PROGETTO AUTISMO: VERSO LA MIGLIOR AUTONOMIA POSSIBILE

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1 PROGETTO AUTISMO: VERSO LA MIGLIOR AUTONOMIA POSSIBILE Oggetto Il presente progetto definisce le modalità operative di collaborazione tra Associazione Aut Aut, AUSL di Modena (Dipartimento Salute Mentale-NPIA, Dipartimento cure primarie-area fragilità) e Comune di Modena per la realizzazione di interventi educativi socio-sanitari a favore di adolescenti, a partire dal sedicesimo anno di età, affetti da disturbi dello spettro autistico. Sede delle attività Le attività verranno svolte principalmente presso il Centro di Cognento sito in Strada Contorno Cognento, 48 di proprietà del Comune di Modena, concesso in comodato d uso gratuito all Associazione Aut Aut col contratto di concessione di immobile stipulato in data 21/05/2012, registro scrittura privata n con scadenza 06/05/2021. Lo spazio risulta infatti particolarmente funzionale per lo svolgimento delle attività educativa, formativa e per l attuazione degli incontri con le famiglie. Potranno comunque essere valutati anche altri luoghi in relazione allo svolgimento di attività specifiche. Caratteristiche generali dell attività Tutto lo sviluppo e la crescita dell individuo possono essere visti come un graduale passaggio dalla dipendenza verso l autonomia. Questa si completa quando l individuo diventa adulto e cittadino a tutti gli effetti, soggetto e oggetto di diritti, capace di lavorare e di avere rapporti paritari con gli altri. Tra coloro che si occupano di disabilità si è fatta strada in questi anni la sempre più radicata convinzione dell importanza dell educazione all autonomia per lo sviluppo e per l inserimento sociale. Le attività definite mirano pertanto, a creare degli spazi nei quali potenziare le aree di socializzazione, tramite esperienze di condivisione, fondamentali perché autonomia non significa fare tutto da soli, ma saper integrare le proprie abilità con quelle offerte dal contesto. Per riuscire in questo intento occorre promuovere e tutelare la dignità dei soggetti. La dignità non è una dimensione astratta, passa dalla quotidianità, fatta di vestiti, di pulizia, di atteggiamenti nelle situazioni pubbliche (A. Canevaro, 1992). La finalità delle attività è quella di promuovere e potenziare le autonomie personali e sociali dei ragazzi coinvolti, al fine di aumentare il senso di autoefficacia e di autostima, contribuendo, così, allo sviluppo e alla costruzione dell identità del singolo come membro della società. Il progetto mira, inoltre, a sviluppare una cultura della diversità come potenziale risorsa e non solo problematicità da gestire, creando dei momenti di inserimento attivo nella vita pubblica. Destinatari dell attività I destinatari dell attività sopra descritta sono i ragazzi residenti a Modena affetti da disturbi dello spettro autistico a partire dai 16 anni e fino al raggiungimento degli obiettivi, definiti nel Progetto Individuale, raggiungibili attraverso il supporto delle attività svolte dall Associazione Aut Aut. Di norma tali attività potranno continuare fino ai 21 anni e su alcune situazioni specifiche valutate singolarmente fino ai 25 anni sempre in coerenza con gli obiettivi definiti nel Progetto individuale. Le persone disabili inserite nel percorso avranno un progetto individuale personalizzato che non dovrà superare le 4 ore settimanali per 44 settimane all anno, in caso di attività programmate e non svolte sarà possibile recuperarle in altre giornate compatibilmente con l organizzazione delle attività stesse. I ragazzi verranno segnalati, secondo i criteri e gli strumenti descritti nell articolo successivo del presente protocollo, dalla NPIA al Servizio sociale/area della Non Autosufficienza, che provvederà all individuazione di un Assistente Sociale di riferimento, e all Associazione Aut Aut.

2 Modalità di accesso e dimissioni dalle attività Nel progetto sono inseriti gli adolescenti con diagnosi di autismo in carico al settore di Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza (NPIA) residenti a Modena che hanno assolto l obbligo scolastico con età di riferimento dai 16 anni circa. La permanenza all interno del progetto, da valutare in considerazione al piano di attività condiviso, è fino a 21 anni di norma. Lo Spoke del Settore di NPIA di Modena per i disturbi dello spettro autistico sarà il primo referente del ragazzo disabile e della sua famiglia e attiverà il percorso d accesso preceduto da valutazioni psico-diagnostiche e una azione di accompagnamento dell utente e della famiglia alla condivisione degli obiettivi e del percorso che vedrà coinvolti altri soggetti quali l Assistente Sociale Area Adulti del Comune di Modena (se è già in carico ad un A.S. dell Area minori verrà valutata su ogni singola situazione l eventualità del passaggio all A.S. Area adulti) e l Associazione Aut Aut. Per l individuazione dell Assistente Sociale dell Area Adulti la NPIA farà riferimento ai referenti del Comune di Modena. Al fine di garantire l integrazione, il passaggio di informazioni e la definizione-condivisione degli obiettivi progettuali sarà organizzata una UVM con tutti i soggetti interessati in fase di attivazione. In riferimento all accesso, ed ai fini di costruire il piano di attività condiviso, vengono utilizzati strumenti di valutazione finalizzati alla costruzione degli obiettivi ed alla identificazione delle attività da svolgere con i singoli soggetti. Tali strumenti sono identificati in: TTAP (TEACCH Transition Assessment Profile) COMFOR EFI (valutazione funzionale per l intervento per adolescenti e adulti con autismo) VINELAND Adaptive Behaviour Scale Quindi le fasi dell accesso saranno: - valutazione da parte del referente clinico del caso della NPIA congiuntamente con la responsabile dello Spoke del Settore NPIA di Modena per i disturbi dello spettro autistico, dell opportunità di inserire il ragazzo nelle attività gestite da Aut Aut in quanto coerenti e corrispondenti agli obiettivi del Progetto Individuale del ragazzo - condivisione con la famiglia del percorso con specifica presentazione del ruolo che l assistente sociale avrà - presentazione del caso alle referenti di Aut Aut e all AS designata - definizione del PEI con obiettivi specifici, attività, tempi e modalità di verifica Il Modello Professionale e la Rete dei Servizi in cui si inseriscono le attività Le persone disabili giovani e adulte si configurano come un segmento di domanda eterogeneo sul piano delle condizioni e dei bisogni generali di tipo sociale, educativo, riabilitativo e assistenziale. Le persone disabili che utilizzano i servizi e le opportunità della rete e del territorio, devono essere sempre più cittadini ai quali si offre una risposta alla globalità dei bisogni socio-assistenziali, socio-educativi e riabilitativi. L assistenza alle persone disabili richiede ai diversi servizi dinamicità, flessibilità, adattabilità, elasticità, differenziabilità, coordinamento per poter seguire la persona disabile nella sua evoluzione e variabilità e nella sua specificità e individualità. La persona disabile che utilizza i servizi deve trovare le risposte ai propri bisogni, nell insieme dei servizi, garantendo la condizione di continuità che rappresenta uno dei fattori determinanti per lo sviluppo e il mantenimento del proprio benessere e per l efficacia dell azione riabilitativa. I servizi devono essere in grado di adattare, plasmare il proprio assetto e funzionamento sulle dinamiche della domanda delle persone disabili, adeguando il proprio progetto organizzativo e tecnico alla persona disabile e non la persona disabile al progetto organizzativo, evitando le

3 contrapposizioni e cercando condivisione e collaborazione con le famiglie e con il sistema di relazioni della persona disabile. Il differente grado di intensità dei bisogni deve essere gestito incrementando o riducendo la frequenza degli interventi socio-assistenziali, socio-riabilitativi e socio-educativi. Con l aumentare dell offerta di servizi, sempre più articolata e mirata, è parallelamente cambiata anche la domanda sociale, evidenziando in particolare bisogni e aspettative più articolate e differenziate rispetto alle standardizzazioni del passato, e andando quindi a caratterizzarsi per una sempre maggiore personalizzazione, soprattutto in relazione alle aspettative di autonomia e alla possibilità di mantenere abilità residue. L aspettativa attuale è quindi quella di ricevere risposte dai servizi che siano sempre più qualificate e orientate a rispondere specificamente al particolare bisogno evidenziato da ciascun utente. In ottemperanza con quanto previsto dall accordo di programma stipulato con l Azienda USL distretto n.3 di Modena e dal Piano per il Benessere e la Salute della città di Modena , le attività rivolte alle persone disabili giovani-adulte sono ancorate alla presa in carico da parte del Servizio Sociale Professionale Territoriale. L Assistente sociale, presente in ciascun Polo territoriale, è il primo referente per la persona disabile e la sua famiglia, ha la titolarità del progetto complessivo e gestisce il raccordo con i diversi servizi sociali, sanitari ed educativi. Il servizio sociale professionale attraverso l analisi dei bisogni di ogni individuo e del suo contesto sociale e ambientale e attraverso la continua interazione con i diversi servizi che interagiscono con e per il disabile pianifica e realizza il progetto complessivo dell utente in accordo con la famiglia e la persona disabile stessa. Sia nella fase di elaborazione del progetto che nelle continue e necessarie verifiche sono indispensabili valutazioni congiunte socio-sanitarie che coinvolgono diversi referenti e servizi/risorse coinvolti. La rete ed il modello professionale, con i metodi e prassi definiti vedono una continua interazione tra gruppo di progetto relativo alle singole attività svolte e gruppo di progetto interservizi al fine di garantire al disabile una ricchezza di contenuti e punti di vista indispensabili per offrire risposte adeguate alla complessità dei bisogni e garantire un reale processo di aiuto In coerenza con le specificità dell utenza e con le caratteristiche e i contenuti della domanda, il modello assistenziale deve assumere un taglio riabilitativo globale. Ciò significa che i servizi, nell ambito della programmazione generale degli interventi e della realizzazione delle singole progettualità, individuano e perseguono obiettivi di riabilitazione e di mantenimento delle capacità residue della persona disabile in tutte le fasi e in tutti gli ambiti di vita, compatibilizzando il più possibile l efficacia tecnica degli interventi, con il gradimento della persona (bene-essere). L approccio socio-riabilitativo prevede una forte sintonia e sinergia professionale e operativa, in particolare, fra l intervento più propriamente educativo-riabilitativo, l intervento assistenziale e quello legato alla socializzazione, che possono produrre, se effettivamente integrati, circoli virtuosi all interno dei quali il sostegno e il recupero psico-sociale si rinforzano reciprocamente. Integrazione professionale e operativa Il modello professionale deve essere in grado di esprimere: - una forte flessibilità e adattabilità alle diverse condizioni delle persone disabili e ai cambiamenti dei bisogni del singolo nel tempo; - una forte continuità di azione degli operatori, sul piano dei contenuti dell intervento e, in particolare, delle modalità-relazioni con il disabile ;

4 - un intensa e sistematica integrazione professionale e operativa fra tutte le figure professionali che interagiscono con il disabile, per recuperare sul piano del raccordo interdisciplinare l unitarietà della persona, spesso frantumata fra le singole discipline. I programmi socio-riabilitativi e socio-assistenziali, individuali e integrati rappresentano lo strumento operativo che consente di realizzare un intervento di raccordo e di sintonia tra le parti e quindi le attività si configurano non prestazionali e non parcellizzate. Obiettivi e articolazione delle attività Gli obiettivi specifici del progetto si declinano nel consolidare e/o potenziare le seguenti aree: Comportamenti problema Riconoscimento e gestione dei comportamenti inadeguati e implementazioni di strategie proattive e reattive volte alla promozione di comportamenti alternativi funzionali. Comunicazione Potenziamento dell uso funzionale del linguaggio, attraverso la creazione di occasioni di apprendimento in ambiente naturale attraverso l eventuale uso di CAA (comunicazione aumentativa alternativa). Autonomie personali Potenziamento e mantenimento delle abilità di autoaccudimento e della cura della propria persona Autonomie sociali -Acquisizione e potenziamento di regole sociali e comunitarie, riconoscimento del contesto adeguato in cui attuare specifici comportamenti, capacità di esprimere e riconoscere le proprie ed altrui emozioni, capacità di creare e mantenere relazioni sociali. -Comportamento stradale: insegnamento teso al riconoscimento dei segnali convenzionali (es. semaforo rosso/verde) e alla regolamentazione del proprio comportamento in relazione alla modificazione di variabili ambientali (es. passaggio di un automobile). -Uso del denaro: acquisizione del valore del denaro, riconoscimento, conteggio, corrispondenza prezzo-denaro, resto... -Uso dei servizi: corrispondenza prodotto-negozio, supermercati, negozi di uso comune, bar, cinema, bowling, uffici postali, mezzi pubblici. La metodologia applicata a tutte le aree sopra citate fa riferimento alla Analisi del Comportamento Applicata, approccio indicato come strategia suggerita per persone con ASD dalle linee guida per l autismo-sinpia L Analisi del Comportamento Applicata, attraverso l implementazione di principi scientifici, cerca di modificare il comportamento per migliorare la qualità di vita dell individuo dimostrando che l intervento è responsabile del cambiamento attraverso il monitoraggio continuo delle attività. Le attività verranno svolte declinate attraverso un progetto individualizzato che potrà prevedere momenti di lavoro in piccolo gruppo o individuale all interno delle quattro ore di intervento previste dal presente protocollo operativo. Durata del Progetto Il presente progetto avrà validità triennale a partire dal 01/10/2014 fino al 30/09/2017. Avvio dell attività L avvio delle attività con l'utenza è previsto nel mese di ottobre La prima fase, condivisa con tutti i soggetti coinvolti, prevede la valutazione, formulazione, condivisione e attuazione del progetto individuale globale e del progetto educativo individuale delle

5 persone disabili rientranti nei criteri del progetto già inserite nell Associazione Aut Aut oltre ad eventuali altre segnalate dalla NPIA rientranti nei criteri definiti. In questo primo periodo verrà inoltre inviato elenco nominativo dei vari operatori impiegati nel progetto. Terminata la fase di avvio con relativo monitoraggio/approfondimenti procedurali e/o tecnici del gruppo di lavoro coinvolto, l accesso avverrà secondo le modalità definite nell art. 5. Compiti, responsabilità e oneri dell Associazione L'associazione Aut Aut rappresenta circa 70 famiglie con bambini, giovani e giovani adulti portatori di autismo della Provincia di Modena. L'associazione ha l'obiettivo di promuovere la conoscenza dell'autismo, favorendo dibattiti culturali e scientifici sul tema. Da quando è nata, Aut Aut, in collaborazione col servizio di NPIA dell'asl di Modena e i Comuni della provincia, ha dato vita a molteplici progetti per il trattamento di bambini e giovani portatori di autismo. In modo particolare Aut Aut è promotrice di progetti, anche individualizzati, volti all'acquisizione di sempre maggiori autonomie e indipendenza, per l'ottenimento da parte dei propri ragazzi un buon inserimento sociale, scolastico e lavorativo. Anche col presente progetto Aut Aut mantiene fede ai propri obiettivi statutari impegnandosi a: - gestire ed attuare le attività previste nei PEI indicati nell art.14 del presente protocollo, avendo particolare riguardo al conseguimento dell'inserimento sociale (scuola, quartiere, lavoro..); - individuare operatori qualificati cui affidare le attività individuali e di gruppo necessarie per la realizzazione dei progetti individualizzati; - organizzare e coordinare l'attività degli operatori presso la sede, ovvero presso gli altri luoghi deputati (scuola, ambienti in cui vengono svolte attività sportive, ricreative o lavoro) allo svolgimento delle attività, eventualmente mediante figure professionali individuate ad hoc che svolgano la propria attività in accordo con l'assistente sociale di riferimento e il referente clinico della NPIA; - Garantire la rendicontazione periodica dei progetti nei confronti del Comune di Modena e della NPIA; - Garantire attività di formazione per gli operatori dell associazione coinvolti nel progetto; - Verificare la realizzazione dei PEI (art. 14) e garantirne l integrazione con il Progetto Individuale complessivo; - provvedere all acquisto di strumenti e materiali necessari alla realizzazione dei progetti educativi; - provvedere alla stipulazione dell assicurazione per tutti gli operatori e per tutti gli utenti partecipanti alle attività di cui al presente progetto. Compiti, responsabilità e oneri del Comune di Modena Il Comune di Modena si impegna a: - individuare per ogni utente inviato dalla NPIA alle attività gestite da Aut Aut, un Assistente Sociale che attuerà un percorso di presa in carico graduale per arrivare ai 18 anni ad una relazione di conoscenza e fiducia con la persona disabile e la sua famiglia tale da poter diventare il primo referente del Progetto Individualizzato - Garantire i corrispettivi economici secondo quanto previsto per lo svolgimento dell attività così come indicato nel seguente Art Garantire il coordinamento e l integrazione delle attività descritte nel presente protocollo con la rete dei servizi dedicati alle persone disabili adulte a Modena

6 - Governare, congiuntamente con la NPIA l accesso alle attività dei ragazzi disabili così come definiti nell art. 4 garantendo l opportunità a tutti i cittadini modenesi, per i quali tali attività sono necessarie/positive/rispondono ai loro bisogni, di poterne beneficiare. - Promuovere momenti informativi sulla rete dei servizi per le famiglie dei ragazzi disabili con l obiettivo di favorire il passaggio alla rete dei servizi di età adulta. Compiti, responsabilità e oneri dell AUSL NPIA di Modena La sede dove si erogano gli interventi clinico-diagnostici è identificata nello Spoke del Settore di NPIA per i disturbi dello spettro autistico di via Cardarelli 43, Modena. La NPIA rimane primo referente per il ragazzo disabile e la sua famiglia fino al 18 anno di età, dopo tale data la referenza principale sarà dell assistente sociale ma rimarrà comunque in capo alla NPIA l eventuale percorso scolastico ancora in essere e la referenza tecnica relativa al percorso di attività oggetto del presente protocollo fino al 21 anno di età del ragazzo autistico. Il piano delle attività viene formulato dagli operatori della NPIA che hanno in carico il soggetto con disturbo dello spettro autistico (Medico NPI referente clinico del singolo caso, Psicologo, Educatore) e dalla responsabile dello Spoke, dott.ssa Milena Gibertoni in coordinamento con l Assistente Sociale e l equipe di Aut Aut. Le attività previste riguardano: percorsi di acquisizione/miglioramento delle autonomie personali e delle abilità sociali; consolidamento ed utilizzo di mezzi di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA); percorsi atti a favorire l inclusione sociale, con particolare attenzione alla gestione dei comportamenti problema nei diversi contesti di vita; progetti di alternanza scuola/lavoro, gestiti con la scuola e il Servizio di Inserimento Lavorativo (SIL) del Comune di Modena; esperienze abitative extra-familiari; partecipazione ad attività sportive o del tempo libero supportate da operatori. Il piano delle attività è condiviso con gli operatori del Servizio Sociale (Assistente Sociale dell Area Disabili del Comune di Modena) e con le famiglie o esperti da loro delegati. Le verifiche del piano di attività sono annuali e sono finalizzate alla riformulazione degli obiettivi, fino alla conclusione di questa fase che a seconda delle singole situazioni potrà andare verso: la conclusione del ciclo di istruzione scolastica superiore e l eventuale avvio dell istruzione universitaria; l inserimento lavorativo; l avvio di progetti di abitare supportato; la presa in carico da parte di altri servizi, in particolare il CSM per i casi ad elevato funzionamento, l Area Fragilità per i soggetti con disturbo dello spettro autistico associato a disabilità intellettiva; la partecipazione ad attività di inclusione sociale (attività sportive e ricreative); l inserimento nella rete dei servizi socio-sanitari (centri diurni e socio- occupazionali). Il Progetto individuale e il PEI Il lavoro di équipe diventa il sistema operativo attraverso cui si realizza l integrazione e dove viene costruito il Progetto Individuale socio-riabilitativo e socio-assistenziale con il disabile e la sua famiglia a partire dal quale si dispiegano le azioni di tutti i ruoli e servizi coinvolti nella definizione degli obiettivi di quel progetto. All interno del Progetto Individualizzato si potranno individuare obiettivi specifici raggiungibili attraverso le attività gestite da Aut Aut a partire dalle quali verrà definito il PEI specifico. Il PEI verrà redatto e condiviso dalle tre parti coinvolte nel protocollo operativo con l apporto tecnico-specifico in itinere delle coordinatrici psicologhe dell associazione Aut Aut.

7 Nel dettaglio il progetto coinvolgerà i diversi contesti di vita dell utente che potranno essere: scuola, casa, centri diurni e servizi territoriali. Le ore frontali di terapia verranno svolte da figure educative individuate dall associazione Aut Aut e formate dalle coordinatrici psicologhe della suddetta associazione. Queste ultime si faranno anche carico di incontri d equipe con tutti i soggetti coinvolti per la condivisione degli sviluppi del progetto con cadenza bimestrale in raccordo con il referente della NPIA e l Assistente Sociale. Al termine di questi incontri verrà redatta una relazione scritta contenente il monitoraggio dell attività oggetto del progetto ed eventuali strategie da implementare approvata e condivisa da tutti i presenti all equipe. Il rapporto con le famiglie La relazione tra la rete dei servizi e l utente, inteso come la persona disabile insieme al suo contesto famigliare, riveste una importanza fondamentale per la definizione e condivisione del progetto personalizzato e della sua buona riuscita. Nella qualità, chiarezza, collaborazione di questa relazione si rispecchia la qualità del percorso offerto alla persona disabile nelle varie attività. Nella relazione che si sviluppa tra i diversi operatori dei servizi e i famigliari si giocano molti elementi anche a livello emotivo. Il rapporto dei servizi con il disabile infatti induce complessi processi emotivi nei famigliari, aspettative, deleghe, richieste di alleanze. All interno dell insieme di emozioni, bisogni ed aspettative che si viene a costituire da subito (e che si eredita dalle relazioni precedenti famigliaservizi), il primo obiettivo deve essere la costruzione di sentimenti di comprensione ed ascolto reciproco fra gli operatori e le famiglie, come primo indispensabile requisito per realizzare rapporti di fiducia tra i famigliari ed il servizio e conseguente possibilità di collaborazione nell interesse del benessere del disabile. Le relazioni e la comunicazione con i famigliari vanno curate con continuità nella quotidianità; il famigliare va tenuto costantemente informato sulle condizioni e sulle attività del disabile, sull andamento del progetto e devono essere ascoltate e raccolte le opinioni ed i punti di vista dei famigliari. La famiglia è referente fondamentale del progetto individuale attivato in favore del disabile e come tale deve essere coinvolta nel fornire informazioni utili nella predisposizione dello stesso e nei momenti di verifica. Importante sarà garantire un modello di integrazione basato sulla progettazione individualizzata e condivisa tra i diversi soggetti coinvolti: la famiglia, l assistente sociale, gli educatori dell associazione Aut Aut, il referente della NPI. In particolare la presa in carico dell'assistente Sociale: - afferma la centralità delle persona e dei suoi diritti; - garantisce interventi integrati formulati a seguito della progettazione condivisa con la persona, i suoi famigliari e la rete dei servizi; - favorisce l attivazione e la valorizzazione delle risorse personali e di contesto promuovendo l autonomia e l autodeterminazione. Aspetto fondamentale della relazione con le famiglie concerne la stesura del Piano/Educativo/Individuale(PEI) che almeno con cadenza annuale deve essere sottoscritto dai vari interlocutori. Il Piano descrive le aree di intervento, gli obiettivi, gli strumenti, le modalità, le attività (quotidiane, settimanali, mensili, stagionali, ecc...) e le verifiche delle stesse. Il modello organizzativo e il gruppo di lavoro Verrà insediato un Tavolo Tecnico di monitoraggio dei percorsi formato da rappresentanti dell Associazione Aut Aut (presidente e psicologhe), del Comune di Modena (responsabile area non

8 autosufficienza e tecnico d area) e dell AUSL (referente area disabilità DCP e responsabile dello Spoke autismo della NPIA). In occasione di momenti di verifica annuale potranno essere presenti anche i dirigenti del Comune di Modena e dell AUSL. Si costituirà poi su ogni caso un Team Specifico composto da referente NPIA, AS del caso, psicologhe dell associazione Aut Aut, che elaboreranno e verificheranno il singolo PEI. Si sottolinea l importanza dell integrazione delle varie figure referenti del singolo caso. In relazione al Team Specifico per ogni situazione, i ruoli principali sono: - referente clinico del singolo caso con compiti di valutazione diagnostica, definizione del Progetto Individualizzato, verifica periodica condivisa con la famiglia; è il primo referente per il ragazzo e la famiglia fino al 18 anno di età ma rimane anche successivamente, fino al completamento del PEI relativo al Progetto Aut Aut, in affiancamento all assistente sociale; - il referente clinico potrà essere affiancato da un case manager che potrà essere di volta in volta, a seconda delle situazioni, una figura di educatore, logopedista, fisioterapista, con il compito di tenere monitorato il progetto individuale in itinere in raccordo con tutti gli interlocutori in un ottica di integrazione e continuità tra le attività svolte da Aut Aut e le altre che coinvolgono il ragazzo - l assistente sociale referente con compiti di iniziale consulenza e coprogettazione insieme al referente della NPIA per poi acquisire un ruolo di referenza principale attorno al 18 anno di età - le psicologhe dell associazione con compiti di definizione del PEI relativo al progetto Aut Aut, monitoraggio dello stesso e raccordo tecnico-metodologico con le altre figure e gli altri ambiti di vita del ragazzo in un ottica di integrazione - l educatore di Aut Aut dedicato allo svolgimento dell attività diretta col ragazzo autistico Documentazione e adempimenti Ogni mese l Associazione Aut Aut documenta l attività svolta attraverso uno schema in cui compaiono i ragazzi che hanno partecipato alle attività, il numero di ore svolte effettivamente e le giornate in cui sono state svolte. Per ogni disabile inserito nelle attività deve essere predisposto uno specifico PEI in cui devono essere definiti il numero di ore settimanali di attività previste dal singolo programma, gli obiettivi, i tempi e gli strumenti di verifica. Ad inizio attività deve essere fornito un elenco degli educatori impiegati nell attività, di ogni variazione in corso d anno deve essere tempestivamente data comunicazione all Ufficio della Non Autosufficienza. L Associazione Aut Aut è tenuta a fornire ogni altro dato richiesto dal Comune di Modena e dall AUSL di Modena inerente l attività svolta. Oneri economici Il Comune di Modena e l Azienda USL di Modena nell arco del triennio di durata della convenzione corrispondono, quale contributo all associazione Aut Aut Modena Onlus per lo svolgimento dell attività, l importo massimo di ,00. Il contributo trimestrale ammissibile al rimborso sarà calcolato in base alle ore di attività socioeducativa effettivamente svolte in presenza dell adolescente, di regola 4 ore settimanali per 44 settimane annue, per un massimo di 16 ragazzi. L importo massimo orario rimborsabile è di 19,50, IVA inclusa se dovuta. Il Comune di Modena e l Azienda USL (Dipartimento Salute Mentale Dipendenze Patologiche) si impegnano a liquidare all associazione le quote dovute, entro 30 giorni dall accettazione della rendicontazione secondo le modalità previste all'art. 7 della Convenzione.

9 Valutazione dell attività Ogni anno l Associazione produce una relazione in cui descrive quantitativamente e qualitativamente l attività svolta. In un ottica di collaborazione e di miglioramento continuo della qualità delle attività offerte alle persone disabili residenti a Modena, Comune e AUSL si riservano di mettere in atto quanto di loro competenza, in accordo con l Associazione, per garantire un monitoraggio costante delle attività.

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