MARINA CHERUBINI CONTRADA BONOMI S.ROCCO DI ROVERE VERONESE TEL.348/ PATRIZIA ZINETTI VIA VILLA ZAMBONI, NEGRAR ( VR )

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1 MARINA CHERUBINI CONTRADA BONOMI S.ROCCO DI ROVERE VERONESE TEL.348/ PATRIZIA ZINETTI VIA VILLA ZAMBONI, NEGRAR ( VR ) tel. 349/ STEFANO MARZANO supervisione di Pierpaolo Cristani dir.lavori: arch. Piero Zamboni IL RESTAURO DELLA ANCONA IN LEGNO DIPINTA PRESSO LA CHIESA DI S.LEONARDO, EREMO DI S.MORO. S.MAURO DI SALINE 1

2 Già dai primi anni 90 cioè all inizio dei lavori di restauro di cui parleremo, la chiesa di S.Moro si presentava in uno stato di notevole degrado dovuto principalmente ad un lungo periodo di abbandono. L incuria e la quasi totale mancanza di manutenzione, infiltrazioni di acque meteoriche e umidità di risalita, hanno contribuito a questa rovina, salvo qualche sporadico intervento dettato dall urgenza. Come vedremo in seguito, però, alcuni di questi interventi eseguiti nei primi anni del secolo, hanno causato purtroppo un ulteriore danneggiamento, poiché eseguiti con materiali poco idonei ad una buona conservazione sia degli affreschi che degli intonaci antichi. Grazie al coinvolgimento di enti ed istituzioni, ottenuti i fondi necessari alla realizzazione di questo progetto di restauro, si è potuto dare il via, proprio partendo dal tetto, a questo lungo intervento di restauro, iniziato ormai da molti anni. Proseguito con i lavori necessari ad un generale risanamento climatico della chiesa, si stanno ora ultimando anche gli interventi di restauro di affreschi, intonaci antichi, strutture in pietra, oltrechè degli altari e della pregevole ancona in legno dipinta. La posizione particolarmente felice dell eremo, sempre esposto al sole e all aria, la qualità dei materiali di cui è costituito, e l attuale risanamento e consolidamento, riporteranno la chiesa ad un nuovo stato di salute, restituendoci così un bene veramente importante per la cultura della Lessinia. Descriveremo di seguito l intervento eseguito sull ancona in legno dipinta. CONDIZIONE CONSERVATIVA Da molti anni l ancona si trovava posizionata sull altare settecentesco del presbiterio della navata sinistra, del quale merita menzione il bel medaglione posto nel pagliotto, con un bassorilievo raffigurante la Vergine col Bambino, in marmo bianco assai simile ad uno scolpito in un altare della chiesa dei S.S.Nazaro e Celso a Verona. Si tratta di un opera lignea, in parte intagliata, dipinta e dorata, divisa da doppie colonne scanalate e, tra queste, una serie di quattordici formelle raffiguranti i Misteri del Rosario, alcune delle quali costituiscono anche la parte alta ad arco a tutto sesto. Al centro dell ancona, una nicchia chiusa da una portella a vetri doveva probabilmente ospitare una scultura. Pessimo lo stato di conservazione, discutibile il posizionamento, non originario, all interno della chiesa. Proprio a questo è dovuta la causa del suo maggior degrado, legato ai problemi dello spazio destinatole, insufficiente a contenerla. Durante i lavori di restauro sono emersi i gravi danni causati da questa infelice scelta della sua collocazione. Infatti, per farla stare a forza sull altare, le è stata asportata con un taglio orizzontale una parte dell intaglio sulla sommita della centina, che altrimenti toccava con la sua altezza le vele del presbiterio. Inoltre, essendo la sua profondità superiore a quella dell altare, si era provveduto a sfondare la parete, nonostante fosse affrescata, per ricavare lo spazio necessario a contenere la nicchia. Evidente anche il forte degrado strutturale: fessurazioni diffuse e mancanze di porzioni lignee ne compromettevano anche la stabilità. La pellicola pittorica, una tempera molto magra stesa su una sottilissima preparazione in gesso, probabilmente priva di collante, era in parte già caduta, come pure la sua preparazione. Anche la doratura presentava lo stesso problema, seppure in misura minore. Tutto ciò denunciava un forte assorbimento di umidità del legno, dovuto principalmente allo stato di abbandono del luogo in cui si 2

3 trovava. L azione del tarlo è tuttora testimoniata da fori più o meno diffusi. Anche la decorazione all interno della nicchia, un cielo blu stellato, risultava gravemente compromessa. Una fessurazione percorreva i quattro riquadri dipinti sulla centina. La formella centrale, la più grande, sotto la nicchia, era quasi del tutto illeggibile e sconnessa; mancava della cornice che la separava dalla portella sovrastante. Molte altre cornici erano in parte, o del tutto, staccate dalla loro sede. Mancano due teste di angeli e un medaglione dorato. Il tutto si presentava sotto uno strato di polvere e sporcizia superficiale e ad alcune colature di cera di candela. La scelta obbligata di spostare il mobile per restaurarlo, ha favorito la messa in luce degli affreschi altrimenti nascosti dall ancona, anche se irrimediabilmente danneggiati. La sua attuale collocazione, sull altare maggiore, che nel frattempo era rimasto privo del bellissimo polittico in legno dipinto composto da 25 statue e trafugato negli anni sessanta, le dà pregio e maggior respiro. INTERVENTO DI RESTAURO Asportazione della polvere e delle ragnatele con pennellini morbidi e asciutti. Riadesione della pellicola pittorica al supporto ligneo, eseguita con ripetuta stesura di gelvatol in soluzione di acqua e alcool (affinchè fosse sufficientemente volatile e non apportasse ulteriore umidità né al legno, né al gesso e alla tempera) attraverso carta giapponese con asportazione degli eccessi mediante spugna naturale. Il prodotto è stato testato e la decisione presa in base al risultato: sufficientemente tenace e rispettoso dell aspetto estetico della pellicola e dell insieme pittorico, non ha alterato né i colori né la brillantezza. Messo in sicurezza la pittura e le dorature, lasciate velinate le parti che presentavano ancora qualche pericolo di caduta, il mobile è stato smontato nelle sue parti principali e collocato, sempre all interno della chiesa, in posizione adatta al restauro della struttura lignea. RETABLO RISANAMENTO LIGNEO Incastrato tra la mensa dell altare e le vele della volta, inclinato verso l interno della Pieve, era il Retablo. Al fine di poter affrontare le operazioni di risanamento ligneo della struttura, è stato effettuato lo smontaggio completo del mobile nelle sue varie parti. Nell ordine: La cimasa centinata, fermata con alcuni chiodi al prolungamento dei quattro listelli infissi a tergo di ciascuna semicolonna Il corpo della nicchia centrale, anch essa fermata con chiodi a due listelli supplementari, uno dei quali fratturato, fermati in prossimità dei listelli relativi alle semicolonne centrali. La lunetta con vetro 3

4 La portella con relativo telaio La formella centrale A questo punto si sono potuti smontare i due gruppi di semicolonne posti rispettivamente a sn ed a dx della nicchia centrale: ciascun gruppo definisce quattro formelle ed è collegato ad un fianco formando con esso un corpo unico privo di schienale. Questo è fornito di due perni di fissaggio inseriti in sedi corrispondenti praticate sulla tavola sottostante. il basamento, costituito da una tavola sorretta da travetti poggianti alla base e guarnita su tre lati dalle fasce intagliate. Il basamento, rimosso dalla mensa dell altare, presentava un degrado pressoché totale: l azione combinata di tarli e umidità aveva compromesso il legno sino alla scomparsa della porzione di tavola relativa alla nicchia centrale. Staccate le fasce decorate, esso è stato interamente ricostruito con legno trattato ad impregnazione contro gli attacchi xilofagi e su di esso sono state praticate, in modo analogo all originale, le sedi per l incastro dei corpi soprastanti. Un medesimo stato di degrado interessava anche gli elementi strutturali situati alle rispettive basi dei due gruppi di semicolonne: tali elementi svolgevano anche la funzione di perfezionamento del raccordo con il basamento e sono stati pertanto ricostruiti nel pieno rispetto delle dimensioni originali. Il corpo della nicchia centrale risultava privato della porzione inferiore dello schienale, al di sotto del ripiano di sostegno della scultura, nonché delle porzioni posteriori dei fianchi per circa 30 cm, sempre al di sotto del medesimo ripiano, anch esso privo dell ultima asse. Le indagini preliminari effettuate e in particolare l osservazione del rapporto del mobile con la superficie muraria hanno consentito di concludere che tale asportazione di superfici originali, non praticata altrove, sia stata determinata dalla incompatibilità dimensionale del corpo centrale originale, ineliminabile per lo meno nella sua porzione superiore, sede del nucleo di un manufatto dalla precisa origine devozionale, con l inadeguato contesto della collocazione prescelta: essa, pertanto, non è quella originale. Inoltre la profondità originale del corpo della nicchia è maggiore di quella misurabile sui fianchi del retablo quindi il basamento doveva avere una idonea superficie oppure era integrato al centro da una ulteriore porzione di basamento: in tal senso le tracce rimaste non consentivano una precisa lettura ma nella ricostruzione si è optato per la l ipotesi e sono state conseguentemente ricostruite le parti mancanti del corpo della nicchia. Effettuata una pulitura di tutte le superfici interne mediante aspirazione si è proceduto, ove possibile, alla chiusura delle varie fessurazioni: - quelle presenti sui fianchi esterni e sulle superfici della nicchia centrale mediante il ricongiungimento delle connessioni ed incollaggio delle medesime - quelle presenti sulla cimasa, previa regolazione della complanarità delle superfici dipinte, attraverso l inserimento di listelli della medesima essenza lignea, di opportune dimensioni, fermati ad un livello inferiore rispetto alla superficie pittorica, infine incollati. Il legno risultava particolarmente indebolito da assorbimento di umidità di tipo piovano in corrispondenza della piccola centina interna della cimasa e sulle fasce decorate del basamento, interessate anche da una vistosa lacuna: si sono pertanto effettuate delle impregnazioni con resina acrilica opportunamente diluita e sono state quindi effettuate le integrazioni lignee senza asportazione di materia originale utilizzando collante vinilico per la loro adesione. Sono state ricostruite le porzioni intagliate mancanti sulla cimasa e sulla fascia frontale, l elemento divisorio mancante tra antina e formella centrale, le porzioni di cornice della formella centrale. La serratura della portella è stata revisionata ed è stata realizzata una chiave. Tutti gli stati di sconnessione sono stati consolidati con incollaggi ove era possibile la riadesione delle superfici, attraverso l inserimento di viti negli altri casi. Le superfici interne hanno ricevuto un trattamento antitarlo ad impregnazione a base di permetrina. Il mobile è stato rimontato sull altare centrale previa messa in bolla del basamento ligneo, distanziandolo dalla pietra della mensa. La cimasa è stata fissata con viti e ancorata alla 4

5 struttura con cavetti di sicurezza in acciaio. Sono stati realizzati degli schienali in multistrato con fascia sottostante. Tutta la ferramenta utilizzata è in acciaio inox; tutti gli inserti lignei sono stati realizzati utilizzando la medesima essenza lignea. Rimontato il mobile e posto nella sua attuale posizione sopra all altare maggiore. Non trovando la necessità di eseguire un ulteriore pulitura, data la povertà della pittura, si è proceduto all esecuzione della rimozione meccanica dei residui di sporcizia varia, mentre le colature di cera sono state sciolte a caldo e asportate. Infine, ritocco pittorico ad acquerello, sufficiente ad un riordino estetico, senza ricostruzione delle zone lacunose. La decisione è stata presa in accordo con la vostra Direzione, dopo una attenta valutazione del tipo di cadute, che in alcuni casi erano della sola pellicola pittorica e lasciavano a vista lo strato di gesso preparatorio, in alcuni casi anche dello strato preparatorio. Secondo lo stesso accordo, è stato steso un leggerissimo strato di cera sulle parti lignee che risultavano particolarmente aride. Sarebbe consigliabile, per le caratteristiche di tale opera e per la sua collocazione all interno dell eremo che per gran parte dell anno rimane chiuso e soggetto a temperature e umidità variabili, una periodica manutenzione. I restauratori Verona,