Giustizia & Sentenze Il commento alle principali sentenze

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1 Giustizia & Sentenze Il commento alle principali sentenze N Agevolazione prima casa: acquisti in comunione legale tra coniugi È sufficiente che il requisito della residenza sussista in capo a uno solo dei coniugi Categoria: Immobili Sottocategoria: Agevolazioni prima casa Il mancato trasferimento della residenza nel Comune dove si trova l immobile entro il termine di 18 mesi dal rogito comporta la decadenza dai benefici fiscali prima casa. Se però l acquisto è avvenuto in regime di comunione legale tra coniugi, ai fini del mantenimento dell agevolazione, è sufficiente che uno solo di loro la moglie oppure il marito - ottemperi all obbligo del trasferimento della residenza nel termine di legge. È quanto emerge dalla sentenza 27 gennaio 2016 n della Sezione Tributaria della Cassazione. Si tratta di una pronuncia che prosegue nel solco interpretativo tracciato da Cass. n /2013 e Cass. n /2015 secondo le quali, ai fini dei benefici fiscali prima casa, non è necessario che entrambi i coniugi risiedano nel Comune in cui si trova l immobile oggetto dell acquisto agevolato. Ciò che conta è che l'immobile acquistato sia destinato a residenza familiare. Premessa Uno dei presupposti soggettivi per poter fruire delle agevolazioni cosiddette prima casa è la residenza nel Comune in cui è situato l immobile. La nota II bis all articolo 1 parte prima della tariffa allegata al D.P.R. n. 131/86 prevede l applicazione dell aliquota agevolata agli atti traslativi a titolo oneroso della proprietà di case di abitazione non di lusso, a condizione che l'immobile sia ubicato nel territorio del Comune in cui l acquirente ha o stabilisca entro 18 mesi dall'acquisto la propria residenza. 1

2 La giurisprudenza della Suprema Corte (ad esempio Cass. n. 2527/2014) ritiene che il trasferimento della residenza costituisca un vero e proprio obbligo del contribuente verso il Fisco e che sia un elemento essenziale per il conseguimento del beneficio richiesto, il quale è provvisoriamente concesso dalla legge al momento della registrazione dell atto. E allora si deve ritenere che il mancato trasferimento della residenza entro 18 mesi dall acquisto nel Comune ove è ubicato l immobile comporta la decadenza dal beneficio, salvo che non si verta in un ipotesi di forza maggiore, e cioè di un ostacolo all adempimento dell obbligazione, caratterizzato dalla non imputabilità alla parte obbligata, e dell inevitabilità ed imprevedibilità dell evento, essendo, per contro, irrilevanti le motivazioni soggettive relative al mancato trasferimento della residenza nel comune in cui è ubicato l immobile acquistato (cfr. Cass. n. 2552/2003). Di recente la Cassazione ha escluso che si verta in un ipotesi di forza maggiore quando l acquirente non abbia potuto trasferire la propria residenza nell immobile oggetto dell acquisto agevolato a causa del particolare regime che compete ai dipendenti civili di una base NATO. Tuttavia, in una tale ipotesi, l Ufficio non può contestare la decadenza dal beneficio fiscale se nell immobile risulta residente il coniuge in regime di comunione legale. In sostanza, secondo Cass. n. 1494/2016, l agevolazione non può essere revocata quando l immobile sia stato acquistato in regime di comunione legale tra i coniugi e risulta che almeno uno di loro abbia stabilito la propria residenza entro il termine di 18 mesi dal rogito. Ma vediamo nel dettaglio la vicenda processuale e i principi espressi dalla Suprema Corte nella citata sentenza n. 1494/2016. Cassazione Sezione Tributaria - sentenza 27 gennaio 2016 n In tema di agevolazioni prima casa, se l acquistato è avvenuto in regime di comunione legale tra coniugi, è sufficiente che uno solo di loro la moglie oppure il marito trasferisca la residenza nell immobile entro il termine di 18 mesi dal rogito. Il caso Un contribuente friulano ha acquistato un abitazione con le agevolazioni prima casa, ma poi non ha potuto rispettare l impegno di trasferire la propria residenza anagrafica nel Comune in cui è situato l immobile a causa del particolare regime che compete ai militari e ai civili che lavorano per le basi NATO. 2

3 Ritenendo decaduto il contribuente dalle agevolazioni prima casa, l Agenzia delle Entrate emetteva un avviso di liquidazione per imposta di registro; avviso che è stato dichiarato illegittimo dapprima dalla CTP di Pordenone e successivamente dalla CTR del Friuli. Dal che la decisione della difesa erariale di sottoporre il caso alla Suprema Corte la quale ha accolto l impugnazione avendo riscontrato il vizio di motivazione della sentenza impugnata. La difesa erariale ha lamentato la violazione e falsa applicazione di legge, anche sul rilievo che il contribuente non poteva invocare la causa di forza maggiore essendo perfettamente consapevole, già prima dell acquisto, del particolare regime che vige per chi lavori per una base della NATO. La S.C. Nell accogliere il ricorso del Fisco, gli Ermellini, per quanto qui interessa, hanno sostenuto che, in tema di agevolazioni per l acquisto della prima casa : il requisito della residenza va riferito alla famiglia. Di conseguenza, ove l'immobile acquistato venga adibito a residenza familiare, non rileva la diversa residenza di chi ha acquistato in regime di comunione. I coniugi non sono tenuti a una comune residenza anagrafica, ma reciprocamente alla coabitazione (art. 343 c.c.), quindi un interpretazione della legge tributaria conforme ai principi del diritto di famiglia induce a considerare che la coabitazione con il coniuge costituisca un elemento adeguato a soddisfare il requisito della residenza a fini tributari, in quanto ciò che conta non è tanto la residenza dei singoli coniugi quanto quella della famiglia. L art. 144 c.c., secondo il quale i coniugi fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa (che è una esplicitazione ed una attuazione della più ampia tutela che l'art. 29 Cost. assegna alla famiglia), mentre da una parte riconosce che i coniugi possano avere delle esigenze diverse ai fini della residenza individuale, dall'altra tende a privilegiare le esigenze della famiglia, quale oggetto autonomo rispetto ai coniugi: pertanto anche la norma tributaria va letta ed applicata nel senso che diventa prevalente l'interesse della famiglia rispetto a quello dei singoli coniugi, per cui il metro di valutazione dei requisiti per ottenere il beneficio deve essere diverso in considerazione della presenza di un altra entità, quale la famiglia (Cass. Sez. 5 civ. n /2013). 3

4 Si deve ritenere superato il previgente orientamento che affermava il diritto pro quota all agevolazione a favore del solo coniuge residente (Cass. Sez. 5 civ. n. 8463/2001). Nel caso di specie la CTR del Friuli non ha fatto corretta applicazione dei suddetti principi, in quanto si è limitata a rilevare che i coniugi vivevano stabilmente, unitamente alla prole, nell immobile di Aviano, oggetto del contratto di compravendita, senza tuttavia specificare se la moglie avesse trasferito la residenza nell immobile e se l acquisto del bene sia avvenuto o meno in regime di comunione. E allora la Suprema Corte ha rimesso la causa davanti al giudice di secondo, per nuovo esame. Cass. n. 1494/2016 Ai fini dei benefici fiscali prima casa, l immobile deve essere ubicato nel territorio del Comune in cui l'acquirente ha o stabilisca entro 18 mesi dall'acquisto la propria residenza anagrafica. Quando l acquisto riguardi un immobile che ricade nella comunione legale tra i coniugi, il mancato trasferimento della residenza, da parte dell acquirente, nel termine di 18 mesi non comporta la decadenza dai benefici prima casa se vi è coabitazione con il coniuge residente. Negli acquisti in regime di comunione tra i coniugi è infatti sufficiente che solo uno di loro trasferisca la propria residenza nel Comune in cui si trova l immobile nel termine di legge. Precedente conforme Già con la sentenza n del 2015 la Cassazione aveva chiarito che in caso di comunione legale tra coniugi quel che rileva è che l'immobile acquistato sia destinato a residenza familiare, mentre non assume rilievo la circostanza che uno dei coniugi non abbia la residenza in tale Comune; e ciò in ogni caso in cui il bene sia divenuto oggetto della comunione ex art. 177 c.c., quindi sia in caso di acquisto separato sia in quello di acquisto congiunto del bene stesso. Il caso Nella fattispecie, l Agenzia delle Entrate disponeva la revoca dei benefici fiscali prima casa a carico di una contribuente di Biella che non aveva trasferito la propria residenza nel Comune in cui si trovava l immobile acquistato in regime di comunione legale col marito. 4

5 I giudici tributari di primo e di secondo grado confermavano il recupero a tassazione in quanto la contribuente non aveva partecipato alla stipula dell atto notarile e non aveva trasferito la propria residenza nell immobile acquistato dal marito, per cui non poteva pretendere di avvalersi delle agevolazioni fiscali in questione solo perché si trovava in regime di comunione legale con il coniuge. Approdata in Cassazione, la controversia si è chiusa a sfavore del Fisco. In tema di agevolazioni prima casa è già stato chiarito che ciò che conta, nel caso di comunione legale tra i coniugi, è che l'immobile acquistato sia destinato a residenza familiare, non avendo importanza che uno dei due non abbia la residenza anagrafica in tale Comune, e ciò in ogni ipotesi in cui il bene sia divenuto oggetto della comunione ai sensi dell art. 177 cod. civ., quindi sia in caso di acquisto separato che in caso di acquisto congiunto del bene stesso (Cass. n del 2013). Con la sentenza n del 2000 è stato anche chiarito che i coniugi non sono tenuti a una comune residenza anagrafica, ma alla coabitazione (art. 143 c.c.); pertanto un interpretazione della legge tributaria conforme ai principi del diritto di famiglia induce a considerare che la coabitazione con il coniuge costituisce un elemento adeguato a soddisfare il requisito della residenza ai fini tributari. In sostanza, ciò che rileva non è tanto la residenza dei singoli coniugi, quanto quella della famiglia. E allora secondo la sentenza 16026/ si deve ritenere che - per fruire dei benefici fiscali sull'acquisto della prima casa il requisito della residenza nel Comune in cui è ubicato l'immobile deve essere riferito alla famiglia, con la conseguenza che, in caso di comunione legale tra coniugi, quel che rileva è che l'immobile acquistato sia destinato a residenza familiare, mentre non assume rilievo in contrario la circostanza che uno dei coniugi non abbia la residenza in tale Comune, e ciò in ogni caso in cui il bene sia divenuto oggetto della comunione ex art. 177 c.c., quindi sia in caso di acquisto separato che in quello di acquisto congiunto del bene stesso. Nel caso di specie la sentenza della CTR non si è attenuta a questo principio e pertanto è stata ritenuta errata dalla Cassazione, che l ha annullata senza rinvio. - Riproduzione riservata - 5