MODELLO di ORGANIZZAZIONE e di GESTIONE ai sensi del D.lgs. 231/01

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1 MODELLO di ORGANIZZAZIONE e di GESTIONE ai sensi del D.lgs. 231/01 1 a Edizione - Consiglio di Gestione del Pagina 1 di 15

2 INDICE 1 RIFERIMENTI NORMATIVI pagina 4 2 REATI PRESUPPOSTI EX D. LGS. 231/01 pagina Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione pagina Delitti informatici e trattamento illecito di dati pagina Delitti di criminalità organizzata pagina Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione pagina Reati di falsità in monete, carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento pagina Delitti contro l'industria e il commercio pagina Reati societari pagina Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali pagina Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili pagina Delitti contro la personalità individuale pagina Reati di abuso di mercato pagina Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro pagina Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita pagina Delitti in materia di violazione del diritto d'autore pagina Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria pagina Reati transnazionali pagina Reati ambientali pagina 8 3 ESIMENTE RESPONSABILITÁ DELL ENTE pagina 9 4 LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEL MODELLO pagina 9 5 L ADOZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO COME STRUMENTO DI PREVENZIONE DEI REATI PRESUPPOSTI pagina 9 6 STRUTTURA AZIENDALE pagina Il sistema di deleghe e procure pagina Il sistema di controllo di gestione dei flussi finanziari pagina L organizzazione della sicurezza pagina 10 7 STRUTTURA DEL MODELLO pagina Le attività sensibili e le funzioni aziendali coinvolte pagina I risultati della mappatura delle attività sensibili pagina Principi generali di comportamento e protocolli preventivi pagina Modalità di modifica ed integrazione: segnalazione all Organismo di Vigilanza pagina 12 8 L ORGANISMO DI VIGILANZA pagina Natura, qualificazione, nomina e durata in carica dell OdV pagina Requisiti, poteri e compiti dell OdV pagina Flussi informativi verso l OdV pagina Informativa dell OdV verso gli Organismi societari pagina Sistema di controllo e verifiche periodiche pagina Poteri di spesa pagina Compenso dei componenti dell Organismo di Vigilanza pagina 13 9 SISTEMA PREMIANTE E APPARATO SANZIONATORIO pagina Premi ed incentivi pagina Il quadro sanzionatorio pagina Misure nei confronti di Amministratori, Dirigenti e Componenti del Consiglio di Sorveglianza pagina Misure nei confronti di Quadri, Impiegati ed Operai pagina 13 Pagina 2 di 15

3 9.5 Misure nei confronti di Fornitori, Consulenti e Partner pagina SELEZIONE DEL PERSONALE E DIFFUSIONE DEL MODELLO pagina Selezione del personale pagina Formazione del personale pagina Selezione di Collaboratori esterni, Fornitori e Partner pagina Informazione di Collaboratori esterni, Fornitori e Partner pagina Diffusione del Modello pagina 15 A B C D E F ALLEGATI Organigramma aziendale Mappatura dei rischi Protocolli di comportamento Codice Etico Statuto dell organismo di Vigilanza Regolamento dell Organismo di Vigilanza Pagina 3 di 15

4 1 RIFERIMENTI NORMATIVI Il Decreto legislativo n. 231 del 8 giugno 2001 recante la Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, ha introdotto per la prima volta in Italia il concetto di responsabilità penale degli enti per reati commessi nell interesse o a vantaggio degli stessi, da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell ente (cosiddetta posizione apicale) o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone che ne esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo e, infine, da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati. La responsabilità dell Ente va ad aggiungersi a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto, persona che continua comunque a rispondere personalmente delle proprie azioni in sede penale e in sede di giudizio saranno aperti dei fascicoli di accusa distinti. La responsabilità dell ente viene esclusa solo nei casi in cui i reati siano stati commessi nell interesse esclusivo della persona fisica ex se considerata o di terzi. In tutti i casi di illeciti amministrativi dipendenti da reato si applica sempre una sanzione pecuniaria. Nei casi più gravi e/o in caso di reiterazione del reato si applicano degli ulteriori provvedimenti di carattere interdittivo, come la sospensione revoca di autorizzazioni, licenze e concessioni funzionali alla commissione dell illecito, il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, salvo per ottenere prestazioni di pubblico servizio, l interdizione dall esercizio dell attività, l esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l eventuale revoca di quelli già concessi, il divieto di pubblicizzare beni e servizi e può essere disposta la pubblicazione della sentenza a spese dell ente. Il legislatore ha fornito un primo elenco di illeciti attribuibili all ente in concomitanza con l emanazione del Decreto 231/01 (di seguito il Decreto) e successivamente ha provveduto in più occasioni ad aggiornarlo emanando leggi che lo hanno integrato con nuovi articoli, estendendo il campo di applicazione ad un numero sempre più rilevante di reati destinato ad aumentare in futuro (ad esempio si annunciano di prossima introduzione i reati di natura ambientale). 2 REATI PRESUPPOSTI EX D. LGS. 231/ Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (art. 24, D. Lgs. 231/01) Malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-bis c.p.) Indebita percezione di contributi, finanziamenti o altre erogazioni da parte dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art. 316-ter c.p.) Truffa in danno dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art. 640, comma 2, n. 1, c.p.) Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.) Frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640-ter c.p.) 2.2 Delitti informatici e trattamento illecito di dati (art. 24-bis, D. Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 18 marzo 2008 n. 48, art. 7] Falsità in un documento informatico pubblico o avente efficacia probatoria (art. 491-bis c.p.). Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p.). Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615-quater c.p.). Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art quinquies c.p.). Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art quater c.p.). Installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quinquies c.p.). Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.). Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635-ter c.p.). Danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater c.p.). Danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art quinquies c.p.). Frode informatica del certificatore di firma elettronica (art. 640-quinquies c.p.). 2.3 Delitti di criminalità organizzata (art. 24-ter, D. Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L.. 15 luglio 2009, n. 94, art.2]. Associazione per delinquere finalizzata alla riduzione o mantenimento in schiavitù, alla tratta di persone o all'acquisto e alienazione di schiavi (art comma. 6, c.p.). Delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416-bis c.p. per le associazioni di tipo mafioso ovvero al fine di agevolare l'attività di tali associazioni (art. 416-bis c.p.). Scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.). Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 del testo unico di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309). Sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione (art. 630 c.p.). Associazione per delinquere (art. 416, commi 1-5, c.p.). Pagina 4 di 15

5 Armi da guerra, esplosivi o armi comuni da sparo (art. 407, comma 2, lett. A), n. 5, c.p.). 2.4 Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (Art. 25, D.Lgs. 231/01) Concussione (art. 317 c.p.). Corruzione per un atto d ufficio (art. 318 c.p.); Corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio (art c.p.). Circostanze aggravanti (art. 319-bis c.p.). Corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.). Pene per il corruttore (art. 321 c.p.). Istigazione alla corruzione finalizzata a far compiere o a far omettere un atto d ufficio (art. 322 c.p.) Reati di falsità in monete, carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento (art. 25-bis, D. Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dal D.L. 25 settembre 2001 n. 350, art. 6, D.L. convertito con modificazioni dalla legge n. 409 del 23/11/2001] Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate (art. 453 c.p.). Alterazione di monete al fine di scemarne il valore (art. 454 c.p.). Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate o alterate attribuendo un valore superiore a quello originario (art. 455 c.p.). Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede. (art. 457 c.p.). Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati. (art. 459 c.p.). Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo. (art. 460 c.p.). Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata (art. 461 c.p.). Uso di valori di bollo contraffatti o alterati, anche se ricevuti in buona fede. (art. 464 c.p.). Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni (art. 473 c.p.). Introduzione nello Stato o commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.). 2.6 Delitti contro l'industria e il commercio (art. 25 bis 1, D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L.. 23 luglio 2009, n. 99, art. 15, co. 7]. Turbata libertà dell'industria o del commercio (art. 513 c.p.). Illecita concorrenza con minaccia o violenza (art. 513-bis c.p.). Frodi contro le industrie nazionali (art. 514 c.p.). Frode nell'esercizio del commercio (art. 515 c.p.). Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.). Vendita di prodotti industriali con segni mendaci art. 517 C.P. Fabbricazione o commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517-ter c. p.). Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (art. 517-quater c.p.). 2.7 Reati societari (art. 25-ter, D. Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dal D.Lgs. 11 aprile 2002 n. 61,art. 3] False comunicazioni sociali (art c.c.). False comunicazioni sociali in danno della società, dei soci o dei creditori (per società quotate e non) (art. 2622, comma 1 e 3, c.c.). Falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle società di revisione (e/o quando venga cagionato un danno ai destinatari delle stesse) (art. 2624, comma 1 e 2, c.c.). Impedito controllo, qualora vi sia un danno ai soci (art. 2625, comma 2, c.c.). Indebita restituzione di conferimenti (art c.c.). Illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art c.c.). Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art c.c.). Operazioni in pregiudizio dei creditori (art c.c.). Omessa comunicazione del conflitti d interessi dell amministratore o componente Cda in società quotate (art bis c.c.) [Articolo aggiunto dalla L. 28 dicembre 2005, n. 262, art. 31]. Formazione fittizia del capitale (art c.c.). Indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art c.c.). Illecita influenza sull assemblea (art c.c.). Aggiotaggio (art c.c.). Ostacolo all esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638, comma 1 e 2, c.c.). Pagina 5 di 15

6 2.8 Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali (art. 25-quater, D. Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 14 gennaio 2003 n. 7, art. 3]. Associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico (Art. 270-bis c.p.). Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali (assistenza agli associati) (Art. 270-ter c.p.). Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico previsti dal c.p. e dalle leggi speciali (arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale) (Art. 270-quater c.p.). Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico previsti dal c.p. e dalle leggi penali (addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale) (Art. 270-quinques c.p.). Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico previsti dal c.p. e dalle leggi speciali (condotte con finalità di terrorismo) (Art. 270-sexies c.p.). Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico previsti dal c.p. e dalle leggi speciali (attentato per finalità terroristiche o di eversione) (Art. 280 c.p.). Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico previsti dal c.p. e dalle leggi speciali (atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi) (Art. 280-bis c.p.). Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico previsti dal c.p. e dalle leggi speciali (sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione) (Art. 289 c.p.). Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico previsti dal c.p. e dalle leggi speciali (istigazione a commettere alcuno dei delitti preveduti dai capi primo e secondo) (Art. 302 c.p.). Misure urgenti per la tutela dell'ordine democratico e della sicurezza pubblica (Art. 1 D.L , n. 625, conv. con mod. nella L , n. 15). Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo (Art. 2 Convenzione Internazionale di New York). 2.9 Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili (art. 25-quater-1, D. Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 9 gennaio 2006 n. 7, art.8] (art. 583-bis c.p.) 2.10 Delitti contro la personalità individuale (art. 25-quinquies, D. Lgs. 231/01)[Articolo aggiunto dalla L. 11/08/2003 n. 228, art. 5] Riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù (art. 600 c.p.). Induzione o sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600-bis comma 1 c.p.). Atti sessuali con minore di età compresa tra 14 e 18 anni in cambio di denaro (Art. 600-bis, comma 2, c.p.). Utilizzo di minori per realizzare o produrre materiale pornografico ovvero commerciare tale materiale (anche per ipotesi di pornografia virtuale) (Art.600- ter, commi 1 e 2, c.p.). Distribuzione, diffusione o cessione, anche gratuita, di materiale pornografico con minori (Art. 600-ter, commi 3 e 4, c.p.). Consapevole detenzione di materiale pornografico (anche per ipotesi di pornografia virtuale) (Art. 600-quater C.P.). Pornografia virtuale (art. 600-quater.1 c.p.) [aggiunto dall'art. 10, L. 6 febbraio 2006 n. 38]. Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art quinquies c.p.). Tratta di persone (art. 601 c.p.). Acquisto e alienazione di schiavi (art. 602 c.p.) Reati di abuso di mercato (art. 25-sexies, D. Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 18 aprile 2005 n. 62, art. 9] Abuso di informazioni privilegiate (D. Lgs , n. 58, art. 184). Manipolazione del mercato (D. Lgs , n. 58, art. 185) Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro (art. 25-septies,D.lg. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 3 agosto 2007 n. 123, art. 9 e successivamente modificato dall art. 300 del D. Lgs. n. 81/2008, il cosiddetto Testo Unico sulla Sicurezza, riguardante i reati di cui agli arte. 589 e 590 c.p.] Omicidio colposo commesso in violazione dell'art. 55, comma 2, Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro (art. 589 c.p.). Omicidio colposo commesso in violazione delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro (eccetto art. 55 Testo Unico) (art. 589 c.p.). Lesioni personali colpose commesse in violazione delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro (art. 590 c.p.). Pagina 6 di 15

7 2.13 Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 25- octies, D. Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dal D. Lgs. 21 novembre 2007 n. 231, art. 63, co. 3]. Ricettazione (art. 648 c.p.). Ricettazione se denaro o utilità provengono da delitto punito con pena superiore a 5 anni (art. 648 c.p.). Riciclaggio (art. 648-bis c.p.). Riciclaggio se denaro o utilità provengono da delitto punito con pena superiore a 5 anni (art. 648-bis c.p.). Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648-ter c.p.). Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, se denaro o utilità provengono da delitto punito con pena superiore a 5 anni (art. 648-ter c.p.) Delitti in materia di violazione del diritto d'autore (art. 25 novies, D. Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L.. 23 luglio 2009, n. 99, art. 15, co. 7]. Messa a disposizione del pubblico in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, e senza averne diritto di un'opera o di parte di un opera dell'ingegno protetta (art. 171, co. 1, lett. a-bis L. 633/41). Reato di cui al punto precedente commesso su un opera altrui non destinata alla pubblicità, ovvero con usurpazione della paternità dell opera, ovvero con deformazione, mutilazione o altra modificazione dell opera stessa, qualora ne risulti offeso l onore o la reputazione dell autore (art 171, co. 3, L. 633/1941). Abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione, distribuzione, vendita, detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale ovvero concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE; predisposizione di mezzi per consentire o facilitare la rimozione arbitraria o l elusione funzionale di dispositivi di protezione di programmi per elaboratori (art. 171-bis, co. 1, L. 633/1941). Riproduzione su supporti non contrassegnati SIAE, trasferimento su altro supporto, distribuzione, comunicazione, presentazione o dimostrazione in pubblico, del contenuto di una banca dati al fine di trarne profitto; estrazione o reimpiego della banca dati in violazione delle disposizioni sui diritti del costitutore e dell utente di una banca dati; distribuzione, vendita o concessione in locazione di banche di dati (art. 171-bis, co. 2, L. 633/1941). Reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di opere dell'ingegno destinate al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio, di dischi, nastri o supporti analoghi ovvero di ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento (art. 171-ter, comma 1, lett. a, L. 633/1941). Reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da abusiva riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, di opere o parti di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico - musicali, multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati (art. 171-ter, comma 1, lett. b, L. 633/1941). Reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita o la distribuzione, distribuzione, messa in commercio, concessione in noleggio o cessione a qualsiasi titolo, proiezione in pubblico, trasmissione a mezzo televisione con qualsiasi procedimento, trasmissione a mezzo radio, delle duplicazioni o riproduzioni abusive di cui alle lettere a) e) senza aver concorso nella duplicazione o riproduzione (art. 171-ter, comma 1, lett. c, L. 633/1941). Reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da detenzione per la vendita o la distribuzione, messa in commercio, vendita, noleggio, cessione a qualsiasi titolo, proiezione in pubblico, trasmissione a mezzo radio o televisione con qualsiasi procedimento, di videocassette, musicassette, qualsiasi supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, o altro supporto per il quale è prescritta l'apposizione del contrassegno SIAE, privi del contrassegno medesimo o dotati di contrassegno contraffatto o alterato (art. 171-ter, comma 1, lett. d, L. 633/1941). Reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da ritrasmissione o diffusione con qualsiasi mezzo di un servizio criptato ricevuto per mezzo di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni ad accesso condizionato, in assenza di accordo con il legittimo distributore (art. 171-ter, comma 1, lett. e, L. 633/1941). Reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita ola distribuzione, distribuzione, vendita, concessione in noleggio, cessione a qualsiasi titolo, promozione commerciale, installazione di dispositivi o elementi di decodificazione speciale che consentono l'accesso a un servizio criptato senza il pagamento del canone dovuto (art. 171-ter, comma 1, lett. f, L. 633/1941). Reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da fabbricazione, importazione, distribuzione, vendita, noleggio, cessione a qualsiasi titolo, pubblicizzazione per la vendita o il noleggio, o detenzione per scopi commerciali, di attrezzature, prodotti o componenti ovvero prestazione di servizi aventi impiego commerciale o prevalente finalità di eludere efficaci misure tecnologiche di protezione ovvero progettati, prodotti, adattati o realizzati con la finalità di rendere possibile o facilitare l'elusione di tali misure (art. 171-ter, comma 1, lett. f-bis, L. 633/1941). Reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da abusiva rimozione o alterazione di informazioni elettroniche sul regime dei diritti di cui all'articolo 102-quinquies, ovvero distribuzione, importazione a Pagina 7 di 15

8 fini di distribuzione, diffusione per radio o per televisione, comunicazione o messa a disposizione del pubblico di opere o altri materiali protetti dai quali siano state rimosse o alterate le informazioni elettroniche stesse (art. 171-ter, comma 1, lett. h, L. 633/1941). Riproduzione, duplicazione, trasmissione o diffusione abusiva, vendita o commercio, cessione a qualsiasi titolo o importazione abusiva di oltre 50 copie o esemplari di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi (art ter, comma 2, lett. a, L. 633/1941). Immissione a fini di lucro in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera o parte di un opera dell'ingegno protetta dal diritto d'autore, in violazione del diritto esclusivo di comunicazione al pubblico spettante all autore (art. 171-ter, comma 2, lett. a-bis, L. 633/1941). Realizzazione delle condotte previste dall art. 171-ter, co. 1, L. 633/1941, da parte di chiunque eserciti in forma imprenditoriale attività di riproduzione, distribuzione, vendita o commercializzazione, ovvero importazione di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi (art. 171-ter, comma 2, lett. b, L. 633/1941). Promozione od organizzazione delle attività illecite di cui all art. 171-ter, co. 1, L. 633/1941 (art. 171-ter, comma 2, lett. c, L. 633/1941). Mancata comunicazione alla SIAE dei dati di identificazione dei supporti non soggetti al contrassegno, da parte di produttori o importatori di tali supporti, ovvero falsa dichiarazione circa l assolvimento degli obblighi sul contrassegno (art. 171-septies, L. 633/1941). Fraudolenta produzione, vendita, importazione, promozione, installazione, modifica, utilizzo per uso pubblico e privato di apparati o parti d apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale (art octies, L. 633/1941) Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria. (art. 25 decies, D. Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L.. 3 agosto 2009, n 116, art4] (art bis c.p.); La responsabilità amministrativa di un ente sorge anche in relazione ai reati descritti nei paragrafi che seguono Reati transnazionali (Legge 16 marzo 2006, n. 146, artt. 3 e 10) L art. 3 della legge definisce reato transnazionale il reato punito con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo criminale organizzato, nonché: a) sia commesso in più di uno Stato; b) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo avvenga in un altro Stato; c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato; d) ovvero sia commesso in uno Stato ma abbia effetti sostanziali in un altro Stato. Associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.). Associazione per delinquere (art. 416-bis c.p.). Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 377-bis c.p.). Favoreggiamento personale (art. 378 c.p.). Associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri (art. 291-quater del testo unico di cui al DPR 23/1/1973, n. 43). Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 D.P.R n. 309). Disposizioni contro le immigrazioni clandestine (art. 12, commi 3, 3-bis, 3-ter e 5, del testo unico di cui al D. Lgs 25/7/1998, n. 286) Reati ambientali Attualmente non sono ricompresi nell elenco dei reati presupposto per l applicazione del Decreto, ma possono essere collegati a questa normativa in funzione dell art. 192, comma 4 del D. Lgs. n. 152/2006 (così detto Testo Unico Ambientale) e della Direttiva 2008/99/CE. L art. 192 del D. Lgs. 152/06 sancisce il divieto di abbandono e di deposito incontrollato di rifiuti sul suolo e nel suolo e dell immissione di rifiuti di qualsiasi genere nelle acque superficiali e sotterranee e al comma 3 prevede che i titolari di imprese e i responsabili di enti siano puniti per le violazioni previste. Il comma 4 dello stesso articolo introduce inoltre il principio della responsabilità dell Ente, per il quale qualora la responsabilità del fatto illecito sia imputabile ad amministratori o rappresentanti di persona giuridica ai sensi e per gli effetti del comma 3, sono tenuti in solido la persona giuridica ed i soggetti che siano subentrati nei diritti della persona stessa secondo le previsioni del D. Lgs. n. 231/2001 in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni. La Direttiva 2008/99/CE del 19/11/2008 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Comunità Europee del 06/12/2008 in materia di tutela penale dell ambiente impone agli Stati membri l introduzione, entro il 26/12/2010 di un corposo numero di illeciti contro l ambiente e l estensione della responsabilità di tali reati anche alle persone giuridiche. Pagina 8 di 15

9 3 ESIMENTE RESPONSABILITÁ DELL ENTE Ai sensi dell art. 6 del Decreto, l Ente non risponde per reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio da parte di soggetti apicali o persone che esercitano anche di fatto la gestione e il controllo dell ente o da persone sottoposte alla vigilanza da parte di tali soggetti o della direzione (e quindi escludendo il caso di interesse esclusivo personale) qualora si verifichino le condizioni di seguito esposte. L organo dirigente dimostri di aver adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, un modello di organizzazione e di gestione idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi. Sia stato affidato ad un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo (OdV e Comitato Etico) il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli di curare il loro aggiornamento. Le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente il modello di organizzazione e di gestione. Non vi e' stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell'odv o del Comitato Etico. Il modello di organizzazione e di gestione deve rispondere alle seguenti esigenze: -individuare le attività nell ambito delle quali possono essere commessi i reati ( attività sensibili ); -prevedere specifici protocolli volti a programmare la formazione e l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione ai reati da prevenire; -individuare le modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati; -prevedere obblighi di informazione verso l OdV e/o verso il Comitato Etico; -introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello stesso. L'efficace attuazione del modello si verifica qualora sia periodicamente verificato ed eventualmente modificato nei casi in cui si rilevino significative violazioni delle prescrizioni ovvero qualora intervengano mutamenti nell'organizzazione o nell'attività e qualora sia predisposto un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. 4 LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEL MODELLO Il presente Modello è stato redatto in linea con le indicazioni fornite dalle Linee guida per la costruzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. n 231/2001 emanate da Ancst (Associazione Nazionale delle Cooperative di Servizi) nel 2 luglio 2009 aggiornato e divenuto efficace il 19 gennaio 2010 sulla base delle osservazioni formulate dal Ministero della Giustizia il 18 gennaio 2010, che possono essere riassunte e schematizzate come segue: >individuazione delle aree di rischio volta a verificare in quale area aziendale sia possibile la realizzazione degli eventi pregiudizievoli previsti dal Decreto; -predisposizione di un sistema di controllo in grado di prevenire i rischi, le cui componenti più rilevanti sono: - codice etico; - sistema organizzativo; - procedure (manuali ed informatiche); - poteri autorizzativi e di firma; - sistemi di controllo e gestione; - formazione e informazione del personale Le componenti del sistema di controllo devono rispondere ai seguenti principi generali: * verificabilità, documentabilità, coerenza e congruenza di ogni operazione effettuata; * separazione delle funzioni; * documentazione dei controlli. Previsione di un adeguato sistema sanzionatorio per la violazione delle norme del codice etico e delle procedure previste dal modello; individuazione dei requisiti dell Organismo di Vigilanza (OdV) e del Comitato Etico: autonomia ed indipendenza; professionalità; continuità di azione. Le Linee Guida elaborate da Ancst hanno carattere generale e non assoluto ma non sono vincolanti, in quanto il presente Modello Organizzativo è stato costruito sulla base della realtà aziendale. Pertanto è possibile che, in alcuni punti, si discosti dalle Linee Guida prese a riferimento. 5 L ADOZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO COME STRUMENTO DI PREVENZIONE DEI REATI PRESUPPOSTI La dirigenza di Aster Coop ha scelto di predisporre e adottare il presente Modello Organizzativo ai sensi del D.lgs. 231/01 al fine di impiegarlo come strumento di controllo interno volto alla prevenzione dei reati ipotizzati dal suddetto Decreto. La direzione aziendale è consapevole del fatto che tale modello organizzativo richiede un impegno ed una applicazione costanti al fine di eliminare o perlomeno ridurre ad una remota possibilità l eventualità che tali reati si realizzino durante le consuete attività aziendali. Ritiene inoltre necessaria la partecipazione e la condivisione dell etica aziendale non solo da parte di tutti i lavoratori ma anche dei consulenti, dei partner, dei fornitori e di tutti coloro che a qualsiasi titolo interagiranno con Aster Coop. A tale scopo la dirigenza ha previsto l invio a tutti i soggetti precedentemente indicati di una copia del codice etico Pagina 9 di 15

10 chiedendone la condivisione dei principi ivi esposti. L Organo Amministrativo nel corso della riunione svolta in ha adottato il presente Modello e ha nominato i membri dell Organismo di Vigilanza (di seguito abbreviato OdV). L OdV ha il compito di vigilare sulla corretta osservanza di quanto disposto dal Modello organizzativo e di curarne l aggiornamento, secondo le modalità descritte in dettaglio nel capitolo 8. L adozione e l efficace attuazione del modello di organizzazione e di gestione lo rendono idoneo ad avere efficacia esimente ai sensi del Decreto STRUTTURA AZIENDALE 6.1 Il sistema di deleghe e procure L azienda Aster Coop ha provveduto a definire un organigramma chiaro e dettagliato correlato da un sistema di deleghe strutturato in maniera coerente con i compiti e le responsabilità delle singole funzioni aziendali (vedi allegato A). Questo sistema di deleghe e procure viene formalizzato ai diretti interessati al fine del rispetto dello stesso e dell esercizio della funzione e la documentazione viene conservata negli uffici di competenza. In linea di principio il sistema di deleghe e procure vigente è caratterizzato da elementi di sicurezza ai fini della prevenzione dei reati e, allo stesso tempo, consente una gestione ottimale delle diverse attività aziendali. Per delega si intende l atto interno con cui vengono conferiti ad un soggetto funzioni e compiti ben definiti insieme alla autorità necessaria per il loro assolvimento, mentre la procura è il negozio giuridico unilaterale con cui la società attribuisce ad un soggetto poteri di rappresentanza nei confronti di terzi. Le deleghe coniugano i poteri di gestione con le relative responsabilità e con un adeguata posizione all interno dell organigramma aziendale, descrivono in maniera specifica e inequivocabile i poteri del delegato, sempre coerentemente con i principi e gli obiettivi decisi dalla direzione, definiscono poteri di spesa adeguati alla funzione ricoperta. Tali documenti sono redatti in forma scritta, vengono conservati negli uffici di competenza e sono aggiornati ogniqualvolta intervengano mutamenti organizzativi. Le procure vengono conferite a persone fisiche espressamente individuate nella procura stessa, definiscono i poteri di gestione e, qualora necessario, sono accompagnate da apposite comunicazioni che definiscono l estensione dei poteri di rappresentanza ed eventualmente i limiti di spesa, richiamando in ogni caso il rispetto dei vincoli definiti nel corso delle procedure di approvazione del budget e degli eventuali extrabudget. 6.2 Il sistema di controllo di gestione dei flussi finanziari Al fine di realizzare una corretta gestione dei flussi finanziari e di garantire la piena rispondenza di tutte le decisioni adottate a criteri di trasparenza e tracciabilità è previsto un controllo volto a prevenire tutti i reati ipotizzabili presentati al capitolo 2. In questo ambito la gestione degli aspetti finanziari dell azienda costituisce un elemento significativo e il controllo procedurale prevede sostanzialmente l utilizzo di strumenti quali l abbinamento di firme e la separazione dei compiti (es. decisione di acquisto e conduzione della trattativa). Il sistema di controllo di gestione ha il compito di individuare immediatamente la presenza di situazioni di criticità generale e/o particolare e l insorgenza di nuove problematiche, anche tramite l elaborazione di opportuni indicatori e l istituzione di un sistema autorizzativo che prevede poteri di firma assegnati in coerenza con le responsabilità organizzative e gestionali, in modo da realizzare concretamente la separazione dei compiti stessi. 6.3 L organizzazione della sicurezza I reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi in violazione delle norme di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, possono verificarsi durante lo svolgimento di qualsiasi attività dell Azienda e conseguentemente possono investire la totalità delle componenti aziendali. Per reati di siffatta natura, l analisi preventiva della possibilità che possano verificarsi viene effettuata in sede di redazione dl documento di valutazione dei rischi effettuata secondo i criteri previsti dalla vigente normativa in materia di sicurezza e igiene del lavoro, sanciti dal D. Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. In conformità a quanto previsto dall art. 30 dello stesso Decreto, Aster Coop ha adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente dalla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica. Tutte le predette attività e le modalità di registrazione vengono poi dettagliatamente descritte negli allegati protocolli. Al fine di prevenire la commissione di tali reati, è stata istituita una struttura organizzativa con compiti e responsabilità in materia di salute e sicurezza sul lavoro definiti formalmente in coerenza con lo schema organizzativo e funzionale dell Azienda. Al vertice di tale organizzazione c è il Datore di Lavoro, il quale ha due compiti non delegabili, ossia la valutazione di tutti i rischi e la designazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. Il datore di lavoro attribuisce al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo necessari per l adozione e l attuazione delle misure di sicurezza e dei mezzi di prevenzione ritenuti più idonei ai fini della tutela di tutti i lavoratori, nonché delle misure di vigilanza e controllo in materia Pagina 10 di 15

11 di igiene del lavoro. Il RSPP deve avere autonomia decisionale e poteri di spesa idonei allo svolgimento dei suoi compiti, senza i quali la delega stessa risulterebbe priva di efficacia. Questa organizzazione in termini di sicurezza ripartisce tra Datore di Lavoro, il RSPP, i RLS, i Dirigenti e i Preposti i diversi obblighi, e ognuno di questi soggetti, nell ambito delle rispettive attribuzioni e competenze, è tenuto ad osservare e applicare le disposizioni in materia di salute e sicurezza dei lavoratori. Il Datore di lavoro infatti ha il compito di predisporre mezzi e strutture, ma poi i Dirigenti hanno l onere di organizzare in maniera adeguatamente sicura le strutture e i mezzi messi a disposizione dal Datore di Lavoro, mentre i Preposti hanno l obbligo di vigilare sulla corretta osservanza da parte dei lavoratori delle misure e delle procedure di sicurezza predisposte dalle competenti funzioni aziendali. Gli stessi lavoratori infine sono direttamente responsabili della sicurezza propria e delle altre persone presenti sul luogo di lavoro e devono operare secondo le istruzioni e le direttive fornite in primis durante la formazione e in sede operativa dai diretti preposti. In collaborazione con le figure precedentemente descritte operano il Medico Competente ed il Servizio di Prevenzione e Protezione, che coadiuvano il Datore di Lavoro, i Dirigenti ed i Preposti nell elaborazione e nell applicazione di una corretta ed efficace politica antinfortunistica. 7 STRUTTURA DEL MODELLO 7.1 Le attività sensibili e le funzioni aziendali coinvolte All interno di Aster Coop vengono svolte diverse attività, alcune delle quali possono essere considerate a rischio per quanto riguarda la commissione dei reati elencati al capitolo 2. Al fine di individuare le attività maggiormente esposte a questi reati, oltre a quelli inerenti la sicurezza sul lavoro, è stata condotta un attenta analisi dei processi aziendali da parte della direzione, con una mappatura delle attività sensibili e una conseguente attribuzione della gravità (G) e della probabilità (B) che il reato possa verificarsi (allegato B). La combinazione della gravità e della probabilità di accadimento ha permesso la determinazione dell indice di criticità (C) secondo la formula: gravità (G) x probabilità (P) = criticità (C) in questo modo è stata individuata una serie di attività a rischio reato ed è stata introdotta anche una scala di criticità crescente. Questa analisi ha quindi permesso alla Direzione aziendale di individuare le attività sensibili, ovvero quelle attività nel cui ambito si ritiene che sia verosimile la possibilità che possano essere commessi reati rilevanti ai sensi del Decreto, nell interesse o a vantaggio dell azienda, e di definire dei protocolli di comportamento idonei a prevenire i reati e contrastare le situazioni di rischio di commissione dei reati ipotizzabili (allegato C). 7.2 I risultati della mappatura delle attività sensibili Sulla base di quanto emerso dall analisi precedentemente descritta nella specifica realtà di Aster Coop le attività sensibili evidenziate sono: rapporti c on la Pubblica Amministrazione per il rilascio di concessioni, autorizzazioni, convenzioni, ecc.; richieste di finanziamenti pubblici (ad es. ricerca e sviluppo, obiettivo 2, formazione); attività di formazione del bilancio, delle relazioni, dei prospetti e delle comunicazioni sociali previste dalla legge; flussi informativi da e per le società di revisione; rapporti con Ufficiali di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza; acquisizione di consulenze; assunzione di personale; accesso, permanenza e svolgimento di attività nei luoghi di lavoro da parte di dipendenti, fornitori, consulenti, partner e visitatori, nonché le attività di controllo inerenti; attività che prevedono l impiego del videoterminale e della connessione alla rete internet Considerate le aree di attività dell Azienda, si ritiene che il rischio di commettere gl i altri reati previsti dal Decreto, abbiano una remotissima probabilità di accadimento. Alcune tipologie di reato riportano una grado di probabilità elevato non perché siano accaduti casi del genere in Aster Coop, bensì per il fatto che impiegati in tali attività vi sono molti soggetti ed è quindi più probabile che condotte previste come reato avvengano. Si fa riferimento in particolare ai reati in tema di violazione delle norme sulla sicurezza sul luogo di lavoro, ove è riportato un grado di criticità pari a 20. Ciò appunto significa che Aster Coop ritiene l ambito in questione molto importante e meritevole di attenzione particolare. 7.3 Principi generali di comportamento e protocolli preventivi Al fine di prevenire i reati previsti, il comportamento di tutto il personale dell Azienda, dei consulenti, dei partner, dei fornitori e di tutti coloro che a qualsiasi titolo interagiranno con esso dovrà conformarsi a quanto previsto dalle normative vigenti, dal presente Modello e dal Codice Etico (allegato D). È stato quindi predisposto un sistema di protocolli atti a prevenire efficacemente la possibilità di commissione dei reati in Pagina 11 di 15

12 relazione ai processi sensibili individuati (allegato C). 7.4 Modalità di modifica ed integrazione: segnalazione all Organismo di Vigilanza Nel caso in cui vengano emanate nuove normative che vadano a modificare e/o a integrare il Decreto oppure qualora avvengano cambiamenti organizzativi all interno dell azienda, può rendersi necessario un aggiornamento del presente Modello. L OdV (e il Comitato Etico se nominato), seguendo le modalità descritte nel capitolo 8, ha il compito di gestire ed organizzare le informazioni che rileva e che gli vengono fornite in maniera tale da suggerire le modifiche e gli aggiornamenti più opportuni. 8 L ORGANISMO DI VIGILANZA 8.1 Natura, qualificazione, nomina e durata in carica dell OdV Ai sensi dell art. 6 del Decreto e ai fini di un efficace attuazione del Modello, è necessario individuare un organismo interno dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo, con il compiti di vigilare sul funzionamento e sull osservanza del Modello e di provvedere al suo aggiornamento. Aster Coop, consapevole della propria specifica realtà aziendale, ha provveduto a nominare l Organismo di Vigilanza in data L OdV resta in carica per tre anni oppure fino alla sua revoca da parte dell Organo Amministrativo della Società. La normativa non fornisce indicazioni specifiche in merito alla composizione e la natura di questo Organismo, tuttavia si possono ritrovare alcune indicazioni in proposito all interno delle Linee Guida emanate da Ancst. 8.2 Requisiti, poteri e compiti dell OdV I componenti dell OdV devono possedere competenze tali da garantire l idoneità dell OdV stesso a svolgere con professionalità, competenza e continuità d azione i propri compiti, nel rispetto dei requisiti di indipendenza ed autonomia richiesti dalla normativa. L OdV si occupa di vigilare sul corretto funzionamento e sull osservanza del Modello nel suo complesso e di aggiornarlo qualora si renda necessario. Per svolgere efficacemente le proprie funzioni, l OdV ha la facoltà di effettuare in qualsiasi momento attività di ispezione e controllo, ha libero accesso a tutti i documenti e a tutte le informazioni presso tutte le funzioni aziendali ritenuti necessari per lo svolgimento dei compiti previsti e può avvalersi, sotto la propria sorveglianza e responsabilità, dell ausilio di tutte le Risorse Umane dell Azienda ovvero di consulenti esterni. Sul piano operativo l OdV, ai sensi degli art. 6 e 7 del Decreto, ha il compito di: verificare periodicamente la mappa delle aree sensibili, al fine di aggiornarla tempestivamente ai sopraggiunti cambiamenti delle attività e/o della struttura aziendali; effettuare periodicamente verifiche volte all accertamento di quanto previsto dal Modello, documentando tale attività; verificare l adeguatezza e l efficacia del Modello a prevenire i reati introdotti dal Decreto e curandone l aggiornamento alle integrazioni introdotte dalle norme successive. In particolare in tema di salute e sicurezza sul lavoro, l OdV si rapporta continuamente con il RSPP, che nei suoi confronti deve mantenere la stessa funzione consulenziale prevista verso il Datore di Lavoro. Il RSPP in tale ottica è quindi qualificabile come un controllo tecnico-operativo o di primo grado, mentre l OdV assume le funzioni di controllore dell efficienza ed efficacia delle procedure rilevanti ai sensi del Decreto, o controllo di secondo grado. 8.3 Flussi informativi verso l OdV L OdV (e il Comitato Etico se nominato) è l organo aziendale di riferimento al quale deve essere fornito qualsiasi tipo di informazione, documentazione e/o comunicazione, proveniente anche da terzi, ed attinente l attuazione del Modello stesso che possa influire sull organizzazione dell Azienda e sul presente Modello, o comunque riguardante le attività svolte. Chiunque venga a conoscenza di informazioni e/o notizie, anche ufficiose, relative alla commissione dei reati previsti dal Decreto, o comunque riguardanti possibili violazioni del Modello, ha il compito di informare, se possibile, il proprio Responsabile, affinché poi riferisca all OdV oppure si rivolga direttamente all OdV tramite la casella di posta elettronica appositamente predisposta oppure con la cassetta di posta posizionata all interno dell azienda. 8.4 Informativa dell OdV verso gli Organismi societari L OdV si occupa di redigere, firmare e trasmettere con cadenza semestrale una relazione all Organo Amministrativo e al Consiglio di Sorveglianza. In questa relazione devono essere riportati i controlli effettuati nell ultimo periodo e il loro esito, con eventualmente l indicazione delle violazioni del Modello rilevate e il relativo rinvio agli organismi societari competenti. All interno della relazione devono essere inoltre evidenziate le eventuali carenze riscontrate nel Modello e i conseguenti correttivi da adottare, comprensivi di un indicazione in merito alle necessità e alle modalità di aggiornamento. Pagina 12 di 15

13 8.5 Sistema di controllo e verifiche periodiche L OdV svolge una programmazione annuale delle proprie attività specificando la frequenza delle verifiche da attuarsi ai sensi del Decreto, in coerenza con i principi contenuti nel Modello. I settori di attività da esaminare vengono scelti in funzione delle attività sensibili, così come sono state individuate nella relativa mappatura dei rischi. Tali verifiche potranno inoltre essere condotte anche da personale terzo, esterno alle società, al fine di assicurare una maggiore imparzialità qualora le circostanze lo richiedano. Oltre alle verifiche programmate l OdV ha la possibilità di effettuate degli ulteriori controlli anche occasionalmente e a propria discrezione, al fine di assicurare una maggiore attenzione al rispetto delle previsioni del Modello. I risultati di tale ulteriore attività di controllo diventano parte integrante della relazione trimestrale che l OdV ha l obbligo di redigere, e sono uno degli elementi principali per definire le necessità di aggiornamento e di modifica del Modello. Qualora l OdV, a seguito di un istruttoria, rilevi la violazione del Modello oppure la commissione di uno dei reati previsti dal Decreto, ha il compito di deferire l autore dell illecito al Responsabile del Personale, che ha il compito di decidere in merito all applicazione di eventuali provvedimenti disciplinari. 8.6 Poteri di spesa Per lo svolgimento dei propri compiti, l OdV ha a disposizione un budget stabilito di anno in anno dall Organo Amministrativo. Tale somma può essere impiegata, ad esempio, per richiedere consulenze e pareri da parte di soggetti esterni competenti in specifiche materie, oppure anche, se necessario, per far effettuare verifiche dell applicazione del modello da parte di terzi. 8.7 Compenso dei componenti dell Organismo di Vigilanza I componenti dell OdV (e del Comitato Etico se nominato), per lo svolgimento delle loro funzioni e indipendentemente dal numero di presenze registrato, ricevono un compenso stabilito nell atto di nomina dell Organo Amministrativo. Il pagamento di detto compenso non costituisce causa di dipendenza. 9 SISTEMA PREMIANTE E APPARATO SANZIONATORIO 9.1 Premi ed incentivi Aster Coop, sulla base degli accordi e dei contratti stipulati, può decidere di erogare premi ai propri Dipendenti ed ai propri Dirigenti. Pertanto, nelle procedure di definizione degli stessi, viene evidenziato che il loro conseguimento è legato, oltre che al raggiungimento dell obiettivo previsto, anche al rispetto del Modello e del Codice Etico. Analogamente ai premi, anche gli eventuali incentivi verranno erogati seguendo gli stessi criteri. 9.2 Il quadro sanzionatorio Nel caso in cui si verifichi una violazione del Modello da parte di un Dipendente, di un Dirigente o di un qualsiasi altro soggetto a diverso titolo legato all Azienda, l OdV (e il Comitato Etico) deve aprire un istruttoria in merito. Qualora il risultato di questa istruttoria dovesse confermare l avvenuta violazione del Modello l OdV, in qualità di soggetto legittimato all accertamento delle violazioni, ha il compito di deferire il responsabile di tale violazione al Responsabile del Personale che è tenuto a decidere in merito all eventuale applicazione di una sanzione disciplinare. Tale sanzione viene disposta a prescindere dall apertura di un eventuale procedimento penale e dal fatto che l azione compiuta possa configurarsi o meno come un reato, in quanto il presente Modello è stato adottato dal Azienda indipendentemente dall eventuale illecito che determinate condotte possono comportare. Quanto alla tipologia di sanzioni inserite nel codice disciplinare, va precisato che, nel caso di rapporto di lavoro subordinato, qualsiasi provvedimento sanzionatorio sarà adottato nel rispetto delle procedure previste dall art. 7 dello Statuto dei Lavoratori, dai Contratti Collettivi Nazionali e dal Regolamento Interno della cooperativa di cui al sistema disciplinare. 9.3 Misure nei confronti di Amministratori, Dirigenti e Componenti del Consiglio di Sorveglianza L OdV segnalerà al Consiglio di Sorveglianza eventuali violazioni delle procedure previste dal Modello, o di un comportamento non conforme alle stesse, da parte di Amministratori e Dirigenti, e informerà l Organo Amministrativo nel caso detto comportamento venga adottato da parte di uno o più dei membri del Consiglio di Sorveglianza, affinché vengano presi gli opportuni provvedimenti. 9.4 Misure nei confronti di Quadri, Impiegati ed Operai I comportamenti tenuti dal personale dipendente in violazione delle regole e delle procedure contenute nel presente Modello sono definiti come illeciti disciplinari e contro di essi il Responsabile del Personale adotta i provvedimenti disciplinari previsti dal Regolamento Interno della cooperativa di cui al sistema disciplinare vigente ed applicato. Pagina 13 di 15

14 Le sanzioni saranno commisurate alla gravità della violazione ed all eventuale reiterazione della stessa, secondo un principio di proporzionalità, tenendo conto: dell intenzionalità del comportamento o del grado di negligenza, imprudenza o imperizia, con riguardo anche alla prevedibilità dell evento; del comportamento complessivo del lavoratore, con particolare riguardo alla sussistenza o meno di precedenti disciplinari dello stesso; alle mansioni del lavoratore; alla posizione funzionale delle persone coinvolte nei fatti costituenti la mancanza; alle altre particolari circostanze che accompagnino la violazione disciplinare. 9.5 Misure nei confronti di Fornitori, Consulenti e Partner Ogni violazione da parte di Fornitori, Consulenti e Partner delle regole di cui al presente Modello, o commissione dei reati rilevanti ai fini del Decreto, comporterà le conseguenze previste nelle specifiche clausole inserite nei relativi contratti. Aster Coop prevedrà l inserimento in tutti i contratti di una clausola risolutiva in caso di violazione dell impegno a rispettare il Codice Etico e/o le disposizioni del Modello. Qualora da tale comportamento derivino danni concreti per Aster Coop, come nel caso di applicazione da parte del Giudice delle misure previste dal Decreto, l azienda si riserva di richiedere un risarcimento. 10 SELEZIONE DEL PERSONALE E DIFFUSIONE DEL MODELLO 10.1 Selezione del personale Il processo di ricerca, selezione e gestione del personale viene gestito dall ufficio amministrazione. Di norma, la procedura di ricerca, selezione e assunzione prevede che: Il Presidente, sulla base delle esigenze aziendale e delle richieste sollevate dai responsabili dei singoli settori aziendali, valuta la possibilità di inserimento di nuovi collaboratori e se decide in tal senso, richiede al Responsabile del Personale di procedere nella ricerca, specificando i requisiti della persona da inserire e i compiti che dovrà svolgere. Il Responsabile del Personale si rivolge ai canali di reclutamento più idonei per l individuazione dei candidati, esaminando i curricula per individuare quelli più rispondenti alle necessità aziendali. Il Responsabile del Personale, insieme al RSPP o ai Responsabili dei reparti interessati, convoca i candidati ritenuti più idonei per un colloquio più approfondito. Una volta individuato il candidato idoneo, il Responsabile del Personale si occupa della gestione della fase finale del processo, dell offerta economica, dei relativi adempimenti contrattuali e della predisposizione del piano di inserimento. Il Responsabile del Personale conserva in archivio la documentazione relativa alla selezione per almeno 5 anni, in modo da poter garantire la massima trasparenza e tracciabilità delle scelte effettuate Formazione del personale L attività di formazione, finalizzata a diffondere la conoscenza del Decreto, del Modello e delle regole in esso contenute, è differenziata nei contenuti e nelle modalità di erogazione, in funzione della qualifica e delle mansioni dei destinatari, del livello di rischio dell area in cui operano, dell avere o meno funzioni di rappresentanza dell Azienda. La società dispone pertanto livelli diversi di informazione e formazione attraverso idonei strumenti di diffusione. In particolare la formazione persegue i seguenti obiettivi: - informare tutto il personale sui principi del Decreto; - illustrare i contenuti del Modello Organizzativo adottato, con particolare riferimento ai comportamenti vietati ed a quelli doverosi, con esplicita descrizione delle sanzioni previste; - aggiornare il personale sulle modifiche e/o integrazioni della normativa di riferimento successivamente all adozione del Modello Organizzativo Selezione di Collaboratori esterni, Fornitori e Partner Alla scelta di Collaboratori esterni, Fornitori e Partner partecipano i Responsabili delle funzioni con cui queste figure collaboreranno e l ufficio Acquisti, al fine di individuare quelli più idonei alle esigenze aziendali. In via generale il processo prevede che: -il Responsabile di funzione si rivolga in via prioritaria a Collaboratori, Fornitori e Partner consolidati, con i quali l Azienda collabora ormai da diverso tempo e si sia instaurato un rapporto fiduciario; -qualora tra questi nessuno risponda alle esigenze in questione, il Responsabile di funzione si rivolge alla Divisione Acquisti per ricercare i professionisti più adatti alla situazione; -insieme sceglieranno la persona o la società più adatta, non considerando l aspetto economico come quello determinante Informazione di Collaboratori esterni, Fornitori e Partner Il Collaboratore esterno, il Fornitore o il Partner individuato riceve copia del presente Modello e firma un apposita ricevuta con la quale afferma di accettare quanto previsto dallo stesso. Nel contratto stipulato viene quindi prevista un apposita Pagina 14 di 15

15 clausola che lo impegna al rispetto dei principi di organizzazione e gestione inclusi nel Codice Etico, la cui violazione prevederà la possibilità per Aster Coop di risolvere il contratto senza ulteriori obblighi Diffusione del Modello Al fine di rendere il presente Modello effettivamente idoneo a prevenire la commissione dei reati previsti dal Decreto, è necessario che tutto il personale ne sia portato a conoscenza. L OdV provvede affinché il personale direttivo dell Azienda, dopo un corso di formazione iniziale, riceva di aggiornamento, sia costantemente coinvolto nell attuazione del modello e partecipi ad incontri periodici e corsi di formazione specifici. L OdV inoltre verifica che per tutto il personale le cui mansioni rientrano nelle attività sensibili venga effettuato un corso di formazione iniziale, mirato soprattutto alla conoscenza e all applicazione delle procedure previste dal Modello, successivamente che tale personale sia costantemente aggiornato in relazione all evoluzione della normativa e delle procedura attraverso informative interne e partecipi a incontri periodici e corsi di formazione specifici. Pagina 15 di 15

Si elencano di seguito i reati attualmente ricompresi nell ambito di applicazione del D.Lgs. 231/2001:

Si elencano di seguito i reati attualmente ricompresi nell ambito di applicazione del D.Lgs. 231/2001: MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001 ADECCO ITALIA S.P.A. - ELENCO DEI REATI 231 - Si elencano di seguito i reati attualmente ricompresi nell ambito di applicazione

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