMEDICINE IL FUTURO, PRIMI RISULTATI SU CANCRO SENO (2) (AGI) - Roma, 19 mar. - Uno di questi farmaci, il Paclitaxel, gia' utilizzato con successo nel tumore del seno, presto potra' essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che non registra ancora terapie efficaci. Una strada rivoluzionaria che ripercorre quella della terapia personalizzata resa possibile dalla nanomedicina. "Le nanotecnologie modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia, sono il futuro", ha dichiarato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina. (AGI) Rmc/Pgi

13 AGI Solution Page 1 of 1 19/03/2013 LETTORI RICERCA: FERRARI, IO MINISTRO? PIU' UTILE DOVE SONO ORA (AGI) - Roma, 19 mar. - "Il mio nome come prossimo ministro della salute? L'ho scoperto in aeroporto venendo qui mentre guardavo sul Corriere i risultati delle partite di calcio. Poi c'era l'elenco dei possibili ministri e mi sono letto li', mia madre mi ha chiamato urlando "dovevi dirmelo!". Non credo ci sia nulla di vero e forse sono piu' utile dove sono adesso all'italia, spero di potermi sentire non troppo traditore per cosi' dire". Cosi' Mauro Ferrari, il piu' importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina, indicato secondo alcuni da Pierluigi Bersani tra i possibili candidati alla guida del ministero della Salute. Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, e' atterrato a Roma questa mattina per aprire un convegno nazionale sulle novita' tecnologiche in oncologia e gia' avverte di un suo rientro in Italia fissato per la prossima settimana. "Certo, per il giuramento", chiosano i cronisti ma lui sorride: "torno solo per partecipare ad una maratona a Udine". Nel corso del convegno promosso da AIOM e Sifo, Ferrari ha dichiarato che l'assistenza in Italia resta ad ottimi livelli". Poi una considerazione, "L'unico sciopero che non ho visto organizzato in Italia e' per protestare contro i fondi risibili destinati alla ricerca"..

14 Tumori: con i ''nanodroni'' il farmaco centra il bersaglio (ASCA) - Roma, 19 mar - Oggi e' possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l'oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Se ne e' discusso a Roma in occasione di un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Societa' Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), e con la partecipazione di Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il piu' importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. ''Un nanometro - ha spiegato Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprieta' fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perche' aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''. Una particella di circa 100 nanometri e' in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. ''Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas - ha spiegato Stefano Cascinu, presidente AIOM -. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi piu' infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio'' sottolineando pero' che in uno studio di fase III uno di questi farmaci innovativi, gia' disponibile per il cancro al seno, ha evidenziato risultati clinici significativi nel trattamento del tumore al pancreas, ''con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni''. Una formulazione (paclitaxel legato all'albumina in nanoparticelle) che sfrutta le potenzialita' dell'albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare piu' rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. Ma i principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi e' sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sara' possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. ''La nanotech - ha detto ancora Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici''.

15 Tumori: da "nanomedicina" primi risultati contro cancro al seno - ilvelino/agv NEWS Page 1 of 1 19/03/2013 Tumori: da "nanomedicina" primi risultati contro cancro al seno Sviluppati farmaci che vanno a colpire le metastasi migliorando l'efficacia delle cure di red - 19 marzo :55 fonte ilvelino/agv NEWS Roma Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33 per cento) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si è svolto a Roma un convegno nazionale patrocinato da Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e Sifo (Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie), in cui si è tenuta la lezione magistrale di Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, ricercatore nel campo della nanomedicina. Un nanometro ha spiegato Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il Dna e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma Stefano Cascinu, presidente Aiom. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5 per cento degli uomini e il 6 per cento delle donne risultano vivi a cinque anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59 per cento nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, Sparc, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33 per cento all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici.

16 Tumori: nanomedicine il futuro, primi risultati su cancro seno Pagina 1 di 3 19/03/2013 LETTORI Martedì 19 Marzo 13:45:12 Breaking News Tumori: nanomedicine il futuro, primi risultati su cancro seno 13:38 19 MAR 2013 (AGI) - Roma, 19 mar. - E' la 'chemioterapia target' la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Nanoparticelle che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva solo nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Se ne discute oggi a Roma, nel corso del convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Societa' italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Uno di questi farmaci, il Paclitaxel, gia' utilizzato con successo nel tumore del seno, presto potra' essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che non registra ancora terapie efficaci. Una strada rivoluzionaria che ripercorre quella della terapia personalizzata resa possibile dalla nanomedicina. "Le nanotecnologie modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia, sono il futuro", ha dichiarato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina. (AGI).

17 Asca - Salute Oggi con_i nanodroni il_... Pagina 1 di 3 20/03/2013 ASCA > Salute Oggi > Copertina A Tumori: con i ''nanodroni'' il farmaco centra il bersaglio 19 Marzo :30 (ASCA) - Roma, 19 mar - Oggi e' possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l'oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Se ne e' discusso a Roma in occasione di un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Societa' Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), e con la partecipazione di Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il piu' importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. ''Un nanometro - ha spiegato Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprieta' fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perche' aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''. Una particella di circa 100 nanometri e' in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. ''Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas - ha spiegato Stefano Cascinu, presidente AIOM -. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi piu' infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio'' sottolineando pero' che in uno studio di fase III uno di questi farmaci innovativi, gia' disponibile per il cancro al seno, ha evidenziato risultati clinici significativi nel trattamento del tumore al pancreas, ''con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni''. Una formulazione (paclitaxel legato all'albumina in nanoparticelle) che sfrutta le potenzialita' dell'albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare piu' rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. Ma i principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi e' sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sara' possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. ''La nanotech - ha detto ancora Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici''. red/mpd

18 TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO. U... Pagina 1 di 2 19/03/2013 LETTORI CONTENUTO 19 marzo 2013 TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO. UN ARMA EFFICACE E SELETTIVA PER SCONFIGGERE LA MALATTIA Roma, 19 marzo 2013 Il prof. Cascinu, presidente AIOM: Un trattamento innovativo, già disponibile nel cancro del seno, per la prima volta ha mostrato risultati positivi nel pancreas. Alleanza fra specialisti per la sostenibilità Scarica la cartella stampa Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza.

19 LETTORI NANODRONI', ECCO L'ARMA SELETTIVA Archivio Stampa Tumori, il farmaco che centra il bersaglio A Roma convegno nazionale sulle novità tecnologiche in oncologia. La lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, il padre della nanomedicina di Ivan Miceli Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si è svolto a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie) Un successo senza precedenti i risultati resi noti dal l prof. Mauro Ferrari,lo studioso italiano che sta rivoluzionando la lotta ai tumori. Negli Stati Uniti è presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, ed è il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è

20 possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza.

21 Lettori DALLA FANTASCIENZA AI TUMORI, ARRIVANO I NANODRONI Farmaci efficaci e selettivi, perché colpiscono solo le cellule malate Progressi nella cura del cancro al pancreas Sfruttare le tecnologie più moderne per arrivare a un livello infinitamente piccolo, proprio quello delle cellule che compongono l organismo umano. L obiettivo è trovare il modo per «recapitare» i farmaci proprio dentro alle cellule malate oppure creare micro-strumenti diagnostici che siano in grado di vedere e capire se c è una patologia e di cosa si tratta. Si è tornati a parlare di nanotecnologie nei giorni scorsi a Roma, durante un convegno patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), che ha fatto il punto su alcuni nanofarmaci già disponibili. COME NELLA FANTASCIENZA - «Un nanometro spiega Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, considerato il padre della nanomedicina - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. E lo stesso può essere valido per la diagnosi radiologica: uno degli obiettivi è infatti sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto». Oggi è così possibile superare le «barriere» che il cancro costruisce, finora impermeabili ai farmaci chemioterapici tradizionali. In pratica, una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i 10mila ai 20mila nanometri) e di interagire con il Dna e con le proteine. Le nanoparticelle funzionano un po come i droni di certi film di fantascienza, quei robot con limitate capacità decisionali e che possono anche essere comandati a distanza: sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. UN NUOVO FARMACO PER IL TUMORE AL PANCREAS - Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle), è già utilizzato con successo nel tumore del seno e ora ha mostrato risultati positivi nel pancreas. «La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada

22 alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro dice Stefano Cascinu, presidente Aiom -. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas, una delle neoplasie a prognosi più infausta di cui si registrano nuove diagnosi ogni anno in Italia. Purtroppo, poco più del cinque per cento dei pazienti risulta vivo a cinque dalla scoperta della malattia, ma uno studio di fase III con Nab paclitaxel in associazione a gemcitabina ha evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59 per cento nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni». In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33 per cento all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. tumore pancreas_61a1fb10 96c6 11e2 b7d6 c608a71e3eb8.shtml

23 LETTORI /19/2013 Tumori, con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio. Un arma efficace e selettiva per sconfiggere la malattia Roma, 19 marzo 2013 Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici.

24 19/03/2013 I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza.

25 TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO Roma, 19 marzo 2013 Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza.

26 Lettori Nanoparticelle contro il cancro Un trattamento innovativo spiegato da Mauro Ferrari, primo ricercatore al mondo della nanomedicina presiden del Mhri di Houston Sconfiggere il cancro si può: andando a bersaglio. Mediante medicine che, come dei Tir, trasportano il loro carico fino a raggiungere il cuore della cellula malata. Arrivando a spengere l interruttore che scatena la crescita dei tumori e colpendo obiettivi specifici del paziente. Non è un sogno ma realtà. «Un trattamento innovativo, già disponibile nel cancro del seno (che ogni anno fa registrare 46mila nuovi casi), per la prima volta ha mostrato risultati positivi nel pancreas, la neoplasia a prognosi più infausta», dice il professor Stefano Cascinu, presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). Dietro il successo di queste nanoparticelle in grado di superare le barriere difensive del cancro, finora impermeabili alla tradizionale chemioterapia, c è soprattutto l alleanza fra specialisti per la sostenibilità. La buona notizia è stata motivo di un convegno a Roma, dove si sono dati appuntamenti AIOM e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), con una lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. «Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia». Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. «Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore». Inoltre le nanoparticelle trasportano il medicinale in concentrazioni maggiori del 33%, senza danneggiare i tessuti sani. Non ci resta che sperimentare e superare altre barriere del cancro.

27 20/03/13 La Stampa - La nanomedicina nuova frontiera per la lotta ai tumori LETTORI SCIENZA 20/03/ SALUTE La nanomedicina nuova frontiera per la lotta ai tumori Primi risultati per il cancro al seno e al pancreas ROMA Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Se ne è discusso a Roma in occasione di un convegno nazionale patrocinato da Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Sifo (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), e con la partecipazione di Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. «Un nanometro - ha spiegato Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia». Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. «Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas - ha spiegato Stefano Cascinu, presidente Aiom - Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio» sottolineando però che in uno studio di fase III uno di questi farmaci innovativi, già disponibile per il cancro al seno, ha evidenziato risultati clinici significativi nel trattamento del tumore al pancreas, «con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni». Una formulazione (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) che sfrutta le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. Ma i principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. «La nanotech - ha detto ancora Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici». Annunci PPN 1/1

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30 LETTORI Ora il farmaco nanotech c è Un successo i test contro il tumore al pancreas: E l inizio di una nuova era DANIELE BANFI Per sviluppare un nuovo farmaco sono necessari, in media, investimenti pari a circa 800 milioni di dollari. Non solo. Prima di arrivare alla commercializzazione possono passare anche anni. Oggi, però, una possibile strategia per accorciare tempi e costi è rappresentata dal «drug repositioning», vale a dire l utilizzo di farmaci già in commercio per curare malattie diverse da quelle per cui erano stati progettati. Uno dei settori dove questa pratica è più difficile è l oncologia, ma, grazie alle nanotecnologie, la situazione sta mutando. E questo il caso di una molecola già nota - nota come paclitaxel e utilizzata con successo nel trattamento di alcune forme metastatiche di cancro al seno - che adesso, attraverso una «trasformazione» di tipo nanotecnologico, ha permesso di raggiungere importanti risultati nella cura del tumore al pancreas. A spiegarlo, in occasione del convegno di Roma sulle novità tecnologiche in oncologia organizzato dall Aiom (l Associazione italiana oncologia medica), è stato Mauro Ferrari: presidente e amministratore delegato del Methodist Hospital Research Institute di Houston, negli Stati Uniti, è considerato uno dei maggiori esperti mondiali nel campo della nanomedicina. «Oggi, nella lotta ai tumori, a fare paura sono le metastasi - sottolinea -. Ma grazie alla ricerca abbiamo individuato da tempo numerose molecole con attività antitumorale. Il solo principio attivo, però, non basta per curare. E fondamentale che ci siano anche dei veicoli che trasportino il farmaco soltanto dove serve. Questa è la vera sfida, se vorremo sconfiggere il cancro e proprio le nanotecnologie potranno fare la differenza». Uno degli esempi del binomio vincente tra nanotech e antineoplastici è, appunto, il caso Nab Paclitaxel. In un ampio studio internazionale presentato nelle scorse settimane al congresso della «American Society of Clinical Oncology» è stato dimostrato che il farmaco in questione, se opportunamente unito a una «molecola trasportatrice», può rappresentare una buona arma per il trattamento dell adenocarcinoma pancreatico, un tumore per il quale le terapie disponibili non sono ancora per nulla soddisfacenti. Il segreto si chiama albumina: si tratta di una proteina presente in abbondanza nel sangue che, legata all antineoplastico, consente di trasportare il farmaco - sotto forma di nanoparticelle - fino alle cellule cancerose. Attraverso questo approccio l antitumorale può così raggiungere la neoplasia in concentrazioni maggiori, perché, essendo contenuto nelle

31 nanosfere, attraversa i vasi sanguigni molto più facilmente. Non solo. L albumina è anche in grado di legarsi a una proteina presente sulla superficie delle cellule tumorali pancreatiche e ciò consente al principio attivo di penetrare nel tumore in maggiori quantità. Nel caso dello studio appena presentato si registra un incremento del 33%. Ma le novità non finiscono qui. Attraverso l approccio nanotecnologico, infatti, è possibile ridurre gli effetti collaterali, dal momento che nella preparazione del farmaco non vengono utilizzati quei solventi che spesso sono causa dei pesanti effetti dei chemioterapici. «Quella dell albumina - commenta Ferrari - è stata davvero un intuizione geniale. Questo è il primo caso di utilizzo di una nanoparticella biologica come veicolo di farmaci. Non a caso, la nuova generazione di terapie che avrà un forte impatto in campo oncologico è rappresentata dai farmaci in grado di superare le barriere biologiche che funzionano da difese dell organismo. Il concetto - aggiunge - è riassumibile nell esempio dei razzi multistadio che portarono l uomo sulla Luna. Noi cerchiamo di fare la stessa cosa con i tumori». L esempio del Nab Paclitaxel non rappresenta un caso isolato. I primi tentativi iniziarono già 20 anni fa con i liposomi, sfere nanometriche composte di lipidi, al cui interno è possibile incapsulare diversi tipi di molecole. Poi, in una fase successiva, sono arrivate le nanoparticelle di oro e di silicio poroso contenenti il principio attivo. Al momento sono una decina i farmaci oncologici che sfruttano questo approccio. «E in alcuni casi - prosegue Ferrari - con le nanotecnologie è possibile creare particelle che possono essere attivate dall esterno, con l esposizione a specifici raggi, che si riscaldano e bruciano il tumore: si tratta della cosiddetta ablazione termica». E non è tutto. L idea è di applicare i principi delle nanotecnologie anche alla diagnostica, sviluppando traccianti radioattivi, legati ad altre sostanze, che consentano l identificazione di un tumore in modo più preciso di quello che si può ottenere con i normali mezzi di contrasto. «E significativo che il mondo del nanotech unisca molti settori scientifici: sulla scala nanometrica, infatti, le differenze tra discipline spariscono. I nanofarmaci del futuro, quindi, non potranno che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici farmaceutici e modellisti matematici», conclude Ferrari. Ecco la sfida dei prossimi anni: uno sforzo multidisciplinare dalle prospettive esaltanti. il farmaco nanotech c ecfrsxbt8burfhnitrlmy4n/pagina.html

32 Con i «nanodroni» tumori più «centrati» Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all'albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. Per discutere delle prospettive offerte dall'innovazione tecnologica si è svolto a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie). «Un nanometro - ha spiegato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, tra i più importante centri di ricerca al mondo nel campo della nanomedicina - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perchè aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia». Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. «Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas - ha affermato Stefano Cascinu, presidente AIOM -. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell'albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L'albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore». In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell'organismo 10 volte superiori

33 rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all'interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perchè non vengono utilizzati solventi chimici. «Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - ha aggiunto Laura Fabrizio, presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell'introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell'ambito dell'innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico». «La sfida della sostenibilità - ha concluso Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l'accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d'ordine deve essere appropriatezza». A gennaio 2011 i ricercatori dell'istituto Italiano di Tecnologia mostravano un dispositivo fotovoltaico in grado di indurre la comunicazione tra neuroni in risposta alla luce. Oggi gli stessi ricercatori dimostrano la sua efficacia nel restituire la sensibilità alla luce a retine prive di fotorecettori, confermando la possibilità di avere, nel prossimo futuro, un sostituto artificiale organico della retina anche per l'uomo. Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Nature Photonics dal titolo «A polymer optoelectronic interface restores light sensitivity in blind rat retinas», è stato condotto dai ricercatori dell'istituto Italiano di Tecnologia, in particolare del Dipartimento di Neuroscience and Brain Technologies (NBT) a Genova e del Center for Nano Science and Technology (CNST) presso il Politecnico di Milano, in collaborazione con l'università dell'aquila, l'università di Genova e l'uo Oculistica dell'ospedale S. Cuore - Don Calabria di Negrar (Verona) ed è finanziato dalla Fondazione Telethon. La retina è composta dai fotorecettori neuronali, cioè neuroni chiamati coni e bastoncelli capaci di captare i segnali luminosi e di trasformarli in segnali elettrici alle cellule gangliari della retina e quindi al cervello attraverso il nervo ottico. Nel loro studio, i ricercatori hanno utilizzato la retina di mammiferi in cui fosse presente una degenerazione dei fotorecettori, in modo da avere un modello sperimentale di alcune patologie degenerative della retina, quali la retinite pigmentosa o la degenerazione maculare. L'obiettivo è stato di sostituire i fotorecettori con un materiale sensibile alla luce, in grado di restituire la fotosensibilità della retina, adagiando la retina su uno strato di semiconduttore organico fotovoltaico. «Rispetto alla miscela a due componenti usata due anni fa, il materiale è leggermente diverso», ha spiegato Guglielmo Lanzani, Coordinatore del CNST dell'istituto Italiano di Tecnologia. «Abbiamo, infatti, utilizzato un singolo materiale polimerico semiconduttore, più semplice e meno tossico per il tessuto biologico». Il materiale è un semiconduttore organico fotovoltaico, detto rr-p3ht, che a differenza dei materiali metallici, o a base di silicio, utilizzati finora per tali interfacce biotecnologiche, è

34 soffice, leggero, flessibile e altamente biocompatibile, oltre che essere naturalmente sensibile alla luce visibile. L'effetto fotovoltaico che ne è alla base lo rende, poi, una protesi che non necessita di una sorgente elettrica esterna per funzionare. «Il risultato che abbiamo raggiunto è fondamentale per procedere verso la realizzazione di una protesi retinica organica per l'uomo», ha commentato Fabio Benfenati, Direttore del Dipartimento di NBT dell'istituto Italiano di Tecnologia. «Abbiamo dimostrato che il tessuto retinico degenerato nei fotorecettori, una volta a contatto con lo strato di semiconduttore, recupera la sua fotosensibilità a livelli di luminosità paragonabili alla luce diurna e genera segnali elettrici nel nervo ottico del tutto simili a quelli generati da retine normali». Il dispositivo presenta, infine, il vantaggio di ottenere un effetto della stimolazione luminosa estremamente localizzato, riproducendo la risoluzione spaziale della retina. Il passo successivo sarà, quindi, l'applicazione di questo dispositivo a modelli animali di retinite pigmentosa per verificare, dopo l'impianto retinico, la sua efficacia nel recuperare la funzione visiva, la sua biocompatibilità e durata a lungo termine. (ITALPRESS). entra_il_bersaglio/

35 Aiom, con nanofarmaci si va dritti al bersaglio tumorale La nanoparticelle agiscono come droni andando dritte sull'obiettivo e, impiegate in oncologia, riescono a portare il farmaco selettivamente nelle cellule neoplastiche, in concentrazioni elevate e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci è il Nab paclitaxel, cioè il paclitaxel legato all'albumina in nanoparticelle, già utilizzato con successo nel tumore del seno, presto potrà essere utilizzato anche per il tumore del pancreas. Sono queste le prospettive offerte dall'innovazione tecnologica e dalla nanomedicina nel settore oncologico, su cui si sono confrontati, ieri a Roma, gli esperti riuniti per un convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). «Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas» ha sottolineato Stefano Cascinu, presidente Aiom «una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio. In uno studio di fase III, il Nab paclitaxel con gemcitabina ha, infatti, evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni». A entrare nel merito del ruolo delle nanoparticelle, con una lezione magistrale, è stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist hospital research institute di Houston e ricercatore nel campo della nanomedicina, che ha spiegato come nella dimensione del nanometro «le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano». Una particella di 100 nanometri è in grado entrare nella cellula, il cui diametro è compreso fra e nanometri, e di interagire con il Dna e con le proteine, questa possibilità, ha aggiunto l'esperto, «modifica radicalmente i principi della lotta al cancro perché apre nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia». In particolare, nel Nab paclitaxel, si sfruttano le proprietà dell'albumina come veicolo in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni, ottenendo così livelli di paclitaxel libero nell'organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale. Inoltre, l'albumina lega la proteina Sparc, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile raggiungere concentrazioni più alte del 33% all'interno delle cellule tumorali e senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici.

36 Aiom, con nanofarmaci si va dritti al bersaglio tumorale La nanoparticelle agiscono come droni andando dritte sull'obiettivo e, impiegate in oncologia, riescono a portare il farmaco selettivamente nelle cellule neoplastiche, in concentrazioni elevate e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci è il Nab paclitaxel, cioè il paclitaxel legato all'albumina in nanoparticelle, già utilizzato con successo nel tumore del seno, presto potrà essere utilizzato anche per il tumore del pancreas. Sono queste le prospettive offerte dall'innovazione tecnologica e dalla nanomedicina nel settore oncologico, su cui si sono confrontati, ieri a Roma, gli esperti riuniti per un convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). «Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas» ha sottolineato Stefano Cascinu, presidente Aiom «una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio. In uno studio di fase III, il Nab paclitaxel con gemcitabina ha, infatti, evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni». A entrare nel merito del ruolo delle nanoparticelle, con una lezione magistrale, è stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist hospital research institute di Houston e ricercatore nel campo della nanomedicina, che ha spiegato come nella dimensione del nanometro «le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano». Una particella di 100 nanometri è in grado entrare nella cellula, il cui diametro è compreso fra e nanometri, e di interagire con il Dna e con le proteine, questa possibilità, ha aggiunto l'esperto, «modifica radicalmente i principi della lotta al cancro perché apre nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia». In particolare, nel Nab paclitaxel, si sfruttano le proprietà dell'albumina come veicolo in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni, ottenendo così livelli di paclitaxel libero nell'organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale. Inoltre, l'albumina lega la proteina Sparc, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile raggiungere concentrazioni più alte del 33% all'interno delle cellule tumorali e senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici.

37 Un successo i primi test con il farmaco nanotech Un successo i primi test con il farmaco nanotech Per sviluppare un nuovo farmaco sono necessari, in media, investimenti pari a circa 800 milioni di dollari. Non solo. Prima di arrivare alla commercializzazione possono passare anche anni. Oggi, però, una possibile strategia per accorciare tempi e costi è rappresentata dal «drug repositioning», vale a dire l'utilizzo di farmaci già in commercio per curare malattie diverse da quelle per cui erano stati progettati. Uno dei settori dove questa pratica è più difficile è l'oncologia, ma, grazie alle nanotecnologie, la situazione sta mutando. E' questo il caso di una molecola già nota nota come paclitaxel e utilizzata con successo nel trattamento di alcune forme metastatiche di cancro al seno - che adesso, attraverso una «trasformazione» di tipo nanotecnologico, ha permesso di raggiungere importanti risultati nella cura del tumore al pancreas. A spiegarlo, in occasione del convegno di Roma sulle novità tecnologiche in oncologia organizzato dall'aiom (l'associazione italiana oncologia medica), è stato Mauro Ferrari: presidente e amministratore delegato del Methodist Hospital Research Institute di Houston, negli Stati Uniti, è considerato uno dei maggiori esperti mondiali nel campo della nanomedicina. «Oggi, nella lotta ai tumori, a fare paura sono le metastasi - sottolinea -. Ma grazie alla ricerca abbiamo individuato da tempo numerose molecole con attività antitumorale. Il solo principio attivo, però, non basta per curare. E' fondamentale che ci siano anche dei "veicoli" che trasportino il farmaco soltanto dove serve. Questa è la vera sfida, se vorremo sconfiggere il cancro e proprio le nanotecnologie potranno fare la differenza». Uno degli esempi del binomio vincente tra nanotech e antineoplastici è, appunto, il caso Nab Paclitaxel. In un ampio studio internazionale presentato nelle scorse settimane al congresso della «American Society of Clinical Oncology» è stato dimostrato che il farmaco in questione, se opportunamente unito a una «molecola trasportatrice», può rappresentare una buona arma per il trattamento dell'adenocarcinoma pancreatico, un tumore per il quale le terapie disponibili non sono ancora per nulla soddisfacenti. Il segreto si chiama albumina: si tratta di una proteina presente in abbondanza nel sangue che, legata all'antineoplastico, consente di trasportare il farmaco - sotto forma di nanoparticelle - fino alle cellule cancerose.

38 Attraverso questo approccio l'antitumorale può così raggiungere la neoplasia in concentrazioni maggiori, perché, essendo contenuto nelle nanosfere, attraversa i vasi sanguigni molto più facilmente. Non solo. L'albumina è anche in grado di legarsi a una proteina presente sulla superficie delle cellule tumorali pancreatiche e ciò consente al principio attivo di penetrare nel tumore in maggiori quantità. Nel caso dello studio appena presentato si registra un incremento del 33%. Ma le novità non finiscono qui. Attraverso l'approccio nanotecnologico, infatti, è possibile ridurre gli effetti collaterali, dal momento che nella preparazione del farmaco non vengono utilizzati quei solventi che spesso sono causa dei pesanti effetti dei chemioterapici. «Quella dell'albumina commenta Ferrari - è stata davvero un'intuizione geniale. Questo è il primo caso di utilizzo di una nanoparticella biologica come veicolo di farmaci. Non a caso, la nuova generazione di terapie che avrà un forte impatto in campo oncologico è rappresentata dai farmaci in grado di superare le barriere biologiche che funzionano da difese dell'organismo. Il concetto - aggiunge - è riassumibile nell'esempio dei razzi multistadio che portarono l'uomo sulla Luna. Noi cerchiamo di fare la stessa cosa con i tumori». L'esempio del Nab Paclitaxel non rappresenta un caso isolato. I primi tentativi iniziarono già 20 anni fa con i liposomi, sfere nanometriche composte di lipidi, al cui interno è possibile incapsulare diversi tipi di molecole. Poi, in una fase successiva, sono arrivate le nanoparticelle di oro e di silicio poroso contenenti il principio attivo. Al momento sono una decina i farmaci oncologici che sfruttano questo approccio. «E in alcuni casi - prosegue Ferrari - con le nanotecnologie è possibile creare particelle che possono essere attivate dall'esterno, con l'esposizione a specifici raggi, che si riscaldano e bruciano il tumore: si tratta della cosiddetta ablazione termica». E non è tutto. L'idea è di applicare i principi delle nanotecnologie anche alla diagnostica, sviluppando traccianti radioattivi, legati ad altre sostanze, che consentano l'identificazione di un tumore in modo più preciso di quello che si può ottenere con i normali mezzi di contrasto. «E' significativo che il mondo del nanotech unisca molti settori scientifici: sulla scala nanometrica, infatti, le differenze tra discipline spariscono. I nanofarmaci del futuro, quindi, non potranno che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici farmaceutici e modellisti matematici», conclude Ferrari. Ecco la sfida dei prossimi anni: uno sforzo multidisciplinare dalle prospettive esaltanti READERSHIP

39 Un successo i primi test con il farmaco nanotech Parliamo di cancro come se fosse un unico male da sconfiggere ma la parola cancro indica migliaia di malattie diverse. Non sono mai esistiti due cancri uguali dal punto di vista molecolare. Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Abbiamo oggi le nano particelle, che funzionano come autentici droni nel tumore e che hanno la caratteristica di attraversare la massa densa e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici.i principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida

40 della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza., NANOPARTICELLE CONTRO IL TUMORE.UNA NUOVA OPZIONE CONTRO IL MALE, Parliamo di cancro come se fosse un unico male da sconfiggere ma la parola cancro indica migliaia di malattie diverse. Non sono mai esistiti due cancri uguali dal punto di vista molecolare. Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Abbiamo oggi le nano particelle, che funzionano come autentici droni nel tumore e che hanno la caratteristica di attraversare la massa densa e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici.i principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza. nanoparticelle contro il tumoreuna nuova opzionecontro il male.html

41 FRONTIERA NANOFARMACI ANTI-CANCRO, RISULTATI PER SENO E PANCREAS FERRARI, NANOPARTICELLE COME 'TIR' PER VINCERE DIFESE TUMORI Come dei Tir o dei droni, 'trasportano' il loro carico, in questo caso un farmaco, direttamente al cuore del bersaglio da colpire, vale a dire la cellula tumorale. Sono nanoparticelle hi-tech, in grado di superare le barriere difensive del cancro finora impermeabili alla tradizionale chemioterapia. Una frontiera per la lotta ai tumori gia' divenuta, in parte, realta': i nanofarmaci si sono dimostrati efficaci contro il cancro al seno e, per la prima volta, hanno fatto registrare un risultato significativo contro il cancro al pancreas, la neoplasia a prognosi piu' infausta. A fare il punto sulle potenzialita' dell'innovazione tecnologica in oncologia e' Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston ed uno dei maggiori ricercatori mondiali nel campo della nanomedicina, in occasione di un convegno promosso dall'associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). Le nanoparticelle, spiega, ''che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori, +33%, e senza danneggiare i tessuti sani''. Uno di questi nanofarmaci, il paclitaxel, e' gia' utilizzato con successo nel cancro al seno, con un aumento della sopravvivenza ad un anno del 65%. Ma la novita' e' che oggi ''per la prima volta - sottolinea il presidente Aiom Stefano Cascinu - siamo di fronte ad un sensibile passo avanti nel trattamento del cancro al pancreas. In uno studio di fase III, il nuovo nanofarmaco ha infatti fatto registrare un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni''. Il farmaco dovrebbe arrivare in Italia con tale indicazione nel

42 Good news... tumore al pancreas Iin occasione del convegno di Roma sulle novità tecnologiche in oncologia organizzato dall Aiom (l Associazione italiana oncologia medica), è stato Mauro Ferrari presidente e amministratore delegato del Methodist Hospital Research Institute di Houston, considerato uno dei maggiori esperti mondiali nel campo della nanomedicina a dare delucidazioni a riguardo... grazie all'uso delle nanotecnologie l'efficacia di contrastare il cancro al pancreas è salito al 33%... spiega, in questo caso l'utilizzo dell'albumina, proteina del sangue, che viene utilizzata per trasportare ed insediare nelle cellule tumorali un anti-neoplastico, il vantaggio rispetto alla chemio è una maggior quantità di anti-plastici che arrivano nella zona tumorale ed una drastica diminuzione delle contro-indicazioni, aspetto ancora negativo della chemio. Oggi il maggiore problema sono le metastasi, grazie ai tantissimi studi sono state scoperte molecole che sono efficaci ma da sole non bastano, ecco quindi che le nanotecnologie fanno la differenza e diventano decisive contro le metastasi. Ma le novità non finiscono qui, sono state sperimentate nano-particelle di oro e silicio poroso che vengono attivati dall'esterno con raggi specifici che bruciano il tumore, tecnicamente "ablazione termica", ed ancora, possono essere usati anche come strumenti di diagnostica, rivelandosi ancora più precisi rispetto ai metodi tradizionali con contrasto. moderna.it/frontiera nanofarmaci anti cancro risultati seno e pancreas

43 Tumori: nanomedicine. Primi risultati contro cancro seno Nanoparticelle, che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massadensa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci (Paclitaxel) è già utilizzato con successo nel tumore del seno e presto potrà essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che, ad oggi, non registra terapie efficaci. A puntare i riflettori sulle prospettive offerte dall'innovazione tecnologica e dalla nanomedicina nel settore oncologico, gli esperti riuniti a Roma per un convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Ospite atteso è stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina: ''Le nanotecnologie - ha sottolineato - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''.

44 Tumori: nanomedicine. Primi risultati contro cancro seno Nanoparticelle, che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massadensa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci (Paclitaxel) è già utilizzato con successo nel tumore del seno e presto potrà essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che, ad oggi, non registra terapie efficaci. A puntare i riflettori sulle prospettive offerte dall'innovazione tecnologica e dalla nanomedicina nel settore oncologico, gli esperti riuniti a Roma per un convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Ospite atteso è stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina: ''Le nanotecnologie - ha sottolineato - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''. 8/

45 Tumore del pancreas, una speranza dalle nanoparticelle Riuniti a Roma gli esperti di nanomedicina in occasione di un convegno promosso dall'aiom (Associazione italiana di Oncologia Medica) e dalla Sifo (Società italiana di farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie) di Redazione È spesso chiamato bestia nera dell oncologia, perché in genere non lascia scampo. Si tratta d el cancro del pancreas, una patologia che da oggi potrebbe essere combattuta con successo. La speranza arriva dalle nano particelle, che aprono la st rada a un n uovo modo di affrontare la lotta contro i tumori, i cui pilastr i sono la personalizza zione della cura e l approccio selett ivo e conservativo. Le nano particelle si comportano come dei d roni. Mirano all obiet tivo e conduco no selettivamente il farmaco in conce ntrazioni massicce esclu sivamente alle cellule malate, evitando così di danneggiare anche quelle sane. Di nano medicina nel settore oncologico si è parlato recentemente a Roma in un convegno nazionale promosso dall Associazione italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dalla Società italia na di farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (Sifo). Finora uno di questi fa rmaci, chia mato Nab paclit axel, è stato ut ilizzato co n successo nelle pazienti con tumore al seno, ma presto il suo uso sarà esteso al tumore del pancreas. Oggi, per la prima volt a, siamo di f ronte a un sensibile pa sso in avanti nel trattamento del tumore del pancrea s, - ha commentato il presidente Aiom, Stefano Cascin u - una de lle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti n ell ultimo ventennio. I n uno stud io di fa se III, il Nab paclitaxel con gemcitabina ha eviden ziato invece risultati clinici sign ificativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni.

46 Salute: Ferrari, non ci sono fondamenti su mia nomina a ministro Roma, 19 mar. (Adnkronos Salute) - "Una mia nomina a ministro della salute? Credo che non ci siano i fondamenti. E come dice un proverbio americano, 'non posso rifiutare un'offerta mai ricevuta'". Lo dice Mauro Ferrari, presidente e Ceo del Methodist Hospital Research Institute e vicepresidente del Methodist Hospital System di Houston, circa l'ipotesi di una sua nomina a ministro della salute apparsa nelle ultime ore. Ferrari ne ha parlato oggi a Roma, a margine di un incontro sulle nanotecnologie in oncologia. "Sono arrivato stamattina a Roma - spiega con un sorriso - e ho scoperto di questa voce in saletta, in aeroporto, mentre leggevo il 'Corriere della sera', con un bicchiere di vino, e davo uno sguardo alle partite di calcio del weekend. Anche mia madre, da Udine, mi ha chiamato per rimproverarmi per non averle detto niente, ma io non ne sapevo davvero nulla. Solo dopo ho scoperto che il nome è stato fatto da Roberto Nencini, socialista, mio compagno di classe al ginnasio 40 anni fa. Ci vogliamo bene, ma in questi anni ci siamo visti una volta solamente e non ho mai parlato di questa nomina. Sono andato via dall'italia 30 anni fa, mi sono laureato a Berkeley in California e per dieci anni ho insegnato lì. Ma non mi sento un traditore dell'italia, torno spesso, almeno 15 volte l'anno. A volte vengo qui quattro volte al mese. Oggi sono qui e tornerò prossimamente a correre la maratona a Udine, mia città d'origine. Ho tanti contatti di lavoro con l'italia, da nord a sud. E sinceramente - conclude - credo di essere più utile per il mio Paese l dove sono adesso".

47 Tumori. Con i "nanodroni" il farmaco centra il bersaglio Si tratta di nanpolartice lle in grado di attraversare la massa densa ch e circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Cascinu (Aiom): "E' un arma efficace per sconfiggere la malattia". sanita tumori nanodroni farmaco.html

48 Nanomedicina Scritto da Redazione Sabato 23 Marzo :00 Oggi e' possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che fun zionano come droni, sono in grado di attra versare la m assa densa che circo nda il tumore e di t rasportare il medicinale i n manie ra selettiva nelle cellule mal ate, in co ncentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l'oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova fro ntiera per sconfiggere il cancro. Se ne e' discusso a Roma in o ccasione di un convegno na zionale p atrocinato da AIO M (Asso ciazione Italiana di Oncologia M edica) e SIF O (So cieta' I taliana di F armacia O spedaliera e d ei Servizi Fa rmaceutici d elle Aziende Sanitarie), e con la partecipazione di Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il piu' importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. ''Un n anometro - h a spi egato Ferra ri - equivale a un miliard esimo di met ro. In queste dimen sioni le proprieta' fisiche della materia e il mod o in cui si e sprimono le le ggi della n atura cambiano. Le nanote ch modificano radicalmente i p rincipi della lotta al cancro pe rche' a prono nuovi ori zzonti nella personalizzazione della terapia''. Un a particella di circa 100 n anometri e' in grado entrare n ella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. ''Oggi, p er la prima volta, siamo di fro nte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas - ha spiegato Stefano Cascinu, presidente AIOM -. Ogni anno in Italia si regi strano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi piu' infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, se nza sensibili scostamenti ne ll'ultimo ve ntennio'' sott olineando pe ro' che in un o studio di fase III uno di questi farmaci innovativi, gia' disponibile per il cancro al seno, ha evidenziato risultati clinici significativi nel trattamento del tumore al pancreas, ''con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un a nno e un ta sso raddoppiato a due an ni''. Un a fo rmulazione (paclitaxel legato all'alb umina in nanoparticelle) che sfrutta le potenzialita' dell'albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in gra do di trasportare p iu' rapi damente il farma co attrave rso i vasi san guigni. Ma i prin cipi dell a nanotecnologia si appli cano an che n ella diagn osi radiologica. Uno degli o biettivi e' sviluppare traccia nti radioattivi legati ad altre sostan ze che mirino a pu nti specifici del tumore. In questo mo do sara' possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. ''La na notech - ha detto ancora F errari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala n anometrica le differenze tra disci pline svaniscon o. I nanofarm aci infatti non posso no che esse re il frutto de lla collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici''. catid=29&itemid=48

49 Tumori: con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio MEDICINA / 19 APRILE :45 Roma La barriera del cancro non è più insormontabile, finora ostacolo insuperabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle di grandezza infinitesimale, veri e propri droni, in grado di attraversare la massa densa che protegge il tumore e di condurre il farmaco nelle cellule neoplatiche con estrema precisione in concentrazioni superiori di oltre il trenta per cento senza danneggiare quelle sane. Un era nuova per l oncologia, un deciso passo in avantiper sconfiggere il cancro. Di nanodroni, così sono stati battezzati, se è discusso a Roma in un convegno internazionale, presenti ricercatori, clinic ed esperti di farmacologia, con la partecipazione di Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il piu importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro ha spiegato Ferrari equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprieta fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perche aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri e in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un importante passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas ha detto Stefano Cascinu, presidente AIOM, l Associazione Italiana di Oncologia Medica -. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi piu infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio sottolineando pero che in uno studio di fase III uno di questi farmaci innovativi, gia disponibile per il cancro al seno, ha evidenziato risultati clinici significativi nel trattamento del tumore al pancreas, con un aumento di circa il sessanta per cento nella sopravvivenza a un anno e un tasso sensibilmente più alto a due anni.una formulazione (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) che sfrutta le potenzialita dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare piu rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni.nanotecnologie pure nella diagnosi radiologica, con l obbiettivo dello sviluppo di traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. Sarà così possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente più alta di quanto ottenuto dai tradizionali mezzi di contrasto. La nanotech ha sottolineato ancora Ferrari unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Stefania Giannella

50 /03/ Nanomedicina Nanoparticelle, che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci (Paclitaxel) è già utilizzato con successo nel tumore del seno e presto potrà essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che, ad oggi, non registra terapie efficaci. A puntare i riflettori sulle prospettive offerte dall'innovazione tecnologica e dalla nanomedicina nel settore oncologico, gli esperti riuniti a Roma per un convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Ospite atteso è stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina: ''Le nanotecnologie - ha sottolineato - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''.

51 NANOFARMACI CONTRO I TUMORI 4 ARMA EFFICACE PER SCONFIGGERE LA MALATTIA (AIOM): È LA CHEMIOTERAPIA TARGET, BASATA SU NANOPARTICELLE CHE VEICOLANO SELETTIVAMENTE I FARMACI NELLE CELLULE MALATE E IN CONCENTRAZIONI MAGGIORI RISPETTO ALLE TERAPIE TRADIZIONALI Si è svolto a Ro ma u n convegno nazionale or ganizzato da Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e Sifo (Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle Aziende sanitarie) sul tema dellenanomedicine. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hosp ital Research Institute di Houston ed uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina, ha tenut o una lectio magistralis su ciò che rap presenta un a rivoluzione nel campo oncologico, una nuo va frontiera nella lott a ai tumori, la cosiddetta chemioterapia target. Si tratta di nanoparticelle simili a droni, che riescono ad attraversare la massa densa che circonda il tumore e a trasportare il farmaco selettivamente alle ce llule malate, in concent razioni maggiori (+33% ) e senza danneggiare i tessuti sani. Si utilizza con su ccesso uno d i questi nanofarmaci, il Nab Paclitaxel (Paclitaxel legato all albumina innanoparticelle) per la terapia del tumore al seno, di cui in Italia si verificano circa 46 mila nuovi casi l'anno. Un nanometro (nm) - h a spiegato Ferrari - equivale a un miliardesi mo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche de lla materia e il modo in cui si esprimo no le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i princip i della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un d iametro compreso fra i a i na nometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Il Nab Paclitaxel, noto anche come Abraxane, è una terapia di prima linea per il carcinoma mammario metastatico: la risposta a questo farmaco sembra essere legato in parte alla elevata espressione di SPARC, una proteina (ebiomarker: la sovraespressione è associata a prognosi infausta) che attrae e lega l'albumina. SPARC (secreted protein acidic and rich in cysteine) è una proteina della matrice cellulare con un ruolo chiave nella modulazione del microambiente, nella progressione tumorale, nell'angiogenesi e nella formazione di metastasi. Inoltre SPARC, ha una grande capacità recettoriale riuscendo a legare grandi quantità di albumina e farmaci e quindi concentrandole nello spazio interstiziale intorno alle cellule tumorali.

52 Il Pacli taxel presto potra' essere ut ilizzato an che per i l tumore del pancreas che non regist ra ancora terapie efficaci. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas ha afferma Stefano Cascinu, presidente Aiom ogni a nno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle n eoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risult ano vivi a 5 anni, sen za sensib ili scostamenti nell ult imo ventennio. In uno stud io di fa se III Nab Paclitaxel con Gemcitabina h a infatti evidenziato risultati clinici sign ificativi, con un aumen to del 59% nella sopr avvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa f ormulazione vengono sf ruttate le potenzialità de ll albumina, una proteina che funziona come u n veicolo naturale in grado di trasportare più ra pidamente il farmaco attraverso i vasi sangu igni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 10 0 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. Si ottengono così livell i di Paclitaxel libero 10 volte superiori rispetto a quelli ril asciati da lla formulazione tradiziona le nell'orga nismo e ra ggiungendo l'interno delle cellule tumorali c on concentrazioni più alte del 33%, il t utto senza provocare reazioni allergiche poiché non vengono utilizzati solventi chimici. Un altro obiettivo importante è applicare i princip i della nan otecnologia alla diagnosi radiologica cercando d i sviluppare traccianti r adioattivi le gati ad altre sostanze che mirino a punti specif ici del tumore. Sarebbe possibile così disp orre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. La nanotech - ha sottolineato Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realment e innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedente mente disponibili, in te rmini di effi cacia, sicurezza e convenienza - ha dichiarato Laura Fabrizio, presidente di Sifo - il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richi esto in tutt e le fasi d el percorso, dalla valut azione, all a decisione fino al monitoraggio de gli esiti. I nnovare vuol dire esplo rare percor si, verificar e programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presied ono il siste ma sanitario pubblico. È fondamentale in questo campo la co llaborazione tra oncolog i e farmacist i ospedalieri. Purtroppo sulle terapie farmacologiche innovative il nostro Paese è ancora molto indietro. "Aumento dell'efficacia e riduzione della tossicità sottolinea Cascinu è ciò che si aspetta qualunque medico". "Abbiamo una dozzina di famiglie di nanofarmaci prosegue Ferrari e sulla mammella ci sono stati i primi risultati incoraggianti. Ora si inizia a parlare anche di nanotech su tumori dell'ovaio, del pancreas e di quelli pediatrici per quanto riguarda il sistema nervoso centrale". contro i tumori

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54 Chemioterapia target anche per contrastare il cancro del pancreas È la chemioterapia target la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Nanoparticelle che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva solo nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Se ne è discusso a Roma, nel corso del Convegno Nazionale promosso da Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (SIFO). Uno di questi farmaci, il Paclitaxel, già utilizzato con successo nel tumore del seno, presto potrà essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che non registra ancora terapie efficaci. Una strada rivoluzionaria che ripercorre quella della terapia personalizzata resa possibile dalla nanomedicina. "Le nanotecnologie modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia, sono il futuro", ha dichiarato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina.

55 Frontiera nanofarmaci anti-cancro, risultati per seno e pancreas Data di pubblicazione: 24/03/2013 Ferrari, nanoparticelle come Tir per vincere difese tumori Come dei Tir o dei droni, trasportano il loro carico, in questo caso un farmaco, direttamente al cuore del bersaglio da colpire, vale a dire la cellula tumorale. Sono nanoparticelle hi-tech, in grado di superare le barriere difensive del cancro finora impermeabili alla tradizio nale chemioterapia. Una fro ntiera per la lotta ai tumori già divenuta, in parte, realtà: i nanofarmaci si sono dimostrati efficaci contro il cancro al seno e, per la prima volta, hanno fatto registrare un risultato significativo contro il cancro al pancreas, la neoplasia a prognosi più infausta. A fare il punto sulle potenzialità dell innovazione tecnologica in oncologia è Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston ed uno dei maggiori ricercatori mondiali nel campo della nanomedicina, in occasione di un convegno promosso dall Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). Le nanoparticelle, spiega, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori, +33%, e senz a danneggiare i tessuti sani. Uno di questi nanofarmaci, il paclitaxel, è già utili zzato con successo nel cancro al seno, con un aumento della sopravvivenza ad un anno del 65%. Ma la novità è che oggi per la prima volta - sotto linea il presidente Aiom Stefano Cascinu - siamo di fronte ad un sensibile passo av anti nel trattamento del cancro al pancreas. In uno studio di fase III, il nuovo nanofarmaco ha infatti fatto registrare un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. Il farmaco dovrebbe arrivare in Italia con tale indicazione nel

56 Tumori. Con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio Pubblicato 19 marzo 2013 Da AndosVelletri Si tratta di nanoparticelle in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Cascinu (Aiom): E un arma efficace per sconfiggere la malattia. 19 MAR - Oggi è possibil e superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farma ci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+3 3%) e senza dann eggiare i tessuti sa ni. Uno di questi farma ci, il Nab paclitaxel (pa clitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nano medicina rapp resenta una ve ra e pro pria rivo luzione per l on cologia e apre la strada all a chemioterapia target, la nuova frontiera pe r sconfiggere il cancro. Per di scutere delle prospettive offerte dall innovazione tecn ologica si svolge oggi a Roma un conv egno n azionale patro cinato da Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e Sifo (Soc ietà italiana di farm acia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle Aziende sanitarie), in cui è prevista la le zione magistrale di Mauro Ferrari, presidente del Metho dist Hospital Rese arch In stitute di Ho uston, uno dei più impo rtanti rice rcatori al mond o ne l campo della nanomedicina. Un n anometro ha spi egato Ferra ri equivale a un miliarde simo di metro. In queste dimen sioni le proprietà fisiche della materia e il mo do in cui si esprimono le l eggi della natura cambiano. Le n anotech modificano radicalmente i pri ncipi della lotta al cancro perch é a prono nu ovi ori zzonti n ella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, p er la prima volta, siamo di fro nte a un sen sibile p asso i n avanti nel trattamento d el tumore del pancreas ha afferma Stefano Cascinu, presidente Aiom ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostament i nell ultimo v entennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenzi ato risultati clinici significativi, con un aumento d el 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo natu rale in grado di tra sportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L al bumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellul e neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo m odo è possibil e ottenere liv elli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli ril asciati dalla form ulazione tra dizionale e ra ggiungere concentrazioni più alte del 3 3% all intern o delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I princi pi del la nanote cnologia si applicano an che nella dia gnosi radiol ogica. Uno de gli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre so stanze che mirino a punti spe cifici del tum ore. In quest o

57 modo sarà p ossibile di sporre di un a definizione di agnostica de cisamente migliore di quel la offerta dai normali mezzi di cont rasto. Il Methodist Ho spital Re search Insti tute (Tmhri ) di Hou ston, pre sieduto d a Ferrari, è il più im portante centro al mondo di ri cerca nelle n anotecnologie. È un e nte indi pendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al Tmhri la vorano dipendenti e sono in corso 70 0 clinical trial (protocolli spe rimentali). La na notech ha sottolineato Ferrari unisce molteplici settori scientifici: sulla scala n anometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non p ossono che essere il frutto della collaborazione tra clini ci, on cologi mol ecolari, inge gneri, chimici, farmacologi e matematici. Un n uovo trattamento è realm ente innovativo qua ndo offre al pazi ente ben efici maggi ori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza ha dichiarato Laura Fabrizio, pre sidente di Sifo il farmacista osped aliero è coinvol to a pieno titolo nell introd uzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in t utte le fasi del perco rso, dalla valuta zione, alla de cisione fino al monitora ggio degli esiti. Innovare vu ol dire e splorare p ercorsi, verificare programmi e d espe rienze che, a livell o cent rale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida d ella so stenibilità ha concluso il Cascinu pe r il no stro sistema sanitario, si può vin cere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza. con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio/

58 Tumori: con i ''nanodroni'' il farmaco centra il bersaglio Oggi e' possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l'oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Se ne e' discusso a Roma in occasione di un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Societa' Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), e con la partecipazione di Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il piu' importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. ''Un nanometro - ha spiegato Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprieta' fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perche' aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''. Una particella di circa 100 nanometri e' in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. ''Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas - ha spiegato Stefano Cascinu, presidente AIOM -. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi piu' infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio'' sottolineando pero' che in uno studio di fase III uno di questi farmaci innovativi, gia' disponibile per il cancro al seno, ha evidenziato risultati clinici significativi nel trattamento del tumore al pancreas, ''con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni''. Una formulazione (paclitaxel legato all'albumina in nanoparticelle) che sfrutta le potenzialita' dell'albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare piu' rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. Ma i principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi e' sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sara' possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. ''La nanotech - ha detto ancora Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici''. del 20 marzo giornatamondiale della felicita&catid=1:ultime&itemid=50

59 Per sconfiggere il cancro, un aiuto dalla nanomedicina Se ne è parlato a Roma durante il convegno nazionale patrocinato da Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Sifo (Società italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie): la nuova frontiera per la lotta ai tumori è la nanomedicina. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare in una cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. In particolare, funzionando come un drone, può attraversare la massa che circonda un tumore, trasportare il medicinale e selezionare con una grande accuratezza le cellule malate in cui depositarlo, senza quindi compromettere quelle sane. Inoltre la nanomedicina ha un ruolo importante anche nella diagnosi radiologica: sviluppare traccianti radioattivi che mirino a punti specifici del tumore, permette di disporre di una definizione diagnostica precisa, desamente migliore rispetto a quella ottenuta con gli strumenti attualmente in uso.

60 Nanodroni all'attaco del tumore del pancreas HealthDesk Pagina 1 di 2 20/03/2013 Medicina Nanodroni all'attaco del tumore del pancreas Un "vecchio" farmaco trasportato dall'albumina sul bersaglio aveva già dimostrato d'essere efficace contro le neoplasie del seno Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46 mila nuovi casi. La nanomedicina apre la strada alla chemioterapia target, nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si è svolto martedì 21 marzo a Roma un convegno nazionale patrocinato dall'aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e dalla Sifo (Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie), con una lezione magistrale di Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. «Un nanometro spiega Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia». Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il dna e con le proteine. «Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas. Ogni anno in Italia - ricorda Stefano Cascinu, presidente Aiom si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a cinque anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni». In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è cento volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo dieci volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni

61 Nanodroni all'attaco del tumore del pancreas HealthDesk Pagina 2 di 2 20/03/2013 allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. Il Methodist Hospital Research Institute di Houston, presieduto da Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente, all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System), in cui lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). «La nanotech sottolinea Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici». «Un nuovo trattamento - sostiene Laura Fabrizio, presidente Sifo - è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico». REDAZIONE 19 marzo :16» Condividi 0 0 FAI CRESCERE L'ATTENZIONE SULL'AIDS Dal 29 al 31 marzo torna nelle piazze Bonsai Aid Aids SOSTIENI LA LOTTA ALLA FIBROSI CISTICA Dall'11 marzo fino al 7 aprile invia un sms al Leggi anche «I tagli pesano sulla qualità delle cure contro il cancro» Un cerotto contro il cancro alla prostata Addio registri dei farmaci oncologici. Al centro la patologia HEALTHDESK Persone Disclaimer Privacy Area riservata ARGOMENTI Cronache Politiche Lavoro & Formazione Diritti Medicina Stili di vita Ricerca SUL TUO COMPUTER La newsletter SOCIAL Twitter Rss Facebook

62 20/03/13 TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO. UN ARMA EFFICACE E SELETTIVA PER SCONFIGGERE LA MAL TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO. UN ARMA EFFICACE E SELETTIVA PER SCONFIGGERE LA MALATTIA Roma, 19 marzo 2013 Il prof. Cascinu, presidente AIOM: Un trattamento innovativo, già disponibile nel cancro del seno, per la prima volta ha mostrato risultati positivi nel pancreas. Alleanza fra specialisti per la sostenibilità Roma, 20/03/2013 (informazione.it - comunicati stampa) Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte 1/2

63 20/03/13 TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO. UN ARMA EFFICACE E SELETTIVA PER SCONFIGGERE LA MAL le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza. 2/2

64 TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO UN ARMA EFFICACE E SELETTIVA PER SCONFIGGERE LA MALATTIA Roma, 20 marzo 2013 Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Sifo (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il Dna e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente Aiom. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase Iii Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, Sparc, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (Tmhri) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al Tmhri lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di Sifo -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza.

65 Lettori Ora il farmaco nanotech c è Per sviluppare un nuovo farmaco sono necessari, in media, investimenti pari a circa 800 milioni di dollari. Non solo. Prima di arrivare alla commercializzazione possono passare anche anni. Oggi, però, una possibile strategia per accorciare tempi e costi è rappresentata dal «drug repositioning», vale a dire l utilizzo di farmaci già in commercio per curare malattie diverse da quelle per cui erano stati progettati. Uno dei settori dove questa pratica è più difficile è l oncologia, ma, grazie alle nanotecnologie, la situazione sta mutando. E questo il caso di una molecola già nota - nota come paclitaxel e utilizzata con successo nel trattamento di alcune forme metastatiche di cancro al seno - che adesso, attraverso una «trasformazione» di tipo nanotecnologico, ha permesso di raggiungere importanti risultati nella cura del tumore al pancreas. A spiegarlo, in occasione del convegno di Roma sulle novità tecnologiche in oncologia organizzato dall Aiom (l Associazione italiana oncologia medica), è stato Mauro Ferrari: presidente e amministratore delegato del Methodist Hospital Research Institute di Houston, negli Stati Uniti, è considerato uno dei maggiori esperti mondiali nel campo della nanomedicina. «Oggi, nella lotta ai tumori, a fare paura sono le metastasi - sottolinea -. Ma grazie alla ricerca abbiamo individuato da tempo numerose molecole con attività antitumorale. Il solo principio attivo, però, non basta per curare. E fondamentale che ci siano anche dei veicoli che trasportino il farmaco soltanto dove serve. Questa è la vera sfida, se vorremo sconfiggere il cancro e proprio le nanotecnologie potranno fare la differenza». Uno degli esempi del binomio vincente tra nanotech e antineoplastici è, appunto, il caso Nab Paclitaxel. In un ampio studio internazionale presentato nelle scorse settimane al congresso della «American Society of Clinical Oncology» è stato dimostrato che il farmaco in questione, se opportunamente unito a una «molecola trasportatrice», può rappresentare una buona arma per il trattamento dell adenocarcinoma pancreatico, un tumore per il quale le terapie disponibili non sono ancora per nulla soddisfacenti. Il segreto si chiama albumina: si tratta di una proteina presente in abbondanza nel sangue che, legata all antineoplastico, consente di trasportare il farmaco - sotto forma di nanoparticelle - fino alle cellule cancerose. Attraverso questo approccio l antitumorale può così raggiungere la neoplasia in concentrazioni maggiori, perché, essendo contenuto nelle nanosfere, attraversa i vasi sanguigni molto più facilmente. Non solo. L albumina è anche in grado di legarsi a una proteina presente sulla superficie delle cellule tumorali pancreatiche e ciò consente al principio attivo di penetrare nel tumore in maggiori quantità. Nel caso dello studio appena presentato si registra un incremento del 33%. Ma le novità non finiscono qui. Attraverso l approccio nanotecnologico, infatti, è possibile ridurre gli effetti collaterali, dal momento che nella preparazione del farmaco non vengono utilizzati quei solventi che spesso sono causa dei pesanti effetti dei chemioterapici.

66 «Quella dell albumina - commenta Ferrari - è stata davvero un intuizione geniale. Questo è il primo caso di utilizzo di una nanoparticella biologica come veicolo di farmaci. Non a caso, la nuova generazione di terapie che avrà un forte impatto in campo oncologico è rappresentata dai farmaci in grado di superare le barriere biologiche che funzionano da difese dell organismo. Il concetto - aggiunge - è riassumibile nell esempio dei razzi multistadio che portarono l uomo sulla Luna. Noi cerchiamo di fare la stessa cosa con i tumori». L esempio del Nab Paclitaxel non rappresenta un caso isolato. I primi tentativi iniziarono già 20 anni fa con i liposomi, sfere nanometriche composte di lipidi, al cui interno è possibile incapsulare diversi tipi di molecole. Poi, in una fase successiva, sono arrivate le nanoparticelle di oro e di silicio poroso contenenti il principio attivo. Al momento sono una decina i farmaci oncologici che sfruttano questo approccio. «E in alcuni casi - prosegue Ferrari - con le nanotecnologie è possibile creare particelle che possono essere attivate dall esterno, con l esposizione a specifici raggi, che si riscaldano e bruciano il tumore: si tratta della cosiddetta ablazione termica». E non è tutto. L idea è di applicare i principi delle nanotecnologie anche alla diagnostica, sviluppando traccianti radioattivi, legati ad altre sostanze, che consentano l identificazione di un tumore in modo più preciso di quello che si può ottenere con i normali mezzi di contrasto. «E significativo che il mondo del nanotech unisca molti settori scientifici: sulla scala nanometrica, infatti, le differenze tra discipline spariscono. I nanofarmaci del futuro, quindi, non potranno che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici farmaceutici e modellisti matematici», conclude Ferrari. Ecco la sfida dei prossimi anni: uno sforzo multidisciplinare dalle prospettive esaltanti. Autore: Daniele Banfi eventi/nanotecnologie news/ora il farmaco nanotech ce,3, READERSHIP

67 Lettori TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO Roma, 19 marzo 2013 Oggi è possibile superare la barriera del cancro, fin ora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradi zionali. Nanop articelle, che fun zionano com e droni, sono i n grad o di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in co ncentrazioni m aggiori (+33% ) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di que sti fa rmaci, il Na b paclitaxel (paclitaxel legat o all albu mina in nan oparticelle) è già utilizzato con su ccesso nel tumore d el seno, che og ni anno nel n ostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nan omedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall in novazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (A ssociazione Italiana di Oncologi a Medica) e SIFO (Società Italiana di Fa rmacia Ospedaliera e dei S ervizi F armaceutici dell e Aziende Sani tarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. "Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fi siche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e co n le p roteine. "Og gi, per l a pri ma volta, siamo di fronte a u n sensibile p asso i n avanti nel trattamen to del tumo re del p ancreas afferma il p rof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6 % delle don ne risultano vi vi a 5 anni, senza sensi bili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab pac litaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due an ni. In questa f ormulazione vengono sfru ttate le potenzialità d ell albumina, un a proteina ch e funzion a co me un veico lo natural e in grad o di traspo rtare pi ù rapid amente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In qu este dimensioni infatti il medi cinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di p rincipio attivo di penetrare nel tumore". In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte de l 33% all interno dell e cellule tumorali. Senza provo care rea zioni allergich e perché non vengono utili zzati solve nti chimi ci. I principi d ella nanotecnologia si applicano an che nel la diag nosi radiol ogica. Uno de gli obi ettivi è svilupp are traccia nti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In q uesto modo sarà possibile disporre di una d efinizione dia gnostica decisamente migliore di quell a off erta d ai n ormali me zzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al m ondo di ri cerca nelle nan otecnologie. È un ente i ndipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (proto colli spe rimentali). "La nanote ch sottolinea il prof. Ferrari - unisce mo lteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che e ssere il frutto della colla borazione tra clinici, oncologi mol ecolari, inge gneri, chimi ci, farmacologi e matematici". "Un n uovo t rattamento è realmente innovativo quando offre al pazi ente ben efici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura F abrizio, Presidente di SIFO -. Il farmaci sta ospedaliero è coin volto a pieno titolo nell introduzione delle nu ove tecnolo gie, come ad esempi o le nanotecnolo gie, ed il suo cont ributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperie nze che, a livello centrale o periferico, tentino di d are risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico". "La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro siste ma sanita rio, si può vincere ga rantendo l a ccesso a trattamen ti con un ot timo ra pporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza".

68 Lettori tumori : arrivano i nanodroni Farmaci efficaci e selettivi, perché colpiscono solo le cellule malate Progressi nella cura del cancro al pancreas Sfruttare le tecnologie più moderne per arrivare a un livello infinitamente piccolo, proprio quello delle cellule che compongono l organismo umano. L obiettivo è trovare il modo per «recapitare» i farmaci proprio dentro alle cellule malate oppure creare micro-strumenti diagnostici che siano in grado di vedere e capire se c è una patologia e di cosa si tratta. Si è tornati a parlare di nanotecnologie nei giorni scorsi a Roma, durante un convegno patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), che ha fatto il punto su alcuni nanofarmaci già disponibili. COME NELLA FANTASCIENZA - «Un nanometro spiega Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, considerato il padre della nanomedicina - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. E lo stesso può essere valido per la diagnosi radiologica: uno degli obiettivi è infatti sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto». Oggi è così possibile superare le «barriere» che il cancro costruisce, finora impermeabili ai farmaci chemioterapici tradizionali. In pratica, una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i 10mila ai 20mila nanometri) e di interagire con il Dna e con le proteine. Le nanoparticelle funzionano un po come i droni di certi film di fantascienza, quei robot con limitate capacità decisionali e che possono anche essere comandati a distanza: sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. UN NUOVO FARMACO PER IL TUMORE AL PANCREAS - Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle), è già utilizzato con successo nel tumore del seno e ora ha mostrato risultati positivi nel pancreas. «La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro dice Stefano Cascinu, presidente Aiom -. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas, una delle neoplasie a prognosi più infausta di cui si registrano nuove diagnosi ogni anno in Italia. Purtroppo, poco più del cinque per cento dei pazienti risulta vivo a cinque dalla scoperta della malattia, ma uno studio di fase III con Nab paclitaxel in associazione a gemcitabina ha evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59 per cento nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni». In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33 per cento all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici.

69 TUMORI, CON I "NANODRONI" IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO ROMA (ITALPRESS) Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si è svolto a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie). Un nanometro ha spiegato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, tra i più importante centri di ricerca al mondo nel campo della nanomedicina equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas ha affermato Stefano Cascinu, presidente AIOM -. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina,sparc, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio

70 Tumori, il farmaco che centra il bersaglio A Roma convegno nazionale sulle novità tecnologiche in oncologia. La lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, il padre della nanomedicina. Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si è svolto a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie) Un successo senza precedenti i risultati resi noti dal l prof. Mauro Ferrari,lo studioso italiano che sta rivoluzionando la lotta ai tumori. Negli Stati Uniti è presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, ed è il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule

71 neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza. il farmaco che centra il.html

72 Tumore al seno, successo per la nanomedicina Nanoparticelle, che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci (Paclitaxel) e gia utilizzato con successo nel tumore del seno e presto potra essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che, ad oggi, non registra terapie efficaci. A puntare i riflettori sulle prospettive offerte dall innovazione tecnologica e dalla nanomedicina nel settore oncologico, gli esperti riuniti a Roma per un convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Societa italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Ospite atteso e stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina: Le nanotecnologie ha sottolineato modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia al seno successo per la nanomedicina/

73 19/03/ Tumori, con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio. Un arma efficace e selettiva per sconfiggere la malattia Roma, 19 marzo 2013 Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farma ci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa ch e circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiv a nelle cellule malate, in concentraz ioni maggiori (+33%) e senza da nneggiare i te ssuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utiliz zato con su ccesso nel tumore del sen o, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e pr opria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per scon figgere il cancro. Per discutere delle pros pettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medic a) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo n el campo della nanomedicina. "Un nanometro spiega il prof. Ferr ari - equivale a u n miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà f isiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi de lla natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i prin cipi della lotta al c ancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Un a particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. "Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del panc reas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di u na delle neoplasie a prognosi più in fausta: solo il 5% degli uomini e il 6 % delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Na b paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenz ialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi s anguigni. In qu este dimensioni infatti il me dicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si le ga poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore". In questo modo è possibile ottenere livelli di pac litaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a qu elli rilasciati dalla formulazion e tradizionale e r aggiungere concentrazioni più alte del 33 % all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergic he perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una de finizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di c ontrasto. Il Met hodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante c entro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È u n ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). "La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra disciplin e svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molec olari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici".

74 "Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzion i precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contribu to nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. I nnovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed e sperienze che, a livello c entrale o perif erico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico". "La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascin u - per il nostro sistema sanitario, si può v incere garantendo l accesso a trat tamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d or dine deve essere appropriatezza".

75 IGN - Adnkronos.com Page 1 of 1 19/03/2013 Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas ultimo aggiornamento: 19 marzo, ore 16:31 Roma, 19 mar. (Adnkronos Salute) - Sconfiggere il cancro grazie alle nanomedicina, la nuova frontiera che apre la strada ad una terapia personalizzata. E' questa la missione che vuole portare a termine Mauro Ferrari, presidente e Ceo del Methodist Hospital Research Institute e vicepresidente del Methodist Hospital System di Houston, intervenuto oggi a Roma per parlare di nanotecnologie applicate in oncologia. All'appuntamento hanno partecipato anche i vertici dell'associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Questo trattamento innovativo, già disponibile per il cancro del seno, si sta rivelando infatti positivo anche per i casi di cancro al pancreas. "Le nanotech - rivela Ferrari - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perchè aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Un nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro. Una particella di 100 nanometri è in grado di entrare nella cellula e di interagire con il dna e proteine.le nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. "Dopo il cancro al seno - dice Stefano Cascinu, presidernte Aiom - siamo di fronte ad un sensibile passo in avanti anche per quanto riguarda il cancro al pancreas, di cui si registrano ogni anno in Italia nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie con prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio". Ma in uno studio di fase III con Nab paclitaxel con gemcitalbina ha evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza ad un anno, e un tasso raddoppiato a due anni. "Aumento dell'efficacia e riduzione della tossicità - sottolinea Cascinu - è ciò che si aspetta qualunque medico". "Abbiamo una dozzina di famiglie di nanofarmaci - prosegue Ferrari - e sulla mammella ci sono stati i primi risultati incoraggianti. Ora si inizia a parlare anche di nanotech su tumori dell'ovaio, del pancreas e di quelli pediatrici per quanto riguarda il sistema nervoso centrale". Per Laura Fabrizio, presidente Sifo, "è fondamentale in questo campo la collaborazione tra oncologi e farmacisti ospedalieri. Purtroppo sulle terapie farmacologiche innovative il nostro Paese è ancora molto indietro. Il federalismo - conclude - in questo non ci ha aiutato".

76 20/03/13 TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO. TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO. Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza. 1/3

77 Federfarma - Farmaci e farmacie - Spesa e consumi farmaceutici SSN - VisualizzaNews Page 1 of 1 19/03/2013 Tumori: 'nanomedicine', primi risultati contro cancro seno - ROMA, 19 MAR - Nanoparticelle, che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci (Paclitaxel) e' gia' utilizzato con successo nel tumore del seno e presto potra' essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che, ad oggi, non registra terapie efficaci. A puntare i r iflettori sulle prospettive offerte dall'innovazione tecnologica e d alla nanomedicina nel settore oncologico, gli esperti riuniti a Roma per un convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Societa' italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Ospite atteso e' stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina: ''Le nanotecnologie - ha sottolineato - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''.

78 Tumori, con i "nanodroni" il farmaco centra il bersaglio. "Un'arma efficace e selettiva per sconfiggere la malattia" Roma, 19 marzo 2013 Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. "Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. "Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore". In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). "La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici". "Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico". "La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza".

79 HEALTHY FOUNDATION IL ritratto sa ute Ilritrattodella DELLA SALUTE Il quotidiano della prevenzione della FMSI NEWS Presidenza Consulenza del Consiglio NUMERO 174 scientifica HEALTHY FOUNDATION Con il patrocinio di dei Ministri MERCOLEDÌ 20 MARZO 2013 FEDERAZIONE MEDICO SPORTIVA ITALIANA CERCACI SU I RISCHI DELLA PIGRIZIA Sedentari? Occhio al ginocchio da scrivania Le articolazioni del nostro corpo sono fatte per muoversi e se ciò non avviene soffrono. Nel nostro Paese il 25% della popolazione che svolge un lavoro sedentario soffre di dolori al ginocchio. Le cause? La sempre maggiore mancanza di movimento. L articolazione del ginocchio è quella che più risente di questa staticità forzata e che più facilmente può andare incontro a un rischio di osteoartrite. L attività motoria è la più efficace medicina per evitare che il dolore si cronicizzi. Una muscolatura tonica intorno al ginocchio ha due effetti benefici: previene il progredire della patologia ed evita lo stress da carico. Il programma di esercizi dovrà essere costante, moderato e adeguato allo stato dell articolazione: se il ginocchio è semplicemente un po rigido e indolenzito, si potranno eseguire esercizi che comportino anche il sovraccarico costituito dal peso del proprio corpo; se viceversa è già artrosico occorrerà essere più cauti. In questo caso, bene la bicicletta, le attività acquatiche ed esercizi dalla posizione seduta. UNA DIETA DI COPPIA In due si dimagrisce meglio! Tu e il tuo partner volete dimagrire? Allora perché non farlo insieme? Darsi una mano quando si vogliono smaltire i chili superflui è un ottima strategia e rende più semplice rincorrere l obiettivo del dimagrimento. L intesa sui menù dà armonia, tiene a freno le tentazioni, contribuisce a sostenersi a vicenda, a condividere i successi ottenuti in termini di chili persi e, vantaggio non trascurabile, fa risparmiare tempo ed energia nella preparazione degli alimenti. Il regime alimentare? Un menù unico, ma in dosi distinte per soddisfare i diversi bisogni calorici di lui e lei. Se poi metterete in pratica questi consigli, otterrete più facilmente il vostro obiettivo: fate attenzione alle cotture e preferite quelle semplici, per esempio al sale e al vapore; quando condite non esagerate con l olio d oliva; due sere la settimana, dopo cena, preparatevi una tisana depurativa (ad esempio con radici di tarassaco) prima di cenare andate a fare una passeggiata oppure a correre: in questo modo brucerete più calorie. A ROMA CONVEGNO NAZIONALE SULLE NOVITÀ IN ONCOLOGIA Ecco la nanomedicina, nuova arma per sconfiggere i tumori Una rivoluzione per l oncologia, che apre la strada alla chemioterapia target, nuova frontiera per sconfiggere i tumori. È la nanomedicina, grazie alla quale oggi è possibile superare la barriera del cancro. Come? Con nanoparticelle che sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno. Se ne è discusso a Roma in un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera) e reso possibile da un educational grant di Celgene. Il prof. Mauro Ferrari, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nano medicina e presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, ha spiegato: Le nanotecnologie modificano radicalmente i principi della lotta al cancro, perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Oggi, per la prima volta ha affermato il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento dei tumori, anche i più gravi come quello del pancreas: Nab paclitaxel ha evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. Un nuovo trattamento ha dichiarato la dott.ssa Laura Fabrizio, presidente SIFO - è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza, come nel caso delle nanotecnologie. Una lettera al Quando mi sveglio alla mattina ho sempre un leggero mal di schiena. Forse è legato a come dormo: esiste una posizione ideale? Non esiste una posizione migliore rispetto ad altre: i due fattori più importanti sono il materasso e il cuscino: il primo non deve avere cedimenti (molle rotte, affossamenti) per sostenere bene il peso del corpo, il secondo deve essere di un altezza tale da non determinare una perdita di allineamento della colonna vertebrale in base alla nostra corporatura e peso: solitamente è un po più alto se si preferisce la posizione sul fianco, più basso per la posizione supina, molto sottile se a pancia in giù. Inviate le vostre lettere a: redazione@ilritrattodellasalute.org Editore: Intermedia srl Direttore responsabile: Mauro Boldrini. Amministratore unico: Sabrina Smerrieri Consulenza Scientifica: Healthy Foundation Registrazione presso il tribunale di Brescia n. 9/2012 del Vuoi rileggere qualche articolo? Collegati al sito per consultare il nostro archivio

80 Tumori. Con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio Page 1 of 2 19/03/2013 ilfarmacistaonline.it Martedì 19 MARZO 2013 Tumori. Con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio Si tratta di nanpolarticelle in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Cascinu (Aiom): E' un arma efficace per sconfiggere la malattia. Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e Sifo (Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle Aziende sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale di Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei più importanti ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro - ha spiegato Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas ha afferma Stefano Cascinu, presidente Aiom ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In

81 Tumori. Con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio Page 2 of 2 19/03/2013 questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (Tmhri) di Houston, presieduto da Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al Tmhri lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech - ha sottolineato Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - ha dichiarato Laura Fabrizio, presidente di Sifo - il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità - ha concluso il Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza.

82 Biosimilari.it - Farmaci biosimilari Pagina 1 di 2 20/03/2013 HOME CONGRESSI NEWS RIVISTA APPROFONDIMENTI NEWSLETTER CONTATTI News Tumori, con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio. Un arma efficace e selettiva per sconfiggere la malattia 20/03/2013 Roma, 19 marzo Oggi è possi bile su perare la ba rriera del cancro, f inora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in mani era sel ettiva nel le cel lule ma late, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i te ssuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab pa clitaxel (pa clitaxel le gato a ll albumina in nan oparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del sen o, che ogn i ann o nel nostro Pae se fa registrare 4 6mila n uovi casi. L a n anomedicina rap presenta u na ve ra e prop ria rivoluzione per l oncologia e apre la stra da a lla chemioterapia ta rget, la nu ova frontiera pe r sconf iggere il ca ncro. Per di scutere d elle p rospettive o fferte dall innovazione te cnologica si svol ge oggi a Roma un conve gno nazi onale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di F armacia O spedaliera e de i Se rvizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spie ga il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano ra dicalmente i p rincipi d ella l otta a l ca ncro p erché ap rono n uovi orizzonti ne lla perso nalizzazione de lla terapia. Un a pa rticella di circa 100 nanometri è in grad o en trare ne lla cell ula (che ha un dia metro comp reso f ra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la p rima volta, siamo di fronte a un se nsibile pa sso i n a vanti nel trattamento de l tumore del pancreas af ferma il pro f. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento d el 5 9% n ella sop ravvivenza a un an no e un t asso raddoppiato a due anni. I n qu esta f ormulazione ve ngono sfru ttate l e po tenzialità dell albumina, u na proteina che funziona come un veicolo nat urale i n grad o di tra sportare più rapidamente il f armaco at traverso i va si sa nguigni. In qu este di mensioni i nfatti i l medicinale è 10 0 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si l ega poi a una protei na, SPARC, presente ne lle cell ule n eoplastiche del pancreas consentendo a maggiori qu antità di pri ncipio at tivo d i pe netrare ne l t umore. In questo modo è possibile ottenere livelli di pa clitaxel libero nell organismo 10 volt e superiori risp etto a qu elli rila sciati d alla f ormulazione t radizionale e ra ggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. Congressi & Conferenze DESIGN E INTERPRETAZIONE DEI TRIAL CLINICI Napoli, 8 febbraio 2013 INCONTRO CON GLI ESPERTI XI EDIZIONE..." Chieti, febbraio 2013 La ricerca oncologica in Italia in tempi di spending review Firenze, 15 febbraio 2013 XI Congresso Nazionale AIMN Torino, 1-4 marzo 2013 Notizie 20/03/ Tumori, con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio. Un arma efficace e selettiva per sconfiggere la malattia 13/03/ Aiom: I tagli pesano sulla qualità delle cure. I biosimilari sono una risorsa, ma attenzione ai rischi 25/02/ Melanoma, arriva in Italia ipilimumab 14/02/ AIFA: per i farmaci occorre un apposito fondo nazionale 08/02/ AIFA: Rapporto Istituzionicittadini è nodo fondamentale del processo regolatorio Link Utili AIFA: Agenzia Italiana del Farmaco AIOM: Associazione Italiana di Oncologia Medica EMA: European Medicine Agency FDA: US Food and Drug Administration FONDAZIONE MELANOMA ONLUS HEALTHY FOUNDATION MEDINEWS RITRATTO DELLA SALUTE SIFO: Società Italiana di Farmacia Ospedaliera SIMG: Società Italiana di Medicina Generale I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi,

83 Biosimilari.it - Farmaci biosimilari Pagina 2 di 2 20/03/2013 verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza. Il sito è realizzato da

84 Tumori, Aiom: Con 'nanodroni' farmaco centra bersaglio - Ais - Agenzia Informazio... Pagina 2 di 4 19/03/2013 Tumori, Aiom: Con 'nanodroni' farmaco centra bersaglio (AIS) Roma, 19 mar 2013 Oggi è pos sibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la mass a densa che circonda il tumore e di tr asportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazi oni maggiori (+33%) e se nza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Na b paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa reg istrare 46mila nuovi casi. La na nomedicina rappresenta una vera e pr opria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapi a target, la nuova frontiera per sconf iggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte da ll innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Onco logia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmaci a Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrar i - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della tera pia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanom etri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancr eas afferma il prof. Stefano Ca scinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si trat ta di una delle ne oplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uom ini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventenni o. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due a nni. In questa formulazione ve ngono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplasti che del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tu more. In questo modo è po ssibile ottenere livelli di pacl itaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dall a formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle ce llule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici (Segue).

85 Tumori, Aiom: Con 'nanodroni' farmaco centra bersaglio -2 - Ais - Agenzia Informa... Pagina 2 di 4 19/03/2013 Tumori, Aiom: Con 'nanodroni' farmaco centra bersaglio -2 (AIS) Roma, 19 mar (Segue) I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza. red Risorse

86 20/03/13 Tumori: 'nanomedicine', primi risultati contro cancro seno Tumori: 'nanomedicine', primi risultati contro cancro seno ROMA, 19 MAR - Nanoparticelle, che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci (Paclitaxel) e' gia' utilizzato con successo nel tumore del seno e presto potra' essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che, ad oggi, non registra terapie efficaci. A puntare i riflettori sulle prospettive offerte dall'innovazione tecnologica e dalla nanomedicina nel settore oncologico, gli esperti riuniti a Roma per un convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Societa' italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Ospite atteso e' stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina: ''Le nanotecnologie - ha sottolineato - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''. Fonte: Ansa-Federfarma 1/2

87 Tumori, con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio. Un arma efficace e seletti... Pagina 1 di 2 19/03/2013 Tumori, con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio. Un arma efficace e selettiva per sconfiggere la malattia Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all'albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l'oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall'innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. "Un nanometro - spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. "Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas - afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM -. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell'albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni.

88 Tumori, con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio. Un arma efficace e seletti... Pagina 2 di 2 19/03/2013 In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L'albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore". In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell'organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all'interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all'interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). "La nanotech - sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici". "Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell'introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell'ambito dell'innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico". "La sfida della sostenibilità - conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l'accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d'ordine deve essere appropriatezza".

89 Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas - Yahoo! Notizi... Page 1 of 1 19/03/2013 Uti YAHOO! NOTIZIE Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas Adnkronos News 32 minuti fa Roma, 19 mar. (Adnkronos Salute) - Sconfiggere il cancro grazie alle nanomedicina, la nuova frontiera che apre la strada ad una terapia personalizzata. E' questa la missione che vuole portare a termine Mauro Ferrari, presidente e Ceo del Methodist Hospital Research Institute e vicepresidente del Methodist Hospital System di Houston, intervenuto oggi a Roma per parlare di nanotecnologie applicate in oncologia. All'appuntamento hanno partecipato anche i vertici dell'associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Questo trattamento innovativo, già disponibile per il cancro del seno, si sta rivelando infatti positivo anche per i casi di cancro al pancreas. "Le nanotech - rivela Ferrari - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perchè aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Un nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro. Una particella di 100 nanometri è in grado di entrare nella cellula e di interagire con il dna e proteine.le nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. "Dopo il cancro al seno - dice Stefano Cascinu, presidernte Aiom - siamo di fronte ad un sensibile passo in avanti anche per quanto riguarda il cancro al pancreas, di cui si registrano ogni anno in Italia nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie con prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio". Ma in uno studio di fase III con Nab paclitaxel con gemcitalbina ha evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza ad un anno, e un tasso raddoppiato a due anni. "Aumento dell'efficacia e riduzione della tossicità - sottolinea Cascinu - è ciò che si aspetta qualunque medico". "Abbiamo una dozzina di famiglie di nanofarmaci - prosegue Ferrari - e sulla mammella ci sono stati i primi risultati incoraggianti. Ora si inizia a parlare anche di nanotech su tumori dell'ovaio, del pancreas e di quelli pediatrici per quanto riguarda il sistema nervoso centrale". Per Laura Fabrizio, presidente Sifo, "è fondamentale in questo campo la collaborazione tra oncologi e farmacisti ospedalieri. Purtroppo sulle terapie farmacologiche innovative il nostro Paese è ancora molto indietro. Il federalismo - conclude - in questo non ci ha aiutato". Copyright 2013 Yahoo! Tutti i diritti riservati. Yahoo! News Network /

90 Tumore al seno, successo per la nanomedicina «CorriereUniv.it - Corriere dell'univer... Page 1 of 2 19/03/2013 ( Nanoparticelle, che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di traspo rtare il farmaco in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di q uesti farmaci (Paclitaxel) e gi a utilizzato con successo ne l tu more del seno e presto potra essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che, ad oggi, non registra terapie efficaci. A puntare i riflettori sulle prospettive offerte dall innovazione tecnologica e dalla nan omedicina ne l se ttore o ncologico, gli e sperti r iuniti a Rom a per un convegn o nazionale p romosso da A ssociazione italiana d i oncolo gia m edica (Aiom) e Societa italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Ospite atteso e stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Housto n, uno dei mag giori ricercatori al mon do nel camp o della nan omedicina: Le nanotecnologie ha sottoline ato mo dificano radicalmente i prin cipi della lotta al ca ncro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia

91 Wall Street Italia Page 1 of 1 19/03/2013 Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas Roma, 19 mar. (Adnkronos Salute) - Sconfiggere il cancro grazie alle nanomedicina, la nuova frontiera che apre la strada ad una terapia personalizzata. E' questa la missione che vuole portare a termine Mauro Ferrari, presidente e Ceo del Methodist Hospital Research Institute e vicepresidente del Methodist Hospital System di Houston, intervenuto oggi a Roma per parlare di nanotecnologie applicate in oncologia. All'appuntamento hanno partecipato anche i vertici dell'associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Questo trattamento innovativo, già disponibile per il cancro del seno, si sta rivelando infatti positivo anche per i casi di cancro al pancreas."le nanotech - rivela Ferrari - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perchè aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Un nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro. Una particella di 100 nanometri è in grado di entrare nella cellula e di interagire con il dna e proteine.le nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. "Dopo il cancro al seno - dice Stefano Cascinu, presidernte Aiom - siamo di fronte ad un sensibile passo in avanti anche per quanto riguarda il cancro al pancreas, di cui si registrano ogni anno in Italia nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie con prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio". Ma in uno studio di fase III con Nab paclitaxel con gemcitalbina ha evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza ad un anno, e un tasso raddoppiato a due anni. "Aumento dell'efficacia e riduzione della tossicità - sottolinea Cascinu - è ciò che si aspetta qualunque medico". "Abbiamo una dozzina di famiglie di nanofarmaci - prosegue Ferrari - e sulla mammella ci sono stati i primi risultati incoraggianti. Ora si inizia a parlare anche di nanotech su tumori dell'ovaio, del pancreas e di quelli pediatrici per quanto riguarda il sistema nervoso centrale". Per Laura Fabrizio, presidente Sifo, "è fondamentale in questo campo la collaborazione tra oncologi e farmacisti ospedalieri. Purtroppo sulle terapie farmacologiche innovative il nostro Paese è ancora molto indietro. Il federalismo - conclude - in questo non ci ha aiutato".

92 Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas - Libero Gossip Page 1 of 1 19/03/2013 TUMORI: L'ESPE RTO, NANOTECNOLO GIE UTILI CONTRO CANCRO SENO E PANCREAS Roma, 19 mar. - Sconfiggere il cancro grazie alle nanomedicina, la nuova frontiera che apre la strada ad una terapia personalizz ata. E' questa la missione che v uole portare a termine Mauro Ferrari, presidente e Ceo del Methodist Hospital Resear ch Institute e vicepresidente del Methodist Hospital System di Houston, intervenuto oggi a Roma per parlare di nanotecnologie a pplicate in onc ologia. All' appuntamento hanno partecipato anche i vertici dell'associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle azi ende sanitarie ( Sifo). Questo trattamento innovativo, già disponibile per il cancro del seno, si sta rivelando infatti positivo anche per i casi di cancro al pancreas."le nanot ech - rivela Ferrari - modificano radicalmente i principi de lla lotta al cancro perchè aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Un nanom etro corrisponde a un miliardes imo di metro. Una particella di 100 nanometri è in grado di entrare nella cellula e di interagire con il dna e proteine.le nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggior i (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. "Dopo il cancro al seno - dice Stefano Cas cinu, presidernte Aiom - siamo di fronte ad un sensibile passo in av anti anc he per quanto riguarda il c ancro al pancreas, di cui si registrano ogni anno in Italia nuove diagnos i. Si tratta di una delle neoplas ie con prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, senza sensibili scost amenti nell' ultimo ventennio". Ma in uno studio di fase III con Nab paclitaxel con gemcitalbina ha evidenz iato risultati clinic i significativi, con un aumento del 59% nella soprav vivenza ad un anno, e un ta sso r addoppiato a due anni. "Aumento dell'efficacia e riduzione della tossicità - sottolinea Cascinu - è ciò che si aspetta qualunque medico". "Abbiamo una dozzina di famiglie di nanofarmaci - prosegue Ferrari - e sulla mammella ci sono stati i primi risultati incoraggianti. Ora si inizia a parlare anche di nanotech s u tumori dell'ov aio, d el pa ncreas e di que lli ped iatrici per qua nto riguarda il sistema nervoso centrale". Per Laura Fabrizio, presidente Sifo, "è fondamentale in questo campo la collaborazione tra oncologi e farm acisti ospedalieri. Purtroppo sulle terapie farmacologiche innov ative il nostro Paese è ancora molto indietro. Il federalismo - conclude - in questo non ci ha aiutato".

93 Page 1 of 2 19/03/2013 SALUTE Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas 19/03/ :31 Consiglia Invia Consiglia questo elemento prima di tutti i tuoi amici. indoona 0 0 Roma, 19 mar. (Adnkronos Salute) - Sconfiggere il cancro grazie alle nanomedicina, la nuova frontiera che apre la strada ad una terapia personalizzata. E' questa la missione che vuole portare a termine Mauro Ferrari, presidente e Ceo del Methodist Hospital Research Institute e vicepresidente del Methodist Hospital System di Houston, intervenuto oggi a Roma per parlare di nanotecnologie applicate in oncologia. All'appuntamento hanno partecipato anche i vertici dell'associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Questo trattamento innovativo, già disponibile per il cancro del seno, si sta rivelando infatti positivo anche per i casi di cancro al pancreas."le nanotech - rivela Ferrari - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perchè aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Un nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro. Una particella di 100 nanometri è in grado di entrare nella cellula e di interagire con il dna e proteine.le nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. "Dopo il cancro al seno - dice Stefano Cascinu, presidernte Aiom - siamo di fronte ad un sensibile passo in avanti anche per quanto riguarda il cancro al pancreas, di cui si registrano ogni anno in Italia nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie con prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio". Ma in uno studio di fase III con Nab paclitaxel con gemcitalbina ha evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza ad un anno, e un tasso raddoppiato a due anni. "Aumento dell'efficacia e riduzione della tossicità - sottolinea Cascinu - è ciò che si aspetta qualunque medico". "Abbiamo una dozzina di famiglie di nanofarmaci - prosegue Ferrari - e sulla mammella ci sono stati i primi risultati incoraggianti. Ora si inizia a parlare anche di nanotech su tumori dell'ovaio, del pancreas e di quelli pediatrici per quanto riguarda il sistema nervoso centrale". Per Laura Fabrizio, presidente Sifo, "è fondamentale in questo campo la collaborazione tra oncologi e farmacisti ospedalieri. Purtroppo sulle terapie farmacologiche innovative il nostro Paese è ancora molto indietro. Il federalismo - conclude - in questo non ci ha aiutato".

94 Tumori, con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio: un arma efficace e selettiva... Page 3 of 7 19/03/2013 A Roma convegno nazionale sulle novità tecnologiche in oncologia. La lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, il padre della nanomedicina. Il prof. Cascinu, presidente AIOM: Un trattamento innovativo, già disponibile nel cancro del seno, per la prima volta ha mostrato risultati positivi nel pancreas. Alleanza fra specialisti per la sostenibilità Roma Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale

95 Tumori, con i nanodroni il farmaco centra il bersaglio: un arma efficace e selettiva... Page 4 of 7 19/03/2013 e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza.

96 Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas - Yahoo! Noti... Pagina 1 di 1 20/03/2013 Utilizzando Yahoo!, accetti che noi e i nostri partner possano impostare dei cookie per personalizzare contenuti e inserzioni pubblicitarie. Visita la nostra Informativa sulla Privacy per saperne di più YAHOO! NOTIZIE Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas Adnkronos News 15 ore fa Roma, 19 mar. (Adnkronos Salute) - Sconfiggere il cancro grazie alle nanomedicina, la nuova frontiera che apre la strada ad una terapia personalizzata. E' questa la missione che vuole portare a termine Mauro Ferrari, presidente e Ceo del Methodist Hospital Research Institute e vicepresidente del Methodist Hospital System di Houston, intervenuto oggi a Roma per parlare di nanotecnologie applicate in oncologia. All'appuntamento hanno partecipato anche i vertici dell'associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Questo trattamento innovativo, già disponibile per il cancro del seno, si sta rivelando infatti positivo anche per i casi di cancro al pancreas. "Le nanotech - rivela Ferrari - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perchè aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Un nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro. Una particella di 100 nanometri è in grado di entrare nella cellula e di interagire con il dna e proteine.le nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. "Dopo il cancro al seno - dice Stefano Cascinu, presidernte Aiom - siamo di fronte ad un sensibile passo in avanti anche per quanto riguarda il cancro al pancreas, di cui si registrano ogni anno in Italia nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie con prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio". Ma in uno studio di fase III con Nab paclitaxel con gemcitalbina ha evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza ad un anno, e un tasso raddoppiato a due anni. "Aumento dell'efficacia e riduzione della tossicità - sottolinea Cascinu - è ciò che si aspetta qualunque medico". "Abbiamo una dozzina di famiglie di nanofarmaci - prosegue Ferrari - e sulla mammella ci sono stati i primi risultati incoraggianti. Ora si inizia a parlare anche di nanotech su tumori dell'ovaio, del pancreas e di quelli pediatrici per quanto riguarda il sistema nervoso centrale". Per Laura Fabrizio, presidente Sifo, "è fondamentale in questo campo la collaborazione tra oncologi e farmacisti ospedalieri. Purtroppo sulle terapie farmacologiche innovative il nostro Paese è ancora molto indietro. Il federalismo - conclude - in questo non ci ha aiutato". Copyright 2013 Yahoo! Tutti i diritti riservati. Yahoo! News Network /

97 Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas tiscali.lifestyle Page 1 of 2 19/03/2013 Tumori: L'esperto, nanotecnologie utili contro cancro seno e pancreas Adnkrono Roma, 19 mar. (Adnkronos Salute) - Sconfiggere il cancro grazie alle nanomedicina, la nuova frontiera che apre la strada ad una terapia personalizzata. E' questa la missione che vuole portare a termine Mauro Ferrari, presidente e Ceo del Methodist Hospital Research Institute e vicepresidente del Methodist Hospital System di Houston, intervenuto oggi a Roma per parlare di nanotecnologie applicate in oncologia. All'appuntamento hanno partecipato anche i vertici dell'associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Questo trattamento innovativo, già disponibile per il cancro del seno, si sta rivelando infatti positivo anche per i casi di cancro al pancreas. "Le nanotech - rivela Ferrari - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perchè aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia". Un nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro. Una particella di 100 nanometri è in grado di entrare nella cellula e di interagire con il dna e proteine.le nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. "Dopo il cancro al seno - dice Stefano Cascinu, presidernte Aiom - siamo di fronte ad un sensibile passo in avanti anche per quanto riguarda il cancro al pancreas, di cui si registrano ogni anno in Italia nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie con prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio". Ma in uno studio di fase III con Nab paclitaxel con gemcitalbina ha evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza ad un anno, e un tasso raddoppiato a due anni. "Aumento dell'efficacia e riduzione della tossicità - sottolinea Cascinu - è ciò che si aspetta qualunque medico". "Abbiamo una dozzina di famiglie di nanofarmaci - prosegue Ferrari - e sulla mammella ci sono stati i primi risultati incoraggianti. Ora si inizia a parlare anche di nanotech su tumori dell'ovaio, del pancreas e di quelli pediatrici per quanto riguarda il sistema nervoso centrale". Per Laura Fabrizio, presidente Sifo, "è fondamentale in questo campo la collaborazione tra oncologi e farmacisti ospedalieri. Purtroppo sulle terapie farmacologiche innovative il nostro Paese è ancora molto indietro. Il federalismo - conclude - in questo non ci ha aiutato". 19 marzo 2013

98 20/03/13 TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO HCMagazine TIZIE, INFORMAZIONI E CONSIGLI - QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE SANITARIA - SALUTE E SANITÀ - NOTIZIE, INFORMAZIONI E CONSIGLI - QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE SANITARIA - SALUTE E SANITÀ - NOTIZIE, INFORMAZIONI E CONSIGLI - QUOTI Mercoledì, 20 Marzo 2013 Home page Alimentazione e Territorio Assistenza e Servizi Asl e Aziende Ospedaliere Sanità Cuneo Notizie Flash Farmacie Salute e Benessere Convegni Eventi Archivio Video Links Chi siamo Contatti TUMORI, CON I NANODRONI IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO I Nostri Sponsor A Roma convegno nazionale sulle novità tecnologiche in oncologia La lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, il padre della nanomedicina UN ARMA EFFICACE E SELETTIVA PER SCONFIGGERE LA MALATTIA Il prof. Cascinu, presidente AIOM: Un trattamento innovativo, già disponibile nel cancro del seno, per la prima volta ha mostrato risultati positivi nel pancreas. Alleanza fra specialisti per la sostenibilità Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza. Info: Intermedia intermedia@intermedianews.it (m ailto:interm edia@interm edianews.it) Redazione HCmagazine Mercoledì, 20 Marzo 2013 Cerca nel sito Cerca Archivio Video UN GRAZIE a medici, primari, infermieri e staff ospedalieri nanodroni -il-farmaco-centra-il-bersaglio.php 1/3

99 La nanomedicina contro il tumore. Alleanza fra specialisti per la sostenibilità - SAL... Pagina 1 di 3 20/03/2013 SALUTE DOMANI IL PORTALE DEL BENESSERE NOTIZIE IN ANTEPRIMA E SEMPRE GRATIS *************************** il Weblog di Antonio Caperna ****** mobile phone: salutedomani.m.libero.it Home page: 19/03/2013 La nanomedicina contro il tumore. Alleanza fra specialisti per la sostenibilità Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all albumina in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si è svolto a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), con la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e

100 La nanomedicina contro il tumore. Alleanza fra specialisti per la sostenibilità - SAL... Pagina 2 di 3 20/03/2013 raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza. Scritto alle 19:58 nella ONCOLOGIA Permalink Tag Technorati: aiom, albumina, cancro, celgene, chemioterapia, dna, farmaci, ferrari, nab, nanodroni, nanodroni, nanomedicina, nanoparticella, paclitaxel, pandreas, seno, sifo, terapia, tumore Preferiti Reblog (0) TrackBack URL per il TrackBack a questo post: I link elencati qui sotto sono quelli che rimandano a La nanomedicina contro il tumore. Alleanza fra specialisti per la sostenibilità: Commenti

101 Tumori, frontiera nano farmaci: risultati per seno e pancreas Pagina 3 di 8 20/03/2013 Come dei Tir o dei droni, 'trasportano' il loro carico, in questo caso un farmaco, direttamente al cuore del bersaglio da colpire, vale a dire la cellula tumorale. Sono nanoparticelle hi-tech, in grado di superare le barriere difensive del cancro finora impermeabili alla tradizionale chemioterapia. Una frontiera per la lotta ai tumori gia' divenuta, in parte, realta': i nanofarmaci si sono dimostrati efficaci contro il cancro al seno e, per la prima volta, hanno fatto registrare un risultato significativo contro il cancro al pancreas, la neoplasia a prognosi piu' infausta. A fare il punto sulle potenzialita' dell'innovazione tecnologica in oncologia e' Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston ed uno dei maggiori ricercatori mondiali nel campo della nanomedicina, in occasione di un convegno promosso dall'associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dalla Societa' Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (Sifo). Le nanoparticelle, spiega, 'che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori, +33%, e senza danneggiare i tessuti sani. Contro il cancro, cioe', non basta disporre di un farmaco, ma bisogna veicolarlo nel posto giusto. L'abbiamo fatto utilizzando la proteina albumina, primo caso di nanoparticella biologica che rappresenta una strada nuova e promettente'. Uno di questi nanofarmaci, il paclitaxel, e' gia' utilizzato con successo nel cancro al seno, che ogni anno in Italia registra 46mila nuovi casi, con un aumento della sopravvivenza ad un anno del 65%. Ma la novita' e' che oggi 'per la prima volta - sottolinea il presidente Aiom Stefano Cascinu - siamo di fronte ad un sensibile passo avanti nel trattamento del cancro al pancreas, che registra nuove diagnosi l'anno in Italia e si conferma una delle neoplasie a prognosi peggiore poiche' solo il 5% dei pazienti risulta vivo a 5 anni. In uno studio di fase III, il nuovo nanofarmaco ha infatti fatto registrare un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni'. Il farmaco dovrebbe arrivare in Italia con tale indicazione nel La nanomedicina contro i tumori e' dunque sempre di piu' una frontiera che diventa realta'. Resta il 'nodo' dei costi, che per gli esperti presenta pero' un saldo in positivo: 'Un vantaggio dei nanofarmaci - rilevano - e' la minore tossicita'. Cio' significa quindi meno ricoveri, ospedalizzazione e giorni di lavoro persi'. Non va cioe' considerato solo il costo del farmaco, avvertono gli specialisti, ma soprattutto il costo sociale legato ad un medicinale e 'ci sono studi economici - rileva Ferrari - che dimostrano il vantaggio economico che deriva dai nanofaramci per il sistema nel suo complesso'. E se cruciale resta il problema della 'sostenibilita' della Sanita' - conclude la presidente Sifo Laura Fabrizio - la soluzione e' lavorare 'in alleanza' per una razionalizzazione e soprattutto un uso appropriato dei nuovi farmaci di frontiera'.

102 Tumori: con i ''nanodroni'' il farmaco centra il bersaglio - Yahoo! Notizie Italia Pagina 1 di 1 20/03/2013 Utilizzando Yahoo!, accetti che noi e i nostri partner possano impostare dei cookie per personalizzare contenuti e inserzioni pubblicitarie. Visita la nostra Informativa sulla Privacy per saperne di più YAHOO! NOTIZIE Tumori: con i ''nanodroni'' il farmaco centra il bersaglio ASCA 11 ore fa (ASCA) - Roma, 19 mar - Oggi e' possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l'oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Se ne e' discusso a Roma in occasione di un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Societa' Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), e con la partecipazione di Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il piu' importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. ''Un nanometro - ha spiegato Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprieta' fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perche' aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''. Una particella di circa 100 nanometri e' in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. ''Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas - ha spiegato Stefano Cascinu, presidente AIOM -. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi piu' infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell'ultimo ventennio'' sottolineando pero' che in uno studio di fase III uno di questi farmaci innovativi, gia' disponibile per il cancro al seno, ha evidenziato risultati clinici significativi nel trattamento del tumore al pancreas, ''con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni''. Una formulazione (paclitaxel legato all'albumina in nanoparticelle) che sfrutta le potenzialita' dell'albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare piu' rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. Ma i principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi e' sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sara' possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. ''La nanotech - ha detto ancora Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici''. red/mpd Copyright 2013 Yahoo! Tutti i diritti riservati. Yahoo! News Network /

103 20/03/13 Tumore al seno, successo per la nanomedicina «CorriereUniv.it - Corriere dell'università Job Tumore al seno, successo per la nanomedicina No Comments ( Nanoparticelle, che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci (Paclitaxel) e gia utilizzato con successo nel tumore del seno e presto potra essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che, ad oggi, non registra terapie efficaci. A puntare i riflettori sulle prospettive offerte dall innovazione tecnologica e dalla nanomedicina nel settore oncologico, gli esperti riuniti a Roma per un 1/2

104 20/03/13 Tumore al seno, successo per la nanomedicina «CorriereUniv.it - Corriere dell'università Job convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Societa italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Ospite atteso e stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina: Le nanotecnologie ha sottolineato modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia 19 marzo 2013 Il Corriere dell'università Job è in edicola a 2 a Milano, Roma e Napoli. Abbonati subito: 10 numeri a soli 15! Scrivi ad abbonamenti@corriereuniv.it Articoli Correlati: Hai una chioma curata? Ti troverà più attraente Sterilità, una proteina è in grado di riattivare gli ovuli Madre Teresa, uno studio getta ombra sull'operato della Santa 2013 CorriereUniv.it - Corriere dell'università Job. Chi siamo Redazione Contatti e Pubblicità 2/2

105 20/03/13 Pharmastar - Stampa l'articolo Nanotecnologie cambieranno la storia della terapia anticancro 19 marzo 2013 Oggi è possibile superare la barriera del cancro, finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti sani. La nanomedicina rappresenta una vera e propria rivoluzione per l oncologia e apre la strada alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per discutere delle prospettive offerte dall innovazione tecnologica si svolge oggi a Roma un convegno nazionale patrocinato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della nanomedicina. Un nanometro spiega il prof. Ferrari - equivale a un miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia. Una particella di circa 100 nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i ai nanometri) e di interagire con il DNA e con le proteine. Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel trattamento del tumore del pancreas afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM. Ogni anno in Italia si registrano nuove diagnosi. Si tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti nell ultimo ventennio. In uno studio di fase III Nab paclitaxel con gemcitabina ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59% nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell albumina, una proteina che funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L albumina si lega poi a una proteina, SPARC, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas consentendo a 1/2

106 20/03/13 Pharmastar - Stampa l'articolo maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore. In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell organismo 10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all interno delle cellule tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati solventi chimici. I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research Institute (TMHRI) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente all interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al TMHRI lavorano dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli sperimentali). La nanotech sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici, farmacologi e matematici. Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio, Presidente di SIFO -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo nell introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed il suo contributo nell ambito dell innovazione è richiesto in tutte le fasi del percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti. Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che, a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili, rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema sanitario pubblico. La sfida della sostenibilità conclude il prof. Cascinu - per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l accesso a trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d ordine deve essere appropriatezza. [chiudi questa finestra] 2/2

107 20/03/13 Tumori: nanomedicine. Primi risultati contro cancro seno Salute HOME Salute Mi piace 5 Invia Tw eet 1 Tumori: nanomedicine. Primi risultati contro cancro seno Nanoparticelle, che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci (Paclitaxel) è già utilizzato con successo nel tumore del seno e presto potrà essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che, ad oggi, non registra terapie efficaci. A puntare i riflettori sulle prospettive offerte dall'innovazione tecnologica e dalla nanomedicina nel settore oncologico, gli esperti riuniti a Roma per un convegno nazionale promosso da Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). Ospite atteso è stato Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston, uno dei maggiori ricercatori al mondo nel campo della nanomedicina: ''Le nanotecnologie - ha sottolineato - modificano radicalmente i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia''. PARLIAMO DI: Tumore, Nanontecnologia Vota questo articolo Il voto dei lettori (3/5) Mi piace 5 Invia Tw eet 1 Commenti Stampa 1/3

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