Allegato A. Condizioni dell AIA
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- Aldo Zanetti
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1 Condizioni dell AIA Ai sensi dell art. 10 della Legge 241/90 e smi sono richiamate integralmente le motivazioni indicate nel parere di ARPA e nel Rapporto Ambientale, nonché le modalità per superare le motivazioni ostative A SEZIONE INFORMATIVA A1 DEFINIZIONI AIA: Autorizzazione Integrata Ambientale, necessaria all esercizio delle attività definite nell Allegato I della direttiva 96/61/CE e D.Lgs. 59/05 (la presente autorizzazione) Autorità competente: l'amministrazione che effettua la procedura relativa all Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi delle vigenti disposizioni normative (la Provincia di Forlì Cesena) Organo di controllo: Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione dell'ambiente incaricate dall autorità competente di partecipare, ove previsto, e/o accertare la corretta esecuzione del piano di monitoraggio e controllo e la conformità dell impianto alle prescrizioni contenute nell AIA (ARPA) : qualsiasi persona fisica o giuridica che detiene o gestisce l'impianto LA CART. Le rimanenti definizioni della terminologia utilizzata nella stesura della presente autorizzazione sono le medesime di cui all art.2 comma 1 del D.Lgs. 59/05; A2 INFORMAZIONI SULL IMPIANTO Denominazione : Ditta LA CART srl Sede di stabilimento: Comune di Cesena via Fossalta 3679 Sede legale : Sede legale Rimini via Alda Costa 5 Attività: la Ditta svolge attività di gestione rifiuti. La Ditta è assoggettata alla disciplina del D.Lgs 59/05 in quanto si configura come attività compresa al punto 5.1 dell allegato 1 del Dlgs 59/05 Impianti per l eliminazione o il recupero di rifiuti pericolosi con capacità di oltre 10 tonnellate al giorno ; 1
2 L azienda è certificata con Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI EN ISO Il sistema è stato verificato e certificato dall ente certificatore DNV (accreditato dal SINCERT), con atto n. 391 del A3 ITER ISTRUTTORIO L iter autorizzativo è stato effettuato nel rispetto dei passaggi procedurali fissati dalla vigente normativa regionale e nazionale A4 AUTORIZZAZIONI SOSTITUITE Tipologia Ente preposto al rilascio dell autorizzazione Numero autorizzazione Aria Provincia Forlì Cesena n. 82 del Acqua Comune di Cesena prot. n. del Rifiuti Provincia di Forlì-Cesena n. 94 del A5 MODIFICHE APPORTATE ALL INTERNO DELLA PROCEDURA DI AIA All interno della presente procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale sono state valutate in sede di Conferenza dei Servizi le modifiche descritte nel paragrafo 2.A del Rapporto Ambientale. In relazione agli interventi edilizi proposti e progettati dalla ditta La Cart all interno della procedura di VIA+AIA, considerati ambientalmente compatibili il Comune di Cesena rilascerà apposito permesso di costruire ai sensi della Legge Regionale 31/02. 2
3 B SEZIONE FINANZIARIA B.1 CALCOLO TARIFFE ISTRUTTORIE COMPLESSITA DELL IMPIANTO IN RELAZIONE A INDICATORI DI IMPATTO ASPETTO AMBIENTALE INDICATORE NUMER O RANGE VALORE INDICATORE (B,M,A) B M A n punti > 7 B sorgente portate Emissioni n inquinanti > 7 B convogliate in Quantità (m atmosfera /h) > B diffuse Si/no Si fuggitive Si/no No consumi Quantità prelevata (m 3 all incirca /giorno) >4.000 B Bilancio idrico Rifiuti scarichi n inquinanti > 7 B quantità scaricata <2000 >4.000 B (m /giorno) n CER rifiuti non pericolosi n CER rifiuti pericolosi quantità annua di rifiuti prodotta (ton) n sostanze inquinanti N sorgenti di potenziale Fonti di potenziale contaminazione contaminazione suolo Area occupata dalle sorgenti di potenziale Rumore contaminazione (m 2 ) N sorgenti > 11 A > 7 A > A > 21 B > 11 M >1000 all incirca >10 all incirca > A > 20 B 3
4 CALCOLO DELL INDICE DI COMPLESSITA Contributi corrispondenti ad un livello dell indicatore (espresso in numero di ore) Contributo all indice di Indicatore A (alta) M (media) B (bassa) complessità(espresso in numero di ore) N sorgenti 7 3,5 1,5 1,5 Emissioni N inquinanti 7 3,5 1,5 1,5 Convogliate Quantità 7 3,5 1,5 1,5 Emissioni diffuse Si 4,5 4,5 Emissioni fuggitivesi 4,5 0 Quantità prelevata 7 3,5 1,5 1,5 Bilancio N inquinanti 7 3,5 1,5 1,5 Idrico Quantità scaricata 7 3,5 1,5 1,5 Rifiuti N CER rifiuti non pericolosi N CER rifiuti pericolosi Quantità rifiuti prodotta 7 3,5 1, ,5 1, ,5 1, ,5 1,5 N inquinanti Contaminazione suolo N sorgenti 5 3 1,5 1,5 Area occupata 5 3 1,5 5 Rumore n sorgenti 8 5 4,5 4,5 Somma contributi indicatori 47 Impianto dotato di certificazione ISO x 0,8 Indice di complessità delle attività istruttorie IC 37,6 (espresso in numero di ore) L impianto risulta avere una complessità BASSA La tariffa versata come anticipo delle spese istruttorie è: TARIFFA= = 1.450,00 Anche sulla base delle osservazioni fatte, il calcolo dell indice di complessità conferma il risultato di un impianto di complessità Bassa. B2 FIDEJUSSIONI Per l esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero rifiuti il gestore dell impianto è tenuto a prestare a favore della provincia di Forlì-Cesena una garanzia finanziaria da determinarsi alla luce dei criteri e degli importi stabiliti dalla Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell art. 133 della L.R. 3/99, con Delibera di G.R. n del L importo di tale garanzia finanziaria deve essere determinato considerando: 4
5 le operazioni di recupero e di smaltimento non funzionalmente dipendenti esercitate presso l impianto; i quantitativi autorizzati; l eventuale conseguimento, da parte del gestore, di certificazioni ambientali secondo la norma UNI EN ISO e/o di registrazioni ai sensi del Regolamento CE 761/01 (EMAS) B2.1 Determinazione dell importo della garanzia finanziaria In riferimento alle attività di gestione rifiuti esercitate dalla ditta La Cart S.r.l. presso l impianto sito in Comune di Cesena, via Fossalta 3679, si evidenzia quanto segue: le operazioni autorizzate presso l impianto sono le seguenti: D15 Deposito preliminare R13 Messa in Riserva i quantitativi massimi autorizzati sono pari a: 567 tonnellate di rifiuti pericolosi 430 tonnellate di rifiuti non pericolosi gli importi previsti dalla D.G.R. 1991/03 per lo svolgimento delle operazioni di stoccaggio D15 e R13 sono pari rispettivamente a 200 /t (con un minimo di ) per i rifiuti pericolosi 140 /t (con un minimo di ) nel caso di rifiuti non pericolosi. il sistema di gestione ambientale adottato dalla ditta La Cart risulta conforme ai della normativa UNI EN ISO (certificato 391 del ) e pertanto, ai sensi di quanto previsto all art. 210 comma 3 del D.Lgs. 152/06 gli importi sopra descritti devono essere ridotti del 40%. Alla luce delle valutazioni sopra descritte l importo della garanzia finanziaria risulta pari a: (567 t*200 /t t * 140 /t ) *0,6= ,00 L importo della garanzia sopra descritto è stato determinato con riferimento alla normativa oggi vigente e potrà essere rideterminato e aggiornato alla luce di eventuali modifiche apportate al quadro normativo nazionale e regionale nel corso di validità del presente atto, ovvero del mancato mantenimento della certificazione ambientale UNI EN ISO B 2.2.Modalità e tempi di presentazione della garanzia finanziaria Nel termine perentorio di 90 giorni dalla data del presente atto la garanzia finanziaria già prestata a favore della Provincia di Forlì-Cesena deve essere adeguata in riferimento alla validità e alle disposizioni contenute nel presente atto. In particolare: a) il nuovo importo della garanzia finanziaria da prestare a favore dell Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena, come sopra descritto, è pari a ,00 b) la validità della garanzia finanziaria dovrà essere pari alla validità del presente atto maggiorata di due anni; c) la ditta potrà provvedere ad adeguare la garanzia finanziaria esistente ovvero potrà prestarne una nuova. Qualora fosse presentata una nuova garanzia finanziaria in 5
6 sostituzione di quella attualmente prestata, quest ultima potrà essere svincolata decorsi 2 anni dall accettazione della nuova polizza; d) qualora la ditta intenda presentare una nuova garanzia finanziaria in sostituzione di quella attualmente depositata, dovrà essere utilizzata una delle forme previste dalla Legge 10 giugno 1982, n. 348 e dalla deliberazione n del , e precisamente: reale e valida cauzione in numerario od in titoli di Stato, ai sensi dell art. 54 del regolamento per l amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello Stato, approvato con RD 23/5/1924, n. 827 e successive modificazioni; fidejussione bancaria rilasciata da aziende di credito di cui all art. 5 del RDL 12/3/1936, n. 375 e successive modifiche ed integrazioni (conforme allo schema di riferimento delle condizioni contrattuali di cui all Allegato B alla delibera della R.E.R. n. 1991/03); polizza assicurativa rilasciata da impresa di assicurazione debitamente autorizzata all esercizio del ramo cauzioni ed operante nel territorio della Repubblica in regime di libertà di stabilimento o di libertà di prestazione di servizi; (conforme allo schema di riferimento delle condizioni contrattuali di cui all Allegato C alla delibera della R.E.R. n. 1991/03); e) il mancato rispetto di quanto previsto al presente punto comporta la revoca dell autorizzazione previa diffida; Unitamente alla presente Autorizzazione Integrata Ambientale dovrà essere detenuta la comunicazione di avvenuta accettazione, da parte della Provincia di Forlì-Cesena, della garanzia finanziaria sopra descritta da esibire agli organi di controllo che ne facciano richiesta. 6
7 C SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE C1 INQUADRAMENTO AMBIENTALE E TERRITORIALE E DESCRIZIONE DELL ATTUALE ASSETTO IMPIANTISTICO Vedi paragrafo 1.A del Rapporto Ambientale C2 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI, CRITICITÀ INDIVIDUATE, OPZIONI CONSIDERATE E PROPOSTA DEL GESTORE Vedi paragrafo 2.A del Rapporto Ambientale C2.1 CERTIFICAZIONI AMBIENTALI L azienda è certificata con Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI EN ISO Il sistema è stato verificato e certificato con atto n. 391 del dall ente certificatore DNV. C3 VALUTAZIONE DELLE OPZIONI E DELL ASSETTO IMPIANTISTICO PROPOSTI DAL GESTORE CON IDENTIFICAZIONE DELL ASSETTO IMPIANTISTICO RISPONDENTE AI REQUISITI IPPC In riferimento all utilizzo delle Migliori Tecniche Disponibili (MTD), risulta che l impianto e la sua conduzione, per quanto concerne la sola fase di stoccaggio dei rifiuti, risponde ai requisiti minimi per l individuazione e l utilizzo delle MTD. Si ritiene comunque di prevedere una serie di miglioramenti sia impiantistici che gestionali meglio specificati e descritti nel rapporto ambientale di VIA e in questa AIA. Costituisce nota di merito, nell ambito della presente valutazione, il fatto che l impianto abbia ottenuto e stia mantenendo la certificazione ambientale UNI EN ISO
8 D SEZIONE DI ADEGUAMENTO DELL IMPIANTO E SUE CONDIZIONI DI ESERCIZIO D1 PIANO D ADEGUAMENTO DELL IMPIANTO E SUA CRONOLOGIA - CONDIZIONI, LIMITI E PRESCRIZIONI DA RISPETTARE FINO ALLA DATA DI COMUNICAZIONE DI FINE LAVORI DI ADEGUAMENTO Le Miglior Tecnologie Disponibili, le prescrizioni, le modalità operative e gestionali, i sistemi di contenimento definiti nella presente autorizzazione devono essere mantenuti in perfetta efficienza e governati in modo da garantire costantemente la massima efficienza ambientale. D2 CONDIZIONI GENERALI E SPECIFICHE PER L ESERCIZIO DELL IMPIANTO D2.1 Finalità Il è autorizzato all esercizio dell impianto di stoccaggio rifiuti ed è tenuto a rispettare i limiti, le condizioni, le prescrizioni e gli obblighi della presente sezione D. E fatto divieto contravvenire a quanto disposto dal presente atto e modificare l impianto senza preventivo assenso dell Autorità Competente (fatti salvi i casi previsti dall art.10 comma 1 D.Lgs. 59/05). D2.2 Condizioni relative alla gestione dell impianto. L impianto deve essere condotto con modalità e mezzi tecnici atti ad evitare pericoli per l ambiente ed il personale addetto. Nelle eventuali modifiche dell impianto il gestore deve preferire le scelte impiantistiche che permettano: di ottimizzare l utilizzo delle risorse ambientali e dell energia; di ridurre la produzione di rifiuti, soprattutto pericolosi; di ottimizzare i recuperi comunque intesi; di diminuire le emissioni in atmosfera. E fatto salvo quant altro previsto dalla normativa vigente e non precisato espressamente nel presente atto. D2.3 Comunicazioni e requisiti di notifica generali Il gestore dell impianto è tenuto a presentare annualmente entro il di ogni anno una relazione relativa all anno solare precedente, che contenga almeno: i dati relativi al piano di monitoraggio; un riassunto delle variazioni impiantistiche effettuate rispetto alla situazione dell anno precedente; un commento ai dati presentati in modo da evidenziare le prestazioni ambientali dell impresa nel tempo, valutando tra l altro il posizionamento rispetto alle MTD (in modo sintetico, se non necessario altrimenti) 8
9 documentazione attestante il mantenimento della certificazione ambientale UNI EN ISO Il gestore deve comunicare preventivamente le modifiche progettate dell'impianto (come definite dall'articolo 2, comma 1, lettera m) del D.Lgs. 59/05 all Autorità Competente all Organo di Controllo. Tali modifiche saranno valutate dall autorità competente Provincia di Forlì-Cesena ai sensi dell art. 10 del D.Lgs. 59/05. Il gestore deve comunicare il prima possibile (e comunque entro le 24 ore successive dall evento), in modo scritto (fax) all Autorità Competente e ad ARPA di Forlì-Cesena particolari circostanze quali: le fermate degli impianti di abbattimento delle emissioni in atmosfera e la tempistica per il ripristino dell inconveniente; incidenti di interesse ambientale; Il gestore, nella medesima comunicazione, deve stimare gli impatti dovuti ai rilasci di inquinanti, indicare le azioni di cautela attuate e/o necessarie. Successivamente, nel più breve tempo possibile, il gestore deve ripristinare la situazione autorizzata. Qualora il gestore decida di cessare l attività, deve preventivamente comunicare e successivamente confermare con raccomandata a/r all Autorità competente la data prevista di termine dell attività. D 2.4 emissioni in atmosfera 1. Dal 31 ottobre 2007 non sono autorizzate emissioni convogliate in atmosfera in quanto l unica attività consentita oltre tale data è unicamente quella dello stoccaggio di rifiuti. Per tale motivo inoltre dovrà essere disattivato il punto di emissione E1 indicato nella precedente autorizzazione alle emissioni. 2. Il dovrà provvedere per limitare le emissioni diffuse tramite l utilizzo di idonei contenitori per lo stoccaggio dei rifiuti. Inoltre il gestore dovrà attuare quanto previsto al capitolo Interventi di miglioramento e requisiti di notifica di questa AIA. D 2.5 emissioni in acqua e prelievo idrico 1. E autorizzato lo scarico : a) delle acque reflue domestiche nella fognatura nera di via Fossalta mediante allacciamento che preveda il pozzetto di consegna con Sifone Firenze alle seguenti prescrizioni contenute nel regolamento di fognatura comunale: è assolutamente vietato di immettere nelle latrine, bocche stradali o nelle fogne, acque o liquidi in genere che in qualsiasi modo ne danneggino i manufatti, come pure spazzature, immondizie, ceneri e corpi solidi. tutti i pozzetti devono essere mantenuti costantemente liberi da copertura in terreno e accessibili per la manutenzione ed eventuali controlli 9
10 b) delle acque meteoriche dei piazzali in fognatura bianca: tale scarico rimarrà attivo fino alla attivazione del progetto di prima pioggia; c) delle acque meteoriche dei pluviali nello scolo consorziale Casale con le seguenti prescrizioni : dovrà essere eseguito il rivestimento con soletta della scarpata mediante posa in opera di pietrame eventualmente intasato in cls per almeno 1,00 mt a valle ed a monte di ogni tubazione di scarico fino al piano di scorrimento dello scolo; eventuali cedimenti della scarpata, causati dallo sgrondo dello scarico, dovranno essere immediatamente ripristinati; l inizio dei lavori dovrà essere comunicato con congruo anticipo al Consorzio di Bonifica Savio e Rubicone; la piantumazione di essenze arboree non potrà interessare l area dello scolo e dovrà essere effettuata solo in area privata, in ogni caso la proiezione del massimo ingombro della chioma delle alberature dovrà trovarsi ad una distanza minima di mt 4,00 dal ciglio del canale; D 2.6 Rifiuti 1. I rifiuti devono essere smaltiti senza pericolo per la salute dell uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all ambiente e, in particolare, senza determinare rischi per l acqua, l aria, il suolo e senza causare inconvenienti da rumori o odori. L attività deve essere svolta nel rispetto di quanto previsto dalle norme vigenti in materia di sicurezza ed igiene ambientale; 2. Sono autorizzate le seguenti operazioni di smaltimento e recupero individuate all allegato B e C alla Parte IV del D.Lgs. 152/06: D 15 deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14 R 13 messa in riserva di rifiuti prima di sottoporli ad a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 3. Presso l impianto non devono avvenire travasi/riconfezionamenti di rifiuti da un contenitore ad un altro ad esclusione dell operazione di riconfezionamento d emergenza da effettuarsi nei casi in cui si rendesse necessaria la sostituzione di imballaggi danneggiati durante le fasi stoccaggio o di movimentazione dei rifiuti stessi. In tal caso, l operazione di riconfezionamento dovrà essere eseguita con tempestività e unicamente all interno di un area appositamente dedicata. Sono altresì vietate tutte le operazioni di selezione, cernita, raggruppamento, miscelazione effettuate su rifiuti liquidi e solidi. 4. L attività deve essere svolta nel rispetto di quanto contenuto nel manuale operativo che dovrà essere reso conforme alle prescrizioni riportate nel presente atto. 5. I rifiuti che possono essere sottoposti alle operazioni di stoccaggio sono quelli individuati nell Allegato 1 alla presente Autorizzazione Integrata Ambientale; 10
11 6. La capacità massima di stoccaggio del centro è pari a 567 tonnellate di rifiuti pericolosi e 430 tonnellate di rifiuti non pericolosi, così suddivisa all interno dell impianto: Corpo Tecnico Stato fisico Stoccaggio (in t) Stoccaggio (in t) Rifiuti pericolosi Rifiuti non pericolosi Box B1-B2-B3-B4-B5 Solido N. 4 Cassoni scarrabili (interno del fabbricato) Solido Locale B6 (solo stoccaggio) Solido/liquido 30 Settore stoccaggio A e B (scaffalature) Solido 150 Settore stoccaggio C e D (scaffalature) Solido 150 Locale L4 Liquido N. 14 Cassoni scarrabili (esterno fabbricato) Solido Scaffalatura C05-C06- C07 C11 Liquido 72 Scaffalatura C08-C09- C10 Liquido 60 Scaffalature C13-C14 Liquido 30 TOTALE Le aree di stoccaggio e i corpi tecnici sopra descritti dovranno essere opportunamente evidenziati e segnalati all interno dell impianto mediante idonea cartellonistica fissa; 8. Il quantitativo complessivo di rifiuti che può essere conferito annualmente all impianto (dal 1 gennaio al 31 dicembre) è pari complessivamente a tonnellate di cui al massimo tonnellate di rifiuti pericolosi; 9. Le operazioni di conferimento e accettazione di tutti i tipi di rifiuti devono avvenire all interno dell area di accettazione rifiuti; 10. Tutti i rifiuti devono essere sempre ed esclusivamente contenuti in colli aventi idonee caratteristiche di tenuta e resistenza chimica e meccanica in relazione alla tipologia di rifiuto. E pertanto vietato lo stoccaggio di rifiuti sfusi; 11. Tutti i contenitori di rifiuti devono essere dotati di etichetta, ben visibile per dimensione e collocazione, riportante il codice CER e la rispettiva descrizione, lo stato fisico, le classi di pericolosità, la provenienza del rifiuto e la data di inizio stoccaggio. 12. I rifiuti liquidi devono essere stoccati in contenitori a perfetta tenuta posti su bacini di contenimento. La capacità dei bacini di contenimento deve essere pari al contenitore depositato o, nel caso in cui nello stesso bacino di contenimento vi siano più contenitori, la capacità dello stesso deve essere pari al almeno il 30% del volume totale dei contenitori ed, in ogni caso, non inferiore al volume del contenitore di maggiore capacità, aumentato del 10%; 11
12 13. Le aree di stoccaggio devono essere chiaramente identificate e munite di cartellonistica, ben visibile per dimensione e collocazione, indicante i codici CER; 14. I rifiuti sottoposti all operazione R13 devono essere stoccati separatamente da quelli sottoposti all operazione D15 anche se aventi stesso codice CER. A tale fine, le aree di stoccaggio dovranno essere opportunamente suddivise ed univocamente individuate tramite apposita cartellonistica fissa. 15. Le aree di stoccaggio devono essere organizzate in modo tale da consentire una facile ispezione dei colli e la rapida rimozione di eventuali contenitori danneggiati. 16. l attività di stoccaggio dei rifiuti pericolosi deve avvenire nel rispetto delle disposizioni previste al punto 4.1 della deliberazione 27 luglio 1984 del Comitato Interministeriale pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, supplemento ordinario n. 253 del 13 settembre 1984, e successive modifiche ed integrazioni; 17. La movimentazione dei contenitori mobili deve essere effettuata con particolare cura in modo da evitare danneggiamenti, rotture o sversamenti; 18. Gli accessi a tutte le aree di stoccaggio (per esempio accessi pedonali e per i carrelli elevatori) devono essere sempre mantenuti sgomberi, in modo tale che la movimentazione dei contenitori non renda necessario lo spostamento di altri contenitori che bloccano le vie di accesso; 19. Il pavimento del capannone in cemento deve avere adeguato spessore e robustezza. La superficie di cemento deve essere verniciata con vernice epossidica resistente; 20. Le aree dedicate allo stoccaggio di sostanze sensibili al calore e alla luce devono essere protette dal calore e dalla luce diretta del sole; 21. I contenitori con coperchi e tappi devono essere immagazzinati ben chiusi e devono essere dotati di valvole a tenuta; 22. I contenitori devono essere movimentati seguendo istruzioni scritte; 23. Devono essere attivate procedure per una regolare ispezione e manutenzione delle aree di stoccaggio, inclusi contenitori, bacini di contenimento, bancali, pavimentazioni. Le ispezioni devono essere effettuate prestando particolare attenzione ad ogni segno di danneggiamento, deterioramento e perdita. Nelle registrazioni devono essere annotate dettagliatamente le azioni correttive attuate. I difetti devono essere riparati con la massima tempestività. Se la capacità di contenimento o l idoneità dei bacini di contenimento o delle pavimentazioni dovesse risultare compromessa, i rifiuti devono essere spostati sino a quando gli interventi di riparazione non siano stati completati. Nel registro dell impianto deve essere annotato ogni sversamento verificatosi; 24. Devono essere effettuate ispezioni periodiche delle condizioni dei contenitori e dei bancali. Bancali danneggiati in modo tale che la stabilità dei contenitori è, o potrebbe essere, compromessa devono essere sostituiti; 25. Considerato che alcuni rifiuti, anche se classificati come non pericolosi in base al D. L.gs. 152/2006, sono sottoposti alla normativa ADR, tutti gli adempimenti previsti da tale normativa dovranno essere applicati ed indicati nel manuale operativo sia per i rifiuti pericolosi, sia per i rifiuti non pericolosi; 12
13 26. Dovrà essere minimizzata la durata dello stoccaggio, in particolare per quanto riguarda i rifiuti liquidi contenenti composti organici biodegradabili, onde evitare l evolvere di processi fermentativi. 27. il rifiuto non può sostare all interno dell impianto per un periodo di tempo superiore ad un anno; 28. i rifiuti sottoposti all operazione R13 Messa in riserva dovranno essere conferiti ad impianti autorizzati alle successive operazioni di recupero (operazioni da R1 a R11). In deroga a quanto sopra descritto, il conferimento ad un altro impianto autorizzato alla sola operazione R13 è consentito per una sola volta ed ai soli fini dell effettuazione, presso tale impianto, delle operazioni di cernita o selezione o frantumazione o riduzione volumetrica dei rifiuti. 29. la ditta deve garantire, presso l impianto, la presenza di attrezzature e materiali assorbenti e neutralizzanti di varia natura da utilizzare in caso di sversamenti o perdite accidentali che dovessero verificarsi durante la movimentazione dei rifiuti liquidi (barriere cilindriche per circoscrivere la zona interessata dallo spandimento, materiale assorbente specifico per le varie tipologie di rifiuti stoccati, sabbia e attrezzature per lo spandimento delle sostanze assorbenti o neutralizzanti, pompa manuale antiscintilla, ecc..); 30. sono da intendersi autorizzati ai sensi del presente atto solo quelle categorie di olio industriale o lubrificante che, in base a quanto disposto dal D.Lgs. 95/92 e D.M. 392/96, non possono essere avviati alla rigenerazione, mediante conferimento al Consorzio obbligatorio degli oli usati, ad esclusione di piccoli quantitativi sino a 300 l/a; lo stoccaggio di olio minerale esausto presso l impianto non dovrà superare i 500 litri; 31. ai sensi dell art. 190 del D.Lgs. 152/06, il titolare della Ditta deve dotarsi di registro di carico e scarico dei rifiuti con fogli numerati e vidimati ai sensi della normativa vigente sul quale devono essere annotate, con le tempistiche definite all art. 190 del suddetto decreto, le informazioni sulle caratteristiche qualitative e quantitative dei rifiuti. I registri, integrati con i formulari relativi al trasporto dei rifiuti, devono essere conservati per cinque anni dalla data dell ultima registrazione; 32. entro il 30 aprile di ogni anno, fatte salve diverse disposizioni di legge, devono essere trasmesse alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura della Provincia di Forlì-Cesena le comunicazioni ai sensi della Legge 25 gennaio 1994, n. 70, così come disposto dall art. 189 del D.Lgs. 152/06; 33. è vietato ricevere rifiuti urbani e speciali assimilati, destinati allo smaltimento, prodotti nel territorio di Ambiti Territoriali Ottimali diversi da quello della Provincia di Forlì- Cesena se non sulla base di specifico accordo intervenuto fra le Province interessate. E vietata l operazione di intermediazione di tali rifiuti che ne consenta lo smaltimento in impianti non individuati all interno dell Ambito Ottimale Provinciale dove gli stessi sono prodotti o individuati dall accordo sopracitato; 34. devono essere mantenute in perfetta efficienza le attrezzature predisposte per lo spegnimento di incendi e focolai; 13
14 35. deve essere accertato il regolare possesso delle autorizzazioni previste dalle normative vigenti da parte delle ditte alle quali vengono conferiti i rifiuti per le successive fasi di trasporto e smaltimento; 36. alla cessazione dell attività la ditta dovrà provvedere all effettuazione delle operazioni di messa in sicurezza, chiusura dell impianto e ripristino del sito secondo le modalità descritte al punto 19 della relazione Integrazioni richieste all amministrazione provinciale di forlì-cesena trasmessa con nota prot. n /07 del 12/07/2007 e nel rispetto dei seguenti criteri generali: dovranno essere rimossi tutti i rifiuti stoccati presso l impianto, avviandoli a corretto smaltimento e/o recupero presso centri autorizzati; dovrà essere effettuata un attenta ed accurata pulizia delle superfici adibite a lavorazione e stoccaggio dei rifiuti, provvedendo contestualmente a verificare lo stato di integrità delle stesse; dovrà essere svolta un indagine conoscitiva dell eventuale stato di contaminazione del sito. Qualora fossero rilevate situazioni di potenziale contaminazione, la ditta dovrà operare secondo quando previsto alla parte IV, titolo V del D.Lgs. 152/06 in materia di bonifica dei siti contaminati. Disposizioni transitorie 37. Le prescrizioni di cui al paragrafo D2.6 Rifiuti di cui alla presente AIA entrano in vigore dal 31 ottobre Fino a tale data l esercizio dell impianto dovrà essere gestito nel rispetto delle prescrizioni contenute dell Autorizzazione n. 94 del e s.m.i. 38. Per l anno 2007 il quantitativo di rifiuti conferibili all impianto (dall 1 gennaio al 31 dicembre) è pari a tonnellate. In ogni caso il quantitativo di rifiuti conferibile all impianto dalla data di rilascio dell AIA al non potrà superare tonnellate. 39. A decorrere dal 31 ottobre 2007 possono essere conferiti in impianto unicamente i rifiuti individuati in Allegato 1. I rifiuti eventualmente già presenti in impianto e non più contenuti nell Allegato 1 devono essere allontanati e conferiti ad impianti autorizzati entro il 31 dicembre Fino al completamento degli interventi di adeguamento previsti nel progetto e valutati ambientalmente compatibili nel paragrafo 2.B. del Rapporto Ambientale, lo stoccaggio dei rifiuti potrà avvenire unicamente nell area precedentemente autorizzata con atto n. 94 del (ex Reparto 1 di cui alla domanda di AIA). Al fine di permettere un graduale allontanamento dei rifiuti attualmente stoccati presso l impianto, fino al , la capacità massima di stoccaggio dell impianto è pari a quella precedentemente autorizzata con atto n. 94 del , e precisamente: 3000 tonnellate di rifiuti non pericolosi e 800 tonnellate di rifiuti pericolosi 41. A decorrere dal 1 gennaio 2008 e fino al completamento degli interventi di adeguamento sopra descritti, la capacità massima istantanea di stoccaggio è pari a: 567 tonnellate di rifiuti pericolosi 14
15 430 tonnellate di rifiuti non pericolosi i quantitativi sopra indicati potranno essere aggiornati e rivisti a seguito della valutazione della comunicazione di cui al successivo punto 56; 42. Fino all avvenuta installazione delle scaffalature dotate di bacini di contenimento previste nel progetto approvato, conformemente a quanto previsto nell Autorizzazione n. 94 del , è autorizzato lo stoccaggio di rifiuti liquidi unicamente in corrispondenza dell area attualmente denominata settore D per un quantitativo massimo di rifiuti liquidi stoccati a terra pari a 90 mc (corrispondenti a 100 tonnellate); 43. Fino all avvenuta predisposizione della zona accettazione ( area di arrivo, ricezione, scarico campionatura etichettatura di cui alla planimetria Planimetria Generale di Stabilimento trasmessa con nota prot. n /07 del 12/07/2007) da realizzarsi in corrispondenza dell ex Reparto 2, le operazioni accettazione dei rifiuti dovranno avvenire unicamente al coperto all interno dell area precedentemente autorizzata ai sensi dell art. 28 del D.Lgs. 22/97 (ex Reparto 1) 44. A decorrere dalla data di rilascio dell AIA è consentito lo stoccaggio di rifiuti in contenitori scarrabili posizionati nelle aree scoperte dei piazzali esterni allo stabilimento, a condizione che tali scarrabili siano a tenuta, chiusi ermeticamente e puliti esternamente; le medesime condizioni dovranno essere garantite anche per tutti gli altri scarrabili utilizzati dalla Ditta; 45. L attività di recupero precedentemente iscritta ai sensi degli artt. 31 e 33 (ex Reparto 2) potrà essere esercitata fino al 4 aprile 2008, a condizione che si sia ottenuto il rinnovo dell iscrizione all Albo dei Gestori Ambientali. Entro la suddetta data la ditta dovrà provvedere a completare le operazioni di recupero e ad allontanare i rifiuti e le mps eventualmente presenti nell impianto. Fino a quando verrà esercitata tale attività, nell ex Reparto 2 non potranno essere effettuate le attività D15 ed R13 di cui alla presente AIA; 46. Gli interventi previsti nel progetto sottoposto a valutazione impatto ambientale nonché l installazione delle scaffalature e la realizzazione dell intervento di miglioramento descritto nella presente AIA dovranno essere realizzati con la tempistica indicata nel cronoprogramma di cui al successivo punto 55. INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO E REQUISITI DI NOTIFICA 47. In riferimento a quanto previsto al precedente punto 11, entro 30 giorni dal rilascio dell AIA dovranno essere trasmessi alla Provincia di Forlì-Cesena e ad ARPA specifici elaborati progettuali relativi alle scaffalature che si intendono installare per lo stoccaggio dei rifiuti comprensivi della verifica del corretto dimensionamento dei relativi bacini di contenimento. Tale documentazione dovrà essere sottoscritta da tecnico abilitato che asseveri l idoneità alla scopo delle strutture proposte. Dovranno inoltre essere evidenziate le soluzioni tecniche adottate per rendere stabili tali scaffalature. 48. In riferimento a quanto previsto al precedente punto 12, entro 60 giorni dal rilascio dell AIA dovranno essere comunicate ad ARPA e alla Provincia di Forlì-Cesena le 15
16 aree adibite all operazione R13 e le aree adibite all operazione D15 sia in riferimento alla configurazione di progetto sia in riferimento alla gestione transitoria dell impianto. 49. La nuova cisterna per la raccolta di eventuali sversamenti (vasca di raccolta acque di lavorazione), collegata all ex reparto 2, dovrà essere installata fuori terra, con bacino di contenimento di volume pari all intera capacità della cisterna stessa aumentato del 10%, e dotata di copertura; in alternativa potrà essere accettata una cisterna interrata del tipo a doppia camera, con sistema di rilevamento delle perdite. Tale documentazione dovrà essere sottoscritta da tecnico abilitato che asseveri l idoneità alla scopo delle strutture proposte. Gli elaborati progettuali quotati, relativi al contenitore scelto, dovranno essere inoltrati all Amministrazione Provinciale entro 30 giorni dalla data di rilascio dell AIA. 50. In riferimento a quanto previsto al precedente punto 3, entro 60 giorni dal rilascio dell AIA, la ditta dovrà presentare un progetto relativo alla realizzazione di una zona dedicata alle operazioni di riconfezionamento di emergenza, da prevedersi di dimensioni limitate (ad esempio una cabina) dotata di bacino di contenimento e collegata ad impianto di aspirazione vapori, con successivo trattamento per l abbattimento delle polveri e delle sostanze organiche volatili. Tale progetto dovrà essere corredato da una specifica procedura operativa relativa all attività di riconfezionamento d emergenza. 51. In riferimento a quanto previsto dal rapporto Ambientale, entro 60 giorni dal rilascio dell AIA, la ditta dovrà presentare un progetto relativo ad un impianto per la captazione e trattamento delle emissioni diffuse provenienti da tutta l area di stoccaggio (con abbattimento delle sostanze organiche volatili). In tale sede dovrà essere proposto un nuovo ed idoneo piano di monitoraggio e controllo di merito (controllo all emissione, manutenzioni programmate e di emergenza, ecc). 52. Nello schema fognario - lato sud (tavola 12 trasmessa con nota prot. n /07 del ) è rappresentata una canala di raccolta con beole in prossimità di una caditoia del piazzale, la cui funzione non è chiara e che convoglia le acque alla vasca di raccolta esistente. entro 60 giorni dal rilascio dell AIA dovrà essere chiarita la funzione di questo canale di raccolta. 53. Entro 60 giorni dal rilascio dell AIA, dovrà essere presentato all Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena ed ARPA un progetto per richiesta di autorizzazione allo scarico delle acque di prima pioggia, completo di relazione tecnica e planimetrie quotate. 54. Nel manuale operativo, nella parte relativa all omologa del rifiuto prima dell ingresso in impianto, la ditta prevede l esecuzione della caratterizzazione analitica da parte del produttore, ma non sono contemplate verifiche analitiche da parte della ditta stessa. Si ritiene opportuno che la ditta preveda, all interno della propria procedura operativa, l esecuzione di prelievi di campioni finalizzati alla verifica della corretta caratterizzazione del rifiuto in ingresso ed almeno 1 controllo annuale a campione per ogni tipologia di rifiuto conferito. Le analisi dovranno essere eseguite da laboratori pubblici certificati o laboratori privati accreditati. Per il campionamento dovrà essere 16
17 rispettata la norma UNI e dovrà essere conservato un controcampione, a disposizione anche dell organo di controllo, per almeno un mese dopo il conferimento allo smaltitore. Entro 60 giorni dal rilascio dell AIA dovrà essere trasmessa all Amministrazione provinciale e ad ARPA una procedura che risponda a quanto sopra evidenziato; 55. Alla luce delle prescrizioni enunciate nella presente sezione, dovranno essere rivisti i quantitativi massimi di stoccaggio istantaneo e dovrà essere presentata entro 60 giorni dal rilascio dell AIA una revisione del manuale operativo, una nuova planimetria di lay out ed un nuovo cronoprogramma degli interventi da eseguire. 56. La documentazione di cui ai precedenti punti 48, 50, 51, 52, 53, 54, 55 dovrà essere trasmessa unitamente ad una comunicazione di modifica dell AIA ai sensi dell art. 10 del D.Lgs. 59/05 Modifica degli impianti o variazione del gestore. D 2.7 RUMORE In relazione alla valutazione del rumore si rimanda al paragrafo 3.C.3 del Rapporto Ambientale che contiene anche le prescrizioni relative alla gestione degli impatti acustici. 17
18 D3 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL IMPIANTO Così come definito nel glossario delle Linee Guida in materia di sistemi di monitoraggio di cui all Allegato II del DM 31/01/200. il piano di controllo: è l insieme di azioni svolte dal gestore e dall Autorità di controllo che consentono di effettuare, nelle diverse fasi della vita di un impianto o di uno stabilimento, un efficace monitoraggio degli aspetti ambientali dell attività, costituiti dalle emissioni nell ambiente e dagli impatti sui corpi recettori, assicurando la base conoscitiva che consente in primo luogo la verifica della sua conformità ai requisiti previsti nella/e autorizzazione/i Pertanto Il Piano di Monitoraggio e Controllo, come definito dalla normativa derivante dal D.Lgs 59/05, comprende : il Controllo Operativo relativo alle componenti impiantistiche rilevanti ai fini delle emissioni; il Sistema di Monitoraggio delle Emissioni Il Controllo Operativo è diretto al controllo di tutte le sezioni impiantistiche al fine di verificare che queste ultime assolvano alle funzioni per le quali sono state progettate in tutte le condizioni operative. Il, nel richiedere l Autorizzazione Integrata Ambientale ha presentato il piano di Monitoraggio e Controllo delle emissioni dell impianto e di ogni altra caratteristica dello stesso rilevante ai fini della prevenzione e del controllo ambientale, in conformità alle Linee Guida in materia di sistemi di monitoraggio di cui all Allegato II del DM 31/01/2005. Il risultato del lavoro di analisi svolto dal è stato quindi sintetizzato nella componente della domanda di AIA denominata Piano di Monitoraggio e Controllo dell Impianto, di seguito modificato e implementato da ARPA. Nell ambito della Verifica Periodica, ARPA esplica, inoltre, il controllo delle prescrizioni di cui alla Sezione D della presente autorizzazione. Ad ARPA è inoltre affidata una parte dell attività di monitoraggio sulle emissioni aziendali, mediante misure dirette, al fine di attuare una comparazione tra le misure dirette del e dell Autorità di Controllo e procedere, comunque, ad una verifica dei valori limite autorizzati. Il gestore deve attuare il presente piano di monitoraggio e controllo quale parte fondamentale dell autorizzazione, rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri da controllare. Il gestore è tenuto a mantenere in efficienza i sistemi di misura relativi al presente piano di monitoraggio e controllo, provvedendo periodicamente alla loro manutenzione e alla loro riparazione nel più breve tempo possibile. I costi che ARPA di Forlì-Cesena sostiene esclusivamente nell adempimento delle attività obbligatorie e previste nel Piano di Controllo sono posti a carico del dell impianto, secondo le procedure determinate dalla Regione Emilia Romagna. Tutti i risultati dei controlli e delle verifiche effettuate da ARPA sono inviati dalla stessa all Autorità Competente Provincia di Forlì-Cesena per i successivi adempimenti 18
19 amministrativi e, in caso siano rilevate violazioni penalmente rilevanti, anche alla competente Autorità Giudiziaria. ARPA effettuerà i controlli programmati dell impianto rispettando la periodicità stabilita dal presente Piano di Controllo. D3.1 CRITERI GENERALI PER IL MONITORAGGIO 1. Il gestore dell impianto deve fornire all organo di controllo l assistenza necessaria per lo svolgimento delle ispezioni, il prelievo di campioni, la raccolta di informazioni, e qualsiasi altra operazione inerente al controllo del rispetto delle prescrizioni imposte; 2. Il gestore è in ogni caso obbligato a realizzare tutte le opere che consentano l esecuzione di ispezioni e campionamenti degli effluenti gassosi e liquidi, nonché prelievi di materiali vari da magazzini, depositi e stoccaggi rifiuti, mantenendo liberi ed agevolando gli accessi ai punti di prelievo. 3. Il gestore deve attuare il piano di monitoraggio e controllo quale parte fondamentale della presente autorizzazione, rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri da controllare. 4. Entro il 30/04 di ogni anno dovrà essere inviata all Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena e ad ARPA una relazione, trasmessa anche su supporto informatico, in cui vengono riportati: report relativi al piano di monitoraggio (risultati delle analisi, consumi di energia/acqua, consumi di materie prime, quantità rifiuti prodotti ecc. ecc.); malfunzionamenti dell impianto e relative opere di manutenzione effettuate; eventuale aggiornamento dell azienda rispetto alle Migliori Tecniche Disponibili future, eventuali apporti da parte della ditta di migliorie all impianto. 5. Il piano di monitoraggio e le modalità di reporting possono essere modificati dall'autorità Competente, anche su richiesta del o dell'organo di Controllo, in considerazione dello stato di conoscenza generale dell'andamento dell'impianto e/o emanazione di norme o di indirizzi specifici Presentazione dei risultati - Reportistica Tutti i dati relativi al presente piano di monitoraggio e controllo devono essere: 6. registrati, in ogni caso, dal con l ausilio di strumenti informatici che consentano l organizzazione dei dati in file.xls o altro database compatibile. Le registrazioni devono essere conservate presso lo stabilimento, a disposizione delle autorità competenti al controllo, almeno per il periodo indicato nelle tabelle seguenti; ad esse devono essere correlabili i certificati analitici; 7. trasmessi alle autorità competenti, secondo quanto indicato nelle tabelle di dettaglio e prescritto nell allegato tecnico 1. In tal caso gli elaborati devono contenere la descrizione dei metodi di calcolo utilizzati e, se del caso, essere corredati da eventuali grafici o altre forme di rappresentazione illustrata per una maggior comprensione del contenuto. I suddetti elaborati devono essere trasmessi anche su 19
20 supporto informatico, in particolare le tabelle riassuntive devono essere elaborate in formato.xls. 8. entro il 30 aprile di ogni anno deve essere inviato alla Provincia, ad ARPA- Distretto di Cesena il report dei dati di monitoraggio rilevati nel corso dell anno precedente secondo quanto disposto al paragrafo D 2.3. punto 1 e trasmesso su supporto informatico i file in.xls relativi ai dati di cui trattasi. 9. Qualsiasi variazione in relazione alle metodiche analitiche, alla strumentazione, alla modalità di rilevazione, etc., dovranno essere tempestivamente comunicate alla Provincia di Forlì - Cesena e ad ARPA-Distretto di Forlì: tale comunicazione costituisce richiesta di modifica del Piano di Monitoraggio. 10. Tutte le verifiche analitiche e gestionali svolte in difformità a quanto previsto dalla presente Autorizzazione verranno considerate non accettabili e dovranno essere ripresentate nel rispetto di quanto sopraindicato. D 3.2 Quadro sinottico delle attività di monitoraggio e controllo FASI GESTORE GESTORE ARPA ARPA Acquisizione dati Campionamenti/ Esame Autocontrollo per report Analisi report Consumi Materie prime Controlli alla annuale ricezione Risorse idriche Mensile annuale Energia Mensile annuale Combustibili Mensile annuale Acqua Depurazione semestrale annuale annuale Emissioni sonore Sorgenti e ricettori Triennale triennale triennale Rifiuti Misure periodiche ingresso/uscita rifiuti All ingresso/conferi mento Mensile annuale a campione Indicatori di performance Verifica indicatori Mensile annuale BAT - MTD annuale annuale 20
21 CONSUMI D Monitoraggio e Controllo materie prime PARAMETRO Materiale assorbente per sversamenti accidentali MISURA bolle di acquisto fatture FREQUENZA VERIFICA In corrispondenza di ogni ingresso Elettronica o Cartacea REPORT (trasmissione) ARPA- REGISTRAZIONE ARPA- (esame) Detergenti bolle di acquisto fatture In corrispondenza di ogni ingresso annuale Elettronica o Cartacea D Monitoraggio e Controllo risorse idriche PARAMETRO MISURA FREQUENZA VERIFICA REPORT (trasmissione) ARPA- REGISTRAZIONE ARPA- (esame) Prelievo di acque dall acquedotto Contatore volumetrico Lettura mensile annuale Elettronica o Cartacea D Monitoraggio e Controllo energia PARAMETRO MISURA FREQUENZA VERIFICA ARPA- REGISTRAZION E REPORT (trasmissione) ARPA- DISTRET TO (esame) Consumo totale annuo di energia elettrica Contatore energia elettrica Lettura mensile annuale Elettronica o Cartacea D Monitoraggio e Controllo Consumo combustibili PARAMETRO MISURA FREQUENZA VERIFICA ARPA- REGISTRAZION E REPORT (trasmissione) ARPA- DISTRET TO (esame) Consumo totale annuo di gas naturale Contatore gas metano in ingresso Lettura mensile Elettronica o Cartacea 21
22 ACQUE D Monitoraggio e Controllo Sistemi di trattamento acque reflue PARAMETRO Controllo funzionale impianto di trattamento reflui domestici MISURA esecuzione Interventi di manutenzione FREQUENZA VERIFICA REGISTRAZIONE REPORT ARPA- (trasmissione) ARPA- (esame) annuali / Cartacea/informatica RUMORE D Monitoraggio e Controllo Emissioni Sonore Sorgenti e Ricettori PARAMETRO MISURA FREQUENZA VERIFICA ARPA- REGISTRAZIONE REPORT (trasmissione) ARPA- (esame) Corretta manutenzione e gestione delle attrezzature e sorgenti rumorose nessuna In corrispondenza di ogni malfunzionamento / almeno annualmente Triennale Cartacea Misure fonometriche in ambiente esterno, in prossimità del ricettori sensibili con verifica rispetto limiti assoluti di immissione e dei limiti differenziali misure fonometriche A interventi completati poi con frequenza triennale Qualora necessario per segnalazioni Relazione redatta da tecnico Competente in Acustica Triennale Triennale RIFIUTI D Monitoraggio e Controllo Rifiuti FREQUENZA VERIFICA REPORT PARAMETRO MISURA ARPA- REGISTRAZIONE ARPA- (trasmissione) (esame) Autorizzazioni trasportatore Acquisizione copia autorizzazione in fase di pianificazione del conferimento / Cartacea/informatica Verifica quantità/qualità rifiuti accettati (totali e per codice CER) Compilazione del registro di carico-scarico 1)Entro 2 giorni dal conferimento 2) analisi complessiva mensile / informatizzata (registri di carico/scarico) Quantità di rifiuti a deposito preliminare D15 Compilazione del registro di carico-scarico 1)Entro 2 giorni dal conferimento 2) analisi complessiva mensile Elettronica / Cartacea 22
23 PARAMETRO Quantità di rifiuti in messa in riserva R13 Verifica quantità rifiuti rientranti nell ambito del DLgs 334/1999 Verifica quantità rifiuti infiammabil Quantita di rifiuti prodotti in proprio inviati a recupero e/o smaltimento MISURA Compilazione del registro di carico-scarico Compilazione del registro di carico-scarico Compilazione del registro di carico-scarico Formulari compilati correttamente e verifica del peso FREQUENZA VERIFICA 1)Entro 2 giorni dal conferimento 2) analisi complessiva mensile 1)Entro 2 giorni dal conferimento 2) analisi complessiva mensile 1)Entro 2 giorni dal conferimento 2) analisi complessiva mensile In corrispondenza di ogni movimentazione dei rifiuti da avviare a smaltimento e/o recupero ARPA- REGISTRAZIONE REPORT ARPA- (trasmissione) (esame) Elettronica / Cartacea Elettronica / Cartacea Elettronica / Cartacea Elettronica / Cartacea autorizzazioni impianti di smaltimento/recipero Acquisizione copia autorizzazione in fase di pianificazione del conferimento / Elettronica / Cartacea Verifiche sui rifiuti in ingresso Formulari compilati correttamente, verifica del peso, verifiche analitiche In corrispondenza di ogni movimentazione dei rifiuti da avviare a smaltimento e/o recupero ; verifiche analitiche a campione Elettronica / Cartacea Classificazione e divisione corretta dei rifiuti Etichettatura Al momento della contenitori, messa in riserva e controllo addetti deposito preliminare e verifica visiva Elettronica / Cartacea D Monitoraggio e Controllo suolo PARAMETRO Vasca interrata di raccolta acque di lavorazione MISURA 1) pulizia e verifica visiva dell integrità della vasca 2) verifica del livello del liquido all interno della vasca 3) prove di tenuta FREQUENZA VERIFICA 1) semestrale 2) quindicinale 3) ogni 5 anni 1) modulo cartaceo 2) modulo cartaceo 3) Report ditta specializzata REPORT (trasmissione) ARPA- REGISTRAZIONE ARPA- (esame) Verifica sui bacini di contenimento Verifica presenza di liquidi e stato di conservazione giornaliera cartacea annuale 23
24 PARAMETRO MISURA FREQUENZA REPORT (trasmissione) ARPA- REGISTRAZIONE ARPA- (esame) Verifica stato pulizia e integrità della pavimentazione e delle scaffalature Verifica visiva Gionaliera Cartacea annuale INDICATORI D Verifica Indicatori di performance FREQUENZA PARAMETRO MISURA ARPA- % prodotto inviato a smaltimento sul totale % t. rifiuti inviate a smaltimento/t.rifiuti totali in ingresso REGISTRAZIONE Cartacea/ Elettronica (trasmissione) REPORT ARPA- (esame) D BAT e MTD Aspetto Ambientale BAT - MTD Monitoraggio Frequenza Limiti da rispettare Redazione rapporto annuale con i dati ambientali e il controllo degli indicatori di performance degli indicatori di performance e BAT E MTD 24
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