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1 Valutazione della terapia psicologica rivolta alle famiglie - REVIEW DEI PRINCIPALI ARTICOLI DI OUTCOME DELLA PSICOTERAPIA PUBBLICATI SU Journal of Family Therapy Daniela Riotto In Journal of Family Therapy dal 1999 ad oggi diversi hanno valutato i risultati della terapia familiare. Si è tenuto conto di diversi fattori, ad esempio della tipologia di soggetti ai quali la terapia è stata applicata. Alan Carr si è interessato della pratica basata sull evidenza nella terapia familiare applicata a famiglie con bambini e adolescenti con vari problemi (Carr A., 2000, 22:29-60) e a famiglie di adulti con vari problemi (Carr A., 2000, 22: ). Le problematiche relative ai minori comprendevano disturbo della condotta (disturbo da deficit dell attenzione e iperattività, comportamento antisociale), problematiche emotive (ansia, depressione, dolore dovuto ad un lutto), disturbi psicosomatici (difficoltà nel controllo della vescica e dell intestino, dolori allo stomaco, asma, anoressia nervosa), abusi e trascuratezza. Per gli adulti, le aree considerate comprendevano problemi relazionali e coniugali, problemi psicosessuali, disturbo d ansia (agorafobia con attacchi di panico e disturbo ossessivo compulsivo), disturbo dell umore (depressione maggiore e disturbo bipolare), disturbi psicotici, abuso di alcool, gestione del dolore cronico, gestione familiare di adulti con danni neurologici. In entrambi gli studi vengono utilizzati gruppi di controllo o prove controllate per aumentare la validità della ricerca. La terapia familiare si è dimostrata efficace nel trattamento dei diversi problemi, soprattutto se non usata da sola ma come parte di un trattamento integrato. In Journal of Family Therapy, altro fattore considerato nella valutazione della terapia familiare è il tipo di problemi per i quali si richiede l intervento. Mairead Doyle e collaboratori (Doyle M. et al., 2003) si interessano all uso della terapia familiare al fine di aiutare persone con problemi di abuso di

2 alcool, evidenziando come nei programmi di intervento degli Alcolisti Anonimi si da molta importanza al coinvolgimento della famiglia. Lo studio effettuato in Irlanda coinvolge 49 soggetti, in un programma residenziale della durata di sei settimane e 37 soggetti, inseriti in un trattamento non residenziale presso un servizio di salute mentale per un periodo di dieci settimane. In entrambi i programmi, residenziale e non, vengono coinvolte le famiglie in sessioni di terapia familiare. Nel follow-up a distanza di sei mesi, il 79% dei soggetti di entrambi i gruppi non aveva assunto alcool o lo aveva fatto lievemente. I risultati positivi non sono dovuti solo all uso della terapia familiare, tuttavia, dallo studio effettuato emerge l utilità del coinvolgimento dei familiari nel trattamento di soggetti con problemi di abuso di alcool. Alcuni autori (Stanbridge R. I., 2003) hanno effettuato uno studio su 22 famiglie (i risultati si riferiscono a 13 famiglie) presso un servizio di sostegno familiare. Criteri di inclusione nella ricerca erano la presenza di sintomi psicotici in un membro della famiglia. Da tale studio emerge l importanza della relazione terapeutica come elemento necessario ma non sufficiente per la buona riuscita dell intervento. L efficacia del trattamento non è data solo dal cambiamento positivo che si verifica nei soggetti (si modificano i sintomi e le problematiche legate alla patologia), ma dipende anche dalle ripercussioni sui familiari, in termini di sostegno alla famiglia e di riduzione dello stress familiare. David Cottrell (Cottrell D., 2003) si propone di valutare l efficacia della terapia familiare su bambini e adolescenti depressi. La terapia familiare sembra avere un impatto positivo sul funzionamento familiare anche dopo la fine del trattamento e risulta essere più efficace nei bambini rispetto agli adolescenti e nelle famiglie con altri membri depressi, di solito la madre. Dalla ricerca emerge inoltre, che le discordie familiari sono predittrici di risultati negativi. Byrne M. e collaboratori (Byrne M. et al., 2004) effettuano un indagine sulle ricerche riguardanti la connessione tra il disturbo di panico con agorafobia e problemi coniugali. Quando esiste quest'associazione, il trattamento basato sulla coppia, producendo un miglioramento dell interazione tra i coniugi, ha come conseguenza un miglioramento della sintomatologia del disturbo di panico con agorafobia.

3 Elizabeth Kuipers (Kuipers E., 2006) si è occupata dei risultati della terapia familiare applicata a soggetti schizofrenici, centrata soprattutto a promuovere una maggiore espressione delle emozioni. La terapia familiare sui soggetti schizofrenici si è dimostrata efficace, riducendo le ricadute e i ricoveri durante il trattamento. Il come il trattamento produce tali conseguenze non è chiaro. Il tipo di intervento applicato è un altro fattore preso in considerazione nel valutare la terapia familiare. Alcuni autori (Lange A. et al., 2000) hanno valutato gli effetti di un trattamento breve su coppie in conflitto. La ricerca è stata effettuata su 50 coppie distribuite tra una lista d attesa e due trattamenti, il trattamento interazionale (i membri della coppia si scrivono lettere durante il conflitto) e trattamento individuale (i membri della coppia erano istruiti a valutare il loro ruolo nel conflitto senza condividere gli scritti tra loro). La qualità della relazione nelle coppie in trattamento era migliorata rispetto alle coppie nella lista d attesa, invece, non emergono differenze tra le due condizioni sperimentali. Un altro autore (Macdonald A. J., 2005) ha valutato i risultati di un trattamento breve presso un centro di salute mentale applicato a 75 soggetti, su 41 dei quali è stato effettuato follow-up a distanza di un anno. I soggetti presentavano ansia, difficoltà relazionali, depressione, comportamento violento, abuso di sostanze. Il trattamento per 31 casi (76%) ha prodotto risultati positivi, mentre in 10 casi (24%) non si rilevano miglioramenti. L autore, combinando i risultati ottenuti con quelli di studi precedenti, ottiene risultati positivi in 83 soggetti (70%), su un campione di 170 casi, sottolineando come nei gruppi con risultati positivi si ha una riduzione dell insorgenza di nuovi problemi. Sytema S. e Bout J. (Sytema S., Bout J., 2006) valutano i risultati di un approccio integrato (terapia di coppia e familiare, di gruppo e individuale) applicato a gruppi composti da 5 coppie ricoverate per sette settimane in una clinica. Le coppie presentavano problemi di salute mentale, e in alcuni casi, un membro della coppia era già stato ricoverato in passato per disturbi psichiatrici. Le indagini sono effettuate prima e dopo il trattamento con follow-up a 6 e 8 mesi.

4 I risultati indicano l efficacia dell intervento per i soggetti che in precedenza avevano sperimentato trattamenti inefficaci, in quanto non erano presenti ricadute. Altri autori (Sundelin J. e Hansson K.,1999) si occupano di una terapia familiare intensiva caratterizzata dall intervento sull intero nucleo familiare per tutto il giorno per un periodo di 3 o 4 settimane. La ricerca è stata condotta su 109 famiglie con una valutazione effettuata prima del trattamento e il follow-up dopo sei mesi dall inizio. La terapia familiare intensiva aveva migliorato il clima familiare e sviluppato il funzionamento familiare verso una direzione positiva. Nel 50% delle famiglie non era migliorata la loro posizione clinica invece tra il 29% e il 40% delle famiglie vi era stato il passaggio da una posizione clinica ad una non clinica. Complessivamente il trattamento si è dimostrato efficace, tuttavia, gli stessi autori concludono che, non essendo presente il gruppo di controllo, l efficacia del trattamento non è certa. Un gruppo di ricerca (Miller I. W., 2000) si è occupato dell Approccio McMaster, una forma di terapia familiare centrata sui problemi. Gli studi effettuati su tale tipo di terapia sono ancora pochi, tuttavia, da quelli effettuati emergono risultati positivi. Un ulteriore fattore considerato nella valutazione della terapia familiare è stato quello culturale. Una ricerca (Ma J. L.C.,2000) si è occupata della terapia familiare condotta su 70 famiglie a Hong Kong. Le aspettative dei partecipanti erano di carattere psicoeducativo, in quanto, l intervento era considerato come un corso e il terapeuta come un insegnante, quindi erano non corrispondenti all intervento realmente effettuato. I risultati di tale indagine indicano che i soggetti coinvolti beneficiano del trattamento, nonostante le loro aspettative, e pur trattandosi di una tecnica di trattamento occidentale che avrebbe potuto non essere adeguata ai soggetti per le inevitabili differenze culturali. Infine, un'altra ricerca (Lundblad A., Hansson K., 2006) ha per oggetto la valutazione di una terapia di coppia in un servizio pubblico di un contesto svedese. Il trattamento è stato applicato a 300 coppie con problemi coniugali, relazionali e con sintomi psichiatrici. Il 50% delle coppie ha completato il percorso e sul 40% è stato effettuato il follow-up dopo 2 anni. Dopo un breve

5 trattamento,il 50% delle coppie presentava risultati positivi quali miglioramento delle modalità relazionali e salute mentale dei singoli, risultati che venivano mantenuti al follow-up. In questa ricerca, il trattamento sviluppato e testato in USA, si è rivelato efficace anche in un contesto svedese. In conclusione, dalle indagini effettuate dal 1999 ad oggi nella rivista Journal of Family Therapy, si evince che la terapia psicologica rivolta alle famiglie porta a dei risultati positivi, tuttavia, ulteriori indagini si rendono necessarie sia per approfondire i fattori connessi all intervento, già presi in considerazione, sia per spaziare verso nuovi fattori d indagine. Inoltre, può risultare utile migliorare i metodi d'indagine tenendo conto delle inevitabili implicazioni etiche.

6 Bibliografia Byrne M., Carr A., Clark M., The efficacy of couples-based interventions for panic disorders with agoraphobia,journal of Family Therapy,2004,26: Carr A., Evidence-based practice in family therapy and systemic consultation.i Child-focused problems, Journal of Family Therapy,2000, 22:29-60 Carr A., Evidence-based practice in family therapy and systemic consultation. II Adult-focused problems, Journal of Family Therapy, 2000, 22: Cottrell D., Outcome studies of family therapy in child and adolescent depression, Journal of Family Therapy, 2003, 25: Doyle M., Carr A., Rowen S., Galvin P., Lyons S., Cooney G., Familyoriented treatment for people with alcohol problems in Ireland: a comparison of a effectiveness of residential and community-based programmes, Journal of Family Therapy, 2003, 25: Kuipers E., Family interventions in schizophrenia: evidence for efficacy and proposed mechanisms of change, Journal of Family Therapy, 2006, 28:73-80 Lange A., van der Wall C., Emmelkamp P., Time-out andwriting in distressed couples: an experimental trial into the effects of a short treatment, Journal of Family Therapy, 2000, 22: Lundblad A., Hansson K., Couples therapy: effectiveness of treatment and long-term follow-up, Journal of Family Therapy, 2006, 28: Ma J. L.C., Treatment expectations and treatment experience of Chinese families towards family therapy: appraisal of a common belief, Journal of Family Therapy, 2000, 22: Macdonald A. J., Brief therapy in adult psychiatry: results from fifteen years of practice, Journal of Family Therapy, 2005, 27:65-75 Miller I. W., Ryan C. E., Keitner G. I., Bishop D. S., Epstein N. B., The McMaster Approach to Families: theory, assessment, treatment and research, Journal of Family Therapy, 2000, 22:

7 Stanbridge R. I., Burbach F. R., Lucas A. S., Carter K., A study of families satisfaction with a family interventions in psycosis service in Somerset, Journal of Family Therapy, 2003, 25: Sundelin J. e Hansson K., Intensive family therapy: a way to change family functioning in multi-problem families, Journal of Family Therapy, 1999, 21: Sytema S., Bout J., Treatment outcome of an inpatient group therapy for couples, Journal of Family Therapy, 2006, 28:

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