1. Linee di intervento e procedure relative alla completa attivazione della L.285/97 nella Città riservataria

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1 CITTÀ DI GENOVA 1. Linee di intervento e procedure relative alla completa attivazione della L.285/97 nella Città riservataria 1.1 Atti integrativi delle procedure di avvio della L.285/97 eventualmente adottati dalla Città riservataria (Consiglio Comunale, Giunta, Assessorati competenti) La Città di Genova ha concluso un percorso di revisione, con la Commissione Infanzia del Forum del III Settore di Genova, delle azioni di pianificazione che ha portato alla stesura di un documento congiunto di verifica e valutazione della triennalità Il documento è stato assunto nella Delibera di Giunta Comunale n 612/2003 con la quale è stato avviato il conseguente processo di ridefinizione progettuale. La Direzione Servizi alla persona, Capofila dell attuazione degli interventi, ha assunto l 11 agosto 2003 la Determinazione Dirigenziale n 112 per L attuazione della ridefinizione progettuale degli interventi L. 285/9. Inoltre sono state adottate n 83 Determinazioni Dirigenziali per la gestione dei diversi progetti. 1.2 Altri atti pubblici adottati, oltre che per la gestione della L. 285/97, relativi alle politiche per l infanzia e l adolescenza collegabili o coerenti con lo spirito e le indicazioni della legge Il secondo aggiornamento dei Piani di Zona (anno 2003) ha integrato, per gli aspetti riferiti alle politiche per l infanzia - l adolescenza e la famiglia, gli interventi già attivi nella pianificazione della L.285/97. Nel periodo considerato, inoltre, sono stati adottati dalla Civica Amministrazione: Per il Settore 0/6 anni n 10 provvedimenti riferiti alla legge regionale n 930/93 per linea attività attuazione del progetto Liguria Famiglie nidi/micronidi e servizi innovativi ; Per l Area Sociale - interventi a favore di minori - oltre n 100 provvedimenti. 1.3 Azioni intraprese per favorire la messa a regime della L. 285/97 iniziative di coordinamento È stata mantenuta l organizzazione periodica di riunioni con i referenti d'area ed i responsabili dei progetti anche se alcuni interventi sono monitorati ad integrazione delle attività ordinarie. Esiste un coordinamento permanente tra la Direzione Servizi alla Persona e la Commissione Infanzia del Forum del Terzo Settore mirato al monitoraggio dei singoli interventi; nel periodo considerato il lavoro di ridefinizione progettuale ha reso necessario un time-planning più serrato. iniziative di raccordo con il livello regionale Sono compilate periodicamente le schede di rilevazione predisposte dalla Regione Liguria, inoltre ogni materiale di verifica viene inviato agli uffici preposti della Regione stessa. iniziative informative e promozionali 1

2 In continuità con quanto avvenuto già dall anno 2000 (Diritti al 2000) anche nel 2003 sono state organizzate Iniziative di promozione dei diritti in occasione della ricorrenza del 20 novembre; contemporaneamente si è provveduto a mantenere aggiornate le pagine web dedicate agli interventi L.285/97 ed a costruire un archivio storico della documentazione relativa. Oltre alle campagne di informazione complessive alcuni progetti hanno realizzato campagne informative ad hoc sulle diverse attività proposte come ad esempio i Laboratori Educativi territoriali, gli Spazi Famiglia, l Affido familiare, le attività estive per i bambini dagli zero ai sei anni Descrizione di attività formative a diversi livelli, precisando per ciascuna di esse se, ed in quale misura, tali attività siano state effettuate con l utilizzo del fondo regionale (art. 2, secondo comma della L. 285/97 - cd riserva del 5%), oppure con il proprio fondo Fondo comunale Oltre alle azioni di formazione previste dai singoli interventi nel periodo considerato si è portato a compimento il percorso formativo interdirezionale allargato ai responsabili delle Segreterie Tecniche (per il raccordo con i Piani di Zona) su monitoraggio e valutazione dei progetti inseriti nei processi pianificatori della Amministrazione Comunale con l Istituto di Ricerca Sociale di Milano (IRS). Città Amica dell Infanzia Corso di formazione ed informazione rivolto agli anziani volontari che operano in qualità di Tutor d area; il corso è stato realizzato dalla Polizia Municipale di Genova, in collaborazione con l Ufficio responsabile del Progetto, all interno delle ore di servizio dei civici dipendenti. Estivo 3/6 anni Supervisione, valutazione della qualità interna e della qualità percepita a cura di Funzionari degli Uffici centrali del Settore 0/6 anni. Aree Gioco degli Spazi Famiglia Corso di formazione rivolto agli Educatori ed ai Coordinatori delle Aree Gioco finalizzato alla valutazione della qualità interna; a cura di Funzionari degli Uffici centrali del Settore 0/6 anni. Alloggi protetti Formazione su maltrattamento e abuso (CBM) e diversi interventi su lavoro di rete (a cura di Soggetti diversi tra cui APS-IRS-COSENO-Gruppo Abele), auto e muto aiuto (UDI), osservazione della relazione madre/bambino, percorso di valutazione delle strutture residenziali madre/bambino (a cura dell IRS). Affido familiare Formazione sui temi dell affido (CAM) e sul lavoro di rete. 1.4 Riparto economico delle risorse ex L. 285/97 stato del trasferimento dei fondi statali e del loro impegno da parte delle Città per ciascuna annualità stato di certificazione delle spese da parte delle Città per ciascuna annualità Anno Stanziato Impegnato Liquidato effettivo , , ,19 % 100,00% 100,00% 90,00% , , ,94 % 100,00% 85,39% 44,87% 2

3 Rispetto agli anni precedenti il riepilogo della situazione è la seguente: periodo Stanziato Impegnato Liquidato effettivo , , ,90 % 100,00% 100,00% 98,73% 1.5 Ammontare delle risorse economiche destinate a favore dell infanzia e dell adolescenza, con riferimento a fondi del Piano di Zona (se attivato nel periodo di rilevazione e con esclusione di quello collegato al Piano Territoriale L. 285/97). Percentuale delle risorse economiche destinate ad infanzia e adolescenza sul budget complessivo per i Piani di Zona Agenzia Educativa Territoriale ,00 INTERVENTI Affido Educativo Volontario ,00 DIURNI PER Contributi Economici per Minori ,00 MINORI Altri Interventi Diurni ,00 Totale ,00 INTERVENTI RESIDENZIALI ,00 TRASPORTO SCOLASTICO MINORI ,00 AFFIDO FAMILIARE ,00 TOTALE COMPLESSIVO ,00 2. Stato di attuazione degli interventi previsti dalla L. 285/97 Si rimanda per gli approfondimenti sulla parte progettuale, richiesti nei successivi punti, alle schede di valutazione e monitoraggio redatte dai diversi responsabili di progetto nell ambito della ricerca/azione svolta in collaborazione con l Istituto di Ricerca Sociale di Milano IRS. 2.1 Stato della documentazione di interventi/attività dei Piani territoriali e dei Progetti esecutivi raccolta e catalogazione diffusione e circolarità delle informazioni Il sistema di raccolta e la catalogazione dei dati e della documentazione sia a livello centrale, in coordinamento con l Osservatorio, sia a livello di singolo progetto è stato potenziato. Adeguamento della parte del sito del Comune di Genova relativa alla Città Educativa e Solidale in applicazione della L.285/97( 2.2 Stato delle attività di monitoraggio e verifica dei Piani territoriali e dei Progetti esecutivi strumenti e procedure (difficoltà e punti di forza) elementi emersi (positivi e negativi) diffusione e circolarità delle informazioni È proseguito il lavoro di monitoraggio e verifica del Piano territoriale e dei Progetti esecutivi in linea con le nuove logiche di impostazione dei Servizi alla Persona riferiti ai cittadini più piccoli anche alla luce delle nuove disposizioni contenute nella L.328/2000 e maggiormente dettagliate nei punti successivi. La positività del processo avviato di ridefinizione delle politiche cittadine a favore delle persone ha agevolato lo sviluppo dell integrazione tra gli interventi 285/97 e il sistema dei servizi e favorito la diffusione e circolazione delle informazioni nei diversi settori dell Amministrazione comunale. 3

4 2.3 Struttura, caratteristiche ed evoluzione dei Piani territoriali di intervento rispetto a dimensioni territoriali e sviluppo della logica di Piano accordi di programma e coinvolgimento Enti firmatari strategie messe in atto per favorire la partecipazione dei destinatari aspetti gestionali, rapporti con il terzo settore e l associazionismo, sussidiarietà e integrazione interistituzionale progetti esecutivi (raccordo, integrazione, modifiche...) tipologie interventi/attività secondo l articolato della legge tipologie interventi/attività secondo un'eventuale propria riclassificazione dei servizi e interventi per l infanzia e l adolescenza finanziamenti (ex L. 285/97, cofinanziamenti da Enti locali) iniziative d'informazione, raccordo, coordinamento Si sono consolidate le connessioni con i livelli pianificatori della Città con particolare attenzione ai processi di decentramento. Infatti, nel 2004 è stato avviato il percorso di costruzione del Piano Regolatore Sociale, formalizzato con Delibera della Giunta Comunale n.830/2004, nel quale confluiranno i contenuti della pianificazione riferiti all infanzia e l adolescenza (Piano Infanzia e Adolescenza). Nel periodo in esame è proseguito il processo di ridefinizione delle tematiche riferite alla L. 285/97 nel quadro complessivo di relazione con il sistema cittadino di servizi e interventi per l infanzia e l adolescenza. Sono state ulteriormente potenziate le azioni di coinvolgimento dei fruitori con attività e percorsi specifici all interno dei singoli interventi (questionari, incontri, monitoraggi partecipati, coprogettazione con associazioni di famiglie, genitori e nonni, consulta circoscrizionale dei ragazzi). Per quanto attiene gli aspetti gestionali nel periodo considerato non sono state apportate modifiche significative. Mentre rispetto alla riclassificazione dei servizi e degli interventi si sono utilizzate, nel rispetto della suddivisione proposta dagli articoli di legge, le seguenti aree tematiche: Deistitutizzazione Contrasto al disagio Intercultura Territorio - promozione dell'agio Promozione (diritti e osservatorio infanzia adolescenza e politiche sociali). Rispetto ai rapporti con il Terzo Settore come da prassi consolidata le evoluzioni vengono di seguito esposte direttamente dalla Commissione Infanzia del Forum del Terzo Settore genovese: Nel periodo tra l estate 2003 e l estate 2004 la relazione fra la Commissione Infanzia del Forum del Terzo Settore ed il Comune di Genova ha subito una forte accelerazione e un riorientamento. Nel corso del 2003, infatti, hanno iniziato ad evidenziarsi i cambiamenti di sistema, dovuti al modificarsi del quadro nazionale cui fa riferimento la legge 285/97, con il passaggio dall orizzonte di programmazione triennale a quello annuale. L implementazione dei progetti L. 285/97, che ha sempre visto a Genova una significativa coerenza fra l anno d'attuazione e quello di finanziamento, subisce immediate ripercussioni fra le variazioni strutturali del finanziamento a livello nazionale e quelle riguardanti il corso di attuazione degli interventi in atto. Il 2003, in particolare, è stato il primo anno nel quale si è percepito in maniera chiara il passaggio dalla triennalità all annualità del finanziamento nazionale, nonché le problematiche connesse ai tempi ritardati di definizione dei Decreti di riparto nazionali del fondo (primavera inoltrata). La situazione di transizione è stata stigmatizzata da un significativo incontro fra Assessori coinvolti (Servizi Sociali e Servizi Educativi), Direttore dei Servizi alla Persona, rappresentanti degli uffici interessati (U.O. legge 285/97), Commissione Infanzia del Forum del Terzo Settore e componenti del Comitato di Coordinamento dello stesso Forum (i rappresentanti politici del Terzo Settore genovese). In tale incontro è stato pianificato quello che sarebbe diventato l abc del successivo sistema di relazione fra Civica Amministrazione ed il Forum del Terzo Settore. È stato cioè posto all ordine del giorno l avvio di un percorso di riprogettazione del sistema degli interventi afferenti alla legge 285/97 (non più il Piano Triennale) in modo tale da avviare una messa a sistema degli stessi nel panorama delle 4

5 opportunità complessive socioeducative della città di Genova. La progettazione comune, conclusasi a settembre 2003 nei suoi tratti generali, per essere dettagliata nel periodo successivo, estate 2004, ha prodotto: l avvio della messa a sistema delle opportunità riferite alla L. 285/97 con la rete dei servizi sociali ed educativi genovesi, con la conseguenza della parziale perdita del carattere di innovatività dei progetti della legge 285; lo sforzo è stato quello di comprendere quali interventi 285 e quale loro parte potevano aspirare ad entrare coerentemente nel sistema attuale e futuro. Parte degli interventi 285 è quindi stata rivisitata alla luce della struttura e dello sviluppo della città (decentramento amministrativo, Direzione unica servizi sociali e servizi educativi, collegamento fra i servizi territoriali socio educativi e quelli sviluppatisi dalla fine degli anni 90 grazie alla legge 285, l individuazione di quali servizi legati alla precedente legge 216/91 portare a continuità, etc.), provando a dare un orizzonte di senso a quanto sperimentato fino a quel momento; il collegamento più stretto con gli Enti Gestori dei diversi interventi servizi collegati alla L. 285/97. Fino a quel momento, infatti, il lavoro del Forum del Terzo Settore, fatta salva la prima progettazione del 1998 e l aggiornamento del 2001, era legato alla verifica in itinere degli interventi ma in un orizzonte di sostanziale continuità di senso, che vedeva il complesso della L. 285/97 affiancato al resto del panorama dei servizi cittadini. Con il procedere del tempo si è venuta a determinare una competenza strutturata sul versante operativo da parte di una larga rappresentanza di Enti di terzo settore nella gestione dei servizi; la scelta del Forum del Terzo Settore è stata quella di NON rappresentare direttamente gli Enti gestori ma di affiancare incontri di riprogettazione fra loro e il Comune, ritagliando per la Commissione Infanzia del Forum del Terzo Settore un ruolo sì di rappresentanza delle istanze e sensibilità del Terzo Settore, ma non degli interessi diretti di coloro che si trovavano a gestire alcuni interventi. Questo sistema, talvolta faticoso perché prevedeva incontri in tavoli complessi, ha fornito la possibilità di salvaguardare l ottica generale di sistema NON intesa come la somma dei singoli progetti. La riprogettazione tra Comune e Terzo Settore (incontri gestori di terzo settore, Uffici del Comune, Amministratori e Forum), ha prodotto una proposta complessiva messa in atto nel corso del 2003; nel primo semestre del 2004 il sistema di relazione è stato ulteriormente implementato, con una successiva accelerazione del lavoro d'integrazione fra opportunità 285 ed il resto dei servizi, di nuovo e ancora sotto la tensione dei finanziamenti in ritardo. La Commissione Infanzia e Adolescenza del Forum del Terzo Settore genovese che dal 2002 aveva avviato un lavoro complessivo, che andava oltre la legge 285/97 (intorno alla quale era nata), nell ottica della legge 328/00 ha rafforzato maggiormente il processo di relazione e condivisione con la Civica Amministrazione mirato alla definizione di un nuovo impianto d'interventi per i minori. Tale lavoro, nato anche in relazione alla spinta dovuta dal timore della cessazione dei finanziamenti e dalla difficoltà di pensare in termini annuali invece che triennali, si è poi sviluppato nel corso del 2004 e ancora - nel non si è pienamente compiuto. In conclusione, nel corso del 2003 il rapporto di collaborazione fra Forum del Terzo Settore (con la Commissione Infanzia e Adolescenza) e Civica Amministrazione è andato ben oltre la sola dimensione di progettazione/riprogettazione di un sistema a sé stante e si è sviluppato nella direzione dell integrazione e del collegamento fra servizi diversi, con il tentativo di rendere il tutto, al meglio delle informazioni disponibili, sostenibile su un arco di periodo medio (almeno qualche anno). Questi fattori hanno determinato un elevata complessità di lavoro (maggior numero di variabili, maggiori vincoli rispetto ai servizi in atto, maggior collegamento fra ruolo di progettazione ed istanze dirette del sistema dei gestori, nuovi strumenti di lettura dei bisogni, maggiori indeterminatezze circa le risorse disponibili, maggiore interconnessione fra le scelte operate in una o nelle altre parti dello stesso sistema dei servizi genovese, etc.) ma anche l unica possibilità di rendere realmente efficace, e anche stabile, quanto realizzato e sperimentato con la L. 285/97 dal 1998 per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze. 2.4 Individuazione delle positività e delle criticità nello stato di attuazione dei Piani Territoriali d'intervento con riferimento a stato di avanzamento rispetto al numero di progetti previsti, alla loro tipologia, ai soggetti istituzionali e non coinvolti... coinvolgimento dei fruitori/destinatari (per età, per genere, per tipologia...) coinvolgimento delle risorse umane (tipologia operatori, professionalità diverse...) utilizzo delle risorse finanziarie in funzione di quelle già percepite forme di gestione dei progetti, sussidiarietà, integrazione interistituzionale Oltre agli elementi contenuti nelle già citate schede di rilevazione IRS (allegate) si è proseguito nella razionalizzazione degli interventi; in particolare per cinque dei venti progetti il lavoro di integrazione con il sistema dei servizi ha raggiunto un buon livello di risultato rientrando completamente nelle attività proprie dell Ente consentendo in tal modo di riorientare la pianificazione complessiva con l attivazione di nuove azioni. 5

6 2.5 Analisi e considerazioni sulla relazione tra Città riservataria e Regione Punti critici e positività Strategie elaborate ed attivate Le relazioni con la Regione sono state sempre improntate nel rispetto del livello formale di comunicazione e ricomprese, tecnicamente, nel più ampio confronto sulla redazione dei Piani di Zona. 3. Valutazioni rispetto all attuazione della seconda triennalità della legge 285/ Valutazioni, a livello di Città riservataria su obiettivi realmente conseguiti e confronto con i risultati attesi nella programmazione efficacia ed efficienza degli interventi impatto delle politiche sulla condizione di vita di bambini e adolescenti conseguenze sulle politiche sociali regionali e locali Tra gli obiettivi che i Piani di intervento genovesi si erano posti sicuramente di particolare rilevanza risulta essere, nell ottica di sviluppare la logica della sussidiarietà orizzontale, la scelta di avvicinare, oltreché con la realizzazione degli interventi, il livello decisionale delle politiche sociali ed educative ai cittadini che nei singoli territori vivono, lavorano e studiano. Genova affronta le tematiche relative al decentramento già da molti anni affinando, anche utilizzando opportunità quali ad es. la L. 285/97, gli strumenti di interlocuzione nei processi decisionali. Altro elemento qualificante riferito all impatto delle politiche nel loro complesso risulta essere la trasmissione ed il radicamento della cultura della pianificazione che, propria dell impianto L. 285/97, ha prodotto un pensiero più ampio ed articolato non solo sui diritti dell Infanzia ma anche sul reale loro rispetto in relazione a tutte le politiche di sviluppo cittadino. Le esperienze delle triennalità precedenti, del processo genovese di Città educativa (culminato con il Congresso Internazionale delle Città Educative di novembre 2004) e dei percorsi di condivisione con il Terzo Settore hanno posto in sempre maggior evidenza le risorse territoriali, le connessioni interistituzionali, l impegno di tutti gli attori coinvolti ed il ruolo di regia dell Amministrazione. 3.2 Proposte emerse di misure da adottare per migliorare le condizioni di vita di bambini e adolescenti nel territorio cittadino In questi ultimi anni la Civica Amministrazione ha affrontato i temi relativi ai suoi cittadini più piccoli in un ottica di sistema complessivo tenendo conto non solo dell offerta dei servizi ma soprattutto dell idea di una città a misura di bambino; l impegno di Genova in tal senso ha, in prima battuta, consentito di ricevere nel 2001 il premio quale Città sostenibile per le bambine ed i bambini e negli anni seguenti ha collocato la città ai primi posti della rilevazione annuale Ecosistema urbano bambina/bambino di Legambiente. Attualmente il lavoro è concentrato sulla definizione delle linee di Piano per l Infanzia e l Adolescenza, all interno del Piano Regolatore Sociale, attraverso un processo di condivisione cittadina e territoriale a partire dai seguenti parole chiave: Educazione, Diritti, Ben-Essere dei bambini e dei ragazzi: un bene comune che vede attivarsi tutte le dimensioni della città. La città come una famiglia, insieme di relazioni, educazione, mutuo sostegno, amore: come una famiglia cambia e si trasforma quando ha figli, così una città sceglie di fare spazio e dare spazio, non residuale ma voluto e intenzionale, ai propri giovani cittadini. 6

7 I bisogni minimi dei bambini sono i loro Diritti, che si esprimono in una città che guarda alla qualità dello sviluppo in senso sostenibile, ambientale, perseguendo la dimensione della Civitas (le relazioni) oltre che dell Urbe (la città fisica). Pensando al 2012, ma agendo ora. Bambini e ragazzi attori attivi nei loro processi di vita e per la trasformazione della città. 3.3 Analisi e considerazioni valutative sulle scelte fatte dalla Città riservataria per l attuazione del primo triennio e del secondo triennio della L. 285/97, alla luce della concreta esperienza di gestione e realizzazione dei Piani territoriali d'intervento, rispetto a linee d'intervento e priorità analisi dei bisogni e ricognizione delle risorse territoriali modalità d'analisi, valutazione e approvazione dei Piani modalità di finanziamento e assegnazione dei contributi modalità di documentazione, verifica, monitoraggio dei Piani e Progetti modalità di rendicontazione delle spese obiettivi realmente conseguiti e confronto con i risultati attesi nella programmazione efficacia ed efficienza degli interventi impatto delle politiche sulla condizione di vita di bambini e adolescenti conseguenze sulle politiche sociali regionali e locali Il processo seguito per la ridefinizione progettuale degli interventi L. 285/97 ha ancor più messo in risalto le connessioni attuate e da realizzare all interno della Direzione, dell Amministrazione nel suo complesso, degli altri Enti e della società civile genovese. La strada tracciata è la condivisione dei processi e delle idee come unica possibilità per un buon governo del sistema. Il metodo concertativo adottato in questi anni con il Terzo Settore ha arricchito il senso del lavoro apportando contributi tecnici di alto significato; i diversi livelli di confronto in atto, pur avendo evidenziato criticità, indicano come la coprogettazione d'interventi innovativi sia possibile se all interno di obiettivi condivisi. Con la ridefinizione progettuale si è aperta una sfida comune per salvaguardare la filosofia e le finalità della L. 285/97 nel suo passaggio all interno della L. 328/00 e comunque all interno della programmazione delle politiche educative, sociali, culturali e di sviluppo della Città; questo dovrà essere il tema da affrontare a partire dal prossimo mese di settembre riprendendo, con la logica delle aree tematiche e dei Piani di Zona, il percorso di costruzione di un sistema infanzia sia con il Forum del Terzo Settore sia con la Commissione Infanzia. Il percorso di lavoro ha visto, dopo l individuazione dei referenti di area interni alla Direzione Servizi alla Persona, l avvio del confronto con la Commissione Infanzia del Forum del III Settore e con gli Enti Gestori delle attività. Il metodo di lavoro utilizzato ha consentito di mantenere distinti e correlati i ruoli dei diversi soggetti: politico il Forum, gestionale i Gestori e di connessione ed approfondimento tecnico la Commissione Infanzia. Nel contempo la suddivisione dei ruoli, interna alla Direzione, tra responsabili di progetto, referenti di area e responsabili di processo ha consentito un approccio integrato tra i diversi livelli. In particolare il ruolo che i referenti di processo hanno avuto nelle diverse fasi ha consentito di ampliare le possibili interconnessioni, a lato del contesto gestionale, non solo nell ambito degli interventi 285/97. Il metodo utilizzato ha, quindi consentito, di svolgere il percorso in modo oggettivo, infatti, i ruoli così suddivisi hanno attenuato le tensioni tra chi è stretto nella gestione e chi invece deve rispondere. 7

8 4. Oltre la legge 285/97: come si prospetta l attuazione della legge 285 nel periodo successivo alla presente relazione 4.1 Si prevede il mantenimento del dispositivo di attuazione tipico 1 della legge o l inserimento nei piani sociali di zona o in altre forme di programmazione zonale definite a livello di Città riservataria? La città di Genova, a partire dal 2004, ha avviato un percorso di costruzione del Piano Regolatore Sociale (P.R.S.) che dovrà ricomprendere gli aspetti di pianificazione sia a livello cittadino sia a livello provinciale. È stato in tal senso sottoscritto già nel marzo 2004 un Patto sociale d indirizzo tra il Sindaco, il Presidente della Provincia ed il Portavoce del Forum Provinciale del Terzo Settore. Nel periodo maggio/luglio 2004 sono state individuate, in accordo con il Forum del Terzo Settore Genovese, le tappe per la ridefinizione progettuale relativa agli interventi L. 285/97. Nel corso del mese di agosto 2004 sono state avviate collaborazioni con diversi Soggetti per lo sviluppo della pianificazione relativa all Infanzia ed all Adolescenza (ex Piano Regolatore Infanzia e Adolescenza - P.R.I.A.) che, come anticipato nella relazione 2003 rappresenta la naturale evoluzione dei diversi livelli di programmazione degli interventi a partire dai progetti ricompresi nel Piano Territoriale d Intervento L. 285/97. Sempre nello stesso mese d'agosto 2004 la Giunta Comunale ha approvato il provvedimento deliberativo relativo agli adempimenti preliminari alla costruzione del Piano Regolatore Sociale della Città di Genova. In questi mesi con la definizione del processo del P.R.S. l Amministrazione Comunale sta individuando le aree tematiche d'approfondimento; data la specifica volontà di focalizzare l attenzione sui temi dell infanzia e la strategicità delle tematiche collegate, è stata indicato l inserimento dell area tematica Infanzia e Adolescenza come specifico approfondimento all interno del futuro P.R.S. Come si può evincere dal processo tracciato, la Civica Amministrazione, nello spirito della legge 285/97, intende da un lato inserire la progettazione degli ex Piani Territoriali d Intervento nel sistema delle politiche di welfare cittadino e dall altro mantenerne la specificità all interno di una pianificazione più ampia, al fine di sviluppare maggiori sinergie, dedicando particolare attenzione appunto al pianeta Infanzia Se si mantiene il dispositivo di attuazione tipico della legge 285, indicare quali conferme e modificazioni negli atti d'indirizzo della Città riservataria per la pianificazione del successivo periodo di attuazione a questa rilevazione della L. 285/97 rispetto a programmazione annuale o triennale della legge linee d'intervento e priorità analisi dei bisogni e ricognizione delle risorse territoriali modalità di analisi, valutazione e approvazione dei Piani modalità di finanziamento e assegnazione dei contributi modalità di documentazione, verifica, monitoraggio dei Progetti e delle attività modalità di rendicontazione delle spese criteri di redistribuzione delle quote residue non utilizzate rispetto al totale approvato 1 Per tipico è da intendersi l approvazione da parte della Regione e la gestione da parte degli Ambiti territoriali di intervento (di cui all art. 2 della legge 285/97) dei Piani territoriali di intervento, approvati con Accordi di programma, articolati in Progetti esecutivi secondo le finalità degli articoli 4, 5, 6, 7 della legge 285/97. A ciò corrisponde l esistenza di un apposito fondo o riserva di spesa sui fondi regionali per l infanzia e l adolescenza, denominato variamente e composto, oltre che dalla quota parte a ciò riservata dalla Regione a valere sui trasferimenti statali del Fondo nazionale per le politiche sociali, da ulteriori quote di finanziamento o finalizzazioni anche di altra provenienza. Tale fondo è ripartito agli Ambiti territoriali per la gesitone dei Piani territoriali dei intervento. 8

9 Vedi punto Se si mantiene il dispositivo di attuazione tipico della legge 285, quali forme di rapporto si prospettano con le altre politiche per l infanzia e l adolescenza cittadine Vedi punto Verso i piani di zona; stato di recepimento della L.328/00 a livello di Città riservataria. Indicare: se sono state emanate linee d'indirizzo per la predisposizione dei piani di zona a livello cittadino le priorità d'intervento sull infanzia e l adolescenza nelle indicazioni del piano di zona Sono state emanate alcune linee di sviluppo complessivo del sistema sociale che, come espresso nel precedente punto 4.1, fanno riferimento al Piano Regolatore Sociale ed individuano alcuni macro obiettivi sui quali puntare; la finalità è quella di passare dalla logica dell erogazione di servizi e interventi alla logica dei valori e dei processi culturali che costituiscono la premessa al sistema dei servizi offerti. Vanno in questa direzione gli sforzi condotti per orientare l offerta dei servizi secondo alcuni principi stabiliti dalla L. 328/00 e che costituiscono le linee guida per il lavoro condotto finora e per i prossimi anni ed in particolare: Universalità del sistema Sussidiarietà orizzontale Accreditamento e sistema di qualità Promozione dei diritti e cittadinanza attiva. All interno di questi macro obiettivi generali si sono definite alcune linee di sviluppo delle politiche sociali per i minori e la famiglia attinenti al concetto di interconnessione e di continuità tra processi, come ad esempio tra gli attuali sistemi diurno (Agenzie Educative Territoriali, Affido familiare, Spazi famiglia) e residenziale (comunità, ecc.) che costituisce la principale forza costituente della gamma di offerte della Civica Amministrazione. La prospettiva è un sistema integrato di risorse, non più una serie di contesti autonomi (diurno e residenziale) che dialogano tra loro, bensì realtà complementari ed articolate in grado di affrontare: Le complessità dell intervento sociale La differenziazione dei bisogni all interno delle famiglie Il mutare nel tempo delle necessità dei cittadini Il superamento della dicotomia agio disagio La necessità di nuovi strumenti per l accesso ai servizi e alle risorse. 4.3 Impatto della Riforma costituzionale (L.C. 3/01) in senso federale dello Stato sull assetto delle politiche sociali per l infanzia e l adolescenza Considerazioni sul rapporto Stato-Regioni-Enti locali Iniziative sperimentali per la definizione dei Liveas Ad oggi non sono attivi rapporti strutturati riferiti all assetto delle politiche sociali per l infanzia e l adolescenza nel loro complesso se non per quanto attiene la definizione dei Piani di Zona. La Direzione Servizi alla Persona ha avviato un percorso di studio e ricerca per la definizione dei Liveas ancorché la Regione Liguria non abbia ancora definito le proprie linee. Testo a cura dell Assessorato ai servizi educativi e istituzioni scolastiche, Assessorato alla città solidale - Direzione servizi alla persona 9

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