I Distretti e le 4 s: Sud, Salute, Sostenibilità, e Sviluppo
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1 I Distretti e le 4 s: Sud, Salute, Sostenibilità, e Sviluppo Gestione della Fragilità e Sostenibilità: Assistenza Domiciliare di I, II e III Livello. Integrazione Socio-Sanitaria Presa in carico Dott. Mario Scognamiglio Direttore Dipartimento delle Fragilità ASL NA 1 Centro
2 FRAGILITA SOSTENIBILITA INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA
3 FRAGILITA FISK AA Problemi connessi - alla funzione fisica - alla funzione cognitiva WOODHOUSE WK Età > 65 anni, - dipendenza nelle ADL PANNILL FC 1991 Disabilità associata a più di 3 diagnosi mediche
4 FRAGILITA SCHULZ R 1993 Discrepanza tra capacità fisiche e cognitive del soggetto e necessità ambientali e di supporti sociali EVANS LK 1995 Età > 65 anni, con problemi medici complessi che vivono al domicilio e necessitano di più servizi
5 Chi sono i soggetti fragili? soggetti di età avanzata affetti da patologie multiple croniche stato di salute instabile frequentemente disabili problematiche di tipo socio-economico Linee guida per la valutazione multidimensionale dell anziano fragile Giornale di Gerontologia 2001
6 Italia: Evoluzione della Popolazione Anziana >80 (%pop.tot.) >65 (%pop.tot.) >60 (%pop.tot.) 5 0
7 Regione Campania Giovane con Aspettativa di Vita bassa Italia Campania Maschi 79,1 77,7 Femmine 84,3 83 DATI ISTAT 2010
8 L influenza di determinanti di salute non sanitari ma economici e socioambientali In Campania la percentuale di famiglie povere risulta tra le più alte in Italia: 25.3% Problema Anziani
9 Incidenza percentuale anziani sul totale della popolazione (Napoli) Napoli
10 Tasso di ricovero anziani (Napoli) NAPOLI
11 Determinanti socio-economiche La crisi economica in Russia negli anni 90 determinò: la caduta dell aspettativa di vita nella misura di: 1 anno ogni anno dall 89 al 93 l aspettativa di vita per i maschi diminuì di 5.2 anni Pierugo Carbonin - Università del Sacro Cuore Roma
12 Equità nel riparto del FSN Occorre tenere presente la deprivazione sociale oltre l indice di vecchiaia perché penalizza enormemente la campania: I.V. Quota FSN procapite Campania 98, Euro Liguria 232, Euro
13 Invecchiamento e Cronicità - aree in crescita esponenziale - richiedono una forte integrazione dei servizi sanitari e sociali - hanno una copertura finanziaria insufficiente
14 Chronic disease is gaining increasing global attention...
15 Invecchiamento Cronicità e Famiglia La famiglia ha difficoltà economiche e logistiche a gestire in casa l anziano che necessita di un elevato carico assistenziale Problema solitudine anziano che assiste anziano
16 La Famiglia cambia 100% 80% 60% 40% pers sole coppie coppie + figli fam.all 20% 0%
17 Verticalizzazione della famiglia Un secolo fa: una donna su 25 (4 %) aveva in vita la madre di anni da accudire Oggi: una su tre (33 %) la cura di un individuo molto anziano ricade, a sua volta, su di una persona anziana.
18 La presenza o meno di una Famiglia assume ed assumerà sempre più un ruolo determinante per i destini ed il percorso di fine vita della persona anziana
19 FRAGILITA SOSTENIBILITA INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA
20 Sostenibilità Lo sviluppo sostenibile è un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali devono essere resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali. Rapporto Brundtland Commissione Mondiale, 1987
21 capacità dell'umanità di rispondere alle esigenze del presente senza pregiudicare le esigenze delle future generazioni
22 La spesa pubblica della Fragilità (Long term care 2010) N Disabili e Non autosuf. tot. 4,1 milioni N Soggetti > 65 anni 2,6 milioni Spesa pubblica LCT 29,45 miliardi (1,9% del Pil)
23 Spesa Long Term care comprende: Assistenza Domiciliare Integrata Assistenza domiciliare Sociale Servizi residenziali (RSA, Comunità Tutelari) Servizi Semiresidenziali Assistenza ospedaliera di lungodegenza Indennità di accompagnamento Assegni di cura
24 Distribuzione della Spesa della LTC Componente sanitaria 46,4% Indennità di accompagnamento 43,3% Interventi Socioassistenziali 10,3%
25 Riflessione Beneficiari di pensioni di invalidità civile e indennità di accompagnamento valle d'aosta trentino lombardia veneto piemonte f. venezia em. Romagna toscana liguria marche umbria maschi femmine lazio basilicata molise abruzzo puglia campania sicilia calabria sardegna Fonte: INPS - anno 2010
26 Riflessione I beneficiari di pensioni ed assegni di accompagnamento sono più numerosi nelle regioni più giovani che non può essere spiegato solo per il diverso contesto sociale Proposte di modifiche: trasferire la gestione a livello regionale previo riparto con criteri standardizzati tra Regioni Diversa graduazione (es Francia, Germania ) in base a: gravità luogo di cura (domicilio o residenza) condizioni economiche
27 Contesto demografico ed epidemiologico (Proiezioni degli > 80 anni)
28 Chi assiste e chi assisterà i Fragili Progressione della Disabilità ,1 milioni ,8 milioni ,7 milioni
29 Fragili soggetti di età avanzata affetti da patologie multiple croniche stato di salute instabile frequentemente disabili problematiche di tipo socio-economico Linee guida per la valutazione multidimensionale dell anziano fragile Giornale di Gerontologia 2001
30 La cura della malattia da sola non è sufficiente
31 Nuovi Bisogni Ci troviamo di fronte a nuovi bisogni che afferiscono alla persona anziana e ad altre persone fragili. Questi nuovi bisogni non sono la risultanza di una semplice sommatoria di bisogni sociali e bisogni sanitari, ma si tratta di bisogni sociosanitari strettamente integrati.
32 FRAGILITA SOSTENIBILITA INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA
33 Integrazione Sociosanitaria Passare dalla cura e assistenza alla persona al prendersi cura della persona e dei suoi bisogni in tutta la sua globalità e complessità
34 Integrazione (D.Lgs 229/99, Legge 328/2000, DPCM 14 febbraio 2001ecc.) Integrazione istituzionale (protocolli d intesa) Integrazione gestionale (centri di erogazione dei servizi) Integrazione professionale (operatori delle diverse professioni) Integrazione comunitaria (coinvolgimento e responsabilizzazione dei familiari, volontariato ecc.)
35 Diagramma per l organizzazione dei servizi socio-sanitari per l anziano Ministry of Health Domiciliar patient G.P. Regional Hospital Board Discrict or Key Hospital Geriatric Department Special accomodation for aged All Medical/ Nursing Departments Medico Psychiatric Social Residential Home Sufficient Long-stay annexes For irremediable cases Società di Medicina Interna Inglese Br. Med. J, 1947
36 Rete dei Servizi Integrati ASSISTENZA DOMICILIARE GERIATRICA E ADI MEDICO DI MEDICINA GENERALE PAZIENTE DISTRETTO CONSULTORIO GERIATRICO UVA SERVIZI SOCIALI CENTRO DIURNO ALZHEIMER RSA OSPEDALE
37 Distretto sociosanitario La cabina di regia della rete dei servizi territoriali è nel Distretto, punto di incontro degli attori istituzionali, professionali e del terzo settore Ministero della Salute Rapporto sulla non autosufficienza 2011
38 Distretto e Spending Review Riduzione del Fondo Sanitario di 5 milardi ca di Euro ( )
39 Ridurre la spesa e le prestazioni Garantire i livelli essenziali assistenza Magia
40 MAGIA : Razionalizzare l offerta Adozione di linee prioritarie di sviluppo del sistema assistenziale che consentano una riorganizzazione dei processi di cura centrati sul cittadino ed i suoi bisogni : la prevenzione attiva la riorganizzazione delle cure primarie l adozione di un reale governo clinico che veda i vari attori direttamente coinvolti e responsabilizzati l attuazione dei livelli essenziali con particolare riguardo all assistenza sociosanitaria, alla rete della non autosufficienza e alle cure domiciliari.
41 Prevenzione Attiva Paradigma dell Iniziativa per la Cronicità Valutazione globale dei bisogni con attenzione anche ai determinanti di salute non sanitari Richiamo programmato dei pazienti a rischio Coinvolgimento attivo del famiglia, del volontariato ecc. paziente, della Presidio Integrato per le Cure Primarie
42 Razionalizzare l offerta Linee prioritarie di sviluppo del sistema assistenziale che consentano una riorganizzazione dei processi di cura centrati sul cittadino ed i suoi bisogni : la prevenzione attiva la riorganizzazione delle cure primarie l adozione di un reale governo clinico che veda i vari attori direttamente coinvolti e responsabilizzati l attuazione dei livelli essenziali con particolare riguardo all assistenza sociosanitaria, alla rete della non autosufficienza e alle cure domiciliari.
43 La Riorganizzazione delle Cure Primarie (Riforma Balduzzi) Obbligo di aggregazione per i medici convenzionati (MMG, PLS, Specialisti) Assistenza h 24 Costituzione delle: Unità Complesse di Cure Primarie
44 Razionalizzare l offerta Linee prioritarie di sviluppo del sistema assistenziale che consentano una riorganizzazione dei processi di cura centrati sul cittadino ed i suoi bisogni : la prevenzione attiva la riorganizzazione delle cure primarie l adozione di un reale governo clinico che veda i vari attori direttamente coinvolti e responsabilizzati l attuazione dei livelli essenziali con particolare riguardo all assistenza sociosanitaria, alla rete della non autosufficienza e alle cure domiciliari.
45 Governo Clinico Obiettivo: miglioramento continuo dell equità, dell appropriatezza e della qualità nel rispetto del vincolo delle risorse programmate
46 Governo Clinico
47 Razionalizzare l offerta Linee prioritarie di sviluppo del sistema assistenziale che consentano una riorganizzazione dei processi di cura centrati sul cittadino ed i suoi bisogni : la prevenzione attiva la riorganizzazione delle cure primarie l adozione di un reale governo clinico che veda i vari attori direttamente coinvolti e responsabilizzati l attuazione dei livelli essenziali con particolare riguardo alla rete della non autosufficienza, all assistenza sociosanitaria ed in particolare alle cure domiciliari
48 Cure Domiciliari
49 Cure Domiciliari Consentono Evitare ricoveri impropri Ridurre le giornate di degenza Garantire la continuità di cure Migliorare la qualità della vita dell anziano
50 Documento Cure Domiciliari (2006) Commissione Nazionale LEA Individua le principali prestazioni domiciliari per livello assistenziale e per figura professionale Caratterizza l intensità, la complessità e la durata media Definisce i criteri omogenei di eleggibilità Individua un set minimo di indicatori di verifica
51 Commissione Nazionale LEA Indicatori di verifica e criteri di eleggibilità Profili di cura Indicatori Valori Standard Criteri di eleggibilità CD Integrate di Primo Livello CD Integrate di secondo livello CD Integrate di terzo livello N assistiti >65 aa/ residenti > 65 aa N assistiti >75 aa/ residenti > 75 aa 3.5 % > 65 7 % > 75 Condizione di fragilità clinica in malati multiproblematici anche al fine di prevenire il ricovero Dimissioni protette per continuità assistenziale C Palliative malati terminali N deceduti x tumore in CD/N deceduti x tumore per anno N annuo di gg di cure palliative a domicilio >45% Quadri clinici instabili compatibili con la permanenza a domicilio Stati vegetativi Condizioni di terminalità SLA Aids
52 Cure Domiciliari I II III Elementi caratterizzanti Valutazione globale Multidimensionale Formulazione del Piano Assistenziale Individuale Presa in carico del paziente
53 DGRC n. 41 del 14/02/2011 CURE DOMICILIARI PRESTAZIONALI CURE DOMICILIARI INTEGRATE DI I LIVELLO CURE DOMICILIARI INTEGRATE DI II LIVELLO CURE DOMICILIARI INTEGRATE DI III LIVELLO CURE DOMICILIARI PALLIATIVE A MALATI TERMINALI
54 Cure Domiciliari ASL NA 1 Centro (DGRC n.41/2011) Cure Domiciliari Prestazionali Cure Domiciliari di 1 livello Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) Cure Domiciliari di 2 e 3 livello Assistenza Domiciliare Geriatrica (ADG) Ex Spedalizzazione Domiciliare (SP): Assistenza SLA, NAD, ADO, Assistenza malati terminali e Cure Palliative
55 Rete dei Servizi ASL NA 1 Centro OSPEDALE PAZIENTE MMG SERVIZIO SOCIALE PUAT UVI 11 DISTRETTI PUAT UVI RSA/CD Ass. Dom. I livello Prot. d intesa Comune ADI ASSISTENZA DOMICILIARE II e III LIVELLO PUAT Lista di attesa (UOC competente) RSA / CD NAD ADO/ADOTI ADG TDCP
56 Appropriatezza delle Cure Domiciliari in Campania Porta Unica di Accesso (PUA o PUAT) promuove procedure standardizzate semplifica i numerosi passaggi per paziente/familiare Scala Unica di valutazione multidimensionale per l accesso alla rete distrettuale SVaMA - DGRC n.1811/2007 SVaMA - DGRC n. 323/2012 SVaMDI - DGRC n. 324/2012
57 Anziani trattati in Assistenza Domiciliare in Campania e Valore Standard Anno 2011 Campania 2,5 % > 65 Valore Standard 3,5 % > 65
58 Sostenibilità e Cure Domiciliari Analisi costi / efficacia
59 Regione Lazio COSTI CURE DOMICILIARI Livello intensità basso medio alto Tariffa per giornata di presa in carico 12,87 34,74 80,42
60 ASL LECCO gruppo N % CMM IA media , , , , ,13
61 Tassi di ricovero in pz. in cure domiciliari Tassi di ricovero < 64 aa 121,0 119,8 119,6 113,4 108, ,1 302,5 299,4 256,7 261,7 aa > 75 aa 446,3 434,5 416,1 379,2 374,0 Fonte: Progetto Finanziare i costi per la Long Term Care UO n2 ASL Lecco
62 Mod. da Bernabei et al, 1998 Variazione percentuale dei soggetti ospedalizzati e/o istituzionalizzati 1 0,9 0,8 0,7 0,6 trattati controlli 0,5 0,4 0,
63 Riflessione Cure Domiciliari Efficaci se: adeguatamente integrate con gli altri livelli di cura RSA, Hospice ecc. Presidi Ospedalieri Servizi Sociali Comuni
64 Rete dei Servizi Integrati ASSISTENZA DOMICILIARE GERIATRICA E ADI MEDICO DI MEDICINA GENERALE PAZIENTE DISTRETTO CONSULTORIO GERIATRICO UVA SERVIZI SOCIALI CENTRO DIURNO ALZHEIMER RSA OSPEDALE
65 Integrazione Ospedale -Territorio OSPEDALE TERRITORIO
66 Obiettivo OSPEDALE TERRITORIO
67 DIMISSIONI PROTETTE Occorrono risorse dedicate al volume delle dimissioni giornaliere di pazienti fragili dai PP.OO. Problematica particolarmente grave nelle città metropolitane con molteplici P.P.O.O.
68 1 Azione : riallocazione delle risorse secondo normativa 51% per l Assistenza Distrettuale 44% per l Assistenza Ospedaliera 5% per l Assistenza Sanitaria Collettiva in ambiente di vita e di lavoro
69 Fragilità e Sostenibilità Conclusione Appropriatezza ed efficacia delle prestazioni Fondo adeguato per la Long Term Care
70 FONDO ADEGUATO PER NON AUTOSUFFICIENZA PAESI BASSI 1968 GERMANIA 1995 FRANCIA 2002 ITALIA?
71 Conclusione Evitiamo un ritorno al passato Grazie per l attenzione
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