PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE PIEMONTE, GLI AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI E GESTORI DEL SERVIZIO

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE PIEMONTE, GLI AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI E GESTORI DEL SERVIZIO"

Transcript

1 Allegato B) alla deliberazione della Conferenza dell Autorità d Ambito n. 2 n. 190 del 04/04/2007 CONFERENZA IL SEGRETARIO DELLA (Dott. Piero Gaetano Vantaggiato) PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE PIEMONTE, GLI AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI E GESTORI DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO DI CUI ALLA LEGGE REGIONALE 20 GENNAIO 1997, N. 13 PER IL MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE PERDITE NEI SISTEMI ACQUEDOTTISTICI E ANALISI DI ALCUNI DEI PRINCIPALI ACQUEDOTTI DEL PIEMONTE. In un territorio caratterizzato da un urbanizzazione piuttosto frammentata e da una infrastrutturazione storica, le perdite di acquedotto assumono una rilevanza di rado trascurabile, sia in termini quantitativi che di distribuzione geografica, caratterizzando purtroppo in negativo molti dei sistemi acquedottistici regionali. Inevitabilmente una rete di adduzione e di distribuzione i cui primi impianti risalgono almeno all 800, a servizio di un tessuto urbano caratterizzato da un elevata frammentarietà anche dovuta alla necessità di adattarsi alle caratteristiche del territorio, è affetta da un certo livello di perdite dell acqua captata, potabilizzata e avviata alle utenze. Molte sono le cause che nel tempo si sono affiancate le une alle altre (tipologia di allaccio delle utenze, metodologie di posa e connessione delle tubazioni, materiali, pressione di esercizio della rete, ecc.), alcune delle quali solo ultimamente sono state studiate e misurate nel loro contributo alle perdite complessive di un acquedotto. 1

2 Ad oggi non risultano avviate indagini sistematiche mirate a caratterizzare il fenomeno, né da parte della Pubblica Amministrazione né da parte delle associazioni dei gestori, essendo disponibili solamente i risultati di caratterizzazione di specifici sistemi acquedottistici. In generale si dispone di stime percentuali del volume disperso in rapporto al volume captato o fatturato. Occorre però sottolineare come tali stime siano affette da errori, anche significativi, sia nel computo del volume captato (una minoranza delle captazioni è attualmente strumentata con misuratori volumetrici o di portata) sia nel volume fatturato o distribuito, in quanto è ancora significativa la quota di utenze prive di contatore e degli usi per le quali non è prevista la misurazione. Inoltre non si dispone di stime riguardo il livello di perdite che possono essere riconosciute fisiologiche, in quanto determinate dalle caratteristiche distributive degli impianti. Tale valore fisiologico risulta logicamente fondamentale per comprendere quanto un acquedotto sia lontano dalle proprie attuali condizioni di ottimalità. In tale senso l attuale normativa italiana (Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 8 gennaio 1997, n. 99 Regolamento sui criteri e sul metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature ) non appare pienamente in linea con le più recenti acquisizioni teoriche e le pratiche riconosciute a livello internazionale quali best practices di settore (linee guida della Water Loss Task Force dell International Water Association IWA). Le perdite di acquedotto costituiscono una problematica importante a livello regionale e si ritiene che la gestione delle perdite rappresenti un aspetto fondamentale che deve essere affrontato, sia dai Gestori che dai Regolatori, in accordo con le più recenti acquisizioni internazionali, in modo da conseguire la migliore salvaguardia possibile della risorsa ed una gestione economica. Lo studio del fenomeno delle perdite acquedottistiche, finalizzato ad una successivo piano di azione mirato ad interventi di natura gestionale (calibratura delle pressioni di esercizio degli impianti) ed infrastrutturale (realizzazione di stazioni di pompaggio intermedie, sostituzione delle condotte vetuste o inadeguate, installazione di valvole di controllo della pressione), potrebbe costituire un importante strumento per il 2

3 conseguimento dell obiettivo di risparmio idrico previsto dal Piano di Tutela delle Acque e di prevenzione delle crisi idriche, oltre che consentire un abbattimento degli oneri gestionali per la ricerca perdite, la manutenzione straordinaria delle condotte, i costi di captazione e trattamento delle acque destinate al consumo umano, con benefici riflessi sulla tariffa del servizio idrico integrato. Per le motivazioni sopra descritte la Regione Piemonte, in collaborazione con le Autorità d ambito e con alcuni dei gestori affidatari del servizio idrico integrato, intende attivare un programma operativo finalizzato a valutare, sulla base delle metodologie che si sono affermate a livello internazionale, la reale entità del fenomeno, partendo dallo studio delle infrastrutture di trasporto e distribuzione dei principali sistemi acquedottistici piemontesi. Considerato che: la riduzione delle perdite reali degli acquedotti rappresenta una delle azioni prioritarie, nell ambito del comparto civile, di riduzione del deficit quantitativo per l approvvigionamento potabile e di riduzione della pressione sulla risorsa idrica naturale; con tale obiettivo si ritiene utile promuovere la diffusione, presso gli operatori del settore, della conoscenza del fenomeno, delle cause che lo influenzano e delle relative interazioni nonché delle azioni da intraprendere per un loro efficace contenimento entro valori fisiologici ; lo schema di bilancio idrico presentato dal D.M. 99/1997 presenta alcune difficoltà applicative e comunque si ritiene particolarmente necessaria un azione di armonizzazione tra tale disposizione e la metodologia di valutazione del fenomeno delle perdite messa a punto dall IWA; l iniziativa, tesa a individuare situazioni di criticità e di irregolarità funzionale del servizio nonché a promuovere l adozione di tecnologie e regole operative innovative, rientra pienamente tra i compiti dell Osservatorio regionale dei servizi idrici integrati; l omogeneità con la quale dovrà essere condotta l attività è condizione necessaria per uno sviluppo uniforme del servizio idrico su tutto il territorio regionale; 3

4 alle Autorità d ambito compete la responsabilità della programmazione degli interventi per lo sviluppo ed il miglioramento del servizio, in coerenza con gli obiettivi e le politiche della Regione Piemonte; i gestori affidatari del servizio idrico dispongono delle professionalità e delle conoscenze per un ottimale svolgimento dell attività, a garanzia del raggiungimento di concreti risultati trasferibili nella gestione corrente delle infrastrutture; Vista il parere positivo sul progetto espresso dalla Conferenza regionale delle risorse idriche nella seduta del 28 aprile 2006; QUANTO SOPRA PREMESSO, TRA: la Regione Piemonte con sede in Torino in persona del Direttore della Direzione Pianificazione delle risorse idriche ing. Salvatore DE GIORGIO nato a Cardinale (CZ) il 19/06/1949 e domiciliato presso la sede della Giunta Regionale in Piazza Castello, 165; le Autorità d Ambito territoriale ottimale del Piemonte: ATO n. 1 Verbano, Cusio, Ossola e Pianura Novarese con sede in, in persona del nato a il e domiciliato presso la sede dell ATO, in ; ATO n. 2 Biellese, Vercellese, Casalese con sede in Vercelli (VC), in persona del Direttore Carlo ROBUTTI nato a Vercelli (VC) il 12/11/1949 e domiciliato presso la sede dell ATO, in via De Amicis, 6; ATO n. 3 Torinese con sede in, in persona del nato a il e domiciliato presso la sede dell ATO, in ; ATO n. 4 Cuneese 4

5 con sede in, in persona del nato a il e domiciliato presso la sede dell ATO, in ; ATO n. 5 Astigiano, Monferrato con sede in, in persona del nato a il e domiciliato presso la sede dell ATO, in ; ATO n. 6 Alessandrino con sede in, in persona del nato a il e domiciliato presso la sede dell ATO, in ; e i Gestori: per ATO 1 con sede in, in persona del Direttore nato a e domiciliato presso la sede dell Azienda, in ; AZIENDA MULTIS ERVIZI CAS ALES E S.p.A. per ATO 2 con sede in Casale Monferrato (AL), in persona del Direttore Maurizio GARAVENTA nato a Genova (GE) il 11/12/1950 e domiciliato presso la sede dell Azienda, in Via Orti, 2; per ATO 3 con sede in, in persona del Direttore nato a e domiciliato presso la sede dell Azienda, in ; per ATO 4 con sede in, in persona del Direttore nato a e domiciliato presso la sede dell Azienda, in ; per ATO 5 5

6 con sede in, in persona del Direttore nato a e domiciliato presso la sede dell Azienda, in ; per ATO 6 con sede in, in persona del Direttore nato a e domiciliato presso la sede dell Azienda, in ; SI CONVIENE QUANTO SEGUE: Art. 1. Oggetto dell intesa Regione Piemonte, Autorità d Ambito e Gestori con l intesa sottoscritta s'impegnano: a svolgere in modo coordinato attività di sensibilizzazione e formazione tecnica sul problema delle perdite di acquedotto, consapevoli che essa rappresenta il presupposto conoscitivo e culturale per il contributo del servizio idrico integrato all obiettivo di risparmio idrico previsto dal Piano di Tutela delle Acque; a cooperare per l analisi comparata del bilancio idrico di cui alla normativa italiana con la metodologia messa a punto dall IWA, finalizzata ad evidenziare le difficoltà applicative e le eventuali lacune teoriche di entrambi i sistemi; a condurre secondo una metodologia omogenea su tutto il territorio regionale l attività di monitoraggio e analisi di alcuni dei principali acquedotti del Piemonte, con specifica attenzione all aspetto del controllo delle perdite. a cooperare al proficuo svolgimento di una omogenea attività di formazione di proprio personale in materia di perdite nei sistemi acquedottistici e metodologie operative di contenimento del fenomeno; 6

7 a costituire un gruppo di lavoro per la condivisione e l analisi dei risultati dell applicazione della metodologia IWA ad alcuni dei principali schemi acquedottistici del Piemonte; ad adeguare la propria programmazione degli interventi alle risultanze dell attività, al fine di attivamente contribuire al risparmio idrico e al contenimento dei costi operativi della gestione. Art. 2. Il ruolo della Regione Piemonte La Regione Piemonte si impegna ad organizzare un corso di formazione in materia di contenimento delle perdite negli acquedotti e collegate pratiche gestionali, rivolto a proprio personale della Direzione Pianificazione delle risorse idriche, agli uffici delle Segreterie tecniche delle Autorità d ambito nonché a tecnici in rappresentanza dei Gestori coinvolti. Nell ambito di tale attività sarà cura della Regione Piemonte provvedere alla messa a disposizione dei partecipanti, per la durata del progetto, dei software utilizzati per l applicazione della metodologia IWA. Art. 3. Il ruolo delle Autorità d Ambito Le Autorità d Ambito, ciascuna per il territorio di rispettiva competenza, parteciperanno al gruppo di lavoro sopra descritto, contribuendo secondo le proprie competenze al migliore risultato dell attività. Si impegnano inoltre ad inserire nei propri programmi degli investimenti gli interventi, che deriveranno dalla fase di applicazione della metodologia per il controllo delle perdite agli schemi acquedottistici del territorio di competenza. Sarà loro cura inoltre sensibilizzare anche i gestori non direttamente coinvolti nella presente iniziativa, affinché si realizzi effettivamente un incremento delle conoscenze tecnico-teoriche in materia ed un miglioramento delle pratiche gestionali, con l obiettivo di conseguire il primo ambizioso risultato di contenere le perdite entro valori fisiologici. 7

8 Art. 4. Il ruolo dei gestori Ai gestori, in accordo con le rispettive Autorità d ambito, spetta il compito di individuare uno o più schemi acquedottistici di riferimento su cui effettuare la parte sperimentale dell iniziativa. In considerazione del fatto che i Gestori detengono le maggiori conoscenze sulle infrastrutture monitorate, essi sono chiamati a fornire il massimo contributo, sia in fase di acquisizione in campo dei dati riguardanti valori di pressione, volumi addotti e distribuiti, ecc., sia nella successiva fase di interpretazione e valutazione dei dati rilevati. I Gestori si impegnano a dedicare, alle attività riferibili alla presente iniziativa, personale che ordinariamente si occupa, o si occuperà nell immediato futuro, delle fasi di progettazione e gestione degli impianti. In tale maniera sarà conseguito l obiettivo di formare, in merito alla specifica problematica delle perdite reali di acquedotto, un congruo numero di tecnici operanti presso i Gestori affidatari del servizio idrico integrato. È inoltre a carico dei Gestori l acquisto delle licenze di eventuali software che si renderanno necessari all attività. Art. 5. Gruppo di lavoro Per il proficuo svolgimento del progetto verrà costituito un gruppo di lavoro, con compiti di indirizzo delle attività da svolgere in ciascun Ambito. Il gruppo costituirà inoltre la sede in cui avverrà il confronto del lavoro svolto nei diversi Ambiti. Al gruppo di lavoro partecipano rappresentanti della Direzione regionale Pianificazione delle risorse idriche, di ciascuna Autorità d ambito e un rappresentante per ciascuno dei Gestore coinvolti. Art. 6. Modalità di attuazione In considerazione dell obiettivo del progetto di fornire al personale della Regione Piemonte, degli ATO regionali e dei gestori coinvolti le conoscenze fondamentali delle cause, delle modalità di valutazione e di gestione delle perdite acquedottistiche, secondo le più avanzate best practice internazionali, con particolare riferimento alle linee guida 8

9 dell IWA, l attività prevede una prima fase di lavoro, maggiormente incentrata sui contenuti teorici della materia, ed una seconda fase applicativa. Nel corso della prima fase saranno prese in considerazione le più significative esperienze nazionali ed internazionali nella gestione delle perdite e delle pressioni e saranno valutati i software specialistici sviluppati per consentire la pratica applicazione delle metodologie di Gestione secondo l approccio IWA. L attività fornirà gli elementi conoscitivi per lo studio del fenomeno delle perdite acquedottistiche nei singoli sistemi idrici regionali, finalizzato al calcolo del livello fisiologico delle perdite e del possibile recupero di risorsa idrica con una successivo piano di azione mirato di interventi di natura gestionale nei sistemi dove è necessario e conveniente. L applicazione delle metodiche IWA terrà conto anche delle peculiarità del territorio e delle utenze relative ad ambienti rurali e montani. Le conoscenze teoriche acquisite troveranno immediata applicazione nell analisi di alcuni sistemi acquedottistici che saranno ritenuti significativi per le loro caratteristiche dimensionali e strutturali nonché in relazione alla stima del fenomeno delle perdite. In tale fase ai Gestori responsabili delle infrastrutture analizzate sarà richiesta collaborazione per l installazione di dispositivi di misura delle pressioni di esercizio, la lettura periodica dei dati rilevati e la loro organizzazione in forma funzionale all utilizzo durante la fase sperimentale. Rispettando l articolazione in due fasi, una prima fase di contenuto prevalentemente teorico ed una seconda fase sperimentale, i contenuti dell attività possono quindi essere così riassunti: I Fase - un Workshop di tre giorni finalizzato a formare un gruppo ristretto di tecnici della Regione Piemonte, degli ATO e dei gestori coinvolti, sull applicazione della metodologia IWA ed altre metodologie best practice per la gestione delle perdite idriche e delle pressioni nei sistemi idrici. Il corso prevede sessioni teoriche e sessioni pratiche in cui i partecipanti potranno applicare praticamente i concetti illustrati mediante software dedicato appositamente sviluppato. 9

10 Durante il corso sarà: analizzata la documentazione tecnica didattica sui principi e concetti chiave per la gestione efficiente dei sistemi idrici, compresa la descrizione dell approccio IWA ed i riferimenti normativi nazionali vigenti (D.M. 99/1997); sperimentato il calcolo del bilancio idrico e degli indicatori di performance IWA; illustrata la classificazione delle performance dei sistemi idrici e la individuazione delle azioni da adottare secondo le raccomandazioni del World Bank Training Institute (WBTI); stimato il beneficio ottenibile con la gestione delle pressioni in termini di riduzione del volume di perdita e delle rotture; illustrato l approccio pratico IWA per la gestione delle perdite apparenti; illustrata la metodologia per definire gli obiettivi tecnici ed economici di miglioramento dei sistemi idrici e per mantenere i risultati nel tempo. II Fase - sperimentazione in campo su alcuni sistemi acquedottistici di riferimento, quale fase di applicazione pratica della metodologia. A conclusione dell attività in progetto verrà organizzato un Seminario aperto ad un ampia partecipazione del personale della Regione, degli ATO e dei Gestori del Piemonte, finalizzato alla presentazione della metodologia applicata e dei risultati conseguiti. Delle risultanze dell attività e dei lavori del seminario verrà redatta una relazione, con l obiettivo di disporre di un valido strumento di sensibilizzazione alla problematica delle perdite acquedottistiche e suggerirne azioni di monitoraggio e riduzione. Art. 7. Tempistica Dell avvio delle attività in progetto, una volta completata la firma della presente Intesa, sarà data comunicazione da parte della Regione Piemonte. 10

11 A seguito della firma dell Intesa le Autorità d ambito ed i Gestori dovranno trasmettere alla Direzione regionale Pianificazione delle risorse idriche i nominativi dei partecipanti al corso e, per ciascun Gestore coinvolto, del referente dell attività. La fase di sperimentazione si ritiene che possa utilmente essere svolta nell arco di 12 mesi, a partire dalla conclusione della Fase I. Proprio al fine di operare con obiettivi e modalità comuni in fase di sperimentazione, il Gruppo di lavoro si riunirà, dopo il workshop, per individuare gli schemi acquedottistici di riferimento, stabilire la tempistica di dettaglio delle attività, i parametri necessari e le loro modalità di rilevazione. 11

il PRSS individua tra le misure da attuare per il miglioramento della sicurezza stradale le seguenti azioni:

il PRSS individua tra le misure da attuare per il miglioramento della sicurezza stradale le seguenti azioni: REGIONE PIEMONTE BU1 05/01/2012 Deliberazione della Giunta Regionale 28 novembre 2011, n. 117-3019 Approvazione dello schema di Protocollo di Intenti fra la Regione Piemonte e la Fondazione A.N.I.A. (Associazione

Dettagli

Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03

Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03 Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03 Roma, 18 dicembre 2003 Agenda dell'incontro Approvazione del regolamento interno Stato di avanzamento del "Progetto Monitoraggio" Prossimi

Dettagli

PROCEDURA --------------------------------------

PROCEDURA -------------------------------------- PROCEDURA PER L ACQUISIZIONE DI BENI IMMOBILI (AREE O FABBRICATI) FUNZIONALI ALL EROGAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO -------------------------------------- La PROVINCIA DI GENOVA, nella sua qualità

Dettagli

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI D.P.C.M. 30 marzo 2001: ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO SUI SISTEMI DI AFFIDAMENTO DEI SERVIZI ALLA PERSONA PREVISTI DALL ART. 5 DELLA LEGGE 8 novembre 2000, n. 328 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione Comune di Nuoro Settore AA.GG. e Personale Ufficio Formazione DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE Ultimo aggiornamento settembre 2008 Art. 1 (Oggetto e finalità) 1. Le disposizioni contenute

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

Comune di Forlì Unità sviluppo organizzativo

Comune di Forlì Unità sviluppo organizzativo Comune di Forlì Unità sviluppo organizzativo SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA POSIZIONE - 2012 Posizioni organizzative (tipo a) Alte professionalità (tipo b e c) Validato dall OIV il 30/11/2012 Premessa La

Dettagli

Documenti per i corsi

Documenti per i corsi Descrizione dell offerta Applicazione della formazione professionale di base Documenti per i corsi inter a ziendali (CI): Corsi interaziendali progr amma di forma zione per i corsi inter a ziendali, controlli

Dettagli

nell ambito del progetto

nell ambito del progetto FREE PA 2009 Informazione e formazione dei funzionari tecnici ed amministrativi degli Enti Pubblici in materia di fonti rinnovabili di energia, risparmio ed efficienza energetica nell ambito del progetto

Dettagli

RINNOVO PROTOCOLLO D INTESA tra REGIONE PIEMONTE e CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI

RINNOVO PROTOCOLLO D INTESA tra REGIONE PIEMONTE e CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI RINNOVO PROTOCOLLO D INTESA tra REGIONE PIEMONTE e CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI Il CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, con sede in Roma, Via Tomacelli 132, in persona del Vice Direttore Generale,

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

La gestione delle risorse idriche a uso idropotabile

La gestione delle risorse idriche a uso idropotabile Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Aerospaziale Università di Palermo La gestione delle risorse idriche a uso idropotabile Prof.Ing.Gaspare Viviani gviv@idra.unipa.it LA NORMATIVA SUL GOVERNO

Dettagli

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA Protocollo d Intesa per l attuazione del Contratto del Lago di Bolsena PREMESSO CHE la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento

Dettagli

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 DEFINIZIONE DI BUDGET Il Budget è lo strumento per attuare la pianificazione operativa che l Istituto intende intraprendere nell anno di esercizio

Dettagli

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca PROTOCOLLO DI INTESA TRA IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR E LA SOCIETA DANTE ALIGHIERI Protocollo d'intesa Tra

Dettagli

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO 20.1 PREMESSA... 255 20.2 COMITATO DI CONSULTAZIONE... 255 20.3 SOGGETTI TITOLATI A PRESENTARE RICHIESTE DI MODIFICA... 255 20.4 REQUISITI DI RICEVIBILITA

Dettagli

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI PREMESSA L art. 3, II comma della Costituzione Italiana recita: è compito

Dettagli

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea,

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea, 17.11.2012 IT Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 320/3 REGOLAMENTO (UE) N. 1077/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per la supervisione da parte delle

Dettagli

LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: METODOLOGIA

LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: METODOLOGIA LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: METODOLOGIA 1. Performance individuale del personale La performance individuale del lavoratore oggetto di misurazione e valutazione come ampiamente illustrato

Dettagli

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A. INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI ATTIVITÀ DI RICERCA, DIDATTICA, FORMAZIONE E ORIENTAMENTO TRA

PROTOCOLLO D INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI ATTIVITÀ DI RICERCA, DIDATTICA, FORMAZIONE E ORIENTAMENTO TRA PROTOCOLLO D INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI ATTIVITÀ DI RICERCA, DIDATTICA, FORMAZIONE E ORIENTAMENTO TRA L Università degli Studi di Ferrara (di seguito denominata brevemente Università ) Codice Fiscale

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d 32 Oggetto: Istituzione della rete di cure palliative della d Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto del

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA

PROTOCOLLO D INTESA TRA PROTOCOLLO D INTESA TRA Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato Casalese Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l Astigiano Osservatorio del Paesaggio Alessandrino Osservatorio del Paesaggio

Dettagli

Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione Piemonte.

Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione Piemonte. REGIONE PIEMONTE BU51 24/12/2015 Deliberazione della Giunta Regionale 30 novembre 2015, n. 38-2535 Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione

Dettagli

Chi può richiedere il Voucher Formativo?

Chi può richiedere il Voucher Formativo? COS E IL VOUCHER? Il Voucher è un buono che permette al beneficiario di disporre di un finanziamento pubblico, per accedere a corsi di alta formazione indicati e disciplinati nell apposito catalogo interregionale

Dettagli

PRINCIPI FONDAMENTALI...

PRINCIPI FONDAMENTALI... QUALITA DEL SERVIZIO 1) PREMESSA... 2 2) PRINCIPI FONDAMENTALI... 2 2.1) EFFICIENZA NEL SERVIZIO... 2 2.2) CONTINUITÀ... 2 2.3) IMPARZIALITÀ DI TRATTAMENTO... 3 2.4) SALUTE, SICUREZZA ED AMBIENTE... 3

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

DGR n.59 del 21 GENNAIO 2005

DGR n.59 del 21 GENNAIO 2005 DGR n.59 del 21 GENNAIO 2005 OGGETTO: Protocollo di Intesa tra la Regione Lazio, Autorità d Ambito Lazio Meridionale Latina (A.T.O. 4), Comune di Ponza, Comune di Ventotene ed Acqualatina Spa. Su proposta

Dettagli

1- Corso di IT Strategy

1- Corso di IT Strategy Descrizione dei Corsi del Master Universitario di 1 livello in IT Governance & Compliance INPDAP Certificated III Edizione A. A. 2011/12 1- Corso di IT Strategy Gli analisti di settore riportano spesso

Dettagli

COMUNE DI ROBASSOMERO PROVINCIA DI TORINO tel. 011 9234400 - Fax 011 9234422 E-mail: comune@comune.robassomero.to.it - www.comune.robassomero.to.

COMUNE DI ROBASSOMERO PROVINCIA DI TORINO tel. 011 9234400 - Fax 011 9234422 E-mail: comune@comune.robassomero.to.it - www.comune.robassomero.to. COMUNE DI ROBASSOMERO PROVINCIA DI TORINO tel. 011 9234400 - Fax 011 9234422 E-mail: comune@comune.robassomero.to.it - www.comune.robassomero.to.it Approvato con deliberazione G.C. n. 103/29.12.2010 INDICE

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI Art. 1 campo di applicazione. 1. Il presente regolamento definisce i criteri per la valutazione e la premialità del personale dei

Dettagli

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI Documento approvato dai dirigenti e dagli incaricati di posizione organizzativa nell incontro del 13.1.2006 PREMESSA Si è conclusa

Dettagli

Indicazioni operative per la predisposizione della proposta di budget per l anno 2010.

Indicazioni operative per la predisposizione della proposta di budget per l anno 2010. 1 OGGETTO PREDISPOSIZIONE DEL BUDGET QUESITO (posto in data 3 marzo 2010) Indicazioni operative per la predisposizione della proposta di budget per l anno 2010. RISPOSTA (inviata in data 5 marzo 2010)

Dettagli

tutto quanto sopra premesso e considerato, tra:

tutto quanto sopra premesso e considerato, tra: Protocollo d intesa tra la Regione Piemonte e la Direzione Investigativa Antimafia - Centro Operativo di Torino per le modalità di fruizione di dati informativi concernenti il ciclo di esecuzione dei contratti

Dettagli

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Come indicato nel Piano Annuale della Performance (P.A.P.), predisposto a partire dall anno 2015, l Azienda annualmente esplicita gli obiettivi,

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

PROGETTO DI POLITICHE ATTIVE SUL LAVORO a valere sull UPB 2.1.4.2.70.CAP.908 della Regione Lombardia

PROGETTO DI POLITICHE ATTIVE SUL LAVORO a valere sull UPB 2.1.4.2.70.CAP.908 della Regione Lombardia PROVINCIA DI SONDRIO PROGETTO DI POLITICHE ATTIVE SUL LAVORO a valere sull UPB 2.1.4.2.70.CAP.908 della Regione Lombardia Radar dalla conoscenza allo sviluppo delle politiche attive del lavoro PROGETTAZIONE

Dettagli

Sistema di gestione della Responsabilità Sociale

Sistema di gestione della Responsabilità Sociale PGSA 05 Sistema di Gestione la Responsabilità PROCEDURA PGSA 05 Sistema di gestione la Responsabilità Rev. Data Oggetto Redatto da Approvato da 01 2 Prima emissione Resp. RSGSA Direzione 1 PGSA 05 Sistema

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

Descrizione sintetica delle attività da svolgere

Descrizione sintetica delle attività da svolgere Regione Puglia Ufficio Parchi e Tutela Biodiversità Avviso pubblico di manifestazione di interesse per le associazioni di volontariato in campo ambientale. Nell ambito del progetto BIG - Migliorare governance

Dettagli

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 REGOLAMENTO CENTRO ON LINE STORIA E CULTURA DELL INDUSTRIA: IL NORD OVEST DAL 1850 ARTICOLO 1 Obiettivi e finalità

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

RAPPORTO INDIVIDUALE SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE PER L ANNUALITÀ 2012

RAPPORTO INDIVIDUALE SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE PER L ANNUALITÀ 2012 Dicembre 2012 RAPPORTO INDIVIDUALE SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE PER L ANNUALITÀ 2012 MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI Il Rapporto individuale sull avvio del ciclo di

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

I CONTRATTI DI RENDIMENTO ENERGETICO:

I CONTRATTI DI RENDIMENTO ENERGETICO: SERVIZI I CONTRATTI DI RENDIMENTO ENERGETICO: OPPORTUNITÀ ED ESPERIENZA Maurizio Bottaini Federesco (Federazione Nazionale delle Esco) Federesco BEST PRACTICE ENERGY SERVICE COMPANY, quali operatori di

Dettagli

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING Febbraio Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING COS E UN

Dettagli

AGENDA 21 LOCALE DELLE PROVINCE D ABRUZZO

AGENDA 21 LOCALE DELLE PROVINCE D ABRUZZO Regione Abruzzo AGENDA 21 LOCALE DELLE Rete Agende 21 Locali della Regione Abruzzo PIANO DI LAVORO della PROVINCIA DELL AQUILA PREMESSA L Agenda 21 è il documento messo a punto a livello mondiale durante

Dettagli

BOZZA. PATTI PARASOCIALI(rev.24/10) Tra. Il Comune di.., con sede in.., in persona di, a questo atto

BOZZA. PATTI PARASOCIALI(rev.24/10) Tra. Il Comune di.., con sede in.., in persona di, a questo atto BOZZA PATTI PARASOCIALI(rev.24/10) Tra. (di seguito definite congiuntamente come Parti e, singolarmente, come Parte ) Premesso che A) FARCOM Srl., con sede in (di seguito la Società ), è interamente partecipata

Dettagli

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE SETTORE RICERCA, INNOVAZIONE E RISORSE UMANE ZANOBINI ALBERTO

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE SETTORE RICERCA, INNOVAZIONE E RISORSE UMANE ZANOBINI ALBERTO REGIONE TOSCANA DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE SETTORE RICERCA, INNOVAZIONE E RISORSE UMANE Il Dirigente Responsabile: ZANOBINI ALBERTO Decreto non soggetto a controllo ai

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NELL ISTITUZIONE SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI CATANIA TRA

PROTOCOLLO D INTESA PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NELL ISTITUZIONE SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI CATANIA TRA PROTOCOLLO D INTESA PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NELL ISTITUZIONE SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI CATANIA TRA Il Prefetto di Catania rappresentato dalla Dott.ssa Anna

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Protocollo d Intesa per la tutela dei minori Rom, Sinti e Camminanti tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Opera Nomadi VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo

Dettagli

DETERMINAZIONE NUMERO: 31 DEL 06/02/2014

DETERMINAZIONE NUMERO: 31 DEL 06/02/2014 DETERMINAZIONE NUMERO: 31 DEL 06/02/2014 OGGETTO: Conferimento al Dott. Gabriele Ferraris di attività di formazione e supporto alla Direzione ed agli Uffici dell'autorità d Ambito n.2 Biellese Vercellese

Dettagli

Linee guida per le Scuole 2.0

Linee guida per le Scuole 2.0 Linee guida per le Scuole 2.0 Premesse Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un numero limitato e controllabile di casi, come l introduzione

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi della Giustizia Amministrativa

PROTOCOLLO D INTESA. Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi della Giustizia Amministrativa Il Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella pubblica amministrazione Il Presidente del Consiglio di Stato PROTOCOLLO D INTESA Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi

Dettagli

PO FESR Sicilia 2007/2013 Piano di Comunicazione

PO FESR Sicilia 2007/2013 Piano di Comunicazione REPUBBLICA ITALIANA Unione Europea Regione Siciliana PRESIDENZA DIPARTIMENTO REGIONALE DELLA PROGRAMMAZIONE Area Coordinamento, Comunicazione, Assistenza tecnica UOB I - Servizi della Comunicazione PO

Dettagli

REGOLAMENTO APPLICATIVO PROGETTO BLSD CRI

REGOLAMENTO APPLICATIVO PROGETTO BLSD CRI REGOLAMENTO APPLICATIVO PROGETTO BLSD CRI Il progetto BLSD CRI si pone come finalità la diffusione della cultura della rianimazione cardiopolmonare e delle competenze necessarie ad intervenire su persone

Dettagli

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato

Dettagli

RAPPORTO INDIVIDUALE SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE PER L ANNUALITÀ 2012

RAPPORTO INDIVIDUALE SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE PER L ANNUALITÀ 2012 Dicembre 2012 RAPPORTO INDIVIDUALE SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE PER L ANNUALITÀ 2012 ENTE PARCO NAZIONALE DELL APPENNINO TOSCO EMILIANO Il Rapporto individuale sull avvio del ciclo

Dettagli

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Obiettivi specifici Per il generale, si individuano

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA REGIONE LAZIO ASSOCIAZIONE REGIONALE COMUNI DEL LAZIO (ANCI LAZIO) UNIONE DELLE PROVINCE DEL LAZIO (UPI LAZIO)

PROTOCOLLO DI INTESA REGIONE LAZIO ASSOCIAZIONE REGIONALE COMUNI DEL LAZIO (ANCI LAZIO) UNIONE DELLE PROVINCE DEL LAZIO (UPI LAZIO) PROTOCOLLO DI INTESA PER IL MIGLIORAMENTO DELL EFFICACIA DEGLI INVESTIMENTI IN SICUREZZA STRADALE TRA REGIONE LAZIO ASSOCIAZIONE REGIONALE COMUNI DEL LAZIO (ANCI LAZIO) E UNIONE DELLE PROVINCE DEL LAZIO

Dettagli

vista la Legge Regionale del 7.08.2002, n. 15 Riforma della Formazione Professionale, pubblicata sul BURP n. 104 del 09/08/2002; PARTE SECONDA

vista la Legge Regionale del 7.08.2002, n. 15 Riforma della Formazione Professionale, pubblicata sul BURP n. 104 del 09/08/2002; PARTE SECONDA 1294 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 10 del 18-1-2007 PARTE SECONDA Deliberazioni del Consiglio e della Giunta DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 11 dicembre 2006, n. 1899 Sperimentazione

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Prot.n. 28710 del 07-09-2015 Ai Direttori generali degli Uffici Scolastici Regionali Ai referenti regionali del piano CLIL LORO SEDI OGGETTO: Organizzazione e avvio dei corsi linguistici per docenti CLIL

Dettagli

Il Ministro dellistruzione, dell Università e della Ricerca

Il Ministro dellistruzione, dell Università e della Ricerca ALLEGATO B (v. art. 5) 1. Requisiti necessari di docenza di ruolo I requisiti necessari di docenza di ruolo (professori ordinari, professori associati, ricercatori) sono stabiliti, in relazione ai criteri,

Dettagli

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ; Consiglio di Amministrazione Deliberazione n. del OGGETTO: RECEPIMENTO DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 79 11035 DEL 17/11/03 Approvazione linee d indirizzo per lo sviluppo di una rete di servizi

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI. Premessa:

CARTA DEI SERVIZI. Premessa: CARTA DEI SERVIZI Premessa: La Carta dei Servizi è uno strumento utile al cittadino per essere informato sulle caratteristiche del servizio offerto, sulla organizzazione degli uffici comunali, sugli standards

Dettagli

LA CAMERA E IL WEB: PROGETTO DI FORMAZIONE E ASSISTENZA PER ADDETTI ALLA COMUNICAZIONE ON-LINE CAMERALE

LA CAMERA E IL WEB: PROGETTO DI FORMAZIONE E ASSISTENZA PER ADDETTI ALLA COMUNICAZIONE ON-LINE CAMERALE CORSO AVANZATO LA CAMERA E IL WEB: PROGETTO DI FORMAZIONE E ASSISTENZA PER ADDETTI ALLA COMUNICAZIONE ON-LINE CAMERALE settembre - novembre 2010 PREMESSA Molte Camere hanno ormai maturato, anche se con

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO

Dettagli

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Controllo di Gestione e Misurazione delle Performance: l integrazione delle competenze, la valorizzazione delle differenze e la tecnologia

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

Criteri per la definizione e ripartizione della tariffa del Servizio Idrico Integrato anno 2010

Criteri per la definizione e ripartizione della tariffa del Servizio Idrico Integrato anno 2010 Allegato A) al Decreto n. 03/2010 Criteri per la definizione e ripartizione della tariffa del Servizio Idrico Integrato anno 2010 Ad integrazione dei Criteri per l applicazione della tariffa del Servizio

Dettagli

DIPARTIMENTO INFORMATIVO e TECNOLOGICO

DIPARTIMENTO INFORMATIVO e TECNOLOGICO DIPARTIMENTO INFORMATIVO e TECNOLOGICO ARTICOLAZIONE DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento Informativo e Tecnologico è composto dalle seguenti Strutture Complesse, Settori ed Uffici : Struttura Complessa Sistema

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE COMUNE DI CORMANO PROVINCIA DI MILANO REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE (approvato con deliberazione C.C. n. 58 del 01/12/2003) 1 INDICE ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 6 AMBITO DI

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

ALLEGATO A) all'avviso LINEE GUIDA DEL PROGETTO EDUCATIVO CRESCERE NEL CENTRO

ALLEGATO A) all'avviso LINEE GUIDA DEL PROGETTO EDUCATIVO CRESCERE NEL CENTRO ALLEGATO A) all'avviso LINEE GUIDA DEL PROGETTO EDUCATIVO CRESCERE NEL CENTRO 1. Premessa Il Comune di Forlì, in relazione al proprio ruolo di promozione e governo del sistema territoriale integrato dei

Dettagli

COMUNE DI PIOMBINO DESE Provincia di Padova REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

COMUNE DI PIOMBINO DESE Provincia di Padova REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE ALLEGATO SUB B) ALLA DELIBERA DI G.C. N 292 DEL 28.12.2010 COMUNE DI PIOMBINO DESE Provincia di Padova REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Dettagli

Contabilità e fiscalità pubblica

Contabilità e fiscalità pubblica Contabilità e fiscalità pubblica Corso 60 ore Negli ultimi anni è in corso un consistente sforzo - che partendo dal piano normativo si ripercuote sull ordinamento e sulla gestione contabile di tutte le

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

I4G LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA GESTIONALE

I4G LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA GESTIONALE I4G LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA GESTIONALE 1. CARATTERISTICHE DEL CORSO CLASSE DI CORSO: LM-31 Ingegneria Gestionale NORMATIVA DI RIERIMENTO: DM 270/2004 DIPARTIMENTO DI RIERIMENTO: Ingegneria Industriale

Dettagli

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO area: codice ufficio: 102 SERVIZIO DI STAFF CONTROLLI R.A.S.S.

Dettagli

Il Gruppo di lavoro ha articolato l operazione in fasi:

Il Gruppo di lavoro ha articolato l operazione in fasi: La Camera dei deputati è stata tra le prime istituzioni italiane a realizzare, nella seconda metà degli anni novanta, una versione del proprio sito che, riferita ai tempi, poteva definirsi accessibile.

Dettagli

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte PROTOCOLLO D INTESA TRA LA DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL PIEMONTE E LA REGIONE PIEMONTE PER IL COORDINAMENTO DELLE ATTIVITÀ DI CATALOGAZIONE DEI BENI CULTURALI DEL TERRITORIO

Dettagli

ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6

ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6 giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6 CONVENZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE DEL MODELLO DI INTERVENTO IN MATERIA DI VITA INDIPENDENTE L

Dettagli

PIANO PER L UTILIZZO DEL TELELAVORO 2013-2015

PIANO PER L UTILIZZO DEL TELELAVORO 2013-2015 Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Bergamo PIANO PER L UTILIZZO DEL TELELAVORO 2013-2015 (art. 9, comma 7, del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179 convertito con legge n. 221 del 17 dicembre

Dettagli

Formazione Immigrazione

Formazione Immigrazione Formazione Immigrazione Programma di Formazione Integrata per l innovazione dei processi organizzativi di accoglienza e integrazione dei cittadini stranieri e comunitari I edizione Workshop conclusivo

Dettagli

PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Alternanza scuola/lavoro l alternanza non è uno strumento formativo, ma si configura piuttosto come una metodologia formativa, una vera e propria modalità di apprendere PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 -

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 - PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016-1 1. Introduzione: organizzazione e funzioni del Comune. Con l approvazione del presente Programma Triennale della Trasparenza e dell

Dettagli

P R O T O C O L LO D I N T E S A

P R O T O C O L LO D I N T E S A Piano strategico della Provincia di Treviso P R O T O C O L LO D I N T E S A tra Provincia di treviso ISTITUTO PER IL CREDITO SPORTIVO C.o.n.i. comitato di treviso per la Concessione di mutui agevolati

Dettagli

Convegno Federconsumatori Toscana. Al centro i cittadini. Equità, tutela e partecipazione nei servizi pubblici locali

Convegno Federconsumatori Toscana. Al centro i cittadini. Equità, tutela e partecipazione nei servizi pubblici locali Al centro i cittadini. Equità, tutela e partecipazione nei servizi pubblici locali Firenze, 12 aprile 2011 Auditorium Monte dei Paschi di Siena Intervento di Luciano Baggiani, Presidente dell ANEA Pagina

Dettagli

Scheda A Descrizione del progetto di accompagnamento

Scheda A Descrizione del progetto di accompagnamento Scheda A Descrizione del progetto di accompagnamento Si ricorda che il Programma Housing della Compagnia di San Paolo finanzierà il progetto di accompagnamento per un massimo di 12 mesi 1. Denominazione

Dettagli

TIPOLOGIA DEGLI INVESTIMENTI

TIPOLOGIA DEGLI INVESTIMENTI I INDICE 1. PREMESSA 1 2. TIPOLOGIA DEGLI INVESTIMENTI 2 1 1. PREMESSA Il presente elaborato contiene l aggiornamento del conseguente alla revisione triennale del Piano d Ambito prevista dal D.M. 01/08/1996.

Dettagli

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT INDICE - Premessa Pag 1 1 Tipologia dei controlli 1 1a Controlli di gestione 1 1b Controlli di ammissibilità

Dettagli

COMUNE DI FRANCAVILLA BISIO PROVINCIA DI ALESSANDRIA

COMUNE DI FRANCAVILLA BISIO PROVINCIA DI ALESSANDRIA DELIBERAZIONE N. 5 COMUNE DI FRANCAVILLA BISIO PROVINCIA DI ALESSANDRIA VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE OGGETTO: EEA: CERTIFICAZIONE ENERGETICA EUROPEA PER I COMUNI. ADESIONE AL PROGETTO

Dettagli