N GENNAIO 2012 Periodo dal 05 GENNAIO Aggiornato al 11 GENNAIO

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1 1 / 38 TOP NEWS 01 NATO TV 04 COSTRUIRE LA PACE 05 COMMENTI 06 AGENDA 07 ISSUES 07 DI PIù 10/38 In accordo tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Rai e NATO, Rai World fornisce sostegno all informazione sulle operazioni di peacekeeping in Afghanistan e con la presenza di un riferimento al HQ NATO di Bruxelles mette a disposizione delle testate Rai servizi ed immagini dall Afghanistan e una raccolta di notizie stampa. Per contatti: news.raiworld@rai.it N GENNAIO 2012 Periodo dal 05 GENNAIO Aggiornato al 11 GENNAIO TOP NEWS 11 GENNAIO - AFGHANISTAN: PARTE TASK FORCE "GRIFO 12", SALUTO A VERTICI GDF (di più) Il comandante della Guardia di finanza, generale Nino Di Paolo, e il capo di stato maggiore, generale Edoardo Valente, hanno ricevuto il saluto del contingente Task Force "Grifo 12", in partenza per l'afghanistan, "al quale hanno rivolto parole di apprezzamento per la conclusione dello specifico iter addestrativo di immissione in teatro operativo e di incoraggiamento per l'importante e difficile compito che attende i finanzieri in Afghanistan". (AGI) 11 GENNAIO - AFGHANISTAN: KAMIKAZE A KANDAHAR, SI SALVA CAPO POLIZIA (di più) Il comandante della polizia della provincia meridionale afghana di Kandahar, generale Abdul Razzaq, è sfuggito oggi per poco alla morte quando un kamikaze è entrato nel quartier generale della forza facendosi esplodere vicino al suo ufficio. (ANSA). 10 GENNAIO - ESERCITO ITALIANO, SOTTO ACCUSA I BLINDATI LINCE (di più) Il mezzo blindato è il fiore all'occhiello della Difesa italiana nelle operazioni in Afghanistan. Il nuovo lotto di acquisti da parte del Governo sarebbe partito solo poche settimane fa, per un totale di 511 nuovi veicoli. Ma in un servizio video che andrà in onda domani su Agorà (Rai3), un carrista denuncia: "Pericoloso in campo di guerra". Il commento di Rosa Rosita. (IL FATTO QUOTIDIANO) 10 GENNAIO - AFGHANISTAN, AL VIA OPERAZIONE "BUONE NOTIZIE" PER SICUREZZA CONFINI (di più) Al via in Afghanistan l'operazione 1391 Naweed (Buone notizie). Kabul ha firmato l'accordo per far cominciare l'azione, il cui obiettivo è garantire la sicurezza alla popolazione e lungo i confini nazionali, creando un ambiente adatto per l'espansione della governance e migliorando le opportunità di commercio ed espressione culturale. (IL VELINO) 10 GENNAIO - AFGHANISTAN: SPOSA-BAMBINA TORTURATA, IL CASO ARRIVA DA KARZAI (di più) Torturata e segregata per mesi dal marito-padrone: dopo aver commosso l'afghanistan, il caso di Sahar Gul - la sposa-bambina che si rifiutò di prostituirsi - arriverà sulla scrivania del presidente afghano, Hamid Karzai. (AGI)

2 2 / GENNAIO - AFGHANISTAN: TALEBANI ATTACCANO UFFICIO GOVERNATIVO NEL SUDEST, 7 MORTI (di più) Almeno sette persone, tra le quali tre poliziotti e quattro civili, sono morte in un attacco sferrato da un commando di Talebani contro un edificio governativo nella provincia di Paktika, nell'afghanistan sudorientale, a ridosso del confine con il Pakistan. (ADNKRONOS) 10 GENNAIO - GUANTANAMO: 10 ANNI, TALEBANI PRONTI TRATTARE CON USA (di più) Sono passati 10 anni dal trasferimento di primi detenuti a Guantanamo. La stampa qatarina riferisce ora che i Talebani apriranno un ufficio politico a Doha per trattare con gli Usa la liberazione dei prigionieri, ma la chiusura di Guantanamo non è ancora nell'agenda americana. (ANSA) 10 GENNAIO - AFGHANISTAN: TALEBANI, FALSE NOTIZIE TV SU SCAMBIO OSTAGGI (di più) I talebani afghani hanno smentito le notizie diffuse da tv internazionali, ed in particolare da quella panaraba Al Jazira, secondo cui tre talebani hanno lasciato il carcere di Guantanamo Bay in cambio della liberazione del soldato americano Bowe Bergdahl, fatto prigioniero nel giugno (ANSA). 10 GENNAIO - AFGHANISTAN: ATTACCO KAMIKAZE NEL SUD, QUATTRO MORTI (di più) Almeno quattro kamikaze hanno attaccato un edificio pubblico nella provincia sud-orientale afghana di Paktika con un bilancio provvisorio di quattro morti. (ANSA). 9 GENNAIO - AFGHANISTAN, MAXI OPERAZIONE ANTIGUERRIGLIA ANCHE CON MILITARI ITALIA (di più) Si è conclusa in Afghanistan una massiccia operazione contro la guerriglia antigovernativa, che ha coinvolto tutto il paese. L'esercito, la polizia e l'agenzia di intelligence (Nds) insieme alle forze multinazionali hanno condotto nelle ultime 24 ore 15 azioni congiunte nelle province di Nangarhar, Laghman, Kandahar, Helmand, Wardak, Logar, Ghazni, Paktia ed Herat. (IL VELINO) 9 GENNAIO - AFGHANISTAN: BREVETTATI 48 ALLIEVI DELL'AERONAUTICA AFGANA SULL'ELICOTTERO MI-17 (di più) Si è svolta nella base aerea di Shindand la cerimonia della consegna dei brevetti della più recente classe di piloti, ingegneri aeronautici, e capi squadra specialisti di volo (flight crew chief) dell Afghan Air Force. Alla cerimonia hanno partecipato gli appartenenti all Aeronautica Militare Italiana e alle forze della coalizione della Nato Training Mission. (ISAF RC-W) 9 GENNAIO - DUE MAGGIORI DEGLI ALPINI, A CUNEO, INTERVENGONO SULLA MISSIONE MILITARE IN AFGHANISTAN (di più) Nel pomeriggio di lunedì, nei locali del cinema Monviso di Cuneo due ufficiali dell Esercito hanno fatto il punto sulla missione militare in Afghanistan presentando due libri (Caposaldo Cavour, ed. Uniart e Ring Road, ed. Mursia) di cui gli stessi sono gli autori. (TARGATOCN.IT) 9 GENNAIO - AFGHANISTAN: CATTURATO COMANDANTE TALEBANO NEL SUD (di più) Le forze di sicurezza afghane hanno catturato un capo talebano nella provincia di Helmand, nel sud dell'afghanistan. (AGI) 9 GENNAIO - AFGHANISTAN:STAMPA PAKISTAN, OK USA DIALOGO CON RETE HAQQANI (di più) Gli Stati Uniti avrebbero concesso il loro accordo, nell'ambito del dialogo per la riconciliazione in Afghanistan, ad una partecipazione ad esso anche della temibile Rete Haqqani. (ANSA). 9 GENNAIO - AFGHANISTAN:SOLDATO AFGHANO UCCIDE COLLEGA USA IN SPARATORIA (di più) Un'esercitazione in una base militare congiunta nell'afghanistan meridionale si è trasformata in una tragedia quando è scoppiata una sparatoria in cui un soldato dell'esercito afghano ha ucciso un collega americano di Isaf prima di essere a sua volta colpito a morte. (ANSA). 8 GENNAIO - TERRORISMO: DIECI ANNI FA I PRIMI DETENUTI A GUANTANAMO (di più) Dieci anni fa, venti detenuti arrivarono a Cuba a bordo di aereo militare americano C-141. Avevano mani e piedi incatenati, indossavano una tuta arancione e sulla testa avevano un cappuccio bianco: Erano i primi presunti terroristi catturati in Afghanistan ad essere trasferiti alla base navale americana di Guantanamo Bay. (ANSA)

3 3 / 38 7 GENNAIO - AFGHANISTAN, COMMISSIONE DENUNCIA ABUSI SOLDATI USA SU DETENUTI (di più) La Commissione indipendente per la supervisione dell'attuazione della Costituzione guidata da Gul Rahman Qazi ha denunciato durante una conferenza stampa gli abusi che l'esercito statunitense avrebbe commesso sui detenuti vicino alla base militare di Bagram a nord di Kabul. (LAPRESSE) 7 GENNAIO - AFGHANISTAN: ITALIANO FERITO; PER TALEBANI, UCCISI 4 SOLDATI (di più) I talebani sostengono che nell'attentato dinamitardo contro una pattuglia italiana a Bala Murghab, che ha ferito un militare italiano, sarebbero stati invece "uccisi 4 invasori italiani. (AGI) 7 GENNAIO - AFGHANISTAN: SILVIA, IL SOTTOTENENTE CHE "GOVERNA" BASE DI BAKWA (di più) Se non fosse per Silvia Russo, "qui non si mangerebbe! Oppure non sapremmo dove procurarci il carburante per i mezzi, o altro ancora per il funzionamento della missione. Dalla cosa più semplice alla più complessa...". Silvia, 32 anni "governa" l'avamposto Lavaredo a Bakwa. (AGI) 6 GENNAIO - AFGHANISTAN: ALTRO SANGUE, MORTI BAMBINI E MILITARI NATO 7 BIMBI UCCISI (di più) Le notizie di un possibile dialogo fra Stati Uniti e talebani non sembrano aver modificato il clima di violenza in Afghanistan dove si è avuta una nuova giornata di sangue segnata da un attentato che ha falciato la vita di otto civili, fra cui sette bambini. (ANSA) 6 GENNAIO - AFGHANISTAN: ESPLODE ORDIGNO, ANCORA UN ITALIANO FERITO IN PATTUGLIA A PIEDI A BALA MURGHAB (di più) Ancora un militare italiano ferito lievemente in Afghanistan, dopo quello del 4 gennaio scorso. Anche in questo caso è stata l'esplosione di un ordigno improvvisato a causare il ferimento. (ANSA) 6 GENNAIO - AFGHANISTAN: OTTO MILITARI NATO UCCISI NEL SUD (di più) Almeno otto militari della coalizione internazionale a guida Nato sono morti in Afghanistan in diversi attacchi nel sud del Paese. (ADNKRONOS) 5 GENNAIO - AFGHANISTAN: ZERMINAH, "CONDANNATA A 30 ANNI SENZA UN AVVOCATO" (di più) Condannata a 30 anni di carcere, due dei quali già scontati, perché accusata di aver ucciso il marito dandogli fuoco, "ma io non l'ho ucciso. Mio marito era un drogato e si è ucciso con la benzina. E' il grido che viene da Zerminah Rezei, rinchiusa nel carcere di Herat. (AGI) 5 GENNAIO - AFGHANISTAN: BALA MURGHAB, I SASSARINI TALLONANO GLI 'INSURGENT' (di più) E' come in una caccia senza sosta: la parte del cacciatore la fanno i militari del 151mo Reggimento fanteria 'Sassari'; la parte di chi è costretto a nascondersi la fanno gli 'insurgent', che appaiono sempre più in difficoltà nel nord della vasta area affidata al contingente italiano e che va sotto il nome di Regional Command West (RC-W). (AGI) 5 GENNAIO - AFGHANISTAN: MULLAH OMAR SDOGANA DIALOGO TALEBANI-USA MENTRE IN PAKISTAN TALEBANI DEL TTP UCCIDONO 15 AGENTI (di più) Il Mullah Omar è prepotentemente salito sul davanti della scena avallando l'ipotesi dell'avvio di un dialogo con gli Usa riguardante, per ora, l'apertura di un ufficio politico all'estero. (ANSA) 5 GENNAIO - AFGHANISTAN: W. POST, COSI' TEHERAN PROVA A DOMINARE IL DOPO-USA (di più) Un lavoro ai fianchi su politici e leader tribali afghani per convincerli che sarebbe controproducente per loro una partnership con Washington oltre il 2014, come stabilito dal patto di cooperazione strategica con gli Usa. E' la strategia delle autorità iraniane, che secondo il 'Washington Post', stanno cercando di alimentare il sentimento anti-usa nel Paese. (ADNKRONOS)

4 4 / 38 5 GENNAIO - AFGHANISTAN:"TORNO SUBITO", CARTELLO PRIMA DI USCIRE IN MISSIONE (di più) "Torno subito". E' l'indicazione su un cartello appeso all'esterno di uno degli alloggi dei militari del reggimento San Marco nell'avamposto Lavaredo, a Bakwa, nel sud-est dell'afghanistan. E' il cartello lasciato da chi è uscito in missione di ricognizione con un convoglio blindato. (AGI) 5 GENNAIO - AFGHANISTAN: KARZAI, PRIGIONE USA BAGRAM A NOI ENTRO UN MESE (di più) La prigione che si trova nella base militare Usa di Bagram passerà entro un mese sotto controllo afghano. Lo ha disposto il presidente Hamid Karzai. (ANSA). 5 GENNAIO - AFGHANISTAN: MATTEO, IL CUOCO-POETA CHE AMA LE STELLE DI HERAT (di più) "Ho guardato il cielo di Herat, e ho visto tanti sogni avvolti in questo cielo illuminato. Ogni stella un sogno?. E' notorio: la collocazione geografica fa sì che il cielo afghano sia tra i più luminosi al mondo, di giorno ma ancor più di notte. E per Matteo Cavallaro, militare dell'aeronautica in missione in Afghanistan, questa luminosità è fonte di ispirazione per la sua passione: la poesia. (AGI) 4 GENNAIO - AFGHANISTAN: "SHONA BA SHONA", AFGHANI E SASSARINI INSIEME (di più) "Shona ba Shona". In lingua dari, significa "spalla a spalla", cioè muoversi insieme, di comune accordo. A usare il detto è stato il generale di brigata Mohaiuddin Ghorj, capo di Stato Maggiore dello staff del Comando dell'esercito afghano più importante nel settore ovest del Paese asiatico. (AGI) NATO TV Sono disponibili su richiesta delle redazioni Rai le immagini (e/o i servizi) della struttura TV organizzata dalla Nato in Afghanistan realizzate da reporter professionisti embedded presso il contingente ISAF. Tutte le immagini sono libere da diritti d' autore e in quality broadcast. Per ricevere le immagini e per informazioni contattare al HQ NATO di Bruxelles: Luca Fazzuoli. Inviato permanente di Rai World e Media Relation Officer fazzuoli.luca@hq.nato.int ( ) Tutte le immagini girate in Afghanistan sono disponibili: - grezze, in versione internazionale, senza alcun montaggio, logo o sottotitoli oppure: - montate in un reportage di circa 2-3 minuti, con sottotitoli in inglese per le interviste in farsi o pashtu. Il suono delle interviste è inglese, farsi o pashtu. Tutte le immagini sono correlate dalla seguente documentazione: lista delle immagini con il timecode, trascrizione delle interviste in inglese, trascrizione e traduzione delle interviste dal farsi o pashtu in lingua inglese, informazioni relative al contenuto delle immagini. La distribuzione delle immagini e della documentazione avviene in modo rapido attraverso una semplice e- mail che viene inviata direttamente al vostro indirizzo elettronico. Le immagini montate in un piccolo reportage possono essere visionate anche sul sito web: QUESTA SETTIMANA VI SEGNALIAMO 1) French Doctors Save Girl's Life - (Medici Francese salvano la vita di una ragazza) Nato Tv e con i medici militari Francesi, che hanno salvato la vita di una ragazza Afghana di dieci anni, che è stata colpita alla testa durante uno scontro con i talebani. L'incidente è avvenuto nella sua casa di Tagab nella provincia di Kapisa a nord di Kabul

5 5 / 38 Link: 2) With Stardom Comes Risk for Afghan Actor (Con la notorietà arriva il rischio per l attore afghano) La stella dello spettacolo, della popolare serie televisiva, il poliziotto dell'afghanistan 'Eagle Quattro', racconta a NATO TV di come lui ed i suoi colleghi attori rischiano la vita per intrattenere gli appassionati di film e TV. Link: COSTRUIRE LA PACE 11 GENNAIO - AFGHANISTAN, SOLDATI ITALIANI RICOSTRUISCONO L'AEROPORTO DI HERAT (di più) Sull'aeroporto di Herat, in Afghanistan, sventola il tricolore. Porta la firma italiana, infatti, il progetto di ampliamento del terminal civile dello scalo della città. (TMNEWS) DONNE - GRAZIE ALLA COOPERAZIONE ITALIANA IN AFGHANISTAN DONNE COINVOLTE IN CORSI DI FORMAZIONE: DALLA POLLICOLTURA AL FOTOVOLTAICO (di più) Oltre 5700 donne coinvolte, corsi di alfabetizzazione associata all avvio di attività tradizionali,istituzione dicentri di formazione al Dipartimento degli Affari Femminili di Baghlan e al Women Garden di Kabul. (ITALIANNETWORK 10 GENNAIO) AFGHANISTAN, IL MEDICO ITALIANO CHE CURA I MALATI A BALA MURGHAB (di più) "Mi è successo qualche giorno fa di medicare un soldato dell'afghan national police che era stato ferito da un proiettile. Lui a un mio sorriso mentre veniva medicato rispondeva con un sorriso, cosa che ci ha commosso". Nel racconto del capitano Luca Interisano, 30 anni, specializzando a Roma in anestesia e rianimazione, l'esperienza quotidiana dei soldati italiani a Bala Murghab. (TMNEWS 10 GENNAIO) AFGHANISTAN: INAUGURATO DAI MILITARI ITALIANI UN IMPIANTO DI APPROVVIGIONAMENTO IDRICO (di più) Nell ambito di un operazione di sicurezza condotta dal 152 Reggimento ''Sassari'' è stato inaugurato un impianto di approvvigionamento idrico della clinica del villaggio di Lash e Jovein, a circa 90 chilometri a Sud della città di Farah. (ISAF RC-W 10 GENNAIO) AFGHANISTAN: PEDIATRA, BOMBOLE OSSIGENO VUOTE ANZICHE' CARICHE (di più) Bombole d'ossigeno che tornano indietro vuote anziché ricaricate. Capita anche questo all'ospedale pediatrico di Herat. C'e' anche questo nel racconto di Ilaria Moneta, medico pediatra di Pisa, su quel che succede all'ospedale pediatrico di Herat. (AGI 8 GENNAIO) AFGHANISTAN: GDF ADDESTRA A COMBATTERE CANCRO DELLA CORRUZIONE (di più) E' la corruzione il nemico numero uno, o quasi, per la costruzione del nuovo Afghanistan. Una corruzione esistente da sempre, dilagante, quasi un costume sociale. E' nel vivere quotidiano, s'insinua in più ambiti, senza tante differenze tra livelli bassi e quelli più dell'amministrazione. a quelli sui gradini più alti nella scala. (AGI 7 GENNAIO) AFGHANISTAN: LA CORSA DEL LINCE NEL DESERTO PER BRACCIO FATIMA (di più) Una corsa generosa e disperata nel deserto afghano per provare a salvare il braccio della piccola Fatima, maciullato e strappato dall'ingranaggio della puleggia di un pozzo. Una corsa senza esito. E' accaduto a dicembre, ma solo ora se ne viene a sapere grazie al racconto diretto di chi è stato tra i protagonisti di quel generoso tentativo. (AGI 6 GENNAIO) AFGHANISTAN: DOLCI E GIOCATTOLI "BOTTINO" FIGLI DETENUTE (di più) Non aspettavano altro: dopo i giocattoli, ecco i dolci, i cioccolatini. E non appena questi sono comparsi, ecco il gruppo partire come in un "assalto" per prenderne il più possibile, in un vociare allegro e confuso. Le mani protese erano però piccoline, erano quelle di bambini: i figli, alcuni anche in età molto tenera, delle detenute del carcere femminile di Gales Zou Gharb. (AGI 5 GENNAIO)

6 6 / 38 ESSERE BUONI A KABUL COSTA MOLTO CARO: DERAGLIA IL TRENO DEGLI AIUTI (di più) Alberto Cairo e Susanna Fioretti sono due testimoni della sofferenza, dall Afghanistan sempre in guerra all Africa o lo Yemen, senza contare tanti altri fronti di emergenza umanitaria. Sono accomunati dalla grande passione di aiutare popoli più disgraziati del nostro. E da due libri scritti con lo stesso editore, Einaudi, uno dopo l altro. Il commento di Fausto Biloslavo. (IL GIORNALE 5 GENNAIO) COMMENTI 11 GENNAIO - AFPAK TRA GUERRIGLIA E DIPLOMAZIA (di più) Mentre s'intensificano gli sforzi diplomatici per portare un po' di stabilità nella regione dell'afpak, sia Pakistan sia Afghanistan si trovano ancora una volta alle prese con le violenze scatenate dalla guerriglia. (OSSERVATORE ROMANO) 11 GENNAIO - HERAT IN AFGHANISTAN TINTA DI AZZURRO (di più) C è chi ha fatto foderare l interno del suo basco di celeste e ci ha fatto ricamare la scritta «napoletano al 101%». Tanto per ribadire le proprie origini partenopee. Anche in Afghanistan. Prima di partire per la missione hanno infilato nel loro zaino sciarpe e bandiere del Napoli. (IL MATTINO) 10 GENNAIO - FEBBRE DEL DIALOGO IN AFGHANISTAN (di più) Anche la rete Haqqani sarebbe coinvolta Febbre del dialogo in Afghanistan. Gli Stati Uniti avrebbero concesso il loro accordo a una partecipazione al dialogo. (OSSERVATORE ROMANO) 9 GENNAIO - IN FORTE CALO LE PERDITE ALLEATE IN AFGHANISTAN (di più) La tendenza è stata registrata per tutta la durata del 2011 ma ora il dato è ufficiale. Per la prima volta in dieci anni di guerra afghana le perdite alleate hanno registrato un forte calo, pari al 20 per cento. L analisi di Gianandrea Gaiani. (PANORAMA.IT) 9 GENNAIO - AFGHANISTAN: MOGLIE QUINDICENNE TORTURATA DAL MARITO (di più) Una storia che lascia senza parole, una giovanissima moglie afghana di 15 anni Sahar Gul, questo è il suo nome, ha rischiato la vita per le botte subite ad opera del marito. Il commento di Armida Tondo. (ITALNEWS.INFO) 9 GENNAIO - IL RETROSCENA - LA CONFESSIONE DI UN TERRORISTA "AL QAEDA È VICINA ALLA FINE" (di più) L'organizzazione è stata falcidiata dagli attacchi dei droni. "Non ha più soldi né uomini" La confessione di un terrorista. "Al Qaeda è vicina alla fine". "I vertici sono stati azzerati. E i pochi combattenti rimasti pensano solo a sopravvivere". L articolo di Samy Yousafzai e Ron Moreau. (LA REPUBBLICA) 9 GENNAIO - «IN AFGHANISTAN HO TROVATO LA PARTE MIGLIORE DELL'ITALIA» (di più) In Afghanistan ho trovato la parte migliore dell'italia. Con la sua Nikon ha fissato i volti e le emozioni di un Natale al fronte. Si tratta di Alberto Alpozzi 32 anni, fotoreporter torinese. (CRONACA QUI.IT) 8 GENNAIO - BRUNO E ORSO, I CANI SOLDATO DI BALA MURGHAB (di più) A Bala Murghab Bruno è un istituzione. Lo conoscono tutti. Non ha cognome, non ha grado. Lui è semplicemente Bruno. Quando scendi dall elicottero e ti avvii verso il cuore di fob Columbus ti viene incontro. Il racconto di Ebe Pierini. (ITALNEWS.INFO) 8 GENNAIO - "MONO", L'ULTIMO AVAMPOSTO DOVE SVENTOLA IL TRICOLORE (di più) Non si può fare neppure un chilometro in Afghanistan, fuori da Camp Arena e fuori dalle altre basi, senza essere scortati e senza utilizzare i blindati. Si entra nei Lince (i mezzi più piccoli) o nei Freccia e si cammina piano sapendo che ogni metro conquistato è una meta raggiunta. Il racconto dell inviato Natalia Encolpio. (IL RESTO DEL CARLINO) 8 GENNAIO - CHI È FAWZIA KOOFI (di più) Fawzia Koofi è il primo vice oratore femminile del parlamento in Afghanistan, ed è un attivista famosa per la sua lotta in favore delle donne e dei bambini Attualmente è candidata leader alle elezioni presidenziali nel Ha appena scritto un libro sulla sua vita: The Favored Daughter: One Woman s Fight to Lead Afghanistan into the Future.(IL JOURNAL)

7 7 / 38 8 GENNAIO - LA STRAGE DEI BIMBI AFGHANI. UCCISI MENTRE GIOCAVANO (di più) Strage di bimbi afghani: uccisi mentre giocavano. Non bisogna pensare a cacciatori di aquiloni che si rincorrono spensierati sotto un terso cielo afghano di montagna: i bambini uccisi da una in uno spiazzo ventoso della cittadina di Tarinkot stavano cacciando in mezzo alla spazzatura. Il commento di Michele Farina. (CORRIERE DELLA SERA) 7 GENNAIO - LE TRAME DEL QATAR DIETRO L IDEA DELL UFFICIO DEI TALIBAN (di più) Sullo scacchiere internazionale il Qatar è lo Stato più cool del momento. Dopo aver giocato un ruolo fondamentale nella caduta di Gheddafi e nella promozione delle sanzioni contro la Siria da parte della Lega Araba, la nuova missione della diplomazia di Doha è quella di facilitare i colloqui per la pace nel conflitto afghano. (AGORA VOX.IT) 5 GENNAIO - ECCO QUANTO COSTA L'APERTURA DI OBAMA A FRATELLANZA E TALEBANI (di più) La Casa Bianca ha dato la sua approvazione a liberare quattro detenuti pericolosi da Guantanamo. Ma il governo di Kabul vuole avocare a sé i negoziati ed escludere gli americani. E i talebani sono guidati dal Pakistan, con cui però Washington è al punto più basso di relazioni diplomatiche degradate da tempo. Di questo passo chiederà ai talebani di mediare con il governo e l'esercito di Islamabad. Il commento di Daniele Raineri. (IL FOGLIO) 5 GENNAIO - IN PAKISTAN GUERRA INTESTINA TRA TALEBANI (di più) Qualcosa si muove nel mondo dei Talebani. A dare l'idea di una svolta, negli ultimi giorni, è stata la notizia della decisione di aprire un "ufficio di rappresentanza" in Qatar per portare avanti le trattative con la Nato e gli Stati Uniti in vista del ritiro dall'afghanistan. L analisi di Alessandro Speciale. (IL RIFORMISTA) AGENDA 23 MARZO 2012 SCADE LA MISSIONE DI ASSISTENZA CIVILE DELL'ONU IN AFGHANISTAN (UNAMA) PROROGATA DI UN ANNO IL 22 MARZO MAGGIO 2012 SUMMIT NATO A CHICAGO. TRA I PUNTI CENTRALI LA TRANSIZIONE IN AFGHANISTAN (di più) GIUGNO 2012 MINISTERIALE A KABUL SUI RISULTATI DEL PROCESSO DI ISTANBUL (di più) 13 OTTOBRE 2012 SCADE LA RISOLUZIONE ONU RIGUARDANTE IL MANDATO DELL ISAF IN AFGHANISTAN ISSUES BILANCIO VITTIME MILITARI DALL INIZIO DEL CONFLITTO AL 1 SETTEMBRE (dal sito icasualties.org) Australia 32 Georgia 10 New Zeland 5 Turkey 2 Belgium 1 Germany 53 Norway 10 UK 395 Canada 158 Hungary 7 Poland 35 US 1873 Czech 5 Italy 42* Portugal 2 Nato 7 Denmark 42 Jordan 2 Romania 19 Not yet Reported 0 Estonia 9 Latvia 3 South Korea 1 Finland 2 Lithuania 1 Spain 34 France 78 Netherlands 25 Sweden 5 TOTALE 2857 * Le vittime italiane in realtà sono 41. Ma icasualties.org non menziona tra i decessi quello dell agente dell Aise Pietro Antonio Colazzo e del Tenente colonnello dei carabinieri Cristiano Congiu.

8 8 / 38 VARIAZIONE VITTIME PER PAESE NEL PERIODO 5 GENNAIO 11 GENNAIO USA NATO 8 1 VITTIME TOTALI (VARIAZIONE DEL PERIODO SOPRAINDICATO) 9 VITTIME TOTALI (Non si segnalano variazioni nei contingenti militari rispetto alla scorsa settimana) LE NAZIONI CHE HANNO INVIATO IL MAGGIOR NUMERO DI UOMINI AL 6 GENNAIO 2012: Gli STATI UNITI schierano uomini, il numero più alto tra tutti i Paesi dell'alleanza presenti in Afghanistan. Seguono la GRAN BRETAGNA con uomini, la GERMANIA con 4.818, la FRANCIA con 3.916, L'ITALIA con 3.952, la POLONIA con 2.475, la TURCHIA con unità, la ROMANIA soldati, l AUSTRALIA soldati e la SPAGNA con Il CANADA scende a 556 uomini tutti impegnati nell addestramento delle Afghan National security Forces. ALBANIA 286 soldati ARMENIA 126 soldati AUSTRIA 3 soldati AZERBAIJIAN 94 soldati BAHRAIN 95 soldati BELGIO 520 soldati BOSNIA E HERZEGOVINA 55 soldati BULGARIA 598 soldati CROAZIA 312 soldati REPUBBLICA CECA 626 soldati COREA 350 soldati DANIMARCA 750 soldati EL SALVADOR 24 soldati ESTONIA 154 soldati FINLANDIA 156 soldati GEORGIA 935 soldato GRECIA 154 soldati UNGHERIA 413 soldati ISLANDA 4 soldati TOTALE APPROSSIMATIVO LE ALTRE NAZIONI (FONTE NATO): IRLANDA 7 soldati LETTONIA 175 soldati LITUANIA 237 soldati LUSSEMBURGO 11 soldati MALESIA 46 soldati MONGOLIA 114 soldati MONTENEGRO 37 soldati NUOVA ZELANDA 188 soldati NORVEGIA 433 soldati PORTOGALLO 118 soldati OLANDA con 166 soldati SINGAPORE 39 soldati SLOVACCHIA 329 soldati SLOVENIA 79 soldati SVEZIA 500 soldati TONGA 55 soldati MACEDONIA 163 soldati UCRAINA 23 soldati EMIRATI ARABI UNITI 35 soldati AFGHAN STUDENTS WIN SCHOLARSHIPS TO STUDY IN TURKEY How did I get here? Well, I m going to tell you a story, says Abdul Qahar Bakhshi, a 24-year-old Afghan student studying his undergraduate degree in Izmir City on a scholarship from the Turkish government. Living in Turkey is very interesting, he says, but moving here, sitting exams and learning Turkish were some of the most stressful days of my life. It s not a coincidence that Bakhshi ended up furthering his education in Turkey. In 2005, as a high school student sitting the entrance exams for university in Afghanistan, he ranked top of his class. The Dean of Alberuni University, a law school to which Bakhshi had applied, noticed his results. Having just been tasked to find a suitable candidate for an education scholarship offered by the Turkish government, he put Bakhshi s name forward. I walked to Afghanistan s Ministry of Higher Education holding my results sheet, says Bakhshi. He was offered a life-changing experience as one of 60 Afghan students from around the country to be awarded university scholarships by the Turkish government that year. The Turkish government began offering Afghan students scholarships in Since then 2381 scholarships have been awarded to some of the brightest Afghan students, offering them a place to advance their studies in Turkey. Being away from home On arrival in Turkey, the group was split up and sent to different cities. They then spent the first year learning Turkish. Bakhshi remembers it being a difficult period. When I first came I was naturally missing

9 9 / 38 my family a lot, especially my mother. After learning a few words in Turkish, I made some friends and, one day, one of these friends who was aware of my homesickness, invited me over to his family home. I went with him to his village and I was very nervous. But his family were wonderful people and I will never forget how much feeling the love of a family helped me during that period, he says. While learning the language was hard, Bakhshi successfully passed the Turkish language university entrance exams. He was accepted to study International Relations at Ege University. The school has some 30,000 students in Izmir, Turkey s third largest city. Mohammad Reza Wefaq is a 24-year-old engineering undergraduate now studying in Ankara, Turkey s capital city. I was studying in Bamiyan University in Afghanistan before I came to Turkey, he says. The Turkish government pay 100 per cent of my costs to study here and without it I would never have been able to pay the fees. I, too, have found the people to be lovely. My friends here are wonderful. Noticing the differences Despite having to adjust to life in university dormitories and on a student budget, both Bakhshi and Wefaq say they have found the opportunity extremely worthwhile. One of the most surprising things is how open people here are to foreigners, says Wefaq. The culture is so rich and ancient, but it is expensive, and I don t think Turkish food is that delicious, he added. Living in such a country will have its advantages; the standard of living will be higher than in under-developed countries like Afghanistan, explains Bakhshi, who unlike Wefaq has never travelled abroad before. Until now I have not travelled around the world except Turkey because I was in Afghanistan during the war, and my family did not go anywhere for various reasons. The difference in education standards has pushed both the students to better themselves. The teaching is hard, explains Wefaq. The teachers push you harder, the level of teaching is higher, and we learn more compared to Afghanistan. Bakhshi agrees, adding that to have a modern society in Afghanistan in the future it s people must be educated now. At the end of the day, when you go from a place where there has been war for three decades and you come to a modern country, your mind gets ideas and changes in a positive way, he says. Before I came to Turkey, my mind was closed due to social pressures. Taking this new-found knowledge and openness back to their homeland is the next chapter in each student s story. (SITO NATO 11 GENNAIO) AFGHAN ACTORS RISK THEIR LIVES TO ENTERTAIN FANS A crack team of Afghan police hunt down a suicide bomber in the heart of Kabul just in time before he can detonate his explosives. With their clinging black suits, modified rifles and slim-line headsets, they could be straight out of a Hollywood action movie. In fact that's not far off. The team are actually members of 'Eagle Four', the stars of the popular cop show on Afghanistan's most popular television station, Tolo. Based loosely on the internationally successful American series, '24', the show's fast-paced action and dialogue have proved a hit, making lead actor Najebullah Sadiq very famous. But, on a return visit to his home city of Jalalabad he reminds us how difficult it can be for actors in Afghanistan. Defying terrorist threats We have faced lots of problems, Sadiq tells us. I've been given warnings hundreds of times. They say you shouldn't make films about the fight against narcotics anymore, or women s rights. They ask, 'why did you play that role in this film or that serial? You're against suicide attacks.' So I've had warnings many times, received messages, even letters to my house. Film in Afghanistan has a long history, dating back to the1960s, but is currently very under-funded. It can also be dangerous for the actors involved. Najebullah Sadiq lives with threats on his life every day. Before leaving my home, I walk and look around my house and when I drive out with my car, I park it and look around my house again or I tell someone else to see if there's anyone suspicious around my house, says Sadiq. Jalalabad is the second-largest city in eastern Afghanistan and one of the leading trading centres with neighbouring Pakistan exporting agricultural products like oranges, rice and sugarcane. It has also become known for its small but dedicated collection of film-makers and the abundance of DVD and CD shops in the city. But a series of bombings against the movie and music shops last year harmed the careers of Afghan entertainers. Every entertainment shop in the city shut down. But this year, with the announcement of the second stage of transition to include Jalalabad, security has improved enough for the sellers to re-open. But problems continue, especially when it comes to finding actresses. We have 4000 Afghan actors, but from these 4000 we only have 3 to 4 female actresses who have starred in 1 or 2 movies. They were given warnings by their families as well as by other people who are from different organisations or call themselves Mullahs or holy scholars. They were given warnings and they left the film business, explains Sadiq. Inspiration for the future However, half the team of Eagle Four are women, one of them a computer expert with the skills to locate a suspect and send the details to the men on the ground in a flash of her fingers. The technology-laden world of Eagle Four may be a little way in the future for Afghanistan's still-developing police force, but Sadiq says he hopes his role in the series will inspire both the conduct of Afghan security forces and the trust of the people they protect. Eagle Four has acted as one way to develop our police department and I hope that one day our police will be equipped like they

10 10 / 38 are in Eagle Four and be able to find terrorists from security cameras or using the internet. (SITO NATO 9 GENNAIO) TOP NEWS (DI PIU ) AFGHANISTAN: PARTE TASK FORCE "GRIFO 12", SALUTO A VERTICI GDF Il comandante della Guardia di finanza, generale Nino Di Paolo, e il capo di stato maggiore, generale Edoardo Valente, hanno ricevuto il saluto del contingente Task Force "Grifo 12", in partenza per l'afghanistan, "al quale hanno rivolto parole di apprezzamento per la conclusione dello specifico iter addestrativo di immissione in teatro operativo e di incoraggiamento per l'importante e difficile compito che attende i finanzieri in Afghanistan". La missione delle Fiamme gialle in Afghanistan nasce nel 2006 allo scopo di impiegare la professionalità del Corpo per svolgere attività di addestramento particolarmente qualificate per il rafforzamento delle istituzioni afghane. Le undici Task Force Grifo finora impiegate in Afghanistan in questi anni hanno svolto specifici corsi formativi per il personale dell'afghan Border Police (ABP), forza di polizia inquadrata nel ministero dell'interno afghano, che svolge compiti di vigilanza alle frontiere per il contrasto e la repressione del contrabbando e degli altri traffici illeciti. La Task Force "Grifo", composta da 20 unita' (un comandante, un ufficiale addetto e 18 militari) perfettamente equipaggiate per operare nell'ambiente afghano, ha nel tempo ampliato la propria missione addestrativa tenendo corsi di alta qualificazione anche per funzionari dell'afghan Custom Department, per gli operatori aeroportuali della ABP e per i team di Quick Reaction Force della stessa polizia di frontiera afghana. Avvalendosi delle loro competenze doganali e militari, i finanzieri della Task Force "Grifo" forniscono a funzionari e poliziotti afghani un training specialistico finalizzato al miglioramento degli standard di sicurezza doganale e di polizia. Nel settembre 2011 è stato avviato un nuovo progetto addestrativo con lo svolgimento del primo corso "anti-corruption and illegal profits", condotto dal contingente del Corpo, a favore di dipendenti pubblici provenienti dai principali uffici della pubblica amministrazione afghana. L'attività' condotta dalla Task Force "Grifo", dal dicembre 2006 a oggi, nei confronti di più di mille funzionari e agenti addestrati, puo' essere riassunta in 44 corsi Border Police, ai quali hanno preso parte 625 ufficiali dell'afghan Border Police, presso il Regional Training Center; 25 corsi Standard and Advanced Technical Airport, in favore di 242 operatori aeroportuali di polizia dell'abp, presso il locale aeroporto; 3 corsi Border Police, in favore di 38 operatori della Quick Reaction Force (Forza di Reazione Rapida) dell'abp di Herat; 9 corsi Customs Police, in favore di 47 ufficiali della Polizia Doganale di Herat; 6 corsi Customs, in favore di 52 funzionari del Dipartimento delle Dogane di Herat; un corso Anticorruption and illegal Profits, in favore di 11 funzionari del Governatorato di Herat. (AGI 11 GENNAIO) AFGHANISTAN: KAMIKAZE A KANDAHAR, SI SALVA CAPO POLIZIA Il comandante della polizia della provincia meridionale afghana di Kandahar, generale Abdul Razzaq, è sfuggito oggi per poco alla morte quando un kamikaze è entrato nel quartier generale della forza facendosi esplodere vicino al suo ufficio. Lo ha reso noto il ministero dell'interno a Kabul. Conversando con i giornalisti poco dopo l'attentato avvenuto verso le 13 locali, Razzaq ha detto che un giovane e' riuscito a superare tutti i controlli chiedendo di ''essere urgentemente ricevuto dal capo della polizia per riferire di una donna tenuta in ostaggio dai talebani''. Quando correva nel corridoio dirigendosi verso il mio ufficio, ha infine detto, ha attivato l'esplosivo che portava indosso. Nello scoppio solo l'attentatore è morto mentre un agente è rimasto ferito. (ANSA 11 GENNAIO). ESERCITO ITALIANO, SOTTO ACCUSA I BLINDATI LINCE Mezzo fermo, mezzo morto. E questo il motto dei carristi dell esercito italiano. La loro più grande paura, ma anche il pericolo più concreto in missione, soprattutto se si guida un mezzo leggero come il Lince, prodotto dalla Iveco e fiore all occhiello della Difesa italiana nelle operazioni in Afghanistan. Il nuovo lotto di acquisti da parte del Governo sarebbe partito solo poche settimane fa, per un totale di 511 nuovi veicoli. Marco, è un nome di fantasia, ed è un carrista dell esercito italiano da poco ritornato a casa. Guida da anni mezzi d assalto e ha maturato una lunghissima esperienza sul campo. Nell intervista rilasciata a Rosita Rosa inviata di Agorà, in onda domani alle 9.10 su Raitre, per la prima volta Marco ha deciso di raccontare quali sono i rischi che ogni giorno un militare come lui corre a guidare quel mezzo. Sospensioni delicatissime che, quando sollecitate o da terreni sconnessi o dalla eccessiva velocità, fanno perdere aderenza alla vettura e rendono possibile il ribaltamento. In zone come Farah, dove si è esposti al continuo rischio di imboscate da parte degli insorti, un episodio come questo può voler dire vita o morte. Ribaltamenti di Lince, però, sarebbero avvenuti anche in Italia durante semplici esercitazioni, a velocità molto limitate. La questione sarebbe stata portata

11 11 / 38 all attenzione degli alti ufficiali e alcuni soldati si sarebbero rifiutati di guidare quel mezzo, ma sono stati poi puniti con l esclusione dalle successive missioni. Se sollevi polemiche nell esercito dice Marco vieni fatto a pezzi e in cambio ricevi solo minacce. (IL FATTO QUOTIDIANO 10 GENNAIO DI ROSA ROSITA) AFGHANISTAN, AL VIA OPERAZIONE "BUONE NOTIZIE" PER SICUREZZA CONFINI Al via in Afghanistan l'operazione 1391 Naweed (Buone notizie). Kabul ha firmato l'accordo per far cominciare l'azione, il cui obiettivo è garantire la sicurezza alla popolazione e lungo i confini nazionali, creando un ambiente adatto per l'espansione della governance e migliorando le opportunità di commercio ed espressione culturale. Nell'operazione sono coinvolte tre istituzioni della sicurezza nazionale (ministeri della Difesa e dell'interno, nonché Direttorato nazionale per la sicurezza, Nds) ma anche l'isaf, la missione Nato in Afghanistan. Negli ultimi tre mesi si sono tenuti 33 incontri durante i quali e' stato stilato il Piano in dari e in inglese. Il documento, oltre alle azioni da intraprendere, contiene anche un'analisi sulla situazione attuale dell'afghanistan e una panoramica dettagliata sulla presenza ostile nel paese. Questa viene divisa per tipologia e numeri, collocazione geografica e intenti. E' la prima volta che un documento ufficiale congiunto presenta un'analisi approfondita a 360 gradi sullo stato delle cose nel paese asiatico, compresi i dati sulle forze ostili. Finora, infatti, sia da Kabul sia dalla Nato c'era stata riluttanza a fornire informazioni sensibili alla controparte, se non in casi specifici e per esigenze mirate. (IL VELINO 10 GENNAIO) AFGHANISTAN: SPOSA-BAMBINA TORTURATA, IL CASO ARRIVA DA KARZAI Torturata e segregata per mesi dal marito-padrone: dopo aver commosso l'afghanistan, il caso di Sahar Gul - la sposa-bambina che si rifiutò di prostituirsi - arriverà sulla scrivania del presidente afghano, Hamid Karzai. A riferirlo è stata Wida Latif, avvocato dell'afghan Human Networks, che domani chiederà al leader di Kabul di occuparsi direttamente della vicenda. "Domani incontreremo il presidente e gli chiederemo di offrirle un posto sicuro dove vivere, altrimenti finira' in un rifugio per donne e, come tante altre, verrà dimenticata", ha spiegato il legale. Latif ha incontrato la 15enne Sahar due giorni fa. "Quando ci ha visto, è scoppiata in lacrime. Ancora soffre per il trauma. Non riesce a parlare molto ma ci ha detto che l'unica cosa che desidera e' che il marito e i suoi parenti vadano in prigione". Sette mesi fa Sahar era stata venduta dal fratello al futuro marito, il soldato Gulam Sakhi, che abita nella provincia di Baghlan. Prezzo della compravendita: 5mila dollari. Della 15enne la famiglia d'origine aveva successivamente perso le tracce, tanto da denunciarne alla polizia la scomparsa. Finché, il 26 dicembre, gli agenti hanno fatto irruzione nella casa del marito, facendo una scoperta scioccante. Segregata nel bagno di uno scantinato, Sahar aveva segni di percosse e bruciature su tutto il corpo. Le sue unghie erano state strappate, le dita rotte, gli occhi pestati a sangue. La ragazza si era rifiutata di prostituirsi ed era stata punita dal marito e dagli altri familiari. La suocera, il suocero e la cognata di Sahar sono stati arrestati ma il soldato Sakhi è ancora a piede libero. Secondo i media locali, per di più, la giovane aveva tentato di fuggire dai suoi aguzzini quattro mesi fa ma era stata rispedita a casa dalla polizia, a cui pure aveva raccontato le torture subite. Il presidente Karzai ha assicurato che i carnefici della 15enne verranno puniti. (AGI 10 GENNAIO) AFGHANISTAN: TALEBANI ATTACCANO UFFICIO GOVERNATIVO NEL SUDEST, 7 MORTI Almeno sette persone, tra le quali tre poliziotti e quattro civili, sono morte in un attacco sferrato da un commando di Talebani contro un edificio governativo nella provincia di Paktika, nell'afghanistan sudorientale, a ridosso del confine con il Pakistan. Lo riferisce l'agenzia di stampa Dpa. L'attacco ha scatenato una battaglia tra il commando di Talebani e le forze di sicurezza durata sei ore. Tutto è iniziato quando tre uomini armati di fucili e con indosso giubbotti esplosivi hanno attaccato la sede della Direzione per le comunicazioni a Sharana, capoluogo della turbolenta provincia di Paktika. Stando a una nota del ministero dell'interno di Kabul, uno degli aspiranti kamikaze e' stato ucciso dai poliziotti prima che riuscisse a farsi saltare in aria. Altri due attentatori suicidi, invece, si sono fatti esplodere al'interno dell'edificio governativo. Sempre oggi, almeno sei afghani - tra i quali due poliziotti - sono rimasti feriti a causa dell'esplosione di due bombe in un negozio di Jalalabad, capoluogo della provincia di Nangarhar, nella parte orientale del Paese. ''Un ordigno è saltato in aria in un negozio di alimentari nel centro della città e quando le forze di sicurezza sono arrivate sul posto dell'esplosione si è verificata la seconda deflagrazione'', ha spiegato Ahmad Zia Abdulzai, portavoce del governatorato di Nangarhar. Gli attacchi arrivano dopo che nella notte almeno dieci Talebani - stando al bilancio delle autorità afghane - sono stati uccisi in un'operazione congiunta delle forze di sicurezza locali e della Nato nella provincia di Balkh, nel nord. L'Alleanza ha confermato l'operazione, riferendo però dell'uccisione di sette insorti e della cattura di 30 ribelli. (ADNKRONOS 10 GENNAIO)

12 12 / 38 GUANTANAMO: 10 ANNI, TALEBANI PRONTI TRATTARE CON USA Sono passati 10 anni dal trasferimento di primi detenuti a Guantanamo, la prigione off-shore americana in territorio cubano, ed è passata una legislatura americana da quando il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama disse che avrebbe chiuso questo controverso carcere. La stampa qatarina riferisce ora che i Talebani apriranno un ufficio politico a Doha per trattare con gli Usa la liberazione dei prigionieri, ma la chiusura di Guantanamo non è ancora nell'agenda americana. Prove di torture e sistematica violazione dei diritti umani da parte delle autorità statunitensi nella prigione sono all'ordine del giorno. Privazione del sonno, simulazione di annegamento, violenza sessuale sono solo alcune delle tecniche di tortura contemplate dal SERE (Survival, Evasion, Resistance, Escape), il programma militare che insegna ai soldati americani come interrogare ed estorcere informazioni con metodi di tortura usati dai cinesi e gli americani in Corea negli anni '50. Molti detenuti hanno protestato con lunghi scioperi della fame a cui le autorità Usa hanno risposto anche attraverso l'alimentazione con sonde gastriche. Altri detenuti hanno tentato il suicidio. In alcuni periodi il numero dei tentati suicidi era superiore al numero dei detenuti: nonostante ciò, dopo 10 anni, Guantanamo è ancora in funzione. "Siamo a un punto morto. La chiusura di Guantanamo non Š all'ordine del giorno né lo è una profonda revisione dell'architettura della "guerra globale" della precedente amministrazione Bush", ha dichiarato il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury. In occasione del decimo anniversario di Guantanamo, AI ha dato appuntamento domani a piazza Lafayette a Washington per creare una catena umana che partirà dalla Casa Bianca: chiede che i detenuti ancora detenuti siano incriminati e processati, o rilasciati in Paesi che rispetteranno i loro diritti umani. "Il presidente Obama attribuisce al Congresso le responsabilità della mancata chiusura di Gunatanamo, ma addossare le colpe ad altri organi del sistema federale pare più che altro un alibi", dice Noury. Il Congresso ha infatti negato gli 80 milioni di dollari richiesti per chiudere Guantanamo, ma a gennaio 2010 Obama ha detto che 48 detenuti non potevano essere né rilasciati né processati, e dovevano rimanere in detenzione militare a tempo indeterminato: ovvero, implicitamente, Guantanamo non si chiude. Dal 2002 al 2010 vi sono state detenute 779 persone e a Dicembre 2011 i detenuti erano ancora 171. Secondo la stampa qatarina, i talebani apriranno presto un ufficio politico a Doha al fine di negoziare con gli Usa la liberazione dei talebani ancora illegalmente detenuti. Il Presidente afghano Karzai chiede il rilascio dei detenuti di Guantanamo in Afghanistan, mentre molti talebani chiedono che vengano liberati direttamente in Qatar, Stato in cui avverrà il negoziato. Un'operazione ambiziosa su cui pochi si pronunciano. Molti dei detenuti rilasciati hanno tentato di ottenere risarcimenti giudiziari per l'arbitrarietà' della loro detenzione e il trattamento subito, ma, secondo quanto affermato da Noury, Obama ha sistematicamente bloccato ogni tentativo. Amnesty International ha nonostante ciò chiesto a diversi Stati di arrestare o sottoporre a indagini l'ex presidente Bush per reati contro il diritto internazionale come la tortura e detenzione illegale. (ANSA 10 GENNAIO) AFGHANISTAN: TALEBANI, FALSE NOTIZIE TV SU SCAMBIO OSTAGGI I talebani afghani hanno smentito oggi le notizie diffuse da tv internazionali, ed in particolare da quella panaraba Al Jazira, secondo cui tre talebani hanno lasciato il carcere di Guantanamo Bay in cambio della liberazione del soldato americano Bowe Bergdahl, fatto prigioniero nel giugno In un testo firmato dal portavoce dell'emirato islamico dell' Afghanistan, Zabihullah Mujahid, pubblicato su internet si precisa che la notizia ''è priva di fondamento e nessun responsabile dell'emirato è in grado di confermarla. (ANSA 10 GENNAIO). AFGHANISTAN: ATTACCO KAMIKAZE NEL SUD, QUATTRO MORTI Almeno quattro kamikaze hanno attaccato un edificio pubblico nella provincia sud-orientale afghana di Paktika con un bilancio provvisorio di quattro morti. Lo ha reso noto a Kabul il ministero dell'interno. In un comunicato si precisa che il commando ha attaccato la sede della Direzione provinciale delle Comunicazioni ingaggiando uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza. Due delle vittime sono kamikaze e due agenti di polizia. L'attacco, si è ancora appreso, e' avvenuto verso le 8,30 a Sharana, capoluogo della provincia di Paktika, e fonti locali hanno riferito all'ansa che gli scontri a fuoco sono ancora in corso. Il ministero dell'interno ha indicato che gli uomini armati hanno sparato razzi dall'edificio del Dipartimento delle Comunicazioni contro ''altre due istituzioni pubbliche'' aggiungendo che oltre ai due agenti morti, un terzo è rimasto ferito. Manca per il momento una rivendicazione, ma è molto probabile che dietro l'attacco vi sia la mano dei talebani. (ANSA 10 GENNAIO). AFGHANISTAN, MAXI OPERAZIONE ANTIGUERRIGLIA ANCHE CON MILITARI ITALIA Si è conclusa in Afghanistan una massiccia operazione contro la guerriglia antigovernativa, che ha coinvolto tutto il paese. L'esercito, la polizia e l'agenzia di intelligence (Nds) insieme alle forze multinazionali hanno condotto nelle ultime 24 ore 15 azioni congiunte nelle province di Nangarhar, Laghman, Kandahar, Helmand,

13 13 / 38 Wardak, Logar, Ghazni, Paktia ed Herat. In quest'ultima provincia, le manovre sono state supportate anche da unità di manovra del contingente italiano, che opera nell'area e che ha la giurisdizione del settore. Secondo quanto riportato dal ministero dell'interno di Kabul, il bilancio dell'operazione è stato più che positivo. Otto guerriglieri uccisi, uno ferito e 13 arrestati. Inoltre, sono state confiscate numerose armi e droga: in particolare undici fucili mitragliatori AK-47, una mitragliatrice PKM, cinque pistole, 20 mine anticarro, cinque radio portatili, undici granate, 180 chili di esplosivo, 100 chili di composti chimici, 12 proiettili pesanti, 25 chili di oppio e 450 di hashish, una motocicletta e un fuoristrada. Le manovre fanno parte di uno sforzo congiunto tra Kabul e i militari internazionali di Isaf di bonifica delle aree ad alto rischio di penetrazione della guerriglia. Da quando è partita la campagna, a dicembre del 2011, più di 300 guerriglieri sono stati uccisi e altri 570 arrestati. (IL VELINO 9 GENNAIO) AFGHANISTAN: BREVETTATI 48 ALLIEVI DELL'AERONAUTICA AFGANA SULL'ELICOTTERO MI-17 Si è svolta ieri nella base aerea di Shindand la cerimonia della consegna dei brevetti della più recente classe di piloti, ingegneri aeronautici, e capi squadra specialisti di volo (flight crew chief) dell Afghan Air Force. Alla cerimonia hanno partecipato gli appartenenti all Aeronautica Militare Italiana e alle forze della coalizione della Nato Training Mission-Afghanistan che sono impegnati nell attività di formazione dei militari afgani. L evento si è concluso con la consegna degli ambiti attestati agli equipaggi afgani, che verranno impiegati nel comparto ad ala rotante dell Aeronautica Afgana sull elicottero MI-17. L Aeronautica Militare Italiana contribuisce alla formazione del personale militare dell Aeronautica afgana a Shindand con i suoi Advisors che costituiscono due team: ASAAT-Airbase Support Air Advisory Team e MI17AAT Air advisory Team. I due Team, comandati dal Colonnello Luigi Casali, svolgono quotidianamente attività di addestramento ed advising al personale afgano appartenente alle diverse articolazioni dello Stormo ed ai futuri equipaggi assegnati all elicottero MI-17. Gli advisor italiani hanno istituito corsi basici di specializzazione sia nel settore delle comunicazioni che nei diversi settori a supporto dell'attività di volo (antincendi, rifornimento velivoli, ecc...). I corsi di pilotaggio effettuati a Shindand comprendono il basico 1^ Fase, co-pilota e Capo Equipaggio. L addestramento per gli ingegneri aeronautici ed i capi squadra specialisti di volo che sono parte integrante dell'equipaggio di volo MI-17, viene svolto con lezioni teoriche a terra e voli addestrativi, in cooperazione con i colleghi dell Aeronautica Ungherese, che vantano un esperienza decennale sul MI-17. A Shindand si svolge l equivalente dell addestramento effettuato presso il 72^ Stormo di Frosinone, e presso i Reparti Operativi dell Aeronautica Militare ed è la prima volta che tale capacità verrà acquisita dall'aaf. Nel 2011 sono state brevettate 6 classi per un totale di 48 allievi ripartiti tra piloti, ingegneri aeronautici e capi squadra specialisti di volo. (ISAF RC-W 9 GENNAIO) DUE MAGGIORI DEGLI ALPINI, A CUNEO, INTERVENGONO SULLA MISSIONE MILITARE IN AFGHANISTAN Nel pomeriggio di lunedì, nei locali del cinema Monviso di Cuneo, in occasione del settimanale ciclo di conferenze organizzate dall Università della Terza Età, due ufficiali dell Esercito hanno fatto il punto sulla missione militare in Afghanistan presentando due libri (Caposaldo Cavour, ed. Uniart e Ring Road, ed. Mursia) di cui gli stessi sono gli autori. Il maggiore Matteo Mineo del 2 reggimento alpini di Cuneo e il maggiore Mario Renna della brigata alpina Taurinense di Torino, davanti ad una sala gremita, hanno parlato del mestiere del soldato e di come i libri da loro scritti siano un pretesto per parlare della missione in Afghanistan: "Per raccontare quello che non raccontano i giornali perché il 90% dell'operato non fa notizia. I libri vanno quindi a colmare una lacuna" ha spiegato Mario Renna. Delle 9 missioni alle quali ha preso parte, le ultime due lo hanno visto in Afghanistan con il ruolo di portavoce del contingente NATO a Herat. (TARGATOCN.IT 9 GENNAIO) AFGHANISTAN: CATTURATO COMANDANTE TALEBANO NEL SUD Le forze di sicurezza afghane hanno catturato un capo talebano nella provincia di Helmand, nel sud dell'afghanistan. Lo rende noto un comunicato dell'amministrazione provinciale. Si tratta di Kochanai Mullah Abdul Bari, ritenuto un uomo chiave in quanto comandante degli 'insurgent' dei distretti di Baghran, Kajaki, Nad Ali e Musa Qala, come precisato dalle autorità. Bari viene ritenuto, inoltre, un esperto nel fabbricare mine e ordigni artigianali ed è considerato una delle menti degli attentati contro le forze afghane e quelle del contingente Nato. (AGI 9 GENNAIO) AFGHANISTAN:STAMPA PAKISTAN, OK USA DIALOGO CON RETE HAQQANI Gli Stati Uniti avrebbero concesso il loro accordo, nell'ambito del dialogo per la riconciliazione in Afghanistan, ad una partecipazione ad esso anche della temibile Rete Haqqani. Lo scrive oggi il quotidiano The Express Tribune di Islamabad. In un articolo in cui si segnalano nuovi crescenti contatti fra le diplomazie statunitense

14 14 / 38 e pachistana, il giornale sostiene, citando autorevoli fonti governative locali, che ''Washington ha consultato Islamabad sui suoi progetti di favorire l'apertura di una rappresentanza politica dei talebani in Qatar''. Un alto ufficiale pachistano, si dice infine, ''ha dichiarato che l'amministrazione Obama non solo ha cercato il consenso del Pakistan sull'idea dell'ufficio talebano, ma ha anche dato 'il via libera' per permettere al più letale gruppo di insorti, la Rete Haqqani, di essere parte del processo di riconciliazione''. (ANSA 9 GENNAIO). AFGHANISTAN:SOLDATO AFGHANO UCCIDE COLLEGA USA IN SPARATORIA Un'esercitazione in una base militare congiunta nell'afghanistan meridionale si e' trasformata in una tragedia quando, per ragioni non chiare, è scoppiata una sparatoria in cui un soldato dell'esercito afghano ha ucciso un collega americano della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), prima di essere a sua volta colpito a morte. Lo hanno riferito oggi fonti ufficiali e i media a Kabul. L'incidente, si e' appreso, e' avvenuto nella provincia meridionale di Zabul ed ha coinvolto sei militari Isaf e tre dell'esercito afghano. La stessa Isaf ha confermato il decesso di un membro della forza, precisando che sulla vicenda e' stata aperta una inchiesta. (ANSA 9 GENNAIO). TERRORISMO: DIECI ANNI FA I PRIMI DETENUTI A GUANTANAMO Dieci anni fa, venti detenuti arrivarono a Cuba a bordo di aereo militare americano C-141. Avevano mani e piedi incatenati, indossavano una tuta arancione e sulla testa avevano un cappuccio bianco: Erano i primi presunti terroristi catturati in Afghanistan ad essere trasferiti alla base navale americana di Guantanamo Bay. Era l'11 gennaio. Ma si tratta di un anniversario che ben pochi negli Stati Uniti vorranno ricordare. A cominciare dal presidente Barack Obama, che come promesso e' riuscito a riportare a casa per Natale gli ultimi soldati americani ancora in Iraq, ma giunto ormai al terzo anno della sua presidenza, ancora non è riuscito a mantenere la promessa di chiudere il carcere di Guantanamo. Una promessa fatta nel corso della trionfale campagna elettorale che lo ha portato alla Casa Bianca. E ribadita ancora, sulla scia di infinite polemiche e accuse da organizzazioni internazionali agli Usa di sistematiche violazioni dei diritti umani consumate a Guantanamo, in nome della guerra al terrorismo dichiarata dal suo predecessore George W. Bush. Accuse più o meno documentate. Come quelle dei metodi di tortura usati negli interrogatori sollevate ad esempio dall' organizzazione 'Justice Campaign', che parla di privazione del sonno, isolamento, finte esecuzioni, waterboarding, bombardamento acustico, umiliazioni sessuali, utilizzo di cani feroci per spaventare, e diversi altri metodi per indebolire le difese psicologiche dei detenuti. Con uno dei suoi primissimi atti ufficiali, appena entrato nell'ufficio ovale, il 22 gennaio del 2008 Obama firmò un ordine esecutivo che disponeva la chiusura del centro di detenzione, ''entro un anno''. Inoltre, annunciò solennemente, ''rispetteremo la regola che noi non torturiamo''. Da allora ha però incontrato ostacoli formidabili. Sin da subito. Il primo appena una settimana dopo, quando un giudice militare si è rifiutato di applicare l'ordine di sospensione dei processi militari per i detenuti di Guantanamo. Poi, alcuni mesi dopo il Congresso ha approvato un emendamento per bloccare i fondi necessari per il trasferimento dei detenuti del carcere verso altri centri di detenzioni. Nel gennaio dello scorso anno il presidente ha poi controfirmato una legge che impediva il trasferimento dei detenuti sul suolo nazionale o in altri Paesi, rinunciando ad apporre il suo veto. Cosi' come non ha posto il veto lo scorso dicembre, quando di nuovo ha controfirmato una legge passata al Congresso che nell' ambito finanziario include anche l'autorizzazione ai militari a detenere a tempo indeterminato presunti terroristi stranieri e prolunga il divieto di utilizzare fondi del Pentagono per costruire strutture per la detenzione sul suolo nazionale dei detenuti di Guantanamo. La Casa Bianca ha poi fatto sapere che il progetto di chiudere Gitmo, come ora viene familiarmente definito da molti, comunque va avanti, ma non è chiaro con quante speranze; mentre rimane assolutamente incerta la sorte dei circa 170 detenuti che vi si trovano ancora rinchiusi, peraltro al costo per i contribuenti Usa di 800 mila dollari l'anno l'uno, contro i 25 mila di ogni detenuto nelle prigioni federali. (ANSA 8 GENNAIO) AFGHANISTAN: ITALIANO FERITO; PER TALEBANI, UCCISI 4 SOLDATI I talebani sostengono che nell'attentato dinamitardo contro una pattuglia italiana a Bala Murghab, che ha ferito un militare italiano, sarebbero stati invece "uccisi 4 invasori italiani. Secondo il portavoce degli ex studenti coranici, Qari Yousuf Ahmadi, "un ordigno improvvisato" (Ied) piazzato sul ciglio di una strada " dal comando della provincia di Bagdis" sarebbe esploso "alle 15 locali distruggendo il carrarmato a bordo del quale si trovavano". E' quanto si legge sul sito dell'emirato Islamico dell'afghanistan, il megafono dei talebani. La notizia, che non ha alcun riscontro, è la versione talebana dello Ied esploso ieri nella zona di Bala Murghab, che ha ferito un soldato italiano impegnato in un pattugliamento a piedi in prossimità della Cop (Combat Outpost) di Mono. Il militare è in forza al 151.mo reggimento fanteria della Brigata 'Sassari' di base nell'avamposto 'Columbus' di Bala Murghab, nella provincia del Badghis, e che costituisce la Task Force North del Regional Command West a guida italiana. Il militare, dopo i primi soccorsi, è stato trasferito in elicottero

15 15 / 38 a Camp Arena, a Herat, base del Regional Command West ed è attualmente al cosiddetto Role-2, una delle sezioni sanitarie della base. A quanto apprende l'agi, le sue condizioni sono indicate come buone, il lavoro dei medici e' incentrato in particolare nel fargli superare lo shock da scoppio. (AGI 7 GENNAIO) AFGHANISTAN: SILVIA, IL SOTTOTENENTE CHE "GOVERNA" BASE DI BAKWA Se non fosse per Silvia Russo, "qui non si mangerebbe! Oppure non sapremmo dove procurarci il carburante per i mezzi, o altro ancora per il funzionamento della missione. Dalla cosa più semplice alla più complessa...". Capelli lunghi biondi, che però deve portare raccolti; occhi celesti; un bel sorriso; bella presenza; grado sottotenente di vascello (equivalente a quello di tenente nell'esercito), Silvia, 32 anni, nativa di Latina e in servizio al Reggimento San Marco della Marina militare, di stanza a Brindisi, "governa" l'avamposto Lavaredo a Bakwa, sede della Task Force South-East, unità di manovra del Regional Command West in Afghanistan affidato al contingente italiano. E' lei il "motore" o, se preferite, il "combustibile" della task force, in questo periodo rappresentata appunto dal Reggimento San Marco comandato dal capitano di vascello Giuseppe Panebianco, che sta operando nella estesa provincia di Farah controllando i distretti del Gulistan, zona montagnosa, e di Bakwa, zona desertica. Silvia e' capocellula della logistica, come dire che tra le sue mani passa - e quindi il sì o il no - tutta la documentazione che riguarda la vita della base e anche dei due COP (Combat Outpost) in attività nell'area, Snow e Ice. E' suo il compito di essere il supporto alle truppe, ovvero garantire rifornimenti, viveri, gasolio, munizioni. A sceglierla per questo incarico delicato e' stato lo stesso Panebianco: "Ho puntato su di lei - dice - perché è brava. Era già componente del plotone logistico a Brindisi e l'ho scelta come capocellula. E non avevo dubbi sulle sue capacità e sulla riuscita". A inizio 2011 le e' stato comunicato che si sarebbe occupata della logistica a Bakwa e nel giro di pochi mesi si e' passati dalle parole ai fatti. A Pasqua di un anno fa Silvia è venuta qui, ha fatto un sopralluogo, si è resa conto dal vivo di cosa significhi e quanto sia importante assicurare la logistica per un avamposto come questo e in una zona così difficile dal punto di vista dei collegamenti, oltre che per le sue caratteristiche orografiche. Ad agosto e' entrata in attività, così da essere pronta quando a settembre il Reggimento San Marco ha preso il posto del 186esimo Reggimento paracadutisti della Folgore, e Silvia è diventata il punto di riferimento della logistica. Laurea in Scienze organizzative e gestionali, ora è iscritta al corso di laurea magistrale in imprese e pubblicità all'università' di Viterbo. Questa in Afghanistan è la sua prima missione in assoluto. "La sensazione? Tanta carica, tanta grinta, voglia di fare esperienza all'estero", racconta. E quanto al rapporto con i maschi, "sono 5 anni che lavoro con loro, sono abituata ad averli accanto. L'impressione è positiva. E' bello lo spirito di gruppo, condividere emozioni, è un'esperienza bellissima". Nella base di Bakwa, come in altre basi, al calar del sole si sta al buio, o quasi: è una necessità, per motivi di sicurezza non si vuole offrire un riferimento fisso e certo agli 'insurgent'. E allora al buio forzato si fa fronte con piccole torce tascabili, e così la sera tra una tenda e l'altra, nei camminamenti, nelle aree più ampie dell'avamposto 'Lavaredo' vedi tanti piccoli occhi luminosi che sembrano danzare come le lucciole. E si apprezza tanto - dice Silvia - la luce delle stelle. In effetti Silvia ha ragione, il cielo afghano e' straordinariamente stellato, e in questi giorni è sgombro di nubi. Lei non nasconde ovviamente che il pericolo non va sottovalutato: "non siamo in un residence, non siamo in un villaggio vacanze, il pericolo c'è sempre ma comunque cerchiamo di vivere tranquilli pur avendo la dovuta attenzione. E' evidente che chi esce di pattuglia possa anche avere timore, paura, mentre la mia è una paura diversa: legata alla logistica". Il comandante Panebianco segue il colloquio a distanza, discreto e con il sorriso convinto di chi sa di aver fatto la scelta giusta. E poi rivela: "Lei riesce a trovare quelle alchimie logistiche particolari per cui tutto funziona come io voglio. Come faccia non lo so, è una sua alchimia". Silvia ascolta, coglie e sorride anche lei. Un solo cruccio: ha dovuto rinunciare al vezzo di portare i capelli sciolti, mentre agli orecchini non ha rinunciato, anche se sono fissi al lobo, senza pendenti. La stretta di mano finale è decisa e forte. Quasi maschile, verrebbe da dire se non fosse che si rischia di offenderla. E infatti, sorridendo ancora, ti scruta con altrettanto fare deciso. (AGI 7 GENNAIO) AFGHANISTAN: ALTRO SANGUE, MORTI BAMBINI E MILITARI NATO 7 BIMBI UCCISI Le notizie di un possibile dialogo fra Stati Uniti e talebani non sembrano aver modificato il clima di violenza in Afghanistan dove oggi si è avuta una nuova giornata di sangue segnata da un attentato che ha falciato la vita di otto civili, fra cui sette bambini intenti a giocare, e dall'uccisione di ben otto militari stranieri nel sud del paese. A cui si deve aggiungere anche il ferimento, per fortuna apparentemente non grave, di un militare italiano del 151/o Reggimento Sassari investito dallo scoppio di un rudimentale ordigno (ied) mentre avanzava a piedi in una operazione di pattugliamento a 10 chilometri a nord di Bala Murghab, nella provincia occidentale di Herat. Nel primo tragico episodio, lo scoppio di un ordigno nascosto in un deposito di spazzatura nell'area di Toori di Tirinkot, capoluogo della provincia centrale di Uruzgan, ha investito verso le 15 locali un gruppo di ragazzini fra i sei ed i nove anni che giocavano animatamente. Il portavoce della polizia locale, Farid Ayel, ha precisato che sei bambini sono morti sul colpo, mentre uno degli altri quattro che

16 16 / 38 sono rimasti feriti e' deceduto per le gravi lesioni riportate. La deflagrazione, inoltre, ha ucciso anche un anziano che passava nelle vicinanze. Il presidente Hamid Karzai ha duramente condannato l'accaduto, mentre la polizia indaga sui possibili autori dell'attentato che non corrisponde ai metodi utilizzati nei loro attacchi dai talebani che, peraltro, sulla vicenda hanno mantenuto il silenzio. Sul fronte del conflitto vero e proprio, intanto, la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) ha segnalato la morte di otto soldati stranieri in tre diversi episodi nel sud del paese dove è ancora intensa la resistenza dei militanti in armi. E questo nonostante che il Mullah Omar abbia personalmente dato il via libera ad un dialogo con Washington sottoposto a condizioni, e per ora limitato all'apertura di una sede politica degli insorti all'estero, probabilmente in Qatar. Gli analisti politici afghani invitano alla prudenza sulla possibilità di una riduzione della violenza sostenendo, come fa Mohammad Hassan Haqyar, che ''dopo dieci anni il conflitto è molto grave e per frenarlo non basta certo la diffusione di notizie su un possibile dialogo'. Da parte sua il politologo Ustad Nasrullah Stanikzai ha sostenuto che ''solo la dichiarazione di un cessate il fuoco come elemento previo al negoziato potrebbe limitare davvero la violenza nel paese. Ma il cammino - ha concluso - appare irto di ostacoli''. Nonostante la stagione invernale i talebani non hanno ridotto i loro attacchi che si concentrano anche contro gli agenti della polizia locale. Quattro di essi sono morti e uno e' rimasto ferito nello scoppio di un rudimentale ordigno (ied) nel distretto di Shindand, nella provincia di Herat. (ANSA 6 GENNAIO) AFGHANISTAN: ESPLODE ORDIGNO, ANCORA UN ITALIANO FERITO IN PATTUGLIA A PIEDI A BALA MURGHAB Ancora un militare italiano ferito lievemente in Afghanistan, dopo quello del 4 gennaio scorso. Anche in questo caso è stata l'esplosione di un ordigno improvvisato a causare il ferimento. L'episodio è avvenuto a circa 10 chilometri a nord di Bala Murghab, in un villaggio nei pressi dell'avamposto 'Mono', situato nel settore settentrionale dell'area di responsabilità italiana. Nel pomeriggio - in quell'area a rischio per la presenza di insorti e talebani - era in corso un'operazione congiunta dei militari italiani con le forze di sicurezza afghane. Durante questa attività, una squadra a piedi della Task Force Nord, su base del 151/o Reggimento 'Sassari' è stata coinvolta dall'esplosione di un ordigno improvvisato (Ied) a seguito della quale un caporale ventenne di Iglesias è rimasto lievemente ferito. Sul luogo dell'evento sono intervenuti immediatamente i soccorsi che hanno provveduto al trasferimento del militare in elicottero alla Foward operating base 'Columbus', sede del 151/o Reggimento. Il militare coinvolto è rimasto sempre cosciente e ha informato telefonicamente i propri familiari di quanto accaduto. Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, ha espresso ''sentimenti di solidarietà e vicinanza'' al ferito, augurando il suo pronto recupero. E' stato un inizio d'anno movimentato, dunque, per il contingente italiano impegnato con uomini nell'ovest dell'afghanistan. La minaccia si chiama sempre Ied, gli ordigni artigianali di cui sono disseminate le insidiose strade che devono battere le pattuglie miste composte dai militari Isaf e da quelli afghani. Due giorni fa l'esplosione aveva investito un blindato italiano, che ha resistito all'urto; oggi ha colpito una pattuglia a piedi e, dunque, le conseguenze avrebbero potuto essere ben più gravi. (ANSA 6 GENNAIO) AFGHANISTAN: OTTO MILITARI NATO UCCISI NEL SUD Almeno otto militari della coalizione internazionale a guida Nato sono morti in Afghanistan in diversi attacchi nel sud del Paese. Un comunicato della missione Isaf riferisce che quattro militari sono rimasti uccisi stamattina a causa dell'esplosione di un ordigno e un quinto durante uno scontro a fuoco con gli insorti afghani. Tre militari erano invece rimasti uccisi nella tarda serata di ieri, sempre a causa dell'esplosione di un ordigno. (ADNKRONOS 6 GENNAIO) AFGHANISTAN: ZERMINAH, "CONDANNATA A 30 ANNI SENZA UN AVVOCATO" Condannata a 30 anni di carcere, due dei quali già scontati, perché accusata di aver ucciso il marito dandogli fuoco, "ma io non l'ho ucciso. Mio marito era un drogato e si è ucciso con la benzina. L'avvocato non si è nemmeno presentato in aula perché mi riteneva colpevole. Anche mio figlio dice che l'ho ucciso e non vuole venirmi a trovare". E' il grido che viene da Zerminah Rezei, rinchiusa nel carcere di Herat e che questa mattina ha colto al volo l'occasione offertale dall'incontro con un gruppo di giornalisti italiani per denunciare la vicenda. I giornalisti erano al seguito di operatori del PRT (Provincial Reconstruction Team) italiano di Herat che si sono recati nell'istituto di pena per consegnare giocattoli ai figli delle detenute (ed anche ai figli del personale carcerario). Intervistata con l'ausilio di un interprete sul perché si trovasse in carcere, la donna, 40 anni o poco più, bassina di statura, viso tondo incorniciato dal tradizionale velo afghano - ha subito raccontato la sua vicissitudine giudiziaria, sostenendo anche - come è documentato dalla videoregistrazione fatta da un giornalista di Televideo Rai che era nel gruppo, di aver subito pressioni da parte della polizia afghana che la spingeva ad ammettere l'uccisione del marito. A Zerinah è stato chiesto se avesse avuto un

17 17 / 38 avvocato difensore, o d'ufficio, e ha risposto che l'aveva sì ma poi non si è presentato al processo in quanto la riteneva colpevole. Sulla questione dell'avvocato è stato interpellato il direttore del carcere, che era nella stessa stanza insieme alla delegazione italiana, il quale si è impegnato pubblicamente a prendere in esame la vicenda della donna e a fare in modo che abbia assistenza legale. (AGI 5 GENNAIO) AFGHANISTAN: BALA MURGHAB, I SASSARINI TALLONANO GLI 'INSURGENT' E' come in una caccia senza sosta: la parte del cacciatore la fanno i militari del 151mo Reggimento fanteria 'Sassari'; la parte di chi è costretto a nascondersi la fanno gli 'insurgent', che appaiono sempre più in difficoltà nel nord della vasta area affidata al contingente italiano e che va sotto il nome di Regional Command West (RC-W). Il comando che da Camp Arena, a Herat, si irradia a tutta l'area è in questa fase affidata alla Brigata 'Sassari' guidata dal generale Luciano Portolano. Sono state create diverse task force, dividendo in settori l'area di competenza. Il settore nord del RC-W è appunto affidato al 151mo reggimento fanteria della 'Sassari', 430 uomini comandati dal colonnello Luigi Viel, con base a Bala Murghab, nella Valle del Badghis, a non molta distanza dal confine con il Turkmenistan. Murghab è uno dei sette distretti della provincia di Badghis, dista 175 km da Herat e per percorrerli su strada occorrono dai 5 ai 7 giorni, mentre per coprire la distanza in elicottero serve un volo di 75 minuti, con procedure di rapido atterraggio e immediato nuovo decollo per ragioni di sicurezza. Ci sono circa 300mila abitanti nella zona, distribuiti in 280 villaggi, etnia a maggioranza pashtun. Un territorio anche aspro, montagnoso e dunque ideale per chi voglia tendere trappole. E queste insidie provano a scongiurare i militari comandati da Viel, che da quando sono in zona, dal loro avamposto 'Columbus' hanno via accresciuto, allargato, la 'bolla di sicurezza' per la popolazione. Un'azione che va avanti grazie anche alla maggiore attività di ricognizione sul territorio, di pattugliamento e di avanzamento verso nord anche attraverso un affinamento dell'attività' delle COPs (Combat out post) attivate nell'area di competenza e denominate Mono (la più a nord, Croma, Victor e Highlander. "La popolazione e' tenuta sotto pressione dagli 'insurgent' ma con scarsi risultati perché noi siamo sempre più presenti - ha avuto modo di dire il colonnello Viel nel corso di un briefing tenuto a 'Columbus' -, il tentativo di frenare l'azione dell'isaf e delle forze militari afghane, che con noi collaborano, si sta rivelando sempre più fallimentare". E il fatto che gli uomini del 151mo reggimento fanteria della 'Sassari' siano arrivati in prossimità del Turkmenistan conferma questa tendenza fallimentare dell'azione tentata dagli 'insurgent'. I 70 punti di osservazione attivati in questo ultimo arco di tempo stanno producendo il risultato prefissato: tenere d'occhio i movimenti lungo la 'Bronze Road' che arriva da nord, la 'Lithium Road' proveniente da est e l'highway 1 proveniente da sud e che va ad est dopo aver attraversato Bala Murghab. E che si tratti di un'area delicata lo testimonia anche il fatto che la transizione dall'isaf all'ana e all'anfs (le forze di sicurezza afghane) avverrà tra 18 mesi, e non prima come invece altrove. Dal primo dicembre sono scattate le operazioni "invernali", con il lavoro congiunto di italiani e forze afghane. Ma intanto, in tre mesi di lavoro il 151^ della 'Sassari' ha piu' raddoppiato l'area di sicurezza, ha effettuato una ventina di operazioni con le forze della coalizione e dell'anfs (afghane), e ben 360 attività operative. Gli attacchi dagli 'insurgent' con armi leggere, mortai e razzi sono stati 105, e sono stati 15 gli ordigni IED scoperti e neutralizzati. Una decina gli interventi a fuoco con mortai; numerosi i sequestri di armi, munizioni ed anche droga. E lunedì scorso è stata portata a termine un'altra operazione che ha portato a bloccare 17 'insurgent' e al sequestro di armi e munizioni. Nel bilancio del primo trimestre di attività del 151^ fanteria 'Sassari' vanno inserite però anche altre attività, quelle di sostegno alla popolazione: una quindicina di distribuzione viveri e altro per le comunità locali, oltre 70 Medicap, cioè assistenza sanitaria nell'ambulatorio dell'avamposto 'Columbus', con anche 15 pazienti per volta a Bala Murghab, e una simile attività c'è stata anche il giorno di Capodanno, alle nove del mattino (ora locale, le 5,30 italiane). E poi ci sono le decine e decine di incontri con gli anziani dei villaggi, un passaggio chiave questo per poter consolidare ancor il rapporto fiduciario tra la popolazione e l'isaf. E ne seguono quindi gli interventi di prima necessità (Quick Impact Projects), come rimettere in sesto la scuola o la clinica o un muro di contenimento, oppure un canale per l'irrigazione nei campi di un villaggio. Perché anche questo è strategicamente utile per contrastare gli 'insurgent' e avere la popolazione da quest'altra parte. (AGI 5 GENNAIO) AFGHANISTAN: MULLAH OMAR SDOGANA DIALOGO TALEBANI-USA MENTRE IN PAKISTAN TALEBANI DEL TTP UCCIDONO 15 AGENTI Il Mullah Omar, leader spirituale e 'primula rossa' dei talebani è prepotentemente salito sul davanti della scena oggi avallando dal suo misterioso nascondiglio afghano, ma più probabilmente pachistano, l'ipotesi dell'avvio di un dialogo con gli Usa riguardante, per ora, l'apertura di un ufficio politico all'estero. La notizia della svolta, in un anno in cui decine di migliaia di militari stranieri lasceranno il paese, si è materializzata prima come indiscrezione e poi come ipotesi reale con il contributo della diplomazia americana, del presidente Hamid Karzai e dell'emirato islamico dell'afghanistan talebano. Sul versante pachistano, però, il

18 18 / 38 movimento Tehrik-e-Taleban-Pakistan (TTP) ha mostrato quanto complessi siano i problemi della regione annunciando l'uccisione ''per vendetta e come regalo per il Nuovo Anno'' di 15 agenti della Guardia di frontiera che aveva catturato il 22 dicembre scorso. Sull'Afghanistan gli esperti avvertono che sarebbe sbagliato un eccessivo entusiasmo per quanto accade, perche' la distanza fra le parti e' enorme, e perche' alcune delle condizioni poste dai talebani sono difficili da concretizzarsi in tempi brevi. Le due che secondo l'emittente pachistana GEO Tv avrebbe posto Omar sono il rilascio di (tutti?) i talebani incarcerati a Guantanamo Bay ed il ritiro completo delle truppe straniere della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato). Da parte sua un ex membro del governo talebano ( ) a Kabul ha detto all'ansa che si devono aggiungere anche ''il riconoscimento da parte dell'onu del futuro ufficio talebano all'estero'' (il Qatar è il luogo più citato ma non ancora definitivo), e ''la sottoscrizione di un cessate il fuoco''. Confermando che si cerca di creare un clima positivo per l'apertura del dialogo e la figura del Mullah Omar, la Fbi ha ribadito che lui non è ricercato ''perché non ha commesso alcun reato contro gli Stati Uniti''. In tutto questo non e' ancora chiaro che ruolo avranno Karzai e il suo Alto Consiglio per la pace. Nel comunicato con cui hanno svelato la loro posizione i talebani hanno detto che ''questi dieci anni hanno assegnato il ruolo di protagonisti ai talebani e agli Usa''. In questo ambito il capo dello Stato ha portato avanti il suo progetto di Accordo strategico con Washington ma ha moltiplicato le critiche verso i militari americani chiedendo ''la fine dei raid notturni e delle perquisizioni domiciliari'' e disponendo il trasferimento ''entro un mese del carcere che gli Usa gestiscono nella base aerea di Bagram agli afghani'' dopo ''la verifica di violazioni di Costituzione e diritti umani''. Il Pakistan, paese essenziale per ogni soluzione della crisi afghana, dopo aver indurito la posizione nei confronti degli Usa per un attacco Nato del 26 novembre nella Mohmand Agency in cui morirono 25 soldati, ha attraversato una fase critica per uno scontro fra il presidente Asif Ali Zardari e i vertici militari. Ad esso si aggiunge la complicata situazione esistente nei territori tribali al confine con l'afghanistan, dove vi sono forti tensioni all'interno dei movimenti antigovernativi armati fra fazioni favorevoli o contrarie ad una trattativa. Il più importante di essi, il Tehrik-e-Taleban-Pakistan (TTP), ha gelato gli entusiasmi quando ha annunciato oggi l'uccisione dei 15 agenti della Guardia di Frontiera (FC) e ribadito che per negoziare ''è necessario che il governo abbandoni la cooperazione con gli Stati Uniti e applichi la legge islamica nel paese. (ANSA 5 GENNAIO) AFGHANISTAN: W. POST, COSI' TEHERAN PROVA A DOMINARE IL DOPO-USA Un lavoro ai fianchi su politici e leader tribali afghani per convincerli che sarebbe controproducente per loro una partnership con Washington oltre il 2014, come stabilito dal patto di cooperazione strategica con gli Usa. E' la strategia delle autorità iraniane, che secondo il 'Washington Post', stanno cercando di alimentare il sentimento anti-usa nel Paese asiatico con una campagna aggressiva che prevede un rafforzamento delle relazioni con i Talebani e l'espansione delle relazioni con Kabul, ma anche pressioni dirette sulle autorità afghane. Le preoccupazioni di Teheran nascono dalla presenza di truppe americane di stanza presso i suoi confini occidentale e settentrionale. Gli ayatollah temono che le basi Usa possano aumentare le capacità dell'occidente di entrare in possesso di informazioni d'intelligence sul programma nucleare iraniano, dando agli Stati Uniti un vantaggio strategico nel caso di conflitto tra i due Paesi. L'episodio del drone della Cia precipitato o abbattuto, come hanno annunciato trionfanti le forze armate iraniane, a inizio dicembre nel nord dell'iran, non lontano dal confine con l'afghanistan, è la prova per Teheran che i suoi timori sono fondati. La 'moral suasion' iraniana sul governo afghano passa attraverso alcune pressioni, come i tagli alla vendita di combustibile durante l'inverno, e un accordo strategico con i Talebani, l'elemento destabilizzante per eccellenza. Ad accendere i fari su questa 'alleanza' in divenire è Arsallah Rahmani, un membro del Alto Consiglio per la Pace in Afghanistan, l'organo che ha il compito di dialogare con gli insorti. Secondo Rahmani, un ex ministro del governo del Mullah Omar negli anni Novanta, l'iran sta facendo pressioni sugli islamisti per evitare che vengano avviati colloqui con Washington. "L'Iran non permetterà ai Talebani di unirsi al processo di pace", ha dichiarato Rahman, commentando la notizia dell'imminente apertura di una missione talebana in Qatar. In questa ottica Teheran sta autorizzando gli insorti afghani ad agire alla luce del sole nella capitale e a Mashad, città situata vicino al confine con l'afghanistan. I Talebani con il loro portavoce, Zabiullah Mujahid, non hanno confermato l'invio di propri rappresentanti nella Repubblica Islamica, limitandosi ad affermare che è loro intenzione avere relazioni costruttive con tutti i Paesi confinanti con l'afghanistan. Ma non è sfuggito agli osservatori il fatto che una delegazione degli insorti afghani sia stata invitata a partecipare a una conferenza governativa sul 'Risveglio islamico' che si è tenuta a settembre a Teheran. Secondo un altro membro dell'alto Consiglio di Pace, Abdul Hakim Mujahed, Iran e Talebani stanno seguendo politiche pragmatiche perché oggi condividono un obiettivo comune, ovvero il completo ritiro delle forze Usa dall'afghanistan. "Il nemico del mio nemico è mio amico", ha affermato Mujahed. "Entrambe le parti stanno usando questa logica". (ADNKRONOS 5 GENNAIO)

19 19 / 38 AFGHANISTAN:"TORNO SUBITO", CARTELLO PRIMA DI USCIRE IN MISSIONE "Torno subito". E' l'indicazione su un cartello appeso all'esterno di uno degli alloggi dei militari del reggimento San Marco nell'avamposto Lavaredo, a Bakwa, nel sud-est dell'afghanistan. E' il cartello lasciato da chi è uscito in missione di ricognizione con un convoglio blindato. Mentre un altro cartello dice "Torno subito, sono in tenda", come fosse il classico 'non disturbare' del biglietto che si appende alla maniglia esterna della camera d'albergo. E un altro militare, evidentemente andato in licenza, ha lasciato il messaggio "Chiuso per ferie dal ". E c'e' anche chi ha semplicemente scritto "Saldi". E' una delle tante piccole maniere con cui i militari del contingente italiano cercano di dare un senso di normalità alla vita di tutti i giorni nell'avamposto ricorrendo anche all'ironia e allo scherzo. Immancabili le indicazioni stradali a mo' di freccia direzionale fatte con il legno e con scritta la distanza in chilometri - si parla di numeri a quattro cifre, mediamente intorno ai 5mila km - da qui a casa, nei paesi e nella città del nord, del centro, del sud Italia: Lucca, S.Giusta, Ceglie Messapica, Statte, Rocca Piemonte, Gonnastramatza, Massana, Ottana, San Gavino Monreale, Garteddi. Mentre la punta del palo della singolare cartellonistica è a mo' di freccia e indica direzione Luna. E ci sono ancora i segni del Natale nell'avamposto di Bakwa, come testimonia quel "Babbo Natale, portami per regalo Belen e ti prometto che faccio i compiti delle vacanze" scritto su un biglietto attaccato alla sagoma in legno e colorata di verde che rappresenta un albero natalizio. Le palle decorative appese a quelli che sono i rami sono anch'esse fatte di legno, colorate di rosso in questo caso. C'è anche la serie luminosa. La sagoma dell'albero è piazzata in bella vista nell'ampia tenda che fa da mensa ai militari, accanto al banco dei condimenti e quindi è sotto gli occhi di tutti ogni qualvolta ci si passa davanti con il vassoio con il menu del giorno. E in bella vista sono anche i biglietti-desideri che qualcuno vi ha appeso. Come appunto la richiesta a Babbo Natale di portargli...belen Rodriguez, promettendo di fare quindi i compiti scolastici assegnati: evidentemente questa incombenza dei compiti a casa durante le vacanze era qualcosa che proprio gli pesava, ma a questa condizione si possono fare! E girando per l'avamposto vedi spuntare al di sopra della barriera antiordigni in un angolo tra gli alloggi, la parte finale di un alberello fatto con spezzoni di filo di ferro. Da lontano diresti che è un alberello di Natale argenteo, quasi un getto d'acqua che poi scende a fontana. Nella sua semplicità e povertà di mezzi è decisamente bello. Un modo per tirare il fiato in un'area difficile dell'estesa provincia di Farah e che comprende la zona desertica di Bakwa e la zona montagnosa del Gulistan, entrambe nelle attivita' di competenza della Task Force South-East rappresentata dal San Marco e comandata dal capitano di vascello Giuseppe Panebianco. E proprio nell'area del Gulistan ieri pomeriggio (ora locale), a 12 km da Bakwa, c'è stata l'esplosione di uno Ied piazzato dagli 'insurgent' e che ha ferito in maniera leggera uno dei militari in forza all'avamposto 'Lavaredo' in ricognizione a bordo di un blindato Lince. (AGI 5 GENNAIO) AFGHANISTAN: KARZAI, PRIGIONE USA BAGRAM A NOI ENTRO UN MESE La prigione che si trova nella base militare Usa di Bagram passerà entro un mese sotto controllo afghano. Lo ha disposto oggi il presidente Hamid Karzai. In un comunicato si precisa che il capo dello Stato ha preso la decisione in una riunione durante cui sono state illustrate la struttura del carcere e le condizioni di vita dei detenuti. In molti casi, si sottolinea, ''sono state evidenziate violazioni della Costituzione afghana nel trattamento dei reclusi''. Nel comunicato si ricorda che il 9 gennaio 2010 Karzai aveva approvato la creazione di una Commissione sulle violazioni della Costituzione presieduta da Gul Rahman Qazi che aveva come compito di seguire l'attività' degli stranieri in Afghanistan, ed anche del carcere di Bagram. Su quest'ultimo punto un'altra speciale Commissione presieduta dal ministro della Difesa aveva l'incarico di portare a termine il trasferimento del suo controllo dagli americani agli afghani fra gennaio 2011 e la fine di gennaio Di fronte ''alla constatazione dell'esistenza di violazioni della Costituzione afghana, di importanti accordi internazionali e dei diritti umani (...) il capo dello Stato ha confermato i tempi di conclusione da parte della stessa Commissione del processo di trasferimento del carcere entro un mese da oggi''. (ANSA 5 GENNAIO). AFGHANISTAN: MATTEO, IL CUOCO-POETA CHE AMA LE STELLE DI HERAT "Ho guardato il cielo di Herat, e ho visto tanti sogni avvolti in questo cielo illuminato. Ogni stella un sogno?. E' notorio: la collocazione geografica fa sì che il cielo afghano sia tra i più luminosi al mondo, di giorno ma ancor più di notte. E per Matteo Cavallaro, militare dell'aeronautica in missione in Afghanistan, questa luminosità è fonte di ispirazione per la sua passione: la poesia. Matteo, 32 anni, è occupato nell'area logistica - settore vettovagliamento - del Regional Command West di Herat, sede centrale del comando del contingente italiano nell'ambito della coalizione Isaf. Nativo di Mestre, un'adolescenza segnata dalla perdita prematura del padre e trascorsa poi facendo il barman a Venezia, Jesolo e anche nelle lontane Cuba, Giamaica e Grand Cayman, qualche 'incursione' affettiva a Londra e in Spagna, si è specializzato nella pasticceria ma sa un po' di tutto di cucina ed ora è al di là del grande bancone della sala mensa del Regional Command West mentre i colleghi, dall'ultimo arrivato al più alto in grado, e gli ospiti gli sfilano davanti con il

20 20 / 38 vassoio per i pasti del giorno. In Aeronautica militare da sei anni, è di stanza a Trapani-Birgi, dove c'e' la fidanzata Carla Caterina, e a Herat è arrivato il 25 novembre, per restarvi sei mesi. Di poesie ne ha scritte tante ma finora nessuna in Afghanistan. Ieri l'ha ispirato la nevicata scesa copiosa su Herat e sulle montagne intorno, e ne avrebbe scritta una che parlasse del cielo di questa città. I l cielo perché anche per lui è quello che più di altro mostra il pulito. "Di notte il cielo ti presenta quello che e' e ti dimostra quanto è bella la natura, quanto è vera, pulita, gentile, e quanto invece e' disprezzata nel resto del mondo". Il tema ricorrente nelle sue poesie è la natura, "perché è la vita e la puoi associare alle persone". Disegna anche, "e se faccio il cuoco è perché mi piaceva e mi piace fare le cose cromatiche?". La pasticceria è sicuramente terreno fertile per lui. Il giovane militare è di una pacatezza quasi sconcertante mentre passeggiando sotto la neve nella base di Camp Arena ti racconta di sé, dei suoi sogni, del suo inseguire la bellezza della natura. "Vuoi mettere una roccia con i suoi buchi naturali che si formano e che sembra una finestra sulla terra, con quello invece che è artificiale? Noi copriamo tutto, ma in peggio?". Ma è il cielo di Herat la sua fonte primaria d'ispirazione, perché il cielo e' tanto grande. Stamane ha voluto guardare il sorgere del sole, vedere subito il cielo di giorno, e servendosi del suo telefonino, cui ha fatto seguire sms, ha scritto che l'ha visto come "lo sguardo di una madre che scalda tutto", e che "tutto ciò che è artificiale fatica a nascondersi all'occhio vigile del sole di Herat". Cos'e' l'afghanistan per te, Matteo? "Un insieme di etnie e religioni che si mescolano in queste terre ricche di preghiere e di diffidenze". Ma quando è notte, il cielo stellato libera finalmente i sogni imprigionati di giorno. E forse anche le diffidenze. (AGI 5 GENNAIO) AFGHANISTAN: "SHONA BA SHONA", AFGHANI E SASSARINI INSIEME "Shona ba Shona". In lingua dari, la seconda più diffusa in Afghanistan, significa "spalla a spalla", cioè muoversi insieme, di comune accordo, in costante ed equilibrato coordinamento. A usare il detto "Shona ba Shona" è stato oggi il generale di brigata Mohaiuddin Ghorj, capo di Stato Maggiore dello staff del Comando dell'esercito afghano più importante nel settore ovest del Paese asiatico. E l'ha detto per sottolineare lo stretto rapporto di collaborazione con il contingente italiano nella regione ovest del Paese, specie in questo periodo con la Brigata 'Sassari' che ha il comando del contingente italiano nell'area di competenza assegnata dall'isaf all'italia, quella ovest,e che non manca a sua volta di far sentire il proprio di motto, lo storico 'Forza Paris!'. Di origine tagika, 54 anni, il generale ha una grossa esperienza militare (oltre 30 anni sul campo), ha anche combattuto nella regione dell'helmand nel 2010 ed e' figura di primissimo piano del 207^ Corpo d'armata, una delle grandi unita' dell'esercito afghano (l'ana, l?afghan National Army), che comprende 5mila uomini. L'abbiamo incontrato oggi nel suo ufficio di Camp Zafar, a pochi chilometri da Camp Arena, sede del Regional Command West a guida italiana (in questo periodo è di base per l'appunto la Brigata 'Sassari', comandata dal generale Luciano Portolano). C'erano anche il colonnello Paolo Fabbri, a capo dell'omlt (Operational Mentoring and Liaison Team), il progetto Isaf di favorire lo sviluppo dell'esercito nazionale afghano, e il colonnello Vincenzo Lauro, portavoce del Regional Command West. Per raggiungere il compound di Camp Zafar bisogna uscire in terreno aperto, le precauzioni non sono mai troppe; il convoglio di vetture blindate e dotate di jammer per neutralizzare i telefonini è d'obbligo, come pure il ricorso a giubbetti antiproiettile ed elmetti, anche se si è in un'area altamente a controllo militare dell'isaf, tanto è vero che attiguo c'è Camp Stone, dove ci sono gli statunitensi ed anche gli italiani dell'omlt. Accoglienza ospitale, con tè allo zafferano, pistacchi, mandorle, semi, uvetta secca. "Il nostro fine ultimo - dice il generale Ghorj, affidandosi a un traduttore dal dari all'inglese - è avere un esercito funzionale. Con la coalizione sono state effettuate ottime operazioni a nord, est, ovest". Gli obiettivi sono principalmente due: "combattere gli insurgent; pulire l'autostrada verso Farah dai relitti dei camion attaccati in precedenza" e secondo il generale Ghorj i risultati ci sono già, c'è un miglioramento del movimento veicolare" su quell'importante arteria. A proposito della capacità della forza militare afghana, l'alto ufficiale ha parlato di addestramento ed equipaggiamento, comprendendo in questo anche le infrastrutture, e si è detto "ottimista che in un biennio si possa fare ed essere autosufficienti. Il quadro è migliorato, la popolazione è contenta che Isaf e ANA le siano da supporto. Il livello di confidenza tra popolazione e autorità locali è cresciuto, la gente riferisce di più, gli insurgent hanno sempre meno spazio. Nell'arruolamento è evidente la motivazione economica (250 dollari al mese lo stipendio, ndr) ma c'è tanta gente che sceglie di arruolarsi al di là dell'aspetto economico. C'è sempre più disponibilità di persone a rimanere nell'esercito dopo aver ultimato il periodo triennale, e questo si spiega anche con il fatto che fare il soldato piace, con la motivazione di dare sicurezza e mandare via a calci i nemici". Chi sono i nemici? "Coloro che intralciano la convivenza civile tra noi". Nessun'altra definizione. Il generale sottolinea più volte l'ottimo rapporto con i militari italiani e in particolare con il sistema dell'omlt. Si guarda al futuro e si pensa che ricostruzione è scuole, ospedali, strade, "la popolazione guarda con fiducia a questo". Circa il rapporto tra le diverse etnie locali, nell'esercito la maggioranza è pashtun però "l'importante è il tutti insieme". E in fatto di rapporti tra il mondo femminile e le forze armate, "ottime relazioni". Intanto c'è già un ufficiale donna che fa parte della sezione intelligence, e questo?e' un

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