KE IT-D. Un iniziativa dell Unione Europea. Nuovi poteri. per combattere la discriminazione. Si alle diversità. No alle discriminazioni
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- Clementina Teodora Riva
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1 KE IT-D Un iniziativa dell Unione Europea Nuovi poteri per combattere la discriminazione Si alle diversità No alle discriminazioni
2 2 3 Anna Diamantopoulou Commissario Europeo Responsabile per l Occupazione e gli Affari Sociali Prefazione del Commissario Anna Diamantopoulou Sono felice di poter dire che nuovi diritti di trattamento equo sul luogo di lavoro e non solo stanno affermandosi in tutta l Unione Europea. Le norme europee approvate nel 2000 proibiscono le discriminazioni sulla base della religione e delle convinzioni personali, delle disabilità, dell età e delle tendenze sessuali nel settore dell occupazione e della formazione. Esse inoltre vietano la discriminazione basata sulla razza o l origine etnica, non solo nel settore dell occupazione, ma anche dell istruzione, della sicurezza sociale, della salute e dell accesso a beni e servizi, compreso l alloggio. Le nuove norme dovranno essere recepite entro la fine del 2003 dall ordinamento nazionale degli Stati Membri, sebbene questi ultimi possano richiedere un periodo supplementare fino a un massimo di tre anni per far sì che le rispettive legislazioni affrontino la questione della discriminazione sulla base delle disabilità e dell età. Queste norme stabiliscono diritti che tutti possono far valere in giudizio in qualsiasi paese dell UE, e prevedono una tutela contro la discriminazione, diretta e indiretta e contro le molestie. Esse impongono agli Stati Membri di garantire che coloro che si ritengano discriminati abbiano accesso all autorità giudiziaria o alle debite procedure amministrative. Le norme prevedono anche l applicazione di sanzioni dissuasive ed efficaci. Le vittime di discriminazioni possono essere sostenute da una ONG o da un sindacato. Gli Stati Membri devono anche designare un ente per la parità che assista le vittime della discriminazione razziale. Per sostenere questi cambiamenti normativi, l Unione Europea ha poi varato un programma d azione per combattere la discriminazione e le sue cause, al fine di aumentare la conoscenza del problema e delle misure adottate in tutta l Unione per affrontarlo. Il programma, che durerà fino al 2006, finanzia studi volti a migliorare la nostra conoscenza della discriminazione e a valutare l efficacia delle misure intese a promuovere la parità di trattamento. Esso finanzia reti di persone e organizzazioni di tutta l UE per dello scambio di informazioni, in particolare per quanto riguarda i casi di successo. Nel quadro del programma d azione, ho avviato una campagna europea volta a informare le persone sui loro nuovi diritti e doveri e a sensibilizzarle sulle questioni riguardanti, più in generale, la diversità e la discriminazione. Lo scopo fondamentale delle nuove norme e del nuovo programma d azione è combattere e prevenire la discriminazione. Sono convinta che, affrontando gli ostacoli incontrati dagli individui sul luogo di lavoro e in altri settori della loro vita quotidiana, possiamo utilizzare appieno il più grande patrimonio dell Europa: la sua popolazione. Il nostro scopo è sfruttare il potenziale di ciascuno a proprio vantaggio, per il bene della società e dell economia, e per far sì che l Unione Europea sia per tutti un posto migliore in cui vivere e lavorare. Anna Diamantopoulou Commissario Europeo Responsabile per l Occupazione e gli Affari Sociali
3 4 5 Nuovi diritti e doveri in base alla legislazione europea contro la discriminazione >> L Unione si fonda sui principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell uomo e delle libertà fondamentali principi che sono comuni agli Stati Membri << Articolo 6, paragrafo 1 del trattato sull Unione Europea. > La Comunità Europea è da tempo impegnata nella lotta contro la discriminazione. Fin dal momento della sua creazione uno dei compiti più urgenti è stato quello di riconciliare un continente diviso dai conflitti nazionalistici ed etnici. Per molti anni l attenzione si è incentrata sul prevenire la discriminazione in materia di nazionalità e di sesso. Il 1997 ha segnato una svolta importante, con la decisione degli Stati Membri di apportare al Trattato alcuni cambiamenti sostanziali. Con l entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, alla Comunità sono stati conferiti nuovi poteri di lotta alle discriminazioni in materia di razza o di origine etnica, di religione o di convinzioni personali, di disabilità, di età e di tendenze sessuali, e sono stati ampliati i poteri in materia di lotta alla discriminazione sessuale. Quali tipi di discriminazione sono trattati dalla nuova legislazione? > La nuova legislazione proibisce la discriminazione in materia di occupazione e formazione sulla base dell origine razziale o etnica, delle tendenze sessuali, della religione e della convinzioni personali, dell età e delle disabilità. Le norme sulla discriminazione razziale coprono anche altri settori, come l istruzione, la previdenza sociale, la salute, l accesso a beni e servizi e all alloggio. Domande frequenti Chi è protetto contro la discriminazione? > Tutti coloro che vivono sul territorio dell Unione sono protetti contro la discriminazione nelle aree sopra indicate. Cosa significa discriminazione? > Le nuove norme trattano sia la discriminazione diretta che quella indiretta. > Vi è discriminazione diretta quando a parità di situazione una persona è trattata meno favorevolmente di un altra a causa della propria origine razziale o etnica, della religione o della convinzioni personali, di una disabilità, dell età o del proprio tendenze sessuale.
4 > Un esempio di discriminazione diretta è un annuncio di lavoro che riporti specificamente la dicitura contenente la specificazione astenersi inabili handicappati. > Un esempio di discriminazione diretta è un annuncio di lavoro che riporti specificamente la dicitura astenersi inabili. In realtà, però, la discriminazione assume spesso forme più sottili. Ecco perché le norme riguardano anche la discriminazione indiretta. Quest ultima si verifica quando una disposizione, un criterio o una pratica apparentemente neutrali in realtà discriminano le persone sulla base della loro origine razziale o etnica, della religione o della convinzioni personali, per una disabilità, per l età o per il proprio tendenze sessuale, tranne nel caso in cui tale pratica possa essere giustificata obiettivamente da uno scopo legittimo. > Un esempio di discriminazione indiretta è chiedere a tutte le persone che fanno domanda per un certo lavoro di superare una prova in una specifica lingua, sebbene la lingua in questione non sia necessaria ai fini dello svolgimento del lavoro. Tale prova escluderebbe le persone di diversa madre lingua. Che dire di molestie e ritorsioni? > Le nuove norme proibiscono le molestie perpetrate allo scopo di violare la dignità di una persona a causa della sua origine razziale o etnica, della religione o convinzioni personali, di una disabilità, per l età o per il proprio tendenze sessuale, e di creare un ambiente di intimidazione, ostilità, degradazione, umiliazione e offesa. > È proibita anche la ritorsione, vale a dire quando qualcuno è trattato male o diversamente solo per aver sporto denuncia contro le discriminazioni subite o per aver appoggiato un collega che abbia sporto denuncia. Cosa implicano le norme per i datori di lavoro? > Le nuove norme si applicano a tutti i datori di lavoro del settore privato e pubblico. La direttiva riguarda anche le condizioni di accesso al lavoro autonomo (ad es. le condizioni che si applicano alla pratica di determinate attività commerciali o professioni). Tutti i datori di lavoro dovranno esaminare le proprie procedure di assunzione per assicurarsi di non discriminare nessuno, direttamente o indirettamente; per esempio, per quanto riguarda le procedure e i criteri di selezione del personale, le retribuzioni e le promozioni, i licenziamenti o l accesso alla formazione professionale. Le nuove norme contro la discriminazione si applicano a tutte le fasi del contratto di lavoro, dalla selezione alla conclusione del rapporto. Quali doveri per i datori di lavoro nei confronti delle persone disabili? > I datori di lavoro avranno il dovere di dare una soluzione ragionevole ai candidati o dipendenti inabili. I datori di lavoro devono adottare le misure appropriate per consentire alle persone disabili di accedere al posto di lavoro e alla formazione, a meno che ciò non costituisca un onere eccessivo. Per soluzione ragionevole si intende, ad esempio, la possibilità di accesso per disabili su sedia a rotelle, l adeguamento dell orario di lavoro e delle dotazioni dell ufficio o semplicemente una ridistribuzione delle mansioni tra i membri di un determinato gruppo di lavoro. Per determinare se l onere a carico del datore di lavoro sia eccessivo, si dovrà tener conto in particolare dei costi finanziari e di altro genere, delle dimensioni e dei mezzi finanziari dell organizzazione e della possibilità di ottenere un finanziamento pubblico o qualsiasi altro tipo di assistenza. Anne-Sophie Parent, Presidente, Piattaforma Sociale «I datori di lavoro che investono in un posto di lavoro libero da ogni discriminazione e in una forza lavoro mista, stanno facendo la scelta giusta. Potranno infatti trarre vantaggio da un ambiente di lavoro più umano e dall'esperienza di una forza lavoro in grado di riflettere le differenze dei consumatori e degli utenti dei loro servizi. La discriminazione distrugge le vite, costringe gli individui ai margini della società e impedisce lo sviluppo di un ambiente di lavoro positivo, basato sull'integrazione, il rispetto e lo spirito di corpo. La Piattaforma Sociale proprio perché composta da una coalizione di ONG sociali europee con radici in molte, diverse parti della società civile - è profondamente consapevole della necessità di combattere la pluridiscriminazione e tutti quei casi in cui gli individui vengono discriminati su più fronti.» 6 7
5 Roger Briesch, Presidente Comitato Economico e Sociale Europe Per Jim O Hara è stato motivo di particolare orgoglio che l Intel Jim O Hara,Vicepresidente TMG e Direttore Generale abbia vinto il premio dell'ue sul Intel Irlanda Valore della Diversità. «Sono molto lieto del fatto che tantissimi nostri dipendenti pensino che stiamo facendo un ottimo lavoro affinché Intel Irlanda sia realmente un luogo capace di dimostrare che l integrazione funziona. E, mi fa particolarmente piacere sapere che abbiamo ricevuto il premio superando oltre altre società in tutta Europa. Ognuno di noi in qualche modo è unico, e noi vogliamo creare un ambiente di lavoro che contribuisca all accettazione e alla valorizzazione di ognuna delle singole differenze che fanno di noi quello specifico individuo che siamo.» «Il Comitato Economico e Sociale Europe esprime il pieno sostegno agli sforzi che l'ue fa per costruire una società e luoghi di lavoro che siano espressione di diversità e privi di discriminazioni. Sono profondamente convinto che sia fondamentale che tutti i residenti degli Stati Membri possano usufruire di un livello base di protezione e del diritto di appellarsi contro ogni forma di discriminazione. In questo modo la coesione economica e sociale dell'unione Europea sarà certamente rafforzata. Ritengo che un maggiore dialogo tra le parti sociali, basato su un buon codice di condotta, dimostrerà che un trattamento equo sul luogo di lavoro e nel settore dell occupazione in generale è in grado di migliorare sia i risultati economici delle imprese, sia l integrazione sociale. Il Comitato gode di una posizione privilegiata per aiutare la promozione di questo dialogo.» Quali sono i vantaggi delle nuove norme per le aziende? > In tutta l Unione Europea si moltiplicano gli esempi di datori di lavoro che si interessano alle diversità per ragioni di business e non solo per ottemperare alle disposizioni di legge. Le aziende possono, infatti, trarre numerosi vantaggi dalle politiche che favoriscono la diversità nella manodopera. Tali politiche possono di fatto entrare a far parte di una strategia aziendale più ampia volta a sviluppare il capitale umano e ad incoraggiare la creatività e l innovazione. Le differenze possono dare alle aziende una marcia in più nei rapporti d affari coi clienti, i fornitori, gli azionisti e altre parti in causa con le quali l azienda è chiamata a confrontarsi sugli odierni mercati multiculturali e globalizzati. Un impegno a favore delle diversità può anche migliorare la reputazione e l immagine di una società. La garanzia di non discriminazione può aiutare le imprese a evitare i costi legati alle controversie legali, ad un alto tasso di ricambio del personale e all assenteismo. Tale impegno può, inoltre, fornire ai datori di lavoro accesso a bacini di manodopera non tradizionali e aiutarli ad attirare e mantenere i dipendenti migliori. Ci sono eccezioni al divieto generale nei confronti di atti discriminatori? > La nuova legislazione prevede pochissime eccezioni al principio di parità di trattamento; ad esempio, ai fini di preservare lo specifico carattere di determinate organizzazioni religiose, o per consentire provvedimenti atti a promuovere l integrazione dei lavoratori anziani o giovani nel mercato del lavoro. Pat Cox, MEP, Presidente del Parlamento Europeo «Siamo tutti "azionisti" della società in cui viviamo. Se qualcuno incontra ostacoli nel campo del lavoro, dell'istruzione o nel prendere decisioni, allora sarà la società che, deludendo le aspettative dell individuo, avrà fallito nel compito di trasmettere a tutti valori comuni e una visione. Noi dell'unione Europea abbiamo il dovere, anche nei confronti di noi stessi, di adottare misure che mettano tutti in condizione di essere partecipi allo stesso livello. Tutti coloro che sino ad oggi sono stati lasciati ai margini della società e dell'economia rappresentano una vera e propria risorsa da curare e incoraggiare. E' ora che i nostri posti di lavoro riflettano la nostra realtà.» 8 9
6 John Monks, Segretario Generale ETUC (European Trade Union Confederation Confederazione Europea Sindacati) «Al congresso di Helsinki del 1999, l ETUC (European Trade Union Confederation) ha preso l'impegno di agire contro ogni forma di discriminazione. I sindacati di tutta'europa stanno attualmente lavorando per assicurare che le due direttive sulla parità di trattamento siano integrate correttamente nelle norme nazionali e che il principio della parità di trattamento sul posto di lavoro sia attuato in modo corretto. Per il movimento dei sindacati le politiche sulla diversità devono andare di pari passo con l'associazione attiva ad un sindacato. Da parte loro i sindacati devono promuovere la parità di trattamento anche nelle loro file e in tutti gli enti e le strutture chiamati a prendere decisioni.» Come possono presentare denuncia le vittime di discriminazioni? > Le norme prevedono che gli Stati Membri riconoscano alle vittime di discriminazioni il diritto di presentare denuncia attraverso una procedura giudiziaria o amministrativa, e che siano applicate sanzioni adeguate ai responsabili di una discriminazione. > Le norme inoltre prevedono la condivisione dell onere della prova nelle cause civili e amministrative, il che renderà più facile per le vittime di discriminazioni comprovare le proprie accuse. La parità fra i sessi > La discriminazione sessuale è trattata da norme specifiche. Ciò è dovuto al fatto che le attività relative alla discriminazione sessuale hanno una lunga storia a livello europeo, che risale agli inizi della stessa Comunità Europea. Esiste una notevole quantità di norme europee relative a questo argomento e contributi finanziari sono messi a disposizione dal Programma Comunitario Sulla Parità tra uomini e donne ( ). Per ulteriori informazioni si rimanda all indirizzo employment_social/equ_opp/index_en.htm Georges Jacobs, Presidente del UNICE (Confindustria europea) «E' nei sentimenti irrazionali che la discriminazione trova le sue radici. Non é compatibile con la mentalitá economica. Nell'odierna economia globale, il successo di un'impresa dipende dalla capacitá della stessa di rispondere a situazioni e ad esigenze dei clienti sempre piú diverse. Essere in grado di impiegare una forza lavoro diversificata e saper gestire tale diversitá é sicuramente un vantaggio.» Che aiuto viene offerto alle vittime di discriminazioni? > Le norme sulla discriminazione razziale impongono agli Stati Membri la designazione di enti specifici, preposti alla promozione della parità di trattamento. Tali enti forniranno assistenza indipendente alle vittime di discriminazioni, procederanno a indagini e studi e pubblicheranno relazioni e raccomandazioni indipendenti. Le vittime di discriminazioni possono anche essere sostenute da una Organizzazione Non Governativa o da un sindacato che abbiano un interesse legittimo nella questione
7 12 13 Quando entreranno in vigore le nuove norme? > Le nuove norme dovranno essere recepite nell ordinamento nazionale di tutti gli Stati Membri. Il termine per l entrata in vigore delle norme sull uguaglianza razziale è il 19 luglio Il termine per l entrata in vigore delle norme sulla tendenze sessuale, sulla religione e sulla convinzioni personali, sulle disabilità e sull età è il 2 dicembre Gli Stati Membri possono richiedere un periodo di proroga fino a un massimo di tre anni per allineare il proprio sistema legislativo in materia di discriminazione sulla base di disabilità ed età. L allargamento dell UE > Tutti i nuovi Stati Membri dovranno introdurre le normative europee sulla lotta alla discriminazione nei rispettivi ordinamenti legislativi nazionali prima di entrare a far parte dell Unione Europea. Esiste un finanziamento UE per sostenere i progetti di lotta contro la discriminazione? > Il Programma d Azione Comunitaria dispone di un budget di circa 100 milioni di euro. L obiettivo generale del programma è cambiare nella pratica gli atteggiamenti e le prassi discriminatorie. Il programma prevede tre ambiti prioritari: rafforzare l analisi della natura delle discriminazioni, sostenere le organizzazioni impegnate nella lotta alla discriminazione e aumentare la sensibilità verso i temi della discriminazione e delle opportunità offerte dalla diversità. Per ulteriori informazioni sul programma si rimanda al sito web della Commissione social/fundamental_rights/index_en.htm Cosa fa l UE per promuovere il dibattito sulla diversità e la discriminazione? > Nel quadro del Programma d Azione Comunitaria, l Unione Europea ha avviato una campagna d informazione su vasta scala che coinvolge tutti gli Stati Membri e che verrà svolta in stretta collaborazione coi sindacati, i datori di lavoro, le ONG e le autorità nazionali per mettere in evidenza i vantaggi della diversità sul luogo di lavoro e non solo. Per maggiori informazioni sulla campagna d informazione si rimanda all indirizzo Dove posso trovare ulteriori informazioni sulle politiche dell UE contro la discriminazione? > Ulteriori informazioni sono disponibili a questo indirizzo web: comm/employment_social/ fundamental_rights/index_en.htm, Inoltre, è possibile scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: empl-antidiscrimination@cec.eu.int Sir Albert Bore, Presidente Comitato delle Regioni «Il Comitato delle Regioni rifiuta ogni forma di discriminazione e crede fermamente che la lotta contro la discriminazione sia un problema relativo al cambiamento di atteggiamenti e di valori. Il rifiuto di ogni forma di discriminazione costituisce una condizione essenziale affinché l'unione Europea si sviluppi in un territorio di libertà, sicurezza e giustizia. Le autorità locali e regionali hanno un ruolo importante a questo proposito, poiché operano alla base, sono in contatto diretto con i cittadini e possono migliorare la conoscenza e la comprensione delle discriminazioni. Il Comitato delle Regioni invita quindi le autorità locali e regionali e gli altri enti atti a fornire informazioni, a impegnarsi a fondo nel programma d'azione, poiché essi si trovano nella posizione migliore per contribuire alla diffusione della conoscenza delle misure antidiscriminazione.»
8 Le direttive La direttiva 2000/43/CE sulla parità indipendentemente dalla razza e dall origine etnica La direttiva 2000/78/CE sulla parità di trattamento in materia di occupazione > Realizza il principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall origine etnica. > Fornisce una tutela contro la discriminazione in materia di occupazione e formazione, istruzione, previdenza sociale, salute e accesso a beni e servizi. > Contiene le definizioni di discriminazione, diretta e indiretta, molestie e ritorsioni. > Riconosce alle vittime di discriminazioni il diritto di presentare denuncia attraverso una procedura giudiziaria o amministrativa, con sanzioni adeguate per i responsabili della discriminazione. > Realizza il principio della parità di trattamento in materia di occupazione e formazione indipendentemente dalla religione o convinzioni personali, dalle tendenze sessuali, dall età e dalle disabilità. > Comprende disposizioni identiche alla direttiva sulla parità indipendentemente dalla razza e dall origine etnica per quanto riguarda le definizioni di discriminazione, ricorso alla giustizia e condivisione dell onere della prova. > Fa obbligo ai datori di lavoro di assicurare una soluzione ragionevole per provvedere alle esigenze di una persona disabile che sia qualificata per svolgere il lavoro in questione. 14 > Divide l onere della prova tra il querelante e il convenuto nelle cause civili e amministrative. > Dispone l istituzione in ogni Stato Membro di un ente preposto alla promozione della parità di trattamento e a fornire assistenza indipendente alle vittime di discriminazione razziale. > Consente pochissime eccezioni al principio di parità di trattamento; ad esempio, nel caso di specifiche caratteristiche proprie di determinate organizzazioni religiose, o per consentire provvedimenti atti a promuovere l integrazione dei lavoratori più anziani o più giovani nel mercato del lavoro. Il testo completo delle due direttive si trova all indirizzo Editore Commissione europea DG Occupazione e Affari Sociali 1049 Bruxelles Belgio Concetto e disegno grafico MEDIA CONSULTA Wassergasse 3 D Berlin Stampa Druckhaus Schöneweide, Berlin/Germania
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