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1 Distributori di GPL per autotrazione Sistema di alimentazione: TT, TN-S, Norme di riferimento: o Norma CEI 64-8 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua"; o Norma CEI (CEI EN ) "Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas - Parte 10: classificazione dei luoghi pericolosi ; o Guida CEI "Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all'applicazione della norma EN (CEI 31-30) - Classificazione dei luoghi pericolosi"; o Guida CEI 31-35/A "Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all'applicazione della norma EN (CEI 31-30) - Classificazione dei luoghi pericolosi - Esempi di applicazione" (esempio GD-8); o Norma CEI (CEI EN ) " Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)"; o Norma CEI (CEI EN ) " Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)"; o Norma CEI Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - Linee in cavo ; o Norma CEI 64-2/A Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione Appendice M (Non più in vigore. Valida solo come consultazione); Principali disposizioni legislative: o DPR 24/10/2003, n. 340 Regolamento recante disciplina per la sicurezza degli impianti di distribuzione stradale di G.P.L. per autotrazione ; o Circolare Ministero dell Interno 10 ottobre 2005 DPR 24 ottobre 2003, n.340 Chiarimenti in merito all applicazione dell art. 1, comma 2, agli impianti di distribuzione stradale di GPL per autotrazione esistenti; o DM 14/05/04 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per l'installazione e l'esercizio dei depositi di gas di petrolio liquefatto con capacità complessiva non superiore a 13 m 3 ;

2 o DM 8 marzo 1985 "Direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendi ai fini del rilascio del nullaosta provvisorio di cui alla legge 7 dicembre 1984, n. 818"; o DM 16 febbraio 1982 "Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi"; o DPR 547/55 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro ; o Dlgs 626/94 Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE, 99/38/CE, 2001/45/CE e 99/92/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro ; o DPR 23 marzo 1998, n. 126 Regolamento recante norme per l'attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva ; o Dlgs 12 giugno 2003, n. 233 Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive ; o DPR 689/59 "Determinazione delle aziende e lavorazioni soggette, ai fini della prevenzione degli incendi, al controllo del Comando dei Vigili del fuoco"; o Legge 46/90 "Norme per la sicurezza degli impianti"; o D.P.R. 447/91 "Regolamento di attuazione della legge 46/90"; o D.P.R. 392/94 "Regolamento recante la disciplina del procedimento di riconoscimento delle imprese ai fini dell'installazione, ampliamento e trasformazione degli impianti nel rispetto delle norme di sicurezza" o D.P.R. 558/99 "Regolamento recante norme per la semplificazione della disciplina in materia di registro delle imprese, nonché per la semplificazione dei procedimenti relativi alla denuncia di inizio di attività e per la domanda di iscrizione all'albo delle imprese artigiane o al registro delle imprese per particolari categorie di attività soggette alla verifica di determinati requisiti tecnici" Direttive applicabili: o Direttiva "ATEX" 94/9/CE (DPR 126/1998); o Direttiva 99/92/CE (Dlgs 233/03)

3 Installazione: o Nonostante in genere l intera area di distribuzione di GPL si estenda all esterno, vi sono vari locali quali la sala del gestore, un officina, un magazzino, un bagno, etc. che sono interni ad edifici e quindi soggetti alla legge 46/90. Per questo motivo per l installazione occorre un impresa abilitata alla realizzazione degli impianti di cui all'art. 1 comma 1a) della legge 46/90 e iscritta nell'albo provinciale delle imprese artigiane. Necessità di progetto: o Si se il distributore è alimentato in Media Tensione con sistema TN; o Si se il distributore viene classificato con pericolo di esplosione e/o a maggior rischio in caso di incendio (vedi classificazione dei locali); o No, nel raro caso in cui il distributore si estenda tutto all esterno e non abbia nessun collegamento ad un impianto interno (né attraverso l'alimentazione, né attraverso l'impianto di terra). In questo caso allora ad esso non si applica la legge 46/90 e conseguentemente non è necessario nemmeno il progetto Dichiarazione di conformità: o Si, a parte la situazione prima considerata di impianto posto completamente all esterno, nel qual caso non si applica la legge 46/90 e non è richiesta la dichiarazione di conformità. Classificazione dei locali: o Un distributore di GPL può essere classificato, ai fini dei requisiti degli impianti elettrici in tre modi differenti: come luogo con pericolo di esplosione, come ambiente a maggior rischio in caso di incendio o come locale ordinario. Un impianto di distribuzione di gas di petrolio liquefatto (GPL) può essere contemporaneamente un luogo con pericolo di esplosione (per la presenza del GPL che è un gas infiammabile) e a maggior rischio in caso di incendio (vedi attività n. 7 del DM 16/02/82). Ci sono poi parti da considerare ordinarie (come il locale del gestore, l eventuale bar, il magazzino, il bagno, etc.); o In un distributore di tale tipo viene trattato un gas infiammabile (il GPL ha dei limiti di esplodibilità in aria compresi tra un LEL del 2% ed un UEL del 9%). Il solo fatto che il gas sia infiammabile ed esistano delle sorgenti di emissione,

4 obbliga ad effettuare la classificazione in zone del locale. Se tale classificazione porta all individuazione di almeno una zona pericolosa (0, 1, 2) il distributore viene classificato come luogo con pericolo di esplosione; o Il distributore è a maggior rischio in caso di incendio se è classificabile tra gli Impianti di distribuzione di gas combustibili per autotrazione (attività 7 del DM 16/2/82);: o Nel caso in cui il distributore venisse classificato come luogo con pericolo di esplosione, ciò non comporterebbe automaticamente la realizzazione di un impianto Ex, in quanto se nessuna apparecchiatura elettrica venisse installata all interno delle zone 0, 1, 2, l impianto verrebbe realizzato con componenti ordinari seguendo la sola norma generale impianti CEI Quindi l impianto sarebbe ordinario, ma ci sarebbe comunque l obbligo di progetto a causa del fatto che la classificazione delle aree del locale ha portato all individuazione di zone pericolose. Note sul locale: Definizioni e interpretazioni o Gli impianti di distribuzione di GPL per autotrazione possono comprendere i seguenti elementi: uno o due serbatoi fissi; un punto di riempimento; pompe adibite all'erogazione di G.P.L.; le pompe possono essere azionate da motore elettrico o idraulico ed essere esterne o sommerse; pompa e/o compressore adibiti al riempimento dei serbatoi fissi; uno o più apparecchi di distribuzione a semplice o doppia erogazione; locali destinati a servizi accessori (ufficio, locali vendita, magazzini, servizi igienici, impianti di lavaggio, officina senza utilizzo di fiamme libere, posti di ristoro, abitazione del gestore, ecc.); o Area di sosta dell'autocisterna: area delimitata da apposita segnaletica orizzontale corrispondente alla proiezione in pianta dell'ingombro massimo dell'autocisterna durante l'operazione di riempimento dei serbatoi fissi; o Punto di scarico dell'autocisterna: punto di connessione tra l'autocisterna e le manichette flessibili utilizzate per il riempimento del serbatoio fisso, posto immediatamente a valle delle valvole di intercettazione manuali dell'autocisterna stessa; o Punto di riempimento: attacchi, posti sul serbatoio fisso o collegati a questo mediante apposite tubazioni, a cui vengono connesse le estremità delle manichette flessibili per l'operazione di carico dei serbatoi fissi;

5 o Raccordo rapido: dispositivo che consente l'accoppiamento delle autocisterne all'impianto fisso. Il dispositivo consta di due parti: l'una (denominata maschio) montata stabilmente a valle della valvola di intercettazione delle manichette di travaso; l'altra (denominata femmina) a valle delle valvole di intercettazione delle autocisterne addette al rifornimento di G.P.L.; o Barrel: recipiente metallico, interno o esterno al serbatoio fisso, destinato al contenimento delle pompe sommerse e dotato di una valvola di livello minimo, manovrabile dall'esterno; o Sistema di emergenza finalizzato alla sicurezza antincendio; Sistema costituito da pulsanti di sicurezza a comando manuale, collocati in prossimità dei punti operativi dell'impianto (zona riempimento, zona rifornimento veicoli e locale gestore), in grado di: isolare completamente ciascun serbatoio fisso dalle condutture di adduzione alle colonnine e di riempimento (fase liquida e gassosa), mediante valvole di intercettazione comandate a distanza; isolare le tubazioni di mandata all'apparecchio di distribuzione mediante valvole di intercettazione comandate a distanza, poste nelle immediate vicinanze della colonnina stessa al fine di limitare il più possibile il volume di prodotto contenuto nelle tubazioni ubicate a valle della valvola; bloccare le pompe di distribuzione e la pompa/compressore di riempimento; essere associato al sistema di emergenza sull'autocisterna, nel caso in cui quest'ultima ne sia provvista, attivando la chiusura delle condutture di scarico del G.P.L. e lo spegnimento del motore; interrompere integralmente il circuito elettrico dell'impianto di rifornimento, ad esclusione delle linee preferenziali che alimentano impianti di sicurezza; o Affinché avvenga un'esplosione occorre la contemporanea presenza di tre elementi: Combustibile : è costituito da gas, vapori o nebbie; Comburente : l'ossigeno presente nell'aria (nella concentrazione del 21%), o in altre sostanze normalmente allo stato gassoso; Innesco : che può essere provocato da due ordini di fattori, elettrico (arco, ad esempio provocato dall'apertura di contatti, scintilla, ad esempio provocata da una scarica elettrostatica, ma anche da un'altra miriade di possibilità anche meccaniche come attriti, saldature, etc.) e

6 termico (cioè temperature eccessive provocate o da fiamme o anche ad esempio da resistenze elettriche per riscaldamento); o Luogo : luogo in cui è o può essere presente un atmosfera esplosiva per la presenza di gas, in quantità tale da richiedere provvedimenti particolari per la realizzazione e l installazione delle apparecchiature. I luoghi pericolosi vengono classificati secondo la seguente tabella: Ripartizione delle aree a rischio di esplosione per la presenza di gas, vapori o nebbie - secondo direttiva 99/92/CE ZONA 0 ZONA 1 ZONA 2 Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o spesso un'atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia. Area in cui durante le normali attività è probabile la formazione di un'atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia. Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un'atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia e, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata. o Sorgenti di emissione di un gas: Punto o luogo dal quale può essere emesso un gas, un vapore o un liquido infiammabile nell atmosfera, con modalità tali da originare un atmosfera esplosiva. Le sorgenti di emissione vengono suddivise nei tre gradi seguenti, in funzione dell ordine decrescente di pericolosità: Sorgente di emissione di grado continuo: emissione continua o che può avvenire per lunghi periodi (es. superficie di liquido infiammabile esposta direttamente all'atmosfera); Sorgente di emissione di primo grado: emissione che può avvenire periodicamente od occasionalmente durante il funzionamento normale (es. apertura di un serbatoio per il caricamento di un liquido infiammabile); Sorgente di emissione di secondo grado: emissione che non è prevista durante il funzionamento normale e che se avviene è possibile solo poco frequentemente e per brevi periodi (es. valvole manuali che nel funzionamento normale non emettono sostanze infiammabili); o Portata di emissione: quantità di gas o vapore infiammabile emessa nell unità di tempo dalla sorgente di emissione;

7 o Limite inferiore di esplodibilità (LEL): concentrazione in aria di gas o vapore infiammabile al di sotto della quale l atmosfera non è esplosiva 2% per il GPL); o Limite superiore di esplodibilità (UEL): concentrazione in aria di gas o vapore infiammabile al di sopra della quale l atmosfera non è esplosiva (9% per il GPL); o Liquido infiammabile: liquido in grado di produrre vapore infiammabile in una qualsiasi condizione operativa prevedibile; o Gas o vapore infiammabile: gas o vapore che, se miscelato con l aria in determinate proporzioni, origina un atmosfera esplosiva per la presenza di gas; o Temperatura di infiammabilità: la più bassa temperatura di un liquido alla quale, in condizioni specifiche normalizzate, esso emette vapori in quantità sufficiente a formare con l aria una miscela infiammabile (< 0 C per il GPL); o Tensione di vapore: pressione esercitata quando un solido o un liquido è in equilibrio con i suoi stessi vapori. La tensione di vapore varia in funzione della temperatura e del tipo di sostanza ( Pa a 20 C per il GPL); o Temperatura di accensione: minima temperatura di una superficie riscaldata alla quale, in condizioni specificate, avviene l accensione di una sostanza infiammabile allo stato di gas in miscela con aria (365 C per il GPL); o Tabella della classificazione in zone in base al grado di emissione della sorgente e al grado di ventilazione dell'ambiente (CEI EN ): Grado della emissione Continuo Primo Grado della ventilazione Alto Medio Basso Disponibilità della ventilazione Buona Adeguata Scarsa Buona Adeguata Scarsa Buona, Adeguata o scarsa Zona 2 Zona 1 Zona 0 Zona 2 Zona 2 Zona 1 Zona 0 circondata da Zona 2 Zona 1 circondata da Zona 2 Zona 0 circondata da Zona 1 Zona 1 circondata da Zona 2 Zona 0 Zona 1 o Zona 0 Secondo Zona 2 Zona 2 Zona 2 Zona 2 Zona 1 o Zona 0

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